MOZIONE N. 53

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 53

MULA – CERA – TRUZZU – FLORIS – PIGA – MASALA – MELONI Corrado – RUBIU – USAI in merito alle criticità applicative delle nuove disposizioni dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA) e del Ministero della salute sul sistema di identificazione e registrazione (I&R) e le attività di pascolamento nella Regione.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– la riforma nazionale del sistema di identificazione e registrazione degli animali e dei pascoli (I&R), avviata con il decreto legislativo 5 agosto 2022, n. 134 (Disposizioni in materia di sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali per l’adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) 2016/429, ai sensi dell’articolo 14, comma 2, lettere a), b), g), h), i) e p), della legge 22 aprile 2021, n. 53) e attuata con il manuale operativo del Ministero della salute di cui al decreto del Ministro della salute 7 marzo 2023 (Manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali (sistema I&R)) e successive modifiche apportate con decreto del Ministro della salute 27 gennaio 2025 (Modifiche al decreto 7 marzo 2023, concernente il manuale operativo inerente alla gestione e al funzionamento del sistema di identificazione e registrazione degli operatori, degli stabilimenti e degli animali (sistema I&R)), ha introdotto nuove regole per la registrazione dei pascoli e la tracciabilità delle movimentazioni animali;
– la successiva pubblicazione delle Istruzioni operative AGEA 9 giugno 2025, n. 61 (Attività di pascolamento e altre pratiche di mantenimento della superficie) in piena campagna politica agricola comune (PAC), ha determinato un ulteriore irrigidimento delle regole per la verifica dell’ammissibilità delle superfici a pascolo e il rispetto del carico di unità bovine adulte per ettaro (UBA/ha);
– la presente mozione intende mettere in evidenza le conseguenze critiche di tale assetto normativo per il sistema pastorale sardo e proporre soluzioni strutturali e transitorie per la tutela degli allevatori;

RILEVATI:
– la situazione precedente alla circolare AGEA 61/2025: prima della campagna 2025, la verifica delle superfici pascolate ai fini PAC avveniva sulla base delle Istruzioni operative AGEA 3 ottobre 2023, n. 90 (Gestione del Fascicolo Aziendale, indicazioni in merito alla Politica Agricola Comune per la programmazione 2023-2027) e della circolare AGEA protocollo n. 81268 del 2 novembre 2023 (Disciplina relativa al fascicolo aziendale – modificazioni e integrazioni alla circolare AGEA protocollo n. 67143 del 12 settembre 2023). Tali istruzioni:
a)consentivano di considerare nel calcolo UBA/ha anche gli animali presenti in azienda, in assenza di formale movimentazione al pascolo, purché vi fosse contiguità tra stalla e superficie pascolata (stesso comune o comune limitrofo);
b)non imponevano obbligatoriamente l’apertura di un codice pascolo, soprattutto nel caso di pascoli interni all’azienda o in comuni adiacenti;
c)consentivano una maggiore flessibilità gestionale nelle zone a pascolamento estensivo, basandosi anche su elementi di fatto e non solo documentali;
– i cambiamenti introdotti con la circolare AGEA n. 61/2025: le suddette Istruzioni operative sono state emanate successivamente alla scadenza delle domande PAC (prorogata al 15 luglio e poi, per circostanze eccezionali, fino al 9 agosto) e con il periodo di impegno già avviato (1° gennaio-31 dicembre 2025), determinando un’applicazione retroattiva di fatto, senza il tempo tecnico per adeguamenti. Le nuove disposizioni impongono:
a)l’obbligo di apertura di codici pascolo anche per superfici ubicate nello stesso comune dell’allevamento e per pascoli in comuni non limitrofi, a prescindere dalla loro contiguità alla stalla;
b)il rispetto di tempistiche e carichi di pascolamento precisi, secondo parametri dell’unità di bestiame adulto e la superficie agricola utilizzata (UBA/SAU) basati esclusivamente sui dati della Banca dati nazionale (BDN);
c)la tracciabilità obbligatoria dei movimenti del bestiame tramite il documento di accompagnamento (DdA) registrati in BDN, come condizione essenziale per il riconoscimento dell’attività di pascolamento (sempre richiesta con i moduli 4 (fogli rosa));
Nella Provincia di Nuoro, in particolare, dove insistono migliaia di allevamenti con caratteristiche strutturali peculiari, risulta oggettivamente impossibile, in corso d’anno, informare e accompagnare le aziende nell’adeguamento a un sistema che presupponeva una pianificazione a monte, già nel 2024;
Molti allevatori hanno presentato le domande PAC sulla base della normativa precedente, hanno già avviato l’attività di pascolamento e si trovano ora, a posteriori, in una condizione di potenziale non conformità, senza colpa;
– le criticità per il territorio sardo e il nuorese: la provincia di Nuoro, come altre aree interne della Sardegna, presenta caratteristiche strutturali incompatibili con l’applicazione rigida delle nuove regole:
a)allevamenti fortemente frazionati, con decine di appezzamenti non contigui e spesso in comuni diversi;
b)uso di pascoli senza infrastrutture, dove è logisticamente impossibile stabulare o abbeverare animali nei mesi estivi;
c)pascolamento mobile, stagionale, non recintato, con movimenti interni giornalieri non sempre registrabili;
d)difficoltà operative nel richiedere e ottenere codici pascolo presso lo sportello unico attività produttive (SUAP) e l’Azienza sanitaria locale (ASL) con tempistiche compatibili con l’allevamento reale;
e)impossibilità di adeguarsi in tempi rapidi da parte di centinaia di aziende non informate o non accompagnate nel processo di adeguamento;
L’applicazione rigida delle regole comporta:
a)perdita di ammissibilità delle superfici pascolate;
b)esclusione dai premi PAC;
c)aumento dei contenziosi;
d)applicabilità di sanzioni (scostamento oltre il tre per cento genera sanzioni, oltre il venti per cento completo abbattimento del premio);
e)penalizzazione ingiustificata del modello pastorale sardo;
– le proposte operative per la Regione;

CONSIDERATO, altresì, che
– Confagricoltura ha evidenziato la necessità di una deroga immediata per l’anno 2025, con il riconoscimento del medesimo come anno transitorio, al fine di garantire l’informazione e la preparazione delle aziende;
– nel medio-lungo periodo, Confagricoltura ha proposto l’abrogazione strutturale dell’obbligo di codice pascolo per la Regione Sardegna, ritenendolo incompatibile con le peculiarità del territorio, quali:
a)la forte frammentazione fondiaria delle aziende, soprattutto nel Nuorese;
b)la necessità di una transumanza aziendale climatica, legata a periodi di siccità o assenza di punti acqua;
c)la cronica inadeguatezza delle infrastrutture rurali per il trasporto e la sosta degli animali nei pascoli remoti;
– tali condizioni rendono non applicabili le nuove regole sul pascolamento e sul carico UBA/SAU, mettendo a rischio la capacità delle aziende sarde di rispettare gli impegni PAC,

impegna la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma
 agro-pastorale e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente

1) ad adottare ogni opportuna iniziativa per ottenere una deroga immediata per l’anno 2025 in merito all’applicazione delle Istruzioni operative AGEA n. 61/2025 per la Regione, riconoscendo il corrente anno come transitorio, al fine di salvaguardare gli allevatori che hanno già presentato le domande PAC e avviato le attività di pascolamento secondo la precedente normativa e rendere operativa la circolare solo dal 1° gennaio 2026;
2) ad avviare un confronto strutturato con le rappresentanze di categoria, gli enti locali e il Ministero dell’agricoltura, della sovranità alimentare e delle foreste (MASAF) per valutare l’abrogazione definitiva dell’obbligo di apertura dei codici pascolo per il territorio regionale, in considerazione della specificità morfologica, gestionale e climatica della Sardegna.

Cagliari, 18 giugno 2025

INTERROGAZIONE N. 227/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 227/A

(pervenuta risposta scritta in  data 24/07/2025)

INTERROGAZIONE AGUS – PINTUS con richiesta di risposta scritta, sullo stato di attuazione e della messa a regime delle autorizzazioni di spesa ex articolo 5, comma 14, della legge regionale 21 febbraio 2023, n. 1 (Legge di stabilità 2023) e articolo 1, comma 6, della legge regionale 21 novembre 2024, n.18 (Variazioni di bilancio, riconoscimento di debiti fuori bilancio e passività pregresse e disposizioni varie) volte a sanare la sperequazione del salario accessorio tra il personale delle diverse Aziende sanitarie della Sardegna.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– all’interno del Sistema sanitario regionale persistono forti disparità nei trattamenti economici accessori del personale dipendente delle diverse aziende sanitarie, tanto in quello della dirigenza medica quanto in quello del comparto sanitario;
– tale sperequazione non riguarda la componente stipendiale fissa, definita dai contratti nazionali, quanto la parte accessoria, diversa in ogni azienda, che in alcuni casi raggiunge livelli di squilibrio tali da compromettere il clima interno, generando tensioni tra i lavoratori e penalizzando le realtà aziendali con fondi meno capienti;

CONSIDERATO che:
– il Consiglio regionale, con due diversi interventi normativi, entrambi non sottoposti a impugnazione da parte del Consiglio dei ministri, è intervenuto per risolvere efficacemente la problematica;
– in particolare, attraverso misure straordinarie e integrative rispetto alla disciplina nazionale vigente, ha stanziato per questa politica, a regime, la somma di 25 milioni di euro all’anno, di cui 10 milioni ai sensi dell’articolo. 5, comma 14, della legge regionale n. 1 del 2023 incrementati di ulteriori 15 milioni annui dall’articolo 1, comma 6, della legge regionale n. 18 del 2024;

SOTTOLINEATO che la Giunta regionale, con deliberazione 23 dicembre 2024, n. 52\28 (Individuazione e definizione delle modalità di calcolo per la ripartizione delle somme stanziate dall’art. 5, comma 14, della legge regionale n. 1/2023 e dall’art. 1, comma 6, della legge regionale n. 18/2024, al fine di perequare i livelli medi pro capite dei fondi contrattuali del personale dipendente della Dirigenza sanitaria, della Dirigenza professionale, tecnica e amministrativa e del Comparto), ha individuato i criteri per la ripartizione delle risorse per ridurre le differenze tra il personale sanitario della dirigenza sanita-ria, della dirigenza dei ruoli professionale, tecnico e amministrativo (PTA) e del comparto,

chiedono di interrogare l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) quale sia lo stato di attuazione degli interventi previsti e messi in atto per l’anno 2024;

2) se esista, per l’anno in corso, una stima sull’adeguatezza delle risorse stanziate o, in alternativa, una valutazione dell’eventuale fabbisogno aggiuntivo necessario a soddisfare le esigenze perequative del personale del sistema sanitario nazionale operanti nelle strutture pubbliche della Sardegna.

Cagliari, 27 giugno 2025

INTERPELLANZA N. 8/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interpellanza n. 8/A

DERIU – CORRIAS – FUNDONI – PILURZU – PISCEDDA – PIANO – SOLINAS Antonio – SORU – SPANO sull’avvio del programma atto al potenziamento delle attività di screening di prevenzione per il tumore al seno.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– negli ultimi anni, si è notato un aumento dell’incidenza dei tumori, inclusi quelli al seno, tra i giovani; questo fenomeno è stato evidenziato da diverse pubblicazioni scientifiche, che hanno portato a concentrare l’attenzione su due gruppi di studio: i tumori a insorgenza precoce e la popolazione cosiddetta “AYA” (Adolescenti e Giovani Adulti);
– tra i fattori che possono contribuire, vi sono cambiamenti negli stili di vita, come l’aumento dell’obesità, il consumo di alcol e fumo, che possono esporre i giovani a fattori di rischio tipici dell’età adulta. Inoltre, una maggiore capacità diagnostica potrebbe portare all’aumento dell’individuazione di neoplasie in fase precoce;

CONSIDERATO che:
– l’aumento dei tumori a esordio precoce richiede un’attenzione particolare alla prevenzione e alla diagnosi precoce, è importante che i giovani siano informati sui fattori di rischio e sui comportamenti che possono ridurre il rischio, come seguire una dieta sana, fare attività fisica e limitare il consumo di alcol e fumo;
– fra questi, il tumore al seno è raro nelle adolescenti, ma comunque non è da escludere. Le giovani donne possono sviluppare forme più aggressive e la diagnosi può essere più tardiva rispetto alle donne più anziane;
– la prevenzione e la diagnosi precoce dei tumori sono incluse nei livelli essenziali di assistenza (LEA), ovvero tra le prestazioni sanitarie fondamentali che devono essere garantite a tutti i cittadini in Italia;
– individuare un tumore in fase iniziale consente di intervenire tempestivamente, aumentando le probabilità di guarigione e migliorando la qualità della vita dei pazienti;
– il Servizio sanitario nazionale italiano promuove programmi di screening oncologici gratuiti per la popolazione, con l’obiettivo di prevenire e diagnosticare precocemente le neoplasie;
– lo screening oncologico per il tumore alla mammella in Italia, principalmente tramite mammografia, è offerto gratuitamente ogni due anni alle donne tra i cinquanta e i sessantanove anni;
– alcune regioni estendono questa fascia d’età, invitando anche donne tra i quarantacinque e i quarantanove anni e, talvolta, fino ai settantaquattro anni, con una frequenza di controllo biennale o annuale a seconda dell’età. L’obiettivo è individuare precocemente eventuali tumori, quando sono più curabili;

PRESO ATTO che:
– la realizzazione di un programma indirizzato al potenziamento delle misure volte a ridurre l’insorgenza del tumore al seno consentirebbe di attuare un percorso di prevenzione e diagnosi precoce dedicato alla salute femminile, che comprende una serie di visite mediche, esami e consulenze specialistiche mirate alle diverse fasce d’età e fasi della vita di una donna. Questi percorsi sono spesso organizzati per fasce d’età o per specifiche esigenze di salute, come la fertilità, la menopausa o il post-violenza;
– i Centri di senologia multidisciplinare, cosiddetti “Breast Units”, sono strutture specializzate nella diagnosi, nella cura e nella riabilitazione psicofisica delle donne con la neoplasia mammaria, ovvero percorsi assistenziali che comprendono dalle attività di screening mammografico alle indagini diagnostiche, dalla chirurgia alla definizione della strategia terapeutica, dalla riabilitazione psicofisica, ai controlli nel lungo periodo (follow-up), fino al counseling genetico;
– nel territorio regionale sono attivi i centri Breast Units nell’Azienda Ospedaliera Brotzu di Cagliari, centro di riferimento regionale, istituiti con deliberazione dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale 31 gennaio 2014, n. 3/25 (Istituzione della Breast Unit presso il P.O. Oncologico di Cagliari, centro di riferimento regionale per la diagnosi e cura del tumore della mammella) e successivamente nel 2022 nell’Azienda ospedaliera universitaria di Sassari;
– recentemente si sono poste le basi per l’operatività all’interno dell’Ospedale San Francesco di Nuoro di una struttura semplice dipartimentale propedeutica all’istituzione di una vera e propria Brest Unit, ossia un’unità sanitaria multidisciplinare in cui le donne possono effettuare tutto il percorso dalla prevenzione alla cura per il tumore della mammella;
– possono rivolgersi alle Breast Units:
a) donne con sospetta patologia mammaria, per valutare e diagnosticare la loro condizione;
b) donne con diagnosi di tumore al seno, per una gestione completa della loro malattia, comprese le opzioni di trattamento, la chirurgia, la chemioterapia, la radioterapia e il follow-up;
c) donne con rischio genetico aumentato, per valutare il loro rischio e pianificare un percorso di prevenzione o screening personalizzato;
d) donne che desiderano partecipare a programmi di screening, per una diagnosi precoce;
e) donne in cerca di consulenza e supporto, per ricevere consulenze, supporto psicologico e informazioni alle donne che desiderano saperne di più sulla salute del seno, la prevenzione e le opzioni di trattamento;

RITENUTO che:
– rivolgersi a una Breast Unit rappresenti una scelta fondamentale per molte donne, dal momento che queste strutture offrono un approccio altamente specializzato e completo alla prevenzione, diagnosi e trattamento dei tumori al seno grazie a un team multidisciplinare di esperti, consentendo una diagnosi precoce e l’applicazione delle terapie più appropriate e offrono, altresì, servizi di consulenza e supporto psicologico per aiutare le pazienti a gestire l’aspetto emotivo della malattia;
– rivolgersi a una Breast Unit può, quindi, aumentare significativamente le possibilità di una gestione efficace e positiva della salute del seno;
– partendo dalle premesse, sia da valutare l’opportunità di potenziare l’attività di screening per il tumore alla mammella e di ampliarne la fruizione, vista la maggiore incidenza di tumori a insorgenza precoce specialmente presso la popolazione cosiddetta “AYA” (adolescenti e giovani adulti),

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se e in quanto tempo intendano porre in essere azioni utili al potenziamento delle attività di screening del tumore alla mammella, specialmente in relazione all’estensione della fascia d’età incluse in questi programmi di prevenzione e diagnosi precoce;
2) quale sia il livello di operatività delle Breast units nei presidi del territorio regionale e quale sia la capacità d’incidere sulle esigenze del territorio.

Cagliari, 27 giugno 2025

PROPOSTA DI LEGGE N. 113/A

CORRIAS – Integrazioni alla legge regionale 9 gennaio 2014, n. 2 (Razionalizzazione e contenimento della spesa relativa al funzionamento degli organi statutari della Regione).

scarica la PROPOSTA DI LEGGE N. 113/A [file.pdf] 

Materiale allegato al disegno di legge:


iter del progetto di legge

 

INTERROGAZIONE N. 226/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 226/A

INTERROGAZIONE DERIU – CORRIAS – FUNDONI – PILURZU – PISCEDDA – PIANO – SOLINAS Antonio – SORU – SPANO con richiesta di risposta scritta, sullo stato della realizzazione del piano programmatico sulla medicina di genere.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– all’articolo 3 della legge 11 gennaio 2018, n. 3 (Delega al Governo in materia di sperimentazione clinica di medicinali nonché disposizioni per il riordino delle professioni sanitarie e per la dirigenza sanitaria del Ministero della salute) si prevede la predisposizione di un piano volto alla diffusione della medicina di genere mediante divulgazione, formazione e indicazione di pratiche sanitarie che nella ricerca, nella prevenzione, nella diagnosi e nella cura, tengano conto delle differenze derivanti dal genere, al fine di garantire la qualità e l’appropriatezza delle prestazioni erogate dal Servizio sanitario nazionale in modo omogeneo sul territorio nazionale;
– è stato adottato in data 13 giugno 2019 con decreto del Ministro della Salute, ed approvato in Conferenza Stato – Regioni in data 30 maggio 2019, il Piano per l’applicazione e la diffusione della medicina di genere, in attuazione dell’articolo 3, comma 1, della legge 11 gennaio 2018, n. 3 che riporta gli obiettivi strategici, gli attori coinvolti e le azioni previste per una reale applicazione di un approccio di genere in sanità;
– il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere nazionale individua quattro aree di intervento specificandone le azioni prioritarie, gli attori coinvolti e gli indicatori principali da utilizzare per il raggiungimento di ogni obiettivo:
1) percorsi clinici di prevenzione diagnosi e cura e riabilitazione;
2) ricerca e innovazione;
3) formazione e aggiornamento professionale;
4) comunicazione e informazione;

RILEVATO che:
– con deliberazione della Giunta regionale 31 agosto 2021, n. 36/43 (Recepimento del Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di Genere. Art. 3, comma 1, legge 11 gennaio 2018, n. 3) è stato recepito il Piano per l’applicazione e la diffusione della Medicina di genere di cui all’articolo 3, comma 1, della legge 3 del 2018;
– il Piano deve avere lo scopo di fornire uno strumento coordinato e sostenibile che mira a promuovere pari opportunità tra uomini e donne nel territorio regionale e fa parte di un più ampio lavoro che include anche il Bilancio di genere, entrambi redatti con l’obiettivo di creare le condizioni necessarie per garantire pari opportunità e per integrare le differenze di genere in tutte le fasi della pratica medica;
– che con la deliberazione n. 36/43 del 2021, si dà mandato alla Direzione generale dell’Assessorato regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale, di istituire un gruppo tecnico regionale, al fine di predisporre il “Piano regionale sulla medicina di genere”, in coerenza con il disegno nazionale e per la programmazione delle attività previste per la implementazione e diffusione della medicina di genere;
– con il decreto dell’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale 28 marzo 2022, n. 6 (Istituzione del Gruppo tecnico regionale per la programmazione delle attività di diffusione della Medicina di genere), si istituisce il gruppo tecnico regionale per la programmazione delle attività di diffusione della medicina di genere, finalizzato alla predisposizione del Piano regionale sulla medicina di genere, con l’identificazione delle modalità di implementazione delle azioni previste dal Piano a livello regionale, anche attraverso la definizione di linee di indirizzo e obiettivi strategici per le direzioni generali, per la realizzazione di un sistema di rete per la promozione e lo sviluppo della salute e medicina di genere su tutto il territorio regionale, la definizione degli indicatori stratificati per genere da inserire nella raccolta e nell’elaborazione dei flussi informativi e nella formulazione dei budget sanitari, l’attivazione sul sito regionale di un’area dedicata alla medicina di genere supervisionata dal tavolo tecnico regionale e la promozione della definizione di obiettivi per aziende sanitarie e istituti di ricovero e cura a carattere scientifico (IRCCS);
– con la deliberazione della Giunta regionale 28 dicembre 2021, n. 50/46 (Adozione Piano Regionale della Prevenzione 2020-2025) è stato redatto il piano della prevenzione 2020-2025 e che il Piano regionale per la salute di genere in Sardegna rientra nell’alveo ampio del Piano regionale di prevenzione e si concentra sulla promozione della salute e del benessere, considerando le differenze legate al genere. L’obiettivo è creare condizioni che favoriscano le pari opportunità di genere a tutti i livelli, con un focus sulla medicina di genere e sulla redazione di un Bilancio di genere e un Piano per la parità di genere;

EVIDENZIATO che:
– l’obiettivo è quello di migliorare l’efficacia degli interventi sanitari, garantendo equità di accesso alle cure e fruizione delle stesse per entrambi i sessi, oltre a identificare screening di malattia appropriati per diverse fasce d’età, laddove il piano nazionale si propone di promuovere la medicina di genere in tutte le sue applicazioni a livello nazionale, sia nella sperimentazione clinica dei farmaci che nell’intero percorso clinico;
– gli obiettivi della medicina di genere sono molteplici e mirano a personalizzare la cura, migliorare la prevenzione e la diagnosi e ridurre le disuguaglianze di genere nell’accesso alle cure e che si tratti di un approccio che tiene conto delle differenze biologiche, psicologiche e socio-culturali tra uomini e donne per offrire trattamenti più efficaci e appropriati;
– è necessario individuare modelli di prevenzione proattivi che mirino ad anticipare e mitigare i rischi prima che si manifestino, con l’identificazione precoce dei potenziali problemi e agire sull’implementazione di misure preventive e la promozione di una cultura della prevenzione e procedure reattive atte ad intervenire nel momento in cui la patologia si dovesse manifestare;

ACCLARATO che:
– la medicina di genere possa migliorare la qualità delle cure laddove un approccio di genere nella pratica clinica consente, quindi, di promuovere l’appropriatezza e la personalizzazione delle cure generando un circolo virtuoso con conseguenti risparmi per il Servizio sanitario nazionale;
– la sottovalutazione del “gender bias” in medicina, vale a dire la tendenza a trattare pazienti di genere diverso in modo non opportuno, spesso sottovalutando o ignorando le differenze biologiche e socio-culturali rilevanti, possa portare a diagnosi errate, terapie meno efficaci e, in generale, a un impatto negativo sulla salute e sul benessere sia degli uomini che delle donne;

RITENUTO che la redazione del piano sulla medicina di genere, per il quale il primo passo si è realizzato con l’istituzione del gruppo tecnico regionale con il decreto 28 marzo 2022, n. 6 (Istituzione del Gruppo tecnico regionale per la programmazione delle attività di diffusione della Medicina di genere), è indispensabile per:
– la formazione e sensibilizzazione, considerato che è fondamentale formare i professionisti sanitari sul concetto di medicina di genere e sulle differenze biologiche e culturali tra uomini e donne;
– l’inclusione della medicina di genere nella ricerca, visto che è importante che gli studi clinici includano una rappresentazione equa dei due generi e che vengano analizzati i dati separatamente per genere;
– la promozione della medicina personalizzata, dato che l’obiettivo è quello di adattare i trattamenti alle esigenze specifiche di ciascun individuo, tenendo conto del genere, ma anche di altri fattori;
– l’eliminazione dei pregiudizi, al fine di promuovere una cultura che riconosca e valorizzi le differenze di genere, sia nel campo della medicina che nella società in generale;
– la medicina di genere, che tiene conto delle differenze tra uomini e donne, è fondamentale per garantire una cura equa ed efficace per tutti, un approccio che mira a migliorare la salute di ogni persona, superando gli stereotipi e i pregiudizi che possono influenzare il percorso di cura,

chiede di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per conoscere:
1) quale sia lo stato della realizzazione del piano programmatico specifico sulla salute di genere, la cui redazione è a cura del gruppo tecnico regionale per la programmazione delle attività di diffusione della medicina di genere, istituito con decreto dell’Assessore dell’Igiene e sanità e dell’assistenza sociale n. 6 del 2022;
2) quali azioni siano in atto per garantire l’effettiva e definitiva attuazione del piano programmatico sulla salute di genere.

Cagliari, 27 giugno 2025

INTERROGAZIONE N. 225/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 225/A

INTERROGAZIONE SORGIA, con richiesta di risposta scritta, in merito alla situazione ambientale e turistico‑economica della spiaggia di Piscinas (Arbus).

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Il sottoscritto,

PREMESSO che:
– la spiaggia di Piscinas, inserita nel 2019 da National Geographic tra «le ventuno spiagge più bel-le del mondo», accoglie turisti attirati da dune sabbiose (alte fino a 30 m), ambiente unico dal punto di vista naturalistico e paesaggistico;
– l’area costiera risente tuttavia dei residui delle miniere di Montevecchio, dismesse da oltre trent’anni, i cui drenaggi, in particolare dal Rio Irvi e Rio Piscinas, portano con sé fanghi rossi e metalli pesanti (ferro, cadmio, zinco, nichel, rame, piombo) fino alla riva e talvolta in mare;

CONSIDERATO che:
– l’Agenzia regionale per la Protezione dell’Ambiente della Sardegna (ARPAS), nel 2025, ha ripreso il monitoraggio delle acque marine predisponendo controlli regolari delle acque di balneazione destinate all’uso turistico‐ricreativo;
– analisi recenti segnalano una leggera diminuzione dei metalli pesanti nel Rio Piscinas rispetto al 2023 (arsenico −4 µg/L, nichel −500 µg/L, piombo −800 µg/L), mentre rame e altri elementi restano stazionari (≈600 µg/L);
– malgrado i parametri siano “in linea con i valori storici” e rispettino gli standard di qualità ambientale (SQA), restano presenti sbarramenti visivi (fanghi rossi) e residui di contaminazione, segnalati anche dall’ultima Capitaneria, e denunciati da associazioni come Codici Ambiente;
– la mancata bonifica, pur prevista sin dal 1998 e bloccata da decenni per responsabilità in capo a IGEA, Regione e Provincia, comporta potenziali rischi per la salute e per l’ecosistema, nonché ripercussioni negative sull’immagine turistica;

RILEVATO che:
– residui minerari e metalli pesanti possono continuare a depositarsi nei sedimenti e nella fauna marina, con fenomeni di bioaccumulo nella catena trofica e impatti sulla salute pubblica;
– la presenza di segnaletica restrittiva al tempo di balneazione (ordinanza sindacale Arbus 2019: max 150 giorni zona sud, 90 giorni nord, 60 giorni centrale) non è accompagnata da adeguata in-formazione multilingue o da adeguati sistemi di vigilanza;
– un intervento di bonifica integrato, accompagnato da comunicazione trasparente, tutela la reputazione della spiaggia e garantisce sicurezza ai turisti e residenti,

chiede di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente per sapere:
1) qual è lo stato attuale del piano di bonifica dell’area Montevecchio – Rio Irvi – Piscinas;
2) quali interventi urgenti sono stati programmati (e con quale cronoprogramma) per rimuovere i fanghi e contenere il rilascio di metalli pesanti nel sistema fluviale e marino;
3) quali campionamenti sono previsti per il 2025 (frequenza, punti di prelievo in acqua, sedimenti, biota), con relativi thresholds, in linea con lo standard qualità ambientale;
4) quali misure di informazione e sicurezza sono attivate per i turisti (cartellonistica multilingue, accessi limitati, vigilanza, servizi pubblici), per assicurare chiarezza sui limiti suggeriti;
5) se sia prevista una valutazione epidemiologica o di impatto sanitario (anche ai fini turistici e occupazionali), anche in collaborazione con ARPAS, Istituto Superiore di Sanità o Università degli studi di Cagliari;
6) come si intende valorizzare la zona (riconoscimenti dell’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’Educazione, la Scienza, e la Cultura (UNESCO), include Montevecchio tra Geoparchi, itinerari guidati sostenibili), con interventi di riqualificazione finalizzati al turismo consapevole.

Cagliari, 27 giugno 2025

INTERROGAZIONE N. 224/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 224/A

INTERROGAZIONE CERA – TRUZZU – PIGA – FLORIS – MASALA – MULA – RUBIU – USAI – MELONI Corrado, con richiesta di risposta scritta, sul formale riconoscimento da parte della Regione del Day Hospital di Neurologia dell’Ospedale San Martino di Oristano come “Centro sclerosi multipla” incluso, a tutti gli effetti, nell’elenco regionale dei centri abilitati alla diagnosi e alla cura di tale patologia invalidante.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– in data 2 novembre 2023 è stato inaugurato presso l’Ospedale San Martino di Oristano un Day Hospital di Neurologia, con l’introduzione di due neurologi dedicati alla presa in carico delle patologie neurologiche, tra cui la sclerosi multipla;
– tale inaugurazione, avvenuta oltre un anno e mezzo fa, ha generato importanti aspettative in meri-to all’attivazione di un punto di riferimento qualificato per la diagnosi e la gestione della sclerosi multipla nel territorio oristanese e l’Associazione Italiana Sclerosi Multipla (AISM), si è spinta a definire l’apertura del servizio, presso l’Ospedale di Oristano, un “primo passo” e un “primo traguardo” per i pazienti del territorio oristanese, storicamente privi di un’adeguata assistenza specialistica;

RILEVATO dalla consultazione di fonti, documenti pubblici inclusi atti regionali e dichiarazioni ufficialmente rese, che:
– benché, nelle intenzioni dell’Azienda sanitaria oristanese, il Day Hospital del Presidio Ospedaliero (P.O) San Martino di Oristano avrebbe dovuto costituire la base per la creazione, entro i primi mesi del 2024, di un vero e proprio reparto di neurologia, nulla di tutto ciò, al momento, appare effettivamente realizzato;
– sebbene il servizio risulti formalmente operativo da oltre un anno, il Day Hospital di Neurologia di Oristano non appare, ad oggi, incluso nell’elenco regionale dei centri autorizzati alla diagnosi e alla gestione terapeutica della sclerosi multipla, con particolare riferimento alla prescrizione e rilascio dei relativi piani terapeutici, in favore delle persone affette da tale patologia invalidante;
– i centri attualmente riconosciuti dalla Regione come strutture abilitate a tali summenzionate attività risultano invece essere solamente:
– il Centro Sclerosi Multipla (SM) dell’Ospedale Binaghi di Cagliari (ASSL Cagliari);
– l’Unità operativa di Neurologia dell’Azienda ospedaliera universitaria (AOU) di Sassari;
– l’Unità operativa (UO) Neurologia e Stroke Unit dell’Azienda Ospedaliera di rilievo Nazionale e di Alta Specializzazione (ARNAS) Brotzu di Cagliari;

SOTTOLINEATO che la mancata inclusione del presidio oristanese nell’elenco regionale in argomento limita, di fatto, le prestazioni erogabili ai pazienti, costringendoli ancora oggi a rivolgersi ad altre strutture, fuori provincia, per ottenere diagnosi ufficiali e piani terapeutici aggiornati;

VALUTATO che:
– la Sardegna registra un’incidenza della sclerosi multipla tra le più alte d’Italia, con circa settemila pazienti noti e duecento nuove diagnosi ogni anno, e un tasso doppio rispetto alla media nazionale (quattrocento casi ogni centomila abitanti);
– l’area del Medio Campidano e dell’Oristanese è storicamente tra le più carenti in termini di servizi neurologici e accesso alla cura per pazienti con sclerosi multipla, come più volte denunciato da pazienti e associazioni;
– la distinzione tra l’istituzione di un servizio di neurologia e il riconoscimento di un centro di riferimento per la sclerosi multipla è fondamentale: solo quest’ultimo infatti consente la piena autonomia diagnostica e terapeutica, in conformità alle normative regionali e ministeriali;

RIBADITO, pertanto, che c’è una chiara ed evidente distinzione tra un “servizio di neurologia” o “Day Hospital di neurologia” e un vero e proprio “Centro sclerosi multipla” riconosciuto ufficialmente e pienamente dotato delle necessarie competenze per la diagnosi e la prescrizione dei piani terapeutici e dei farmaci specifici per la cura dei pazienti,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se la Giunta regionale confermi il fatto che il Day Hospital di Neurologia, presso il San Martino di Oristano, inaugurato il 2 novembre 2023, non risulti ancora incluso tra i Centri regionali riconosciuti per la diagnosi e la gestione terapeutica della sclerosi multipla, specificando quali servizi siano attualmente operativi e pienamente fruibili, presso tale struttura, a favore dei pazienti affetti da sclerosi multipla;
2) quali siano le ragioni che ancora ostano, a distanza di oltre un anno dall’attivazione del servizio, al riconoscimento formale della struttura di Oristano quale centro abilitato alla diagnosi e al rilascio dei piani terapeutici per pazienti affetti da sclerosi multipla;
3) quali azioni urgenti intenda adottare la Giunta regionale, per colmare tale lacuna organizzativa e permettere ai pazienti oristanesi di ricevere un’assistenza neurologica specialistica e completa, direttamente presso il presidio sanitario di riferimento territoriale;
4) se sia stato avviato l’iter di formalizzazione dell’inserimento del presidio di Oristano nell’elenco regionale dei centri abilitati per la cura della sclerosi multipla e, in caso affermativo, quali siano i tempi previsti per il suo completamento.

Cagliari, 27 giugno 2025

INTERROGAZIONE N. 223/C-2

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 223/C-2

INTERROGAZIONE DERIU – CORRIAS – FUNDONI – PIANO – PILURZU – PISCEDDA – SOLINAS Antonio – SORU – SPANO, sulle misure di rilancio e sostegno all’occupazione e all’imprenditoria femminile, nonché di potenziamento dei servizi socio-assistenziali e di sostegno alla genitorialità funzionali al predetto rilancio.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:

–      la Regione promuove e garantisce la parità di genere quale presupposto fondativo di un sistema equo di cittadinanza e convivenza e quale fattore di sviluppo socio-economico e di progresso del territorio, in attuazione del principio sancito dall’articolo 3 della Costituzione e coerentemente al Codice delle pari opportunità approvato con decreto legislativo 11 aprile 2006, n. 198 (Codice delle pari opportunità tra uomo e donna, a norma dell’articolo 6 della legge 28 novembre 2005, n. 246), principale norma di livello nazionale finalizzata a promuovere la parità tra uomini e donne e volta a prevenire ogni tipo di discriminazione in ogni campo compresi quelli dell’occupazione, del lavoro e della retribuzione;

–      al fine di valorizzare e sostenere la piena attuazione delle pari opportunità, la Regione incentiva la partecipazione delle donne all’interno della società e in particolare nei settori dei servizi e dell’imprenditoria, ambiti in cui le donne mostrano grande resilienza e potenziale di crescita, resistendo alle difficoltà del mercato del lavoro e contribuendo attivamente al miglioramento del medesimo;

–      sostenere l’occupazione femminile e incoraggiare le donne che fanno impresa non soltanto è funzionale all’attuazione del principio di uguaglianza previsto dall’articolo 3 e specificato dall’articolo 37 della Costituzione, ma contribuisce allo stesso tempo a contrastare gli effetti dello spopolamento, a ridurre la disoccupazione giovanile e ad accrescere il benessere in tutto il territorio sardo.

CONSIDERATO che:

–      l’aumento dell’occupazione femminile è strettamente connesso alla presenza di istituti che favoriscano la conciliazione dei tempi di vita – lavoro, la partecipazione delle donne al mercato del lavoro nonché un’equa ripartizione dei compiti propri della cura familiare; in tal senso diviene fondamentale incentivare e potenziare alcuni servizi di supporto quali gli asili nido e le scuole dell’infanzia, nonché rafforzare la fruibilità di agevolazioni quali congedi parentali, al fine di impedire che le donne, maggiormente incise dalla carenza dei servizi di sostegno alla genitorialità, siano costrette a lasciare il proprio impiego per farsi carico del lavoro di gestione della famiglia;

–      gli ultimi dati dell’Istituto nazionale di statistica (Istat) pubblicati a marzo sull’occupazione femminile in Sardegna confermano come le donne non godano delle medesime opportunità occupazionali e delle medesime condizioni lavorative degli uomini: il tasso di occupazione femminile è pari al 52,4 per cento a fronte del corrispondente dato nazionale del 56,5 per cento, con un divario di quindici punti percentuali rispetto al corrispondente valore calcolato per gli uomini; il tasso di disoccupazione femminile è dell’8,8 per cento, superiore al tasso maschile pari al 6,8 per cento; il part-time involontario delle donne, ossia la percentuale di occupate che dichiarano di svolgere un lavoro a tempo parziale perché non ne hanno trovato uno a tempo pieno sul totale degli occupati, è pari al 23,4 per cento, il più elevato in assoluto in Italia dopo quello della Sicilia; allo stesso modo il tasso di inattività femminile si attesta al 42,3 per cento, contro il 24,3 per cento degli uomini, significando ciò che quasi la metà delle donne in età lavorativa non è attiva nel mercato del lavoro spesso a causa della difficoltà nel conciliare vita professionale e vita familiare;

–      sui dati negativi dell’occupazione femminile incide anche l’insufficienza di misure che supportino la permanenza delle donne nel mercato del lavoro durante la maternità, prima fra tutte la carenza di servizi per l’infanzia a prezzi accessibili;

VISTE le deliberazioni adottate recentemente dalla Giunta regionale a sostegno dell’occupazione femminile, tra le quali:

1)    la deliberazione 26 marzo 2025, n. 16/2 (Indirizzi strategici per l’avvio delle procedure per la pubblicazione dell’Avviso Paritas – Incentivi alle imprese per la certificazione della parità di genere. Avviso pluriennale a valere sul PR FSE+ Sardegna 2021-2027 e sul PR FESR Sardegna2021-2027), con l’obiettivo di incentivare le imprese ad adottare politiche maggiormente inclusive;

2)    la deliberazione 25 settembre 2024, n. 37/13 (Contributi alle imprese artigiane coinvolte nel passaggio generazionale. Direttive e criteri di attuazione. Approvazione preliminare), che ha approvato i criteri e le direttive di attuazione per la concessione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese artigiane con la finalità di favorire la realizzazione di programmi di ricambio generazionale, prevedendo un contributo maggiorato del 10 per cento a favore delle imprese guidate da una donna, favorendo in tal modo la continuità di impresa a leadership femminile;

3)    la deliberazione 10 luglio 2024, n. 24/28 (Interventi per sostenere l’accesso ai servizi per la prima infanzia tramite l’abbattimento della retta per la frequenza in nidi e micronidi pubblici o privati acquistati in convenzione dal Comune e privati non in convenzione (misura “Nidigratis”). Anno 2024. Criteri di ripartizione e conferma vigenza delle Linee guida per il triennio 2024-2026. Legge regionale 6 dicembre 2019, n. 20, art. 4, comma 8, lettera a), e s.m.i) con la quale sono state approvate per il triennio 2024-2026 le “Linee Guida per l’abbattimento delle rette dei nidi e micronidi pubblici o privati acquistati in convenzione dal Comune e privati non in convenzione”, cosiddetta misura “Nidigratis”, di sostegno alle madri lavoratrici e imprenditrici nella gestione della cura dei figli;

RITENUTO che:

–      al di là dei citati interventi e in considerazione dei dati negativi sulla partecipazione delle donne al mercato del lavoro, è necessario proseguire e incrementare le azioni di valorizzazione e sostegno all’imprenditoria femminile, attivando misure aggiuntive o rafforzative di quelle esistenti e che siano collegate alle politiche per la famiglia e di supporto delle nascite in quanto, in un momento di forte riduzione del tasso di natalità, sostenere l’occupazione femminile significa non soltanto contribuire a garantire la parità di genere, ma potenziare altresì lo sviluppo economico e sociale;

–      si rende necessario rafforzare e semplificare le politiche regionali a sostegno dell’imprenditoria femminile, rendendole più accessibili e rispondenti ai bisogni delle donne, in particolare delle madri, delle giovani imprenditrici e delle libere professioniste,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione, l’Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, l’Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale:

1)    sull’esistenza e sullo stato di attuazione di interventi e misure specifici a sostegno dell’imprenditorialità femminile oltre quelli sopra richiamati, che includano anche il potenziamento degli strumenti a supporto della genitorialità, tenendo conto dell’aumento delle spese per i servizi alla prima infanzia, comprese le eventuali risorse stanziate;

2)    sullo stato delle procedure necessarie per la pubblicazione dell’Avviso “Paritas – Incentivi alle imprese per la certificazione della parità di genere”;

3)    sullo stato delle richieste e della concessione di contributi a fondo perduto a favore delle imprese artigiane previsti dalla deliberazione n. 37/13 del 2024, in particolare per quanto riguarda le misure dedicate alle imprese a conduzione femminile;

4)    sullo stato delle richieste e della concessione dei bonus “Nidigratis”.

Cagliari, 26 giugno 2025

Maltrattamenti su bambini e adolescenti: la Sardegna è in linea e non si discosta dal dato nazionale +58% in cinque anni

 “E’ allarme maltrattamenti su bambini e adolescenti anche in Sardegna. Nell’isola, negli ultimi 5 anni, si registra un aumento dei casi del 58%. La forma di maltrattamento più frequente è la trascuratezza subita dal 37% dei minori, seguita dalla violenza assistita (34%). La Violenza psicologica e il maltrattamento fisico, invece, incidono rispettivamente per il 12% e l’11%”.
I dati sono stati diffusi dalla Garante regionale per l’Infanzia e l’adolescenza Carla Puligheddu dopo la pubblicazione della III Indagine nazionale di Terre des Hommes e Cismai.
Si tratta ormai di una vera e propria emergenza – ha detto la Garante Puligheddu – il dato che ancora una volta colpisce è che l’87% dei maltrattamenti avviene nell’ambito familiare. Le istituzioni devono fare qualcosa. Non possiamo assistere passivamente a questo cambiamento radicale della nostra società in cui il “focolare domestico” spesso si trasforma in un incubo per i più piccoli.
E’ dunque sempre più urgente – prosegue la Garante – istituire in Sardegna l’Osservatorio regionale sull’infanzia e l’adolescenza, strumento fondamentale per fornire risposte efficaci e mettere in campo azioni di prevenzione e di contrasto della violenza a danno di bambini e bambine e prevedere un rafforzamento dei sistemi sociale, sanitario, educativo e di tutela dei diritti dei minori e di supporto alla famiglia.