MOZIONE N. 49

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 49

PIZZUTO – CASULA – CANU per la tutela del decoro urbano e la regolamentazione degli interventi tecnologici nei centri storici della Sardegna.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il comunicato dell’Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica pubblicato sul Bollettino ufficiale della Regione autonoma della Sardegna (BURAS) n. 24 del 25 giugno 1991 riconosceva già allora l’incompatibilità tra la posa di cassette per contatori (E.S.A.F., E.N.E.L., S.I.P.) e la necessità di tutelare il patrimonio architettonico e culturale dei centri storici sardi;
– in tale comunicato si invitavano i sindaci a sospendere il rilascio di autorizzazioni per simili installazioni prospicienti la pubblica via, a imporre la rimozione di quelle abusive, nonché ad applicare le sanzioni previste dalla legge regionale 11 ottobre 1985, n. 23 (Norme in materia di controllo dell’attività urbanistico-edilizia, di risanamento urbanistico e di sanatoria di insediamenti ed opere abusive, di snellimento ed accelerazione delle procedure espropriative);

CONSIDERATO che:
– a distanza di oltre trent’anni, le prescrizioni del comunicato del 1991 risultano ampiamente disattese in molti contesti urbani della Sardegna, dove si continuano a realizzare interventi invasivi e non coordinati, in assenza di una reale pianificazione estetica e funzionale;
– il recente appello-denuncia relativo ai lavori di posa della fibra ottica a Luras, in altri centri della Gallura e della Sardegna documenta con lucidità il degrado urbano e culturale prodotto da opere eseguite senza progetto visibile, senza controllo effettivo e in palese contrasto con il contesto architettonico e paesaggistico;
– tali interventi, realizzati da imprese prive di adeguata qualificazione o subappaltate a cascata, compromettono pavimentazioni storiche, facciate secolari e persino aree archeologicamente sensibili, spesso senza che venga garantita la presenza reale ed efficace di figure di tutela come l’archeologo;

RITENUTO che:
– le infrastrutture tecnologiche, pur necessarie allo sviluppo, non devono essere realizzate a scapito dell’identità storica e architettonica dei nostri centri urbani;
– è dovere dell’Amministrazione regionale intervenire per regolare con fermezza le modalità di posa di impianti e reti nei contesti storici, ristabilendo criteri estetici, archeologici, e progettuali vincolanti;
– è urgente creare un sistema di vigilanza e qualificazione professionale per le imprese che intervengono nei centri storici, vincolandone l’attività al rispetto di norme specifiche e al controllo degli enti pubblici,

impegna il Presidente della Regione

1) a dare piena e immediata attuazione al comunicato dell’Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica del 25 giugno 1991, assicurando il rispetto del divieto di installazione di cassette di derivazione sulle facciate nei centri storici e predisponendo controlli attivi sulla rimozione di quelle già installate in violazione;
2) a emanare linee guida regionali vincolanti per la realizzazione di infrastrutture tecnologiche nei centri storici, stabilendo:
a) l’obbligo di progetti preventivi integrati e visibili;
b) la presenza obbligatoria di personale tecnico qualificato e di archeologi in caso di scavi in aree sensibili;
c) criteri estetici per la collocazione degli impianti.

Cagliari, 4 giugno 2025

Legge scuola, proseguono le audizioni in commissione Seconda

Psicologi, insegnanti, neuropsichiatri e operatori culturali hanno sfilato questo pomeriggio in commissione Seconda, sotto la presidenza di Camilla Soru (Pd) per dare il loro contributo nel dibattito per la legge quadro sulla scuola sarda. Tullio Garau, presidente dell’Ordine degli psicologi, ha evidenziato la necessità di “un collegamento stabile con il mondo della scuola, per affrontare una serie di problemi tra cui la dispersione scolastica”. Per la vicepresidente Maria Mameli “i ragazzi nelle scuole considerano ormai la figura dello psicologo come un operatore del loro benessere, per migliorare le proprie capacità e darsi nuove possibilità”.

In commissione hanno preso la parola anche due medici, Marinella Carta (Brotzu) e Silvia Paba (Asl Cagliari) che hanno toccato il tema del riconoscimento dei pazienti disabili gravi in età infantile e della complessità di costruire una rete sociale, comprensiva della scuola, intorno al paziente e alla sua famiglia”. I medici hanno segnalato il lungo lasso di tempo che a volte intercorre tra la diagnosi e la concessione dei benefici della legge 104.

A seguire l’Associazione Sardegna verso l’Unesco rappresentata da Pierpaolo Vargiu e Gianfranco Cocco, che ha portato nella scuola il tema della civiltà dei sardi e della loro storia. “In giro nel mondo nessuno conosce la Sardegna”, ha detto Vargiu, “e dunque nessuno conosce la nostra civiltà. Eppure quando i sardi costruivano edifici da dieci piani nelle più avanzate civiltà dell’Italia le persone vivevano nelle capanne di fango”. Ancora: “Nella scuola si insegna la civiltà nuragica se c’è qualche insegnante volenteroso”. Da qui la consegna alla  commissione della pdl 391, presentata nella passata legislatura e mai approvata, “perché se ne facciano carico la commissione e il Consiglio regionale portando l’insegnamento della cultura sarda nelle materie scolastiche”. Un bisogno avvertito, secondo Cocco, “perché secondo i dati che stiamo raccogliendo i meno giovani si rammaricano di non aver avuto la possibilità di conoscere a fondo la storia del nostro popolo”.

Per ultime Ornella Demuru e Alessandra Boi (Precari sardi in cattedra) hanno portato all’esame della commissione il modello scolastico del Trentino – Alto Adige, che incentiva tra l’altro gli insegnanti che scelgono sedi disagiate.

I lavori proseguiranno domattina dalle 10.30 con le audizioni delle associazioni di genitori.

DISEGNO DI LEGGE N. 102

GIUNTA REGIONALE – Attuazione dell’articolo 11, comma 4, della legge 15 gennaio 1992, n. 21 (Legge quadro per il trasporto di persone mediante autoservizi pubblici non di linea) e successive modifiche e integrazioni. Modifiche alla legge regionale 7 dicembre 2005, n. 21 (Disciplina e organizzazione del trasporto pubblico locale in Sardegna).

scarica il DISEGNO DI LEGGE N. 102 [file.pdf] 

Materiale allegato al disegno di legge:


iter del progetto di legge

Proposta di legge-quadro sull’istruzione, proseguono le audizioni in II commissione

La II commissione (Istruzione, cultura, lavoro e formazione professionale), presieduta da Camilla (Pd), ha proseguito le audizioni sulla predisposizione di una proposta di legge-quadro regionale in materia di istruzione.

Scuole paritarie
I rappresentanti delle scuole paritarie di Fidae Sardegna, Federazione opere educative e Fism hanno apprezzato l’iniziativa legislativa e hanno illustrato le maggiori problematiche riscontrate dalle scuole paritarie, che, come hanno sottolineato, sono scuole pubbliche non statali, che svolgono un ruolo importante all’interno del sistema educativo, contribuendo alla sopravvivenza del sistema scolastico pubblico. In molti piccoli centri, hanno sottolineato, sono l’unico accesso all’istruzione e sono fondamentali per il contrasto allo spopolamento. Tra le maggiori criticità evidenziate alla Commissione: il sottofinanziamento, le problematiche legate al sostegno degli alunni con disabilità, i cui costi sono spesso coperti direttamente dalla scuola per garantire la tutela dei più fragili, ma anche l’accesso ai finanziamenti regionali per il rinnovamento delle strutture scolastiche e l’assenza delle scuole paritarie dai tavoli di concertazione e quindi dai processi decisionali. I rappresentanti di Fidae Sardegna, Federazione opere educative e Fism hanno confermato la massima disponibilità a collaborare e a rispondere a qualsiasi convocazione per contribuire attivamente al dibattito legislativo. L’obiettivo, hanno detto, dopo la legge 62 del 2000, è arrivare a una vera parità in cui alle famiglie sia realmente garantita la libertà di scelta educativa, che ancora non tutti hanno a causa dei costi aggiuntivi da sostenere.
Comitato Educatori, educatrici e pedagogiste e pedagogisti
La Commissione ha, poi, sentito i rappresentanti del Comitato diritti Educatori e educatrici professionali e pedagogisti della Sardegna, i quali hanno sottolineato la necessità di una prevenzione educativa all’interno delle scuole, a partire dalla scuola dell’infanzia. I recenti fatti di cronaca, le baby gang, il bullismo, il cyber bullismo, hanno detto, parlano di un’emergenza educativa che è necessario affrontare: bisogna intervenire subito, ognuno con la propria competenza. Per questo motivo, hanno proseguito, è necessario prevedere in tutte le scuole le figure dell’educatore e del pedagogista che portino avanti, di concerto con i docenti, un lavoro sulla consapevolezza educativa per aiutare i ragazzi e le ragazze a superare le proprie fragilità, a migliorare le loro relazioni e a capire in che modo possono contribuire al miglioramento della società, contrastando anche l’abbandono scolastico. Una sfida importante, hanno detto, un investimento sul sociale che nei Paesi del Nord Europa ha già portato i suoi risultati. La Regione Calabria, ha spiegato Roberta Colizzi, pedagogista, ha appena approvato una legge per l’introduzione degli educatori e dei pedagogisti nelle scuole. Secondo Andrea Selis, educatore socio pedagogico, bisogna inserire in modo stabile le due figure e non lavorare soltanto sui progetti perché non danno continuità.
Educazione digitale
La Commissione ha, poi, sentito Gavino Puggioni, fondatore di Logout Livenow, agenzia che si occupa di educazione digitale e digital detox, che ha parlato della necessità di introdurre l’educazione digitale nelle scuole “per migliorare la vita dei ragazzi tramite un utilizzo più consapevole e responsabile della tecnologia che valorizzi i lati positivi e limiti quelli negativi”. L’intervento riguarderebbe quattro punti fondamentali: “l’educazione digitale come asse trasversale nel percorso scolastico, la formazione di chi educa (insegnanti e famiglie), l’istituzione di patti educativi digitali e creare le linee guida regionali per l’uso consapevole dell’intelligenza artificiale nelle scuole (già fatto dalla Regione Friuli Venezia Giulia)”. Secondo i dati dell’Istituto superiore della Sanità, riferiti alla fascia di età 11-17 anni, forniti da Puggioni alla Commissione, in Italia “circa 99mila ragazzi tra gli 11 e i 13 anni hanno mostrato comportamenti a rischio di dipendenza dai social media, oltre 478mila adolescenti, pari al 12% della popolazione 11-17 anni, risultano a rischio per disturbo da gioco su internet, con picchi significativi nelle Isole (18%), 65mila casi registrati di ritiro sociale (Hikikomori), con una percentuale dell’8,7% nella fascia 11-13 nelle Isole”. Ma non solo. Citando una ricerca dell’Università Bicocca di Milano, Puggioni ha evidenziato che l’uso precoce dei social media è collegato a un peggioramento del rendimento scolastico, soprattutto in italiano e matematica. Oltre al Friuli Venezia Giulia, anche l’Emilia Romagna e le Marche stanno puntando sull’educazione digitale, riconoscendo, hanno detto, la centralità del tema e le sue implicazioni sulla salute delle ragazze e dei ragazzi.
La presidente Soru e la Commissione hanno ascoltato con grande attenzione i contributi forniti dagli auditi, che saranno utili per la redazione della proposta di legge-quadro.
Il Parlamentino ha sentito in audizione anche il rappresentante del sindacato Anief, che fornirà a breve le proprie proposte alla Commissione.
Durante la seduta sono intervenuti la vice presidente Maria Francesca Masala (FdI) e Gianluca Mandas (M5S).
Le audizioni proseguiranno alle 15,30.

Intelligenza artificiale, proseguono le audizioni in Terza Commissione sulla tre proposta di legge n.16, 75 e 81. Si va verso un testo unificato.

La Commissione “Bilancio” ha proseguito in mattinata le audizioni sulle tre proposte di legge per lo sviluppo e la governance dell’intelligenza artificiale. Il parlamentino presieduto da Alessandro Solinas (M5S) ha sentito i rappresentanti di Cia e Copagri, Confindustria, Cna, Confartigianato, Federterziario, Confservizi i Confprofessioni.

Da tutti è arrivato un plauso alla volontà del Consiglio di voler normare una materia destinata a incidere in modo determinante nella società del futuro.

I presidenti di Copagri e Cia, Giuseppe Patteri e Francesco Erbì, hanno espresso un giudizio positivo sull’iniziativa consiliare che potrà consentire a un settore come l’agricoltura di cogliere nuove opportunità dall’innovazione tecnologica: «L’importante però è che l’intelligenza artificiale venga utilizzata a vantaggio delle aziende e non contro, come avvenuto finora – ha detto Patteri – in agricoltura viene già utilizzata da tempo per i controlli sulle aziende. Spesso però si è fatta confusione con rilevazioni aeree che catalogavano macchia mediterranea anziché vigne. Questo ha portato a uno sto delle pratiche dei premi in agricoltura a danno degli operatori. L’intelligenza artificiale può dare una grossa mano a patto, però, che sia l’uomo ad avere sempre l’ultima parola». «E’ importante che la Sardegna voglia svolgere un ruolo da protagonista in questo processo di innovazione – ha affermato Francesco Erbì – occorrerà però prestare molta attenzione. Le attività agricole hanno bisogno di un supporto molto forte per evitare la perdita di posti di lavoro. Da questo punto di vista sarà necessario investire sulla formazione per creare nuove professionalità».

Sulla necessità di arrivare preparati alla sfida imposta dallo sviluppo dell’intelligenza artificiale si è soffermato anche il segretario generale di Cna Francesco Porcu: «L’IA e l’automazione dei processi produttivi trasformeranno radicalmente l’economia della Sardegna creando nuove opportunità in tutti i settori ma mettendo a rischio numerosi posti di lavoro nelle mansioni tradizionali – ha detto Porcu – secondo le nostre stime l’impatto dell’intelligenza artificiale produrrà la perdita netta di circa 60mila posti di lavoro, il 10.3% dell’occupazione attuale. Le nuove tecnologie produrranno però anche ricchezza con una crescita del 12,8% del valore aggiunto pari a circa 5 miliardi di euro. Questo ci dà una chiave di lettura utile per governare il processo che sarà inevitabile e irreversibile. Per cogliere le opportunità occorre investire in formazione, riqualificazione professionale, inclusione dei lavoratori “emergenti” e il riposizionamento di quelli esclusi. Serve una visione strategica per anticipare i tempi».

L’obiettivo di tutti è trarre il numero maggiore di opportunità dallo sviluppo dell’IA – ha rimarcato Daniele Serra a nome di Confartigianato – nel nostro settore occorre fare molta attenzione a salvaguardare la specificità delle nostre produzioni. Il legame identitario e territoriale è il marchio distintivo dell’artigianato sardo. Molte aziende già utilizzano l’intelligenza artificiale. L’importante ora è che ci sia un soggetto competente che si occupi delle applicazioni pratiche».

Una cabina di regia con un unico soggetto di riferimento ha invocato anche Valeria Satta, presidente di Federterziario: «Nelle tre proposte di legge ci sono spunti molto interessanti ma anche alcune criticità – ha detto Satta – tra queste la mancanza di strumenti operativi con risorse dedicate per far sì che le norme sono si traducano in una semplice dichiarazione di intenti. Sarebbe utile creare un Ufficio regionale per l’IA evitando però strutture troppo pesanti».

Sostegno alle imprese e individuazione di percorsi per lo sviluppo dell’Ia hanno sollecitato anche Maria Paola Cogotti (vicepresidente di Confprofessioni) e Alessandro Faticoni (Confindustria). «Su questa materia serve un raccordo a livello nazionale – ha detto Cogotti – le imprese vanno aiutate nel processo di transizione digitale. In particolare le piccole e microimprese vanno sostenute nella formazione, nella riqualificazione dei dipendenti e nella protezione dei dati. In questa partita devono essere coinvolte tutte le parti sociali per il monitoraggio e la valutazione dell’impatto dell’Ia nel tessuto economico e sociale».

Faticoni ha invece ricordato che in Sardegna dal 2019 esiste il Digital Innovation Hub di cui fanno parte Sardegna Ricerche, le Università di Cagliari e Sassari, il Crs4 e alcune organizzazioni datoriali: «Da lì occorre ripartire – ha detto il rappresentante di Confindustria – a livello nazionale si sono investiti 113 milioni di euro per i centri di competenza. La Sardegna è rimasta esclusa».

Positivo anche il giudizio di Confservizi che con il presidente Ottavio Castello ha apprezzato l’idea di prevedere un percorso di formazione che parta dalle scuole. Dai rappresentanti di Confservizi è arrivata infine la proposta di prevedere in legge un sostegno alle start up che puntano sull’innovazione: «Sono loro la spina dorsale delle nuove tecnologie – ha detto Mauro Musio, dirigente di Confservizi – i finanziamenti però arrivano soprattutto dai privati. La Sardegna in questo campo può dare un segnale importante. L’Isola può diventare un centro di sviluppo delle start up».

Le audizioni della commissione proseguiranno nei prossimi giorni: «L’idea è quella di accorpare le tre proposte in un testo unico sull’intelligenza artificiale – ha detto il presidente Alessandro Solinas – il nostro obiettivo è creare una struttura forte ma allo stesso tempo snella che si occupi di intelligenza artificiale in modo da cogliere tutte le opportunità per le imprese e la pubblica amministrazione. Con la massima attenzione alla formazione dei lavoratori e al salvaguardia dei livelli occupazionali».