Versione per la stampa http://www.consregsardegna.it/wp-content/plugins/print-o-matic/css/print-icon-small-black.png

Comandini esprime forte contrarietà per la modifica del Quadro Finanziario Pluriennale presentato dalla presidente della Commissione Europea

Cagliari, 17 luglio 2025 – “Il Quadro finanziario pluriennale (QFP) post 2027 che definisce le priorità di investimento dell’Unione europea rischia di marginalizzare la Sardegna, dal processo di programmazione e dalla governance dei Fondi europei. Si tenta infatti, attraverso una proposta che tra l’altro riduce fortemente la dotazione finanziaria, di rivoluzionare i principi cardine dell’UE, primo fra tutti quello della coesione territoriale “.

E’ fortemente critico il Presidente del Consiglio regionale Piero Comandini che definisce questo documento “involutivo”, “accentratore” e “contraddittorio”.

“Occorre ricordare, anche in sede di definizione delle linee guida degli investimenti per i prossimi anni, che l’Europa è un’unione di popoli e territori ognuno con le proprie peculiarità anche all’interno di uno stesso Stato”.

Il Presidente Comandini ritiene fortemente negativa sia la creazione di una dotazione unica e non più differenziata tra PAC, politiche di coesione e fondi strutturali che l’ipotesi di centralizzazione della gestione delle risorse europee, che sarà conferita a ciascuno stato membro, che poi potrà, con ampi margini di flessibilità e in assenza di strumenti di partecipazione delle regioni, assegnarli direttamente ai territori.

“Si tratta – ha affermato il Presidente dell’Assemblea – di una forte involuzione, soprattutto in una politica agricola comune (PAC) di primaria importanza per la Sardegna, nella quale non vi è la certezza delle risorse assegnate alle regioni che oltretutto rischiano di essere totalmente estromesse dalle strategie territoriali di utilizzo di tali fondi.

Per Comandini questa proposta, depotenziando i singoli territori, tradisce il principio di sussidiarietà sul quale si fondano le politiche dell’Unione europea e crea un’Europa fragile, poco coesa e mina profondamente il sistema di governance dell’Unione stessa.

Condividi: