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Resoconto della seduta n. 415 del 25/06/2013

CDXV SEDUTA

Martedì 25 giugno 2013

Presidenza della Presidente LOMBARDO

La seduta è aperta alle ore 16 e 32.

SECHI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 15 maggio 2013 (406), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Tarcisio Agus, Efisio Arbau, Francesco Mula, Carlo Sanjust e Angelo Stochino hanno chiesto congedo per la seduta del 25 giugno 2013.

Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che, in data 24 giugno 2013, è pervenuta la comunicazione del Presidente della Regione che, con decreto numero 82 del 13 giugno 2013, ha prorogato in via provvisoria l'esercizio delle funzioni di Assessore dei trasporti già assunte dal medesimo Presidente con il decreto numero 52 del 14 marzo 2013.

Annunzio di presentazione di disegno di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stato presentato il seguente disegno di legge:

"Interventi urgenti". (533)

(Pervenuto il 21 giugno 2013 e assegnato alla terza Commissione.)

Annunzio di presentazione di proposta di legge

PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:

Sanna Matteo:

"Proroga dei termini per la presentazione delle istanze per la realizzazione degli interventi di cui alla legge regionale n. 4 del 2009 e successive modifiche ed integrazioni". (532)

(Pervenuta il 19 giugno 2013 e assegnata alla quarta Commissione.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interrogazione BRUNO, con richiesta di risposta scritta, sul futuro delle società in house". (1151)

"Interrogazione FLORIS Vincenzo - DIANA Giampaolo - SABATINI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione di una nuova prima classe, presso il Liceo delle scienze umane e economico-sociale - liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro, per l'anno scolastico 2013/2014". (1152)

"Interrogazione ZUNCHEDDU - COCCO Daniele Secondo - SECHI - CUGUSI, con richiesta di risposta scritta, sulle palesi violazioni e omissioni riscontrate in merito alla realizzazione dell'ennesimo impianto a biogas in Sardegna, con particolare riferimento all'impianto di cogenerazione di energia elettrica da fonti rinnovabili (scarti freschi di macellazione) nel Comune di Simaxis". (1153)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Interpellanza FLORIS Vincenzo - DIANA Giampaolo - SABATINI, sulla mancata attivazione delle procedure di reimpiego del personale dei Centri servizi per il lavoro, dei Centri servizi per l'inserimento lavorativo e delle Agenzie di sviluppo locale". (433)

"Interpellanza SABATINI sui ritardi nell'attivazione del servizio di emodinamica del Presidio ospedaliero Nostra Signora della Mercede di Lanusei". (434)

"Interpellanza ARBAU alla Giunta regionale affinché precisi se sia a conoscenza delle problematiche inerenti la soppressione delle sezioni distaccate di Macomer e Sorgono del Tribunale di Oristano e quali siano i provvedimenti che intende assumere". (435)

"Interpellanza SANNA Gian Valerio - SABATINI - COZZOLINO sulle misure di sicurezza adottate intorno alla sede della Presidenza della Regione". (436)

"Interpellanza BRUNO sull'attuazione del Programma "Ritornare a casa"". (437)

Annunzio di mozioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle mozioni pervenute alla Presidenza.

SECHI, Segretario:

"Mozione DIANA Giampaolo - SANNA Gian Valerio - COCCO Daniele Secondo - AGUS - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUGUSI - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SALIS - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - SORU - ZUNCHEDDU sulla mancata attuazione della zona franca, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (265)

"Mozione SANNA Matteo - RODIN sullo stadio del 'Cagliari calcio'". (266)

"Mozione MULA - MELONI Francesco - COSSA - FOIS - DEDONI - PISANO - CUCCUREDDU - MULAS - SANNA Paolo Terzo - SANNA Matteo - ARTIZZU - PITTALIS - AMADU - RANDAZZO - PIRAS - TOCCO - FLORIS Rosanna - GALLUS - LOCCI - SANJUST - PETRINI in materia di attivazione di punti e zone franche nel territorio della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento". (267)

Continuazione della discussione e dell'articolato e approvazione del Testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" (1/STAT, 2/STAT, 5/STAT, 6/STAT, 8/STAT, 11/STAT, 7/STAT (PARTE I), 9/STAT (PARTE I), 12/STAT (PARTE I), 13/STAT (PARTE I). (PARTE I/B - STRALCIO)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del Testo unificato "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna", Parte I/B - Stralcio.

Ha domandato di parlare la consigliera Greco, relatrice. Ne ha facoltà.

GRECO (P.d.L.), relatrice. Presidente, visto quanto è accaduto nella precedente seduta consiliare, rassegno le dimissioni dal mio incarico di relatrice della legge elettorale.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Greco.

Comunico all'Aula che possiamo proseguire perché comunque la Commissione non aveva espresso parere sugli emendamenti, ci si rimetteva all'Aula e in ogni caso è presente il Vicepresidente della Commissione.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, unitamente ai colleghi Moriconi, Sabatini e Cozzolino, ho presentato un emendamento sostitutivo dell'emendamento numero 15, vorrei chiederle le ragioni per le quali non l'ho trovato agli atti.

PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, gli emendamenti che sono stati presentati sulla doppia preferenza di genere sono stati ritenuti inammissibili dalla sottoscritta per due ordini di motivi. In base all'articolo 84, comma 16, del Regolamento, non possono essere proposti, sotto qualsiasi forma, articoli aggiuntivi o emendamenti che siano in contrasto con quanto già deliberato dal Consiglio sullo stesso provvedimento.

Colleghi! Vorrei un attimo di attenzione da parte dell'Aula per cortesia perché così poi evitiamo di ripeterci! L'articolo così segue: "Il Presidente, previa lettura, decide inappellabilmente".

Il Consiglio, votando l'emendamento numero 13, che faceva riferimento alle modalità di votazione dell'articolo 2 della legge numero 43, aveva già espresso la sua volontà; nell'articolo 2 della legge numero 43, colleghi, è prevista l'espressione di una sola preferenza, quindi si esclude la doppia preferenza di genere. Poi il Consiglio ha votato consapevolmente perché, nel corso della discussione sull'emendamento e sull'articolo collegato, è stato sollevato il problema riguardante il fatto che l'approvazione dell'emendamento numero 13 avrebbe fatto decadere… onorevole Dedoni!

DEDONI (Riformatori Sardi). Chiedo scusa!

PRESIDENTE. Grazie. Dicevo che avrebbe fatto decadere tutti gli emendamenti riguardanti la doppia preferenza di genere, sia quelli sostitutivi parziali che quelli aggiuntivi. Per cui, essendo stata così espressa la volontà del Consiglio, non possiamo mettere in votazione un qualcosa che contrasti con quella volontà.

In più, l'emendamento è inammissibile anche in base all'articolo 84, comma 4 bis, secondo il quale gli emendamenti all'emendamento devono essere strettamente connessi. L'emendamento dell'onorevole Soru interviene nella fase dell'attribuzione dei seggi, lo stesso onorevole Soru quando è intervenuto in aula ha detto che la doppia preferenza di genere non lo convinceva e che, alternativamente, proponeva un'altra soluzione. La doppia preferenza di genere riguarda le modalità di votazione, quindi sono due cose alternative, non strettamente connesse, per cui la Presidenza, confortata anche dal parere degli Uffici, ha espresso parere di inammissibilità, come recita l'articolo del Regolamento, cioè: "Il Presidente, previa lettura, decide inappellabilmente". Quindi non si apre discussione sulla questione, ognuno potrà fare poi le sue valutazioni politiche nel corso della discussione.

(Interruzione)

No! Non si apre discussione su questo! Lei mi ha chiesto di darle una spiegazione, gliel'ho data, ma non è prevista la discussione su questa questione a norma di Regolamento!

(Interruzione)

No, nessuna opinione differente! La questione è stata approfondita, le norme regolamentari non si interpretano a seconda della convenienza del momento! Mi ha chiesto una spiegazione, gliel'ho data, non è ammesso il dibattito su questo!

(Interruzione)

Onorevole Cuccu, quando discuteremo l'articolo, al quale stato presentato l'emendamento dell'onorevole Soru, lei potrà intervenire nella discussione ed esprimere le sue valutazioni difformi da quelle della Presidenza, ma non intendo, perché il Regolamento non lo consente, aprire una discussione sul giudizio di ammissibilità.

Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, quel termine "inappellabile", ascritto alla potestà del Presidente, taglia la testa al toro, anche se alcune perplessità alla sua giustificazione le lascia sostanzialmente integre.

Voglio porre un altro problema, relativamente all'inammissibilità dell'emendamento numero 13.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Salis, non possiamo entrare nel merito di cose già approvate dal Consiglio, nel caso l'avrebbe dovuto fare, gliel'ho già detto, nella scorsa seduta; quindi non può rientrare sull'ammissibilità dell'emendamento numero 13.

SALIS (Gruppo Misto). Se lei mi consente…

PRESIDENTE. No, non le consento!

SALIS (Gruppo Misto). Ma ho già posto il problema nella seduta scorsa…

PRESIDENTE. Faccia la proposta sull'ordine dei lavori ma non sull'ammissibilità di un emendamento già approvato dal Consiglio!

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, non ho avuto alcuna risposta!

PRESIDENTE. Onorevole Salis, le tolgo la parola!

SALIS (Gruppo Misto).L'ho posto la volta scorsa…

PRESIDENTE. L'ha posto dopo che è stato votato dal Consiglio, lo doveva porre prima! Lei era assente dall'aula!

(Interruzione del consigliere Salis)

PRESIDENTE. Onorevole Salis, le tolgo la parola!

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, anch'io sono firmatario di un emendamento della stessa natura, insieme ai colleghi Diana e Agus, non mi dilungo perché ho capito la sua risposta.

PRESIDENTE. Faccia la proposta sull'ordine dei lavori, prego.

PORCU (P.D.). La proposta è chiedere che l'emendamento che ho presentato con il collega Diana e Agus, sempre emendamento all'emendamento numero 15, possa essere riammesso.

PRESIDENTE. Ho già dato la mia risposta, onorevole Porcu.

Continuazione della discussione dell'articolato e approvazione del testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna" (1/STAT, 2/STAT, 5/STAT, 6/STAT, 8/STAT, 11/STAT, 7/STAT (PARTE I), 9/STAT (PARTE I), 12/STAT (PARTE I), 13/STAT (PARTE I). (PARTE I/B - STRALCIO)

PRESIDENTE. Procediamo con l'esame dell'articolo 32, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 32 e dei relativi emendamenti:

Art. 32

Ripartizione dei seggi e premio di maggioranza

1. Compiute le operazioni di cui all'articolo 31, nel collegio unico regionale si verifica la percentuale di voti ottenuti dalla coalizione o dal gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto, calcolata sul totale dei voti validi ottenuti da tutte le coalizioni e i gruppi di liste non coalizzati che hanno superato la percentuale di sbarramento.

2. Qualora tale percentuale sia inferiore al 60 per cento, si assegna alla coalizione o al gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto:

a) il 60 per cento dei seggi del Consiglio regionale se la coalizione o il gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto hanno ottenuto più del 45 per cento;

b) il 55 per cento dei seggi del Consiglio regionale se la coalizione o il gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto che hanno ottenuto una percentuale compresa tra il 31 ed il 45 per cento.

3. I seggi restanti dopo l'attribuzione dei seggi assegnati alla coalizione o al gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto sono ripartiti tra tutti gli altri gruppi di liste ammessi all'attribuzione dei seggi, secondo il calcolo di cui all'articolo 33 bis.

4. Nel calcolo dei seggi di cui ai commi da 1 a 3 sono compresi i due attribuiti ai sensi dell'articolo 30.

5. Nel calcolo delle percentuali e nel calcolo dei seggi si tiene conto delle cifre decimali fino alla seconda e si arrotonda all'unità più vicina.

6. Qualora la percentuale di cui al comma 1 sia pari o superiore al 60 per cento, ovvero non superi il 30 per cento, tutti i seggi, detratto il seggio attribuito al Presidente eletto, sono ripartiti proporzionalmente tra tutti i gruppi di liste ammessi al riparto con le modalità di cui all'articolo 33 ter.

EMENDAMENTO sostitutivo parziale DIANA Giampaolo - AGUS - PORCU.

Articolo 32

Al comma 2 lettera a) la cifra "45" è sostituita dalla cifra "40"

Al comma 2 lettera b) la cifra "31" è sostituita dalla cifra "30"; la cifra "45" dalla cifra "40". (9)

EMENDAMENTO all'emendamento numero 9 sostitutivo totale DIANA Giampaolo - AGUS - PORCU.

Articolo 32

L'emendamento n. 9 è sostituito dal seguente: Al comma 2 della lettera a) la cifra "45" è sostituita dalla cifra "40";

Al comma 2 della lettera b) la frase "compresa tra il 31 e 45 per cento" è sostituita da "al di sotto del 40 per cento".

Al comma 6 sono soppresse le parole: ", ovvero non superi il 30 per cento,". (21)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 9 sostitutivo totale PISANO - MELONI Francesco - FOIS - MULA - DEDONI - COSSA.

Articolo 32

L'emendamento n.9 all'art. 32 è sostituito dal presente:

- nella lettera b) al comma 2 dell'articolo 32 le parole "compresa tra il 31 ed il 45 per cento" sono sostituite dalle seguenti: "non superiore al 45 percento"

- al comma 6 dell'articolo 32 le parole ", ovvero non superi il 30 per cento," sono soppresse. (22).)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, torneremo anche sull'argomento che riguarda la doppia preferenza di genere e al fatto che non sia stata ammessa (come emendamento all'emendamento all'articolo 36) la possibilità di reintrodurla; ci torneremo e spero anche, Presidente, che ci sia la possibilità, come è successo altre volte da parte di questo Consiglio, di approfondire l'argomento e lasciare che sia l'Aula a esprimersi. Senza togliere nulla alla sua autorevolezza, senza togliere nulla alla sua valutazione, credo però che l'argomento sia rilevante e insista a tal punto, anche sulla sostenibilità stessa di questa legge, da meritare un pronunciamento del Consiglio, poi ovviamente lei avrà l'ultima parola ma ci consentirà di esprimere anche la nostra valutazione.

Per quanto riguarda l'articolo 32, invece, credo che ci voglia da parte dell'Aula una certa attenzione. L'articolo 32 definisce un aspetto molto importante che è la garanzia di governabilità, ovvero il premio di maggioranza che viene assegnato alla coalizione collegata con il Presidente proclamato eletto. Nel testo che ci è stato proposto (testo che è stato esitato dalla Commissione), nell'ultima versione, si richiede, per raggiungere il 60 per cento dei seggi, una votazione complessiva delle liste pari al 45 per cento. Ora, se questo non avviene e si sta al di sotto del 45 per cento, il premio di maggioranza è ridotto al 55 per cento; i calcoli sono presto fatti, stiamo sostanzialmente parlando, nel caso altamente probabile nel quale si confrontino tre o più coalizioni o tre o più gruppi di liste, come avverrà fatalmente, anche per le recenti affermazioni elettorali del Movimento 5 Stelle, di scrivere già in legge oggi che chi andrà a vincere, chiunque esso sia… Presidente, capisco… riesco a parlare ugualmente, ma…

PRESIDENTE. Ha ragione, onorevole Porcu. Colleghi! Prego.

PORCU (P.D.). La ringrazio, Presidente. Dicevo che stiamo andando a scrivere in legge che la coalizione vincitrice dovrebbe governare con 33 seggi contro 27. Voi capite bene che, nel caso ci fossero assessori politici, non avendo ancora definito l'incompatibilità tra consigliere regionale e assessore, o per qualsiasi motivo, anche legato a impegni istituzionali, la maggioranza sarebbe fatalmente una maggioranza assai labile.

PRESIDENTE. Colleghi, scusate! Vorrei far presentare a chi siede nell'ultima fila che purtroppo c'è un effetto rimbombo della voce e quindi si sente tutto, per cui vi pregherei di usare toni diversi. Prego onorevole Porcu.

PORCU (P.D.). Presidente, la ringrazio. Quindi si troverebbe a governare con un numero di consiglieri, costituenti questa maggioranza, estremamente esiguo che di fatto renderebbe difficilmente governabile questo Consiglio regionale e darebbe scarse possibilità alla coalizione vincitrice di introdurre un programma riformatore valido.

Riflettiamo su che cosa è successo in questa legislatura, dove c'è stata una maggioranza anche esagerata, 53 contro 27, e vediamo poi che cosa è successo lungo la strada, anche per motivi politici che sono stati plausibili, come il distacco da parte del Gruppo Sardista, le posizioni differenziate da parte degli stessi Riformatori, le spaccature avvenute in seno al gruppo di maggioranza del P.d.L., eccetera; insomma, vediamo quello che succede in una legislatura, anche per motivi politici, allora possiamo dire che stiamo scrivendo oggi che non sarà garantita la governabilità nella prossima legislatura.

Siccome oggi siamo nelle condizioni di non sapere chi vincerà e quindi nessuno di noi ha alcuna certezza, anzi credo che lo scenario, da qui a febbraio o prima di febbraio, sia estremamente incerto, credo che dovremmo assumerci la responsabilità di riflettere e di rivedere questa soglia del 45 per cento per cancellarla o per riportarla almeno (come proponiamo nell'emendamento numero 21 all'articolo 32, che è un emendamento sostitutivo parziale, non totale) al 40 per cento, che è una soglia sempre molto elevata.

Se andiamo a vedere quello che è successo alle ultime politiche, troviamo che i due schieramenti principali sostanzialmente si sono attestati intorno al 30 per cento, quindi c'erano tre schieramenti intorno al 30 per cento, i due principali più quello legato al Movimento 5 Stelle, cioè una soglia sempre molto elevata, ma una soglia che diciamo potrebbe essere tale da favorire degli accorpamenti e renderla così in qualche modo raggiungibile. Non è materia su cui ci possiamo permettere di glissare. Noi sappiamo che, anche in questa legislatura, certamente per demerito della maggioranza, ma soprattutto del Presidente della Regione, poco o nulla si è fatto in tema di riforme, scarsissima è stata la capacità della Giunta e della maggioranza intorno alla Giunta di portare avanti un processo riformatore; ma partire già sapendo che non sarà possibile, credo che non sia rendere un buon servizio non a una qualsiasi parte politica, ma non sia rendere un buon servizio alla Sardegna.

Quindi, nell'emendamento numero 21, proponiamo due cose: uno, di abbassare la soglia per il premio di maggioranza dal 65 per cento al 40 per cento; poi di cancellare la soglia minima del 30 per cento. Perché, anche trovarci nella situazione di partecipare a una elezione dove magari qualcuno raggiunge il 29, 9 per cento e nessuno può raggiungere la maggioranza, costringendo, anche in questo Consiglio a improbabili e difficilissime larghe intese, a nuove elezioni magari nel giro di poco tempo, credo che non sarebbe rendere un buon servizio alla Sardegna.

Mi auguro, vista la situazione in cui ci troviamo oggi, cioè di non sapere chi vincerà e di poter essere terzi rispetto alla prospettiva di consegnare comunque alla Sardegna un governo con una maggioranza, risicata nel caso si stia sotto il 40 per cento, e consistente, importante, sufficiente, anche se non elevatissima, perché stiamo parlando di 36 a 24 nel caso di 60 consiglieri, quindi comunque una maggioranza molto più ridotta rispetto a quella che avete avuto voi oggi, ecco, credo che trovarci in questa situazione, di essere terzi e di pensare a quello che è più utile alla Sardegna, ci possa consentire di tornare sull'argomento e accogliere l'emendamento numero 21, che interviene sull'articolo 32. In qualche modo garantisce alla Sardegna in tutti i casi una governabilità per poter avviare quelle riforme di cui certamente abbiamo bisogno, di cui la Sardegna ha bisogno e che certamente i sardi attendono.

PRESIDENTE. Onorevole Porcu, come ho già detto prima, le norme non si interpretano a seconda della convenienza del momento. Lei ha richiamato le volte in cui l'Aula è stata chiamata a esprimersi in appello sulle decisioni del Presidente, ma perché quelle fattispecie erano contemplate dal Regolamento. Questo non è il caso, perché ho ricordato prima l'articolo 84 comma 16, che recita: "Il Presidente, previa lettura, decide inappellabilmente".

Comunico che il consigliere Angelo Stochino è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, stiamo parlando dell'articolo 32: ripartizione dei seggi e premio di maggioranza. Allora, per quanto riguarda la ripartizione dei seggi e il premio di maggioranza, l'articolo che è stato esitato dalla Commissione prevede una serie di operazioni assolutamente incompatibili con il testo dell'emendamento che è stato approvato e che fa riferimento all'articolo 2 della legge numero 43 del 1995. Il quale articolo 2 prevede che, nella scheda di votazione, "entro un apposito rettangolo", debba essere definito "il contrassegno di ciascuna lista provinciale"; inoltre, riporto le parole dell'articolo: "alla destra di tale rettangolo è riportato il nome e cognome del capolista della lista regionale collegata, affiancato dal contrassegno o dai contrassegni della medesima lista regionale. Il primo rettangolo, nonché il nome e cognome del capolista della lista regionale…" eccetera eccetera. Voglio dire: è una serie di indicazioni su modalità di voto e scheda elettorale assolutamente in contrasto con tutta la legge che la Commissione ha esitato. Assolutamente in contrasto! Non capisco come sia possibile far decadere emendamenti che sono collegati a una questione altamente importante dal punto di vista etico e fortemente…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, stiamo discutendo l'articolo 32…

SALIS (Gruppo Misto). Io sto parlando dell'articolo 32!

PRESIDENTE. No, non sta parlando adesso dell'articolo 32, perché sta facendo riferimento…

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, sto parlando delle conseguenze…

PRESIDENTE. Lei era assente quando abbiamo discusso l'articolo, l'emendamento numero 13 e tutti gli altri emendamenti collegati. Per cui, onorevole Salis, lei era assente, si ricordi!

SALIS (Gruppo Misto). Sto parlando delle conseguenze che, sull'articolo 32, ha l'emendamento numero 13, approvato nella scorsa seduta, perché io lo considero una sottovalutazione forte di quell'argomento.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, prego intervenga sull'articolo 32!

SALIS (Gruppo Misto). Articolo 32: "Compiute le operazioni… nel collegio unico regionale si verifica la percentuale dei voti ottenuti dalla coalizione o dal gruppo di liste coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto...". Nella legge numero 43 del 1995, il Presidente viene eletto dal Consiglio regionale, non c'è l'elezione diretta nella legge numero 43 del 1995! Mi chiedo pertanto come sia possibile conciliare in maniera pasticciata l'emendamento numero 13, approvato nella scorsa seduta; tutti si sono concentrati solo sulla parte che prevedeva la preferenza di genere, ma l'emendamento numero 13, approvato a voto segreto nella scorsa seduta, parla anche della definizione della ripartizione dei seggi. E' un pasticcio micidiale! Chi ha votato a voto segreto pensando che si votasse solo per cancellare la preferenza di genere, ha preso un granchio pazzesco, perché ha cambiato completamente anche la procedura, la scheda elettorale, le modalità di voto, l'equilibrio tra il voto che deve essere espresso dagli elettori.

Ecco perché, Presidente, continuo (l'ho fatto già nella scorsa seduta e anche oggi) a ravvisare questo come una estrema lesione del lavoro compiuto in un anno e mezzo dalla Commissione. Noi abbiamo discusso per un anno e mezzo di legge elettorale, di modificare una legge elettorale in senso presidenzialista, con premi di maggioranza, poi alla fine le modalità di voto sulla scheda sono state definite dall'emendamento numero 13, e si parla di tutt'altra cosa! Mi permetto dunque di esprimere ancora forti perplessità sull'ammissibilità dell'emendamento numero 13, che è servito per bloccare la preferenza di genere, ma ha bloccato anche tutto il lavoro che la Commissione ha fatto!

Quindi ripropongo la necessità, Presidente, di una verifica dell'esito della votazione dell'emendamento numero 13, non già (e sarebbe di per sé un elemento assolutamente condannabile) per aver cancellato l'ipotesi della preferenza di genere, ma perché pone problemi serissimi di gestione di tutta la legge che stiamo discutendo, compreso l'articolo 32 che è in discussione adesso.

PRESIDENTE. Onorevole Salis, l'emendamento numero 13 era stato già valutato e non pone alcun problema. Le ricordo che lei era assente, ma io avevo fatto presente all'Aula che (poiché l'emendamento prevedeva che le modalità di votazione fossero quelle dell'articolo 2 della legge numero 43 del 1995, sottolineo "le modalità di votazione", non riportava integralmente il testo), in sede di coordinamento, si sarebbe adattato secondo quanto previsto dalla legge. L'adattamento riguarda soltanto le liste provinciali che si intendono liste circoscrizionali e i capolista della lista regionale e la lista regionale si riferisce al candidato alla Presidenza della Regione. Quindi, non viene stravolto il lavoro della Commissione, può stare tranquillo.

E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, intervengo sull'articolo 32. Non era mia intenzione, quando sono intervenuto sull'ordine dei lavori, metterla in difficoltà nella conduzione dell'Aula, però volevo dare il mio contributo su una interpretazione che, a mio avviso, è restrittiva del Regolamento. Quegli emendamenti sulla doppia preferenza di genere non sono stati votati, la volontà non è mai stata esplicitata da questa Aula contro la doppia preferenza di genere e oltretutto, proprio perché il riscritto articolo 27 è incoerente rispetto ad alcune norme che stavamo approvando, con l'approvazione successivamente del nostro emendamento sulla doppia preferenza di genere, sarebbe stato possibile coordinarlo, alla fine della legge, con tutto il resto della norma.

Quindi, il nostro intento è di migliorare questa legge, non sicuramente di peggiorarla, oltre che quello di aiutare a predisporre una legge che sia il più coerente possibile, e qui entro nel discorso dell'articolo 32. Anche l'articolo 32 contiene elementi, a mio avviso, di incoerenza rispetto alle norme che ci siamo dati. Intanto perché l'articolo 32 dovrebbe recepire (in parte lo fa) l'ordinamento che ormai ci siamo dati dagli anni '90 in poi, quando si decise, sull'altare della governabilità, di sacrificare spazi importanti di democrazia, riducendo le funzioni dei consigli comunali e delle assemblee elettive come questa, anche delle assemblee legislative, rispetto ai presidenti o ai sindaci, oltre che sacrificare spazi di democrazia rinunciando al proporzionale secco, che aveva caratterizzato la prima fase della nostra vita democratica, per andare verso un principio maggioritario. Quindi, si passò all'elezione diretta, dicevo, dei presidenti di regione, di provincia e dei sindaci e all'istituzione dei premi di maggioranza.

Presidente, Assessori e colleghi, anche questa dovrebbe essere una legge maggioritaria perché prevede, all'interno del nostro ordinamento, l'elezione diretta del Presidente e, allo stesso tempo, consente al Presidente eletto di avere un congruo premio di maggioranza per garantirgli la possibilità di governare in tutta tranquillità e di portare avanti il programma con il quale si è presentato agli elettori.

Però, rilevo alcune perplessità. A mio avviso, sono perplessità che potrebbero essere sciolte qualora accogliessimo alcuni emendamenti e andassimo a correggere l'articolo 32 in quelli che sono dei limiti, a mio avviso, importanti. Prima di tutto, perché modula il premio di maggioranza nei punti a) e b) del secondo comma, a seconda della percentuale della coalizione vincente, portando, nell'ipotesi b), nel secondo caso, nel caso in cui ci sia un voto della coalizione inferiore al 45 per cento, a 33 consiglieri di maggioranza e 27 di minoranza, quindi con limiti molto stretti che difficilmente garantirebbero la governabilità e, addirittura, nei commi successivi, al terzo e al sesto, ripristina il sistema proporzionale, qualora le coalizioni avessero o raggiungessero una percentuale inferiore al 30 per cento. Penso che, i commi 3 e 6, a mio avviso, siano in palese contrasto rispetto allo spirito della norma, perché lo spirito della norma è quello di garantire una maggioranza certa al Presidente direttamente eletto che risponde ai cittadini, come rispondono ovviamente anche i consiglieri, ma deve essere salvaguardato il principio di governabilità, invece la reintroduzione del proporzionale va in contraddizione rispetto allo spirito della legge.

Oltretutto, al punto b) c'è un altro limite, come dicevo, cioè la maggioranza esigua potrebbe non garantire la governabilità, perché 33 consiglieri su 27 mi sembrano pochini. Il rischio qual è? Il rischio è che noi consegniamo alla prossima legislatura l'ingovernabilità per le ragioni che elencavo prima, perchè abbiamo un quadro politico molto frastagliato e non siamo all'interno di un quadro politico bipolare che ovviamente metterebbe in sicurezza il principio della governabilità.

Non regge nemmeno l'obiezione che la Corte Costituzionale si sarebbe espressa già, o potrebbe esprimersi, rispetto alla legge nazionale per l'elezione del Parlamento. Alla Camera e al Senato siamo in un contesto completamente diverso, siamo in un contesto comunque proporzionale, siamo in un contesto nel quale il Presidente del Consiglio ottiene la fiducia delle Camere, questa possibilità che venga impugnata è già stata fugata quando sono state approvate le leggi per i comuni. Noi abbiamo una legge per i comuni, sotto i 15.000 abitanti, che consente un premio di maggioranza a qualsiasi coalizione ottenga un solo voto in più rispetto alle altre. Anche con il 25 per cento degli elettori si potrebbe avere la maggioranza assoluta in Consiglio per salvaguardare quel principio fondamentale, quindi prima il principio della governabilità nell'elezione diretta del sindaco e poi si salvaguarda il principio della rappresentanza.

Ecco, noi stiamo ribaltando perché, all'interno di un sistema maggioritario a elezione diretta, stiamo introducendo degli elementi di proporzionalità che non garantiscono governabilità. Penso che, se accolti gli emendamenti (ho visto l'emendamento numero 9, che modifica queste soglie ed esclude la soglia in basso), potremmo tenere fede allo spirito della norma.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pisano. Ne ha facoltà.

PISANO (Riformatori Sardi). Presidente, penso di poter esprimere, a nome dell'intero Gruppo, molta condivisione sulle considerazioni che ha fatto poco fa l'onorevole Cuccu, in relazione alla perplessità generale che genera l'articolo 32 com'è stato scritto. Un articolo che, probabilmente scritto in maniera affrettata, contiene appunto questo elemento totale di incoerenza e di irrazionalità riportando il sistema maggioritario, che è un sistema che non dovrebbe essere nemmeno discutibile, in un sistema proporzionale; cioè, al di sotto del 30 per cento, come percentuale dei voti riportata dalla coalizione vincente o dalla lista non coalizzata vincente, si arriva alla paradossale e incomprensibile situazione di una ingovernabilità regionale.

Penso che questo non sia assolutamente accettabile, che vada contro il principio base di questa legge elettorale che noi vogliamo porre a fondamento della normativa regionale. E' per questo che i Riformatori hanno presentato un emendamento all'emendamento molto simile all'emendamento che è stato illustrato poco fa come emendamento numero 21, ma che agisce rettificando un elemento pure importante, cioè la soglia spartiacque del 45 per cento, che vedrebbe l'assegnazione esattamente di un premio di maggioranza, che è nella misura del 60 per cento dei seggi assegnabili, qualora appunto superi il 45 per cento il risultato della coalizione vincente, e che noi riteniamo congrua da questo punto di vista, ci sembra eccessivo, invece, riportarla alla misura del 40 per cento, così come l'emendamento numero 21, che è stato appena illustrato, propone di fare.

E' evidente che, in questa ipotesi, chi prende il 41 per cento andrebbe a un 60 per cento di seggi assegnati, quindi significherebbe ritrovarsi con una assegnazione di un premio di maggioranza di un 20 per cento in più, che vuol dire quasi raddoppiare il numero dei consiglieri eletti in quella coalizione. Ci sembra obiettivamente eccessivo e riteniamo che, invece, l'azione spartiacque, la linea di discriminazione del 45 per cento, rappresenti meglio, in maniera più equa, questo concetto.

Ovviamente si deve agire anche sul comma 6, relativo naturalmente sempre all'articolo 32, che invece porta a quel risultato schizofrenico di questo articolo che è quello di prevedere addirittura un sistema proporzionale, quindi un sistema di totale ingovernabilità della Regione, qualora non si superi il 31 per cento del risultato elettorale a favore della coalizione vincente. Questo non è ammissibile in nessun caso, a meno che non lo si preveda in funzione di un turno di ballottaggio, ma non essendo questa la fattispecie prevista (non è probabile che in nessuna testa di legislatore regionale possa in questo momento esserci questo), riteniamo che vada cancellato quindi adeguato ciò che è scritto nel comma 6 dell'articolo 32 e quindi prevedere che il premio di maggioranza venga assegnato anche al di sotto, nell'ipotesi che la coalizione vincente riporti un risultato percentuale inferiore al 31 per cento. Questo restituirebbe complessivamente un sistema coerente di maggioranza al quale noi ovviamente non possiamo assolutamente rinunciare.

PRESIDENTE. Onorevole Giuseppe Stocchino, lei si è iscritto in ritardo, può intervenire dopo per dichiarazione di voto.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, intervengo anch'io per rafforzare, se è possibile, gli interventi dei miei colleghi, anche l'ultimo intervento appena sentito in quest'aula. E' stato ricordato all'inizio della discussione sulla legge come, discutere la legge elettorale in un periodo ormai fin troppo vicino alla prossima tornata elettorale, non sia esattamente compatibile anche con i principi europei che, in qualche modo, suggeriscono di non discutere leggi elettorali un anno prima del voto. Noi lo stiamo facendo perché siamo costretti in qualche modo dal referendum sulle province che di fatto elimina quattro province e lo facciamo anche perché vogliamo eliminare pure qui in Sardegna quel tanto di Porcellum che c'è con il listino regionale, con il cosiddetto listino del Presidente, e l'abbiamo fatto anche perché vorremmo in qualche modo adeguarci a quanto previsto dalla legge del febbraio 2013 che impone di aver cura della parità di genere in diverse articolazioni non solo dello Stato e della pubblica amministrazione ma addirittura delle società private.

Però, se pure discutiamo di una legge elettorale, in questi tempi, credo che sarebbe opportuno che non ci avventurassimo fino a cambiare in maniera sostanziale la legge che attualmente è in vigore. La legge attualmente in vigore è una legge presidenziale e da qui non dovremmo uscire, infatti la Commissione, in questo anno e mezzo di discussione, all'inizio ha provato a discutere anche sulla possibilità di scegliere strade diverse, ma poi si è soffermata sull'idea di confermare il sistema presidenziale in Sardegna. La cosa peggiore che possiamo fare è stare a metà del guado, cioè fare un po' di presidenzialismo e un po' di parlamentarismo. Un po' di presidenzialismo seguendo il principio che premia l'idea di governabilità, com'è stato ricordato, e un po' di parlamentarismo, non scegliendo e rimanendo assolutamente sulle sabbie mobili perché poi non andiamo a modificare altri istituti che sono presenti in un sistema presidenziale laddove passiamo dal presidenzialismo al parlamentarismo o comunque a un sistema più proporzionale.

Per farla breve, con questo sistema, rimane in piedi la sfiducia al Presidente e lo scioglimento del Consiglio. Per sfiduciare il Presidente basteranno, se nessuno supererà il 45 per cento e quindi non prenderà la maggioranza del 60 per cento, tre persone che cambiano idea! Tre persone della maggioranza che cambiano idea sul Presidente, lo sfiduciano e quindi mandano tutti a casa. Secondo me, basterebbe questo per dire che non è una norma prudente. Ancora. In qualche modo, la governabilità sta in piedi, nel senso che la Giunta funziona, lavora e magari una volta all'anno con la legge finanziaria chiama tutti in Consiglio e la approvano. Però una maggioranza così risicata di tre persone, fa sì che certamente i lavori dell'Aula non saranno i più spediti possibili e siccome... non interessa molto, all'onorevole Cuccureddu interessa altro, questo non interessa!

I lavori del Consiglio sono già stati debolissimi in questi anni, come sappiamo, purtroppo non è che abbiamo approvato tante cose, per difficoltà di tutti. Una maggioranza così risicata renderà di fatto quasi impossibile, molte volte persino senza il contributo della minoranza, avere il numero legale per iniziare la discussione. Questo Consiglio un sacco di volte non discuterà per assenza del numero legale con questa maggioranza, per non parlare in Commissione dove le difficoltà già vengono vissute giorno per giorno. Per questo, poiché dal presidenzialismo si è deciso di non uscire, e non si può rivoltare completamente un sistema, consiglierei a tutti quanti in quest'aula un atteggiamento più prudente, garantire un premio di maggioranza sicuro con 60 persone, garantire il 60 per cento almeno, nella soglia del 40 per cento come recitano gli emendamenti che sono stati depositati, e fare sì che il premio di maggioranza ci sia, non eventualmente una soglia più bassa ma con una soglia qualunque sia il tipo di maggioranza e non dopo il 31 per cento, perché potrebbe anche non raggiungersi.

Insomma per finire, se ho ancora qualche secondo, legiferare avendo in mente il presente è veramente sbagliato, ma se guardiamo con più attenzione questo presente ci dice che effettivamente sarà impossibile non dico governare ma far lavorare questo Consiglio regionale in futuro.

PRESIDENTE. Onorevole Soru, condivido quello che ha detto, tant'è che con i Capigruppo ci siamo riproposti, perché è assolutamente necessario, anche in funzione della riduzione del numero dei consiglieri da 80 a 60, prevedere delle modifiche anche al Regolamento interno del Consiglio.

Comunico che il consigliere Sanjust è rientrato dal congedo.

E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Rinuncio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Anch'io interverrò sull'articolo 32, stranamente non parlerò di preferenze di genere o altro.

PRESIDENTE. Una volta che non contesta la Presidenza, onorevole Cuccureddu...

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Ha visto? Ogni tanto capita, a fine legislatura può capitare!

Ho immaginato che prima l'onorevole Soru ce l'avesse con l'onorevole Biancareddu non Cuccureddu. Ho ascoltato con grande attenzione anche sottolineando alcuni appunti. Perché? Perché sovente qui vengono citati principi, esempi, casi, motivandoli ma spesso alla rinfusa, cogliendo magari ciò che conviene di un principio piuttosto che l'integrità del principio. Noi stiamo in un sistema basato, nettamente basato ancora, dall'illuminismo ci discende questa tripartizione, su tre grandi poteri, distinti e separati. Distinti e separati! Purtroppo le separazioni a volte sono labili, soprattutto in questi giorni l'attualità parla delle pressioni o della volontà della magistratura (secondo l'ottica nella quale si vede) di essere influenzata da una parte della politica, ma io mi limiterei alla distinzione che c'è tra "esecutivo" e "legislativo". Se abbiamo ben presente questa distinzione netta, a quest'organo spetta di fare le leggi, all'Esecutivo spetta di dar loro attuazione, non il contrario. Il Presidente non deve avere la maggioranza per imporre i suoi disegni di legge, come purtroppo è accaduto in passato e come purtroppo accade oggi! La stortura è questa! Che il Presidente e la sua Giunta, fatta di consiglieri o di esterni, tende a coartare la volontà dell'organo legislativo, sembra che l'elezione diretta abbia in qualche maniera affievolito il potere legislativo.

Non è così! Il potere legislativo, in qualunque sistema, anche nei sistemi maggioritari più spinti, è distinto! Il Presidente degli Stati Uniti viene eletto e al 50 per cento il Parlamento viene eletto contestualmente al Presidente, poi c'è l'elezione di medio termine che elegge il restante 50 per cento. Il Presidente degli Stati Uniti spessissimo ha una maggioranza opposta e, nei singoli Stati, il maggioritario è spinto, non c'è recupero, se ne elegge uno, può essere democratico, può essere repubblicano. Il Presidente ha le sue funzioni esecutive, è un sistema maggioritario spinto, ma non c'è interferenza tra legislativo ed esecutivo! La stessa cosa avviene in Francia, la stessa cosa avviene in Gran Bretagna; in tutti i sistemi maggioritari dove ci sono sistemi presidenziali, sistemi maggioritari convivono nella netta distinzione dei poteri. In Italia no!

Allora perché in Italia si è creata questa stortura aberrante del premio di maggioranza? Perché si ritiene che l'Esecutivo debba in qualche maniera assorbire le funzioni del Legislativo. E' intervenuta anche la Corte costituzionale dicendo: "State attenti, perché non posso consentire il referendum per via del famoso principio, ormai sancito con una dottrina minoritaria (credo che sia rimasto solo Sandulli ormai a sostenerla), della non reviviscenza delle norme". Per cui, quando si è andati a intervenire sul Porcellum chiedendo l'abrogazione di determinate norme, la Corte costituzionale ha detto: "Avete ragione, serve una soglia minima per poter accedere al premio di maggioranza, ma non lo posso fare perché la reviviscenza io l'ho contestata". Allora, siccome non ci può essere reviviscenza e siccome non ci può essere il buco legislativo, la Corte ha detto al legislatore che fu segnalata al Parlamento (e la Corte costituzionale che segnala al Parlamento è una cosa rara) l'esigenza di considerare con attenzione gli aspetti problematici della legislazione, con particolare riguardo all'attribuzione di un premio di maggioranza senza che sia raggiunta una soglia minima di voti o di seggi. Questo perché? Perché il principio della governabilità, cosiddetto, poi spiegherò perché cosiddetto, gli esempi li avete fatti anche voi ma strumentalizzandoli, non può sacrificare mai il principio della rappresentanza democratica, le basi della democrazia. Allora ho detto: "No, per me non è un problema del 30 per cento, si può mettere anche il 10 per cento, si può mettere anche una cifra simbolica", ma il problema è far capire che rispettiamo i principi costituzionali, che stiamo rispettando la separazione dei poteri.

Volevo anche rifarmi a quanto diceva prima l'onorevole Cuccu sullo spirito della legge. Lo spirito della legge porta ad aggregare, porta a un sistema bipolare o tripolare, il principio è aggregare, cercare di superare la soglia del 30 e magari anche quella del 45, possibilmente si dovrebbe avere una maggioranza del 51, come l'abbiamo avuta la volta scorsa e forse anche la volta precedente. E' chiaro che adesso con un sistema tripolare è più difficile, ma la legge deve favorire l'aggregazione, non dare un premio di maggioranza a chi prende il 15 per cento o il 20 per cento. A questo deve spingere. Se noi togliamo tutti gli sbarramenti che inducono all'aggregazione, che spingono al bipolarismo, che spingono le maggioranze a essere maggioranze anche in voti e non solo in seggi (perché i partiti pensano al meccanismo con il quale possono beneficiare al massimo avendo il minimo dei voti e il massimo dei seggi), è chiaro che stiamo creando un sistema aberrante, non perché lo dico io, ma perché lo dice la Corte costituzionale.

Non mi soffermerò perché mi pare che ci sia un orientamento maggioritario, a mio avviso, sbagliato. Avrei capito un emendamento che prevede una riduzione al 30, al 20, al 15, facciamo in maniera che sia assolutamente improbabile che ci sia, ma teniamo il principio che è stabilito dalla Corte costituzionale. Lo vogliamo abolire, c'è mi pare una larga convergenza su questo e quindi chiaramente passerà questa abolizione col rischio che poi la Corte costituzionale in qualche maniera intervenga, perché è evidente che, se c'è un principio scritto dalla Corte costituzionale, il primo dei non eletti di qualunque partito, che cosa farà? Ricorso al TAR. Chiederà al TAR di pronunciarsi sulla costituzionalità della legge e questo Consiglio (come quello del Molise) durerà qualche mese, il Molise, in cinque anni, ha votato tre volte per una legge elettorale sbagliata che non teneva conto dei principi imposti dalla Corte costituzionale.

Qui abbiamo un esempio specifico. L'onorevole Cuccu dice: "No, stiamo attenti, il sistema è diverso perché in Parlamento non c'è l'elezione diretta". Peggio! Proprio per questo! Mentre in Parlamento devi ottenere la fiducia, qui abbiamo un Presidente che si regge da solo, qui abbiamo un Presidente che ha un potere di ricatto fortissimo sul Consiglio, qui abbiamo un Presidente che può dire domani: "Me ne vado!" e ve ne andate tutti a casa. Quindi, è esattamente l'opposto, proprio perché qui il potere del Presidente dell'Esecutivo, quello di sciogliere l'Assemblea legislativa, è talmente forte che l'unico elemento di temperamento, quello che pone la Corte costituzionale, si manifesta proprio in questi casi, non in quelli nei quali c'è necessità della fiducia e quindi di un passaggio parlamentare obbligatorio prima di entrare nelle funzioni.

Quindi, principio di rappresentanza, soglie di accesso, che la Corte costituzionale, con la sentenza numero 12 e con due precedenti sentenze del 2008, specifica e precisa in maniera chiara, inequivocabile, adamantina, direi, trasparente. Non si può dire: "Noi siamo più intelligenti, noi siamo più bravi, noi sono giuridicamente più colti, della Corte costituzionale ce ne freghiamo e facciamo quello che vogliamo". Possiamo fregarcene, come abbiamo fatto altre volte con le stabilizzazioni e con tutto il resto, però in questo caso il rischio dell'instabilità vera è che chiunque faccia un ricorso al TAR il giorno dopo le elezioni renderà nell'assoluta incertezza la prosecuzione di una legislatura. Quindi io dico che, se c'è la volontà, abbassiamo la soglia, facciamola simbolica, ma non eliminiamola, perché stiamo andando a creare una violazione di un principio sancito dalla Corte.

Vorrei aggiungere un aspetto per quanto riguarda i comuni. Nei comuni sopra i 15 mila abitanti vige il doppio turno, quindi il problema non sussiste. I votanti, pochi o molti che siano, si pronunciano al 51 per cento nel secondo turno, quindi la maggioranza del 60 per cento è giustificata dal fatto che c'è un 51 per cento. Rimane il caso dei piccoli comuni per i quali si è fatta questa eccezione perché normalmente nei piccoli comuni è difficile trovare anche i candidati, è difficile che ci siano più di due liste, certo in qualche comune sopra i 15 mila ci potranno anche essere, ma è molto difficile, si tende ad avere molte liste sopra i 15 mila abitanti, quindi è stata fatta questa eccezione.

Siccome sta scadendo il tempo mi soffermo un attimo sulle soglie del 55 e 45. Ho fatto una simulazione: con due coalizioni, che prendono entrambe il 40 per cento, con due partiti che prendono entrambi il 25 per cento, se ci fosse lo scatto al 60, il partito che è in maggioranza perché il Presidente prende un voto in più, prenderebbe 22 seggi o 21,8 quindi con un resto alto. Quello che ha preso la stessa cifra ne prenderebbe 8. E' una differenza enorme, a parità di elettorato, a parità di volontà popolare, per il solo fatto di essere collegato a un Presidente che ha preso un voto in più si prende il triplo dei...

PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

E' iscritto a parlare il consigliere Oppi. Ne ha facoltà.

OPPI (U.D.C.). Presidente, abbiamo il difetto di parlare di tutto, parliamo di principi, ma non cerchiamo mai la praticità. Credo che il discorso sull'articolo 32 sia un problema di soglia. Allora, voglio dire all'onorevole Soru che obiettivamente la legge precedente era abbastanza anomala, se è vero che c'era la possibilità, facendo un incremento a seconda delle percentuali, di arrivare addirittura a oltre 110. Tant'è che, in una legislatura, siamo arrivati grosso modo, a 95, con gli Assessori 81 più gli altri.

Però, al di là di questo, il problema della soglia è il problema della discussione. Dico anche perché il 30 per cento: perché, in effetti, se un partito, una coalizione prendesse meno del 30 per cento e in effetti prendesse automaticamente il 55 per cento, sarebbe un secondo Porcellum, perché col 25 per cento prenderebbe il 55 per cento.

Allora credo però che, invitati noi tutti ad avere un senso di responsabilità, non costi niente riportarci... io sono uno di quelli che ha sostenuto che al di sotto del 30 per cento evitiamo un secondo Porcellum, quindi andiamo al sistema proporzionale, basta riflettere un attimo, per cui ritengo che sia corretto, per il buon vivere e per evitare discussioni che poi non approdano a nessun risultato, che possa essere accolta la soglia del 40 per cento, che è una percentuale molto alta, è inutile che si voglia dire, sulla base del tripartito il 40 per cento non lo prenderà forse nessuno. Così come il 30 per cento, se è un motivo che crea una serie di difficoltà, eliminiamo anche il 30 per cento e forse attraverso questo sistema abbiamo trovato una convergenza di carattere generale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Per la verità ha espresso bene il collega Oppi quello che è in sintesi l'orientamento dei partiti della maggioranza, anche a sottolineare che non ci sono posizioni precostituite, ma che, sulla base delle riflessioni, ho ascoltato con attenzione quelle che ha fatto l'onorevole Soru, effettivamente è un problema che poi si ripercuote sulla stessa governabilità; quindi dobbiamo creare un sistema con cui si possa determinare l'equilibrio dei poteri tra Aula e Presidente, ma non è certo lo strumento del numero dei consiglieri, nel rapporto tra maggioranza e opposizione, è su un altro versante, certo è che i numeri sono importanti per assicurare la governabilità. Quindi, sull'emendamento numero 21, siamo d'accordo, sia per riportare al 40 per cento, sia per eliminare la parte della norma che prevedeva nessun premio di maggioranza qualora non si fosse raggiunta la soglia del 30 per cento.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Per noi la legge elettorale deve, e doveva, avere tre o quattro cardini. Il primo, innanzitutto la possibilità di garantire la governabilità alla coalizione che si aggiudica la maggioranza alle elezioni regionali, e quindi la governabilità attraverso il premio di maggioranza. L'altro aspetto, altrettanto importante per noi, è che il premio di maggioranza non deve essere più realizzato attraverso il listino, ma lo stesso distribuito negli otto collegi circoscrizionali, anche per l'incertezza di cui parlava il presidente Soru relativamente alle province. Terzo e quarto punto era e resta l'equilibrio di genere. Avremmo, in tanti di noi, io tra questi, preferito la preferenza di genere, ma le cose sono andate come sappiamo; resta la proposta di Soru di cui discuteremo più avanti.

Presidente, con tutto il rispetto, a me non convincono le motivazioni che hanno portato la Presidenza a non accogliere i nostri emendamenti. Tuttavia vorrei ribadire poche cose, anche non utilizzando i dieci minuti. Dobbiamo innanzitutto preoccuparci di garantire, lo ripeto, la governabilità. Serve, pertanto, un premio di maggioranza raggiungibile. E' inutile nasconderci. Siamo oggi, nel nostro Paese, ma anche nella nostra Regione, non più in un sistema bipolare così come abbiamo pensato sino a qualche mese fa. Per carità, comprendo le ragioni degli altri colleghi, il fatto che non sia d'accordo non è che pensi che siano infondate, sono fondatissime per carità, e mi pare siano espresse con la preoccupazione, comunque, per un verso di dare una governabilità, per l'altro verso, e su questo c'è un dibattito al nostro interno, di non darla se non si ha almeno una certa percentuale di voti. Quindi comprendiamo perfettamente, non è che non sia un'osservazione fondata, seria e di buon senso, per carità, queste considerazioni ci stanno tutte.

Tuttavia insisto nel dire che noi, in Sardegna, per fortuna, lo ripeto, abbiamo l'elezione diretta del Presidente, ed è già un fatto importante per garantire la governabilità, però più volte in quest'Aula, anche nel dibattito di questo pomeriggio, sono riecheggiati i toni relativamente al tema dell'equilibrio tra potere esecutivo e potere legislativo. Penso che, con la legge che approveremo, non so se quest'oggi o domani, noi dovremmo concentrarci sulla valutazione se sia opportuno o meno fissare la soglia per raggiungere il premio di maggioranza massimo al 60 per cento con il 45 per cento. Credo che sia una soglia esagerata, che rischia davvero di non garantire la governabilità. Ecco perché abbiamo presentato l'emendamento numero 21.

Badate, credo che il Presidente, in questo nuovo sistema, non abbia quel potere di cui parlava l'onorevole Cuccureddu, perché mi rifiuto di pensare che un Presidente utilizzi l'arma del ricatto per far passare proprie volontà, non ci voglio credere se è un Presidente che ha la responsabilità che deve avere. A me pare, invece, che, con il sistema e con gli accorgimenti che noi stiamo proponendo, avremo un Presidente eletto direttamente, ma con un riequilibrio anche tra i due poteri, esecutivo e legislativo, certamente migliore di quello che abbiamo in questa legislatura.

Quindi insistiamo su questo per prevenire l'assenza di governabilità che ha caratterizzato i Governi, non regionali, quest'ultimo è stato caratterizzato ovviamente dalla inconcludenza e dalla inadeguatezza del Governo regionale, della Giunta, della maggioranza e del suo Presidente. Penso che dobbiamo stare attenti a evitare di votare alla fine una legge che non garantisca con certezza il premio di maggioranza e di governabilità perché, se questo facessimo, rischiamo di aumentare le ragioni della crisi nei confronti delle istituzioni e dei partiti politici. Non possiamo permetterci il lusso di dotarci di una legge elettorale regionale che non dia una garanzia certa, a chi vince, di governare con una maggioranza certa. Ecco perché insistiamo sulla soglia del 40 per cento che, a noi, pare una soglia di grande equilibrio.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 21.

(Interruzione dell'onorevole Salis)

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà. Espliciti la richiesta sull'ordine dei lavori e poi la argomenti.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, vorrei porre un problema. Visto che sono passate nel silenzio generale le dimissioni della relatrice di maggioranza del provvedimento, che avrebbe anche il compito, signora Presidente, di dare il parere sugli emendamenti, così come stabilito, la pregherei di sciogliere questo nodo perché non comprendiamo chi della Commissione può dare il parere sugli emendamenti…

PRESIDENTE. Onorevole Salis, mi dispiace. Forse lei era assente o è stato poco attento perché il nodo l'ho già sciolto immediatamente dopo le dimissioni dell'onorevole Greco dicendo all'Aula che, siccome la Commissione non si è riunita per dare il parere sugli emendamenti, perché erano pochi e ci si rimetteva all'Aula, non creavano alcun problema per il proseguimento dei lavori; in ogni caso c'è l'onorevole Cocco. La Commissione non si è riunita per l'esame degli emendamenti per il parere, siamo andati direttamente all'esame del testo, quindi non c'è alcun problema.

SALIS (Gruppo Misto). Quindi non si sostituisce il relatore di maggioranza?

PRESIDENTE. Non si sostituisce perché la Commissione non si era riunita neanche prima che si dimettesse l'onorevole Greco che, infatti, si rimetteva all'Aula. L'ho già esplicitato!

SALIS (Gruppo Misto). Esprimo la mia solidarietà all'onorevole Greco.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stocchino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Presidente, intervengo solo per dire che voterò contro gli emendamenti che sostituiscono l'articolo 32 per alcune considerazioni. Credo che la governabilità in questa legge elettorale sia garantita dal fatto che eleggiamo un Presidente che avrà comunque un numero di consiglieri che gli mi permetteranno di governare e credo che abbia un altro buco un ragionamento come quello che stiamo facendo, cioè pensare di poter governare la nostra terra, la nostra Isola, con una manciata di voti Credo che ci debba essere una maggioranza reale nella società per avere il diritto-dovere di governare i cittadini sardi; non mi spiegherei un partito che governasse con un 20 per cento di voti e che non avesse una maggioranza sostanziosa dei cittadini sardi, mi chiederei in nome e per conto di chi governa, in nome e per conto di chi fa la sua politica.

Penso che si possa ragionare sulla questione dello sbarramento, sono uno di quelli che ritiene sbarramenti, e maggioritari vari, insufficienti per la democrazia; credo che invece si voglia rimediare a una scarsa presenza dei partiti politici, e quindi delle forze politiche, attraverso l'elezione, con pochi voti, di rappresentanti che non rappresentano nessuno.

Per quanto riguarda invece il ruolo delle assemblee elettive, credo che sia proprio questo tipo di sistema (ne ho fatto le spese quando ero consigliere comunale a Quartu) a produrre un principe che gestisce, dall'alto della sua corte, i lavori del consiglio. Quindi non è un problema di maggioritario o di proporzionale, nel proporzionale chi doveva dirigere l'assemblea doveva cercare nell'aula la maggioranza rispetto ai progetti e rispetto alle prospettive, oggi basta che vinca, si crea la corte dei miracoli e spera che questa corte lo porti fino alla fine. Per tutti questi motivi voterò contro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo solo per dichiarare il voto a favore e manifestare apprezzamento all'onorevole Pittalis e all'onorevole Oppi per aver accolto le ragioni esposte durante la discussione.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, i dibattiti parlamentari servono anche a dare informazioni corrette, allora se il prossimo Consiglio regionale e la prossima Amministrazione non saranno stabili non dipenderà dalle percentuali che oggi si stanno scrivendo nella norma, ma dalla norma fatta dal Parlamento italiano che ha reso invalicabile la soglia dei 60. Il Parlamento italiano ha deciso che le maggioranze, onorevole Giampaolo Diana, che prima si formavano sul listino, adesso si formano sulle spalle delle minoranze; ossia gli elettori sardi devono sapere che il premio di maggioranza sottrae seggi, come ha spiegato l'onorevole Cuccureddu, a chi va all'opposizione che invece in un sistema proporzionale sarebbe stato eletto. Questo, in una norma che avesse consentito di sfondare la soglia dei 60 per formare il premio di maggioranza, non sarebbe accaduto; a proposito di ciò che sottolineava l'onorevole Soru circa il momento in cui si fanno le riforme, vi ricordo che questa riforma del Consiglio regionale della Sardegna con la formulazione differente rispetto a quella proposta dal Consiglio regionale è avvenuta dal Parlamento italiano ad limina. Il prossimo Consiglio regionale non sarà governabile perché, anche con un premio di maggioranza da 36 a 24, con dodici consiglieri di maggioranza, non si governa, questo è evidente.

Le aporie della legge, colleghi, non sono limitate a questi numeri, sono dovute alla preferenza di genere mancata e certificata oggi, perché si continua a lavorare cioè dinanzi a una cosa di quel genere era opportuno dire: "non luogo a procedere", no, si continua a lavorare come se fosse passata acqua fresca! Bene, non solo, questa è una legge elettorale nella quale, per sua decisione, quest'Aula ha scelto di non trattare il conflitto di interessi, di non discutere dell'equilibrio dei poteri ma di trattare soltanto sulla cifra elettorale; è fin troppo evidente che è una legge da non votare. E io non cadrò nella furbizia di farmi impastoiare in discussioni tecniche per far tornare il clima della normalità; non c'è il clima della normalità, perché si sta facendo una legge sbagliata, che non disciplina fattori democratici importanti e che esclude la possibilità che le donne possano arrivare in maniera agevolata alle istituzioni. E' una legge non ricevibile, inutile tentare di ricostruire un clima di dibattito normale che non è praticabile.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, il tema della soglia minima di accesso al premio di maggioranza è stato tema lungamente discusso in Commissione, lungamente discusso, e abbiamo alla fine trovato un equilibrio perché doveva essere data risposta certa e chiara, a mio parere, alla sentenza numero 12 della Corte costituzionale che, esaminando il Porcellum nazionale, ha detto che non un partito non può accedere a una maggioranza assolutamente superiore al 50 per cento dei seggi, se non c'è una soglia minima di accesso che garantisca quantomeno una rappresentanza democratica adeguata a questo partito.

La soglia del 30 per cento (che è stata inserita in questa legge dopo lunga discussione, lo ribadisco) è frutto di queste riflessioni, sopprimerla, come prevede l'emendamento dei Riformatori, a me sembra un errore, è un errore! Vorrei richiamare sommessamente l'Aula al fatto che stiamo eliminando un altro tassello della discussione importante che abbiamo fatto in Commissione, così come abbiamo eliminato il problema della preferenza di genere e della rappresentanza di genere. Anche per questo problema dobbiamo dare una risposta politica non solo alle nostre donne ma in questo caso anche alla Corte costituzionale che ha normato in maniera certa; nell'un caso e nell'altro, stiamo dicendo che la Sardegna fa a meno sia della rappresentanza di genere (stabilita sia dallo Statuto che dalla Costituzione nazionale) che della soglia di accesso alla maggioranza.

Chiederei una riflessione su questo, Presidente, mi rivolgo ai Capigruppo del Consiglio, troviamo un punto di caduta, il 30 per cento vi sembra eccessivo? Abbassiamolo al 25 per cento, ma non togliamo questa soglia, perché è una soglia minima che può dare una risposta sia per quel che riguarda la rappresentatività ma soprattutto per quel che riguarda la rappresentanza democratica dei partiti o delle coalizioni che accedono ai premi di maggioranza.

Non lasciamo la possibilità che questa legge, come è successo in Molise, possa essere attaccata dai ricorsi, rischiamo veramente di fare questa fine. Per cui, Presidente, io… Presidente, propongo alla riflessione dell'Aula un emendamento orale perché la soglia del 30 per cento non venga intaccata…

PRESIDENTE. Aspetti un attimo, onorevole Salis, mi scusi… colleghi, un attimo! Siccome per una questione tecnica, dopo le dichiarazioni di voto e prima di votare l'emendamento, sospendiamo, si può vedere in quella sede.

SALIS (Gruppo Misto). Perfetto, benissimo, grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, intanto rilevo nella posizione espressa dall'onorevole Salis, rispetto al discorso del 30 per cento, una divergenza tra quello che lui ha detto adesso e le posizioni tradizionalmente assunte dal suo Partito. Noi pensiamo che l'emendamento numero 21 (al quale aderiamo volentieri perché i ragionamenti che sono stati svolti sono ragionamenti naturali) risolva un problema importante in questo testo di legge, un problema molto più importante di quanto forse non si sia pensato inizialmente, su due versanti: il versante di non fissare una soglia molto elevata (che poi di fatto si tradurrebbe nella inapplicabilità della norma) e quello dell'introduzione di un elemento contraddittorio rispetto all'intero impianto della legge che è un impianto di tipo presidenzialista, un elemento (naturalmente non concordo con il discorso svolto dall'onorevole Cuccureddu) di proporzionalismo che non è ipotesi peregrina nel quadro elettorale possibile che di fatto si traduce nella ingovernabilità.

Quindi anche noi annunciamo il nostro voto favorevole a questo emendamento perché pensiamo che non si possano fare passi indietro rispetto a un risultato importante raggiunto in questi anni, con tutti i "se" e i "ma"che derivano non tanto dalla natura della legge quanto dalla natura e dalla composizione delle coalizioni.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Sardigna Libera . Presidente, intervengo anch'io per dissociarmi dall'emendamento numero 21 e per manifestare che l'ingovernabilità o, meglio, l'improduttività, che ormai da diversi anni ha colpito questa Assemblea regionale, non è certo frutto di una legge che non ha garantito il premio di maggioranza, anzi l'attuale ingovernabilità, l'attuale inerzia di questo Consiglio, l'incapacità di fornire la Regione Sardegna, cioè i sardi, di una adeguata strumentazione legislativa, non ha nulla a che fare con il sistema elettorale che di fatto ha dato una forte premialità di maggioranza.

Ritengo che sia la scarsissima qualità dell'azione politica dei partiti di maggioranza che ha di fatto realizzato un deragliamento dell'attività legislativa di questo Consiglio. L'impalcatura dell'articolo 32 mi sembra che parli chiaro, e io sono in sintonia con l'impalcatura, la qualità della politica va cercata nel sistema dell'aggregazione dei partiti, non si può pretendere che il Governo sia in mano a un partito che consegue il 15 o il 17 per cento del consenso. Sono contrario all'estremismo maggioritario che produce il Governo in mano a partiti minoritari che respingono ovviamente l'aggregazione tra le forze politiche, visto anche l'abbassamento della soglia per i partiti minori.

Ritengo che l'articolo 32 possa essere così mantenuto, forse il punto di caduta, il punto di sintesi dell'Aula, potrebbe essere la proposta del consigliere Salis, penso che (non sarei del tutto d'accordo ma, se diventa un punto di coesione dell'intera aula, allora sì) probabilmente il limite del 25 per cento potrebbe essere forse quel limite che può mettere insieme i vari emendamenti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Annuncio il voto contrario all'emendamento numero 21 per le stesse motivazioni esposte anche da coloro che mi hanno preceduto, ma intervengo anche per segnalare che l'articolo 32 è frutto di una mediazione avvenuta in Commissione, una mediazione avente l'obiettivo di approvare la legge il più possibile condivisa. Stiamo parlando delle regole, anche al di là del fatto che ci sia la necessità dei 54 fatidici voti, che chiaramente questo emendamento pone seriamente a rischio, perché vengono meno purtroppo gli accordi raggiunti in Commissione, vengono discussi qui perché c'è qualcuno che si impone, c'è qualcuno che pone veti, perché qualcuno ci ripensa, è anche legittimo ripensarci, ma ricordiamoci che è un accordo.

Se si creano maggioranze trasversali diverse tra i principali partiti, ne dobbiamo prendere atto! Sarà una legge dove si rinnegano gli accordi raggiunti tre giorni fa e si rimette tutto in discussione. Tutto è legittimo, tutto è possibile, ma se poi i risultati saranno quelli, avremo vanificato settimane di lavoro, intese faticosamente raggiunte in Commissione, perché, cambiando le soglie, si cambiano i principi sanciti da sentenze della Corte costituzionale. Nessuno mi ha detto che non c'è, che non vale per la Sardegna, allora si mettono a rischio soprattutto le prossime elezioni, perché, adottando una legge palesemente incostituzionale, con tre diverse pronunce della Corte costituzionale su questo argomento, è evidente che si sta creando una forzatura senza senso. Per questo sono d'accordo con quanto diceva l'onorevole Salis, riduciamola, rendiamola formale, simbolica, non effettiva, ma teniamola! Che senso ha andare a testa bassa contro principi sanciti dalla Corte costituzionale? Per questo il mio voto sarà contrario e, ahimè, se il voto sarà favorevole, credo che sarà contrario all'intera legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Aderisco alla richiesta dell'onorevole Maninchedda perché è giusto che ciascuno di noi provi a dire le cose nella maniera più chiara possibile. Penso che oggi stiamo mischiando assieme un po' di "roba", stiamo mischiando alle elezioni il bilanciamento di poteri, sono cose che c'entrano ma che vanno trattate diversamente. Stiamo facendo ragionamenti che non tengono conto del sistema in cui siamo, dobbiamo scegliere una volta per tutte: o adottiamo il sistema parlamentare o adottiamo il sistema dell'elezione diretta. Una via di mezzo non ci può essere, perché la via di mezzo provoca confusione, provoca pasticci.

Comunque è giusto dire anche che è improprio definire che il premio di maggioranza sottrae consiglieri alle minoranze; è bene che non ci dimentichiamo che, con il sistema precedente, i candidati sul proporzionale erano solo quelli del proporzionale, gli altri erano nel listino, quindi avevamo 64 candidati sui collegi e tutti gli altri su quel listino. Oggi, che siamo scesi di 20 consiglieri, abbiamo 60 candidati sul proporzionale, quindi non si stanno togliendo alle minoranze; come non si toglievano prima, perché erano già assegnati alla maggioranza, non si tolgono adesso. Quindi è bene che, anche su queste cose, facciamo chiarezza, non si sta sottraendo, tecnicamente il meccanismo poi è quello, ma non si sta sottraendo nulla perché erano sempre seggi assegnati; se non avessimo eliminato il listino, i candidati sui collegi sarebbero stati 48 e non 60.

Colleghi, su queste cose sono d'accordo per fare chiarezza, ma non mistifichiamo quello che non è mistificabile! Gli assegnati sui collegi proporzionali sarebbero stati comunque 48 e non 60, 60 saranno i candidati. Quindi noi stiamo dicendo, in una seconda fase, a quale coalizione si assegnano i 36 e a quale coalizione si assegnano i 24 rimanenti o i 33 e 27 a seconda delle percentuali che si raggiungono. Ecco, su queste cose bisogna che manteniamo anche un livello di correttezza; ciascuno di noi, se si vuole riconoscere, è chiaro che si riconoscerà, se non si vuole riconoscere, non si riconoscerà, ma senza attribuire un significato diverso alle cose che facciamo rispetto al significato detto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cocco Daniele per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL - Sardigna Libera). Presidente, credo che sia tutto legittimo quello che si decide anche se si cambia idea dopo che faticosamente è stato raggiunto un accordo, però vorremmo pure capire. La mia grande preoccupazione è che questa legge (che con grandissima difficoltà sta prendendo corpo e non anima, dico io) possa incorrere o presti il fianco comunque a ricorsi che potrebbero sancirne la non applicabilità e invalidare le prossime elezioni.

Sull'articolo 32, in particolare, dopo diverse interlocuzioni e dopo diverse riunioni di Commissione, credevo che si fosse arrivati a un accordo. Ricordo bene quello che diceva giustamente l'onorevole Pittalis quando ammoniva nel dire che nessuno si sarebbe potuto sognare di fare una legge per garantirsi poi rendite di posizione, su questo credo che possiamo essere d'accordo; però, se la modifica di alcuni articoli, sui quali era stato trovato l'accordo con grande fatica, potrebbe portarci a incorrere in quello che dicevo prima, ciascuno di noi dovrebbe essere indotto, con una buona dose di buon senso, a stare molto attento a non fare una legge che noi dicevamo una legge fatta dai sardi per i sardi, così come non era prima, perché poi tanto lavoro vada a finire in un ricorso che sancirebbe la non applicabilità della stessa.

Mi riallaccio a questo per dire anche che, secondo me, con tutta la mia ignoranza tecnico amministrativa, occorrerebbe ancora una volta cercare di fermarci un attimino sul discorso della doppia preferenza di genere, perché credo che la non presenza di un articolo che la sancisca sia grave motivo di incostituzionalità. Per questo anche noi abbiamo presentato oggi i nostri emendamenti che sono stati dichiarati inammissibili, però penso che abbiamo ancora tempo, prima di licenziare il testo di questa legge, per rivedere quell'aspetto che, secondo me, è imprescindibile e fondamentale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Presidente, chiedo, se possibile, una breve sospensione per fare una verifica sull'articolo.

PRESIDENTE. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 00, viene ripresa alle ore 18 e 42.)

PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto. Riprendiamo i lavori. Comunico che il consigliere Mula è rientrato dal congedo.

Colleghi, chiedo un attimo di attenzione perché l'onorevole Cocco deve proporre un emendamento orale: un emendamento sostitutivo totale dell'articolo 32.

Ha domandato di parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.

COCCO PIETRO (P.D.). Gli uffici stanno predisponendo le copie in modo tale che tutti le possano avere. Propongo un emendamento orale sostitutivo totale dell'articolo 32. Procedo nella lettura:

Art. 32

Ripartizione dei seggi e premio di maggioranza

1. Compiute le operazioni di cui all'articolo 31, nel collegio unico regionale si verifica la percentuale di voti ottenuti dal Presidente proclamato eletto calcolata sul totale dei voti validi ottenuti da tutti i candidati presidente.

2. Qualora tale percentuale sia inferiore al 60 per cento, si assegna alla coalizione o al gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto:

a) il 60 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il Presidente proclamato eletto ha ottenuto più del 40 per cento;

b) il 55 per cento dei seggi del Consiglio regionale se il Presidente proclamato eletto ha ottenuto una percentuale compresa tra il 25 ed il 40 per cento.

3. I seggi restanti dopo l'attribuzione dei seggi assegnati alla coalizione o al gruppo di liste non coalizzato collegati al Presidente proclamato eletto sono ripartiti tra tutti gli altri gruppi di liste ammessi all'attribuzione dei seggi, secondo il calcolo di cui all'articolo 33 bis.

4. Nel calcolo dei seggi di cui ai commi da 1 a 3 sono compresi i due attribuiti ai sensi dell'articolo 30.

5. Nel calcolo delle percentuali e nel calcolo dei seggi si tiene conto delle cifre decimali fino alla seconda e si arrotonda all'unità più vicina.

6. Qualora la percentuale di cui al comma 1 sia pari o superiore al 60 per cento, ovvero sia inferiore al 25 per cento, tutti i seggi, detratto il seggio attribuito al Presidente eletto, sono ripartiti proporzionalmente tra tutti i gruppi di liste ammessi al riparto con le modalità di cui all'articolo 33 ter.

PRESIDENTE. Chiedo all'Aula se è d'accordo su questa proposta di emendamento orale.

(Interruzione)

Nessuno opponendosi, l'Aula accoglie la proposta di emendamento orale del consigliere Pietro Cocco.

(Interruzione)

E' stata chiesta la votazione nominale dell'emendamento orale.

Ha domandato di parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo il voto per parti di questo emendamento, in particolare vorremmo votare separatamente la lettera b) del comma 2 e il comma 6.

PRESIDENTE. Onorevole Cossa, la lettera b) del comma 2 e il comma 6 possono essere oggetto di un'unica votazione? Oppure dobbiamo farne in tutto tre?

COSSA (Riformatori Sardi). Va bene un'unica votazione.

PRESIDENTE. Grazie.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento orale, proposto dal consigliere Pietro Cocco, sostitutivo totale dell'articolo 32, tranne la lettera b) del comma 2 e il comma 6.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 73

votanti 72

astenuti 1

maggioranza 37

favorevoli 72

(Il Consiglio approva).

Metto in votazione la lettera b) del comma 2 e il comma 6 dell'emendamento orale.

Ha domandato di parlare il consigliere Cossa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, esprimo la contrarietà del Gruppo dei Riformatori alla lettera b) del comma 2 e al comma 6 perché, come ho detto nel mio intervento precedente, si introduce un elemento proporzionalista che contrasta totalmente con l'impianto della legge. Riteniamo che, in un sistema maggioritario, presidenzialista in particolare, chi prende un voto in più deve essere messo nella condizione di governare. Ci rendiamo conto che stiamo parlando di ipotesi di scuola, di ipotesi residuali, però contrasta con il principio che presiede a tutto l'impianto di una legge che deve garantire la governabilità alla Regione. Questo è il motivo per cui noi voteremo contro questa parte dell'emendamento.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della lettera b) del comma 2 e il comma 6 dell'emendamento orale.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cozzolino - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Gallus - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Cossa - Cuccu - Dedoni - Fois - Meloni Francesco - Mula - Pisano.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 72

votanti 71

astenuti 1

maggioranza 36

favorevoli 64

contrari 7

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 33.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 33:

Art. 33

Attribuzione dei seggi ai gruppi di liste della coalizione vincente

1. Detratto il seggio attribuito al Presidente proclamato eletto, i restanti seggi spettanti ai sensi del comma 2 dell'articolo 32 sono attribuiti alla coalizione o al gruppo di liste non coalizzato ad esso collegato.

2. In caso di coalizione collegata al Presidente proclamato eletto, i seggi si ripartiscono tra i gruppi di liste che la compongono secondo le seguenti operazioni:

a) si divide la somma delle cifre elettorali conseguite dai gruppi di liste per il numero dei seggi assegnati alla coalizione; nell'effettuare l'operazione si trascura la eventuale parte frazionaria del quoziente;

b) si divide quindi la cifra di ciascun gruppo di liste per il quoziente ottenuto ai sensi della lettera a): il risultato rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascun gruppo;

c) i seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati ai gruppi per i quali le ultime divisioni di cui alla lettera b) hanno dato maggiori resti e, in caso di parità di resti, ai gruppi che hanno conseguito le maggiori cifre elettorali.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 33 bis.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 33 bis:

Art. 33 bis

Attribuzione dei seggi agli altri gruppi di liste

1. Detratti i seggi spettanti al Presidente proclamato eletto e alla coalizione o al gruppo non coalizzato ad esso collegati, i seggi restanti si ripartiscono tra tutti gli altri gruppi ammessi all'attribuzione di seggi secondo le seguenti operazioni:

a) si divide la somma delle cifre elettorali conseguite dai gruppi di liste per il numero dei seggi restanti; nell'effettuare l'operazione si trascura la eventuale parte frazionaria del quoziente;

b) si divide quindi la cifra di ciascun gruppo di liste per il quoziente ottenuto ai sensi della lettera a): il risultato rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascun gruppo;

c) i seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati ai gruppi per i quali le ultime divisioni di cui alla lettera b) hanno dato maggiori resti e, in caso di parità di resti, ai gruppi che hanno conseguito le maggiori cifre elettorali.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. E' stata chiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 33 bis.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Si è astenuta: la Presidente Lombardo.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 72

votanti 71

astenuti 1

maggioranza 36

favorevoli 71

(Il Consiglio approva).

Passiamo all'esame dell'articolo 33 ter.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 33 ter:

Art. 33 ter

Ripartizione dei seggi senza
premio di maggioranza

1. Nei casi previsti dall'articolo 32, comma 6, detratto il seggio del Presidente proclamato eletto, tutti gli altri seggi sono attribuiti con le seguenti operazioni:

a) si calcola il quoziente regionale dividendo la somma delle cifre regionali di tutti i gruppi di liste ammessi all'assegnazione dei seggi per 59;

b) si divide quindi la cifra di ciascun gruppo di liste per il quoziente ottenuto ai sensi della lettera a); il risultato rappresenta il numero di seggi da assegnare a ciascun gruppo;

c) i seggi che rimangono ancora da attribuire sono assegnati ai gruppi per i quali le ultime divisioni di cui alla lettera b) hanno dato maggiori resti e, in caso di parità di resti, ai gruppi che hanno conseguito le maggiori cifre elettorali.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 34.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 34:

Art. 34

Attribuzione dei seggi
alle liste circoscrizionali

1. Si procede al riparto dei seggi tra le sole liste circoscrizionali appartenenti ai gruppi di liste che hanno ottenuto seggi in base alle operazioni precedenti.

2. A tal fine si divide la somma delle cifre elettorali di tutte le liste presentate nella circoscrizione appartenenti ai soli gruppi di liste che hanno ottenuto seggi per il numero dei seggi assegnati alla circoscrizione più uno, ottenendo così il quoziente elettorale circoscrizionale; nell'effettuare la divisione si trascura la eventuale parte frazionaria del quoziente. Si attribuiscono, quindi, ad ogni lista tanti seggi quante volte il quoziente elettorale risulti contenuto nella cifra elettorale di ciascuna lista.

3. Se, con il quoziente calcolato come sopra, il numero dei seggi da attribuire in complesso alle liste supera quello dei seggi assegnati alla circoscrizione, le operazioni si ripetono con un nuovo quoziente ottenuto diminuendo di un'unità il divisore.

4. Se per uno o più gruppi di liste, per effetto delle operazioni di cui ai commi 2 e 3, il numero dei seggi attribuiti supera il numero di quelli assegnati in base all'articolo 33, 33 bis o 33 ter, si tolgono, per ciascun gruppo, i seggi in eccedenza sottraendoli alle rispettive liste circoscrizionali a partire da quelle che hanno avuto assegnati più seggi, seguendo l'ordine decrescente del numero dei seggi assegnati ad ognuna. In caso di parità di seggi assegnati, il seggio è sottratto alla lista circoscrizionale con la minore cifra elettorale residuale percentuale di cui alla graduatoria prevista dal comma 5, lettera b).

5. Si assegnano i seggi restanti in base alle seguenti operazioni:

a) si determina il numero dei seggi ancora da assegnare a ciascun gruppo di liste, sottraendo dal totale dei seggi spettanti a ciascun gruppo di liste i seggi attribuiti alle rispettive liste circoscrizionali secondo le modalità di cui ai commi 2 e 3;

b) si assegnano tali seggi alle rispettive liste circoscrizionali seguendo la graduatoria decrescente dei voti residuati di ciascuna espressi in percentuale del relativo quoziente circoscrizionale; a tal fine si moltiplica per cento il numero dei voti residuati di ciascuna lista e si divide il prodotto per il quoziente circoscrizionale; nel caso in cui non vengano ripartiti così tutti i seggi attribuiti a ciascun gruppo di liste, i seggi residui sono ripartiti riutilizzando la stessa graduatoria decrescente tante volte quante risultano necessarie al raggiungimento del numero di seggi attribuiti a ciascun gruppo di liste.

6. Qualora in una circoscrizione il numero dei seggi assegnati ecceda quello dei candidati della lista, si attribuisce il seggio alla lista di un'altra circoscrizione proseguendo nella graduatoria anzidetta.

7. Compiute le operazioni di cui ai commi da 1 a 6 al candidato presidente che ha ottenuto un numero di voti validi immediatamente inferiore al Presidente proclamato eletto si assegna l'ultimo dei seggi tra quelli attribuiti alle liste circoscrizionali ad esso collegate in base al minore resto o, in mancanza, alla cifra elettorale circoscrizionale minore in assoluto.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 34 bis.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 34 bis:

Art. 34 bis

Riserva di un seggio per circoscrizione

1. In ogni circoscrizione è garantita l'attribuzione di almeno un seggio.

2. Qualora, per effetto delle operazioni compiute, non si verifichi la condizione del comma 1 in una o più circoscrizioni, in ciascuna di esse si attribuisce un seggio al candidato più votato della lista circoscrizionale che ha la maggiore cifra tra quelle ammesse all'attribuzione dei seggi; corrispondentemente è detratto l'ultimo seggio attribuito al medesimo gruppo di liste nelle altre circoscrizioni.

3. In caso di parità di voti tra più liste circoscrizionali il seggio è attribuito alla lista del gruppo che ha ottenuto a livello regionale il maggior numero di seggi.

4. Se la lista circoscrizionale più votata fa parte di un gruppo che non ha avuto attribuito più di un seggio per circoscrizione, si passa alla lista circoscrizionale che ha ottenuto un numero di voti immediatamente inferiore.)

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo articolo, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

L'articolo 35 è stato soppresso.

Passiamo all'esame dell'articolo 36, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 36 e dei relativi emendamenti:

Art. 36

Proclamazione dei consiglieri

1. Nel collegio unico regionale si attribuiscono i seggi ai candidati alla carica di consigliere regionale, compiendo le seguenti operazioni:

a) si determina la graduatoria dei candidati di ciascuna lista circoscrizionale cui sono stati attribuiti seggi a seconda delle rispettive cifre individuali; a parità di cifre individuali, prevale l'ordine di presentazione nella lista;

b) si proclamano eletti, nei limiti dei posti cui ciascuna lista ha diritto e seguendo la graduatoria di cui alla lettera a), i candidati che hanno ottenuto le cifre individuali più elevate.

EMENDAMENTO aggiuntivo SORU.

Articolo 36

All'articolo 36, dopo il comma 1 sono aggiunti i seguenti commi:

"1 bis. All'interno del Consiglio regionale ciascuno dei due generi non può essere rappresentato in misura superiore ai due terzi dei componenti.

1 ter. Per le finalità di cui al comma 1 bis, una volta effettuate le operazioni di cui al comma 1 prima di procedere alla proclamazione, si verifica se nel complesso delle attribuzioni di seggi è stato rispettato il limite per la rappresentanza di genere; in mancanza per ciascuna coalizione e gruppo non coalizzato vengono detratti i seggi attribuiti al genere sovrarappresentato a partire dagli ultimi attribuiti in base all'articolo 34 a cominciare dalla circoscrizione in cui sono attribuiti più seggi e percorrendo anche più volte l'ordine delle circoscrizioni sino alla concorrenza del limite di rappresentanza di genere consentito; ogni seggio detratto è riattribuito al primo dei non eletti del genere sottorappresentato nella stessa lista circoscrizionale." (15)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 15 sostitutivo parziale PORCU - DIANA Giampaolo - AGUS.

Articolo 36

Nell'emendamento 15 le parole "ai due terzi" sono sostituite dalle parole "al novanta per cento". (23)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 15 sostitutivo parziale PORCU - DIANA Giampaolo - AGUS.

Articolo 36

Nell'emendamento 15 le parole "ai due terzi" sono sostituite dalle parole "all'ottanta per cento". (24)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 15 sostitutivo totale SORU.

Articolo 36

L'emendamento 15 è così sostituito:

"All'articolo 36 sono aggiunti i seguenti commi:

"1 bis All'interno del Consiglio regionale è favorita la rappresentanza dei due generi, in modo che per quanto possibile nessuno dei due generi sia rappresentato in misura inferiore al 30 per cento dei seggi.

1 ter. A tal fine, una volta effettuate le operazioni di cui al comma 1 prima di procedere alla proclamazione, si verifica se in base alla graduatoria di cui alla lettera b) nel complesso delle attribuzioni di seggi sia rispettato il limite per la rappresentanza di genere di cui al comma 1 bis; in mancanza si sostituiscono, nel limite del numero di seggi attribuito come premio di maggioranza, nella coalizione o gruppo di liste non coalizzato vincente, i seggi attribuiti al genere sovrarappresentato a partire dagli ultimi attribuiti, mediante le seguenti operazioni:

a) si verifica il numero dei seggi attribuiti alla coalizione per effetto del premio di cui all'articolo 32 e si sottrae il numero dei seggi che sarebbe naturalmente spettato in mancanza del premio per effetto della sola attribuzione dei seggi nelle circoscrizioni a quoziente pieno e mediante recupero dei resti nel collegio unico regionale fra tutti i gruppi di liste ammessi all'attribuzione di seggi;

b) nel limite del numero di seggi rimanenti così calcolati e al massimo fino alla sua concorrenza, si determina il numero dei seggi da sostituire per raggiungere o avvicinarsi al limite di cui al comma 1 bis;

c) si individuano nella coalizione vincente gli ultimi seggi attribuiti ai gruppi di liste fino alla concorrenza del numero dei seggi da sostituire; i seggi sono individuati ai sensi del comma 2 dell'articolo 33, dapprima in base alla lett. c) a partire dal minore resto, e occorrendo in base alla lett. b) a partire dai gruppi che hanno ottenuto la cifra elettorale di gruppo più bassa;

d) per ogni gruppo di liste si individuano i seggi da sostituire nelle relative liste circoscrizionali a partire dalla lista che ha avuto assegnato l'ultimo seggio in base all'articolo 34 comma 5 lettera b) successivamente risalendo la graduatoria fino al numero dei seggi da sostituire per quel gruppo di liste; occorrendo si procede con i seggi assegnati a quoziente pieno a partire da quelli della lista circoscrizionale con la minore cifra;

e) in ciascuna lista circoscrizionali i seggi sono attribuiti sostituendo all'ultimo candidato da proclamare del genere più rappresentato, il più votato dei candidati dell'altro genere della stessa lista; in mancanza di candidati dell'altro genere il seggio è sostituito nella lista circoscrizionale che segue secondo i medesimi criteri di cui alla lett. d)." (25).)

PRESIDENTE. Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che devono iscriversi non oltre la conclusione del primo intervento.

E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Signor Presidente, sarei molto grato all'Aula se riuscisse a darmi il massimo di attenzione su questo articolo perché ritengo che sia rilevante, importante, nella legge che stiamo discutendo. L'ha ricordato lei poc'anzi, Presidente, quando abbiamo discusso l'articolo 27, a cui erano appesi degli emendamenti che introducevano il principio della doppia preferenza per tentare di perseguire il principio costituzionale della parità di genere; io mi ero espresso, sollevando alcuni dubbi sulla doppia preferenza non essendo contro la doppia preferenza, dicendo che avevo delle perplessità soprattutto nella nostra Regione dove abbiamo deciso di avere otto collegi, otto collegi anche piccoli, dove può succedere che, con la doppia preferenza, si realizzino degli accordi per cui il più forte prende tutto, laddove ci sono solamente due seggi in una piccola circoscrizione.

Detto questo, credo, anzi non "credo", è assolutamente fuori di dubbio che sia meritevole di tutela il principio della parità di genere nelle nostre assemblee elettive... Presidente Floris, mi piacerebbe avere il suo punto di vista su questo tema che so che la appassiona... insomma, dal 1993, abbiamo, all'articolo 51 della Costituzione, un principio che ci ricorda la necessità della partecipazione di ambo i generi alla vita pubblica nazionale. Dal febbraio di quest'anno abbiamo anche una legge che addirittura ricorda questo principio persino in circostanze private come le assemblee delle aziende quotate in borsa oltre che nella pubblica amministrazione. Questo è un argomento e, se non ci fossero comunque questi principi, credo che non si possa vedere un'aula come questa dove nella nostra sezione in questo momento abbiamo solo una donna, in quell'altra sezione non c'è neanche una donna, nell'altra sezione ci sono pochissime donne e in grandissima prevalenza grazie al listino che abbiamo deciso però di abolire. Non rappresenta la società sarda in totale evidenza.

Per tante persone, per tanti di noi, il modo migliore (certamente già accettato dalla Corte costituzionale) era quello di introdurre la doppia preferenza. Ora non voglio riportare questa discussione, perché semplicemente lei si è pronunciata, signor Presidente, stabilendo che di questo non si può ridiscutere visto che ne abbiamo già discusso, nondimeno il tema c'è e sarebbe importante che questo Consiglio regionale non "uscisse", nel 2013, con una legge elettorale che magari ci può riportare a vedere tre o quattro donne elette in questo Consiglio regionale, sarebbe ingiusto e noi non staremmo facendo il nostro compito. Ho presentato un emendamento l'altro giorno, anche perché volevo che comunque questa questione fosse dibattuta, visto che ha sollevato molte perplessità, qualcuno l'ha chiamata anche, senza polemica, l'ha chiamata anche una "riserva indiana". Quell'emendamento è stato modificato e lo vorrei illustrare un pochino perché credo che sia meritevole dell'attenzione di questo Consiglio, così come ha meritato l'attenzione di diversi costituzionalisti con cui ne ho parlato in giro per l'Italia in questi ultimi giorni.

La Costituzione ci dice che il voto deve essere libero e uguale ma ci dice anche che dobbiamo tendere alla parità di genere. La Costituzione sancisce anche altri principi e abbiamo voluto tutelare anche altri principi, compreso quello della governabilità, per cui, comunque, con questa legge il voto non sarà uguale perché stiamo derogando dal principio proporzionale e stiamo accettando che alcuni seggi, che sarebbero stati assegnati a una parte soccombente sulla base del principio proporzionale, vengano invece dati alla parte vincitrice. Stiamo derogando dal principio di uguaglianza del voto per tutelare il principio di governabilità, la volontà di governabilità. Mi chiedo: se deroghiamo dal principio di uguaglianza del voto, utilizzando questo premio di maggioranza, non è più meritevole se quel premio di maggioranza lo utilizziamo per tutelare due principi, quello di garantire la governabilità ma anche quello del riequilibrio per genere facendo in modo che quel premio possa essere attribuito prioritariamente in modo anche da riequilibrare appunto il genere e quindi al genere meno rappresentato qualora fosse rappresentato meno di una certa soglia?

Nell'emendamento ho scritto il 30 per cento. Per farla breve il 30 per cento sono 18 se, sulla base dell'elezione proporzionale, venissero indicate meno di 18 persone del genere meno rappresentato, gli eventuali 12 del premio di maggioranza potrebbero essere utilizzati fino ad arrivare a 18, prendendo il genere meno rappresentato con i quozienti più elevati. Questo che cosa fa sì? Che a nessuno della coalizione che vince, se lo ha conquistato, verrà sottratto il suo seggio! A nessuno che abbia conquistato il suo seggio su base proporzionale verrà sottratto. Semplicemente, il premio può servire a due finalità, a garantire la governabilità ma anche a garantire il riequilibrio di genere e quindi prioritariamente lo diamo alle donne. Se saremo sufficientemente bravi, con le candidature e con una competizione elettorale equilibrata, a eleggere un numero sufficiente di donne, questa priorità dell'elezione del voto femminile non opererà o opererà solo maggiormente, se invece continueremo a votare solamente "maschi",come nel passato si è utilizzato il listino per riequilibrare un pochino, si finirà per riutilizzare il premio di maggioranza per garantire un altro principio altrettanto meritevole di tutela costituzionale.

Credo che abbiamo anche oggi fatto una buona discussione, abbiamo corretto con un emendamento orale uno sbaglio che si stava facendo, abbiamo corretto delle soglie, abbiamo fatto una buona discussione. Se ci astraiamo dalle posizioni di principio e ci astraiamo dalle parti, probabilmente possiamo fare una cosa buona che risponda all'esigenza di una rappresentazione migliore degli elettori della Sardegna in questo Consiglio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, intervengo per dire che ci troviamo a esprimerci su un articolo e sugli emendamenti all'articolo relativi a un argomento che ha molte dimensioni, sul quale sono anche in imbarazzo a esprimere una posizione che sia semplicemente personale. Lo dico al mio Gruppo, al mio Capogruppo e anche alla coalizione del centrosinistra, io mi asterrò sull'emendamento se non dovessimo arrivare a una posizione condivisa. Mi asterrò perché la dimensione, richiamata (secondo me, molto bene) dall'onorevole Soru, che ha trasformato un emendamento iniziale, che poteva essere - diciamo - generico nella sua attenzione al tentativo di recuperare una quota, e quindi poteva essere legato all'intero Consiglio, è stata ricondotta al premio di maggioranza.

E' chiaro che questo premio di maggioranza riguarda anche partiti di coalizione, partiti minori, i partiti più piccoli, partiti che magari possono avere la possibilità di ottenere un resto o una rappresentanza soltanto nel caso in cui la coalizione vinca e magari non ce l'hanno se la coalizione vince. Ci sono anche territori che possono avere una rappresentanza, una maggiore rappresentanza, che magari sono sotto rappresentati, soltanto nel caso in cui la coalizione vinca. In sostanza, questo emendamento (secondo me, lodevolmente) cerca di recuperare quello che è stato tolto con la doppia preferenza di genere, che però metteva tutti sullo stesso piano, cioè chi prendeva più voti veniva eletto, facendo prevalere una dimensione rispetto ad altre che, per altri partiti, altre forze politiche, altri territori possono essere in qualche modo importanti, comprensibilmente importanti. Quindi mi trovo in imbarazzo.

Mi asterrò sull'emendamento e dico anche che sono pronto a ritirare gli emendamenti successivi nel caso fosse bocciato o lasciarne almeno uno e ne spiego la ratio. Abbiamo presentato due emendamenti, uno che ridimensiona la quota dei due terzi, era il "10", e il numero 20, ma con fare provocatorio. Il senso del "10" era: se dovessimo trovarci con un Consiglio che, nonostante la presenza delle donne in lista nella misura di almeno un terzo, non avesse una rappresentanza comunque importante di genere, magari addirittura inferiore a quella attuale... apro una parentesi, come giustamente ha richiamato l'onorevole Soru, oggi abbiamo una rappresentanza di genere indotta in piccolissima parte dal voto di lista, ricordiamo che soltanto due colleghe sono entrate pienamente in questo Consiglio col voto dei collegi, c'è chi è entrato perché ha sostituito un collega che si è dimesso nella lista e ci sono colleghe che sono entrate col voto di listino. Allora, dicevo, se non dovessimo riuscire a raggiungere un livello minimo, dovremmo ammettere di aver fallito con questa legge. Se non dovesse esserci in questo Consiglio un numero significativo di rappresentanza di genere, noi dovremmo comunque ammettere di aver fallito; significherebbe che quelle misure, che ritenevamo potessero essere utili, non hanno funzionato.

Quindi, il dilemma esiste e capisco sia il senso dell'emendamento sia i tanti colleghi che, insieme a me, sono intervenuti per cercare di ristabilire, attraverso la doppia preferenza di genere, una possibilità che però non ledesse il principio di mettere tutti i voti sullo stesso piano e tutti i candidati sullo stesso piano. Siamo veramente in un cul-de-sac, come si suol dire, non faccio appelli alla Presidenza per tornare indietro sulla decisione della doppia preferenza, però esprimo il rammarico che non sia possibile. Preannuncio anche che, comunque vada in quest'Aula, alla fine, io voterò a favore della legge. Mi riservo però, immagino con alcuni colleghi, di presentare domani stesso un emendamento all'articolo 27 che ripristini e ci consenta (credo come tutto il Gruppo P.D.) di tornare su questa legge magari anche a breve per dare la possibilità della doppia preferenza di genere e stabilire un principio costituzionalmente più forte, non dico l'unico. Non voglio addentrarmi in una materia dove quello che è legittimo costituzionalmente sia così facile da dirimere, anche se ci sono sentenze che dicono che le quote non sono la strada giusta o sono una strada vecchia per garantire la rappresentanza di genere, ma certamente sono una strada già sperimentata e già sperimentata con successo.

In conclusione, ci troviamo ad affrontare un nodo che la legge non ha risolto e quindi riaffiora. Credo che abbiamo perso, da questo punto di vista, l'occasione, lo dico a tutto il Consiglio, di dare la sensazione che questo fosse un Consiglio regionale aperto alla società, che volesse recuperare un dialogo con la società e che volesse essere pienamente rappresentativo della società, per genere, per territorio, per forze politiche. Forse era una delle ultime occasioni in cui questo Consiglio poteva recuperare credibilità nei confronti dei nostri cittadini.

Abbiamo avuto altre occasioni e non le abbiamo sapute cogliere, anche accettando la sfida, per esempio, posta dai referendum, dell'efficienza dell'istituzione, senza reclinare il capo e subire soltanto dei tagli, senza mai legare, a quei tagli, la produttività dell'istituzione, che è un tema che non abbiamo avuto neanche il coraggio di toccare. Abbiamo chinato il capo sempre, abbiamo accettato che l'istituzione avesse meno strumenti per far valere le proprie prerogative e oggi ci troviamo un'istituzione che rischia di essere indebolita sempre di più. Mentre da una parte c'è una Giunta regionale che avrà Uffici di gabinetto, che potrà spendere in consulenze, che potrà svolgere un ruolo molto ampio dal punto di vista di indirizzo programmatico, dall'altra parte ci troviamo di fronte a un Consiglio che non ha un Ufficio studi, che non ha strumenti da dare ai consiglieri per svolgere il loro mandato. Non l'abbiamo fatto in quella circostanza, che forse era importante, e oggi, di fronte a una delle ultime possibilità che avevamo di riavvicinare l'istituzione ai cittadini, non abbiamo sfruttato le occasioni e abbiamo rischiato fortemente di perdere.

Chiudo dicendo che mi asterrò certamente sull'emendamento, poi l'articolo è acqua fresca tolto l'emendamento. Se questo Consiglio non recupererà questa prerogativa della doppia preferenza e se questo emendamento dovesse essere bocciato, credo che dovremmo, votata la legge, da domani porci il problema se sulla materia non bisogna tornare per far sì che, almeno su questo argomento, questa istituzione sappia respingere l'accusa di essere chiusa, di essere sorda e anche di non avere, come dire, fino in fondo il coraggio delle proprie prerogative, che abbiamo rischiato di perdere, che rischiamo di perdere e che, secondo me, colpevolmente, rischiamo di perdere in un riequilibrio dei poteri che non è fatto soltanto di discorsi, ma è fatto spesso di strumenti che in questo momento non abbiamo e non ci siamo messi certamente in condizioni per il futuro di avere più efficienti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cuccu. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Presidente, in questi giorni, anche in queste settimane, abbiamo parlato di quote, ne abbiamo parlato in maniera diffusa, abbiamo parlato di soglie di accesso, di sbarramenti, di muretti, però abbiamo trascurato più di una volta di parlare di quello che serve davvero per vincere le elezioni e per essere eletti in una qualsiasi assemblea: il consenso. Del consenso ci siamo dimenticati. Abbiamo provato a mettere in campo strumenti per lasciare fuori qualcuno da quest'aula, per lasciar fuori i movimenti, per lasciar fuori i piccoli partiti, per lasciar fuori le donne; ci siamo inventati o ci siamo cimentati, per carità, perché poi alcune norme le abbiamo corrette, in tutta una serie di questioni spesso trascurando quello che è l'elemento più importante comunque, l'elemento del consenso. L'emendamento che abbiamo ripresentato, diversi di noi, e che la Presidenza ha ritenuto inammissibile, sulla doppia preferenza, andava nella direzione di creare una competizione per l'accesso al Consiglio regionale, ma viene premiato, viene eletto, chi ottiene un voto in più all'interno delle singole liste.

Ecco perché, siccome lo spirito deve rimanere quello, non mi convince l'emendamento numero 15 e non mi convincono nemmeno gli emendamenti successivi, perché in quegli emendamenti si precostituiscono delle quote e, oltretutto, nelle modifiche queste quote si mettono in carico solamente alla coalizione vincente, quindi alla maggioranza in quel momento del Consiglio regionale. In quel caso si fa addirittura una sperequazione perché questa quota che si decide di assegnare la si assegna solamente a una parte.

Penso che dobbiamo insistere sull'elaborazione che le donne hanno maturato in questi anni, che va in tutt'altra direzione, che è quella di misurarsi ad armi pari ma con il consenso. Le donne hanno superato ormai in questi anni l'idea della concessione, l'idea che ci possa essere un principe illuminato che concede qualcosa o che ci possa essere, in questo caso, una legge illuminata che concede una riserva e una quota. Ormai a me sembra che sia patrimonio diffuso (non solo, grazie a Dio, delle donne) quello che gli strumenti che dobbiamo mettere in campo, lo dice anche l'articolo 16 dello Statuto, così com'è stato riscritto, sono strumenti che consentono e che garantiscono parità di accesso.

Ecco, questo strumento, a mio avviso, così com'è stato congegnato - non me ne voglia chi l'ha presentato - consente disparità di accesso. Non condivido queste cose perché gli accessi sono dispari, sono differenti le condizioni di accesso, mentre l'articolo 16 dello Statuto ci dà indicazioni precise, che sono quelle di consentire parità di accesso. Allo stesso tempo, però, non mi arrendo, questa è una legge che stiamo facendo per rispondere a una serie di requisiti, ad alcuni stiamo rispondendo bene, perché stiamo dicendo per esempio che la soglia è di 60 consiglieri e oltre quella non si deve andare, stiamo dicendo che in Consiglio regionale non vogliamo più avere nominati e stiamo eliminando il listino, stiamo rispondendo anche alla riscrittura dell'articolo 16 nel momento in cui diciamo che bisogna garantire una adeguata rappresentanza territoriale e stiamo confermando una distribuzione degli eletti su otto collegi, come li abbiamo visti l'ultima volta; non stiamo facendo invece tutti gli sforzi che avremmo dovuto fare per rispondere all'altra e ultima esigenza che è quella di consentire parità d'accesso. Abbiamo fatto un piccolissimo sforzo, piccolino, migliore rispetto a quello prima, senz'altro, però è troppo piccolo, per garantire delle presenze nelle liste, non è sufficiente, quindi non mi arrendo al fatto che questo Consiglio regionale non possa, in un momento successivo, correggere quello che non abbiamo potuto e che non siamo riusciti a fare oggi.

D'altronde, anche altre volte lo abbiamo fatto, su leggi altrettanto importanti siamo reintervenuti per apportare modifiche in tempi brevissimi, lo abbiamo fatto anche sul numero dei consiglieri, tutti voi lo ricorderete, quindi potremmo farlo se c'è la volontà, e a me sembra che, in queste settimane, in questi giorni, anche se c'è stato quell'incidente, c'è una maturità, non solo in quest'Aula, ma anche fuori da quest'Aula, per consentire condizioni di accesso migliori a tutti e due i generi. Ripeto: non mi arrendo. Questa legge soddisfa gran parte delle esigenze che ci eravamo posti, non tutte, per cui non penso che, per correggere un errore, noi dovremmo commetterne un altro.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stocchino. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Presidente, credo che, quando si decide di fare un recinto e metterci dentro un genere, si faccia sempre un errore, in questo senso la penso come l'onorevole Barracciu. Credo che non ci debbano essere posizioni che, da principe illuminato, decidano in modo determinato che una percentuale debba essere data alle donne, rinchiudendole dentro un recinto, e il resto debba essere data agli altri, soprattutto quando poi, leggendo la legge, scopro che gli altri a cui viene affidato questo carico sono i partiti piccoli; rileggendola, scopro che fondamentalmente chi elegge e mette i consiglieri con i resti, con percentuali abbastanza piccole, guarda caso sono i partiti minori. Dovrebbero essere i partiti più grossi, quelli che hanno maggior numero di consiglieri, a farsi un carico di questo tipo; credo che i partiti piccoli già facciano la loro parte, spero che la facciano in modo molto più sostanzioso, magari riuscendo a mettere, legge o non legge, il 50 per cento di donne e il 50 per cento di uomini.

Avevamo una strada, una strada che il collega Soru ha detto che lui non condivideva, che quest'Aula ha bocciato (ma, secondo me, male ha fatto), che era quella della doppia preferenza di genere. Quella strada metteva uomo e donna in competizione ma insieme uniti per cercare di raggiungere l'obiettivo. Altre strade sono chiudere gli indiani nelle riserve e dare il vaiolo ai vicini di casa. Per questo, sono totalmente contrario e voterò contro.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, gli emendamenti numero 15 e 25 mi consentono di tornare sulla questione del voto che ha cancellato la possibilità di esprimerci in maniera palese sulla doppia preferenza di genere. Sono convinto che, leggendo questi emendamenti e anche discutendo l'articolo 36 di questa proposta di emendamento, sia ancora più chiaro qual è stato l'errore fatto nell'ammettere l'emendamento che ha poi cancellato e spazzato via l'emendamento presentato dal collega Diana.

Presidente, per l'ultima volta le leggo l'articolo 88 del Regolamento: "Il Presidente ha facoltà di dichiarare inammissibili ordini del giorno, emendamenti e proposte che siano estranei all'oggetto della discussione… ovvero siano in contrasto con precedenti deliberazioni adottate dal Consiglio nel corso della discussione". Faccio notare che l'articolo 19 della legge che avevamo già approvato escludeva completamente l'ammissibilità dell'emendamento numero 13 che parlava di tutt'altre cose.

Presidente, chiudo qua. Lei mi conosce, sono testardo, quando sono convinto di una cosa la difendo, considero sbagliata l'ammissione di quell'emendamento e adesso stiamo cercando di recuperare. A differenza di altri colleghi, dico che, di fronte alla negazione di un principio di un diritto, secondo me, non vale porsi la domanda: "Chi è che garantisce il rispetto di questo diritto?". La presenza delle donne nelle istituzioni è un diritto che dovremmo considerare inalienabile ormai. Vorrei ricordare a quest'Aula e a tutti noi che, quattro giorni fa, al Senato è stata approvata in maniera definitiva la ratifica della Convenzione di Istanbul contro la violenza sulle donne, una convenzione molto importante che vedeva il nostro Paese in ritardo rispetto a moltissimi altri Paesi; vorrei ricordare inoltre che, in Italia, solamente nel 1981 è stato cancellato il delitto d'onore, ancora vorrei ricordare che c'è tutta una serie di vincoli che impedisce alle donne l'accesso alla politica e alle istituzioni, limiti e problemi voluti dalla stessa gestione dei partiti, come ci ha ricordato in maniera autorevole l'onorevole Pittalis nella scorsa seduta.

Allora, per quanto riguarda gli emendamenti numero 25 e 15, devo dire che questi non sono i migliori emendamenti, sono sempre stato contrario alle quote. Ho preso pari pari dalla legge elettorale campana l'emendamento con cui ho presentato la proposta di doppia preferenza di genere facoltativa, pensavo che potesse essere il punto di equilibrio che presentasse il Consiglio regionale della Sardegna in una maniera moderna rispetto a questo principio. Così non è stato.

Allora gli emendamenti numero 15 e 25 dell'onorevole Soru rappresentano (così li definisco) la riduzione del danno, sono gli unici emendamenti che ci consentono di ridurre il danno che è stato fatto dall'eliminazione della discussione sulla doppia preferenza di genere e io li voterò. Io voterò l'emendamento numero 25 e auspico che venga approvato da quest'Aula; ove non succedesse, annuncio già che il nostro Gruppo presenterà una proposta di legge, anche se fosse di un solo articolo, e chiederà alle altre forze politiche di discuterla con priorità, per rimettere alla discussione di quest'Aula il problema della doppia preferenza di genere perché lo consideriamo un problema maturo. Non possiamo considerarla ormai cosa fatta, ci siamo liberati di un'incombenza col voto segreto e chi si è visto si è visto. No! Noi consideriamo questo problema un problema importante. Il collega Cuccu diceva bene: abbiamo inserito una sede di modifiche alla legge elettorale regionale, abbiamo deciso perché abbiamo detto che era necessario eliminare il listino e tutta una serie di questioni di una legge che è nazionale, che ci è stata imposta, vogliamo porre dei correttivi che siano rispettosi delle peculiarità della Sardegna, sappiamo la lesione che è stata inferta a questa legge con il mancato rispetto di un principio costituzionale e di un principio stabilito fortemente anche dallo Statuto d'autonomia della Sardegna, non basta garantire il 30 per cento delle presenze in lista, non è sufficiente, non è più sufficiente. E' un pannicello caldo che forse laverà le coscienze di qualcuno, ma non risolve assolutamente il problema.

Ecco, ritengo che, a questo punto, tutte le forze politiche in maniera palese debbano assumere questo impegno perché, oltre alla preferenza di genere, abbiamo un altro limite, limite che è stato ravvisato dall'onorevole Maninchedda, cioè in questa legge, se non in riferimento alle leggi statali, manca ogni principio legato alle incompatibilità, alle ineleggibilità, a tutta una serie di questioni che non può mancare in una legge, che abbiamo affrontato in Commissione e abbiamo deciso di stralciare; però complessivamente, ove riuscissimo a sanare la lesione dell'assenza delle corrette garanzie di partecipazione per le donne, la presenza in quest'Aula al Consiglio regionale, è chiaro che non potremmo considerare completamente concluso il processo di discussione su una nuova legge elettorale sarda.

La Sardegna non si può presentare come una Regione sorda a questa necessità, arretrata rispetto ai principi innovativi e moderni che stanno criticando sempre con più forza l'esclusione delle donne dalla politica e dalle istituzioni. Certo che è necessario il consenso per arrivare nelle aule istituzionali, però il consenso va garantito garantendo anche pari opportunità di accesso alla politica, alle liste e alle elezioni. Noi pensiamo, io penso, che dobbiamo continuare a cercare di garantire questo principio al di là di quello che succede su questa legge. Però già questo emendamento numero 25, sul quale io voterò favorevolmente, è un modo per dichiarare ancora aperta e non conclusa la vicenda dell'accesso delle donne in Consiglio regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cossa. Ne ha facoltà.

COSSA (Riformatori Sardi). Presidente, credo che l'emendamento presentato dall'onorevole Soru, che tra l'altro rappresenta un notevole passo avanti rispetto alla formulazione originaria, sia un tentativo pregevole di risolvere il più grave punto di debolezza di questa legge. Badate, noi abbiamo messo le quote nelle liste, sappiamo bene che è una cosa assolutamente insufficiente, forse anche la doppia preferenza lo è, cioè la doppia preferenza di per sé non garantisce una maggiore presenza di donne in Consiglio regionale. Sappiamo bene che il problema è assai più vasto, il problema è culturale, il problema è tutto un sistema organizzato per escludere le donne. Per cui o le donne hanno fatto una specie di voto di dedicarsi principalmente alla vita politica e di trascurare le altre cose o se no c'è un automatismo che le esclude dalla vita politica, è questo il problema vero da risolvere.

A me pare che sia così e che sia facilmente riscontrabile, basta fare un paragone tra la composizione delle assemblee elettive italiane (oltre che di questo Consiglio regionale, purtroppo il quadro è abbastanza omogeneo a livello nazionale, anche a livello parlamentare) e la composizione delle assemblee elettive negli altri Paesi civilizzati. Spesso, anche a livello di incontri di delegazioni parlamentari o di delegazioni governative, vediamo delegazioni italiane di tutti "maschi" e delegazioni degli altri Paesi dove invece il "sesso femminile" è ben rappresentato. Per cui penso che l'emendamento presentato dall'onorevole Soru meriti un approfondimento.

Ho sentito (ed è possibile) che ci sono dei dubbi sotto il profilo costituzionale, ma mi chiedo se la legge con cui eleggiamo il Parlamento nazionale, dove nessuno viene eletto sostanzialmente, dove c'è un meccanismo di selezione che si nasconde nelle segrete stanze dei partiti politici, sia costituzionale. Penso che l'emendamento presentato dall'onorevole Soru meriti di essere approfondito perché mi sembra una possibile soluzione al problema più grave tra i tanti che questa legge che stiamo esaminando rappresenta.

PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, in nome della governabilità si continua a girare attorno al problema dell'esclusione delle minoranze delle donne in modo piuttosto improduttivo perché manca la volontà politica di porre rimedio a questa gaffe, anche dopo la terribile figura che è stata fatta dall'Aula con il voto segreto. Si continua a parlare anche di un altro argomento cioè della riduzione dei consiglieri per la Sardegna da 80 a 60, come se quest'Aula non avesse alcuna responsabilità. Dico che quest'Aula, prima che il provvedimento passasse a livello di Senato, cioè il Consiglio regionale ha votato quella riduzione purtroppo senza avere un minimo di lungimiranza, senza capire quale sarebbe stata la ricaduta sulle minoranze, ma non solo sulle minoranze, sta ponendo seri problemi anche sui partiti di maggioranza.

A proposito dell'emendamento, scusate, l'emendamento numero 15, non il numero 25 dell'onorevole Soru, che io ringrazio perché sicuramente c'è stato uno sforzo notevole da parte sua, però vorrei ricordare che la stessa legge costituzionale per l'elezione dei consiglieri delle Regioni autonome a Statuto speciale ha introdotto il principio del riequilibrio delle rappresentanze dei sessi. Per cui questa proposta di legge per l'esclusione delle donne con il voto segreto è incostituzionale; cioè 40 consiglieri che hanno promosso il voto segreto, quindi da dietro il muretto a secco, hanno fatto male i conti per cui anche se continuiamo a discutere di questa proposta di legge, questa è in palese violazione del nostro Statuto di autonomia e pone sicuramente un problema di omissione di legge costituzionale dello Stato italiano.

Dico che bisogna smettere di girare attorno al problema perché si pone la necessità di riformulare radicalmente la proposta nel rispetto dei diritti dei sardi a essere rappresentati all'interno delle istituzioni con le minoranze politiche e con le donne, a cui la società sarda non può assolutamente rinunciare. Quindi è inutile girarci attorno, stiamo allungando molto il brodo, direi di dare anche un'accelerata e di trovare soluzione.

Per risolvere la sotto rappresentazione del genere femminile all'interno degli organi rappresentativi è necessario che si mettano a disposizione delle donne degli strumenti elettorali che agevolino il loro ingresso all'interno delle istituzioni, è da tanto che lo ribadiamo, direi che è tempo di ascoltare e di prenderne atto senza tergiversare ulteriormente. Questo è ciò che avrebbe dovuto garantire questa legge, come è avvenuto anche in diverse Regioni d'Italia e che ha portato a un seppur parziale riequilibrio di rappresentanza.

L'emendamento del consigliere Soru (che, ripeto, io apprezzo) trovo che sia una proposta di retroguardia per quanto riguarda la rappresentanza di genere femminile e poi anche un'ennesima mortificazione per le minoranze, cioè il problema delle quote è un problema superato dalla storia, non si può più continuare a insistere che ci diano queste promozioni d'ufficio per gentile concessione del principe, come io dico, non possiamo più permettercelo! La crisi che attraversa la Sardegna dice in termini molto espliciti che bisogna che le donne diano il proprio contributo di intelligenza, di esperienza, di sensibilità diversa all'interno delle istituzioni, se no non se ne cava piede! Quando noi parliamo di fallimento della nostra economia e diciamo che i sardi sono in crisi, sono in ginocchio, attribuiamo come al solito la responsabilità alla crisi finanziaria mondiale; io dico che c'è stata una pessima gestione del bene collettivo in Sardegna e dovremmo cercare di capire chi è che l'ha gestito. Sino a prova contraria chi l'ha gestito sino a oggi è stata la stragrande maggioranza dei consiglieri eletti dal popolo, quindi dobbiamo trovare soluzione, dobbiamo integrare chi manca, perché questa è una democrazia amputata che non può assolutamente funzionare! Prendiamo atto di questo!

Per cui dico che bisogna mettere da parte la paura e la preoccupazione di essere così e di dover saltare dalla sella del potere, detto in termini molto chiari, è la paura che si continua ad avere qui e ciò che porta anche ad allungare questo dibattito assolutamente sterile è la paura, ma qui noi non dobbiamo più pensare alla gestione del bene collettivo come se il bene collettivo fosse cosa privata, come è avvenuto fino a oggi, bisogna cambiare le regole del gioco. Veramente faccio un appello e chiedo che si affronti, in termini molto determinati, il problema del reintegro della doppia parità di genere per come è stata prospettata. Le donne e la società sarda chiedono e impongono altre garanzie, esattamente quelle garanzie che vengono contemplate dal nostro Statuto speciale di autonomia e dalla stessa Costituzione italiana. Ringrazio comunque tutti i colleghi che si stanno pronunciando in termini molto schietti perché si prendano provvedimenti concreti.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, colleghi, gli emendamenti quando vengono presentati hanno un significato per ciò che dicono ma anche per ciò che suscitano, l'emendamento Soru va letto sia nel merito, sia per ciò che sta suscitando. Nel merito, certo, ha dei limiti, perché, per esempio ne cito uno, garantisce certamente la presenza delle donne nelle istituzioni ma nella maggioranza, non la garantisce per chi si dovesse candidare nella minoranza. Ha dei limiti perché sbilancia il voto, parla appunto di sostituzione nella proclamazione degli eletti. Ha dei limiti. Ha dei limiti di costituzionalità? Ha dei limiti! Io lo voto! Io lo voto perché ha dei limiti, perché inserirebbe in questa legge delle problematiche che costringerebbero il Consiglio a ragionare di nuovo su questi argomenti. Questo è dimostrato anche dal fatto che, al di là di ciò che dice, sta suscitando un fenomeno interessante, che è conosciuto dagli psicanalisti, cioè l'atto o pulsione che scatena il senso di colpa. L'emendamento Soru ha rimesso in campo un problema, non a caso l'onorevole Salis ha usato un termine importante "coscienza", un problema che la volta scorsa si è riusciti a superare, anche grazie alle mie intemperanze, agevolmente. Invece l'emendamento Soru è una pulsione al pentimento per l'avvenuta soppressione della preferenza di genere.

Sui pentimenti in Europa abbiamo una lunga storia; io sono stato in Africa da ragazzo e ho imparato una distinzione che conosciamo tutti da un proverbio, cioè che il pianto dell'uomo è un pianto di dolore per una colpa, per un dolore, per una perdita, il pianto del coccodrillo è un pianto di gusto perché macina e mastica ciò che gli piace! E piange! Allora di che pianto stiamo parlando? Vorrei chiedere all'onorevole Porcu, cito lei, mi farebbe piacere non citare nessuno onde evitare poi… ma chiedo, se noi diciamo che, nonostante quello che sta accadendo, votiamo questa legge, di quale pianto stiamo parlando? Se siamo convinti che questa legge abbia dei limiti profondi, dobbiamo dire che non la votiamo, viceversa è un pentimento di altra natura.

Nella storia dei Regni sottoposti all'autorità del Regno di Spagna c'era un istituto che consentiva di risolvere i problemi di coscienza, si poteva acquistare una tipologia di "bolla santa" che rimediava a diverse colpe senza doversi esporre pubblicamente a quel percorso di cambiamento che dovrebbe seguire a un vero pentimento. Per esempio, un funzionario pubblico che fosse stato concusso poteva comprare una bolla di composizione, la più cara, e in quel modo comprava questo condono che però non avveniva in sedi pubbliche, acquisita la bolla di composizione andava dal parroco e si faceva assolvere. Il pentimento di questo tipo è assimilabile ai condoni fiscali, produceva cassa e ti lavava la coscienza.

Che cosa si sta cercando? Se l'emendamento Soru è un "signor" emendamento per suscitare un sussulto e per mettere dentro questa legge un problema in maniera tale che questa legge non possa andare serenamente in porto, allora si deve dire: "Noi votiamo l'emendamento Soru e non votiamo la legge!". Certo, non votiamo la legge! Se è un pentimento vero, allora avete una strada e ce l'hanno anche gli altri: quante leggi con il "102" avete fatto entrare in quest'Aula? Tantissime! Subordinate il voto alla legge, al via libera con il "102" di una leggina con cui rimettete dentro la preferenza di genere ed entra insieme alla legge sulle province! Questo sarebbe un pentimento umano, non un pentimento che nasce dal gusto di divorare ciò che non si vuole, perché le posizioni politiche devono avere una loro coerenza nello sviluppo.

E' vero ciò che l'emendamento Soru ci sta proponendo? Cioè dobbiamo garantire una presenza nell'aula? La migliore formula, a mio avviso, è la preferenza di genere, non fosse altro perché non è un istituto teorico, l'abbiamo sperimentato nelle elezioni amministrative e sta funzionando, ha garantito l'accesso di tante donne, ha garantito la presenza sociale di tante donne, ha valorizzato i rapporti sociali di tante donne, ha unito l'esperienza di donne e di uomini e ha creato un contesto diverso all'interno delle assemblee rappresentative. Quindi non è che si sta parlando di un istituto da sperimentare, è un istituto sperimentato, già presente nell'ordinamento italiano e che qui si vuole rifiutare. Non dobbiamo inventare nulla! Si tratta di attuarlo!

Ho già detto che funziona benissimo quando le donne sono in numero inferiore nelle liste perché in quel modo promuoviamo il loro ingresso nelle istituzioni, perché i due terzi maschili tirano il terzo femminile, è così! E' sperimentato! Allora, se il pentimento non è un pentimento che si vuole chiudere nelle segrete stanze con se stessi e mortificarsi per poi piangere a lacrime del piacere però di non aver votato la preferenza di genere, è un discorso, se invece si vuole veramente rimediare, avete tutti gli strumenti, voi che avete i numeri, di fermare i lavori, trovare gli accordi, rivedervi, prendere impegni per il dopo e chiudere un accordo politico intorno a questi percorsi. Viceversa conviene votare l'emendamento Soru perché, con i suoi limiti, mette limiti dentro la legge e costringe a ragionare sul tema.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Cocco Daniele. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL - Sardigna Libera). Presidente, in questo momento in Sardegna ci sono 1.649.000 abitanti, di cui 840.990 donne, il 51 per cento, questo per ricordarci che ci siamo dimenticati per strada qualcosa.

Diceva prima il presidente Soru che il voto dovrebbe essere libero e uguale, ma poi alcune alchimie presenti in questa legge sicuramente non lo permetteranno. Credo che questo emendamento non potrà comunque essere così, nel momento in cui sarà garantita la presenza in questo Consiglio solo alle donne presenti nella coalizione che vincerà le elezioni, quindi in questa maniera aggiungeremo una discriminante ad altre discriminanti. Il collega Cuccu diceva che bisogna garantire la parità di accesso che, secondo me, come diceva anche adesso l'onorevole Maninchedda, dà certezza di rappresentanza di genere.

A me fa immensamente piacere sentire dai colleghi del P.D. che si vuole tornare immediatamente in Aula per riproporre un articolo che rimetta in questo testo la doppia preferenza di genere. Questa è la proposta, molto gradita, però credo che, affinché questa proposta possa concretizzarsi, ci vuole la volontà e quindi la maggioranza espressa dall'intera Aula. Credo che sia perfettamente inutile procedere in questa maniera se, anche dall'altra parte di questi banchi, non ci sia un intervento che ci dica chiaramente che c'è questa disponibilità, perché purtroppo quel famigerato voto segreto per ora ha dimostrato il contrario. Si dovrebbe tornare in Aula, abbiamo detto, per rimediare a un gravissimo errore, lo ripeto sino alla nausea, è un errore che rende inapplicabile e incostituzionale questa legge.

Quindi la mia proposta è un'altra e credo che sia costruttiva. Per dimostrare se davvero quella volontà di cui parlavo esiste, dovremmo bocciare questo testo e tornare in Aula subito per approvarne un altro, sempre se esistesse questa volontà, che contenga un articolo che contempli la doppia preferenza di genere. In questa maniera, noi approveremmo una legge con tutti i crismi della costituzionalità, giocheremmo a carte scoperte e faremmo davvero un grande dovere al popolo sardo che, come ho detto prima, è composto in maggioranza da donne.

PRESIDENTE. Onorevole Cocco, faccio presente all'Aula che, se la legge fosse bocciata, non si potrebbe ripresentare immediatamente una legge elettorale, bisognerebbe attendere sei mesi.

E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, anch'io chiedo, se possibile, un minimo di attenzione. Questa discussione, quella che stiamo svolgendo in questi minuti, se ce ne fosse bisogno, testimonia la gravità dell'errore che la maggioranza di questo Consiglio ha commesso nel respingere la doppia preferenza di genere. Il presidente Soru ha presentato un emendamento, lo ha illustrato efficacemente, credo che sia stato compreso in tutta la sua valenza da tutti i consiglieri. Mi pare che sia un emendamento, come ha spiegato lui stesso, che in qualche modo cerca di recuperare il grave errore che ha commesso quest'Aula.

Personalmente apprezzo questo tentativo, ce n'era e ce n'è bisogno, non credo tuttavia sia il modo migliore e nemmeno il modo per affrontare questo tema. Ci salverebbe, è vero, da una brutta figura che questa Aula ha rimediato. L'emendamento fa tutto ciò che è possibile fare nella condizione data soprattutto, ripeto, all'indomani di quel grave errore che è stato commesso in Aula.

L'emendamento ha dei limiti, si è soffermato su questi limiti efficacemente l'onorevole Maninchedda, l'ha fatto prima di lui l'onorevole Chicco Porcu. Tra questi limiti, non voglio ripeterli, c'è, e non poteva essere diversamente credo, il fatto che si garantisce, con una quota, il genere sottorappresentato attraverso il premio di maggioranza, pertanto ovviamente è solo una parte politica che si fa carico di un dovere che invece la doppia preferenza di genere avrebbe distribuito, almeno teoricamente, potenzialmente, in maniera eguale in tutte le forze politiche. Questo è uno dei limiti che è stato sottolineato e che a me preoccupa. Insisto, e non voglio rassegnarmi, nonostante quanto è stato…. scusate! Daniele, ti abbiamo ascoltato tutti! Ripeto, mi scuso per questa personalizzazione, ma prima di me, sono intervenuti altri colleghi, sono stati presentati emendamenti che non sono stati accolti, io ne ho presentato uno assieme a Porcu, ad Agus, ma ne hanno presentato altri il collega Cuccu, Sabatini, Moriconi, Cozzolino, insomma abbiamo tentato in tutti i modi, solo per fare alcuni nomi, di recuperare a questo incidente gravissimo.

Ecco, Presidente, mi rivolgo soprattutto a lei, non perché lei sia responsabile di ciò, non è responsabile di nulla se non di garantire le regole che questo Consiglio ha bisogno di avere e di rispettare per poter funzionare nella garanzia di tutti. Ora, ripeto, non voglio e non vogliamo rassegnarci. Noi, lo dico al collega Daniele Cocco, non voteremo contro la legge, anche perché bocciare questa legge che stiamo approvando, che ha un limite grossissimo, significherebbe mantenere questa legge che ha il listino, che ritengo sia la misura più odiosa, perché credo che, di questi tempi, nessuno possa tollerare di avere rappresentanti nelle istituzioni nominati da qualcuno. Credo che sia passata! Aveva un senso qualche anno fa e ha dato dei risultati importanti, uno lo ha ricordato il presidente Soru, ha permesso nella legislatura 2004-2009 di avere una rappresentanza di genere importante con un listino di sole donne, ci voleva coraggio, in quel momento c'è stato il coraggio e c'è stato, attraverso quello strumento, un riequilibrio importante di genere in quest'Aula.

Credo che oggi non siamo più in questa condizione, ecco perché sono convinto che lo strumento sia la doppia preferenza di genere; ma l'attuale legge non ha nemmeno la doppia preferenza di genere, quindi a che serve bocciarla, caro collega Cocco? Non ha senso! Qui dobbiamo stare attenti! Le ragioni politiche si tutelano mantenendoci gli strumenti che ci consentono di fare una battaglia politica nei prossimi giorni, nelle prossime settimane. Ha ragione il Presidente Lombardo, se viene bocciata questa legge, per sei mesi non possiamo fare nulla, allora caro Daniele significa andare a votare alle prossime elezioni con questa legge, con il listino e nessuna doppia preferenza di genere. E' questo che vogliamo? No, noi non ci stiamo e non vogliamo questo!

Abbiamo preparato una proposta di legge, con un articolo unico, che presenteremo il giorno stesso che questa legge, che voteremo in aula, credo nelle prossime ore, verrà pubblicata nel BURAS, presenteremo una proposta di legge per introdurre, attraverso una modifica del testo che voteremo, la doppia preferenza di genere, ma non per pentirci, non ho nulla da pentirmi, credo che nessuno, per lo meno per la parte che ci riguarda, abbia nulla di cui pentirsi. Credo che non serva utilizzare (Paolo, ne comprendo il significato) questi termini, perché credo che ci sia il bisogno, nelle prossime ore e nei prossimi giorni, di provare a rimediare a un errore che quest'Aula ha commesso. Presenteremo una proposta di legge non appena, ripeto, verrà pubblicata nel BURAS questa legge. Se possibile, lo chiederemo agli Uffici, anche prima, se fosse possibile, se fosse possibile anche stanotte stessa, dopo di che chiedo la disponibilità delle forze politiche per valutare anche la possibilità di portare in Aula, con una procedura d'urgenza, quella proposta di legge.

Ecco, sono convinto che questo sarebbe il modo e lo strumento migliore per rispondere a una richiesta forte che ci viene da una parte importante del nostro elettorato, non possiamo assolutamente non accoglierla o essere distratti di fronte a quella richiesta. Se riusciamo a fare questo, senza pentimento alcuno, credo che, con la maturità che si deve a forze politiche, col senso di responsabilità che si deve a chi deve sempre improntare il suo lavoro all'etica della responsabilità istituzionale, riusciremo a fare un buon lavoro. Per queste ragioni, così come ha fatto il collega Porcu, mi asterrò su questo emendamento.

PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Mi rimetto all'Aula.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 36. E' stata chiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'articolo 36.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Sechi ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Rispondono no i consiglieri: Planetta - Sanna Giacomo.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Manca - Maninchedda.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 73

votanti 70

astenuti 3

maggioranza 36

favorevoli 68

contrari 2

(Il Consiglio approva).

Metto ora in votazione l'emendamento numero 25.

Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Intervengo brevemente sul contenuto di questo emendamento dicendo che non si può rimediare a un danno dopo averlo provocato con convinta intenzione. Non si può sublimare o canalizzare il danno dando biscotti a coloro che pensano di essere discriminati e vittime di maschilismo. Come non si può parlare di preferenza di genere, preferisco scelte di genere, perché è un paradosso parlare di preferenza di genere o, meglio, una "paradoxa", la doppia preferenza, a mio parere, è un controsenso perché la preferenza è unica; se si sceglie, si sceglie tra due cose, la vera pari opportunità è la parità nell'accesso, parità di sessi, parità nella percentuale. E' compito dei partiti regolare e favorire la parità dando un'equa rappresentanza dei generi; non ho tempo di citare anche l'esempio della doppia preferenza negli Stati Uniti che esiste soltanto a livello partitico, cioè un cittadino può votare un grande partito e votare anche un piccolo partito, non una donna o un uomo. Mi fermo qui, questo è il mio parere, è un parere personale, non è il parere del mio partito. E' il parere di Ben Amara!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Lotto per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LOTTO (P.D.). Presidente, voglio ritornare un attimo sul tema che stiamo discutendo: misure per garantire una presenza di genere più equilibrata nelle assemblee elettive. Questa legge, ed è per questo che la voterò convintamente alla fine di questa discussione, all'articolo 22, comma 3, presenta comunque, rispetto alla legge vigente, un aspetto nettamente più positivo, impone l'obbligo nelle liste della presenza più equilibrata di ciascun genere. Avrei preferito un 40-60 invece che un terzo - due terzi, così non è, però comunque va meglio della soluzione attuale. Starei a discutere più serenamente, e forse anche con meno ipocrisia, della questione delle quote, se siamo qua a discutere di queste questioni è perché questo tema della presenza femminile nelle assemblee elettive in Italia, in Sardegna, non è risolto! Quindi è giusto trovare misure per agevolare.

Ora, sulla doppia preferenza di genere, sappiamo tutti com'è andata, io ero d'accordo perché si andasse in una direzione diversa, che si approvassero gli emendamenti che abbiamo presentato al riguardo. Però è stato sollevato qua un problema, poiché le questioni non sono mai tutte oggettivamente giuste, l'onorevole Soru ha detto: "Credo che la questione delle cordate che la doppia preferenza consente sia un problema politico", anche quello, è un problema politico che tempo addietro ha portato all'abolizione delle preferenze multiple. Inutile far finta che non esista il problema. E' stato presentato un emendamento che cerca di risolvere quel problema, però allo stesso tempo cerca di garantire la presenza in Aula dei due generi in maniera più equilibrata. Credo che questo emendamento vada votato e, se mi mettessero a scegliere tra questo e la doppia preferenza, preferirei questo emendamento qua.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). E' un dibattito interessante, avrebbe meritato più tempo e la possibilità di continuare a crescere insieme nella discussione. Nei tre minuti voglio argomentare qualcosa su ciò che ho sentito. Il collega Maninchedda ha detto: "Ha dei limiti". Ogni legge, come lui sa bene, ha dei limiti, non c'è una legge che non ha dei limiti anzi è proprio il compito di buon legislatore di comporre, in un buon equilibrio di diversi limiti, le diverse esigenze e i diversi principi che si vogliono ottemperare.

Un limite che vedo subito è che stiamo passando dal proporzionale al maggioritario, ha dei limiti, non tutti i voti sono uguali perché la parte che soccombe viene limitata e le vengono sottratti dei seggi che vengono regalati per garantire la governabilità, non condivido quando si dice che è un limite perché solo una parte si fa carico. A parte che eventualmente per la parte che vince non è detto che sia un carico avere più donne nei propri banchi, non sarà necessariamente un problema. Ma è interessante che in realtà entrambe le parti si facciano carico, perché la parte che soccombe si fa carico di garantire la governabilità, cedendo il premio di maggioranza, la parte che vince utilizza quel premio per tutelare un altro principio che è quello di tendere alla parità di genere.

Per essere concreti, prima di sei mesi non si voterà un'altra legge, penso anche che, con molta probabilità, si tornerà in Aula per un altro solo articolo su questa legge e allora chi vuole veramente più donne in questi banchi deve votare questo emendamento, altrimenti sono parole al vento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Confermo che mi asterrò. Mi asterrò proprio perché non ho pentimenti, credo che i pentimenti in quest'aula li debba avere chi la battaglia per la doppia preferenza di genere non l'ha fatta nella società, non l'ha fatta presentando emendamenti e magari la fa tardivamente cavalcando un umore. Credo che il pentimento lo debba avere chi continua a esercitare la propria funzione, non pensando a quello che può essere il bene che raggiungiamo, orientandosi costantemente al meglio, e anche quando si fa qualcosa di buono indicare sempre quello che di buono non si è fatto, per far saltare tutto, è un male che ci accomuna, un male che abbiamo vissuto nella scorsa legislatura, è un male che accompagna la politica oggi, una politica che è sempre più massimalista dove per prendere una bandiera, oggi il voto delle donne che nessuno ha mai preso e che sono battaglie che quasi nessuno in quest'aula ha mai fatto, manda al macero tutto, manda al macero anche il fatto di avere una legge insostenibile per chi ha dei collegi circoscrizionali definiti e, se non avessimo la legge, non ce l'ha, manda al macero il fatto che si abolisca un listino di nominati, manda al macero il fatto che ci sia una legge che limita a 60 il numero dei consiglieri.

Questo è il male della politica, il male è che ognuno deve prendere una bandiera e portarla avanti, non preoccuparsi del bene e tendere costantemente al meglio, anche quando si raggiunge il bene pur di raggiungere il meglio bisogna fare i sabotatori e far saltare il banco! Quello di essere sabotatori di professione è un male che attanaglia la politica e la società italiana e purtroppo mi accorgo anche la società sarda.

Io voterò e mi asterrò, mi asterrò perché vorrei che fosse approvato questo emendamento, perché sarei felice anche se ci fosse una quota, invece mi asterrò perché non rappresento soltanto un'opinione personale, ma ho anche la responsabilità di rappresentare un partito e una coalizione che, rispetto a questo emendamento, si trova a dover fare delle scelte difficilissime tra rappresentanza di genere e rappresentanza territoriale tra persone che entrano in Consiglio con 5000 voti e rimangono fuori perché entra qualcuno con 300 e i piccoli partiti che rimangono fuori. Credo che esercitare la nostra funzione voglia dire assumersi la responsabilità, tendere al bene, anche se questo qualche volta vuol dire rinunciare al meglio e rinunciare a guardarci allo specchio e apparire come i sabotatori magari e guadagnarsi qualche pagina sui giornali. Se forse imparassimo a farlo, avremmo fatto qualcosa di meglio su questa legge e avremmo fatto anche qualcosa di meglio in questo Consiglio regionale.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BRUNO (P.D.). Avrei preferito la doppia preferenza di genere, ma dico subito che voterò a favore di questo emendamento, che è una forzatura, certamente è una forzatura, ma credo che sia una forzatura responsabile. Intanto perché l'Italia sta finalmente facendo dei passi avanti verso la realizzazione della parità di genere, proprio in questi giorni scadono i termini per adeguare gli statuti dei consigli comunali quindi delle amministrazioni comunali, c'è una legge, la numero 215 del novembre 2012, che garantisce effettivamente la parità di genere e la doppia preferenza.

Oggi mi pare che ci inseriamo con una forzatura in un meccanismo che è quello del premio di maggioranza che scatta quando la coalizione non ha raggiunto la maggioranza dei seggi, per garantire appunto un principio che è quello della governabilità, e anche quella è una forzatura. In questa forzatura, ci inseriamo per il riequilibrio della rappresentanza di genere, è una tesi sicuramente forte che scaturisce però da un principio che è un principio di ragionevolezza che si realizza, anche in questo caso, quando siamo di fronte a una diseguaglianza, una diseguaglianza di fatto. Le donne sono state poco rappresentate nelle istituzioni e l'accesso è di fatto limitato anche da un sistema di welfare che non aiuta la conciliazione dei tempi di vita e di lavoro.

Allora credo che, con tutti i limiti, con tutte le forzature, questo emendamento vada votato perché ci rendiamo conto che c'è un principio, che è quello della repubblica, che, nelle sue articolazioni, compresa la regione, vuole garantire la parità effettiva tra uomo e donna.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Steri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Io parlo molto serenamente e con la coscienza assolutamente tranquilla perché, a favore della parità di genere, mi ero già pronunciato due anni fa circa quando in Commissione abbiamo iniziato a esaminare la legge. Devo rilevare che peraltro, in quell'occasione, la maggioranza era contraria perché, pur senza metterla ai voti, con una rilevazione dell'onorevole Maninchedda, presente anche l'onorevole Barracciu, avevamo preso l'accordo di non esaminare il problema e di rimetterlo a una serie di accordi tra i partiti prima di arrivare in aula. Cosa che ho sollecitato diverse volte ma che non è avvenuta. Prendo atto con piacere che molte persone, che in quella sede si sono espresse contrariamente, in quest'Aula a parole si sono espresse a favore, dico a parole perché poi nei voti non ho trovato riscontro di quanto veniva detto a parole.

Quindi è una situazione in cui io e l'onorevole Oppi, il quale quando abbiamo esaminato gli emendamenti si è espresso a favore del doppio voto di genere, siamo assolutamente tranquilli con la nostra coscienza. Riteniamo che sarebbe stato oramai antistorico non votarlo, visto anche quello che è successo con l'approvazione del testo unico delle leggi comunali, purtroppo a voto segreto quaranta persone hanno votato contro, voto verosimilmente trasversale. E' inutile ora continuare a ricordare quello che è successo, si propone una legge col "102", siamo d'accordo, però attenzione che bisogna aspettare tre mesi che la legge entri in vigore, quindi anche su quello siamo chiari, non prendiamoci in giro.

Questo emendamento sicuramente (ringraziamo l'onorevole Soru che l'ha presentato e ci ha dato occasione di un'interessantissima discussione) presenta numerosi limiti, molti sono stati evidenziati, li ha evidenziati l'onorevole Stocchino, li ha evidenziati lo stesso onorevole Maninchedda, per cui ci crea difficoltà il voto di questo emendamento. Abbiamo accettato su questa legge una serie di compromessi perché riteniamo che sia meglio questa legge che andare a votare con la "108" come modificata nel 1995; presenta evidenti profili di incostituzionalità l'emendamento. Attenzione che se questa legge non dovesse passare, si vota con la vecchia legge, attenzione che l'interpretazione è difficile e si può anche arrivare a dire che si continua a splafonare.

Noi non vogliamo questo, ecco perché voteremo questa legge, ecco perché abbiamo accettato una serie di compromessi pur di arrivare a un risultato utile. Per il resto siamo pronti a fare la nostra parte per arrivare a introdurre appena possibile la doppia preferenza di genere, l'abbiamo detto due anni fa, in tempi non sospetti, l'abbiamo detto in quest'aula in occasione dell'esame dell'articolo 19, è stato detto anche di recente dall'onorevole Oppi in Commissione, lo ribadisco oggi io.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, debbo dire che ho apprezzato molto l'intervento del collega Steri; ha fatto bene il collega Steri a richiamare anche il dibattito svoltosi in Commissione già da un anno e mezzo fa, perché altrimenti sembrava che il problema della doppia preferenza di genere fosse un problema solo del centrosinistra. E' vero che è un emendamento del presidente Soru, però tocca argomentazioni che sono state considerate e approfondite da tutti gli schieramenti in Consiglio regionale.

Confermo che voterò l'emendamento, l'emendamento numero 25 migliora notevolmente l'emendamento numero 15 che è stato presentato nella prima fase della discussione, pone una serie di problemi che le quote non risolvono ma, ripeto, è l'unico emendamento che abbiamo per poter difendere ancora il principio della rappresentanza di genere in questo Consiglio regionale.

Peraltro devo rilevare, rispetto alle indicazioni che sono state date sulla revisione dell'articolo 8 dello Statuto, che le prescrizioni erano due: garantire la rappresentanza di genere e garantire la rappresentanza in Consiglio regionale dei territori più svantaggiati. I territori più svantaggiati li stiamo garantendo e questa può essere definita una forzatura, com'è stato detto, perché stiamo garantendo la rappresentanza in Consiglio regionale a territori che teoricamente potrebbero anche non avere il numero di voti necessari per poter essere rappresentati in Consiglio regionale.

Questa forzatura, tra virgolette, giusta forzatura, sottolineo io, la stiamo facendo. Mentre non stiamo risolvendo il problema dell'altra prescrizione statutaria e quindi costituzionale che ci è stata data, cioè garantire la rappresentanza di genere. E' una grave lesione e siccome non voglio votare con la vecchia legge, non voglio che i sardi vengano chiamati a votare con la vecchia legge nazionale, non lo voglio, fino all'ultimo momento combatteremo e dirò al mio Capogruppo che, in sede di Conferenza dei Capigruppo, chieda lui il "102" sulla doppia preferenza di genere. Il "102" l'abbiamo utilizzato per una serie svariata di argomenti, ne approfitto per aprire una parentesi, dovremmo utilizzarlo anche per i fondi della cassa integrazione, Presidente, dovremmo preoccuparci subito perché il 30 giugno...

PRESIDENTE. Faccio una precisazione all'Aula perché qualcuno non ha capito il riferimento che ha fatto l'onorevole Steri sui tre mesi necessari perché la legge entri in vigore. I tre mesi si riferiscono proprio alla legge, non al fatto che si devono attendere tre mesi per presentare una legge di modifica. E' chiaro che, per l'entrata in vigore dell'eventuale legge di modifica, bisognerà attendere ulteriori tre mesi dal momento della pubblicazione nel BURAS. Sono stata chiara? Non è che si deve aspettare tre mesi per poter presentare la legge di modifica, la legge di modifica si può presentare anche subito, però i tre mesi decorreranno, anche per quella legge di modifica, dal momento della pubblicazione nel BURAS.

Ha domandato di parlare il consigliere Maninchedda per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, voterò l'emendamento per le ragioni che ho già detto e non mi ripeto, però la glossa del Presidente, la glossa didascalica consente di porre qualche domanda al Capogruppo del P.D.. Intendo dire: si vuole realmente emendare, con la doppia preferenza, questa legge? Bene, è necessario convincere le altre forze politiche e avere qualche carta in mano. Se il P.D. garantisce i 54 voti necessari alla legge statutaria, perché per indire il referendum ci si possa soltanto appellare al popolo, è uno scenario. Se invece il P.D. non garantisce i 54 voti, consente che venga approvata la legge, ma non concorre ai 54 voti, il P.D. si riserva, insieme alle altre forze politiche, di poter chiedere il referendum con 15 o 16 consiglieri. Scegliete! Credo che, in un negoziato politico, nel quale si voglia difendere l'idea della seconda preferenza, non si debba votare la legge, non è che se voi non la votate, la legge non viene approvata. Quindi, bocciare la legge con un voto politico, non vuol dire bocciarla e farla cadere.

Seconda precisazione. Onorevole Porcu, non la volevo minimamente offendere, però mi permetta, il luogo dove ho incardinato queste mie convinzioni è agli atti del Consiglio, perché agli atti di questo Consiglio c'è la proposta di legge per l'Assemblea costituente (che questo Consiglio non ritiene urgente evidentemente, contano di più le province), all'interno della quale la preferenza di genere è stata approvata anche dai signori di quella parte. E' sintomatico che la preferenza di genere sia approvata per l'Assemblea costituente e non per il Consiglio regionale!

Quanto alla ricerca di bandiere e di consenso, insomma, vediamo l'incidenza delle fotografie reciproche sui giornali e potremo vedere chi insegue di più. Io non ho questa vocazione. Penso che questa sia una pessima legge perché voi avete accettato (questa responsabilità l'avete sul collo) di non discutere il conflitto di interessi, che è il tema della democrazia, perché state consentendo che i poteri reali diventino anche poteri formali e voi avete deciso di non discutere e questo vi rimane addosso!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Stocchino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Presidente, confermo intanto il voto contrario per le ragioni che ho espresso precedentemente: è una legge che chiude le donne in un recinto, che scarica sulle piccole forze il problema e che si lava le mani del problema grosso che potrebbe invece risolvere questo tema che è la doppia preferenza di genere.

D'altronde i dati parlano chiaro, dove si è votato con questa legge, in Campania, due donne erano presenti prima, dodici donne sono state presenti dopo. E' strano che le donne dicano che un emendamento di questo tipo le costringe dentro un recinto e invece gli uomini, molto molto paternalistici, molto molto volenterosi, tutti a fare tappeti rossi su una legge che fondamentalmente invece relega le donne nella condizione di chiedere agli uomini la possibilità di stare nelle istituzioni.

E' una cosa che prima c'era nel listino, era sbagliato anche quello, ma forse a qualcuno piace essere principe. A me i principi non sono mai piaciuti, neanche quando erano democratici.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUCCU (P.D.). Il Partito Democratico non si farà schierare tra quei Gruppi che vogliono mantenere i nominati in questo Consiglio regionale. Bisogna dire chiaro che, chi vota contro questa legge, vuole mantenere i nominati dentro questo Consiglio regionale. Chi non vota questa legge vuole che non ci siano più eletti nei territori e noi non ci facciamo schierare con quelli. Chi non vota questa legge, vuole che i consiglieri regionali siano più di 60, perché c'è l'effetto moltiplicatore del premio di maggioranza. Chi non vota questa legge, non vuole vincoli nella composizione delle liste perché qui c'è il vincolo nella composizione delle liste, almeno quello c'è, in questa legge c'è una quota per le donne dentro le liste. Chi non vota questa legge, non vuole quelle quote.

Ma io non mi faccio nemmeno schierare tra chi non vuole che le donne entrino in questo Consiglio regionale. E' tutto strumentale, davvero questo dibattito oggi sta assumendo contorni di strumentalità assurdi. Assurdi! Perché l'onorevole Soru ha presentato questo emendamento prima che venisse bocciata la doppia preferenza di genere perché ci credeva, l'ha detto, l'ha spiegato. Lui non lo sta utilizzando in maniera strumentale, ma tutti gli altri, l'80 per cento di quelli che voteranno a favore di questo emendamento, lo fanno in maniera strumentale perché erano contrari a questo emendamento. Erano contrari, lo hanno sempre detto, l'unico che l'ha difeso è l'onorevole Soru che ha detto che era contrario alle preferenze di genere e preferiva questo.

Allora, abbassiamo poco poco, utilizziamo la strumentalità per altre cose, non per una legge che deve regolare l'accesso in quest'Aula e la rappresentanza del popolo sardo qua dentro! In questo momento questa è una legge migliore rispetto a quella che abbiamo. Possiamo dire meno peggio? Diciamo che è meno peggio rispetto a quella che abbiamo, io dico migliore perché manca solamente quella quota e piano piano sta emergendo l'esigenza di rappresentarla. Però, colleghi, non possiamo andare a votare nuovamente con l'altra legge. Chi ci sta trascinando su quella strada è perché vuole che la Sardegna non si doti di una nuova legge elettorale, vuole i nominati qua dentro e vuole che i consiglieri non siano 60 ma siano molto più di 60, come fu nel 2004!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sechi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL-Sardigna Libera). Il meno peggio non ci interessa, l'impegno era quello di dare un contributo a rendere quanto meglio una legge che modificava una legge precedente che non ci garbava. Avevamo pensato di andare incontro a un'esigenza precisa che è l'equilibrio di genere, all'interno del Consiglio, proponendo la doppia preferenza. L'avevamo proposto, come ricorderete, con un emendamento che obbligava la doppia preferenza e poi, con molta democraticità, abbiamo modificato nel proporre la doppia preferenza facoltativa, quindi offrendo agli elettori la possibilità di esprimere un secondo voto con diversità di genere. In quest'Aula, non è passato. Ne prendiamo atto, oggi qualsiasi altra proposta ci sembra riduttiva e comunque un tentativo di rimediare o di arrangiare una situazione.

Non siamo convinti di questo emendamento, personalmente voterò contro perché abbiamo perso quell'occasione che io mi auguro, però, che rimanga in piedi e rimanga in piedi soprattutto nelle mani dell'elettorato. Chi è che impedisce all'elettorato di essere più emancipato di questo Consiglio regionale? Non è escluso che l'elettorato possa andare a votare con una sola preferenza e scegliendo all'interno di quelle liste che (noi, il mio partito per primo si adopererà per far questo) conterranno il 50 per cento, laddove possibile anche superiore, di presenza femminile, offrendo quindi all'elettorato quella opportunità di manifestarsi più maturo, più emancipato, più attento alle esigenze di una società che cammina in una certa direzione e su questo ci sarà il nostro massimo impegno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SANNA GICOMO (P.S.d'Az.). Presidente, annuncio il voto contrario all'emendamento numero 25 per il semplice motivo che non si può rimediare a una scelta di carattere democratico come quello della preferenza di genere. La preferenza di genere avrebbe consentito ai cittadini democraticamente di poter scegliere, di avere la libera scelta. Questo emendamento cerca di riparare in termini, a parer mio, negativi perché non è più il cittadino che sceglie bensì, in base al numero di donne elette, va a bypassare la volontà popolare, cioè scegliendo altre donne bypassando la volontà popolare di chi ha preso più consenso democraticamente. In un sistema elettorale la democrazia ha un valore insostituibile.

Una scelta come questa mi lascia perplesso, anche sul livello di costituzionalità; come mi lascia perplesso parlare dell'emendamento numero 25 dopo che tanti colleghi si sono espressi sul fatto che bisogna ritornare su questa legge, rimettere in sesto il discorso della preferenza di genere, contemporaneamente andando ad approvare, se così fosse, l'emendamento numero 25 che stravolge completamente il sistema.

Allora bisogna decidersi, non è che si fanno le leggi e si spostano e si modificano a seconda del momento e delle circostanze. Credo che il valore della democrazia e del cittadino che sceglie vada salvaguardato, sia che venga eletta una donna o che venga eletto un uomo, diversamente non saremo più in condizioni di dire al cittadino che è libero di scegliere quando questa libertà di scelta non c'è, non viene rispettata. Ed è altrettanto libero questo Consiglio di aspettare il tempo necessario, che il Regolamento prevede, per presentare un'ulteriore legge di modifica, ci sono i tempi, c'è la volontà politica, espressa da tanti in modo più che ampio in quest'Aula, ma stravolgere la democrazia non è la risposta all'errore dell'altro giorno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL - Sardigna Libera). Dichiaro il voto contrario a questo emendamento. Apprezzo moltissimo lo spirito che ha indotto il presidente Soru a riportare in discussione un argomento che, secondo me, è dirimente per il testo della stessa legge, però siamo convinti che questo emendamento sia pregiudizievole per la costituzionalità della norma, rimaniamo sempre fermi e convinti che la strada maestra per la rappresentanza delle donne nel Consiglio sia la doppia preferenza di genere.

Ha fatto bene il collega Sechi a ricordare lo svolgimento dei lavori in Commissione. Ho grande stima personale del presidente Pietro Cocco e del Capogruppo del P.D. Giampaolo Diana e confermo che loro hanno fatto di tutto e di più perché si potesse arrivare a contenere nel testo della legge la doppia preferenza di genere. Questo non è stato possibile e, se non è stato possibile, sicuramente non è per responsabilità del P.D., lo dico molto chiaramente, noi abbiamo avuto una posizione chiara da sempre.

Il collega Sechi diceva bene che noi abbiamo rinunciato e ritirato quell'emendamento che prevedeva l'obbligatorietà della possibilità del doppio voto, ce lo siamo barattati, tra virgolette, in senso buono, affinché nel testo venisse inserita la facoltà della doppia preferenza, questo non è stato possibile, però noi possiamo dire che questa legge non ci appartiene perché crediamo che questo punto sia assolutamente dirimente, come dicevo prima; per cui, se dovessimo arrivare alla conclusione di non votare il testo, il motivo sarebbe solo questo.

Diciamo anche che noi siamo in campo, anche se la vediamo abbastanza in salita, per fare tutto quello che si potrà fare per riportare all'attenzione e approvare un testo, se sarà fattibile farlo, per inserire quello che non è stato possibile fare sino a oggi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Sardigna Libera). Nonostante la forte sensibilità a questo tema, esso ci vede, lo abbiamo appunto ribadito in tutti i modi, in difficoltà nel votare un emendamento al limite della legittimità. Lo diceva qualcuno l'ultima volta: è un problema di cultura politica dentro i partiti. L'altra assemblea più grande e più importante dopo il Consiglio regionale, che è quella del Consiglio comunale di Cagliari, per esempio, vede soltanto due donne e guarda caso Sinistra Ecologia e Libertà le esprime entrambe; non ci sentiamo in difficoltà come cultura politica, è nella nostra anima, nelle nostre cose, quindi rimandiamo al sistema dei partiti un atteggiamento diverso, non può essere sempre la forzatura della norma a realizzare quello che è carente dentro i nostri partiti. Abbiamo riflettuto molto su questo emendamento. Abbiamo ravvisato che è al limite e oltre le nostre possibilità proprio perché il problema della sua legittimità rischierebbe di mandare in fumo l'intera legge, alla quale magari voteremo contro per motivi che poi specificheremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Presidente, effettivamente questa sera mi pare che l'Aula stia vivendo uno psicodramma. Richiamo "psicodramma" perché si è parlato con nozioni di psicoanalisi e qualcuno, che vuole rimuovere dentro se stesso qualcosa che non è riuscito a digerire, riesce a espellerlo facendo delle dichiarazioni momentanee, di passaggio, in quest'Aula in questa serata.

Non possiamo mai nasconderci niente come Riformatori perché siamo stati, dall'inizio, in una posizione ben chiara, quindi non abbiamo neanche bisogno di ripeterci nel dire sulla storia della doppia preferenza di genere, ma ho visto che all'interno di quest'Aula in 40 hanno votato diversamente da come stanno dichiarando oggi o come hanno dichiarato in altra circostanza. Lo stesso onorevole Maninchedda giustamente ha detto che questa è una legge che non va bene e in psicanalisi è andato a ripercorrere quando lui, da Presidente della prima Commissione, ha visto una proposta di legge che non ha trovato esito in quest'Aula, e giustamente trova, nelle condizioni di non bontà della norma che si sta analizzando in questo mentre, tutte quelle deficienze che qualcuno deve pagare. Allora bisogna stare attenti! Noi siamo qui chiamati a essere legislatori per dare una proiezione al futuro. Se crediamo in certi valori, professiamoli con atto, con fede, ma soprattutto con il creare il tessuto necessario all'interno dell'Aula, non certamente con contrapposizioni, con meschini ricatti, come poc'anzi ho sentito anche da qualcunno del P.D., guardando veramente il risultato che si vuole ottenere per una effettiva democrazia in quest'Aula e creando una legge che sia all'altezza.

Per questo ci asteniamo, ma in senso bonario, alla proposta Soru perché la riteniamo comunque una proposta posta all'attenzione di questo Consiglio per poter riesaminare le condizioni negative da cui si è partiti. Credo che ciascuno di noi bene faccia nel cominciare a dire qual è il percorso di vita legislativo che si vuole dare a quest'ultimo scorcio di legislatura. Se continuiamo così, continueremo ad affossare le idealità, i valori, gli interessi della gente di Sardegna!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Il Partito Democratico non si fa dettare l'agenda dall'onorevole Maninchedda, con tutto il rispetto per l'amico Paolo. Insisto: noi presenteremo una proposta di legge. Ringrazio il presidente Lombardo per aver chiarito alcuni aspetti di carattere procedurale che hanno dimostrato a tutti che la proposta di legge di modifica di quella che esiteremo, penso verosimilmente questa sera, può essere presentata immediatamente. Vedo un clima importante in quest'Aula, mi appello a questo clima, proprio perché in Conferenza dei Capigruppo (credo lo proporremo tutti i Capigruppo) possiamo dare a quella proposta di legge, che può essere una proposta di legge bipartisan, in cui non ci sono primogeniture, una procedura d'urgenza attraverso l'articolo 102 del Regolamento. Chiedo questo, non come una sfida, assolutamente, lo faccio davvero con toni pacati, rispettosi di tutti e con la convinzione che possiamo fare un passo in avanti rimediando un errore; se davvero lo vogliamo tutti, mi pare che stasera ci siano le premesse per farlo.

Dico ancora a Paolo amichevolmente, per la stima che gli devo da sempre, che noi, ripeto, voteremo la legge e gli garantisco che il Partito Democratico, qualora quest'Aula non riuscisse a rimediare, è in grado di raccogliere, Paolo, non 30 mila firme ma 50 mila firme, come è ovvio, per promuovere il referendum. Lo dico fin d'ora, non abbiamo di questi problemi; in questo senso non ci facciamo dettare l'agenda da nessuno.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Intervengo molto brevemente, mi scuserà l'onorevole Soru perché penso che il suo emendamento avrebbe richiesto un dibattito sicuramente con maggiore attenzione. Rinuncio alla mia dichiarazione di voto perché non voglio davvero partecipare, su un argomento che lei ha posto, serio, al teatrino dell'ipocrisia.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 25.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Bruno - Cocco Pietro - Dessì - Espa - Floris Vincenzo - Lotto - Maninchedda - Mariani - Salis - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cugusi - De Francisci - Diana Mario - Floris Mario - Gallus - Lai - Locci - Lunesu - Milia - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Christian - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Dedoni - Diana Giampaolo - Manca - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Pisano - Porcu - Sabatini.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 71

votanti 55

astenuti 16

maggioranza 28

favorevoli 12

contrari 43

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 23. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 24.

Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Presidente, prima di tutto le chiedo cortesemente che la mia postazione venga controllata perché da alcuni giorni non riesco a votare, mentre dove sono adesso riesco. Sarei voluto intervenire sull'altro emendamento ma il principio rimane uguale.

Il motivo per cui abbiamo presentato questi emendamenti è quello per ribadire quanto già ricordato dal mio Capogruppo. Se la legge dovesse fallire l'obiettivo (e noi vogliamo che non ci sia neanche questa possibilità) di portare in Consiglio regionale dieci, dodici o quindici donne, cioè un numero tale da essere significativamente più alto di quanto avvenuto in questa legislatura, è chiaro che sarebbe un fallimento per tutti, vorrebbe dire che le cose che abbiamo scritto sulle liste, sulla presentazione delle liste, erano soltanto qualcosa di facciata, vorrebbe dire che, venendo a mancare il listino, come ci ha ricordato l'onorevole Soru, mancherebbe ogni occasione di riequilibrio. Questi emendamenti avevano la funzione provocatoria di dire: attenzione questa non è più una quota di genere ma è una quota di salvaguardia e se il numero dovesse scendere, e scendere in maniera eccessiva, a quel punto vorrebbe dire che tutto quello che abbiamo detto in questa Aula era soltanto un ragionamento di facciata.

Crediamo che non si debba arrivare a questo, io voterò a favore dell'emendamento numero 24, ma credo che la strada vera sia quella di tornare sulla legge quanto prima e ripristinare la doppia preferenza di genere che è il modo costituzionale, il modo corretto, per dare a tutti le stesse opportunità e dare un'opportunità vera anche al genere meno rappresentato, le donne certamente in questo Consiglio regionale, di far parte di questo Parlamento.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Soru per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SORU (P.D.). Presidente, rubo gli ultimi tre minuti a questa Aula e non interverrò più. Voto contro questo emendamento (che, peraltro, in questo momento non ha più alcuna ragione d'essere) per cercare di puntualizzare, soprattutto per alcuni colleghi, alcune cose. Il collega Cuccu forse nella fretta ha espresso la mia posizione sulla doppia preferenza, credo semplificandola un po' troppo, è agli atti, quindi chiunque la volesse vedere può leggere i miei interventi precedenti. Ho posto come prioritario il riequilibrio di genere qualunque fosse la modalità, ho fatto riflettere l'Aula anche sui limiti della doppia preferenza e ho posto un'ulteriore discussione. E' chiaro che, quando ci sarà da votare sulla doppia preferenza di genere, io sarò a favore della doppia preferenza di genere perché, in tutti i limiti che le leggi hanno e che devono comporre, il principio che voglio tutelare oggi maggiormente è quello della rappresentanza di genere.

Credo, nel mio impegno politico, non da principe ma da Presidente della Regione, nel passato, di aver cercato di fare tutto questo. Peraltro il listino del passato non è stato fatto da un principe ma è stato accettato da un centrosinistra che si è presentato e anche la Giunta non è stata fatta da un principe nel passato ma da un centrosinistra che si è presentato. Credo che un pezzo della nostra discussione sia stata viziata dai pregiudizi e i pregiudizi ci portano, più che a entrare nel merito, a etichettare o affrettarsi con degli epiteti. La discussione che ho portato non era sulle riserve indiane e tanto meno sui pozzi avvelenati di vaiolo, quando si arriva a parole come queste vuol dire che non si ha merito da mettere sul tavolo.

L'emendamento non riguardava una riserva indiana, non riguardava nemmeno una quota, riguardava la possibilità di riequilibrare ed è una riserva, se ci pensate, persino la doppia preferenza perché, se io scelgo un genere con il mio primo voto, con il secondo voto sono costretto a scegliere il voto di una riserva indiana, una seconda preferenza di genere opposto. Quindi anche qui, pur in maniera più velata, stiamo accettando, per un obiettivo giusto, l'idea che il secondo voto vada assegnato a una riserva o comunque a un altro genere. Quindi sempre lì torniamo, cari!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, sull'emendamento numero 24 non so se mi astengo o se voto contro, ormai è un dettaglio, perché l'occasione l'abbiamo persa anche se abbiamo utilizzato l'emendamento dell'onorevole Soru per rimettere in campo la discussione sulla doppia preferenza di genere.

Intervengo su questo emendamento per sostenere le affermazioni del collega Pittalis, sono d'accordo con lei che bisogna cercare di eliminare l'ipocrisia che, su questo tema, grava in questa Aula. Sarebbe molto importante, collega Pittalis, per sgombrare il campo totalmente dall'ipocrisia, se ella si facesse promotore, insieme agli altri Capigruppo, della presentazione della proposta di legge per reintegrare la doppia preferenza di genere, con l'articolo 102, e desse l'assenso… Ignazio, scusa… e desse l'assenso all'approvazione, con l'articolo 102, di questo emendamento. Sarebbe una grande mano d'aiuto per spazzare via l'ipocrisia che io non posso assegnare a nessuno nei comportamenti ma sarebbe importante come segnale di quest'Aula per risolvere questo problema, perché in questa legge c'è assolutamente carenza della rappresentanza di genere qualsiasi esito abbia questa legge.

(Interruzioni)

PRESIDENTE. E' stata chiesta la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 24.

(Segue la votazione)

Prendo atto che i consiglieri Artizzu, Cocco Daniele, Dedoni, Espa e Moriconi hanno votato contro.

Rispondono sì i consiglieri: Corda - Porcu.

Rispondono no i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Cappai - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Si sono astenuti: La Presidente Lombardo - Bruno - Cocco Pietro - Dessì - Lotto - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Valerio - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 72

votanti 62

astenuti 10

maggioranza 32

favorevoli 2

contrari 60

(Il Consiglio non approva).

Metto in votazione l'emendamento numero 15. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 37.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 37

Surrogazioni

1. Il seggio di consigliere che rimanga vacante per qualsiasi causa, anche se sopravvenuta, è attribuito al candidato che, nella stessa lista circoscrizionale, segue immediatamente l'ultimo eletto, nell'ordine accertato dall'organo di verifica dei poteri; in caso di mancanza di ulteriori candidati nella stessa lista circoscrizionale si procede con le modalità previste dall'articolo 34, comma 6.

2. In caso di dimissioni o decadenza da consigliere del candidato presidente che ha ottenuto il numero di voti immediatamente inferiore a quello proclamato presidente, il seggio è attribuito al candidato che segue immediatamente nella lista circoscrizionale cui il seggio era stato sottratto in applicazione dell'articolo 34, o in mancanza al gruppo di liste, alla lista circoscrizionale ad esso appartenente ed al candidato della stessa che seguono immediatamente in base alle operazioni rispettivamente dell'articolo 33 bis o 33 ter e 34.)

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Presidente, mi corre l'obbligo di una replica sul "37", a ciò che ha detto l'onorevole Cuccu di cui capisco il senso. Proprio perché stiamo usando parole chiare, bisogna ricordare anche minimamente la storia. Questa legge è arrivata in aula dopo un lavoro di Commissione di sei mesi circa; in Commissione è stato eliminato il listino, sono state garantite le otto circoscrizioni e la presenza di genere, peraltro obbligatoriamente perché è prevista dalla Costituzione, e si è cercato di rispondere al referendum che prevedeva il premio di maggioranza all'interno della previsione statutaria riformata dal Parlamento italiano.

Ora, che lei possa pensare che chi aveva corredato questa legge di un sistema di garanzie, che era la parte stralciata sull'insieme dei poteri e sul sistema dei poteri regionali, e aveva anche approvato una disciplina del conflitto di interessi, ritenga che questa editio minor della legge sia la cosa migliore che si potesse fare… almeno conceda l'onore delle armi a chi ha lavorato molto per consentire a questo Consiglio regionale di fare una cosa più completa. Dopo di che, in itinere, è stata inserita tutta una serie di elementi e altri sono stati esclusi. Allora, e qui vengo anche a rispondere all'onorevole Diana, può forse un grande partito come il P.D. pensare che siccome uno pone una questione vuole dettare una linea? Io non detto una linea a nessuno, per carità! L'agenda, o quel che si vuole! In politica si discute! Lei ha introdotto nel dibattito di quest'aula una promessa solenne, lei ha detto: "Badate, o rapidamente la preferenza di genere rientra in aula - credo di aver capito bene - o il Partito Democratico è pronto al referendum.".

Bene, abbiamo detto, individuando due procedure differenti, la stessa cosa. In una dimensione negoziale, perché qui non tutte le forze politiche sono d'accordo sulla preferenza di genere, onorevole Diana, quindi si deve aprire un negoziato; il negoziato deve avere delle riserve di conflitto per poter essere svolto. Una delle riserve di conflitto è non impedire che la legge venga approvata dalla maggioranza, oppure garantire i 54 voti che obbligano esclusivamente alla raccolta delle firme. Nessuno ha parlato di sabotaggio della legge, però ci sono atti politici conseguenti a quello che si dice. Questo è il tema, non enfatizziamolo e neanche volgarizziamolo, non è che chi dice che non voterà questa legge ma non perché a favore del listino… onestamente a me non lo si può dire…

(Interruzioni)

No, non vi è dubbio, infatti non l'ho detto…

PRESIDENTE. Colleghi, per cortesia! Onorevole Maninchedda, già non stiamo intervenendo nel merito dell'articolo 37, evitiamo questi confronti diretti.

MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Ha perfettamente ragione, Presidente. Però si entra nel merito delle questioni che sono inerenti alla legge, il voto finale risente di un percorso che è stato fatto, si rispettino le opinioni di tutti senza per questo addebitare posizioni che non competono. Ho voluto far rilevare al P.D., e pongo questo problema politico, che il voto unanime o quasi unanime sulla legge complica la procedura per sottoporre la stessa legge al referendum, faccia il P.D. quello che ritiene opportuno: punto! Niente di più e niente di meno perché in un caso possono essere sedici a chiedere il referendum, nell'altro occorre soltanto raccogliere le firme. Tutto qui!

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare sull'articolo 37, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 37 bis.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo:

Art. 37 bis

Sottoscrizione delle liste

1. Le liste dei candidati per ogni circoscrizione devono essere sottoscritte:

a) da non meno di 500 e non più di 1.000 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni della circoscrizione per le circoscrizioni fino a 500.000 abitanti;

b) da non meno di 1.000 e non più di 1.500 elettori iscritti nelle liste elettorali dei comuni della circoscrizione per le circoscrizioni oltre i 500.000 abitanti.

2. La firma del sottoscrittore deve essere autenticata.

3. Nessuna sottoscrizione è richiesta per la presentazione di liste di candidati con contrassegni tradizionalmente usati o ufficialmente riconosciuti dai partiti o gruppi o movimenti politici di carattere nazionale o regionale che abbiano avuto eletto, nella legislatura in corso alla data dell'indizione dei comizi, un proprio rappresentante nel Consiglio regionale o ai quali, con dichiarazione formale, aderisca almeno un consigliere regionale in carica alla data di indizione dei comizi elettorali; nessuna sottoscrizione è parimenti richiesta nel caso in cui la lista sia contraddistinta da un contrassegno composito nel quale sia contenuto quello di un partito o gruppo politico esente da tale onere.)

4. La dichiarazione di presentazione delle liste dei candidati deve essere sottoscritta dal presidente o segretario o coordinatore del partito o gruppo o movimento politico responsabile per il territorio regionale o per il territorio della circoscrizione, che risultano tali per attestazioni dei rispettivi organi competenti per statuto, ovvero da rappresentanti dagli stessi responsabili incaricati con mandato autenticato dal notaio.

PRESIDENTE. Poiché nessuno è iscritto a parlare sull'articolo 37 bis, lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Passiamo all'esame dell'articolo 48, al quale sono stati presentati degli emendamenti.

(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 48 e dei relativi emendamenti:

Art. 48

Disposizioni transitorie in materia di ineleggibilità e incompatibilità

1. In materia di ineleggibilità e incompatibilità, fino all'approvazione di una disciplina regionale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna, oltre a quanto previsto dallo stesso Statuto, si applicano le leggi statali.

EMENDAMENTO aggiuntivo DIANA Mario.

Articolo 48

Al termine del titolo dell'articolo sono aggiunte le seguenti parole:

"e incandidabilità". (4)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 4 aggiuntivo MELONI Francesco - COSSA - DEDONI - PISANO - MULA - FOIS.

Articolo 48

Al titolo dell'articolo, prima delle parole "e incandidabilità" sono aggiunte le seguenti ", incompatibilità tra assessori e consiglieri regionali". (26)

EMENDAMENTO aggiuntivo SALIS - COCCO Daniele - MARIANI - BEN AMARA - STOCCHINO - CUGUSI - ZUNCHEDDU - SECHI.

Articolo 48

Al termine del titolo dell'articolo sono aggiunte le seguenti parole: "e incandidabilità" (19)

EMENDAMENTO aggiuntivo COCCO Pietro - GRECO.

Articolo 48

Prima del comma 1 dell'articolo 48 è aggiunto il seguente:

"01. Qualora debbano svolgersi le elezioni regionali senza che sia stata approvata una legge di adeguamento al sistema elettorale introdotto dalla presente legge, per l'organizzazione amministrativa del procedimento e delle votazioni per l'elezione del Presidente della Regione e del Consiglio regionale, si applicano, in quanto compatibili, le disposizioni contenute nella legge 17 febbraio 1968, n. 108 (Norme per le elezioni delle Regioni a statuto normale), e della legge 23 febbraio 1995 n. 43 (Nuove norme per le elezioni dei consigli delle regioni a statuto ordinario), e successive modifiche ed integrazioni, intendendosi le disposizioni in materia di liste regionali riferite alle candidature alla carica di Presidente della Regione, e in via suppletiva le disposizioni della legge regionale 6 marzo 1979, n 7 (Norme per l'elezione del Consiglio regionale) e successive modifiche e integrazioni." (20)

EMENDAMENTO aggiuntivo DIANA Mario.

Articolo 48

All'articolo 48, dopo il comma 1 è aggiunto il seguente:

1 bis. Il presidente della Regione che si sia dimesso dalla carica determinando la cessazione anticipata della legislatura non può in ogni caso essere nuovamente candidato al successivo turno elettorale regionale. (3)

EMENDAMENTO aggiuntivo SECHI.

Articolo 48

Al termine dell'articolo 48 è aggiunto il seguente comma:

2. Non possono essere eletti consiglieri regionali nella quindicesima legislatura gli assessori regionali in carica nella quattordicesima legislatura, a meno che questi cessino dalla funzione almeno 180 giorni prima della data di scadenza della legislatura regionale; in caso di cessazione anticipata della legislatura, che intervenga prima dei 180 giorni antecedenti la scadenza naturale, l'ineleggibilità non ha effetto se le funzioni siano cessate entro i sette giorni successivi alla data del provvedimento di scioglimento del Consiglio. (7)

EMENDAMENTO aggiuntivo SALIS - COCCO Daniele - MARIANI - BEN AMARA - STOCCHINO - CUGUSI - ZUNCHEDDU.

Articolo 48

Dopo il comma 1 è inserito il seguente:

"1 bis: II Presidente della Regione che si dimette prima del completamento della legislatura non può presentare la sua candidatura alle successive elezioni regionali". (18)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 7 soppressivo parziale MELONI Francesco - COSSA - DEDONI - PISANO - MULA - FOIS.

Articolo 48

All'emendamento n.7, al comma 1 bis le parole "nella quindicesima legislatura" e " nella quattordicesima legislatura" sono soppresse. (27)

EMENDAMENTO all'EMENDAMENTO numero 7 aggiuntivo MELONI Francesco - COSSA - DEDONI - PISANO - MULA - FOIS.

Articolo 48

Dopo le parole "scioglimento del Consiglio" sono aggiunte le seguenti : "In ogni caso i Consiglieri in carica non possono rivestire le funzioni di assessore regionale" (28).)

PRESIDENTE. Comunico che gli emendamenti numero 4, 19 e 26 non si votano perchè presentati al titolo che verrà in ogni caso adeguato, in sede di coordinamento, al contenuto dell'articolo.

E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.

PORCU (P.D.). Non ho detto che rinuncio però invito chi si volesse iscrivere a parlare a farlo rapidamente perché il mio intervento sarà brevissimo. Credo che questo articolo 48 sia un articolo ipocrita, gli emendamenti trattano altre materie, provano a inserire altre norme, credo che, da questo punto di vista, abbia ragione l'onorevole Maninchedda a dire che la vostra maggioranza, la vostra Giunta, ha perso una grande occasione di trattare il tema dell'ineleggibilità e incompatibilità, ma questa occasione, questa responsabilità non può essere messa in capo al Partito Democratico e alla minoranza in questo Consiglio.

Voi avreste dovuto portare una vostra idea, un vostro progetto, avreste dovuto innanzitutto guidare una Commissione autonomia, come avete dimostrato di non essere in grado di fare, avreste dovuto non fare di tutta l'erba un fascio, sapendo che avete una maggioranza che non è in grado, che ha avuto enormi difficoltà a produrre riforme organiche e lo dimostra la qualità legislativa di questi anni bassissima. Noi ci siamo dovuti, a malincuore, adattare a stralciare una legge, sapendo che la vostra maggioranza aveva difficoltà a mettersi d'accordo, tra di voi, al vostro interno! E' per questo che siamo arrivati a questo punto, perché non c'è una maggioranza che ha un progetto omogeneo di Sardegna, c'è una maggioranza che ha perso i pezzi, che è divisa, che è rimasta divisa, che si è divisa su tutte le leggi principali, le ha spartite per tentare di rimanere insieme, oggi avete un Presidente della Regione autoricandidato che ha già cominciato la sua corsa senza che si sia neanche dovuto curare di guardarsi alle spalle per capire se qualcuno lo seguirà o lo appoggerà.

Questo articolo 48 è un articolo pleonastico, in quanto si limita a dire che, se non c'è una legge, valgono le leggi che ci sono già; perché l'articolo 48 questo dice, cioè che, in mancanza di una legge sulle incompatibilità e ineleggibilità, valgono lo Statuto e le leggi statali. Ma è lapalissiano! E' una legge imbarazzante! Possiamo anche approvarla, ma certifica una vostra incapacità sia di guidare la Commissione autonomia, sia di produrre leggi importanti e significative, se non con il decisivo concorso e l'aiuto che qualche volta abbiamo provato a darvi non per - come dire - sostegno a voi, ma per amore della Sardegna e per non lasciare la Sardegna, come in questo caso, senza una legge elettorale degna di questo nome. Pertanto credo che potremmo cassare l'articolo 48. Inoltre penso che gli emendamenti lascino il tempo che trovano perché toccano altre materie.

Personalmente credo che dovremmo votare contro questo articolo (sul quale le chiedo, Presidente, già da ora, il voto elettronico), accettare di aver fatto quello che abbiamo fatto, alcune cose buone, altre meno buone come la doppia preferenza di genere, e provare magari da domani a rimediare, in particolare sul tema della doppia preferenza di genere, accettando di aver fatto un lavoro comunque importante nelle condizioni date da questo Consiglio.

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Porcu, non ho capito su che cosa ha chiesto il voto elettronico.

PORCU (P.D.). Sull'articolo successivamente e, nel caso si vada avanti, Presidente, le proporrò un emendamento orale per avere almeno una scrittura italiana degna di questo nome.

PRESIDENTE. Lo vediamo dopo però, grazie.

E' iscritto a parlare il consigliere Salis. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Presidente, l'onorevole Porcu non ha seguito la discussione in Commissione su questo articolo e probabilmente la sua proposta deriva da non aver colto i problemi e le difficoltà posti su incompatibilità, ineleggibilità e incandidabilità. Io sono tra quelli, collega Porcu, che hanno chiesto che questo articolo rimanesse, anche per memoria, nel senso che, sulla Statutaria, abbiamo fatto lunghissime discussioni in Commissione autonomia, con la presidenza del collega Maninchedda, e nelle riunioni presiedute dal vicepresidente Cocco, vicepresidente espresso dalla opposizione; questo rende il senso dell'importanza che la maggioranza dà al completamento e alla funzionalità delle Commissioni consiliari. Se non sbaglio, abbiamo quattro Commissioni consiliari che attualmente non hanno ancora il Presidente per vari motivi; ripeto, questo rende il senso dell'importanza che la maggioranza dà alla funzionalità delle Commissioni stesse!

Ma il problema della incompatibilità e della ineleggibilità era tema che avrebbe bloccato l'approvazione di questa legge, collega Porcu, è bene che lo sappia lei ma che lo sappiano anche i sardi! C'è stato un veto, io ho posto il problema dicendo che non era possibile espungere questo tema dalle modifiche essenziali alla legge elettorale, ma poi ho colto che la stragrande maggioranza delle forze politiche dentro la Commissione non ritenne e non ha ritenuto questo tema essenziale tra le modifiche da apportare alla legge. Allora c'è da fare, collega Porcu, buon viso a cattivo gioco? Non sono d'accordo con la proposta di eliminare l'articolo 48, perché ci consente quanto meno di porre un problema. E' un po' come per l'emendamento Soru sulla preferenza di genere, ci consente di dire che queste modifiche che abbiamo apportato alla legge elettorale non sono sufficienti e che le forze politiche devono porsi con vigore il problema dell'adeguamento della legge elettorale alle questioni che non abbiamo avuto la forza politica in questo momento di superare.

Quindi è un elemento che non può essere assolutamente nascosto in questa legge, è un limite, è un articolo assolutamente insufficiente, però va lasciato! Sono convinto che vada lasciato. Anche perché ci dà la possibilità di agganciare un altro tema. Sono presenti alcuni emendamenti nella discussione sulla Statutaria, vorrei ricordare a quest'Aula distratta, che abbiamo fatto un lavoro importante per cercare di garantire un certo equilibrio tra i poteri e abbiamo tentato anche di attenuare il potere del Presidente di incidere sulla vita del Consiglio stesso con la minaccia di sue dimissioni. Vorrei che l'Aula potesse prendere in considerazione e votare gli emendamenti che, all'articolo 48, sono stati presentati anche relativamente alla proposta di impedire che un Presidente, che ha poteri enormi rispetto alla vita del Consiglio, non c'è ancora un equilibrio tra questi poteri, possa imporre la sua volontà anche a una maggioranza riottosa con le minacce di dimissioni.

Ecco perché sono contrario che si elimini l'articolo 48 e soprattutto penso che sia importante votare gli emendamenti che, al riguardo, sono stati presentati per migliorarne quanto meno le potenzialità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Sechi. Ne ha facoltà.

SECHI (SEL - Sardigna Libera). Un po' concordo con il collega Salis perché questo articolo ci dà l'opportunità, in chiusura di dibattito su questa legge, di sollevare un problema tra ineleggibilità e incompatibilità, lasciamo perdere l'incandidabilità che credo possa essere prevista anche da altre norme. Però il discorso riguarda soprattutto un aspetto che a me preme e che il Gruppo al quale appartengo condivide da un pezzo, cioè l'incompatibilità tra la carica di assessore e consigliere, cioè membro dell'Assemblea.

Su questo discorso si era raggiunto un risultato durante l'esperienza della Giunta regionale guidata dal presidente Soru. Incompatibilità che poi successivamente nel corso di questa legislatura è venuta meno; ho proposto allora l'emendamento numero 7 all'articolo 48 che fa riferimento alla non possibilità di candidatura degli assessori attualmente in carica, se non, così recita l'emendamento, con una dimissione che deve avvenire 180 giorni prima.

La verità è che questo emendamento mi consente di intervenire per sollevare il problema dell'incompatibilità, tanto più oggi che l'Assemblea regionale dovrebbe passare da 80 a 60 consiglieri. Pensate anche al discorso della composizione delle Commissioni, al funzionamento delle Commissioni stesse, richiamato ultimamente nell'intervento che mi ha preceduto; sono qui per richiamare voi tutti a un problema, il problema della separazione tra Esecutivo e Assemblea. E non si richiami a questo proposito il discorso dell'l'impiego nell'Esecutivo dei tecnici o della politica, se è meglio o no. Sono anche d'accordo, anzi sono sostenitore di una forte presenza della politica, del pieno coinvolgimento della politica nell'Esecutivo, perché gli uomini che vengono dalla politica hanno l'esperienza, hanno un ruolo, hanno un equilibrio anche nel muoversi all'interno del proprio Assessorato, ma ci deve essere una separazione. Indichiamo i migliori politici nell'Esecutivo (di cui ogni forza politica che andrà a comporre la maggioranza disporrà), però in un ruolo ben distinto, chi va a fare il membro dell'Esecutivo lasci, qualora eletto, l'Assemblea, o indichiamo i tecnici, ma, non nascondiamoci dietro un dito, i tecnici non li troviamo negli studi professionali, hanno sempre e comunque un riferimento politico, allora il principio che noi condividiamo e sosteniamo con fermezza è quello della separazione di questi due ruoli. Su questo, inviterei l'Assemblea e le forze politiche.

A questo punto, siccome ho grande simpatia per molti di voi, colleghi, che sedete in quei banchi, e non mi sento di sostenere una battaglia contro una vostra possibile candidatura, anzi vi auguro una brillante carriera, ritiro l'emendamento che ho presentato, ma lo ritiro perché mi serviva per sollevare questo problema, se poi qualcuno lo vuol fare proprio lo faccia proprio, l'obiettivo che volevo sollevare era questo e l'ho sollevato.

(Interruzione)

PRESIDENTE. Lo fa proprio il consigliere Giacomo Sanna.

Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. La Giunta si rimette all'Aula.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'articolo 48. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Metto in votazione l'emendamento numero 20. Chi lo approva alzi la mano.

(E' approvato)

Ha domandato di parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (P.S.d'Az.). Chiedo la votazione a scrutinio segreto dell'emendamento numero 7.

PRESIDENTE. Metto in votazione gli emendamenti numero 3 e 18, uguali. L'emendamento numero 3 è a firma Mario Diana, l'emendamento numero 18 è a firma Salis e più. Chi li approva alzi la mano.

(Sono approvati)

(Interruzioni)

Per cortesia, colleghi, un attimo di attenzione! Abbiamo già votato gli emendamenti numero 3 e 18, uguali.

Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (P.d.L.). Sull'emendamento numero 3, nella confusione, ho sentito l'onorevole Steri, che me lo può confermare, chiedere la controprova. E' così o no, onorevole Steri?

PRESIDENTE. Dopo che abbiamo votato, guardi, onorevole Pittalis!

(Interruzioni)

Scusate, colleghi, basta chiederla! Ho ricordato anche chi erano i presentatori degli emendamenti, ci sono i resoconti e si può riascoltare tutto, questo per dire che ho proprio fatto presente all'Aula quali erano gli emendamenti, onorevole Oppi.

Colleghi, se c'è bisogno di un attimo di sospensione, sospendiamo, altrimenti andiamo avanti. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 13 , viene ripresa alle ore 21 e 14.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, andiamo avanti e non accetto più lamentele perché sto richiamando l'attenzione dell'Aula!

Ha domandato di parlare il consigliere Meloni Francesco. Ne ha facoltà.

MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, ritiro l'emendamento numero 27.

PRESIDENTE. Metto in votazione l'emendamento numero 28. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.

(Non è approvato)

Sull'emendamento numero 7 è stata chiesta la votazione a scrutinio segreto.

Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.

STERI (U.D.C.-FLI). Intervengo per rilevare che questo emendamento è palesemente inammissibile perché si riferisce solo agli Assessori in carica nella quindicesima legislatura, quindi c'è una disparità di trattamento grande come una casa. Chiedo che sia dichiarato inammissibile.

PRESIDENTE. Onorevole Steri, non è inammissibile, assolutamente!

STERI (U.D.C.-FLI). Si riferisce solo agli Assessori in carica nella quindicesima legislatura.

PRESIDENTE. Non posso dichiararlo inammissibile, è come la questione dell'emendamento dell'onorevole Soru, è una sua valutazione e io non posso fare un'interpretazione.

STERI (U.D.C.-FLI). Presidente, questa è palese.

PRESIDENTE. Non posso fare un'interpretazione di questo tipo, onorevole Steri!

Votazione a scrutinio segreto

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 7.

(Segue la votazione)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 74

Votanti 73

Astenuti 1

Maggioranza 37

Favorevoli 23

Contrari 48

(Il Consiglio non approva).

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Fois - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pisano - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Soru - Steri - Stocchino - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda - Zuncheddu.

Si è astenuta la Presidente Lombardo.)

Passiamo ora alla votazione finale del testo unificato. E' stata chiesta una breve sospensione. Sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 21 e 18, viene ripresa alle ore 21 e 28.)

PRESIDENTE. Riprendiamo i lavori, prego i colleghi di prendere posto.

Procediamo alla votazione finale. Ricordo che, in sede di coordinamento, come ho già detto anche nel corso dell'esame, si provvederà ad armonizzare il testo.

Ha domandato di parlare la consigliera Greco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

GRECO (P.d.L.). Presidente, siamo ormai arrivati alla fine di questo lungo e travagliato percorso della nuova legge elettorale. Le riforme sono sintomo di speranza e di ottimismo, peccato che questa volta - lo dico con amarezza - si tratti di una riforma monca. Una legge elettorale esitata nel 2013 avrebbe dovuto recepire quel principio di parità di genere sancito non solo dalla Costituzione, ma specificamente dal nostro Statuto. Così non è stato e sappiamo tutti perché! Bocciare l'istituto della doppia preferenza di genere ha rappresentato per la Sardegna un'involuzione. Le mie colleghe e io abbiamo riflettuto a lungo se votare o meno una legge che non rispecchia per noi la vera democrazia, ma credo... comprendo che l'argomento vi sia venuto a noia... le mie colleghe e io abbiamo riflettuto a lungo se votare o meno una legge che non rispecchia per noi la vera democrazia, ma credo che anche motivazioni così importanti come quella delle pari opportunità debbano essere sacrificate davanti agli interessi supremi del nostro popolo.

Per questo motivo e al solo fine di contribuire a dare una legge elettorale, una nuova legge elettorale, ai sardi, seppur con profondo rammarico e perplessità, voteremo a favore, ma annunciamo sin da ora che, dal momento in cui la legge sarà esitata, ci attiveremo, anche attraverso la presentazione di una modifica a questa legge, appunto, per apportare quei correttivi che un Consiglio spaccato, indeciso, non ha voluto portare avanti, rinunciando ad adeguarsi alle esigenze della collettività. Esprimo pertanto il mio voto favorevole alla legge ma, ripeto, con profondo rammarico e solo come atto di responsabilità.

PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Arbau è rientrato dal congedo.

Ha domandato di parlare la consigliera Zuncheddu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, annuncio anche il mio voto contrario a questa legge. Esistono leggi buone ed esistono leggi non buone per i sardi. Il concetto di "legge meno peggio" è tipicamente opportunistico e di chi non si assume le proprie responsabilità. Il concetto di legge meno peggio dovrebbe essere a tutti noi estraneo in quanto siamo stati eletti per rappresentare al meglio e quindi siamo chiamati a produrre buone leggi per dare risposte ai bisogni dei sardi che ci hanno eletto, confidando nella nostra capacità di rappresentarli al meglio e quindi producendo buone leggi.

La logica della legge meno peggio è la stessa logica che sta alla base del voto segreto, ovvero non assumiamoci le responsabilità pubbliche palesi per stare dietro al muretto a secco, per agire alle spalle senza essere visti. Noi, in quanto eletti, abbiamo il dovere di assumerci responsabilità palesi, a maggior ragione se si tratta di una legge elettorale, cioè di uno strumento che deve essere assolutamente adeguato alle esigenze della società sarda e quindi che non sia escludente e non la discrimini nelle sue componenti.

Votare questa pessima legge, quindi accettare la logica del meno peggio, significa non onorare il nostro mandato. Mi auguro che la classe politica espressa in quest'Aula si assuma pienamente e pubblicamente la responsabilità delle proprie azioni e non si nasconda ancora una volta dietro la logica del meno peggio, non dando risposte alle esigenze di democrazia della nostra società. La nostra responsabilità è quella di fare leggi buone, utili, eque e rappresentative delle nostre diversità, a partire dalle donne, dalle minoranze politiche identitarie e sociali che sono alla base della diversità della società sarda, che non può essere tout court omologata a quella italiana con questa legge elettorale discriminatoria, utile alle lobby che ancora oggi vogliono tenere il popolo sardo sotto un nuovo dominio coloniale. Presidente, io richiamerei... non possiamo divertirci sempre!

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, ha ragione, però c'è anche la stanchezza della seduta lunga.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Lo capisco, lo capisco. Per ciò che mi riguarda il meno peggio e la prassi del muretto a secco non fanno parte della mia cultura politica, notoriamente fondata sulla trasparenza e sulla tracciabilità delle mie azioni e sul rispetto dei diritti dei sardi, delle donne e di tutte le minoranze politiche, a partire da quelle identitarie che sono parte integrante e irrinunciabile della società sarda e della nostra storia.

Con questa pessima legge, la classe politica sarda oggi ha manifestato...

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.

ZUNCHEDDU (SEL-Sardigna Libera). Presidente, sono stata abbondantemente interrotta, non è giusto!

PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, quando ho preso la parola io, il tempo si è interrotto, quindi stia tranquilla.

Ha domandato di parlare il consigliere Stocchino per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

STOCCHINO (Gruppo Misto). Presidente, credo che questa legge sia insufficiente e che questo Consiglio abbia affrontato il tema, anzi abbia deciso di non affrontare il tema della rappresentanza di genere. Ero e resto convinto che la doppia preferenza di genere, pur non risolvendo il problema, avrebbe aiutato a trovare una soluzione alla predominanza nelle istituzioni di un genere oggi, e sottolineo "oggi", quello maschile, su un altro. Lo hanno dimostrato le regionali della Campania dove nel 2010, come ci ricorda in un articolo su L'Unione Sarda la consigliera di pari opportunità della Regione Sardegna Laura Moro, la presenza femminile è passata da 2 a 16 consigliere e lo confermano le ultime amministrative appena trascorse.

Certo non era la soluzione, certo è una forzatura, ma è una forzatura che si muove nella giusta direzione di porre soluzione a un problema vero. Il resto lo deve fare la società, con il tempo pieno nelle scuole, servizi sociali, asili nido e quant'altro ci hanno indicato i movimenti delle donne. Dobbiamo dirlo in modo chiaro: le donne svolgono un lavoro sociale che i movimenti delle donne chiamavano e chiamano lavoro di cura, fanno cioè un doppio lavoro non retribuito di cui la società usufruisce abbondantemente. E' questo impegno suppletivo, che grava come un grosso fardello sulle loro spalle, che le mette in condizioni di svantaggio. Mia moglie - scusate la citazione personale - mi ricorda sempre che dietro a ogni uomo che fa politica c'è una donna che non ha il tempo per farla, perché si dedica al lavoro, ai figli, alla casa, ai genitori anziani e a tanto altro. Quando la nostra politica capirà questo, la forzatura della doppia preferenza di genere sembrerà poca cosa rispetto al debito che l'uomo ha con l'altra metà del cielo.

Per questi motivi, il Partito della Rifondazione Comunista, che io rappresento, voterà contro questa legge. Avevamo l'opportunità di essere ricordati per avere - scusate il termine al femminile - partorito una buona legge, saremo invece ricordati per quelli che non hanno avuto il coraggio di farla.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugusi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CUGUSI (SEL-Sardigna Libera). Da sempre ho contrastato e sono contrario al sistema elettorale maggioritario (e so che probabilmente siamo una stretta minoranza) e anche al sistema basato sul presidenzialismo. Ritengo che sia un falso ideologico pensare che siano sinonimo di governabilità. E' vero, abbiamo conosciuto anni nel passato in cui c'è stato il limite del vecchio sistema elettorale, dove veniva eletto il Presidente dell'Assemblea e frequentemente c'erano cambi di guardia. Attenzione! Adesso viviamo un male ancora più oscuro di quello, viviamo il male di un Presidente imbrigliato da maggioranze che lo reggono perché regga l'Assemblea per cinque anni. Oggi viviamo proprio una crisi di maggioranza basata sul fatto che non c'è possibilità di ricambio del Presidente, il che dimostra che non è questo il modo per superarlo.

Pensavo però che la perversione del sistema maggioritario potesse essere attenuata, in qualche modo, in alcuni punti. Un punto era quello di garantire che una forza politica con il 5 per cento avesse diritto di essere rappresentata qui presentandosi da sola o perlomeno pensavo che una forza politica con un valore più modesto del 5 per cento potesse essere rappresentata qui dentro, invece abbiamo portato valori altissimi: una coalizione ha bisogno, per esempio, del 10 per cento per essere rappresentata. Ritengo che sia un sistema fortemente ingiusto. Si è tentato addirittura di abbassare il limite per cui scatta il premio di maggioranza, lo si voleva eliminare del tutto. Fortunatamente per puro caso è arrivata una riscrizione dell'articolo 32 che ci ha concesso di avere almeno il 25 per cento…

(Brusio in aula)

PRESIDENTE. Scusi onorevole Cugusi. Se prendiamo posto, grazie! Non abbiamo ancora concluso i lavori.

CUGUSI (SEL-Sardigna Libera). L'altra grave distorsione che non siamo riusciti a correggere è quella sulla preferenza di genere. Quindi penso che questa legge, oltre che un sistema che non approvo assolutamente, ha anche un limite dal punto di vista del decoro.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Salis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

SALIS (Gruppo Misto). Signora Presidente, chiedo un attimo di attenzione ai colleghi perché questa mia decisione forse è la più sofferta di tutta la legislatura, vi posso assicurare, veramente, anche perché io, che sono un uomo di centrosinistra, non posso non essere assolutamente sensibile a questo tema, si sta consumando una lacerazione su un tema importante, qual è la legge elettorale, all'interno dello schieramento in cui mi riconosco.

Penso che il centrosinistra abbia fatto un errore a non cercare in tutti i modi di avviare una discussione, già preliminarmente all'esame della legge, all'interno di questo argomento così delicato e importante. Penso che sia stato un errore! Penso, e spero anzi, che questo possa servire da lezione per i futuri passaggi da affrontare. Mi predispongo a fare una battaglia, anche insieme agli amici e ai compagni che voteranno contro la legge, perché sono convinto, e lo ribadisco, che la questione della preferenza di genere non possa essere cancellata dalla nostra attenzione, dalla nostra iniziativa. Qualsiasi iniziativa è utile perché questo possa essere fatto. Sono però anche dell'avviso che il lavoro che abbiamo fatto per un anno e mezzo…

(Brusio in aula)

PRESIDENTE. Scusi, onorevole Salis, qualcuno ha voglia di giocare!

SALIS (Gruppo Misto). Sì, lasci fare!

PRESIDENTE. E' vergognoso!

SALIS (Gruppo Misto). Lasci fare, Presidente, purtroppo abbiamo capito che questo è tema delicato…

PRESIDENTE. No, io non lascio perdere, onorevole Salis. Questo dà la dimensione del grado di maturità di qualcuno qui dentro. Vi ricordo che siamo in un'aula parlamentare e non in un asilo infantile! Prego onorevole Salis.

SALIS (Gruppo Misto). Grazie Presidente. Io ho lavorato per un anno e mezzo con il presidente Maninchedda, con il vicepresidente Pietro Cocco, addirittura prima con il presidente Pittalis, perché questa Aula riuscisse a definire alcune riforme importanti. Stiamo chiudendo la legislatura, questa Aula ha votato contro l'emendamento per la riduzione del numero dei consiglieri regionali e poi abbiamo recuperato, ancora questa Aula ha votato contro la preferenza di genere, io continuerò la battaglia perché possa recuperare anche in questa situazione. Quindi non mi sento di dare ragione a coloro che vorrebbero votare con la vecchia legge elettorale. E' una decisione molto sofferta, ma siccome questa legge, nonostante le lacune che ha, principalmente quella della doppia preferenza di genere, è sicuramente migliore della legge con cui dovremmo votare se questa legge fosse bocciata, manifesto una dimostrazione di fiducia nei confronti delle forze politiche presenti nel Consiglio regionale che sapranno…

(Brusio in aula)

PRESIDENTE. Vedo che si vuole continuare a giocare, onorevole Salis. Va bene, rimaniamo in silenzio così…

SALIS (Gruppo Misto). Ma lasci perdere!

PRESIDENTE. No, non lascio perdere! Lo sto facendo per il decoro dell'Aula!

SALIS (Gruppo Misto). E' un argomento talmente delicato! Chi fa queste cose squalifica se stesso!

PRESIDENTE. Sì, ma io non consento che venga squalificata l'istituzione in questo modo, giocando in questo modo veramente puerile. Se vogliamo rimanere qui sino a domani mattina…

Prego, onorevole Salis.

SALIS (Gruppo Misto). Dicevo che, per queste ragioni, sono arrivato alla determinazione di sostenere con il mio voto questa legge.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ben Amara per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BEN AMARA (Gruppo Misto). Non votare questa legge ci condanna pesantemente in tutti i sensi. Non vorrei tornare indietro, non vorrei brillare solo per brillare, non vorrei distinguermi per avere la prima pagina mediatica. Non sono un opportunista e dunque voto, convinto che ogni legge ha il suo limite, ricordando ciò che Rousseau diceva: "Tutto ciò che è legale non è forse legittimo e tutto ciò che è legittimo non è forse legale".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Daniele Cocco per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Presidente, con grande rammarico, devo annunciare il voto contrario del mio Gruppo per tutte le ragioni che ho rappresentato prima e per quelle ragioni che vedono il mio Partito, a livello nazionale, impegnato a garantire la rappresentanza di genere in tutti i consessi a livello regionale e nazionale.

Non è vero che questa è una cattiva legge. Purtroppo noi abbiamo sperato sino all'ultimo che venisse contemplata la possibilità per le donne di essere rappresentate e di avere una parità di accesso. Questo, nonostante gli sforzi, non è stato possibile. Chiediamo, lo facciamo sommessamente ma con determinazione, all'Aula di tornare il più presto possibile a rivedere questo aspetto che, secondo me, non qualifica, anzi squalifica una legge che altrimenti poteva essere considerata una buona legge. Dall'inizio ci siamo battuti per evitare che ci fossero sbarramenti, ci siamo battuti ancor di più per fare in modo che questo punto, che in questo momento non ci pone in condizione di votare la legge, fosse inserito, ma non lo facciamo perché siamo ipocriti o perché vogliamo differenziarci o avere possibilità mediatiche superiori…

(Interruzione del consigliere Ben Amara)

COCCO DANIELE (SEL-Sardigna Libera). Scusa, non interrompo mai nessuno! Per cortesia, mi fai parlare?

PRESIDENTE. Prego, onorevole Cocco. Prosegua, grazie. Onorevole Cocco, si riferisca alla Presidenza, grazie.

COCCO DANIELE (SEL - Sardigna Libera). Dicevo che legittimamente tutti hanno espresso un voto libero, perché anche il voto segreto, visto e considerato che è contemplato dal Regolamento, è un voto legittimo, democratico e libero, ognuno ha la possibilità di esprimersi come meglio crede. Noi la pensiamo su questo in maniera diversa e, rispondendo anche all'onorevole Salis, non credo che sia una lacerazione all'interno della coalizione di centrosinistra, questa è una legge che verrà approvata presumibilmente a grande maggioranza da quest'Aula, noi ci differenziamo per questo motivo.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, del testo unificato: "Legge statutaria elettorale ai sensi dell'articolo 15 dello Statuto speciale per la Sardegna", Parte I/B - Stralcio.

(Segue la votazione)

Prendo atto che il consigliere Stochino ha votato a favore.

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Arbau - Artizzu - Bardanzellu - Ben Amara - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cozzolino - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Floris Vincenzo - Gallus - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Mariani - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Solinas Antonio - Soru - Steri - Stochino - Tocco - Tupponi - Zedda.

Rispondono no i consiglieri: Cocco Daniele - Cugusi - Dessì - Maninchedda - Sechi - Stocchino - Zuncheddu.

Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Cossa - Dedoni - Meloni Francesco - Pisano - Solinas Christian.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 74

votanti 68

astenuti 6

maggioranza 41

favorevoli 61

contrari 7

(Il Consiglio approva).

Il Consiglio è riconvocato domani mattina, mercoledì 26 giugno, alle ore 10 e 30.

La seduta è tolta alle ore 21 e 47.



Allegati seduta

Testo delle interrogazioni, delle interpellanze e delle mozioni annunziate in apertura di seduta

INTERROGAZIONE BRUNO, con richiesta di risposta scritta, sul futuro delle società in house.

Il sottoscritto,

premesso che il prossimo 30 giugno 2013 scade il termine che questo Consiglio regionale ha dato alla Giunta regionale per ottemperare a quanto scelto dai sardi, il 6 maggio 2012, con i referendum abrogativi delle quattro nuove province e per riformare gli enti intermedi sardi;

considerato che, legato al destino di questi enti locali, c'è anche quello delle società in house presenti in Sardegna e partecipate da province o comuni, società che svolgono servizi importanti quali, ad esempio, la pulizia delle scuole, la manutenzione dell'arredo urbano e delle aree cimiteriali, l'attività di controllo e la lotta contro gli insetti nocivi e i parassiti dell'uomo, degli animali e delle piante;

evidenziato che, come hanno denunciato nei giorni scorsi anche le organizzazioni sindacali, sono circa un migliaio i lavoratori che corrono il rischio di perdere il lavoro dal 1° luglio 2013, compresi quelli delle società istituite dai comuni attingendo agli ex lavoratori socialmente utili,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per sapere quali interventi abbiano predisposto o intendano predisporre per salvaguardare i livelli occupazionali delle società e aziende in house, per assicurare la continuità delle loro prestazioni e per scongiurare il blocco o perfino la cancellazione dei servizi che questi lavoratori svolgono. (1151)

INTERROGAZIONE FLORIS Vincenzo - DIANA Giampaolo - SABATINI, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata istituzione di una nuova prima classe, presso il Liceo delle scienze umane e economico-sociale - Liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro, per l'anno scolastico 2013/2014.

I sottoscritti,

preso atto che:

i licei musicali sono stati istituiti dal decreto del Presidente della Repubblica n. 89 del 15 marzo 2012, attraverso l'impostazione di un nuovo percorso formativo sperimentale previsto in misura limitata nel nostro Paese;

il liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro è stato istituito autonomamente e sperimentalmente nell'anno scolastico 2000/2001, consolidando un'esperienza formativa che ha consentito all'istituto nel 2010/2011 di essere riconosciuto formalmente come liceo musicale; l'istituto musicale si articola sulla struttura amministrativa del Liceo delle scienze umane e economico-sociale Sebastiano Satta, il quale è noto in Sardegna, e ben oltre i confini isolani, per la sua grande attività di educazione civica, dimostrata e comprovata dalle esperienze maturate in questi anni di attività pedagogiche, svolte su tutto il territorio nazionale;

il Liceo delle scienze umane e economico sociale - Liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro, deve essere considerato come una delle residue realtà di eccellenza formativa presente nella storica provincia di Nuoro, con offerte formative e istruttive attente all'evolversi della società, con dotazioni strumentali all'avanguardia e con un corpo docente di grande livello professionale e culturale; inoltre la grande tradizione pedagogica e culturale che caratterizza il Liceo Satta, può essere paragonata solo agli storici licei sardi di Cagliari e Sassari; infatti l'Istituto magistrale statale dal quale nasce il Liceo delle scienze umane e economico-sociale - liceo musicale è stato istituito a Nuoro nel lontano 1890;

considerato che lo stesso liceo musicale, per mano del proprio dirigente scolastico, prof.ssa Carta Marchetti, ha prodotto un'attenta è accurata analisi dei costi, smentendo in parte le deduzione del Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca (MIUR), dell'Ufficio scolastico regionale e del Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Marco Rossi Doria; di fatto l'istituto sostiene che le circa 40 ore di lezione settimanali aggiuntive, che gli insegnanti dovrebbero sostenere con l'attivazione di un'ulteriore prima classe, non andrebbero "completamente a carico di nuovi docenti da retribuire ex novo, in quanto il Liceo musicale unico in tutta la Provincia di Nuoro e unico istituto superiore in cui si insegna musica, a seguito della riforma Gelmini, che ha eliminato le ore di musica da tutte le scuole superiori, avrebbe la possibilità di impegnare anche le seguenti tipologie di insegnanti: 1 - docenti DOP (dotazione organica provinciale cioè senza sede fissa); 2 - docenti soprannumerari (cioè perdenti posto in quanto nella scuola di appartenenza non si insegna più la musica: 3 - docenti in utilizzazione (che su loro richiesta vorrebbero essere impegnati nel Liceo Musicale sull'insegnamento dello strumento)"; le suddette tipologie di docenti sono già retribuite dall'amministrazione scolastica, la quale non avrebbe un ulteriore aggravio di spesa nella loro utilizzazione;

evidenziato che:

riferendo in Parlamento sulla questione del Liceo musicale Satta di Nuoro, il Sottosegretario di Stato per l'istruzione, l'università e la ricerca, Rossi Doria, ha sostenuto che: "la dotazione a disposizione di ciascuna regione e di ciascuna provincia, in termini di risorse umane è fissata da norme di natura finanziaria, e non può essere superata se non a rischio di invalidare gli obiettivi prefissati di rispetto della finanza pubblica"; aggiunge, inoltre, il Sottosegretario che: "l'amministrazione scolastica regionale della Sardegna dovrà commisurare la fattibilità della richiesta di attivazione di una nuova classe prima, presso il liceo Sebastiano Satta di Nuoro, verificando sia la tenuta del secondo corso da istituire in termini di possibile stabilizzazione per gli anni a venire, sia in relazione al costo in termini di risorse umane della nuova classe da attivare sia, infine, in relazione ad altre eventuali richieste di attivazione del medesimo tipo di percorso formativo";

lo stesso Ministero dell'istruzione dell'università e della ricerca, nella risposta inviata al Liceo delle scienze umane e economico sociale - liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro, rispondendo alle motivazioni esposte dal suo dirigente scolastico, fa presente che l'opportunità di derogare alle disposizioni della circolare n. 96 del 17 dicembre 2012, autorizzando l'avvio di due prime classi di liceo musicale per l'anno scolastico 2013/2014, rientra nelle valutazioni dell'Ufficio scolastico regionale (USR) Sardegna;

preso atto che il Liceo musicale Satta, a regime, ha sempre avuto, dalla sua istituzione nell'anno 2010/2011 e anche nell'anno successivo 2011/2012, due classi prime; il problema per l'istituto, sorge nell'anno scolastico 2012/2013 in quanto si è manifestata la necessità di istituire solo una classe prima a causa di una leggera e congiunturale riduzione delle iscrizioni; per il prossimo anno scolastico 2013/2014, invece, si rileva una positiva inversione di tendenza, comprovata dal fatto che vi è stato un incremento delle iscrizioni presso l'istituto, di conseguenza si potrebbe preventivare l'attivazione di due classi prime; da quanto risulta dai dati forniti dal liceo, le iscrizione risultano, a tutt'oggi, ben 40, due delle quali di alunni diversamente abili, le quali permetterebbero il ritorno al regime tradizionale di due classi prime come gli anni precedenti;

sottolineato che la miopia normativa che minaccia il Liceo musicale Satta di Nuoro emerge con la circolare del 17 dicembre 2012, n. 96, che ha per oggetto: "Iscrizioni alle scuole dell'infanzia e alle scuole di ogni ordine e grado per l'anno scolastico 2013/2014"; in cui il Ministero prescrive al paragrafo 3.D) - Iscrizione ai licei musicali e coreutici che: "nelle istituzioni scolastiche ove è presente l'indirizzo musicale, ai fini della determinazione del numero massimo dei posti disponibili si dovrà tenere conto che il numero delle classi prime non potrà superare, in ciascun istituto, il numero di quelle funzionanti nel corrente anno scolastico";

considerato che, alla luce delle circolari ministeriali e delle diverse condizioni descritte, il Liceo musicale Satta di Nuoro, per l'anno 2013/2014, si troverebbe nella discutibile condizione di poter attivare suo malgrado, una sola classe prima, escludendo ingiustamente parte degli studenti della Provincia e della Città di Nuoro che hanno presentato formale, tempestiva e legittima domanda di iscrizione all'istituto;

preso atto della deliberazione n. 12/9 del 5 marzo 2013 dell'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, avente come oggetto: "Piano di dimensionamento delle istituzioni scolastiche e di ridefinizione della scolastica e dell'offerta formativa per l'anno scolastico 2013/2014",

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport, per sapere:

1) quali iniziative intendano assumere al fine di superare le suddette prescrizioni normative, così da autorizzare l'attivazione e l'istituzione immediata di due classi prime presso il Liceo musicale Sebastiano Satta di Nuoro;

2) quali determinazioni ritengano attuare presso la direzione dell'USR per derogare quanto disposto dalla circolare n. 96 del 17 dicembre 2012, consentendo l'istituzione delle due classi prime per l'anno scolastico 2013/2014. (1152)

INTERROGAZIONE ZUNCHEDDU - COCCO Daniele Secondo - SECHI - CUGUSI, con richiesta di risposta scritta, sulle palesi violazioni e omissioni riscontrate in merito alla realizzazione dell'ennesimo impianto a biogas in Sardegna, con particolare riferimento all'impianto di cogenerazione di energia elettrica da fonti rinnovabili (scarti freschi di macellazione) nel Comune di Simaxis.

I sottoscritti,

premesso che:

- è notizia del 24 maggio 2013 che gli investigatori del NOE hanno effettuato un sopralluogo presso l'impianto di produzione e vendita (cogenerazione) di energia elettrica da fonti rinnovabili (scarti freschi di macellazione) che continua ad essere oggetto da diversi mesi di denunce da parte dei cittadini, di comitati e al centro di forti polemiche a causa delle gravi irregolarità registrate nella procedura prevista per ricevere le autorizzazioni a procedere;

- da mesi i cittadini, insieme al Comitato civico per la salute di Simaxis, denunciano le forti criticità emerse in merito alla realizzazione di tale impianto;

- in particolare, essi hanno evidenziato le irregolarità che emergono dalla pratica SUAP n. 257 del Comune, in quanto:

- a seguito della presentazione da parte delle società proponenti e l'inizio dei lavori di costruzione dell'impianto, la pratica risulta essere stata accettata dall'ufficio SUAP nonostante le evidenti irregolarità, come fa osservare il responsabile dell'Ufficio ambiente e suolo della Provincia di Oristano all'ufficio SUAP di Simaxis, nella nota del 24 ottobre 2012, prot. n. 38969;

- tale comunicazione sancisce l'irregolarità della prosecuzione dei lavori e ne invalida la relativa pratica in quanto nella stessa sarebbero contenute dichiarazioni che non corrispondono all'oggettività dei fatti e violando l'iter procedurale previsto dalla normativa vigente per gli impianti a biogas di questo tipo;

- a tal proposito, infatti, per la realizzazione dell'impianto è prevista, in via preliminare, l'autorizzazione unica rilasciata dal Servizio regionale sostenibilità ambientale presso l'Assessorato della difesa dell'ambiente della Regione Sardegna (SAVI);

- inoltre, alla luce del fatto che lo stesso impianto supera un MW di potenza, l'iter autorizzativo prevede anche la valutazione di impatto ambientale (VIA), nonché la valutazione di incidenza, l'autorizzazione integrata ambientale (AIA) e un'istanza di autorizzazione unica (ex articolo 6 della legge regionale n. 3 del 2009 e articolo 12 del decreto legislativo n. 387 del 2003);

- ulteriori irregolarità riguardano inoltre la mancata presentazione dello studio di impatto ambientale (SIA), previsto dall'articolo 8, allegato A, della deliberazione della Giunta regionale n. 24/23 e successive modifiche ed integrazioni (studio di cui va peraltro dato avviso pubblico su quotidiano ai sensi dell'articolo 24 del decreto legislativo n. 152 del 2006 e successive modifiche ed integrazioni);

- poiché a tutt'oggi queste prescrizioni non risultano essere state rispettate, anche per effetto della richiesta di autorizzazione respinta nell'ottobre 2012, i lavori di costruzione andavano sospesi dalle autorità competenti, dal Comune di Simaxis - Ufficio SUAP, dal Corpo forestale dello Stato e dall'Ufficio ambiente e suolo della Provincia, bloccandone la prosecuzione e denunciando i responsabili firmatari per falso;

- nonostante ciò, ad oggi non risulta che le società proponenti abbiano comunicato alle autorità competenti le palesi irregolarità, e le violazioni commesse nell'autocertificazione della pratica SUAP che, a monte di ogni iter, comporta reato penale per chiunque ometta con false dichiarazioni tale pratica e sia pertanto perseguibile per legge in base all'articolo 316 ter del Codice penale, che infatti prevede che "chiunque mediante l'utilizzo o la presentazione di dichiarazioni o di documenti falsi o attestanti cose non vere, ovvero mediante l'omissione di informazioni dovute, consegue indebitamente, per sé o per altri, contributi, finanziamenti, mutui agevolati o altre erogazioni dello stesso tipo, comunque denominate, concessi o erogati dallo Stato, da altri enti pubblici o dalla Comunità europea è punito con la reclusione da sei mesi a tre anni",

chiedono di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale dell'industria per sapere se:

1) alla luce delle palesi violazioni e omissioni contenute nella pratica SUAP n. 257 in oggetto, abbiano intrapreso misure urgenti atte a sospendere la prosecuzione delle opere in corso, in attesa di un definitivo pronunciamento da parte delle autorità competenti a seguito dell'esito dei sopralluoghi e delle verifiche effettuate in queste settimane da parte delle forze dell'ordine e in particolare da parte dei Carabinieri del NOE;

2) abbiano provveduto a comunicare al sindaco del Comune di Simaxis l'urgenza di revocare le autorizzazioni a oggi rilasciate, di sospendere la prosecuzione delle opere in oggetto così come previsto dai riferimenti normativi citati in premessa e di tutelare i diritti della cittadinanza, che ha più volte espresso pubblicamente forti preoccupazioni per le ripercussioni sulla salute ambientale, rimarcando le responsabilità penali del sindaco in caso di inquinamento e di ripercussione sulla salute dei propri cittadini. (1153)

INTERPELLANZA FLORIS Vincenzo - DIANA Giampaolo - SABATINI, sulla mancata attivazione delle procedure di reimpiego del personale dei Centri servizi per il lavoro, dei Centri servizi per l'inserimento lavorativo e delle Agenzie di sviluppo locale.

I sottoscritti,

premesso che la risoluzione del problema del precariato all'interno dei Centri servizi per il lavoro (CSL), dei Centri servizi per l'inserimento lavorativo (CESIL) e delle Agenzie di sviluppo locale, è stata più volte rimandata e sottovalutata, determinando molteplici effetti negativi, che si sono ovviamente ripercossi sui lavoratori impiegati precariamente ormai da diversi anni nei CSL provinciali e nei CESIL; com'è noto, non è stato possibile, anche a causa di una serie di disposizioni normative sopravvenute negli anni, definire l'auspicato percorso di stabilizzazione del personale in servizio presso i diversi CSL delle otto province sarde; inoltre i vari tentativi di risoluzione del fenomeno del precariato all'interno del sistema dei servizi per il lavoro regionale si sono dimostrati parziali e non stabili nel tempo;

considerato che:

- l'annosa e perennemente irrisolta questione dei Centri servizi per il lavoro, dei Centri servizi per l'inserimento lavorativo e infine delle Agenzie di sviluppo locale, pare non trovare una soluzione che permetta il reimpiego immediato dei lavoratori precari dei CSL fino e non oltre al 31 dicembre 2013, così come disposto dalla legge regionale 8 febbraio 2013, n. 3, articolo 5, e dalla successiva legge regionale 29 aprile 2013, n. 10, (Disposizioni urgenti in materia di lavoro e nel settore sociale);

- la legge regionale n. 10 del 2013, all'articolo 1 (Operatività delle competenze in materia di servizi per il lavoro), prevede, nelle more del riordino istituzionale degli enti territoriali e del sistema dei servizi per il lavoro e lo sviluppo, il totale trasferimento all'Agenzia regionale per il lavoro del personale impiegato nei CSL, nei CESIL e nelle Agenzie di sviluppo locale;

- ad oggi l'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e la Direzione generale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza, competenti in materia di servizi per il lavoro, non hanno ancora provveduto all'applicazione della legge regionale n. 3 del 2013, così come definito nella deliberazione n. 20/16 del 22 maggio 2013;

- come sottolineato e riportato nella deliberazione n. 20/16 del 2013, l'applicazione della legge regionale n. 3 del 2013, articolo 5 è "imprescindibilmente e doverosamente condizionata al contestuale varo di disposizioni normative che determinino il superamento definitivo dell'attuale fase emergenziale organizzativa dal 1° gennaio 2014, stante l'assoluta improrogabilità del termine di efficacia fissato al 31 dicembre del corrente anno 2013";

- la Giunta regionale attraverso la deliberazione n. 19/56 del 14 maggio 2013 avente come oggetto: Disegno di legge concernente "Sistema Regionale dei Servizi per il lavoro - Territorializzazione dell'Agenzia regionale per il lavoro: integrazioni alla legge regionale 5 dicembre 2005, n. 20 - introduzione commi 2 bis, 2 ter, 2 quater e 2 quinquies, dopo il secondo comma dell'articolo 15", ha provveduto alla territorializzazione dell'Agenzia regionale per il lavoro, per porre rimedio alla contraddizione normativa emersa anche a causa del decreto legge n. 95 del 2012, denominato "decreto sulla spending review", successivamente convertito in legge, n. 135 del 2012, il quale al comma 9 dell'articolo 16, espressamente prescrive che: "Nelle more dell'attuazione delle disposizioni di riduzione e razionalizzazione delle province è fatto comunque divieto alle stesse di procedere ad assunzioni di personale a tempo indeterminato"; il disegno di legge della Giunta regionale prevede inoltre la "predisposizione, entro il corrente anno, delle procedure selettive per l'acquisizione del personale, esperto in materia di servizi per il lavoro da attivare agli inizi del prossimo anno 2014";

- da quanto emerge dalle comunicazioni formali tra i settori lavoro e politiche sociali di alcune province sarde e la Regione, quest'ultima ha provveduto attraverso opportune determinazioni del dirigente del Servizio per l'occupazione dell'Assessorato del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, alla copertura finanziaria per il reimpiego dei lavoratori in servizio presso i centri territoriali dei servizi pubblici per il lavoro solo fino alla data del 30 aprile 2013 e non fino al 31 dicembre 2013 così come previsto dalla legge regionale n. 3 del 2013, articolo 5, e dalla successiva legge regionale n. 10 del 2013,

chiedono di interpellare urgentemente il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, per sapere:

1) quali siano le difficoltà e gli impedimenti burocratico-amministrativi che non consentono alla Giunta regionale di prescrivere e comandare all'Agenzia regionale per il lavoro l'immediata esecutività della deliberazione n. 20/16 del 2013, per la corretta applicazione della legge regionale n. 3 del 2013, articolo 5, e della successiva legge regionale n. 10 del 2013, articolo 1;

2) quali determinazioni intendano attuare per definire i tempi e le modalità per il reimpiego certo e tempestivo, fino al 31 dicembre 2013, dei lavoratori in servizio presso i centri territoriali dei servizi pubblici per il lavoro, e quali soluzioni siano state rinvenute per garantire il funzionamento stabile e non precario delle strutture pubbliche del sistema dei servizi per il lavoro. (433)

INTERPELLANZA SABATINI sui ritardi nell'attivazione del servizio di emodinamica del Presidio ospedaliero Nostra Signora della Mercede di Lanusei.

Il sottoscritto,

premesso che:

con deliberazione n. 41/16 del 23 novembre 2010 la Giunta regionale ha approvato in via definitiva la programmazione delle risorse del POR FESR Sardegna 2007/2013, a valere sull'Asse II (Inclusione, servizi sociali, istruzione e legalità), obiettivo specifico 2.2 - obiettivo operativo 2.2.2. - linea di attività 2.2.2.b, per un importo complessivo di euro 33.017.000;

con la suddetta deliberazione l'Azienda sanitaria di Lanusei è risultata beneficiaria di un contributo pari a euro 1.500.000, destinato a diversi interventi tra cui l'acquisto delle attrezzature necessarie per una sala emodinamica per diagnosi coronarografica e posizionamento stent per un importo di euro 700.000;

con la delibera n. 150, datata 4 agosto 2011, del Direttore generale della ASL n. 4 di Lanusei, è stata indetta una gara d'appalto mediante procedura aperta per la fornitura delle apparecchiature da installare nella sala emodinamica per diagnosi coronarografica e posizionamento stent;

dopo aver attentamente analizzato costi e tempi del servizio di emodinamica offerto (sistema Hub and Spoke) e ritenendo non giustificata l'assunzione di nuove specifiche risorse umane considerato il numero delle procedure di emodinamica cardiaca e di cateterismo periferico svolte nell'arco di un anno, la ASL di Lanusei ha avanzato una proposta per la gestione del centro che prevede che l'erogazione del servizio, da svolgersi in una o più sedute settimanali, sia affidata a emodinamisti esterni, convenzionati con l'azienda sanitaria e remunerati ad accesso, i quali saranno supportati nel loro lavoro dagli operatori medici giovani della ASL di Lanusei con esperienza di sala emodinamica;

l'ASL di Lanusei ha stipulato una convenzione con il servizio di emodinamica dell'Ospedale San Giovanni di Dio di Cagliari;

considerato che:

tale modello operativo è stato utilizzato con successo in Italia da molte strutture sanitarie di eccellenza, tra cui il Centro di emodinamica della Val Camonica in Lombardia, che presentano caratteristiche simili al presidio ospedaliero di Lanusei e cioè grande distanza dai centri urbani più importanti e gravi problemi di viabilità e traffico;

l'apertura del servizio di emodinamica con queste modalità rappresenta un vantaggio non solo dal punto di vista sociale, con i pazienti e le famiglie costrette a non subire più i disagi dovuti a un trasporto e un ricovero in ospedali distanti e con la certezza di avere la stessa qualità dell'intervento sanitario, ma anche e, soprattutto, dal punto di vista economico, con le procedure in elezione eseguite in loco e non più in trasferta e soprattutto con la riduzione degli accessi esterni nel momento in cui il personale medico della ASL di Lanusei raggiungerà la piena autonomia;

constatato che l'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale non si è ancora pronunciato su tale proposta operativa;

considerato, infine, che se tale silenzio dovesse perdurare ancora a lungo, ci sarebbero tutti i presupposti per un esposto alla Corte dei conti, in quanto sono state spese risorse regionali per acquistare attrezzature e macchinari che sono fermi e non vengono utilizzati,

chiede di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere i motivi per cui l'Assessorato non si pronunci in merito alla proposta avanzata dalla ASL di Lanusei sull'attivazione del servizio di emodinamica. (434)

INTERPELLANZA ARBAU alla Giunta regionale affinché precisi se sia a conoscenza delle problematiche inerenti la soppressione delle sezioni distaccate di Macomer e Sorgono del Tribunale di Oristano e quali siano i provvedimenti che intende assumere.

Il sottoscritto,

premesso che:

- con decreto legislativo n. 155 del 2012 è stata disposta la soppressione delle sezioni distaccate di Macomer e Sorgono del Tribunale di Oristano;

- le due sedi della Provincia di Nuoro non hanno costi per lo Stato poiché di proprietà comunale o comunque, da sempre, oggetto di lavori di manutenzione da parte dei comuni interessati;

- le due sedi giudiziarie hanno sempre avuto un notevole effetto deflattivo sul Tribunale di Oristano e di presidio del territorio della Provincia di Nuoro;

- il collegamento con altre sedi giudiziarie risulterebbe oltremodo gravoso per l'utenza, che vedrebbe sostanzialmente denegata la possibilità di rivolgersi all'autorità giudiziaria per le questioni civili e penali che quotidianamente la riguardano;

- appare opportuno intervenire nell'immediato anche al fine di valutare, in mero subordine e solo nel caso in cui la Regione autonoma della Sardegna non riesca ad ottenere la sospensione degli effetti di questa transumanza giudiziaria forzata, la possibilità di modificare la cosiddetta "geografia giudiziaria" con l'accorpamento più naturale delle due sezioni distaccate al Tribunale di Nuoro,

chiede di interpellare il Presidente della Regione affinché precisi se sia a conoscenza delle problematiche inerenti la soppressione delle sezioni distaccate di Macomer e Sorgono del Tribunale di Oristano e quali siano i provvedimenti che intende assumere. (435)

INTERPELLANZA SANNA Gian Valerio - SABATINI - COZZOLINO sulle misure di sicurezza adottate intorno alla sede della Presidenza della Regione.

I sottoscritti,

premesso che si è appreso dai cittadini residenti che con decisione improvvisa, sono stati disposti una serie di divieti di sosta e di parcheggio nella Via Oslavia a Cagliari;

rilevato che l'attuale sede delle Presidenza della Regione a Villa Devoto dispone complessivamente di tre accessi differenti: uno in Via Oslavia e altri due, uno in Viale Merello e il terzo in Via Vittorio Veneto e, dunque, le ragioni di sicurezza che potrebbero giustificare tale decisione si scontrano palesemente con la possibilità di adottare un differente assetto organizzativo nell'accesso alla sede;

dato atto che in Via Oslavia si affacciano palazzi e residenze che ospitano una sessantina di famiglie fra le quali si contano bambini, anziani, portatori di handicap, sui quali direttamente vanno a ricadere le conseguenze negative di questa decisione con gravi disagi nella vita quotidiana di molti cittadini che si ritrovano, dalla mattina alla sera, a dover cambiare completamente l'organizzazione della propria vita;

riscontrato che il Presidente della Regione si è spesso interessato, invero sempre in capo ad altri, di criticare e condannare gli intollerabili privilegi della politica, i costi della stessa e che viceversa non ha mai considerato che anche la sua organizzazione logistica e organizzativa è da considerarsi a tutti gli effetti un ingombrante privilegio specie quando, come in questo caso, va a ricadere sui cittadini e sulle famiglie senza alcuna ragione,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) quale nuovo e, fino ad oggi, sconosciuto evento abbia determinato la decisione di sollevare le condizioni di sicurezza della sede della Presidenza (già blindata di suo) con i divieti imposti nella Via Oslavia;

2) se non fosse sufficiente disporre una diversa modalità di accesso alla sede della Presidenza, attraverso le altre entrate, ed evitare così un disagio improvviso ed enorme a carico di cittadini che possiedono un diritto all'uso della viabilità pubblica per gli scopi più vari e che pagano per l'ennesimo privilegio della politica;

3) se non ritenga di dover con urgenza spiegare a questi cittadini e alla comunità regionale le ragioni del disagio che sta dispensando e perché non sia stato possibile trovare vie alternative.

In mancanza di una giustificazione pubblica la presente interpellanza verrà trasformata entro dieci giorni in mozione urgente. (436)

INTERPELLANZA BRUNO sull'attuazione del Programma "Ritornare a casa".

Il sottoscritto,

premesso che:

- con la deliberazione n. 42/11 del 4 ottobre 2006 la Giunta regionale avviava il programma sperimentale triennale "Ritornare a casa", un provvedimento a sostegno della non autosufficienza, finalizzato a sviluppare la domiciliarità dei servizi alla persona in difficoltà, attraverso l'elaborazione di un progetto personalizzato che metteva al centro dell'intervento la persona stessa con i suoi bisogni reali;

- il programma regionale nasceva per favorire la deistituzionalizzazione e il rientro in famiglia dei soggetti non autosufficienti o a grave rischio di perdita di autosufficienza attraverso il sostegno alle famiglie sulle quali gravava il carico assistenziale;

considerato che:

- il programma sperimentale, rivolto prioritariamente a soggetti con deterioramento cognitivo, gravi patologie degenerative o nella fase terminale della loro vita, presupponeva l'elaborazione di un piano personalizzato basato su una valutazione multidimensionale effettuata dall'Unità di valutazione territoriale (UVT), istituita con deliberazione n. 715 del 21 febbraio 2006, composta da un medico di assistenza distrettuale con conoscenza della rete dei servizi, responsabile del percorso assistenziale e supervisore circa l'idoneità dei requisiti del soggetto richiedente, e da un operatore sociale della ASL o del comune del distretto di riferimento;

- questo nucleo doveva avvalersi della collaborazione del medico di medicina generale e di un medico specialista con preparazione specifica nelle discipline connesse alla tipologia del paziente da valutare;

- lo specialista di riferimento, liberamente scelto dal paziente in base ad un rapporto fiduciario, indipendentemente dal fatto che fosse convenzionato con la ASL o libero professionista, provvedeva alla elaborazione della relazione medico-specialistica e alla compilazione della scala di valutazione CDRs attestante il grado di severità del deterioramento cognitivo per i soggetti affetti da demenza;

rilevato che:

- nel primo triennio 2006-2008 l'accesso al programma era garantito da un punteggio almeno pari a 3 nella scala CDRs, accesso poi riservato ai soli soggetti con punteggio pari a 5, mentre dal 2009 in poi si sono esclusi di fatto tutti quei soggetti a grave rischio di perdita di autosufficienza e comunque necessitanti di assistenza continua, snaturando in parte quelli che erano gli obiettivi iniziali del programma;

- a partire dal 2013, l'accesso è diventato ancor più restrittivo grazie alla revisione delle linee di indirizzo del programma "Ritornare a casa", allegato alla deliberazione n. 44/8 del 7 novembre 2012, dove, al punto 8, relativamente alla valutazione multidimensionale, specifica che "le scale di valutazione strettamente cliniche (Kamosky e CDRs) devono essere somministrate e firmate da uno specialista di struttura pubblica o convenzionata con preparazione professionale ed esperienza nelle discipline connesse alla tipologia del paziente da valutare";

rilevato che, a causa di liste d'attesa di sei-otto mesi, le Unità di valutazione Alzheimer (UVA) o i servizi specialistici ambulatoriali dei distretti, a cominciare da quello di Alghero, non sono in grado di evadere le richieste di visita neurologica entro i tempi previsti per la procedura del piano personalizzato (30 giorni per una prima attivazione, due mesi per il rinnovo annuale), e che questo comporterà l'impossibilità di presentare la domanda di accesso al finanziamento con conseguente esclusione dei soggetti aventi diritto non per mancanza dei requisiti richiesti, ma a causa di impedimenti organizzativi indipendenti dalla volontà dei cittadini,

chiede di interpellare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere se non ritenga:

1) queste nuove linee di indirizzo, oltre che gravemente lesive del diritto dei cittadini, gravemente lesive per l'esercizio della professione medica del libero professionista, ritenuto di fatto non abilitato alla compilazione delle scale di valutazione pur essendo specialista nel campo;

2) di dover intervenire per correggere quanto prima la dicitura "specialista di struttura pubblica o convenzionata", contenuta nelle nuove linee di indirizzo del programma regionale "Ritornare a casa" ripristinando lo "status quo ante", in modo da garantire il diritto dei cittadini e salvaguardare la dignità dei medici libero professionisti. (437)

MOZIONE DIANA Giampaolo - SANNA Gian Valerio - COCCO Daniele Secondo - AGUS - BEN AMARA - BRUNO - COCCO Pietro - CORDA - COZZOLINO - CUCCU - CUGUSI - ESPA - FLORIS Vincenzo - LOTTO - MANCA - MARIANI - MELONI Valerio - MORICONI - PORCU - SABATINI - SALIS - SECHI - SOLINAS Antonio - STOCCHINO - SORU - ZUNCHEDDU sulla mancata attuazione della zona franca, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:

con il decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75 (Norme di attuazione dello Statuto speciale della Sardegna concernenti l'istituzione di zone franche), la Sardegna, dopo circa quaranta anni dallo Statuto di autonomia, dà attuazione all'articolo 12 della sua carta fondamentale istituendo le zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme ed Arbatax;

il decreto legislativo costitutivo prevede che per definire la delimitazione territoriale e l'operatività delle zone franche si deve provvedere, su proposta della Regione, con un apposito decreto del Presidente del Consiglio dei ministri e, allo stato dei fatti, risulta esserne stato adottato uno, in data 7 giugno 2001, ma per la sola operatività della zona franca di Cagliari;

CONSIDERATO che, nonostante le stesse norme di attuazione dello Statuto riconoscano alla Sardegna una pluralità di siti dove insediare le zone franche, ad oggi le previsioni risultano largamente disattese in quanto si sta privando la comunità regionale dei benefici di carattere fiscale, certamente rilevanti anche in relazione alla profonda diseconomia dell'Isola, in particolar modo di questi ultimi anni;

EVIDENZIATO che:

in Consiglio regionale giace una proposta di legge, la n. 482 dell'8 febbraio 2013, finalizzata a porre le condizioni perché, in un definito periodo di tempo, la Giunta regionale, attraverso un proprio atto deliberativo, richieda con urgenza alla Presidenza del Consiglio dei ministri l'adozione di un decreto di modifica ed integrazione di quello già adottato nel 2001, che preveda la trasformazione del soggetto preposto alla gestione (da Cagliari free zone in Sardegna free zone) per dare vita ad un soggetto societario idoneo a provvedere all'attuazione operativa di tutti i punti franchi istituiti nella Regione secondo le disposizioni del decreto istitutivo;

la norma di cui sopra inoltre, prevede sia le quote di partecipazione sociale che dovranno caratterizzare il soggetto gestore, sia i poteri sostitutivi in caso di inerzia da parte della Giunta regionale,

impegna il Presidente della Regione

a riferire in Aula:

1) su quali azioni intenda intraprendere per attuare la zona franca integrale ed illustrare quali vantaggi si otterranno, nonché, qualora la si ottenesse, se verrà messo in discussione il nuovo regime di entrate rinegoziato nel 2007 e di cui oggi finalmente, si iniziano a raccogliere i primi risultati;

2) il perché, nelle more di un eventuale attuazione della zona franca integrale, non applichi quanto previsto nella citata proposta di legge n. 482 volta a rimuovere ogni inerzia, sia politica che procedimentale, che si frappone alla piena e responsabile attuazione di un'opportunità dell'autonomia regionale, rivolta a tutti i territori della nostra Regione e che viene vista sempre più come una delle poche possibilità per innescare positivi segnali di ripresa e di rilancio economico. (265)

MOZIONE SANNA Matteo - RODIN sullo stadio del "Cagliari calcio".

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che:

- la Regione ha nelle proprie competenze la pianificazione urbanistica e qualità della vita in ambito urbano, consulenze, studi e aggiornamenti legislativi in tema di urbanistica, pianificazione territoriale e paesaggistica regionale, vigilanza sulle attività edilizie e urbanistiche e prevenzione dell'abusivismo edilizio;

- la Regione ha inoltre nelle proprie competenze la vigilanza ambientale e la gestione e valutazione di impatto ambientale (VIA), e la salvaguardia e valorizzazione della flora e della fauna selvatica;

- la Regione, annualmente e da oramai diversi anni, eroga cospicui finanziamenti sia per lo sviluppo delle sport sia per la manutenzione e la costruzione degli impianti sportivi isolani e per le squadre sportive di alto livello, in particolar modo il Cagliari Calcio; offre il proprio contributo con la convinzione che tali squadre rappresentino non solo la città di appartenenza, ma l'intera Regione;

- è fondamentale che la città di Cagliari, capoluogo della nostra Regione e sede naturale della squadra Cagliari Calcio, abbia uno stadio per il calcio;

CONSIDERATO che:

- il calcio è unanimemente lo sport più praticato al mondo, disciplina che abbatte barriere di tipo economico, sociale e razziale;

- è un sport che è diventato un'industria che fattura, con la sola serie A, al netto di plusvalenze e altri proventi, 1.536.000.000 euro (dati riferiti al 2011 del report della FGCI);

- rispetto al resto d'Europa, l'Italia rimane sicuramente dietro all'Inghilterra o alla Germania, che negli ultimi anni hanno avuto una crescita costante mentre il nostro Paese registra dei passi indietro nel fatturato;

- uno dei motivi è da ricercare nel fatto che la maggior parte dei club tedeschi ha la proprietà del proprio impianto, reso funzionale e dotato delle comodità che oggigiorno il pubblico richiede;

VALUTATO che:

- nel nostro Paese, solo a Torino e Udine le società di serie A hanno uno stadio di proprietà o in concessione pluriennale, avendo trovato un accordo con le proprie amministrazioni comunali, dimostrando come queste operazioni abbiamo ricadute positive sia negli incassi economici (la Juventus ha avuto un incremento di 6,7 milioni di euro al botteghino), che sportivi (la Juventus o in Germania lo stesso Borussia Dortmund);

- la legge sugli stadi, utile strumento per facilitare le procedure negli accordi società private/amministrazioni comunali, non ha completato l'iter parlamentare;

- il Cagliari Calcio è la massima espressione isolana nella serie A di calcio, e la società sportiva che unanimemente ci rappresenta in Italia e in Europa;

- in questi anni il Cagliari Calcio ha ottenuto brillanti risultati sportivi, riuscendo a rimanere nella massima categoria con continuità;

- è una società che non è mai entrata, neanche indirettamente, negli scandali che hanno colpito questo sport o è stata giudicata in qualche modo inadempiente dal punto di vista economico verso lo Stato, verso i propri dipendenti o verso terzi;

- in serie A, finito il campionato, la federazione riconosce alle squadre un premio in denaro, variabile in riferimento al piazzamento ottenuto in classifica;

APPURATO che:

- la situazione stadio (Cagliari, Quartu Sant'Elena, Trieste) ha trasmesso, nel resto d'Italia e non solo, una cattiva immagine non solo della società e delle città interessate, ma dell'intera Regione, considerate le improvvide parole del Presidente Abete che ha più volte dichiarato l'inesistenza di stadi utilizzabili nella nostra Regione;

- lo stadio di Is Arenas realizzato a Quartu Sant'Elena, nelle more delle valutazioni tecniche e legislative in corso, è un impianto che ha riscosso unanimi apprezzamenti ed ha fatto conoscere in tutta Italia il Comune di Quartu Sant'Elena, valorizzando quindi la flora, la fauna e l'habitat naturale che caratterizza quel comune e la nostra Isola;

- lo stadio S. Elia à considerato, dai tifosi e non, uno stadio inadatto per una società di calcio dei massimi livelli, che per competere richiede un impianto senza pista d'atletica, con le tribune vicino al campo, sul modello dell'impianto di Is Arenas o dello Juventus Stadium;

CONSIDERATO che:

- bisogna trovare una soluzione affinché il Cagliari Calcio giochi il prossimo campionato di serie A in Sardegna e con l'ingresso consentito ai tifosi;

- bisogna ringraziare gli appassionati sardi e i tifosi per aver dimostrato, sin dall'inizio di questa vicenda, un comportamento esemplare, non facendo mai mancare il proprio supporto alla squadra Cagliari Calcio;

- lo stadio di Is Arenas e la costruzione del nuovo stadio di Cagliari non sono antitetici l'uno rispetto all'altro, ma anzi sono funzionali a risolvere il problema nell'immediato e nel futuro;

- lo stadio di Is Arenas, completato il nuovo stadio di Cagliari, resterà un'opera a disposizione dell'amministrazione quartese e della sua cittadinanza;

- é auspicabile una collaborazione, in ottica di area metropolitana, tra la città di Cagliari e la città di Quartu Sant'Elena,

impegna il Presidente della Quarta Commissione consiliare

a convocare un riunione per aprire un tavolo di lavoro tra Regione (in particolare gli Assessori competenti per materia), rappresentanti del Cagliari Calcio, dell'Amministrazione di Quartu Sant'Elena e Prefettura con oggetto la situazione dello stadio di Is Arenas,

impegna il Presidente della Regione

a interagire con il Presidente della FGCI e della Lega ed esprimergli l'impegno della nostra Regione a risolvere questa situazione e l'aspirazione di vedere giocare il Cagliari Calcio vicino ai propri tifosi e appassionati. (266)

MOZIONE MULA - MELONI Francesco - COSSA - FOIS - DEDONI - PISANO - CUCCUREDDU - MULAS - SANNA Paolo Terzo - SANNA Matteo - ARTIZZU - PITTALIS - AMADU - RANDAZZO - PIRAS - TOCCO - FLORIS Rosanna - GALLUS - LOCCI - SANJUST - PETRINI in materia di attivazione di punti e zone franche nel territorio della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

IL CONSIGLIOREGIONALE

PREMESSO che lo Statuto speciale della Regione ha previsto la possibilità di istituire punti franchi nelle zone portuali di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme e Arbatax;

ATTESO che:

- con decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, si è provveduto a formalizzare le previsioni dell'articolo 12 dello Statuto speciale, prevedendo le zone franche nei porti succitati e nelle zone industriali ad essi funzionalmente collegate;

- il Consiglio regionale, e per esso la Prima Commissione permanente, con risoluzione adottata in data 12 ottobre 2011 ha impegnato la Giunta regionale a formulare al Governo una proposta di delimitazione delle zone franche della Sardegna, suggerendo l'opportunità di ricomprendervi anche le zone industriali fino ad una distanza di 120 chilometri dai porti stessi;

- la stessa risoluzione, in attuazione dell'articolo 119 della Costituzione e del titolo III dello Statuto speciale per la Sardegna, ha previsto che venga accordata alla Regione la potestà di stabilire aliquote ed esenzioni sui tributi erariali generati in Sardegna e il cui importo sia di sua spettanza;

- nella risoluzione 31 ottobre 2012 della Prima Commissione si è suggerito di richiedere allo Stato misure di compensazione degli svantaggi legati all'insularità volti a consentire nel tempo un superamento di tali oggettivi svantaggi, misure da notificare e possibilmente concordare con la Commissione europea;

CONSIDERATO che:

- la materia è stata fatta oggetto di numerose proposte di legge, anche nazionali, e di altrettanto numerose interrogazioni da parte di consiglieri appartenenti a diversi partiti;

- pertanto può ritenersi ampiamente condiviso il "presupposto di rimuovere ogni inerzia sia politica che procedimentale che si contrappone alla piena e responsabile attuazione di un'opportunità dell'autonomia regionale";

ATTESO che con proposta di legge il Gruppo consiliare del Partito sardo d'azione ha inteso proporre un modello di zona franca articolato che di fatto pone il Consiglio davanti alla necessità di affrontare la questione;

VISTE le numerose note che il Presidente della Regione ha inoltrato sull'argomento di cui trattasi alle più alte autorità nazionali ed europee, sottolineando ogni volta in modo stringente la necessità e l'opportunità di un'azione rapida ed efficace nel settore, considerate anche le gravissime difficoltà economiche e sociali nella quali si dibatte attualmente la Regione;

ATTESO che circa 250 comuni della Sardegna hanno deciso pressoché all'unanimità di presentare formale richiesta, di grande valore politico, a favore dell'istituzione di una forma estensiva di zona franca, intesa come "zona franca integrale" per tutto il territorio dell'Isola;

CONSTATATO, da tutto quanto su esposto, che vi è nell'Isola, da parte di tutte le forze politiche, delle istituzioni locali, dell'istituzione regionale e, sostanzialmente, da parte della popolazione tutta la fermissima volontà che si pervenga con misure straordinarie ad una sorta di autonomizzazione del sistema della riscossione dei tributi con una profonda conseguente modifica del regime fiscale vigente, il tutto teso a raggiungere la zona franca fiscale,

impegna il Presidente della Regione

a procedere a quanto nei poteri della Regione per giungere nei tempi più brevi possibili a dare pratica attuazione a quanto previsto dal decreto legislativo n. 75 del 1998, e dall'articolo 12 dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna. (267)