DL 83/A, approvati gli articoli fino al 22. Il Consiglio riprenderà i lavori alle 16

Il Consiglio regionale ha proseguito l’esame del DL 83/A “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto legge n.6 del 29 maggio 2024 convertito in legge con modificazioni il 24 luglio 2024, n.105” e ha approvato gli articoli fino al 22. La seduta è stata chiusa. I lavori riprenderanno alle 16.

Sintesi della seduta n. 72

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

SERVIZIO DOCUMENTAZIONE ISTITUZIONALE E BIBLIOTECARIA

XVII LEGISLATURA

SINTESI DELLA SEDUTA N. 72

Giovedì 12 giugno 2025 – Antimeridiana

Presidenza del Vice Presidente Giuseppe Frau

 

Inizio: ore 10 e 29 

– Congedi.

– Annunzi.
Documenti pervenuti: risposta scritta a interrogazioni, interrogazioni.

– Continuazione della discussione del disegno di legge “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, convertito, con modificazioni, in legge 24 luglio 2024, n. 105” (83/A).
Sono intervenuti, anche in più occasioni, l’assessore Francesco SPANEDDA, per la Giunta, il relatore di maggioranza Gianluigi PIANO e i consiglieri Roberto DERIU, Francesco Paolo MULA, Antonello FLORIS, Fausto PIGA, Maria Laura ORRÙ, Francesco AGUS, Paolo TRUZZU, Alessandro SORGIA.
Articolo 1 modificato: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 2
Emendamento numero 23: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Articolo 2: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 3
Articolo 3: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 35: approvato con votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Articolo 4: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 5
Emendamento numero 36: approvato con votazione nominale mediante procedimento elettronico;
Emendamento numero 4: approvato con votazione nominale mediante procedimento elettronico;
Articolo 5: approvato con votazione nominale mediante procedimento elettronico.
Articolo 6
Emendamento numero 37: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 5: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Articolo 6: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 7: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 8: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 9: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 10: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 11: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 12: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 13
Emendamento numero 28: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 27: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Articolo 13: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 25: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 26: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 13 bis: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 14
Articolo 14: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 10 = 29: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 15
Emendamento numero 30, sostitutivo totale: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 16: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 17: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 18: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 19: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 20: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 21: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.
Articolo 22
Emendamento numero 32: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Articolo 22: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova;
Emendamento numero 31: approvato per alzata di mano con esperimento della controprova.

– Sull’ordine dei lavori.
È intervenuto il consigliere Francesco Paolo MULA.

Riconvocazione: alle ore 16.

Fine: ore 13 e 01

(La seduta è rimasta sospesa dalle ore 10 e 33 alle ore 10 e 36; dalle ore 10 e 39 alle ore 10 e 54).

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Firmato digitalmente
Il Capo Servizio Documentazione istituzionale e bibliotecaria
Dott.ssa Maria Cristina Caria

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Silvia Pintus – BB (am)

Commissione Sanità, via libera alla proroga per i servizi di assistenza primaria. Fundoni: risposta corale

All’unanimità la commissione Sanità ha dato il via libera questo pomeriggio alla proroga della legge regionale 5 del 2023 in materia di assistenza primaria., che prevede tra l’altro l’impiego dei medici di base in pensione per sopperire alle carenze del sistema sanitario territoriale.

Sulla legge pende un giudizio di legittimità costituzionale ma la commissione Sanità, sotto la presidenza di Carla Fundoni (Pd) ha ritenuto con voto corale di prorogare la legge per evitare che altri comuni della Sardegna siano scoperti. Il commento di Fundoni: “Soddisfatta perché anche l’opposizione ha raccolto il mio invito a una risposta collettiva, di tutta la politica, su questo tema cruciale”.

INTERROGAZIONE N. 209/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 209/A

(Discussa in Aula il 29/07/2025 ai sensi dell’articolo 123 bis del Regolamento)

INTERROGAZIONE URPI con richiesta di risposta scritta, in merito allo stato di avanzamento del progetto del museo giudicale e alle azioni messe in atto dall’Assessorato regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.

***************

Il sottoscritto,

PREMESSO che:
– la Regione da oltre venti anni ha inteso realizzare un museo regionale denominato “Museo e centro di documentazione della Sardegna medievale giudicale”, progetto di rilevanza strategica per la valorizzazione dell’identità storica sarda e per il rilancio culturale e turistico dei territori coinvolti. Il museo dovrebbe diffondere la conoscenza della civiltà giudicale, una delle fasi storiche in cui l’Isola ha raggiunto un apice di sviluppo particolarmente avanzato, con sede nei comuni di Oristano e Sanluri per la loro forte presenza di testimonianze storiche e monumentali del periodo medievale-giudicale;
– l’arco cronologico considerato prevedeva la fase tardo bizantina altomedievale (VIII-X secolo), periodo di consolidamento dei regni giudicali, fino alla caduta di Arborea e l’inserimento della Sardegna nei territori della Corona d’Aragona nel XV secolo;
– il progetto rappresenta un’infrastruttura culturale strategica per la promozione dell’identità storica sarda, il rilancio turistico dei territori e l’integrazione con istituzioni educative. Tra gli obiettivi era prevista l’assunzione di venti guide turistiche da suddividere tra Oristano e Sanluri come misura di sviluppo occupazionale;

CONSIDERATO che:
– questo progetto ha vissuto un calvario senza fine, caratterizzato da interruzioni, fallimenti e continui rinvii che rischiano di vanificare definitivamente risorse pubbliche e opportunità per il territorio;
– il progetto nasce nel 2005 con la deliberazione della Giunta regionale 26 luglio 2005, n. 36/5 (“Si-stema regionale dei musei. Piano di razionalizzazione e sviluppo”. Documento d’indirizzo politico-amministrativo), inizialmente finanziato per euro 1.000.000,00 e, successivamente, aumentato a euro 3.000.000 con la deliberazione della Giunta regionale 6 agosto 2009, n. 38/11 (Delibera CIPE n. 3/2006, Delibera CIPE n. 14/2006 e Delibera CIPE n. 1/2009. Rimodulazione della Delibera di Giunta n. 34/11 dell’11 settembre 2007). La deliberazione della Giunta regionale 8 marzo 2006, n. 9/19 (Accordo di Programma Quadro (APQ) “Beni Culturali”. Modifiche alla Delib.G.R. n.45/20 del 27 settembre 2005) stabiliva formalmente la localizzazione congiunta del museo a Oristano e Sanluri, riconoscendo la valenza storica e strategica di entrambi i territori, con riparto paritetico del finanziamento iniziale;
– le due sedi individuate – Palazzo Arcais a Oristano e l’Ex Monte Granatico a Sanluri – sono state concesse in comodato gratuito tramite protocollo d’intesa del 2 luglio 2008 tra Regione, Provincia di Oristano e i comuni interessati;
– il primo appalto del 2011 per euro 1.715.836,42 sembrava finalmente avviare la realizzazione concreta del progetto. La ditta aggiudicataria riuscì a produrre il progetto esecutivo, approvato il 16 aprile 2010, i contenuti didattico-scientifici, il Piano di comunicazione e gestione, oltre alla raccolta di mille volumi specialistici;
– tuttavia, il contratto dovette essere interrotto dalla Regione per permettere i necessari lavori di adeguamento strutturale delle sedi museali. Il dramma si consumò quando la capogruppo Unicity Spa entrò in crisi aziendale irreversibile. L’8 novembre 2019 il Tribunale di Roma dichiarò il fallimento dell’azienda, causando lo scioglimento automatico del contratto di appalto. Il curatore fallimentare comunicò, nel marzo 2020, la fine di tutti i rapporti contrattuali, lasciando il progetto in una situazione di completo stallo. La Regione, per salvare almeno i materiali già prodotti, fu costretta a negoziare un accordo transattivo;
– con deliberazione della Giunta regionale 4 settembre 2020, n. 44/32 ottenne il mandato per definire bonariamente la controversia, culminata nell’accordo dell’8 settembre 2020 che costò ulteriori euro 106.140 per recuperare quanto già realizzato;
– dopo anni di stallo completo, nel luglio 2022, la Regione tentò una nuova ripartenza con la deliberazione della Giunta regionale n. 22/27 del 14 luglio 2022 (“Sistema Regionale dei Musei. Piano di razionalizzazione e sviluppo”, approvato con la deliberazione della Giunta regionale n. 36/5 del 26 luglio 2005. “Museo e centro di documentazione della Sardegna giudicale” a Oristano e Sanluri. Indirizzi operativi in merito alla progettazione, realizzazione e gestione del Museo), individuando il Comune di Oristano come nuovo soggetto capofila per l’attuazione del progetto;
– il comitato scientifico, rinnovato con protocollo del 29 novembre 2021, nel frattempo aveva esaminato i materiali recuperati dal fallimento, evidenziando criticità e necessità di approfondimenti:

RILEVATO che:
– finalmente, con convenzione rep. n. 742 del 31 dicembre 2024, sono stati trasferiti al Comune di Oristano euro 2.400.000,00 per un intervento stimato in quarantadue mesi;
– nel gennaio 2025 è stata erogata una prima tranche di euro 180.000 con determinazione n. 210 del 27 gennaio 2025;
– tuttavia, a giugno 2025, il progetto risulta ancora fermo alle sole “linee guida generali” e a “integrazioni sui vincoli strutturali”, senza alcun progresso concreto verso la realizzazione. Questo interminabile calvario, dopo oltre due decenni di promesse, fallimenti aziendali, accordi transattivi e continue ripartenze, sta vanificando non solo le ingenti risorse pubbliche investite, ma anche le aspettative occupazionali e le opportunità di valorizzazione culturale del territorio. Il coinvolgimento attivo di comuni, scuole e comunità locali rimane essenziale, ma richiede finalmente certezze sui tempi e modalità di realizzazione,

chiede di interrogare l’Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per:
1) conoscere lo stato attuale del progetto e le attività effettivamente svolte dal Comune di Oristano, nuovo soggetto capofila, specificando cosa è stato concretamente realizzato con i primi euro 180.000 trasferiti;
2) verificare se siano stati effettivamente attivati il project manager e il gruppo scientifico incaricato dello studio di fattibilità e progetto culturale;
3) fornire un cronoprogramma dettagliato e vincolante per la redazione definitiva dei documenti progettuali, l’avvio delle operazioni di allestimento museale e l’implementazione del piano di gestione;
4) indicare se sia prevista una data di apertura del museo al pubblico e, in caso affermativo, quale sia la tempistica stimata per l’inaugurazione delle sedi di Oristano e Sanluri;
5) chiarire le iniziative previste per garantire partecipazione e informazione dei comuni interessati e delle istituzioni culturali e scolastiche locali;
6) confermare il rispetto della localizzazione congiunta Oristano-Sanluri e delle previsioni occupazionali, compresa l’assunzione delle venti guide turistiche previste;
7) indicare quali misure saranno adottate per evitare ulteriori ritardi e garantire finalmente la conclusione di questo progetto dopo oltre venti anni di attesa.

Cagliari, 11 giugno 2025

Nota stampa della seduta n. 71

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 71 – pomeridiana

Martedì 10 giugno 2025

Approvato il passaggio all’esame degli articoli del disegno di legge n.83 “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto legge n.6 del 29 maggio 2024 convertito in legge con modificazioni il 24 luglio 2024, n.105” Il Consiglio riprenderà i lavori giovedì, 12 giugno, alle 10 In apertura di seduta pomeridiana il presidente Comandini ha dato la parola all’on. Sorgia (Lega Sardegna) che ha accusato la Giunta “di un ritardo che ha avuto conseguenze concrete sulla vita di cittadini e professionisti bloccando interventi di riqualificazione urbana. Tutto questo mette in discussione la vostra capacità di governare i processi e non è soltanto un fatto di efficienza amministrativa”. Per l’oratore “è alto il rischio di declaratoria di legittimità costituzionale anche per questo provvedimento e mi chiedo se i sardi possano permettersi tutto questo”. Dai banchi della maggioranza l’on. Sandro Porcu (Orizzonte Comune)  ha ringraziato “l’assessore per il lavoro svolto anche in commissione. La bolla del Pnrr sta per esaurirsi e avrà una battuta d’arresto e questo ddl sarà la risposta politica e culturale della Sardegna all’esigenza di semplificazione che ha il settore edilizio. Intendiamo semplificare senza banalizzare, sanare senza sanatorie generalizzate. Restituiremo certezze a chi ha costruito in buona fede e permettiamo ai Comuni di operare con criteri chiari, nel rispetto della legalità e dell’identità sarda. Il nostro è stato un recepimento selettivo che rafforza il ruolo degli strumenti urbanistici locali. Abbiamo detto sì al salvacasa ma lo abbiamo detto con giudizio”. Il presidente Comandini ha sospeso i lavori per un breve  conferenza dei capigruppo. Alla ripresa l’on. Maria Laura Orrù (Avs) ha detto: “Questa legge è un piccolo e primo passo ma questa assemblea deve cambiare tutto, stabilendo criteri in un ginepraio legislativo. Dobbiamo ai professionisti ma anche agli utenti un impegno così forte”. Per l’oratrice “dobbiamo vedere l’urbanistica come un coordinamento tra molteplici settori e c’è bisogno di urbanistica per le sfide delle nostre città e dei nostri territori”. Per i Riformatori il capogruppo Umberto Ticca, che ha segnalato il ritardo sul recepimento: “Un anno d’attesa vuol dire far attendere un anno inutilmente tutti quelli che aspettano di sbloccare un investimento, piccolo o grande che sia. Altro che riforma organica: questa è una ratifica tardiva che rischia di portare nuovi disagi e confusione negli enti locali”. Per Ticca “le modifiche inserite dalla Giunta rischiano di portare impugnazioni costituzionali che paralizzeranno ancora di più gli uffici comunali, già in difficoltà. Che senso ha chiamare i portatori di interesse in commissione e poi non tenerne conto? L’Ance Sardegna ha fatto un lavoro serio, pieno di osservazione ma evidentemente nessuno ha pensato di prenderli sul serio perché nel testo io non ne trovo traccia. Siamo ancora in tempo per recepirli nel testo di legge”. Per il capogruppo di Forza Italia, Angelo Cocciu, “se il governo ha fatto una legge restrittiva voi oggi state portando una norma ancora più restrittiva, che rischia di essere impugnata. Avremmo invece preferito vedere in Aula un recepimento pieno del salvacasa. Forse è arrivato il momento che Cinque stelle decida da che parte stare”. Per il capogruppo FdI, Paolo Truzzu, “nessuno ha volontà di creare un sistema senza regole nel mondo dell’edilizia e lo abbiamo dimostrato in commissione, dove abbiamo fornito una serie di suggerimenti per migliorare il vostro testo, e nella presentazione di un numero di emendamenti adeguato, appena una trentina”.  Truzzu ha rivolto un invito alla maggioranza a “non sollevare barricate  e aprire la strada al dialogo per una legge di semplificazione edilizia e normativa”. (c.c.) Per la Giunta regionale ha replicato l’assessore all’Urbanistica Francesco Spanedda che, dopo aver ringraziato la Commissione competente per il lavoro fatto, ha difeso il provvedimento: «Stiamo lavorando nel campo dell’edilizia e non dell’urbanistica – ha detto l’assessore – questa legge non riguarda la pianificazione del territorio. Il testo non fa emergere una visione della Sardegna. Stiamo dando all’Isola un provvedimento che lega una legge regionale, la n.23, al testo unico nazionale dell’edilizia». Spanedda ha spiegato che finora il sistema si è retto sull’equilibrio tra le due norme: «Ora però c’è bisogno di norme nuovo viste le novità intervenute a livello nazionale. la norma serve per orientare l’operato di cittadini, imprese e pubblica amministrazione in materia di edilizia». Il salva casa – ha proseguito Spanedda – introduce norme particolari che noi abbiamo deciso in gran parte di recepire, tranne quelle sul cambio di destinazione d’uso, visto che la legislazione regionale ha norme più avanzate: «Ci sentiamo abbastanza sicuri sulla nostra interpretazione». L’assessore ha poi rimarcato che la stragrande maggioranza delle osservazioni presentate dai portatori di interesse sono state accolte: «Abbiamo poi avviato un confronto con il Governo per capire quali potessero essere le norme a maggior rischio impugnazione, come quelle “igienico-sanitarie”, sulle quali non siamo intervenuti. Su altre osservazioni che ci dicono non siano state recepite, dico, invece, che sono alla nostra attenzione e potrebbero essere inserite in futuro in un testo di semplificazione urbanistica. In tutto questo occorre tener conto che la maggior parte delle nostre case sono state costruite prima del 1980». Il vicepresidente Aldo Salaris ha quindi aperto la discussione sul passaggio agli articoli. Sul punto, ha preso la parola Paolo Truzzu che ha annunciato l’astensione del Gruppo di FdI: «Ripeto che il rischio di impugnazione è tutto sull’agibilità dei locali di 20 metri quadri. Non corriamo questo rischio – ha detto Truzzu – lasciamo l’autonomia ai comuni». Voto favorevole ha invece annunciato il relatore di maggioranza Gigi Piano (Pd): «La legge agisce sul versante della semplificazione. Non è un provvedimento restrittivo ma permette a molti cittadini sardi di risolvere molte questioni. Si sta portando la legge 23 del 1985 a diventare il testo unico sull’edilizia (collegato a quello nazionale n.380) che ci darà una disciplina organica». Sul rischio impugnazione della legge, Piano ha mostrato ottimismo: «Non sappiamo se sarà impugnata, sulla questione degli immobili di 20 metri quadri il nostro obiettivo era assicurare ai sardi di vivere in locali dignitosi». Voto favorevole ha annunciato anche Maria Laura Orrù (Avs): «Ringrazio l’assessore per l’impegno di questi mesi – ha detto Orrù – abbiamo scelto e deciso di puntare sulla qualità delle abitazioni. Negli spazi più piccoli vive chi non può permettersi una casa più grande: studenti, persone a basso reddito, immigrati. Vogliamo provare a garantire loro una migliore qualità di vita». Di diverso avviso il consigliere Antonello Floris (FdI): «Ribadisco che sul punto dell’agibilità il rischio di impugnazione è concreto. Ogni funzionario comunale si troverà davanti a un bivio: applicare la legge nazionale o quella regionale. Il problema degli alloggi con 20 metri quadri non sussiste. La competenza è tutta in mano ai comuni. Non vedo il motivo di rischiare l’impugnazione su questo punto». Sulla stessa linea il consigliere Alberto Urpi (Sardegna 20Venti): «Perché se il decreto nazionale consente di dare l’agibilità a un locale di 20 metri quadri dobbiamo fare i fenomeni? Anche per questo noi ci asteniamo». Il vicepresidente Salaris ha quindi messo ai voti il passaggio agli articoli che è stato approvato con 24 voti favorevoli,  1 contrario e 20 astenuti. Il Consiglio riprenderà i lavori giovedì prossimo alle 10. Domani mattina si riunirà la Quarta Commissione per il parere sugli emendamenti. (Psp)

Sintesi della seduta n. 71

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

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XVII LEGISLATURA

SINTESI DELLA SEDUTA N. 71

Martedì 10 giugno 2025 – Pomeridiana

Presidenza del Presidente Giampietro Comandini
Indi del Vice Presidente Aldo Salaris

Inizio: ore 16 e 34 

-Congedi.

-Continuazione della discussione del disegno di legge: “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, convertito, con modificazioni, in legge 24 luglio 2024, n. 105” (83/A).
Sono intervenuti, anche in più occasioni, l’assessore Francesco SPANEDDA, per la Giunta, e i consiglieri Alessandro SORGIA, Sandro PORCU, Maria Laura ORRÙ, Umberto TICCA, Angelo COCCIU, Paolo TRUZZU, Gianluigi PIANO, Antonello FLORIS, Alberto URPI.
Passaggio all’esame degli articoli: approvato con votazione nominale mediante procedimento elettronico.

Riconvocazione: giovedì 12 giugno alle ore 10.

Fine: ore 18 e 03

(La seduta è rimasta sospesa dalle ore 16 e 53 alle ore 16 e 57)

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Firmato digitalmente
Il Capo Servizio Documentazione istituzionale e bibliotecaria
Dott.ssa Maria Cristina Caria

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Silvia Pintus (gg)

INTERROGAZIONE N. 208/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 208/A

(Pervenuta risposta scritta il 25/06/2025)

INTERROGAZIONE USAI – TRUZZU – PIGA – CERA – FLORIS – MASALA – MELONI Corrado – MULA – RUBIU, con richiesta di risposta scritta, in merito alla ipotesi di chiusura che aleggia sul reparto di Medicina d’urgenza (MEU) dell’Ospedale Giovanni Paolo II facente capo all’Azienda sanitaria locale (ASL) Gallura.

***************

I sottoscritti,
PREMESSO che da qualche settimana si parla da parte del commissario straordinario appena nominato alla Direzione generale della ASL Gallura di una ipotesi di chiusura del reparto di Medicina d’urgenza (MEU), quale direttiva impartita da codesto Assessorato;

CONSIDERATO che:
– la Medicina d’urgenza è nata il 1° giugno 2023 e gestisce, in una piattaforma ad alta intensità di cura, in condivisione con la Cardiologia, sedici posti letto;
– il reparto è caratterizzato dalla presenza in organico di cinque medici di area internistica-emergenziale, da nove infermieri e sette operatori socio sanitari (OSS) con una coordinatrice dedicata e un direttore;
– il personale, sia medico che infermieristico, proviene per la maggior parte dalla Medicina generale (MG) per quanto riguarda soprattutto il comparto, da concorsi dedicati alla medicina d’urgenza per quanto riguarda la dirigenza medica;
– il direttore è incaricato anche della direzione del Pronto soccorso (PS) che è struttura complessa indipendente con organico medico e di comparto dedicato;
– l’attività della MEU si sviluppa in strettissima sinergia con il PS, principalmente dell’hub gallurese Olbia, ma anche dei due spoke Tempio e La Maddalena: il paziente, stabilizzato in PS e lì sottoposto alla diagnostica di I livello, viene ricoverato in MEU, stabilizzato in modo ottimale, avviata la terapia e programmata tutta la diagnostica necessaria;
– la dimissione avviene sempre il più precocemente possibile utilizzando il percorso delle dimissioni protette, grazie al quale i pazienti possono rientrare al domicilio in tempi brevissimi, ma rimanendo sotto controllo ospedaliero per terminare cicli di terapia o procedure diagnostiche;
– il reparto lavora in stretta collaborazione con le strutture preposte all’attuazione del progetto “ritorno a casa”, ovvero il PASS, la COT e UVT/PUA, oltreché con le strutture riabilitative aziendali (lungodegenza di Tempio e MODI di La Maddalena) e le strutture sanitarie residenziali del territorio gallurese;

EVIDENZIATO che:
– la MEU è anche il perno di due importanti percorsi aziendali in fase di costruzione, lo scompenso cardiaco e lo scompenso metabolico, che si prefiggono l’obiettivo di creare una vera e propria rete assistenziale in cui la presa in carico sia globale e caratterizzata dalla collaborazione tra ospedale e territorio, al fine di prevenire il rientro in ospedale del paziente cronico;
– inoltre, organizza periodicamente audit clinici, case report, partecipa attivamente a convegni con relazioni originali e pubblica su riviste indicizzate;
– la medicina generale (MG) gestisce trentadue posti letto, in una piattaforma a media intensità di cura, in condivisione con oncologia e nefrologia, ma si precisa, altresì, che spesso i pazienti oncologici con patologia acuta legata alla patologia o secondaria alla terapia, siano in carico alla Oncologia o all’Oncologia del Mater Olbia, vengono di preferenza ricoverati fino a stabilizzazione in MEU;
– una discreta percentuale di pazienti affetti da patologia cerebrovascolare che non trovano indicazione a ricovero nella Stroke Unit del Mater Olbia, afferiscono sempre alla MEU prima della presa in carico da parte della rete riabilitativa;

ACCLARATO che:
– l’analisi di questi dati non può prescindere da quella del PS;
– gli accessi annui del PS di Olbia dimostrano un progressivo e crescente incremento annuale e che risulta essere, dopo il Pronto soccorso di Sassari, il secondo in tutta la Sardegna per il numero di accessi annui;
– che la metà degli accessi del PS di Olbia è concentrato nella stagione estiva (solo nel 2024 gli accessi giugno-settembre sono stati oltre 20.000);
– contemporaneamente, nello stesso triennio, il PS di Olbia ha perso gran parte del proprio organico medico strutturato, passando da un organico di otto medici nel 2023, a tre nel 2024, a cinque nel 2025. In questi anni, il servizio è sempre rimasto attivo utilizzando medici liberi professionisti o afferenti ad agenzie; con tele sistema è stato possibile organizzare l’attività con la modalità dual track, per cui i codici minori, gestiti in percorsi dedicati e separati da quelli dei codici maggiori;
– che dal 2023 è attivo il fast track per numerose specialità (pediatria, ostetricia-ginecologia, traumatologia minore, neurologia, otorinolaringoiatria, urologia, oculistica), sono attivi percorsi rapida da triage per selezionate patologie cardiologiche e chirurgiche, ma soprattutto è stato attivato il cosiddetto super triage in cui l’infermiere triagista, all’interno di protocolli validati e condivisi, avvia la diagnostica di base per numerose patologie (test di laboratorio, elettrocardiogramma (ECG), ecc);
– il dato più importante riguarda senza dubbio il cosiddetto boarding (ovvero il numero dei pazienti che rimangono in PS in attesa di ricovero per mancanza di posti letto nelle Unità di Unità Operative Complesse (UUOO));
– dai dati registrati è evidente il netto miglioramento in termini gestionali del boarding nel PS di Olbia in questo triennio e tale trend può essere unicamente ascritto alla nascita della MEU che, in contrapposizione alla gestione della MG caratterizzata da un sopra soglia significativo, fornisce un rapido turn over dei ricoveri di tipo medico, assicurando al PS la possibilità di ricoverare spesso entro le ore 24 dall’accesso;

RILEVATO che, dalla chiusura della Medicina d’urgenza deriverebbe un grave pericolo per la salute dei cittadini, rischiando di mandare in tilt l’intero sistema di medicina di primo soccorso,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se sono a conoscenza del grave rischio che la eventuale chiusura della Medicina d’urgenza causerebbe all’intero sistema sanitario della Gallura;
2) quali azioni intendano intraprendere per scongiurare il crollo di un sistema già fragile e sottoposto ad un carico antropico imponente durante il periodo estivo.

Cagliari, 10 giugno 2025

INTERROGAZIONE N. 207/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 207/A

TICCA – FASOLINO – SALARIS, con richiesta di risposta scritta, sul sistema regionale di rilevamento degli incendi.

***************

I sottoscritti,

PREMESSO che la Giunta regionale con la deliberazione 29 gennaio 2025, n. 5/48 (Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2023-2025. Aggiornamento 2025) ha approvato l’aggiornamento per la corrente annualità del Piano regionale di previsione, prevenzione e lotta attiva contro gli incendi boschivi 2023-2025;

RICORDATO che l’attuale rete di vedette per l’individuazione degli incendi risulta fortemente carente ed attualmente inadeguata a causa dell’età avanzata del personale, che le reti satellitari per il rilevamento sono risultate inefficaci e inaffidabili e che altri sistemi (droni e similari) richiedono una organizzazione complessa per la gestione degli stessi e che in caso di vento sostenuto non possono volare, proprio nel momento di massima pericolosità degli incendi;

CONSIDERATO che la Regione ha di recente acquisito da una società tedesca dei sensori di fumo e sensori infrarossi da applicare sugli alberi in sperimentazione nella zona di Santu Lussurgiu colpita dal disastroso incendio del 2021, confermando quindi la necessità di adeguare la struttura di avvistamento incendi con tecniche nel visibile infrarosso pur “disponendo la stessa di una perfetta organizzazione di rilevamento incendi attraverso la rete delle Vedette”;

TENUTO CONTO che il sistema di telerilevamento e videosorveglianza dei boschi, implementato dall’azienda Teletron, finanziato con fondi comunitari e regionali, non è mai entrato a regime ed è stato abbandonato definitivamente;

APPRESO che la sentenza della Corte d’Appello di Cagliari n. 260/2022 pubblicata il 30 maggio 2022 ha ribadito che i sistemi di telerilevamento realizzati dalla Teletron Electronics per la Regione ormai oltre venti anni fa erano funzionali, efficienti ed efficaci pur necessitando di interventi di ammodernamento, aggiornamento ed adeguamento tecnologico;

SOTTOLINEATO che, la Sardegna è una delle regioni italiane più colpite dagli incendi,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per sapere:

1)    se siano a conoscenza della situazione sopra esposta;

2)    se non ritengano utile integrare i sistemi di vedette fisiche con sistemi di rilevazione elettronica (quali sensori nel visibile e infrarosso, sistemi di telerilevamento e videosorveglianza), ripartendo da quanto già installato e tenendo conto delle tecnologie già sperimentate sul territorio, al fine di rendere più tempestiva ed efficace la capacità di individuazione precoce degli incendi.

Cagliari, 10 giugno 2025

Nota stampa della seduta n. 70

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Ufficio Stampa

Nota stampa della seduta n. 70 – antimeridiana

Martedì 10 giugno 2025

Al via la discussione generale sul disegno di legge n.83 “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto legge n.6 del 29 maggio 2024 convertito in legge con modificazioni il 24 luglio 2024, n.105”.   Cagliari 10 giugno 2025 – Il Consiglio regionale ha avviato i lavori sotto la presidenza del presidente Piero Comandini. Dopo le formalità di rito, l’Aula ha iniziato l’esame del primo punto all’ordine del giorno,  il cosiddetto “Salva casa”: il disegno di legge n. 83 (Giunta) “Riordino e coordinamento della normativa edilizia e urbanistica regionale con le disposizioni urgenti in materia di semplificazione urbanistica ed edilizia di cui al decreto-legge 29 maggio 2024, n. 69, convertito, con modificazioni, in legge 24 luglio 2024, n. 105”. Il presidente ha, quindi, dato la parola al relatore di maggioranza, Gianluigi Piano (Pd), che ha ripercorso l’iter del disegno di legge n. 83/A in commissione e ha, in apertura, ringraziato per il lavoro fatto il presidente della IV commissione, Roberto Li Gioi, l’assessore dell’Urbanistica, Francesco Spanedda, e i commissari di minoranza e di maggioranza, che hanno lavorato in armonia. Piano ha ricordato che “durante l’audizione l’Assessore si è soffermato puntualmente sulle parti della riforma che il disegno di legge non ha recepito e, in particolare, sul mutamento di destinazione d’uso perché la disciplina vigente, contenuta nella legge regionale n. 23 del 1985, è ritenuta più avanzata e, ancora, sullo standard dimensionale dell’alloggio monostanza che, nella norma nazionale può arrivare fino al limite dei 20 metri quadri per una persona e di 28 metri quadri per 2 persone, sia per consentire al progettista abilitato di asseverare la conformità del progetto alle vigenti norme igienico sanitarie, sia perché tali dimensioni si ritengono insufficienti a garantire adeguati standard abitativi”. La Commissione ha successivamente calendarizzato un ciclo di audizioni per acquisire le osservazioni dei portatori di interessi e degli ordini professionali, dell’Anci e dell’Asel, dei sindacati datoriali e dei lavoratori del comparto edilizio e delle associazioni ambientaliste. “Ne è scaturito un testo che ha recepito gran parte delle istanze e osservazioni provenienti dalle reti delle professioni tecniche e dagli stessi gruppi di opposizione nella asserita convinzione – ha continuato Piano – che il contenuto della disciplina contenuta nel disegno di legge sia di tipo eminentemente tecnico e che, quindi, dovesse tenere in debito conto le posizioni espresse dai tecnici e dagli enti locali”. La Commissione ha apportato alcune modifiche al disegno di legge presentato dalla Giunta, ha spiegato il relatore, che “sono, da un lato, di mero drafting normativo e, dall’altro, di carattere sostanziale”. Piano ha, poi, sottolineato ed elencato le modifiche più significative attuate dalla Commissione, che riguardano gli articoli 2, 5, 6, 11, 12, 14, 17 e 18. “L’obiettivo principale è la semplificazione dei rapporti tra cittadini e pubblica amministrazione, eliminando incertezze applicative e riducendo i tempi burocratici. Il disegno di legge mira, infatti, a trasformare la legge regionale n. 23 del 1985 nel Testo Unico dell’Edilizia della Sardegna, equivalente regionale della Legge 380/2001 a livello nazionale. Questo rappresenta un salto qualitativo – ha detto – nell’organizzazione normativa regionale, garantendo certezza del diritto attraverso un quadro normativo organico e coordinato, e semplificando l’applicazione delle norme per tecnici e amministrazioni”. Piano ha poi aggiunto che “perché questo riordino rappresenti davvero una facilitazione concreta per i cittadini sardi, è indispensabile accompagnare l’approvazione della legge con gli interventi complementari di carattere operativo, quali un’adeguata attività di formazione e aggiornamento di tecnici e funzionari degli enti locali, una revisione rapida della modulistica e un generale potenziamento dello sportello Suape”. Il relatore di maggioranza si è poi soffermato sul mancato recepimento della disciplina dello standard dimensionale dell’alloggio monostanza, sia da parte della Giunta proponente sia da parte della Commissione. “Secondo l’opinione di alcuni tra i soggetti auditi lo standard dimensionale suddetto necessiterebbe di applicazione uniforme su tutto il territorio nazionale e, pertanto, il suo mancato recepimento potrebbe determinare l’impugnazione della legge da parte del Governo dinnanzi alla Corte Costituzionale. Sul punto, la Commissione ha valorizzato la circostanza che la Regione Sardegna, essendo dotata di competenza primaria in materia edilizia, è tenuta, in base allo Statuto di autonomia, al solo recepimento delle norme fondamentali delle riforme economico sociali. La Commissione, dopo una attenta analisi del rapporto tra vantaggi e svantaggi che tale recepimento determinerebbe nel tessuto urbano, con una evidente prevalenza dei secondi, e soprattutto il convincimento che lo standard dimensionale minimo dell’alloggio monostanza sia difficilmente qualificabile come una norma fondamentale di riforma economico sociale, ha ritenuto di non recepire lo standard in parola nella piena convinzione che la valorizzazione dell’autonomia regionale si sviluppi in piena coerenza con il quadro nazionale”. Per Piano il disegno di legge in esame rappresenta un intervento organico e necessario per l’adeguamento della normativa edilizia regionale sarda alle recenti disposizioni nazionali, e si configura come un’operazione di modernizzazione e razionalizzazione del sistema edilizio isolano. “Attraverso il recepimento selettivo e critico delle modifiche apportate dal decreto legge n. 69/2024, convertito nella legge n. 105/2024, la Regione Sardegna si avvale della propria autonomia statutaria in materia edilizia, mantenendo gli standard più avanzati già presenti nella legislazione regionale e tenendo conto delle proprie specificità territoriali” e, ha aggiunto, “persegue il fine, eliminando le incertezze applicative, di semplificare e rendere più agevoli i rapporti tra cittadini, professionisti e pubblica amministrazione”. Piano infine ha esortato l’Aula ad approvare il disegno di legge nell’interesse generale a prescindere dall’appartenenza politica. Il vice presidente Giuseppe Frau ha quindi dato la parola al relatore di minoranza, Antonello Floris (FdI), che ha evidenziato come “La Regione Sardegna è in manifesto ritardo nel recepimento della Legge n.105 del 2024. Ciò ha determinato incertezze interpretative della disciplina Edilizia Regionale, riguardanti la immediata applicabilità di alcuni articoli di grande riforma economico-sociale”. Una difficoltà, che in altre Regioni a statuto speciale, come la Regione Sicilia, è stata superata, ha spiegato Floris, individuando attraverso una circolare esplicativa (circolare n.12002/2024, pubblicata l’8 agosto 2024, quindi 1 mese dopo l’approvazione della L. n.105) le norme immediatamente applicabili con recepimento dinamico. In seguito con legge regionale 27/2024 ha introdotto le restanti norme con recepimento statico. Al fine di scongiurare eventuali impugnazioni da parte del Governo, è fondamentale analizzare attentamente la relazione tra la normativa statale urbanistica e la legislazione regionale in materia. Floris ha poi citato la leggera inviata dal Ministro delle Infrastrutture e trasporti e il parere del Cal. Nella prima si legge: “lo schema di disegno di legge Regionale non sembra riconoscere le nuove disposizioni Nazionali sulla superficie minima degli alloggi nonché la riduzione dei limiti di altezza da 2,70m a 2,40m. Sul tema preme ricordare che la materia relativa agli standard edilizi si configura quale livello essenziale delle prestazioni concernenti i diritti civili e sociali, che devono essere garantiti su tutto il territorio nazionale, non potendosi ammettere  – su aspetti di primario rilievo sociale ed economico – una tutela frammentaria e diversificata della disciplina di settore”. Floris ha poi citato il parere del Cal: “Occorre ricordare che il decreto-legge n. 69 del 2024, convertito, con modificazioni, in legge n. 105 del 2024, sul quale il disegno di legge n. 83 interviene in fase di recepimento, va a incidere sul decreto del Presidente della Repubblica n. 380 del 2001 che è norma di grande riforma economica e sociale” e ha aggiunto “Il comma 3 del nuovo articolo 2-bis dispone: “ai fini di una corretta applicazione delle definizioni di cui al comma 1, la realizzazione di nuovo volume in una costruzione esistente è considerata ristrutturazione edilizia se avviene all’interno della sagoma esistente, nuova la costruzione in caso contrario, mentre la disciplina nazionale consente la ristrutturazione con modifica di sagoma e potenziale incremento volumetrico dove possibile, escludendo il vincolo dalle categorie dell’articolo 142 e 136 del codice Urbani.  Ed è proprio su questo punto che, secondo il relatore di minoranza bisogna porre attenzione, in quanto “l’art. 3 dello Statuto di autonomia speciale prevede che, anche nelle materie di competenza legislativa esclusiva (quali l’urbanistica e l’edilizia), la Sardegna debba legiferare in armonia con la Costituzione e i principi dell’ordinamento giuridico dello Stato e col rispetto degli obblighi internazionali e degli interessi nazionali nonché delle norme fondamentali delle riforme economico-sociali della Repubblica”. Floris ha poi richiamato la normativa vigente e alcune sentenze della Corte costituzionale. Tra i diversi articoli su cui il relatore si è poi soffermato ci sono l’articolo 11 “sull’agibilità delle abitazioni di superficie sino ai 28 mq e ai 20 mq e di altezza non inferiore ai 2,40 metri”, sui sottotetti, l’articolo 14 “sull’edilizia libera”, l’articolo 15, il 2 ter “Sullo stato legittimo degli immobili” e l’articolo 13 “sui mutamenti di destinazioni d’uso”. Floris ha poi evidenziato “che nel corso dell’esame del testo in Commissione, i consiglieri di minoranza hanno lavorato con spirito costruttivo, formulando numerose istanze di modifica di natura tecnica, al fine di scongiurare il rischio impugnazione e con l’obbiettivo di semplificare l’attuale normativa regionale. Per dare alla Sardegna una legge urbanistica organica, degna di questo nome, che orienti la pianificazione strategica e territoriale e consenta agli operatori (amministratori pubblici e privati) di agire in un quadro di assoluta certezza. Legge di cui si sente davvero il bisogno da tanti anni”. E ha aggiunto che “si constata che la maggior parte delle osservazioni e proposte di modifica del testo da parte dei portatori di interesse, (Cal, Rete delle Professioni tecniche, Ance, e gli altri), non sono state accolte”. “Per quanto sopradetto, il voto dei Consiglieri di minoranza relativo all’esame del testo, è stato un voto di astensione. Gli stessi si riservano in aula di produrre alcune istanze di modifica al Disegno di Legge”, ha concluso.   E’ quindi intervenuto Fausto Piga (FdI), che ha affermato che “oggi finalmente iniziamo a discutere il cosiddetto Salva-casa, un provvedimento importante e atteso che dovrebbe recepire integralmente il decreto Salva-casa dal governo Meloni”. Una norma, quella approvata dal governo, che per Piga traccia un percorso di semplificazione burocratica per piccole difformità e che dovrebbe essere recepita a cascata. Si tratta, ha spiegato, di un intervento normativo che ha l’obiettivo di valorizzare il patrimonio edilizio esistenze e non di consumare altro suolo. Per Piga offre una risposta concreta e immediata per quanto riguarda gli alloggi temporanei e flessibili per lavoratori e studenti. Anche Piga ha ricordato che si tratta di una norma che il legislatore nazionale ha qualificato come grande riforma economico-sociale per invitare tutte le Regioni a recepire integralmente il testo senza perdere tempo. Secondo il consigliere, però, la presidente Todde è la maggioranza preferiscono lo scontro con il Governo per nascondere le notizie sull’immobilismo e il pressappochismo di questa maggioranza. Per Piga le modifiche sono un errore visto che si tratta di una riforma economica e sociale e quindi superiore allo Statuto speciale. “Tutto quello che si poteva sbagliare si è sbagliato”, ha detto, evidenziando che gli errori saranno poi pagati dalle imprese, dalle famiglie e dai cittadini. E sugli alloggi di 20 mq ha spiegato che si tratta solo di agevolare gli alloggi temporanei e flessibili. In conclusione Piga ha fatto i suoi auguri di buon lavoro ai sindaci e agli amministratori eletti, ma ha sottolineato il risultato negativo del referendum. Piga si è, infine, offerto di prestare un foglio di carta e una penna alla presidente Todde, nel caso in cui stesse pensando alle dimissioni. Il presidente della IV Commissione, Roberto Li Gioi (M5S), ha sottolineato che quella in esame è una legge fondamentale per la ripartenza del settore edilizio. L’esponente della maggioranza ha spiegato che la Commissione ha fatto un lavoro approfondito e adeguato alle esigente peculiari della Sardegna, senza limitarsi a fare i “passacarte”. Li Gioi ha ribadito che la Sardegna è una regione a statuto speciale, che ha potestà primaria in urbanistica “e non vogliamo venire meno a questa prerogativa”. Il presidente ha spiegato che con questo testo si è anche voluto semplificare il quadro normativo e delle procedure,  elemento essenziale per far ripartire uno dei più importanti settori economici dell’Isola. Li Gioi ha ricordato l’importanza di tutti i suggerimenti e i contributi raccolti dai soggetti sentiti in audizione, che sono stati esaminati con attenzione dalla Commissione nell’interesse della collettività sarda che “abbiamo messo al centro del nostro agire”. “Abbiamo rimandato al mittente la lettera di un politico padano”, riferendosi alla lettera inviata dal Ministro delle Infrastrutture e Trsporti alla presidente della Regione e al presidente del Consiglio regionale. “Un atto gravissimo”, ha detto, “uno sgarbo istituzionale che non si era mai verificato nella storia dell’autonomia sarda”. Sulla decisione di non recepire la riduzione a 20 mq per gli appartamenti, ha sottolineato che in 20 mq, tolto bagno e il disimpegno, restano poco più di 13 mq: “Non è vivere”, ha detto. Li Gioi ha sottolineato di aver apprezzato l’atteggiamento costruttivo della minoranza in commissione, che spera sarà lo stesso anche in aula. Il presidente della commissione ha ringraziato anche l’assessore Francesco Spanedda e il suo staff e il personale consiliare per il grande lavoro svolto su questo disegno di legge. Li Gioi ha concluso affermando che oggi “ Abbiamo una grande occasione per migliore la vita dei sardi”. Gianluigi Rubiu (FdI) ha ricordato che è passato quasi un anno da quando il  Governo ha approvato la legge 105 e che alcune regioni ci hanno impiegato appena un mese per recepire la legge, come la Sicilia.  “Noi abbiamo perso mesi preziosi, creando confusioni” e creando danni a Comuni, cittadini e imprese. “La legge Salva-casa non è un condono”, ha detto, “è una norma, finalmente di buonsenso, che non tocca nuovo suolo, ma corregge lievi difformità”. Per Rubiu sarebbe bastato applicarla, visto che si tratta “di una norma di riforma economico-sociale” che deve essere applicata su tutto il territorio nazionale, comprese le Regioni a statuto speciale (art. 3 dello Statuto speciale della Sardegna). Per il consigliere di minoranza la norma nazionale ha l’obiettivo di dare una nuova spinta al mercato immobiliare, consentendo la vendita di immobili bloccati da lievi difformità. Per Rubiu il DL 83 è destinato all’impugnazione e ha citato anche il parere del Cal. “Anche gli enti locali – ha detto –  chiedono rispetto delle norme nazionali, ma ancora una volta non vengono ascoltati”. Poi un passaggio sull’articolo 15 “salvato grazie al lavoro della minoranza”. Per il consigliere “anche stavolta le istanze dei sardi non sono state ascoltate” e ha citato anche il caso della proposta di legge Pratobello e della riforma sanitaria. “Mi auguro che i colleghi accolgano una parte dei nostri emendamenti”. (eln)   Nella discussione generale è poi intervenuto Franco Mula (Fratelli di Italia) che ha detto  che l’atteggiamento dell’opposizione è sempre stato propositivo. Non siamo qui a fare ostruzionismo, vogliamo solo costruire il testo migliore possibile. L’esponente di FdI ha affermato che il suo gruppo ha presentato 22 emendamenti soprattutto per evitare che questa legge sia impugnata dal Governo nazionale. Per Mula questa giunta è in forte ritardo ma “meglio tardi che mai” e non ha ascoltato i problemi reali riportati nelle varie audizioni, problemi che sono stati presentati sotto forma di emendamenti dal  gruppo di FdI.  Mula ha chiesto alla giunta di riflettere. “Abbiamo presentato degli emendamenti  su alcune modifiche che riguardano il Piano paesaggistico regionale, i piani di risanamento, alcune correzioni  sui pannelli fotovoltaici. Mi auguro che questa legge possa uscire dall’aula anche con il voto dell’opposizione e che non sia possibile impugnarla.  La nostra astensione in commissione – ha concluso – deve essere vista come un segnale di apertura”. Anche per Stefano Schirru (Misto)  su questa legge aleggia il pericolo dell’impugnazione. Il consigliere ha detto che si sarebbe aspettato che  questa giunta   lavorasse su una legge urbanistica per rispondere alle esigenze dei territori e dei comuni. Oggi il grande problema  – ha affermato – è che i comuni interpretano le leggi in maniera diversa l’uno dall’altro. Bisogna lavorare su una nuova legge urbanistica che coordini le varie leggi in materia. Ci vuole un provvedimento chiaro  che spieghi a tutti cosa si può fare e cosa non si deve fare. Alla fine della legislatura – ha aggiunto – dovrebbero mancare quattro  anni,  c’è tutto il tempo per prepararlo. Per Alice Aroni (Misto)  questo Disegno di legge è un passo importante, un lavoro corposo e necessario che prende atto del caos normativo esistente. Questo Disegno di Legge però arriva in Aula con grande ritardo nonostante in materia urbanistica la mancanza di regole chiare paralizzi l’intero territorio e alimenti la sfiducia nelle istituzioni. Per Aroni  questa giunta ha trasformato le urgenze in routine. Questo Disegno di legge è un intervento di “raccordo normativo” ma certo non è una legge organica. Servono regole chiare, applicabili e condivise. La semplificazione senza strutture adeguate e organici appropriati rimarrà inattuata. Aroni è stata molto critica anche sul metodo: è stato un percorso chiuso dove si è dimenticata la partecipazione politica . Stefano Tunis (Sardegna al centro 20venti) ha detto che questa maggioranza procede ostinatamente verso una norma che sarà impugnata. Si tratta di una norma debole, generata da un approccio ideologico inaccettabile, che non sarà applicata. “Se la maggioranza fosse  in contatto con il mondo reale – ha detto – saprebbe che se una norma si presenta debole è di difficile applicazione”. Per questo la migliore e preferita modalità di risparmio viene di fatto esposta al deterioramento. Se non si interviene su un bene questo non è più un’opportunità ma diventa un costo. Ma non volete ascoltare nessuno, neanche le amministrazioni comunali, gli operatori del settore, le fasce più deboli che hanno detto che non va bene. Riflettete: una legge disapplicata non fa altro che bloccare questo settore della nostra economia . (R.R.) Dopo l’on. Tunis ha preso la parola il consigliere Gianluca Mandas (Cinque Stelle), che ha detto: “Il decreto salvacasa è una norma che introduce alcune semplificazioni anche in ambito di sanatoria edilizia ma non introduce norme che vanno a pianificare il territorio. Non è una legge urbanistica ed è evidente che ai sardi e ai professionisti, agli uffici tecnici dobbiamo questo recepimento. Abbiamo fatto di più oltre a recepire: abbiamo riordinato la materia, con alcuni effetti sull’urbanistica”. L’oratore ha parlato “della necessità di salvaguardare la qualità del vivere e dell’abitare in Sardegna, dove a differenza della Lombardia non abbiamo il problema degli spazi ma della qualità dell’abitare”. Da FdI l’on. Cristina Usai ha esordito così: “siamo passati in un attimo dall’edilizia all’urbanistica ma sembra proprio che questa maggioranza le stia cercando tutte per scontrarsi con il governo”. L’oratrice ha indicato una lunga serie “di criticità nella legge che state portando in Aula” indicate da dirigenti e tecnici secondo cui “il lavoro degli uffici comunali sarà ancora  più complicato. Sarebbe stato invece più utile il recepimento integrale della legge salvacasa”. Per il capogruppo dei Progressisti, Francesco Agus, “l’opposizione dovrebbe avere il coraggio di chiedere di eliminare la competenza primaria della Regione in materia edilizia e urbanistica e lasciare tutto allo Stato”. Per Agus “non è accettabile che si debba vivere nei tuguri e pensare che queste siano norme di riforme economico sociali. Queste sono metrature per le stanze, non per appartamenti”. Pronta la replica dai banchi di FdI a nome di Antonello Floris: “Qui non siamo davanti a norme politiche, perché anche 28 metri quadrati potrebbero essere insufficienti. E comunque vi ricordo che i Consigli comunali potrebbero prevedere appartamenti non inferiori ai trenta o ai quaranta metri quadrati”. Per Floris “ci sono migliaia di immobili da riqualificare nei Comuni sardi se si recepisce in fretta il salvacasa, anche ampliando le casistiche in edilizia libera e nelle destinazioni d’uso”. Sempre da FdI la consigliera Francesca Masala ha parlato di “salvacasa come norma urgente e necessaria per rilanciare il mercato immobiliare. Bene, questo testo arriva in ritardo e stravolge la legge nazionale e produce nuovi ostacoli: rischia di essere impugnato dal governo e non possiamo fare finta di nulla”. Per Gianni Chessa (FI) “in Italia, vedi Roma e Milano, c’è’ chi affitta una stanza a 700 euro al mese ma è impensabile che a Cagliari ci siano centinaia di famiglie che vivono sotto gli standard abitativi. Sul no ai 20 metri quadri sono d’accordo, non sono favorevole a situazioni come quelle del film di Pozzetto e ci spiace se il ministro Salvini la pensa diversamente. Se serve sospendiamo i lavori e troviamo un accordo perché non ci sono tante differenze tra tutte le posizioni in aula”. Per ultimo l’on. Alberto Urpi (Sardegna Venti/20) ha detto all’assessore Spanedda: “Siamo in ritardo rispetto a questo recepimento e questo ritardo ha fatto camminare a rilento gli uffici tecnici comunali”. Poi una serie di rilievi su altezze, superfici minime, modifiche di sagoma, immobili condonati e immobili che non hanno mai avuto bisogno di condono. “Cosa c’entrano questi rilievi che state introducendo rispetto al testo nazionale?”, ha detto Urpi. “Come mai stavolta non vi ponete il rischio di una impugnazione, nonostante Cal, Anci e Ance vi abbiano chiesto ben altre modifiche? Eppure di impugnazioni siete esperti, visto che tutte le leggi sinora sono state portate davanti alla Corte Costituzionale. Il patrimonio edilizio si recupera con strumenti idonei e veloci. Da quando accadde la tragedia dei bambini morti sotto un rudere, nonostante i tavoli e le buone intenzioni, non è cambiato proprio nulla. A voi piace complicare le cose per sentirvi nel giusto, un approccio ideologico che non ci appartiene”. I lavori dell’Aula riprenderanno alle 16.30. (C.C.)