Diritto allo studio, via libera della II commissione alla PL55 sul “Fitto casa” e all’articolato della PL 11 sul “Reddito di studio”. Soru: “L’obiettivo è portare le proposte di legge in Aula entro la fine dell’anno”

La commissione Cultura, lavoro e formazione professionale, presieduta da Camilla Soru (Pd), ha approvato la proposta di legge n. 55 “Disposizioni in materia di diritto allo studio” (Soru e più) e l’articolato della proposta di legge n. 11 “Disciplina regionale in materia di istituzione del Reddito di studio (REST)”, primo firmatario Luca Pizzuto (Sinistra futura), che adesso attende il parere della Terza commissione prima dell’approvazione definitiva. “La Commissione vuole portare in Aula due leggi importanti entro la fine dell’anno”, ha affermato la presidente Soru, “il lungo lavoro fatto in commissione ha consentito di approvare, con il voto favorevole della minoranza, i due testi di legge che hanno l’obiettivo di garantire il diritto allo studio”.

PL 55

La proposta di legge n. 55 “Disposizioni in materia di diritto allo studio” ha l’obiettivo di aiutare gli studenti universitari fuori sede, che hanno la necessità di affittare una casa o una stanza, e porta il contributo massimo erogabile da 2500 a 3000 euro l’anno. Il testo abroga, inoltre, l’articolo 24 “Divieto di cumulo” della legge 37 del 1987 (Norme per l’attuazione del diritto allo studio nelle università della Sardegna), che prevedeva:“l’assegno di studio non è cumulabile con altre forme di contribuzione di natura pecuniaria. Lo studente legittimato a godere di più forme di assistenza è tenuto ad esercitare l’opzione”. Soddisfatta la presidente Soru, prima firmataria del testo approvato: “E’ una legge molto semplice che vuole sostenere i ragazzi fuori sede per il fitto casa. Il vero obiettivo sarà sempre quello di lavorare affinché gli Enti di diritto allo studio siano in grado di concedere gli alloggi agli studenti che ne hanno necessità. Nel frattempo, però, – ha continuato Soru – con questa legge noi garantiamo a chi deve cercare un appartamento, lontano dalla propria casa, un aiuto adeguato ai correnti prezzi del fitto casa. L’importo massimo erogabile era fermo da 15 anni e non era più adeguato al mercato immobiliare completamente trasformato”. La presidente della Seconda commissione ha poi proseguito: “La legge poi abroga anche il divieto del cumulo di benefici, regolato finora da una norma completamente folle e obsoleta, che vietava ai ragazzi percettori di borsa di studio, quindi con soglie di Isee basse, di poter accedere a qualsiasi premio legato al merito”.

Soddisfatta anche la vice presidente Maria Francesca Masala (FdI): “Un lavoro condiviso che prevede l’aumento del contributo per il fitto casa agli studenti e il rafforzamento del diritto allo studio. Queste misure rappresentano un impegno concreto per sostenere i percorsi universitari, mettendo studenti e studentesse al centro delle politiche regionali. L’obiettivo è creare un sistema di supporto più efficace, capace di rispondere alle esigenze economiche e logistiche di chi studia fuori sede, rendendo l’accesso all’università più inclusivo e sostenibile. Confidiamo che queste iniziative possano migliorare il cammino accademico di tanti giovani. Questi interventi – ha affermato Masala – rafforzano il sistema di supporto agli studenti, rendendo l’accesso all’Università più inclusivo e rispondendo alle loro esigenze economiche e logistiche. Un passo importante per migliorare il percorso accademico di molti giovani, valorizzando il loro impegno e garantendo un diritto allo studio più equo”.

La proposta di legge, che adesso dovrà passare all’esame del Consiglio regionale, prevede un incremento di spesa annuo di 1.006.000 euro per il triennio 2024-2026.

PL 11

La Seconda commissione ha anche approvato all’unanimità l’articolato della proposta di legge n. 11 “Disciplina regionale in materia di istituzione del Reddito di studio (REST)”, primo firmatario Luca Pizzuto (Sinistra futura). Il Rest, si legge nel testo, consiste nella erogazione di un sussidio economico, erogato mensilmente, personale e non alienabile, vincolato ad un percorso di studio per il raggiungimento di un congruo livello aggiuntivo di scolarizzazione rispetto al livello di partenza del beneficiario, dal raggiungimento del titolo della licenza media al diploma o a titoli superiori. “Si tratta – ha spiegato la presidente Soru – di una norma rivoluzionaria, pioniera in tutta Europa: pagheremo gli adulti per rimettersi a studiare”. Poi i dati: “Oggi la Sardegna ha la più alta percentuale di non diplomati d’Italia e la maggior parte dei ragazzi vittime della dispersione scolastica – ha proseguito Camilla Soru – sono figli di sardi che, per varie ragioni, non sono riusciti a completare gli studi. Questa norma permetterà alla Sardegna di innalzare il livello di istruzione e alle persone di essere accompagnate al raggiungimento della loro realizzazione e della loro felicità”. Un pensiero poi alle donne, che spesso hanno dovuto rinunciare a perseguire i propri obiettivi formativi per prendersi cura della famiglia, e che ora potranno accedere al beneficio: “A loro vogliamo dire che la Regione Sardegna crede nel loro potenziale e metterà in campo tutte le risorse economiche e legislative necessarie per aiutarle a raggiungere i loro obiettivi”, ha concluso la presidente.

“Frutto di un lavoro partecipato e condiviso, arricchito da numerose audizioni, la legge riconosce la cultura come strumento di crescita personale e collettiva, mettendo al centro le esigenze di chi, anche da adulto, sceglie di investire nella propria formazione”, ha affermato la vice presidente Masala. “Credo fermamente che questa iniziativa rappresenti un passo avanti per garantire pari opportunità a chi, nonostante le difficoltà, decide di costruire il proprio futuro attraverso lo studio. Un segno concreto di attenzione e vicinanza da parte delle Istituzioni”.

L’approvazione definitiva della proposta di legge è sospesa in attesa del parere della Terza commissione. (Eln)

MOZIONE N. 28

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 28

(Discussa in Aula il 17/12/2024 – Respinta in Aula il 17/12/2024)

TRUZZU – COCCIU – TICCA – PERU – MULA – SORGIA – ARONI – CERA – CHESSA – FASOLINO – FLORIS – MAIELI – MARRAS – MASALA – MELONI Corrado – PIGA – PIRAS Ivan – RUBIU – SALARIS – SCHIRRU – TALANAS – TUNIS – URPI – USAI di sfiducia all’Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, in base all’articolo 118 del regolamento del Consiglio regionale, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell’articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– già al momento della nomina del dottor Armando Bartolazzi, quale Assessore dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, sono sorte numerose polemiche in quanto la scelta è ricaduta su un professionista che aveva scarsa conoscenza della realtà sanitaria sarda e dei processi amministrativi e che appariva più legata a indicazioni politiche provenienti dalla capitale che all’effettiva volontà di imprimere un cambio di passo al sistema sanitario regionale;
– allora le polemiche furono prontamente liquidate dalla Presidente della Regione che dichiarò che il nuovo Assessore avrebbe portato “una visione fresca e non vincolata a schemi regionali, che non sono né giusti né sbagliati, ma semplicemente parte di qualcosa che non ha funzionato” e rivendicò il fatto che il dottor Bartolazzi sarebbe stato “un valore aggiunto”;
– le prime dichiarazioni dell’Assessore, che si definì “Il rombo di tuono della sanità sarda”, hanno generato un corto circuito mediatico, dimostrando immediatamente quanto il dottor Bartolazzi avesse più affinità con le dichiarazioni inappropriate che non con la risoluzione degli atavici e dei nuovi problemi del sistema sanitario regionale;

CONSIDERATO che:
– la situazione della sanità regionale è piuttosto critica e necessita di una conoscenza adeguata della macchina amministrativa, del territorio e delle sue dinamiche, della rete ospedaliera e dell’assistenza territoriale e una capacità di ascolto e comprensione consona alla fitta rete di interlocutori, quali in particolar modo sono i lavoratori dei diversi settori, i pazienti e i cittadini tutti;
– la sanità ha rappresentato uno dei temi principali, se non addirittura il più importante, della recente campagna elettorale e la coalizione del cosiddetto “Campolargo”, insieme alla sua Presidente Alessandra Todde, hanno sempre sostenuto di avere idee, proposte e uomini in grado almeno di affrontare, se non di risolvere, i problemi cronici del sistema sanitario regionale;

VALUTATO che:
– l’iniziale autoproclamazione quale “rombo di tuono della Sanità sarda” poteva apparire come una gaffe isolata dell’Assessore della sanità, invece si è ben presto rivelata come una costante di comunicazione, accompagnata da una altrettanto cronica incapacità di incidere concretamente sui tanti problemi della sanità sarda, generando ulteriore sconforto e disaffezione verso le istituzioni da parte dei professionisti del settore, dei pazienti e dei cittadini;
– le proposte formulate dall’Assessore per risolvere i problemi della sanità sarda si sono quasi sempre dimostrate delle “boutade” senza alcun preventivo approfondimento tecnico e amministrativo, senza alcun confronto con i soggetti istituzionali interessati (rappresentanti di categoria, sindacati, aziende sanitarie, università, enti locali, ministero) e non si sono mai tradotte in un atto amministrativo concreto quale ad esempio una proposta di delibera;
– nonostante i tanti proclami dell’Assessore Bartolazzi e della Giunta di centro sinistra, ora al governo della Regione, le decisioni concretamente prese, tra cui spicca quella, poi impugnata dal Governo, di richiamare in servizio i medici in pensione, si sono rivelate impraticabili se non addirittura illegittime, mentre gli unici strumenti validi, immediatamente disponibili per arginare concretamente l’emergenza sanitaria in atto, restano ancora quelli messi in campo dalla precedente maggioranza di centro destra;
– ad oggi la principale e unica preoccupazione dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale e della maggioranza di centrosinistra sembra essere costituita dal commissariamento delle Aziende sanitarie per poter così sostituire i direttori generali delle stesse, i direttori amministrativi e sanitari in quanto non graditi politicamente;
– la costante delegittimazione degli organi di vertice, in totale assenza di un qualsiasi progetto di riordino della sanità isolana, in totale assenza di una qualsiasi oggettiva valutazione del raggiungimento degli obiettivi prefissati, dimostra essere non altro che un tentativo di mera occupazione del potere da parte dei partiti della maggioranza e, fatto ancora più deplorevole, si traduce in un evidente danno al sistema sanitario regionale e di conseguenza in un peggioramento della qualità dei servizi erogati al cittadino;

APPURATO che l’Assessore, nel corso dei primi sette mesi di mandato, non solo non ha risolto alcuna delle criticità presenti all’interno del sistema sanitario, non solo non ha conferito serenità e certezze agli operatori del sistema, ma ha anche presentato una serie di proposte talmente irrealizzabili da suscitare l’aperta contestazione da parte dei soggetti istituzionali e dei cittadini e, in alcuni casi, addirittura l’ilarità, tanto le proposte erano strampalate, tra cui ricordiamo:
a) la proposta di consentire ai medici di medicina generale operanti fuori regione di poter accedere alle scuole di specializzazione fuori borsa, cioè su posti aggiuntivi, alla condizione che gli stessi però svolgessero contestualmente l’attività di medico di base; proposta che è stata respinta come impraticabile dall’ordine dei medici, che non è stata preventivamente discussa con il Ministero e con le Università di Cagliari e Sassari, tanto che non si è mai tradotta in una proposta deliberativa concreta;
b) la decisione di non approvare l’utilizzo dei cosiddetti “medici a gettone” comunicata a tutte le aziende sanitarie tramite una nota dell’Assessorato, poi revocata nell’arco di ventiquattro ore, a seguito della protesta dei direttori generali che rimarcavano l’impossibilità di garantire la piena operatività dei presidi di pronto soccorso anche in alcuni dei principali ospedali sardi;
c) la presentazione del disegno di legge n. 40, recante “Disposizioni urgenti di adeguamento dell’assetto organizzativo ed istituzionale del Sistema sanitario regionale. Modifiche alla legge regionale 11 settembre 2020, n. 24.”, ovvero la proposta di riorganizzazione del sistema sanitario che, in realtà ha come unico obiettivo la cacciata dei direttori generali, giace in Commissione dal 2 settembre e che è stata ampiamente criticata dagli stessi rappresentanti della maggioranza, tanto da affidare ai componenti della Commissione sanità l’arduo compito di riscriverla interamente;
d) la mancata gestione dell’emergenza “blue tongue”, con l’esplosione dell’epidemia tra gli allevamenti ovini, la mancata dislocazione dei veterinari in maniera omogenea su tutto il territorio regionale, la grottesca proposta di attendere l’abbassamento delle temperature per sconfiggere la diffusione dell’agente vettore e, infine, l’utilizzo dell’azoto liquido al fine di congelare le letamaie e bloccare il proliferare dell’epidemia;
e) le recenti dichiarazioni in merito alla situazione dell’Ospedale oncologico Businco, rilasciate in occasione della seduta del Consiglio regionale del 7 novembre 2024, che per il dottor Bartolazzi “non esiste dal punto di vista funzionale, il Businco è fuori da “Alleanza contro il cancro”, che è la rete oncologica degli IRCCS nazionali con interfacce mondiali […] qui bisogna mettersi in testa che in Sardegna manca un centro di riferimento oncologico, un centro di riferimento oncologico che dovrebbe essere un IRCCS. […] Quindi bisogna, secondo me svegliarci, noi dobbiamo pretendere un IRCCS in Sardegna e potenziare il Businco perché il Businco come struttura oncologica è un ologramma, non esiste”;

RICORDATO che:
– a oggi non risulta che l’Assessore, dopo otto mesi di mandato, abbia proposto alcuna delibera di Giunta regionale che mirasse a ridefinire gli obiettivi delle aziende sanitarie sulla base degli indirizzi della nuova maggioranza, né risulta che lo stesso abbia proposto alcuna delibera di riorganizzazione strategica del sistema sanitario;
– non risultano ancora impegnate le risorse messe a disposizione dalla Regione nelle ultime due variazioni di bilancio, relative alla perequazione dei fondi di contrattazione del personale sanitario e all’abbattimento delle liste d’attesa;
– a oggi non è stata messa in campo alcuna politica strutturale per ovviare alla cronica mancanza dei medici di base e dei pediatri, che iniziano a mancare non solo nelle zone interne, ma anche nei principali centri della Regione;
– a oggi non risulta approvata alcuna delibera da parte della Giunta regionale per cercare di ovviare alla impressionante mancanza di personale nel sistema sanitario che, secondo le stime di alcune sigle sindacali, si aggira intorno alle quattromila unità;
– la stessa maggioranza oggi alla guida della Regione attraverso le dichiarazioni di suoi autorevoli rappresentanti ha dichiarato che la sanità è ormai un’emergenza non più rinviabile e che le numerose esternazioni fuori luogo di colui che dovrebbe dare il contributo principale alla risoluzione dei problemi hanno abbondantemente superato il segno;
– il sistema della sanità privata convenzionata ha lamentato più volte la difficoltà ad operare stante, da un lato la mancata corresponsione delle risorse inizialmente stanziate in fase di bilancio preventivo e predisposizione del budget e dall’altro il mancato utilizzo delle risorse aggiuntive, stanziate dalla Regione per l’abbattimento delle liste d’attesa ormai interminabili;

APPURATO che anche in questi giorni l’Assessore con dichiarazioni a mezzo stampa ha messo in luce le buone performances di alcuni presidi ospedalieri e di alcune aziende sanitarie sarde, come risulta dal report AGENAS 2024, senza specificare che però tali risultati sono il frutto dei dati raccolti nel corso del 2023, quindi prima del suo arrivo e pertanto, vanno ascritti al personale in servizio presso le strutture e anche a quei direttori che lo stesso vorrebbe cacciare per assenza di affinità politica;

RITENUTO che:
– l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale a oggi si è reso protagonista di alcune dichiarazioni che sono tipiche delle chiacchiere da bar e che non sono degne di chi è chiamato ad assumere importanti cariche istituzionali e debba pertanto assumersi la piena responsabilità politica di avere svilito il suo ruolo;
– la sanità sarda conosce oramai un grave depotenziamento e depauperamento che necessita di un’inversione di marcia e di immediate soluzioni e atti che l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale ha ampiamente dimostrato di non poter assicurare e pertanto deve assumersi l’immediata responsabilità della sua inconsistenza politica,

dichiarano

la sfiducia all’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale

e chiedono al Presidente della Regione

ai sensi di quanto previsto dall’articolo 118 del Regolamento del Consiglio Regionale di revocare la delega di Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale al dottor Armando Bartolazzi.

Cagliari, 5 dicembre 2024

FdI per il riconoscimento e la valorizzazione dei cimiteri storici e monumentali

Il riconoscimento da parte della Regione dei cimiteri monumentali e storici, per salvaguardarne il patrimonio artistico e culturale, insieme con la valorizzazione anche in chiave turistica dei siti e dei monumenti, è la finalità della proposta di legge presentata in Consiglio Regionale dal gruppo di Fratelli d’Italia.

Il primo firmatario, Fausto Piga, nell’auspicarne una rapida approvazione in Aula ha evidenziato come con il provvedimento vada a colmare il vuoto legislativo (oggi i luoghi di sepoltura hanno solo il riconoscimento di rilevanza architettonica da parte delle Soprintendenze) che ne impedisce la valorizzazione, la corretta manutenzione e dunque anche la fruibilità pubblica in chiave turistica.

La proposta normativa si sviluppa in sette articoli e prevede una dotazione complessiva di 5 milioni l’anno per il 2025 e 2026. Le modalità e i criteri per la concessione dei contributi regionali sono puntualmente elencati all’articolo 4, così come all’articolo 2 è specificato l’iter per “la definizione e il riconoscimento dei cimiteri monumentali e storici della Sardegna”.

«La proposta di legge – ha spiegato il capogruppo Palo Truzzu – affronta per risolverli i problemi  che oggi pesano sui bilanci e le attività delle amministrazioni comunali che vantano cimiteri storici con espressioni importanti di arte funeraria, come ad esempio Cagliari con il cimitero monumentale di Bonaria».  A giudizio del gruppo Fdi in Consiglio, con il provvedimento che sarà presto assegnato alla competente commissione, si danno risposte efficaci alla necessità di interventi di manutenzione ordinaria e straordinaria; all’opportunità di valorizzare gli aspetti culturali dei luoghi; alla necessità di garantire gestioni efficaci per soddisfare le esigenze di un turismo di nicchia che è in crescita in Italia e a livello internazionale.

I riferimenti ad altri importanti luoghi di sepoltura presenti nell’Isola sono arrivati dal consigliere Rubiu («con l’approvazione di questo provvedimento si potrebbero dare risposte per la valorizzazione delle opere di Giuseppe Sartorio a Iglesias») e dalla consigliera Masala («a Sassari serve l’organizzazione di visite guidate che restituiscano alla memoria il vissuto di uomini e di donne che hanno fatto la storia». «I cimiteri non sono soltanto luoghi individuali – ha aggiunto Corrado Meloni – ma luoghi dove la memoria collettiva va promossa e vivificata come bene identitario». Sull’urgenza di interventi straordinari nel cimitero di Bonaria si sono espressi il consigliere regionale Floris («l’amministrazione comunale di Cagliari non può affrontare da sola il problema») e il consigliere comunale FdI, Corrado Mascia che ha partecipato alla stesura della proposta di legge: «La norma che proponiamo punta a realizzare una sinergia tra istituzioni regionali, locali, università, associazioni artistiche e culturali».

DISEGNO DI LEGGE N. 61/A

GIUNTA REGIONALE – Dirigenti esterni. Abrogazione del comma 4 dell’articolo 29 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell’organizzazione degli uffici della Regione) e della legge regionale 9 ottobre 2024, n. 15 (Dirigenti esterni. Interpretazione autentica dell’articolo 29, comma 4, della legge regionale n. 31 del 1998).

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Materiale allegato al disegno di legge:


iter del progetto di legge

 

PARERE N. 35/XVII

PARERE N. 35/XVII – Criteri e modalità per la concessione di contributi a favore degli Enti Locali e delle imprese turistiche per la realizzazione della tipologia turistico ricettiva costituita dagli “alberghi diffusi”, di cui all’art. 13, comma 1, lett. a) della Legge regionale 28 luglio 2017, n. 16. Approvazione preliminare.

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iter

PARERE N. 34/XVII

PARERE N. 34/XVII – Interventi rivolti a persone affette da particolari patologie di cui alla legge regionale 29 dicembre 2023. n. 18. ad. 3, comma 1, lett. d). Fondo regionale per la non autosufficienza. Linee di indirizzo e criteri di riparto delle risorse a favore degli enti locali 2025-2026. Approvazione preliminare.

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iter

PARERE N. 33/XVII

PARERE N. 33/XVII – Modifica delle Direttive approvate, in via definitiva, con la deliberazione della Giunta regionale n. 38/31 del 17 novembre 2023, recante “Direttive di attuazione per la disciplina delle strutture ricettive all’aria aperta di cui all’articolo 13, comma 1, lett. b): campeggi, villaggi turistici e marina resort, della legge regionale 28 luglio 2017, n. 16 (Norme in materia di turismo). Direttive ai sensi dell’articolo 24, comma 3, della L.R. 28.7.2017, n. 16”. Proroga termini per la classificazione delle strutture esistenti. Approvazione preliminare.

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iter