MOZIONE N. 83

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 83

FUNDONI – SORU – CAU – COCCIU – CORRIAS – DI NOLFO – MASALA – SERRA – AGUS – ARONI – CANU – COZZOLINO – FRAU – LOI – MELONI Corrado – PERU – PILURZU – PIRAS – RUBIU – TICCA, sulle problematiche relative all’ipotesi di trasferimento di novantadue detenuti sottoposti al regime dell’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario presso la casa circondariale di Uta.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– l’ipotesi di trasferimento di novantadue detenuti sottoposti al regime di cui all’articolo 41 bis della legge 26 luglio 1975, n. 354 (Norme sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertĂ ), è stato discusso nella seduta della Commissione congiunta Seconda e Sesta del 31 luglio 2025;
– l’articolo 41 bis dell’ordinamento penitenziario, introdotto dalla legge 10 ottobre 1986, n. 663, (Modifiche alla legge sull’ordinamento penitenziario e sulla esecuzione delle misure privative e limitative della libertĂ ), disciplina un regime detentivo speciale, comunemente definito “carcere duro”, applicato a soggetti condannati per reati di criminalitĂ  organizzata, terrorismo o eversione, con l’obiettivo di interrompere ogni contatto con le organizzazioni di appartenenza;
– tale regime comporta restrizioni particolarmente severe ai colloqui, alla corrispondenza e alla comunicazione e richiede specifiche misure di sicurezza e controllo all’interno e all’esterno degli istituti penitenziari;

DATO ATTO che:
– la legge 15 luglio 2009, n. 94, (Disposizioni in materia di sicurezza pubblica), prevede la possibilitĂ  di collocare detenuti in regime di 41 bis in istituti o sezioni dedicate, indicando le aree insulari come soluzioni preferenziali;
– tale previsione normativa, nata in un diverso contesto storico e operativo, risulta oggi superata e rischia di produrre effetti fortemente penalizzanti per la Regione;

CONSIDERATO che:
– il sistema sanitario penitenziario in Sardegna versa giĂ  in condizioni di forte criticitĂ , con carenze strutturali, di personale e di servizi che incidono sulla tutela della salute dei detenuti e sulla sicurezza complessiva delle strutture; l’arrivo di un numero così elevato di detenuti in regime di 41 bis rischierebbe di compromettere ulteriormente l’equilibrio del sistema, aggravando una situazione prossima al collasso;
– a ciò si aggiungono i maggiori oneri derivanti dalla presenza nell’Isola di un’elevata popolazione detenuta e l’assenza di adeguati strumenti di compensazione e supporto da parte dello Stato per far fronte alle esigenze di sicurezza, di personale e di gestione complessiva del sistema penitenziario;
– sul territorio regionale è giĂ  presente un forte squilibrio tra popolazione detenuta e dotazione di personale penitenziario, amministrativo, educativo e di sorveglianza, con conseguenti criticitĂ  nella gestione ordinaria delle strutture;
– il trasferimento di soggetti appartenenti a organizzazioni criminali di particolare rilievo nazionale comporta il rischio – che va prevenuto, con strumenti nuovi e personale aggiuntivo – di possibili fenomeni di infiltrazione e radicamento, anche attraverso lo spostamento delle reti familiari o di contiguitĂ , che potrebbero incidere sul tessuto sociale ed economico locale;
– l’aumento dei costi, in ragione di tutte le motivazioni su esposte, avrebbe pesanti ricadute sul bilancio della Regione, in ragione dell’insufficienza delle, o in certi casi della mancanza di, forme di compensazione previste dallo Stato;

RILEVATO che secondo i dati attuali, i detenuti sottoposti al regime del 41 bis in Italia sono settecentoventotto, e la Sardegna, se la proposta di trasferimento dei novantadue detenuti fosse confermata, arriverebbe a ospitarne quasi duecento, pari a una quota sproporzionata rispetto alla popolazione e alle risorse regionali disponibili,

impegna la Giunta regionale

1) ad adottare ogni atto affinché si possa elaborare un documento congiunto, frutto di un confronto tra le diverse parti in causa per affrontare il tema con unità di intenti, allo scopo di salvaguardare la sicurezza del territorio sardo e presidiare le criticità segnalate;
2) ad attivarsi presso il Governo e il Parlamento affinchĂ© sia avviata una revisione della normativa che individua le aree insulari come destinazioni preferenziali per il regime di 41 bis, riconoscendo alla Sardegna le peculiaritĂ  e le limitazioni derivanti dalla sua condizione geografica e dall’assenza di adeguati strumenti di compensazione;
3) a istituire un tavolo tecnico permanente Stato-Regione per monitorare l’impatto delle politiche penitenziarie sul territorio sardo e individuare soluzioni condivise in materia di sicurezza e per affrontare il tema delle compensazioni in materia sanitaria.

Cagliari, 7 novembre 2025

MOZIONE N. 82

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 82

PIRAS – COCCIU – CHESSA – MAIELI – MARRAS – TALANAS, sulla perequazione delle retribuzioni del personale dell’ARNAS G. Brotzu di Cagliari.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– l’Azienda di rilievo nazionale ed alta specializzazione (ARNAS) G. Brotzu di Cagliari è una struttura sanitaria di rilievo nazionale e di alta specializzazione riconosciuta per l’eccellenza delle sue attivitĂ  cliniche, chirurgiche e di ricerca;
– il personale dell’ARNAS G. Brotzu, composto da medici, infermieri, tecnici, operatori sociosanitari e amministrativi, rappresenta un patrimonio di competenze e professionalitĂ , che quotidianamente contribuisce in modo determinante alla tutela della salute dei cittadini sardi;
– nonostante il livello di complessitĂ  e responsabilitĂ , permangono significative differenze retributive tra il personale dell’ARNAS G. Brotzu e quello impiegato presso enti e strutture analoghe di altre regioni o presso amministrazioni statali;
– nella precedente legislatura, ed esattamente con l’articolo 5, comma 14, della legge regionale 21 febbraio 2023, n. 1 (Legge di stabilitĂ  2023 ), pubblicata nel supplemento ordinario n. 1 al BURAS n. 11 del 23 febbraio 2023, dedicato al finanziamento dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), è stato previsto che “Al fine di perequare i livelli medi pro capite dei fondi contrattuali del personale, le aziende del Servizio sanitario regionale, previa autorizzazione rilasciata con deliberazione della Giunta regionale adottata su proposta dell’Assessore della sanitĂ , possono rideterminare i fondi contrattuali (…). Per tali finalitĂ  il finanziamento ordinario corrente per la garanzia dei Livelli essenziali di assistenza (LEA), è incrementato di euro 10.000.000 annui a partire dall’anno 2023 (missione 13 – programma 01 – titolo 1)”;
– tale stanziamento costituisce un fondo strutturale giĂ  disponibile, finalizzato anche alla perequazione retributiva e contrattuale del personale delle aziende sanitarie sarde, inclusa l’ARNAS G. Brotzu;

RITENUTO:
– necessario procedere all’attuazione immediata dello stanziamento previsto dalla legge regionale n. 1 del 2023, destinando le risorse giĂ  allocate alla perequazione dei fondi contrattuali e all’equilibrio delle retribuzioni del personale dell’ARNAS G. Brotzu;
– opportuno costituire un tavolo tecnico temporaneo tra Regione, ARNAS G. Brotzu e organizzazioni sindacali per la definizione dei criteri di riparto e la verifica dei risultati;
– urgente valorizzare il capitale umano, riconoscendo il merito e la professionalitĂ  come fondamento dell’efficienza sanitaria;

VISTI:
– l’articolo 3 della Costituzione, che sancisce il principio di uguaglianza e vieta ogni forma di discriminazione economica e professionale ingiustificata;
– l’articolo 97 della Costituzione, che impone alle pubbliche amministrazioni il principio di buon andamento e imparzialitĂ ;
– il decreto legislativo 30 marzo 2001, n. 165 (Norme generali sull’ordinamento del lavoro alle dipendenze delle amministrazioni pubbliche), che disciplina le modalitĂ  di determinazione delle retribuzioni e la contrattazione collettiva;
– il decreto legislativo 27 ottobre 2009, n. 150 (Attuazione della legge 4 marzo 2009, n. 15, in materia di ottimizzazione della produttivitĂ  del lavoro pubblico e di efficienza e trasparenza delle pubbliche amministrazioni), che valorizza la performance e la meritocrazia nel pubblico impiego;
– il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri 8 aprile 2017, che riconosce formalmente l’ARNAS G. Brotzu quale azienda di rilievo nazionale e di alta specializzazione;
– il Contratto collettivo nazionale di lavoro (CCNL) del comparto sanitĂ , che stabilisce i principi di equitĂ  e progressione economica per il personale del Servizio sanitario nazionale;

CONSIDERATO che:
– la presente Giunta regionale ha giĂ  intrapreso azioni concrete di valorizzazione del personale sanitario, e che oggi, grazie alla copertura economica prevista dalla legge regionale n. 1 del 2023, vi sono le condizioni per passare alla fase concreta di attuazione;
– il personale dell’ARNAS G. Brotzu rappresenta il volto umano della sanitĂ  pubblica, donne e uomini che, con professionalitĂ , sacrificio e senso del dovere, garantiscono ogni giorno il diritto alla salute dei cittadini;
– la valorizzazione economica e professionale di queste persone non è un atto di generositĂ , bensì di giustizia e riconoscenza istituzionale verso chi regge la macchina sanitaria regionale;
– ignorare la centralitĂ  del fattore umano significa indebolire il sistema nel suo complesso, mentre investirvi significa rafforzarlo per il futuro;

SOTTOLINEATO che:
– la valorizzazione del personale rappresenta una prioritĂ  non solo economica, ma anche politica e sociale, significa infatti investire sulla qualitĂ  delle cure e sulla fiducia dei cittadini nel servizio sanitario pubblico;
– una politica di perequazione retributiva non deve essere letta come privilegio, bensì come riconoscimento, del merito e della professionalitĂ , di chi opera in un contesto di alta complessitĂ  e specializzazione;
– l’ARNAS G. Brotzu, per la sua storia e per la sua missione, è un simbolo dell’eccellenza sarda e la Regione non può permettere che la sua forza umana venga indebolita da ingiustizie retributive o mancate valorizzazioni;

RITENUTO:
– necessario procedere all’attuazione immediata dello stanziamento previsto dalla legge regionale n. 1 del 2023, destinando le risorse giĂ  allocate alla perequazione dei fondi contrattuali e all’equilibrio delle retribuzioni del personale dell’ARNAS G. Brotzu;
– opportuno costituire un tavolo tecnico temporaneo tra Regione, ARNAS G. Brotzu e organizzazioni sindacali per la definizione dei criteri di riparto e la verifica dei risultati;
– urgente valorizzare il capitale umano, riconoscendo il merito e la professionalitĂ  come fondamento dell’efficienza sanitaria,

impegna la Presidente della Regione affinché

1) dia immediata attuazione all’articolo della legge regionale n. 1 del 2023, utilizzando le risorse di dieci milioni di euro giĂ  stanziate a partire dal 2023, per la rideterminazione dei fondi contrattuali del personale del Servizio sanitario regionale;
2) destini, in via prioritaria, una parte delle suddette risorse all’ARNAS G. Brotzu di Cagliari per la perequazione retributiva del personale;
3) istituisca entro sessanta giorni un tavolo tecnico temporaneo composto da rappresentanti della Regione, dell’ARNAS G. Brotzu e delle organizzazioni sindacali per definire criteri, tempistiche e modalitĂ  di attuazione.

Cagliari, 7 novembre 2025

INTERROGAZIONE N. 325/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 325/A

INTERROGAZIONE SCHIRRU – TRUZZU – COCCIU – TICCA, con richiesta di risposta scritta, relativa alla internalizzazione del personale addetto alla conduzione e gestione degli impianti di depurazione, pretrattamento e sollevamento fognario da parte di Abbanoa Spa, con conseguenti criticitĂ  e possibili conseguenze sui lavoratori e sulle tariffe idriche applicate all’utenza.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– dagli organi di stampa e da comunicazioni ufficiali è emerso che Abbanoa Spa ha approvato e sta attuando un progetto di internalizzazione del servizio di conduzione degli impianti di depurazione, pretrattamento e sollevamento fognario, attualmente affidato a operatori economici esterni;
– tale operazione comporterĂ , secondo quanto dichiarato, l’assunzione diretta di oltre 430 addetti;
– l’internalizzazione rappresenta un intervento di notevole impatto gestionale e finanziario, che comporta una profonda revisione del modello organizzativo di Abbanoa Spa, societĂ  che conta giĂ  circa 1.250 dipendenti e gestisce l’intero ciclo idrico integrato dell’Isola;
– dagli organi di stampa è emerso che la societĂ  ha sostenuto spese di rappresentanza in occasione delle passate festivitĂ  natalizie per i propri dipendenti e sostiene le spese di trasferta, vitto e alloggio del Presidente del Consiglio di amministrazione che risiede fuori dalla Sardegna;
– il Comitato istituzionale d’ambito (CIA) ha deliberato di chiedere alla Regione di interloquire con la Commissione europea al fine di restituire le somme a suo tempo versate dalla Regione a titolo di capitale sociale, somme qualificate dalla ComunitĂ  europea (CE) come aiuto di stato, per circa 187 milioni di euro, maggiorati di interessi per oltre 30 milioni di euro, determinando così una riduzione del patrimonio netto della societĂ  di oltre due terzi;

CONSIDERATO che:
– operazioni di tale portata possono incidere significativamente sui costi complessivi di gestione, con possibili ripercussioni sulle tariffe idriche applicate agli utenti;
– esiste il rischio che, in assenza di una pianificazione economico-finanziaria sostenibile, l’internalizzazione determini un incremento delle spese fisse della societĂ  (personale, formazione, sicurezza, mezzi, manutenzioni, ammortamenti), che sicuramente sarĂ  riversato sui cittadini tramite la tariffa;
– è necessario verificare che l’operazione sia accompagnata da una valutazione analitica di sostenibilitĂ  economica, da parte dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna (EGAS), a cui spetta l’approvazione della modifica del modello gestionale-organizzativo attuale allegato alla convenzione in essere;
– a seguito della restituzione del capitale e degli interessi mediante una corrispondente riduzione del patrimonio della societĂ , la percentuale di patrimonializzazione della stessa, espressa dal rapporto tra i mezzi propri e l’attivo sociale è inferiore al 10 per cento, tale rapporto indica una struttura patrimoniale altamente indebitata, potenzialmente incompatibile con la continuitĂ  aziendale in contrasto con i principi contabili e con l’articolo 2086, comma 2, del codice civile.
– è ancora vigente la legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4 (Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006), così come modificata dalla legge regionale 11 dicembre 2017, n. 25 (Modifiche alla legge regionale 4 febbraio 2015, n. 4 (Istituzione dell’Ente di governo dell’ambito della Sardegna e modifiche ed integrazioni alla legge regionale n. 19 del 2006) e alla legge regionale 25 luglio 2008, n. 10 (Riordino delle funzioni in materia di aree industriali)), dove in base all’articolo 15 la Regione avrebbe dovuto cedere ai comuni le proprie azioni nella societĂ  Abbanoa Spa al prezzo simbolico di un euro ogni mille azioni, fino a mantenere una quota di partecipazione della Regione nel limite mas-simo del 20 per cento del capitale sociale,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione per sapere:
1) se l’EGAS abbia approvato il nuovo modello gestionale-organizzativo proposto da Abbanoa Spa in relazione alla concessione vigente e quali valutazioni economico-finanziarie siano state condotte per verificarne la sostenibilitĂ ;
2) quali impatti siano previsti sulle tariffe idriche a seguito dell’internalizzazione e se siano giĂ  state simulate eventuali variazioni dei costi per le utenze domestiche e industriali;
3) se sia stata predisposta una relazione di impatto occupazionale e una valutazione di rischio organizzativo derivante dall’ampliamento della struttura interna di Abbanoa Spa;
4) se la Regione intenda monitorare costantemente l’attuazione del progetto di internalizzazione e garantire che esso non comporti aumenti tariffari a carico dei cittadini, nĂ© squilibri nella sostenibilitĂ  del servizio idrico integrato;
5) se la restituzione delle somme versate a suo tempo dalla Regione maggiorate degli interessi mediante la sola riduzione del patrimonio netto sociale, tale da determinare un’incidenza dello stesso rispetto alle attivitĂ  al di sotto dei parametri ottimali, non sia da considerarsi un’operazione manifestatamente imprudente e azzardata, tanto piĂą se si considera che Abbanoa Spa sta ampliando le proprie attivitĂ  mediante l’assunzione di oltre 450 persone, incrementando quindi di oltre un terzo il proprio personale, e mediante investimenti in mezzi e attrezzature;
6) se, comunque, la decisone assunta di restituzione del capitale e degli interessi tramite la riduzione di capitale e la corresponsione di utili al solo socio Regione non sia in violazione della legge regionale n.4 del 2015 e della legge regionale n.25 del 2017;
7) se sia stata avviata un’attivitĂ  istruttoria da parte della Corte dei conti a seguito delle somme spese per i dipendenti in occasione delle festivitĂ  natalizie e per i rimborsi spese del Presidente della societĂ .
Cagliari, 6 novembre 2025

MOZIONE N. 81

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 81

MAIELI – COCCIU, sulla realizzazione di un progetto pilota sul riuso irriguo delle acque depurate nel territorio della Nurra.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il territorio di Porto Torres e della Nurra vive da molti anni una condizione strutturale di stress idrico, che limita la produttivitĂ  agricola, la capacitĂ  delle aziende zootecniche e la competitivitĂ  del comparto rurale;
– nello stesso tempo, gli impianti esistenti nel sito industriale di Porto Torres e, in particolare, il depuratore consortile e l’impianto trattamento acqua di falde (TAF) gestito da ENI Rewind, producono ogni anno diversi milioni di metri cubi di acque trattate ed attualmente convogliate verso lo scarico marino, senza che vengano sfruttate per usi alternativi;
– tali acque, opportunamente affinate con metodi di ultrafiltrazione, disinfezione, filtrazione su carbone attivo, accumulo e rete dedicata, potrebbero essere rese conformi alle classi di qualitĂ  previste per l’uso irriguo, trasformando un vincolo ambientale in una risorsa programmabile per il tessuto agro-economico locale;
– il Regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 2020, recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua, stabilisce prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue trattate a fini irrigui in agricoltura, prevedendo il rilascio di permessi basati su piani di gestione del rischio e obblighi di monitoraggio e trasparenza;
– con il Regolamento delegato (UE) 2024/1765 della Commissione, dell’11 marzo 2024, che integra il regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le specifiche tecniche dei principali elementi della gestione dei rischi, ha integrato le specifiche tecniche relative agli elementi essenziali del piano di gestione del rischio, che diventeranno vincolanti dal 10 luglio 2024;
– in ambito nazionale, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) ed esattamente la Parte terza per la tutela delle acque, disciplina le modalitĂ  di riuso delle acque reflue depurate, recependo le direttive dell’Unione europea;
– in Sardegna, l’autoritĂ  di bacino regionale ha giĂ  assunto, con deliberazioni del Comitato istituzionale, atti di indirizzo per la gestione delle acque e l’aggiornamento degli strumenti di tutela, come evidenziato dalla sua delibera n. 25 del 18 dicembre 2024 (Parere sulla disciplina delle fasce di prima salvaguardia e delle fasce di tutela dei corpi idrici superficiali non modellati idraulicamente di cui, rispettivamente, all’art. 30 ter, comma 1 e all’art. 8, comma 8 delle Norme di Attuazione del PAI);
– tuttavia, permangono criticitĂ  normative, procedurali e tecniche che ostacolano l’effettiva realizzazione di interventi di riuso nel territorio di Porto Torres come la mancanza di un quadro autorizzativo chiaro, carenze impiantistiche, assenza di rete di distribuzione dedicata e rilievi sui costi di investimento;
– sia il Consorzio industriale di Sassari che ENI Rewind hanno manifestato la disponibilitĂ  a valutare piani condivisi di miglioramento impiantistico e utilizzo delle acque trattate;
– molte imprese agricole della Nurra hanno espresso interesse a disporre di una risorsa idrica integrativa e stabile, capace di alleggerire la pressione sulle falde e sui bacini idrici esistenti;
– l’avvio di un progetto pilota di riuso irriguo rappresenterebbe una concreta opportunitĂ  di innovazione istituzionale, rafforzamento della sostenibilitĂ  ambientale e stimolo allo sviluppo locale, configurando Porto Torres come laboratorio sardo dell’economia circolare dell’acqua;
– le istituzioni regionali devono esercitare funzioni di indirizzo, coordinamento e semplificazione, affinchĂ© non si perdano opportunitĂ  per lungaggini burocratiche, conflitti fra enti o incertezze tecniche;

VISTO:
– il Regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 2020, recante prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue urbane trattate a fini irrigui;
– il Regolamento delegato (UE) 2024/1765 della Commissione, dell’11 marzo 2024, che integra le specifiche tecniche sui piani di gestione del rischio per il riuso delle acque affinate;
– il decreto legislativo n. 152 del 2006, Parte terza, in materia di tutela delle acque, disciplina degli scarichi e riuso delle acque reflue, così come disposto anche dal decreto c.d. “SiccitĂ ”, decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39 (Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsitĂ  idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche), convertito, con modificazioni, in legge 13 giugno 2023, n. 68;
– il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio di concerto con i Ministri delle politiche agricole e forestali, delle attivitĂ  produttive e della salute, 12 giugno 2003, n. 185 (Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell’articolo 26, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152) e la sua integrazione con la normativa europea;

VISTE, altresì:
– le linee guida e gli orientamenti comunitari per l’implementazione del Regolamento (UE) 2020/741;
– le deliberazioni dell’AutoritĂ  di bacino regionale della Sardegna, in particolare la delibera n. 25 del 2024 relativa all’assetto idrico e tutela dei corpi idrici;

CONSIDERATO che:
– la piena applicazione del Regolamento (UE) 2020/741 richiede che gli Stati membri e le regioni adottino procedure autorizzative coerenti con i piani di gestione del rischio, secondo criteri armonizzati, trasparenza e controlli ambientali;
– il Regolamento delegato (UE) 2024/1765 obbliga a specificare, con elementi tecnici, i principali aspetti del piano di gestione del rischio, al fine di garantire robustezza e correttezza alle istanze di riuso;
– il territorio della Nurra, per morfologia, clima e infrastrutture idriche, è particolarmente idoneo a sperimentare modelli integrati di irrigazione con acque affinate, soprattutto in contesti agricoli di media dimensione e in terreni aridi;
– l’adeguamento impiantistico richiesto con l’ultrafiltrazione, la disinfezione UV, con le stazioni di monitoraggio e la rete dedicata, è stimato in un ordine di grandezza fra 1,8 e 3 milioni di euro, cifra che può essere coperta con fondi regionali, nazionali ed europei (Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), Piano operativo regionale – Fondo europeo di sviluppo regionale (POR FESR), Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), LIFE, Horizon Europe), anche mediante accordi con ENI come compensazione ambientale;
– l’avvio di un progetto pilota con le sue fasi di testing, controllo, monitoraggio, uso limitato, consentirebbe di validare tecnicamente il sistema e di estenderlo successivamente a scala piĂą ampia, anche in altri territori della Sardegna;
– il superamento delle criticitĂ  autorizzative, la convergenza di risorse e la chiarezza del quadro normativo sono indispensabili per evitare che il piano rimanga sulla carta e che le acque depurate continuino a essere scaricate a mare inutilmente;
– è compito della politica fare da regista, da facilitatore e da garante dell’equilibrio istituzionale, affinchĂ© le varie competenze coinvolte possano cooperare efficacemente;

SOTTOLINEATO che:
– l’uso improprio e permanente dello scarico marino, senza previa verifica di alternative sostenibili, configura uno spreco ambientale, economico e strategico per il territorio;
– il riuso irriguo delle acque depurate non è una utopia, ma una strada percorribile, inclusa nella legislazione europea e nazionale, che molte regioni italiane stanno giĂ  esplorando con successo;
– il progetto di Porto Torres può costituire un esempio virtuoso e visibile di economia circolare dell’acqua in Sardegna, con ricadute positive su agricoltura, ambiente, attrattivitĂ  territoriale e immagine istituzionale;
– non è piĂą accettabile che le lungaggini burocratiche, le conflittualitĂ  fra enti e la resistenza al cambiamento impediscano di dare gambe a un progetto dal potenziale strategico;

RITENUTO che:
– il Consiglio regionale debba assumere un impegno politico forte e coordinato per superare gli ostacoli attuali e sostenere concretamente l’iniziativa;
– sia opportuno promuovere la costituzione urgente di un tavolo istituzionale permanente, con partecipazione interistituzionale e tecnica, dedicato al riuso irriguo delle acque depurate nel sito di Porto Torres;
– sia indispensabile predisporre, con ENI Rewind e il Consorzio industriale, un protocollo d’intesa (MoU) di indirizzo per definire obiettivi, responsabilitĂ , risorse e cronoprogramma del progetto pilota;
– la Regione debba attivare senza indugi le procedure per accedere ai fondi europei, nazionali e regionali disponibili per l’adeguamento impiantistico, la realizzazione della rete e il monitoraggio;
– ENI Rewind debba essere chiamata a un ruolo attivo nel progetto, come parte integrante delle compensazioni ambientali e come attore responsabile in ottica Environmental, social e governance (ESG);

ACCLARATO che la riuscita del progetto pilota potrĂ  aprire la strada a una sperimentazione su scala regionale, con possibilitĂ  di estendere il modello ad altri territori soggetti a stress idrico,

impegna la Presidente della Regione affinché

1) promuova con urgenza la costituzione di un tavolo istituzionale permanente sul tema del riuso irriguo delle acque depurate del sito industriale e consortile di Porto Torres, con la partecipazione di: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Regione Sardegna (Assessorati regionali dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Industria); Comune di Porto Torres; CittĂ  metropolitana di Sassari; ENI Rewind; Consorzio industriale provinciale di Sassari; Consorzio di bonifica della Nurra; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS); UniversitĂ  di Sassari (Dipartimento di agraria e di ingegneria ambientale);
2) promuova, d’intesa con ENI Rewind e il Consorzio industriale, la predisposizione di un protocollo d’intesa (MoU) che definisca obiettivi, cronoprogramma, responsabilitĂ  e risorse finanziarie necessarie per la realizzazione del progetto pilota;
3) attivi immediatamente le procedure per la ricerca e l’accesso ai finanziamenti disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo, destinati a: adeguamento tecnologico degli impianti di depurazione per uso irriguo; realizzazione delle reti di distribuzione; sistemi di monitoraggio e controllo della qualitĂ  delle acque;
4) richieda ad ENI Rewind la partecipazione attiva al progetto come parte delle compensazioni ambientali dovute al territorio e come investimento strategico in linea con i principi ESG e la responsabilitĂ  sociale d’impresa;
5) sostenga in modo unitario e condiviso tale iniziativa in tutte le sedi istituzionali, affinchĂ© Porto Torres diventi il primo comune sardo “pilota” ad attuare concretamente un modello di riuso irriguo integrato, a beneficio del territorio, dell’agricoltura e dell’ambiente.

Cagliari, 5 novembre 2025

MOZIONE N. 80

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 80

PIZZUTO – CANU – CASULA – MANDAS – DERIU – PIANO – FUNDONI – CORRIAS – PILURZU – PISCEDDA – SOLINAS Antonio – SORU – SAU – PORCU – CAU – CIUSA – SERRA – MATTA – LI GIOI – SOLINAS Alessandro, per la sospensione del procedimento autorizzativo e l’individuazione di un sito alternativo per la realizzazione dell’impianto di smaltimento controllato per rifiuti speciali non pericolosi in localitĂ  Su Girì de sa Murta, frazione di Is Urigus, nel Comune di San Giovanni Suergiu.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– è in corso un procedimento per la costruzione e l’esercizio di un impianto di smaltimento controllato per rifiuti speciali non pericolosi, promosso dalla societĂ  Ekosarda Srl, localizzato in localitĂ  Su Girì de sa Murta, nei pressi della frazione di Is Urigus, su un’area precedentemente adibita a cava di argilla, caolino e bentonite;
– la cava, giĂ  autorizzata con concessione mineraria nel 1998 alla ditta “Monserrato”, è stata acquisita dal titolare della Ekosarda Srl con rogito notarile dell’11 agosto 2016;
– in data 5 gennaio 2018 la societĂ  Ekosarda Srl ha presentato istanza di coltivazione del giacimento, autorizzata con determinazione dell’Assessorato regionale dell’industria 20 dicembre 2018, n. 904;
– in data 14 febbraio 2025 la Ekosarda ha depositato presso la Regione la richiesta di autorizzazione per la realizzazione dell’impianto di smaltimento controllato per rifiuti speciali non pericolosi;
– la Regione, con nota prot. 5806 del 21 febbraio 2025, ha comunicato agli enti interessati l’avvio del procedimento di Valutazione di impatto ambientale (VIA) e Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), come previsto dalla normativa vigente;
– la richiesta è stata pubblicata solo il 25 luglio 2025 sull’albo pretorio del Comune di San Giovanni Suergiu, senza preventiva informazione pubblica o discussione in Consiglio comunale;

CONSIDERATO che:
– in data 30 luglio 2025 si è riunito il Consiglio comunale di San Giovanni Suergiu, su richiesta della minoranza, per discutere la questione dell’impianto di smaltimento;
– il Consiglio comunale ha espresso voto unanime contrario alla realizzazione dell’impianto, con il voto di tutti i consiglieri presenti;
– nel corso della seduta, la Sindaca Elvira Usai ha dichiarato di essere venuta a conoscenza del procedimento solo in data 25 luglio 2025;
– la Sindaca ha inoltre ammesso di aver trasmesso, nel settembre 2024, una richiesta alla Regione per l’inserimento del medesimo sito della cava tra le aree idonee all’installazione di impianti fotovoltaici, senza averne preventivamente informato il Consiglio comunale;
– successivamente, è emerso che il Comune aveva ricevuto la comunicazione regionale del 21 febbraio 2025 fornendola solo il 2 ottobre 2025, a seguito di richiesta di accesso agli atti;
– il 30 agosto 2025 l’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente ha annunciato l’avvio di una inchiesta pubblica, a seguito delle osservazioni presentate da cittadini, associazioni e dallo stesso Comune;

RILEVATO che:
– con comunicato del 19 ottobre 2025 l’amministratore delegato della Ekosarda Srl ha confermato di aver avuto:
a) un primo incontro informale con la Sindaca il 3 maggio 2023, durante il quale fu illustrata la linea generale del progetto;
b) un secondo incontro ufficiale in data 5 agosto 2024, alla presenza dell’Assessora comunale all’ambiente e di altri due Assessori, durante il quale fu consegnata una copia cartacea del progetto e discussi possibili ritorni economici per l’amministrazione comunale;
– tali elementi dimostrano che l’Amministrazione comunale era a conoscenza del progetto almeno dal 2023, in contraddizione con quanto pubblicamente dichiarato;

CONSIDERATO, inoltre:
– che il sito individuato si trova a breve distanza da centri abitati, aree agricole produttive, impianti sportivi e zone di pregio paesaggistico;
– che la realizzazione di un impianto di smaltimento di tali dimensioni risulta incompatibile con la vocazione agricola e turistica del territorio di San Giovanni Suergiu;
– la vicinanza con Carbonia, la Grande miniera di Serbariu e il Museo del carbone, siti storici e culturali di grande importanza;
– che la mancata trasparenza e la scarsa partecipazione informata della popolazione locale costituiscono una violazione dei principi di partecipazione democratica e buona amministrazione sanciti dal diritto nazionale e comunitario,

impegna la Giunta regionale e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente a:

1) sospendere immediatamente l’iter autorizzativo relativo al progetto dell’impianto di smaltimento in localitĂ  Su Girì de Sa Murta, fino alla piena verifica della correttezza procedurale e della conformitĂ  urbanistica e ambientale del sito;
2) individuare un sito alternativo per la localizzazione dell’impianto, in area non agricola, distante da insediamenti abitativi e in condizioni di maggiore sicurezza ambientale;
3) garantire la piena pubblicitĂ  e consultabilitĂ  di tutti gli atti del procedimento, incluse le comunicazioni tra amministrazioni, le relazioni tecniche e i pareri di conformitĂ ;
4) istituire un tavolo tecnico permanente Regione – Comune – Associazioni civiche per la definizione condivisa delle politiche di gestione dei rifiuti e per la pianificazione territoriale del Sulcis;
5) prevedere l’aggiornamento del Piano regionale dei rifiuti speciali, introducendo criteri di equitĂ  territoriale, tutela della salute pubblica e salvaguardia dei territori agricoli;
6) valutare, in accordo con la societĂ  Ekosarda Srl e con gli enti locali, la possibilitĂ  di destinare l’area mineraria di Su Girì de Sa Murta a progetti di bonifica e riconversione in strutture di turismo sportivo e sociale (piscine, campi polivalenti, aree attrezzate), quale alternativa sostenibile e di valorizzazione per la comunitĂ  di San Giovanni Suergiu.

Cagliari, 5 novembre 2025

INTERROGAZIONE N. 324/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Interrogazione n. 324/A

INTERROGAZIONE MAIELI – COCCIU – PIRAS, con richiesta di risposta scritta, in merito all’evidente ritardo nella liquidazione degli anticipi della PAC 2025, primo pilastro, e alla mancata erogazione degli anticipi delle misure CSR (biologico, benessere animale, indennitĂ  compensativa) in Sardegna.

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I sottoscritti,

PREMESSO che:
– il settore agricolo e zootecnico della Sardegna costituisce un pilastro fondamentale dell’economia regionale e dell’identitĂ  locale, con migliaia di aziende familiari che garantiscono presidio territoriale, tutela del paesaggio, produzione agroalimentare di qualitĂ  e mantenimento della coesione sociale nelle zone interne e rurali;
– negli ultimi anni gli agricoltori e gli allevatori sardi hanno subito un progressivo peggioramento delle condizioni economiche con un vertiginoso aumento dei costi delle materie prime, difficoltĂ  nell’accesso al credito, riduzione dei margini nei prezzi del latte e della carne, forte carenza di manodopera, gravissima crisi idrica con conseguente perdita di competitivitĂ  sui mercati;
– in tale contesto i pagamenti della Politica agricola comune (PAC) e le misure del Complemento regionale per lo sviluppo rurale (CSR) del nuovo periodo 2023-2027 non rappresentano un mero aiuto economico marginale, ma lo strumento essenziale di sopravvivenza finanziaria per la maggior parte delle aziende agricole e zootecniche sarde;
– in riferimento all’anno di domanda 2025, secondo le comunicazioni ufficiali, da parte delle istituzioni regionali, e le programmazioni operative, era prevista la liquidazione entro il mese di ottobre degli anticipi PAC, primo pilastro, per un importo stimato in circa 120 milioni di euro a favore di circa ventottomila e ottocento aziende agricole della Sardegna, al netto però dell’effettiva quantificazione dettagliata per la Regione;
– tuttavia, è emerso che solo una parte marginale delle somme e delle domande risulta al momento erogata o liquidata, mentre la maggior parte delle di aziende sono ancora escluse dal pagamento entro i tempi attesi;
– analoghe attese gravano sulle misure CSR, come il biologico, il benessere animale, l’indennitĂ  compensativa per zone svantaggiate/montane, per un importo stimato di circa 70 milioni di euro sulla base della programmazione regionale e nazionale, le quali però, al momento, non risultano essere state liquidate nei tempi previsti;
– i ritardi sembrerebbero correlati a problemi di funzionamento delle piattaforme informatiche utilizzate dall’Agenzia regionale per la gestione e l’erogazione degli aiuti in agricoltura (ARGEA) per l’istruttoria e la validazione, in particolare nell’interazione tra il sistema regionale e quello nazionale dell’Agenzia per le erogazioni in agricoltura (AGEA), nonchĂ© all’affidamento alla societĂ  Leonardo Spa per lo sviluppo del nuovo sistema informativo regionale, i cui rallentamenti e anomalie operative appaiono aver influito pesantemente e negativamente sulla capacitĂ  di validazione ed emissione dei mandati di pagamento;
– non è stato fino ad oggi chiarito con trasparenza se i ritardi discendano da carenze organizzative interne ad ARGEA, da difficoltĂ  tecniche imputabili alla societĂ  Leonardo Spa, da procedure di controllo e coordinamento di AGEA oppure da tutte le suddette cause congiuntamente;
– la totale assenza di una comunicazione chiara e trasparente, da parte dei preposti, ha contribuito ad alimentare allarme, incertezza e sfiducia tra gli agricoltori, gli allevatori e le loro rappresentanze professionali e cooperative;
– quando una pubblica amministrazione non è in grado di garantire l’ordinaria amministrazione dei pagamenti della PAC si pone in discussione uno dei livelli minimi di affidabilitĂ  istituzionale verso il settore agricolo regionale;

VISTO:
– il regolamento (UE) 2021/2115 del Parlamento europeo e del Consiglio del 2 novembre 2021 (recante norme sul sostegno ai piani strategici che gli Stati membri devono redigere nell’ambito del-la politica agricola comune (piani strategici della PAC) e finanziati dal Fondo europeo agricolo di garanzia (FEAGA) e dal Fondo europeo agricolo per lo sviluppo rurale (FEASR) e che abroga i regolamenti (UE) n. 1305/2013 e (UE) n. 1307/2013), che istituisce il nuovo organo normativo del-la PAC per il periodo 2023-2027;
– la circolare dell’AGEA n. 72890 del 22 settembre 2025 (Anticipi PAC 2025 – Domande di aiuto per gli interventi dei pagamenti diretti e in ambito sviluppo rurale – interventi SIGC), che disciplina il pagamento degli anticipi della domanda unica 2025, erogabili a partire dal 16 ottobre 2025 fino al 30 novembre 2025;
– la comunicazione dell’AGEA “PAC, Agea liquida l’anticipo della campagna 2025 e non solo”, che riferisce che al 22 ottobre 2025 risultavano erogati quasi 71 milioni di euro per la domanda unica 2025 a favore di ottantanove mila e settecento novantasei beneficiari;
– la pagina ufficiale “Gestione finanziamenti” dell’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale che dichiara che ARGEA ha autorizzato il pagamento del primo anticipo della do-manda unica 2025 con Kit n. 1 approvato con determinazione n. 5638 del 29 ottobre 2025;
– che ad oggi molti operatori agricoli in Sardegna lamentano la mancata erogazione dei pagamenti non solo della PAC, ma delle misure CSR e dell’indennitĂ  biologica;

CONSIDERATO che:
– la Regione, attraverso l’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale e la sua Agenzia ARGEA, in qualitĂ  di organismo pagatore regionale, riveste un ruolo chiave nel garantire l’istruttoria, la validazione e la liquidazione degli anticipi PAC e delle misure CSR nel rispetto dei termini previsti a livello comunitario e nazionale;
– la mancata tempestiva liquidazione degli anticipi determina gravi problemi di liquiditĂ  per le aziende agricole e zootecniche sarde, le quali si trovano a dover continuare a sostenere spese ordinarie e straordinarie senza ricevere quanto loro spettante, con evidente aggravio del rischio di insolvenza o riduzione dell’attivitĂ ;
– il ritardo sistematico, rispetto agli altri territori a livello nazionale e rispetto alle stesse disposizioni normative nazionali ed europee, contribuisce a generare una situazione di svantaggio competitivo per le imprese sarde, in quanto esse non beneficiano in tempo utile delle misure che dovrebbero fungere da sostegno immediato;
– la dichiarazione di ARGEA del 29 ottobre 2025, determinazione 5638, appare tardiva rispetto alle aspettative degli operatori e lascia ancora dubbi circa l’effettiva copertura dell’intero target inizialmente programmato;
– pur essendo prevista dalla normativa nazionale la possibilitĂ  di erogare fino al 70 per cento degli anticipi della PAC, la Sardegna resta indietro rispetto alla media nazionale, generando un effetto disincentivante per chi lavora con serietĂ  nel settore;
– la trasparenza, la comunicazione chiara e l’assunzione delle responsabilitĂ  sono elementi imprescindibili per la credibilitĂ  delle istituzioni nei confronti dei cittadini e degli operatori economici, e non appaiono al momento adeguatamente garantiti;
– non è accettabile che, nel 2025, un’intera Regione resti “in attesa di un atto amministrativo che ancora non arriva” dalla Leonardo Spa, senza che vi sia una pubblica e articolata spiegazione delle cause e dei tempi certi di risoluzione;
– pertanto, risulta necessario intervenire con urgenza per delineare un cronoprogramma dettagliato, assegnare responsabilitĂ  e assicurare che tutte le domande ammissibili vengano liquidate entro tempi definiti, senza rinvii o ambiguitĂ ;

EVIDENZIATO che:
– la circolare AGEA n. 72890 del 2025 definisce l’avvio del pagamento anticipato della domanda unica 2025 dal 16 ottobre 2025 al 30 novembre 2025;
– al 22 ottobre 2025 a livello nazionale sono stati erogati quasi 71 milioni di euro a favore di ottantanove mila e settecento novantasei beneficiari per la domanda unica 2025;
– ARGEA ha comunicato che il Kit n. 1 è stato approvato il 29 ottobre 2025, con determinazione n. 5638, per il pagamento del primo anticipo;
– numerosi operatori agricoli in Sardegna segnalano il mancato pagamento degli anticipi PAC, del biologico e delle misure CSR, con evidenti ritardi rispetto alle aspettative;
– benchĂ© la normativa nazionale e comunitaria preveda l’erogazione anticipata per supportare la liquiditĂ  delle aziende agricole, la realtĂ  operativa regionale sarda appare in forte ritardo e piena di incertezze;

ACCLARATO che:
– la Regione ha l’obbligo istituzionale, tramite l’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale e ARGEA, di garantire la piena attuazione delle misure della PAC e del CSR 2023-2027, conformemente agli articolati normativi europei e nazionali in materia;
– la domanda unica per la campagna 2025 rappresenta l’elemento centrale per l’accesso agli aiuti diretti, primo pilastro, della PAC, e la mancata tempestiva erogazione degli anticipi compromette la fiducia degli operatori verso il sistema pubblico di sostegno;
– la dilatazione dei tempi non può essere piĂą giustificata solo con “problemi tecnici” o “ritardi in-formatici”, senza che sia fornita una puntuale rendicontazione e responsabilizzazione degli enti coinvolti quali AGEA, ARGEA, la societĂ  affidataria dei sistemi informativi Leonardo Spa e, altresì, senza che vengano fornite tabelle aggiornate di performance e stato dei pagamenti;
– è indispensabile ristabilire prima possibile la credibilitĂ  dell’istituzione regionale nei confronti degli agricoltori e allevatori sardi, mostrando non solo disponibilitĂ  ma risultati concreti e misurabili;
– la mancata predisposizione di un cronoprogramma pubblico degli sbloccati e dei pendenti, cosa che appare finora non avvenuta, costituisce un deficit operativo e comunicativo inaccettabile, specie nel settore primario che richiede certezze;

RITENUTO che:
– l’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale competente in materia, quale organo di indirizzo e controllo della Regione, debba esercitare la propria funzione di vigilanza e stimolo affinchĂ© venga garantita la piena e tempestiva liquidazione degli anticipi PAC e delle misure CSR, senza ulteriori ritardi;
– sia necessario disporre un’azione correttiva straordinaria, accompagnata da una trasparenza totale verso gli operatori del settore agricolo e zootecnico, affinchĂ© la fiducia venga ristabilita e le imprese non restino abbandonate in una attesa indefinita;
– la mancata erogazione degli anticipi, oltre al danno economico immediato per le aziende, costituisce una perdita strategica per il sistema agro-zootecnico della Sardegna, con rischi concreti di fragilitĂ  territoriale e riduzione del presidio nelle zone interne e marginali;
– il presente atto di interrogazione sia funzionale non solo a conoscere lo stato effettivo dei pagamenti, ma anche a stimolare la Regione ad una azione concreta, rapida e tracciabile, con l’obiettivo di porre fine alla situazione di stallo,

chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:
1) quali siano le cause esatte, puntuali e documentate che hanno determinato il ritardo nell’erogazione degli anticipi della domanda unica 2025 del primo pilastro della PAC nella Regione;
2) quante domande, effettivamente istruite, validate e mandate in pagamento risultino, al giorno della presente interrogazione, nella Regione, con indicazione del numero delle domande, dell’importo complessivo liquidato, dell’importo complessivo ancora da liquidare e del numero di aziende beneficiarie rimaste ancora in attesa;
3) quale sia la parte di responsabilitĂ  diretta dell’organismo pagatore regionale ARGEA, in termini di procedure, risorse, organizzazione, nel verificarsi del ritardo;
4) se siano state riscontrate disfunzioni o inadempienze imputabili alla societĂ  Leonardo Spa, nell’ambito dell’appalto per lo sviluppo del sistema informativo regionale, e in che misura tali disfunzioni abbiano inciso sul blocco o rallentamento dei pagamenti;
5) quali misure straordinarie e immediate l’Assessorato regionale dell’agricoltura e riforma agro-pastorale intenda adottare per garantire lo sblocco dei pagamenti entro tempi certi, rapidi e verificabili, e ristabilire la liquiditĂ  alle aziende agricole e zootecniche in sofferenza;
6) entro quale data precisa e non ulteriormente rinviabile sarĂ  completata la liquidazione integrale:
a) degli anticipi PAC, primo pilastro, campagna 2025;
b) degli anticipi delle misure CSR (biologico, benessere animale, indennitĂ  compensativa per zone svantaggiate/montane);
7) se non ritenga necessario convocare urgentemente un tavolo pubblico con le organizzazioni agricole, gli allevatori, le cooperative, le organizzazioni di produttori (OP), le associazioni di categoria e i tecnici professionisti, al fine di comunicare in modo trasparente lo stato di fatto degli avanzamenti e le azioni correttive programmate, evitando che gli operatori restino, come ormai purtroppo accade, in balìa dell’incertezza.

Cagliari, 6 novembre 2025

Statutaria, in commissione Speciale gli enti locali e il rettore di Cagliari

Prosegue il cammino della Commissione speciale sulla legge statutaria e sulle norme di attuazione dello Statuto speciale presieduta dal presidente Piero Comandini. Nella seduta di giovedì sono stati auditi il rettore di Cagliari, Francesco Mola e le organizzazioni di rappresentanza degli enti locali, da Anci ad Asel, oltre al Consiglio delle autonomie locali. La seduta ha fornito nuovi spunti per il lavoro della commissione, che tornerà a riunirsi giovedì prossimo.
Per Daniela Falconi, presidente di Anci Sardegna, “”non siamo davanti a un passaggio tecnico ma a una scelta di prospettiva. Serve una vera Costituzione del popolo sardo, adeguata a oggi e che riconosca maggiori poteri ai cittadini. Nel nuovo Statuto vanno riaffermate le ragioni della specialità e dobbiamo anche essere nelle condizioni di autodeterminarci in tanti ambiti”. Per la rappresentante di Anci “i Comuni chiedono inoltre un ruolo stabile nella conferenza con lo Stato e la Regione oltre a un sistema di perequazione interna tra i comuni stessi”. Sulla legge elettorale, poi, “deve essere garantita l’effettiva rappresentanza di tutti i territori e degli under 30, non soltanto il peso demografico delle grandi città”.
A seguire Rodolfo Cancedda (Asel) ha annunciato l’invio alla commissione di un documento “con le osservazioni più importanti” e intanto ha segnalato il limite di “una continuità territoriale e di una sanità che non funzionano”. Per Carlo Melis, in rappresentanza dell’Aiccre, “nel nuovo Statuto dovrà essere ribadito il ruolo che la Sardegna intende avere con l’Europa posto che all’Europa degli Stati noi preferiamo l’Europa dei popoli e delle Regioni. Una cosa è certa, la Sardegna da sola non è in grado di risolvere i suoi problemi”.
Ancora ha preso la parola Graziano Milia, sindaco di Quartu e presidente di Ali Sardegna, che ha citato Renzo Laconi in un passaggio dei lavori dell’a Costituente. “Laconi sosteneva che le ragioni dell’autonomia non si fondassero soltanto sulla nostra arretratezza economica ma anche sulla nostra identità, storia e lingua. Una riflessione ancora attuale, che possiamo condividere senza contrapposizioni tra le parti”. Per Milia “bisogna riconoscere che abbiamo una regione vecchia, che non si può aggiustare ma si deve rifare proprio. Sia chiaro: non è in crisi la Sardegna ma sono in crisi tutte le democrazie occidentali e serve per questo un grande patto tra la Regione e gli enti locali”.
Soddisfatto il presidente Comandini che ha esaltato l’impegno di tutte le forze politiche nel complesso lavoro di ascolto per la redazione della nuova legge statutaria e della forma di governo della Regione.
Per ultimo il rettore di Cagliari, Francesco Mola, ha esaltato “il rapporto assolutamente positivo tra Regione e Ateneo, chec collaborano in modo chiaro e riconosciuto e l’università diffusa ne è un esempio concreto. Poi il professor Mola ha aggiunto: “Quando formiamo un medico, ad esempio, la ricaduta si misura su su tutta la società sarda”.
Giovedì prossimo la commissione tornerà a riunirsi, l’orario non è stato comunicato.