CCCLXVIII SEDUTA
Giovedì 6 dicembre 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 16 e 31.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 10 ottobre 2012 (360), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianfranco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara, Rosanna Floris, Franco Mula, Sergio Obinu, Adriano Salis, Paolo Terzo Sanna ed Edoardo Tocco hanno chiesto congedo per la seduta del 6 dicembre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposte di legge
PRESIDENTE. Comunico che sono state presentate le seguenti proposte di legge:
Gallus - Pittalis - Amadu - Bardanzellu - Contu Mariano - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Murgioni - Petrini - Piras - Rodin - Sanjust - Sanna Paolo - Stochino - Tocco:
"Piano dei servizi in favore di soggetti affetti da malattia di Alzheimer o altre forme di demenza". (454)
(Pervenuta il 27 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)
Espa - Barracciu - Corda - Mariani:
"Norme a sostegno delle persone con dislessia e con altri disturbi specifici dell'apprendimento (DSA)". (455)
(Pervenuta il 28 novembre 2012 e assegnata alla settima Commissione.)
Cuccu - Sanjust - Sechi - Amadu - Bruno - Contu Mariano - Dedoni - Espa - Rodin:
"Disposizioni urgenti per garantire la continuità dei progetti di gestione dei beni culturali, degli istituti e luoghi della cultura". (456)
(Pervenuta il 29 dicembre 2012 e assegnata all'ottava Commissione.)
Uras - Sanna Giacomo:
"Norme concernenti le elezioni primarie per la selezione dei candidati alla presidenza della Regione". (457)
(Pervenuta il 4 dicembre 2012 e assegnata alla prima Commissione.)
Greco - Pittalis - Lai - Floris Rosanna - Bardanzellu - Sanna Paolo - Lunesu - Locci - Rodin - Murgioni - Tocco - Stochino:
"Prestazioni sostitutive delle sanzioni amministrative in materia forestale". (458)
(Pervenuta il 5 dicembre 2012 e assegnata alla quinta Commissione.)
PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione, Planetta, con richiesta di risposta scritta, sulla reiterata sperequazione subita dal personale degli enti e delle agenzie regionali in seguito alla mancata applicazione dell'articolo 3, comma 13, della legge regionale n. 3 del 2008 nei confronti di alcune categorie e con l'esclusione dal piano delle assunzioni previsto con la bozza di deliberazione dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione da presentare in Giunta regionale per l'approvazione". (996)
"Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'accertata insufficienza del tetto di spesa della ASL n. 5 per la specialistica ambulatoriale". (997)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle criticità sull'installazione di un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa nella zona agricola denominata Terramaini, fra i Comuni di Decimoputzu e Villasor". (998)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul gravissimo disagio arrecato alle popolazioni del Goceano a causa della chiusura dello sportello del Centro servizi per il lavoro (CSL) di Bono, filiale staccata di Ozieri". (999)
"Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati a tante famiglie disagiate dagli aumenti stabiliti dall'Ente foreste sul prezzo del legnatico". (1000)
"Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul progetto Igia della Sargas (società a diretto controllo del gruppo Saras) su trivellazioni per ricerca di idrocarburi nel territorio del Medio Campidano". (1001)
PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interpellanza Planetta sull'opportunità di adozione dei provvedimenti necessari di notifica presso l'Unione europea finalizzati all'applicazione delle disposizioni normative della legge regionale 2 agosto 2005, n. 12, per quanto riferibile al Comune montano di Borutta, anche al fine della partecipazione a tutti i bandi del PSR della Regione autonoma della Sardegna ed anche a tutte le provvidenze e le agevolazioni in cui la qualifica di comune montano viene considerata rilevante con la previsione di eventuali azioni compensative e risarcitorie per tutti i danni subiti negli anni dal paese e ad esso non imputabili". (375)
PRESIDENTE. Constatato lo scarso numero dei consiglieri presenti in Aula, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 35, viene ripresa alle ore 16 e 45.)
Commemorazione di ex consigliere
PRESIDENTE. Il Consiglio regionale ricorda oggi con profondo cordoglio l'onorevole Gabriella Busonera, scomparsa il 21 aprile dopo una vita dedicata alla politica, alla medicina e al sociale. L'onorevole Busonera era nata a Cagliari il 1° novembre del 1941, fu eletta in Consiglio regionale, nell'XI legislatura, nelle liste del PDS nella circoscrizione di Cagliari; fece parte del Gruppo Progressisti Federativi e delle Commissioni consiliari Autonomia e Sanità, della Commissione VII è stata anche segretario.
La sua attività legislativa è stata caratterizzata da provvedimenti sulla sanità, sull'occupazione e sull'ambiente. Ricordiamo in particolare il suo costante impegno a favore del mondo femminile, è stata infatti tra le promotrici del progetto di legge sull'istituzione della Consulta delle elette in Sardegna, del progetto di legge sulla tutela della maternità delle donne non occupate, dei provvedimenti a sostegno delle donne coniugate non separate e casalinghe, con uno o più figli a carico, con procedimento di separazione dal coniuge in corso. Come legislatore ha dimostrato grande sensibilità anche a favore dello sviluppo e della riqualificazione dell'imprenditoria femminile e del riconoscimento dei diritti dei più deboli. Grande impegno ha prestato nella battaglia per le pari opportunità di genere a favore dei diritti delle lavoratrici e per l'istituzione di centri antiviolenza e della famiglia. E' stata la principale artefice della proposta di legge che prevede la gratuità dei farmaci non mutuabili per i malati di Alzheimer.
Medico di base alla USL numero 22 di Quartu, specializzata in endocrinologia e malattie del ricambio, dal 1983 fino al 1994, è stata eletta consigliere comunale di Quartu, prima come indipendente nelle liste dell'ex Pci, e poi nelle liste del PDS, partito al quale ha aderito fin dalla sua fondazione. Oltre alla sua attività in campo legislativo ricordiamo il suo grande impegno nel sociale, ha preso parte infatti a numerose campagne che prevedevano aiuti umanitari a favore delle popolazioni della Bosnia, del Ruanda, e del Kosovo, e si è battuta per incentivare le adozioni a distanza. E' stata inoltre una delle promotrici del progetto Salute donna e di quelli a favore degli anziani e dei portatori di handicap.
Politico di carattere e donna di grande umanità ha sempre posto come una delle priorità della sua azione, sia in ambito istituzionale che professionale, il riconoscimento e il rispetto dei diritti dei più deboli. Alla famiglia dell'onorevole Busonera giunga il cordoglio mio personale e dell'intera Assemblea.
Sospendo la seduta per cinque minuti in segno di lutto.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 48, viene ripresa alle ore 16 e 56.)
Elezione di un Segretario del Consiglio
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione di un Segretario del Consiglio, carica rimasta vacante dopo la nomina ad Assessore del consigliere Andrea Biancareddu.
Ricordo agli onorevoli consiglieri che le disposizioni regolamentari stabiliscono le modalità di votazione che si deve svolgere a scrutinio segreto.
Per il combinato disposto dei commi 3 e 5 dell'articolo 5 del Regolamento, nelle elezioni suppletive, quando si deve coprire un solo posto, è eletto chi al primo scrutinio abbia raggiunto la metà più uno dei voti. Se nessun candidato ha riportato la metà più uno dei voti, si procede al ballottaggio tra i due candidati che abbiano riportato il maggior numero di voti.
A parità di voti è eletto o entra in ballottaggio il più anziano di età.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di un Segretario del Consiglio. Invito i consiglieri Segretari a procedere alla chiama.
(Seguono la votazione e lo spoglio delle schede.)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per l'elezione di un Segretario in rappresentanza del Gruppo "UDC-Verso il partito della Nazione FLI":
presenti 60
votanti 58
astenuti 2
Hanno ottenuto voti: Pitea, 48; Mula, 2; Greco, 2; Petrini, 1; Obinu, 1, Contu, 1.
Viene proclamato eletto Segretario del Consiglio: Pitea.
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lunesu - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mulas - Murgioni - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Rassu - Rodin - Sabatini - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sechi - Solinas Christian - Soru - Steri - Stochino - Uras - Vargiu - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Pitea.)
PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta per dare modo di fotocopiare il testo della proposta di legge che dobbiamo esaminare.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 18, viene ripresa alle ore 17 e 35.)
PRESIDENTE. Il successivo punto all'ordine del giorno reca la discussione della proposta di legge numero 459.
Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, intervengo sull'ordine dei lavori. E' stata distribuita ora una copia della proposta di legge numero 459, peraltro non leggibile, perché ci sono almeno sei righe che non sono leggibili in ogni pagina. Ritenendo che sia un dovere dei consiglieri contribuire al miglioramento delle leggi, quanto meno conoscerle, chiedo almeno mezz'ora di sospensione per leggere il testo di questa proposta di legge in modo da poter intervenire con cognizione in discussione generale.
PRESIDENTE. Non essendovi opposizioni, sospendo la seduta.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 36, viene ripresa alle ore 18 e 01.)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto.
Riprendiamo l'esame del punto all'ordine del giorno.
Dichiaro aperta la discussione generale.
Ricordo ai consiglieri che intendono parlare che si devono iscrivere non oltre la conclusione del primo intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Pensavo ci fosse qualcuno, di coloro che hanno steso il provvedimento, che avrebbe illustrato i diciassette articoli dei quali si compone questo provvedimento.
Mi limiterò a rilevare il fatto che, con questo provvedimento, si sta inserendo una serie di norme modificative di recenti leggi mentre non si è inserita o, meglio, alcuni dicono che era inserita in un primo tempo e sarebbe stata stralciata, a mio avviso in maniera improvvida, all'ultimo momento, una norma che è essenziale, di vitale importanza, se non vogliamo, in questa fase nella quale si stanno strutturando gli interventi, anche quelli semplicemente manutentivi in tutti i porti turistici della Sardegna, che si crei il blocco con conseguente impossibilità a realizzare gli investimenti, a prepararsi alla prossima stagione estiva. Sapete che, con l'iter autorizzativo complesso del quale necessitano le opere a mare, o si interviene ora, o si sa chi deve assegnare le concessioni o altrimenti è impensabile che, per i prossimi aprile e maggio, si possa operare.
Ora, recentemente, con la legge numero 18, credo per un errore, forse per una valutazione non attenta da parte di questo Consiglio, abbiamo utilizzato il termine "porti" nel trasferire le competenze dall'Assessorato degli enti locali all'Assessorato dei trasporti, ritenendo che per "porti" si intendessero quelli che avessero una reale valenza dal punto di vista trasportistico, dal punto di vista della mobilità. Di conseguenza, di porti (al netto di quelli gestiti da autorità portuale, quindi tolti Cagliari, Olbia, Golfo Aranci e Porto Torres), nei quali c'è un'attività trasportistica, di linea, di merci quali altri rimangono? Rimane abbastanza poco, rimangono Palau, La Maddalena, Carloforte, Portoscuso, Calasetta e poi Santa Teresa, che fa i collegamenti con la Corsica. Questo doveva essere l'ambito nel quale, con la legge sulla flotta sarda, intendevamo operare sulla legge numero 1.
Mi sono reso conto che, tutte le volte che noi operiamo sulla legge numero 1, non in maniera organica, creiamo qualche danno, a volte con effetti anche molto gravi. Ecco, uno degli effetti molto gravi sta nel fatto di aver scritto il termine "porti", di conseguenza gli Uffici ritengono che la competenza in materia portuale di tutti i "porti"… ma qual è la definizione di "porti"? Bisogna vedere! Non c'è una definizione precisa in Regione Sardegna, non c'è una definizione precisa in Italia, c'è una definizione data da una sentenza del Consiglio di Stato che stabilisce, definisce, distingue tra campi boe, punti di ormeggio, approdi e porti, bisogna allora capire quale portata vogliamo dare a questa norma. O noi torniamo rapidamente a restituire la competenza in materia turistica su porti, approdi, punti di ormeggi e campi boe all'Assessorato che l'ha sempre svolta, che è strutturato nel territorio, che ha uffici periferici a Sassari così come a Tempio, che possa riuscire a dare risposte rapidamente, così come le da sul ricreativo balneare, o corriamo il rischio di impallare tutto, perché il paradosso sarebbe che, per il ricreativo balneare, la competenza rimanga agli enti locali, così come anche per i campi boe, per i punti di ormeggio e per gli approdi, mentre per i porti, per i 44 porti turistici della Sardegna, così definiti o definibili, la competenza verrebbe trasferita all'Assessorato dei trasporti. Credo che quest'ultimo non abbia né la struttura, né le competenze, che andranno formate, perché di demanialisti ne abbiamo molto pochi in Regione Sardegna, qualcuno si è formato, abbiamo investito…
(Interruzione)
Sto parlando di un emendamento che ho presentato all'articolo 15 per l'inserimento del 15 bis, credo che sia assolutamente importante e fondamentale intervenire con urgenza. C'è già stata una presa di posizione forte da parte di tutti gli esercenti delle concessioni demaniali.
Sapete, la materia è già estremamente caotica per via degli interventi legislativi, a volte a gamba tesa; anche ieri al Senato c'è stata una proroga, in un primo emendamento era prevista di trent'anni, ridotta poi a cinque anni, e probabilmente contrasta con la direttiva Bolkenstein, in Sardegna le proroghe scadranno il 31 dicembre 2015. Quindi la materia è estremamente complessa. Intervenire oggi, spostando le poche certezze che abbiamo, cioè che ci siano persone competenti, uffici periferici che determinino, decidano, istruiscano le pratiche che riguardano complessivamente la materia turistica (sia quella del ricreativo balneare che tutta quella della vasta accezione della nautica turistica, ripeto, porti, approdi, punti di ormeggio, campi boe), separarla, a seconda di una definizione, peraltro non sancita da norme, ma ricavata da interventi della giurisprudenza, credo che generi caos, anzi, non "credo", ne ho la certezza.
Gli Uffici si stanno già rifiutando, in questo mese si sono già accumulate, negli uffici di Tempio, per esempio, pratiche per la ristrutturazione e la messa in sicurezza degli impianti antincendio (mi risulta del Porto di Punta Marana, di Cala Bitta, di Porto Rotondo), per interventi antinquinamento, per interventi di messa in sicurezza degli impianti elettrici sui pontili. Stiamo mettendo a rischio, a serissimo rischio, il settore nautico, dopo tutto ciò che ha dovuto subire in questi anni, per nostra causa, ma credo senza la nostra volontà, lo stiamo ulteriormente aggravando di procedure, ben sapendo che la Regione oggi non è strutturata per poter gestire la stessa materia con un doppione, che genererebbe sprechi, infatti dovremmo formare ulteriori demanialisti, almeno tanti quanti ce ne sono nell'Assessorato degli enti locali, semplicemente per istruire quelle pratiche del Demanio marittimo portuale; non se ne comprende la ragione.
Quindi mi auguro che, al fine di evitare ripercussioni fortissime sul sistema dell'imprenditoria che si occupa di portualità turistica, della nautica (ripeto, sono circa quattromila posti di lavoro che noi mettiamo a rischio se non consentiamo di realizzare gli interventi), si provveda rapidamente a riportare la norma alla vera, io ritengo "vera", autentica volontà del Consiglio, che era quella di destinare, all'Assessorato dei trasporti, le competenze trasportistiche della mobilità. I pontili dove attraccano i traghetti che fanno i collegamenti con le isole minori, i collegamenti con il continente, con gli altri porti del Mediterraneo, ma che cosa c'entrano i porti turistici? E perché i porti turistici devono avere una competenza differente, un riferimento differente rispetto agli approdi, rispetto ai campi boe?
Quindi credo che sia stato un errore del Consiglio regionale non aver definito bene l'ambito di competenza e ritengo che sia urgentissimo intervenire con il primo provvedimento utile, perché già si stanno creando dei casi. Avete visto le polemiche sui giornali in più occasioni, gli operatori sono fortemente allarmati, credo che sia opportuno intervenire molto rapidamente. Per questo motivo ho presentato un emendamento, so che era stato già concordato con i Capigruppo e faceva parte del testo che era in discussione fino a poche ore fa, mi sorprende che sia stata stralciata questa norma e mi auguro che il Consiglio regionale non si assuma la responsabilità di non votare a favore di una norma che, ripeto, serve a salvaguardare circa quattromila posti di lavoro.
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, ho visto che lei, su questo argomento, ha già presentato un emendamento, però è stata già concordata, conformemente a quanto prevede l'articolo 102 del Regolamento (cioè che l'iscrizione del testo del proponente direttamente in Aula è prevista qualora la Conferenza dei Presidenti di Gruppo accolga la richiesta all'unanimità), analoga cosa anche per gli emendamenti, che sono conseguentemente inammissibili se non hanno la firma di tutti i Capigruppo; anche perché lei sa che, da Regolamento, gli emendamenti si possono presentare sino al momento della votazione sul passaggio all'esame degli articoli, purché siano firmati dal Capogruppo.
Siamo nella fattispecie dell'urgenza, per cui gli emendamenti seguono la stessa sorte del testo che arriva in Aula.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Presidente, posso intervenire?
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cuccureddu. Ne ha facoltà.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Io non so quanti precedenti lei vuole che le porti di questa legislatura in riferimento a emendamenti presentati secondo l'articolo 102 del Regolamento, anche su mie leggi, anche su mie proposte, sempre arrivate in Aula in base all'articolo 102, emendate in Aula senza le firme dei Capigruppo. Se lei ritiene, possiamo sospendere mezzora e ne porto una decina, senza problemi.
Quindi, o lei, da oggi, instaura una nuova prassi, divergente rispetto a quella seguita sino a oggi in questa legislatura, e si assume una grossa responsabilità (perché stiamo parlando di circa quattromila persone che, a causa di un'interpretazione restrittiva, e incomprensibilmente restrittiva, perderanno il posto di lavoro), a me basta questo, che lei si assuma la responsabilità di rompere una prassi sinora seguita, secondo la quale tutti abbiamo presentato emendamenti, ripeto, anche su mie leggi arrivate in Aula secondo l'articolo 102, anche con una sola firma di un solo emendamento (se mi dà la possibilità, glieli porto), altrimenti lei si assuma pure la responsabilità di dichiararlo inammissibile cambiando una prassi da sempre seguita in questo Consiglio.
PRESIDENTE. Come ho sempre fatto, io mi assumo tutte le mie responsabilità, forse le è sfuggita la premessa politica che ho fatto, cioè che l'accordo preso, in Conferenza dei Presidenti di Gruppo, da tutti i Capigruppo precedeva che, per portare il testo in Aula, anche gli emendamenti dovessero necessitare della firma di tutti i Capigruppo. Era una condizione perché il testo potesse arrivare in Aula in base all'articolo 102.
Questo le ho detto, questo riferisco all'Aula, per cui l'emendamento è inammissibile. Ha ricordato lei stesso che il testo non è stato inserito nella proposta di legge, proprio perché non c'era l'accordo politico in base all'articolo 102, quindi siamo coerenti.
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). L'inammissibilità è stabilita dal Regolamento.
PRESIDENTE. Onorevole Cuccureddu, appunto! Siccome il giudizio di inammissibilità compete al Presidente del Consiglio…
CUCCUREDDU (Gruppo Misto). Sulla base del Regolamento, non sulla base di accordi politici!
PRESIDENTE. Sulla base del Regolamento!
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Presidente, proverò a non sollevare polemica, ma sostanzialmente cresce un dubbio: se un provvedimento di questo genere possa venir fuori nella sua articolazione, usiamo un eufemismo, come quello che c'è stato presentato, attraverso l'articolo 102 o anche, alternativamente, attraverso una seduta spiritica. Le spiego. E' vero che siamo in una condizione di disordine politico complessivo; è vero che questa sciagurata maggioranza e questa Giunta hanno deciso che non si parla di bilancio, per parlare di problemi veri, per costruire ipotesi e prospettive che siano in grado di dare segnali all'economia, segnali agli enti locali, quei pochi segnali che potevamo dare attraverso una legge finanziaria, in tutta la Nazione in questo tempo si parla di questi problemi, noi abbiamo deciso che di finanziaria non se ne parla e allora nascono questi provvedimenti.
La genesi di questi provvedimenti, dov'é? Chi decide l'urgenza? E' un sistema dove nessun Capogruppo dà il parere negativo all'altro, anche se poi nessuno condivide quello che viene presentato. Abbiamo dei capolavori anche di stile legislativo, norme perfettamente inutili, norme al limite del ridicolo, una norma che dice una cosa e quella prima che dice esattamente l'opposto; è evidentemente un'attività legislativa che non si forma con i criteri corretti.
Le faccio un esempio: l'articolo 16, al di là del suo contenuto, prevede che la parola "valutati" venga sostituita con la parola "determinati". Perché? Perché, lo abbiamo visto in Commissione terza proprio ieri, c'è un problema che riguarda la capienza delle UPB; dove prima si diceva "valutati", poiché la capienza c'era, si riusciva ad assegnare i finanziamenti secondo le vecchie previsioni, adesso, siccome questo non può più avvenire, dire "valutati" significa che se anche si avesse un'aspettativa nelle schede tecniche, diciamo, di 15 mila euro, si potrebbe trovare "zero" perché l'UPB ha già esaurito, per disciplina diretta, l'assegnazione ad altri capitoli. Quindi giustamente dicono di togliere la parola "valutati" e sostituirla con la parola "determinati", così il finanziamento viene sicuramente assegnato. Questa è esattamente l'espressione che proviene dagli uffici dell'Assessorato del bilancio e della programmazione.
Ve lo dico io che è così, perché ieri abbiamo affrontato questo problema in terza Commissione con un provvedimento di legge, che dice esattamente questa cosa, presentata dall'assessore La Spisa.
PRESIDENTE. Posso interromperla solo un attimo? Questi emendamenti ci sono stati chiesti dal Consiglio delle Autonomie locali.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Che è stato informato dall'Assessorato del bilancio e della programmazione. Perché dobbiamo girarci intorno? E' stato informato dagli Uffici che gestiscono il bilancio e che gli hanno detto: "Se non cambiate questo, rischiate di non avere i soldi". Questo gli ha detto! E' talmente ovvio! Questo per i soldi del CAL.
Però, all'articolo 11, dove parliamo invece dei lavoratori socialmente utili, usiamo quella parola, perchè si dice "valutati in 25 milioni"; come a dire che, se poi per i lavoratori socialmente utili, non li troviamo dentro quell'UPB, perché non ci sono più le risorse che potevamo sperare ci fossero, ci dobbiamo accontentare di una cifra diversa da quella che abbiamo. Ne abbiamo discusso ieri, era presente anche il collega Uras. Bene, per i lavoratori socialmente utili, si può andare a rischio di stanziamento, per il CAL no.
Questo esempio è utile per dirvi come, in uno stesso strumento legislativo, abbiamo due modi di affrontare la medesima problematica. Presidente, questo è un elemento rivelatore del fatto che noi abbiamo rinunciato, per una posizione di rassegnazione finale, politica, di questa maggioranza, rispetto a questa legislatura, a farci trascinare, non da un lavoro coordinato, fatto nelle Commissioni, costruito secondo un'idea riformista, con un criterio, si parla qui di province e di competenze da togliere ai comuni e da trasferire dalle province a chissà quale ente istituzionale, al di fuori di qualunque tipo di ragionamento coordinato, in attesa di compiere la riforma che ci siamo imposti con la legge regionale numero 11 per quanto riguarda il complesso degli enti locali.
Signori, che cosa volete che vi dica? Questo è un provvedimento "scellerato" che mette in gioco cose importanti e urgenti, che magari sono solo due o tre, e che avrebbero dovuto trovare il loro naturale spazio all'interno della discussione della legge finanziaria. Impegnare queste risorse, pur utili, per gli uffici per il lavoro, per i lavoratori socialmente utili, sul bilancio 2013, senza discutere di bilancio, è una presa in giro di quest'Aula (vorrei che ve ne rendeste conto!), e in nome e per conto dell'Assessore, che è sempre assente, perché non ha più il coraggio di presentarsi qua perché deve renderci conto di come costruire il bilancio di questa Regione. Stiamo dando la sensazione di essere alla deriva. E noi possiamo permetterci, in una condizione dove le risorse sono quelle che sono, di impegnare in maniera scoordinata, senza sapere quello che ci rimarrà domani, potendo fare oggi, invece, delle scelte e dire: scegliamo di mettere le risorse qui piuttosto che lì? Questo è il punto!
E l'articolo 102 ormai, personalmente, mi ha "preso all'anima", Presidente, perché il "102" è un abuso della dinamica parlamentare democratica di questo Consiglio regionale! E' un abuso! Bisogna finirla, bisogna smetterla e costringerci alla fatica del nostro lavoro perché se qualcuno ci chiede dove abbiamo sudato questi provvedimenti se nella riflessione, nello studio, nell'analisi della Commissione, che cosa gli rispondiamo? Da quale cilindro sono usciti fuori? Chi ha giudicato la loro priorità e urgenza rispetto a tante altre cose, come ha detto Cuccureddu poco fa, visto che di fronte a una cosa io ne potrei dire altre 15 e ciascuno di noi potrebbe dire la stessa cosa?
Guardate l'articolo 1! Ma vi sembra che noi, all'articolo 1, Presidente, dobbiamo scrivere che i requisiti per l'accesso ai concorsi si devono avere al momento della presentazione della domanda del concorso? Ma lo sanno anche le pietre!
STERI (U.D.C.-FLI). La Giunta no.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Lo sanno le pietre!
STERI (U.D.C.-FLI). Non la Giunta.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Non mi interessa! Se la Giunta non lo sa, va cacciata via! Cacciatela via! Perché questi sono i fondamentali della pubblica amministrazione, i fondamentali! E noi ci presentiamo con questi prodotti? Mi vergogno di fare il legislatore e dire queste cose, perché io so, da quando ho cominciato a lavorare, che le cose sono così.
Ecco perché dico: avete accettato questa china di decadenza? Allora rimbocchiamoci le maniche! Questo sarà un provvedimento faticoso, perché discuteremo su tutto, su tutto! Visto che non abbiamo accettato la linea della riflessione, riflettiamo qua. Vorrei capire perché tantissime cose (lo diceva Cuccureddu) che sono entrate nel calderone, perché ovviamente si raccoglie, il "102" diventa un collettore, poi vengono tolte perché qualcuno ha giudicato che valgano di meno o siano meno importanti. Capisco che questo ragionamento, Presidente, lei lo possa anche fare legittimamente in qualche caso, quando si tratta della finanziaria, perché ci sono le cosiddette norme intruse, ma stiamo facendo l'omnibus. Allora o è omnibus per tutti, ma non può essere il "bus" per qualcuno…
(Interruzione)
Sì, sì, in Conferenza di Capigruppo, con tutto quello che…
STERI (U.D.C.-FLI). Dei Gruppi!
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Io sono d'accordo a dare il massimo rispetto ai Capigruppo, non sto discutendo di quello, sto dicendo però che quando si decide di formare una decisione non si dice prima "ci mettiamo tutto questo" e poi ci ritroviamo tutto quest'altro, perché effettivamente nessuno di noi a quel punto è disponibile ad accettare che, per qualcuno, ci siano delle urgenze e, per altri, ci siano solo delle necessità. D'accordo?
Quindi da questo punto di vista, io capisco il "102", Presidente, ma comincio a esserne stanco perché, in quest'Aula, vediamo troppi "102" e pochi provvedimenti organici.
PRESIDENTE. Onorevole Sanna, io le do ragione sul modo di procedere; in questa legislatura, troppi provvedimenti sono entrati in quest'Aula in base all'articolo 102, però la ricostruzione che lei ha fatto non è quella che corrisponde alla realtà dei fatti. Tutti i Gruppi consiliari sono rappresentati nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo in cui si può esprimere legittimamente la propria opinione, compresa quella di non consentire al provvedimento, nella stesura del testo, di approdare in Aula. Questo non è stato. Non si è voluto fare un omnibus per far rientrare di tutto e di più, ma si è circoscritto a provvedimenti che avevano carattere di urgenza, soprattutto con riferimento, onorevole Sanna, alle situazioni legate a delle scadenze della fine dell'anno, come i lavoratori socialmente utili, CSL (Centri servizi per il lavoro) e CESIL (Centri servizi inserimento lavorativo) e coloro i quali lavorano nel mondo dei beni culturali. Questa è stata la scelta fondamentale.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Poi li vediamo uno per uno.
PRESIDENTE. Sì, onorevole Sanna, poi si può vedere tutto, però in ogni caso ogni Gruppo poteva, sulla base delle espressioni al proprio interno, non dare l'assenso affinché il provvedimento nella sua stesura definitiva approdasse in Aula.
E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, intervengo molto brevemente. Come tutti sapevano e come tutti sanno, questo provvedimento nasce perché alcune migliaia di lavoratori, che hanno contratti in scadenza e alcune situazioni di lavoro precario che sta anche nell'attenzione ormai dello stesso Governo nazionale, riescano ad avere un minimo di regolazione in attesa di provvedimenti di riforma che, come è a tutti noi noto, in parte sono originati dall'esito del referendum. A nessuno può sfuggire, lo dico perché vale anche ripeterlo, che noi siamo l'unica Regione d'Italia che ha soppresso tutte le province, tutte senza alcuna eccezione, così come recita una delle poche leggi non impugnate dal Governo ed esattamente credo l'articolo 1 della legge numero 11 del 2012.
Detto questo, siccome queste migliaia di lavoratori, come già altri che sono senza stipendio da alcuni mesi, rischiano anche loro di rimanere senza lavoro, penso che la nostra economia, la nostra società, ma anche la nostra condizione, cultura, la nostra sensibilità umana e cultura di solidarietà non possano far finta che questo problema non esiste perché noi, grazie al cielo, festeggeremo il Capodanno e il Natale col panettone, qualcuno anche con la bottiglia di champagne, non quella di spumante, quindi abbiamo il dovere di non essere egoisti e penso che dobbiamo fare quello che possiamo per venire incontro a queste famiglie.
Poi, si inseriscono ogni tanto argomenti sicuramente significativi che però possono anche essere trattati in un altro momento; nella selezione che la Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha fatto, diciamo che abbiamo ridotto al minimo anche le pressioni che venivano per affrontare altri argomenti. In questo senso è la risposta del Presidente del Consiglio, risposta non per sua scelta, ma per scelta della Conferenza dei Presidenti di Gruppo che, senza eccezione alcuna, ripeto, senza eccezione alcuna, ha chiesto al Presidente del Consiglio di rappresentare all'Aula.
Ovviamente io sono il primo, lo dico al collega Cuccureddu, disponibile a dare le dimissioni da Presidente del Gruppo consiliare misto per aver ardito, in modo autoritario, in questa posizione e verso questa soluzione. Detto questo, ci sono altri provvedimenti che noi dobbiamo trattare su cui si possono infilare gli emendamenti che noi riteniamo, a incominciare dalla norma sull'esercizio provvisorio che ho visto già infestata di disposizioni da parte della Giunta. Ma ce ne sono anche altre, abbiamo la legge in materia di province, in materia di assetto istituzionale, ce ne sono altre, licenziate, mi pare anche una sugli usi civici, ce n'è di tutto e di più, anche nell'ordine del giorno di questa seduta, quindi abbiamo tutta la possibilità di intervenire.
Su alcune osservazioni che faceva il collega Sanna, condivido la preoccupazione per esempio manifestata sull'utilizzo del termine "valutati". Chi era presente in Commissione bilancio ieri ha capito che, quando il Consiglio regionale vota una norma che ha una disposizione finanziaria in cui c'è scritto "gli oneri del presente articolo sono valutati in euro 10 milioni", sembra che non stia stanziando 10 milioni ma che stia stanziando una cifra "fino a 10 milioni" che poi può essere liberamente manovrata dall'Esecutivo attraverso l'allegato tecnico. Di questo parere, non sono i tribunali, per cui un cittadino che si è visto violato il diritto di avere un contributo pari alla somma stanziata dal Consiglio regionale, si è rivolto al Tribunale e ha avuto ragione da parte del Tribunale. Allora voglio accedere anche alla preoccupazione che ci ha manifestato la Giunta, cerchiamo di usare un termine un pochino più definito, cambiamo tutti i "valutati" che abbiamo inserito dentro questo provvedimento in "determinati" e così tagliamo la testa al toro. Credo che non ci sia nessun Capogruppo, che ha scritto una norma o che ha acconsentito alla presentazione di una norma in cui c'è scritto "valutati", che non sia disponibile a trasformare il termine "valutati" in "determinati" e così abbiamo risolto quel tipo di problema.
Chiudo dicendo, Presidente, che ciascuno di noi oggi si assume un pezzo di responsabilità, se vogliamo, e io esprimerò in alcune circostanze, lo dico da adesso, un voto non positivo per alcune norme che sono inserite in questo progetto di legge, che peraltro ho sottoscritto, perché ci siamo detti che in alcune circostanze c'è una sorta di libertà di voto, cioè si consente che l'Aula possa esaminarlo e approvarlo e se alcuni di noi hanno qualche preoccupazione particolare, per qualche pezzo di particolare disposizione, possono in qualche misura dissentire. Io decido, sin da ora, di non votare contro alcuna disposizione e di astenermi rispetto a quelle che non condivido, per rispetto alla sintesi che abbiamo trovato, perché questo progetto di legge è un compromesso e, in questo compromesso, ho messo la mia parte. Sono i lavoratori che rischiano il posto di lavoro al 31 dicembre di quest'anno, tutti, senza alcuna eccezione perché io sono per difendere ogni busta paga, ripeto, ogni busta paga, perché questa Regione (il Consiglio, la Giunta, se facesse il suo dovere, ma non lo fa) deve difendere ogni singola busta paga che viene messa a rischio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). E' mia abitudine assumermi sempre e totalmente le responsabilità degli atti che compio anche in rappresentanza. Abbiamo iniziato una discussione in Conferenza dei Capigruppo su un provvedimento omnibus che constava, mi pare, di 33 o 34 articoli. In quella prima riunione della Conferenza dei Capigruppo, diversi di noi hanno sentito l'esigenza, prima di pronunciarsi, di avere il tempo necessario per un'analisi all'interno dei Gruppi. Credo che si sia fatta e poi, ieri, anzi, era prevista ieri e si è aggiornata a stamane, si è svolta una riunione ulteriore della Conferenza dei Capigruppo per l'esame di quel provvedimento. Quel provvedimento è stato asciugato, mi si passi il termine, di oltre il 55 per cento delle norme che erano previste. Mi rendo conto che politicamente la percentuale può non voler dire nulla, perché basta una norma che equivale all'1 per cento appunto nella proporzione che magari vale il 101 per cento politicamente; quindi mi rendo conto che può avere poco valore un'affermazione come quella che sto facendo.
Mi sono assunto la responsabilità di aderire all'articolo 102, perché penso, ancora adesso in questo momento, che alcuni di quei provvedimenti abbiano un carattere d'urgenza, riguardano lavoratori precari che, con il 31 di questo mese, potrebbero finire di avere un rapporto di lavoro. Penso ai tanti lavoratori, alle centinaia di lavoratori dei beni culturali, penso ai rappresentanti degli studenti universitari dell'ERSU di Cagliari e Sassari, che hanno incontrato nelle scorse settimane i Capigruppo e hanno chiesto un rimpinguamento del capitolo affinché si potesse esaurire la graduatoria delle borse di studio, penso ai lavoratori che, nella passata legislatura, sono stati chiamati per dare supporto ai Comuni per l'adeguamento dei Piani urbanistici comunali…
Scusate, mi rendo conto che sta diventando una discussione tesa, quindi vi prego, almeno per il carattere di questa discussione, di evitare… Lo dico anche a Matteo, per cortesia! No, per carità, capisco!
Ritengo anche che sia necessario intervenire attraverso una norma del Consiglio regionale che, in qualche maniera, possa evitare che, sempre con il 31 di questo mese, si sciolgano le società in house delle province e non soltanto delle province. Il parere, probabilmente obbligatorio, del CAL è una delle ragioni che ci ha costretto, nella prima riunione, quando abbiamo esaminato il provvedimento, ripeto, che prevedeva 33 o 34 articoli, ad acquisirlo; parere del CAL che, seppure con i pareri sostitutivi del Consiglio, l'Ufficio di Presidenza del CAL sta facendo pervenire al Consiglio regionale. Penso, anche in questo caso, alle centinaia di lavoratori del CSL e del CESIL.
Comunque, dal 2005, noi non siamo riusciti a introdurre questi strumenti che consentano di far incontrare la domanda e l'offerta di lavoro nelle nostre Province. Tra questi c'è anche il provvedimento discusso, discutibile, di rifinanziamento all'ATI-Ifras per tenere in vita centinaia e centinaia di lavoratori. Così come ho chiesto in Conferenza dei Capigruppo, gradirei che il testo avesse un qualche connotato di cogenza, che non ha, rispetto alla tutela di alcuni lavoratori, mi riferisco nella fattispecie a quelli di Rockwool.
Infine una delle ultime ragioni che mi hanno autorizzato ad assumermi la responsabilità di accedere all'articolo 102 è quella di inserire una norma che garantisca continuità nell'erogazione degli stipendi ai lavoratori di ENAS, che svolgono una funzione e un compito molto delicato e a me pare che non debba intervenire una soluzione di continuità nell'erogazione degli stipendi.
Ecco, queste sono alcune, la stragrande maggioranza, delle ragioni che mi hanno indotto ad assumermi la responsabilità per accedere all'articolo 102 del Regolamento del Consiglio regionale. A onor del vero, lo sanno i rappresentanti di quella Conferenza, alcuni di noi, io tra questi, eravamo del tutto contrario a portare, attraverso l'articolo 102, alcune delle norme che sono contenute in quel provvedimento, ma non lo dico per giustificarmi, non è questo, me ne assumo la responsabilità e me la assumerò fino in fondo. Ci siamo anche assunti la responsabilità, lo ha ripetuto, se non ho capito male, ero un po' nervoso anch'io, la Presidente del Consiglio, lo ha detto - mi pare - il collega Uras, c'è anche un accordo che prevede che si possano presentare emendamenti, qualunque essi siano, purché sottoscritti dai Capigruppo. Mi rendo conto che anche questo è un abuso, per carità, irrituale, inusuale, sono perfettamente d'accordo!
Ecco, queste sono le ragioni. Ritengo che nessuno dei provvedimenti, che ho elencato, non abbia il carattere d'urgenza, ce ne sono altri che, secondo me, non hanno il carattere d'urgenza. Poi, in certi momenti, ripeto, come si diceva in un famoso libro di Maria Corti, o si sta da una parte o si sta dall'altra; qui bisognava scegliere se stare dalla parte dell'articolo 102 o non starci. Ho scelto di stare dalla parte dell'articolo 102 con tutte le contraddizioni che ho cercato di dire, perché ritenevo e ritengo che alcuni provvedimenti dovessero necessariamente essere approvati con carattere d'urgenza.
Però, Presidente, non sono disponibile a proseguire una discussione che rappresenta una sfiducia totale in un provvedimento presentato attraverso l'articolo 102: o ci sono le condizioni e la disponibilità per intervenire, seppure nelle forme irrituali, con un abuso, come le chiama Cuccureddu, per correggere quanto c'è da correggere, oppure io chiedo, Presidente, la sospensione di un'ora dei lavori, all'interno della quale collocare anche un'ulteriore Conferenza dei Presidenti di Gruppo per decidere come proseguire questa discussione.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, a me preme sottolineare che dobbiamo stare attenti ai termini che utilizziamo, perché non è stato perpetrato alcun abuso. Il testo di questo provvedimento di legge è "Disposizioni urgenti in materia di enti locali e settori diversi", è un testo dal contenuto indeterminato perché si può inserire davvero di tutto e di più. Siccome si è utilizzata la procedura d'urgenza, in base all'articolo 102, per cui si va sul testo del proponente, vincolando al parere favorevole di tutti i Capigruppo, proprio perché non si abusasse di questo strumento, che ha carattere di eccezionalità, per far rientrare di tutto e di più, si è deciso che gli emendamenti ammissibili dovessero portare la firma di tutti i Capigruppo, coerentemente all'ingresso della disposizione di legge in Aula, che è consentito solo attraverso la firma dei Capigruppo proprio per limitare gli interventi strettamente al testo approdato in Aula.
Quindi non si è perpetuato alcun abuso!
Sospendo la seduta e convoco la Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 18 e 44, viene ripresa alle ore 19 e 08.)
PRESIDENTE. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo ha deciso di riconvocare il Consiglio martedì 11 dicembre alle ore 16.
La seduta è tolta alle ore 19 e 09.
Allegati seduta
Testo delle interrogazioni e interpellanza annunziate in apertura di seduta
InterrogazionePlanetta, con richiesta di risposta scritta, sulla reiterata sperequazione subita dal personale degli enti e delle agenzie regionali in seguito alla mancata applicazione dell'articolo 3, comma 13, della legge regionale n. 3 del 2008 nei confronti di alcune categorie e con l'esclusione dal piano delle assunzioni previsto con la bozza di deliberazione dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione da presentare in Giunta regionale per l'approvazione.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- nell'anno 2004 con determinazione del direttore generale dell'Ersat n. 170 del 21 ottobre 2004 venivano indette le selezioni interne, riservate al personale di ruolo dell'ente, per l'accesso al livello economico iniziale delle categorie D e C (aree amministrativa e tecnica) ai sensi dell'articolo del contratto collettivo regionale del lavoro (CCRL) sottoscritto in data 15 maggio 2001 e dell'articolo 2 della legge regionale 8 luglio 2002, n.11;
- negli anni 2005 e 2006 con delibera commissariale n. 89 del 24 novembre 2005 e delibera commissariale n. 44 del 19 giugno 2006 del commissario straordinario dell'Ersat, venivano apportate alcune modifiche relativamente al bando di selezione interna;
- le prove dei concorsi si espletavano nel mese di luglio 2006, in maniera del tutto speculare alle prove espletate dall'Amministrazione centrale sia per la tipologia (quiz a risposta multipla) sia per il tipo di selezione (per titoli ed esami);
CONSIDERATO che:
- nell'anno 2009 tutti gli idonei alla innanzi citata selezione interna per l'accesso alla categoria C vennero beneficiati dal comma 13 dell'articolo 3 della legge regionale n. 3 del 2008 (legge finanziaria 2008) che recita testualmente: "I dipendenti dell'Amministrazione regionale attualmente inquadrati nella categoria B e assunti con concorsi non riservati che abbiano superato le selezioni interne svolte entro il 31 dicembre 2006, sono inquadrati a domanda nella categoria C al primo livello retributivo. Tali inquadramenti avvengono senza modifiche della dotazione organica complessiva e determinano l'aumento della dotazione nella categoria C e l'uguale corrispondente riduzione della categoria B.", con la conseguente palese esclusione dei dipendenti degli enti e agenzie, poiché il citato articolo e comma non era stato interpretato in maniera elastica ed estensiva;
- con determinazione del direttore generale dell'organizzazione del personale del servizio gestione giuridica ed economica del rapporto di lavoro n. 37448/1056 del 23 dicembre 2008, venivano inquadrati in categoria C1 solo i 261 impiegati, idonei, ma in forza presso l'Amministrazione centrale, ingenerando una evidente discriminazione e sperequazione nei confronti del personale degli enti e agenzie regionali in qualità di lavoratori dell'Amministrazione regionale e quindi appartenenti alla medesima Amministrazione, che da tempo hanno aspettativa di recuperare serenità e dignità al pari dei colleghi in forza presso gli assessorati;
viste:
- la legge regionale n. 5 del 1984, attraverso la quale venne istituito l'Ersat - Ente regionale di sviluppo e assistenza tecnica in agricoltura;
- la legge regionale n. 14 del 1995 di "indirizzo, controllo, vigilanza e tutela sugli enti istituti e agenzie regionali";
- la legge regionale n. 20 del 1995 per la "semplificazione e razionalizzazione dell'ordinamento degli enti strumentali della Regione e di altri enti pubblici e di diritto pubblico operanti nell'ambito regionale";
- la legge regionale n. 31 del 1998 per la "disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione";
- la legge regionale n. 13 del 2006 per la "riforma degli enti agricoli e riordino delle funzioni in agricoltura, istituzione delle agenzie Agris Sardegna, Laore Sardegna e Argea Sardegna";
RILEVATO che:
- il personale dell'Amministrazione regionale, degli enti e agenzie regionali è tutelato dallo stesso contratto collettivo sottoscritto dal CORAN e dalle organizzazioni sindacali 2008/2009;
- la legge regionale n. 2 del 2007, all'articolo 6, comma 4, individuava la possibilità di "inquadramenti nella categoria C ai fini del riequilibrio del rapporto tra le consistenze numeriche delle diverse categorie, mediante l'utilizzo, nel quadriennio, delle graduatorie delle selezioni interne svolte entro il dicembre 2006" e indicava inoltre che "i posti che risultino disponibili nella categoria B sono coperti sino al 50 per cento mediante selezione del personale della categoria A appartenente all'Amministrazione regionale, agli enti e alle agenzie";
- la legge regionale n. 2 del 2007, sempre all'articolo 6, prevedeva inoltre la possibilità di correggere, sia pure limitatamente, le distorsioni rilevate che assumono caratteristiche di emergenza per alcune agenzie di nuova costituzione ed assessorati;
PRESO ATTO che:
- già precedentemente il personale degli enti e agenzie è stato escluso dal beneficio di cui hanno invece goduto tutti i dipendenti dell'Amministrazione regionale grazie all'applicazione dell'articolo 3, comma 13, della legge regionale n. 3 del 2008;
- con la bozza della deliberazione dell'Assessorato degli affari generali, personale e riforma della Regione datata 8 novembre 2012 ed avente per oggetto: "Piano assunzioni 2010-2012 (deliberazione della Giunta regionale 26 gennaio 2010, n. 3/35, adeguamento agli indirizzi legislativi di contenimento della spesa e al regime limitativo delle assunzioni)" trasmessa a tutte le organizzazioni sindacali per la concertazione prima di presentarla in Giunta regionale per l'approvazione, si evidenzia la volontà di escludere ancora una volta dal piano di eventuali assunzioni la categoria C e, ancor di più, non prevedendo neanche lo scorrimento della graduatoria degli idonei che sarebbe atto dovuto vista l'esclusione nell'applicazione dell'articolo di legge che ha permesso a tutti i dipendenti regionali di transitare nella categoria C;
- più precisamente, a pagina 14 della bozza della deliberazione citata, si nota, infatti, che a fronte di un'analisi dettagliata della situazione concorsi-posti vacanti in tutto il comparto regionale (questa volta attraverso l'inserimento anche degli enti e agenzie), si analizzano le piante organiche dei vari enti compresa l'Agenzia Laore, ed inoltre i costi che si andrebbero a sostenere mettendo a concorso alcuni posti nelle varie categorie (i posti vacanti che si individuano sono chiaramente direttamente proporzionali alla disponibilità economica), arrivando alla conclusione di aver bisogno di 70 persone nella categoria D, 13 nella categoria B e zero nella categoria C per mancanza di fondi;
- apparirebbe palese la volontà politica di perpetrare una sperequazione incomprensibile ad evidente rischio di ricorso per incostituzionalità poiché, per di più, si motiva il passaggio dalla categoria A alla categoria B senza costi, anche il passaggio nella categoria C è a costo zero anzi si andrebbe a risparmiare qualcosa perché un appartenente alla categoria C1 guadagna meno di un appartenente alla categoria B5,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione per sapere se questa Amministrazione non ritenga opportuno dare, attraverso il piano di assunzioni 2010-2012, previsto dalla deliberazione citata in precedenza, la possibilità al personale in categoria B risultato idoneo nel concorso per il passaggio nella categoria C, di transitare nella categoria visto che non sussistono motivazioni che possano indurre all'esclusione neanche di carattere economico, ma risulterebbe semplicemente un atto dovuto per mettere fine alla disparità di trattamento fino ad oggi vissuta dal personale inquadrato nelle categorie in argomento. (996)
Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'accertata insufficienza del tetto di spesa della ASL n. 5 per la specialistica ambulatoriale.
Il sottoscritto,
PREMESSO che nell'ambito di competenza dell'ASL n. 5 di Oristano, numerose prestazioni di specialistica ambulatoriale in favore di pazienti oristanesi vengono erogate in regime SSN da strutture (pubbliche e private) di altre ASL della Sardegna, consolidando così un consistente fenomeno di migrazione di pazienti, costretti a lunghe e faticose trasferte per ottenere anche le più semplici prestazioni sanitarie;
ATTESO che il volume di tali prestazioni è riportato nelle relazioni del 23 ottobre2010 e del 9 luglio 2010 a firma del Commissario straordinario della ASL n. 5 di Oristano, trasmesse all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, ai fini della determinazione di spesa per il triennio 2010/2012;
CONSIDERATO che:
- nei citati atti dell'ASL n. 5 viene attestato che i volumi di tali prestazioni attribuite ad altre ASL superano il 50 per cento del tetto di spesa complessivo;
- tale situazione costringe i pazienti a spostarsi anche per le più modeste prestazioni venendo meno qualsiasi controllo preventivo sull'appropriatezza delle prescrizioni e delle prestazioni (con inevitabili sprechi e aumento della spesa) e favorisce il costante, inappropriato e gravoso ricovero ospedaliero per la distorta finalità di eseguire prestazioni ambulatoriali;
ATTESO che la ASL n. 5 chiedeva che la Regione, in sede di determinazione del tetto di spesa per il triennio 2010/2012 avviasse il necessario percorso di riequilibrio con l'assegnazione di almeno il 40 per cento dell'importo erogato dalla stessa alle altre ASL per la mobilità passiva, da assegnare alle strutture private nell'ambito dell'ASL n. 5;
CONSTATATO che nonostante la gravità della situazione rappresentata, la Regione, con deliberazione del 20 ottobre 2010, n. 35/23 fissava il tetto di spesa dell'ASL n. 5 in euro 6.700.411 per il triennio 2010/2012 comprendendo in tale importo il budget di euro 3.000.000 per le prestazioni di nefrologia e dialisi e solo euro 3.700.000 per la specialistica ambulatoriale per 167.295 residenti;
PRESO ATTO che:
- lo schema seguente evidenzia il differente rapporto tra abitanti e tetto di spesa previsto per le altre province dalla citata deliberazione n. 35/23 della Giunta regionale:
ASL n. 3 Nuoro 161.444 euro 4.005.035,82
ASL n. 6 Sanluri 103.020 euro 3.877.317,52
ASL n. 7 Carbonia 130.555 euro 3.917.301,39
ASL n. 8 Cagliari 559.820 euro 40.166.930,92
- alla luce della inconfutabilità di questi dati mai contestati dalla Regione, considerato che il TAR Sardegna, prima sezione, con sentenza n. 649 del 23 marzo 2011 ha annullato la succitata delibera ritenendo illegittima la ripartizione del fondo sanitario a favore della ASL della Sardegna e in particolare il tetto di spesa riferito alla ASL n. 5 di Oristano;
- nelle more del giudizio, il Direttore generale dell'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, con nota dell'8 marzo 2011 riconosceva formalmente l'errore commesso nell'assegnazione del tetto di spesa all'ASL n. 5 e si impegnava a rimediare con atto deliberativo immediatamente dopo;
- la sentenza del TAR Sardegna n. 649/2011 è stata annullata dal Consiglio di Stato con sentenza n. 3729 del 26 giugno 2012 per vizio meramente formale (mancata integrazione del contradditorio nei confronti delle altre ASL), con rinvio al TAR Sardegna per una nuova decisione la cui udienza è fissata per il 9 gennaio 2013;
- i fatti descritti fanno parte del contenzioso ancora in atto in riferimento al decorso triennio 2010/2012, ed essendo imminente la predisposizione degli atti per la ripartizione dei fondi per i tetti di spesa per il 2013 (ovvero per il triennio 2013/2015);
CONSIDERATO che:
- l'adeguamento del tetto non comporterebbe alcun incremento della spesa sanitaria complessiva regionale (trattandosi di somme che, attualmente, vengono assegnate ad altre ASL per pazienti oristanesi e, quindi, di competenza della ASL n. 5) e, soprattutto, consentirebbe di avviare il progressivo recupero della migrazione passiva, con l'effetto di consentire ai pazienti di non doversi recare presso strutture delle altre ASL, con i conseguenti inevitabili disagi;
- affinché non si ripeta la palesata illegittimità della deliberazione n. 35/23 del 2010 si ritiene urgente il riequilibrio del tetto di spesa per la specialistica ambulatoriale che fa capo all'ASL n. 5 di Oristano,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene
e sanità e dell'assistenza sociale per sapere quali misure intendano adottare, con riferimento al pregresso triennio 2010/2012 e al prossimo 2013/2015, per porre immediato rimedio alla grave e accertata insufficienza del tetto di spesa dell'ASL n. 5 per la specialistica ambulatoriale e al conseguente fenomeno della migrazione passiva dei pazienti oristanesi. (997)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, in merito alle criticità sull'installazione di un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa nella zona agricola denominata Terramaini, fra i Comuni di Decimoputzu e Villasor.
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- il 29 giugno 2012 l'Assessorato regionale dell'industria (Servizio energia) con determinazione n. 12193, ha emesso l'autorizzazione unica per la realizzazione e l'esercizio di un impianto di biometanizzazione e produzione di energia elettrica da biomassa;
- l'area interessata dal progetto, nel territorio del Campidano e più esattamente nella zona agricola denominata Terramaini, è situata per la maggior parte nel Comune di Decimoputzu, ed in minima parte nel Comune di Villasor, a due chilometri dai centri abitati e a solo pochi metri dai terreni agricoli;
- la società proponente è la Agrifera di Milano che ha avanzato un progetto per la realizzazione di una centrale da 999 kWe, ovvero una potenza massima che non supera soltanto di 1 kWe il limite previsto dalla normativa vigente oltre il quale si deve procedere alla preliminare Valutazione d'impatto sull'ambiente (VIA);
- tale progetto ha causato forti preoccupazioni e proteste da parte dei cittadini residenti non solo nei comuni interessati dalla realizzazione della centrale, ovvero Decimoputzu e Villasor, ma anche di quelli che vivono e operano nelle aree prossime al sito prescelto dalla società milanese Agrifera;
VISTA l'immediata vicinanza dell'impianto al centro abitato e ai numerosi terreni agricoli che caratterizzano quest'area, il traffico dei grandi mezzi (camion, ruspe, ecc.) e gli imponenti lavori a ridosso delle proprio abitazioni e dei propri raccolti, ha preoccupato fin da subito i residenti, tenuti illegittimamente all'oscuro di ciò che in realtà stava accadendo;
CONSIDERATO che:
- i dubbi dei cittadini sono più che giustificati vista l'incomprensibile e illegittima mancanza di informazione e trasparenza circa il progetto, da parte delle autorità locali competenti;
- la cittadinanza è venuta a conoscenza dei fatti casualmente, con l'inizio degli imponenti lavori, avviati senza preavviso e senza l'esposizione del cartello previsto dalla legge, cosa avvenuta solo a seguito delle proteste dei cittadini;
- in base a quanto riportato dalla stampa e dai cittadini, anche a seguito della conferenza di servizi sul progetto di cui non vi è stata nessuna comunicazione ufficiale alla cittadinanza dei due comuni, nonostante il sindaco di Decimoputzu, come risulta anche dalla stampa recente, abbia dichiarato di aver "dato parere negativo motivando la nostra contrarietà nella relazione tecnica consegnata alla Regione";
- per avere le informazioni a loro dovute, i cittadini hanno costituito un comitato popolare che, supportato da esperti del settore, come Gruppo di intervento giuridico e Amici della Terra, movimenti e associazioni ecologiste ha provveduto a inoltrare una "specifica richiesta di informazioni a carattere ambientale e adozione degli opportuni provvedimenti alle amministrazioni pubbliche e alla magistratura competenti. Interessati il Ministero dell'ambiente, la Direzione generale regionale della pianificazione urbanistica territoriale e della vigilanza edilizia, il Servizio regionale dell'energia, il Corpo forestale e di vigilanza ambientale, i Comuni di Decimoputzu e di Villasor, nonché la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari per gli eventuali aspetti di competenza";
- la principale causa delle preoccupazioni e delle paure dei cittadini è l'aspetto sanitario e ambientale: infatti, sebbene l'impatto ambientale delle centrali a biogas sia considerato inferiore rispetto ad altri impianti, queste producono comunque emissioni non solo nell'atmosfera (a partire dalle esalazioni malsane prodotte dalle piante in decomposizione), ma anche nei terreni e nel sottosuolo, senza dimenticare poi l'incremento del traffico dei mezzi pesanti da e per la centrale;
- tale aspetto è imprescindibile soprattutto in quest'area a economia prevalentemente agricola, dove i cittadini temono l'inquinamento dei propri terreni coltivati e della falda acquifera dalla quale le famiglie attingono l'acqua potabile tramite pozzi artesiani;
- l'entità delle emissioni spaventa ancora di più se si considera che su un'area inferiore ai 3 ettari graveranno 60 tonnellate giornaliere di biomasse e liquami (per un totale di circa 21.000 tonnellate all'anno), 3,6 milioni di metri cubi di biogas e 7 milioni di kWn annui di energia elettrica;
- a tal proposito, non si capisce la ragione per la quale in altre regioni d'Italia, come in Emilia Romagna, la costruzione di impianti a biogas è stata vietata nelle aree in cui viene prodotto il parmigiano reggiano, sul quale evidentemente le emissioni prodotte avrebbero potuto avere effetti negativi sulla vendibilità e il marchio di qualità;
SOTTOLINEATO che:
- come per altri progetti di discariche e centrali varie, nel territorio sardo, anche in questo caso emergono criticità di natura tecnico-urbanistica, in quanto il progetto è stato contemplato in aree a destinazione agricola, come risulta dallo stesso PUC, elemento sufficiente come vincolo ostativo al progetto;
- a tal proposito il sindaco di Decimoputzu, confermando alla cittadinanza il regolare avvio dei lavori, come riportato anche dalla stampa, ha dichiarato che si tratta di "Un progetto che è passato in conferenza servizi seppur con il parere negativo della nostra commissione urbanistica comunale";
- secondo quanto risulta dallo stesso PUC, le aree del progetto, di competenza del Comune di Decimoputzu, rientrano in "zona agricola E" ed in particolare "E1 - aree caratterizzate da produzione agricola tipica e caratterizzata";
- come sostenuto dal dottor Deliperi del Gruppo di intervento giuridico, seppure sia previsto che impianti di produzione di energia elettrica "possono essere ubicati anche in zone classificate agricole dai vigenti piani urbanistici" (articolo 12, comma 7, del decreto legislativo n. 387 del 2003 e successive modifiche ed integrazioni), è anche vero che l'articolo 13 bis della legge regionale n. 4 del 2009 e successive modifiche ed integrazioni, l'articolo 3 del decreto del Presidente della Giunta regionale 3 agosto 1994, n. 228 (Direttive per le zone agricole, criteri per l'edificazione nelle zone agricole) e l'indirizzo giurisprudenziale costante stabiliscono che nelle zone agricole "E" degli strumenti urbanistici comunali possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse (si veda per tutti Cass. pen., sez. III, 9 marzo 2012, n. 9369), non attività di produzione energetica di tipo industriale - come quella in corso di realizzazione - slegata da attività agricole in esercizio nel sito;
- in base a tali presupposti normativi, la realizzazione di impianti come quello in oggetto avrebbe ragione di esistere nel caso in cui la sua attività fosse "strettamente connessa" ad aziende agricole presenti nell'area interessata; inspiegabilmente, le biomasse destinate alla centrale di Decimoputzu, proverrebbero dall'agro di Villacidro, quindi a 40 km di distanza, facendo sorgere dubbi sul perché la centrale non sia stata installata nel comune produttore di biomasse, come la logica vorrebbe;
- la scelta di puntare ancora alle centrali di biomasse, appare ormai superata e anacronistica rispetto alle innovazioni in materia di energia alternativa in Europa e nel mondo (ad esempio, fra tanti, la stessa Germania sta progressivamente abbandonando il modello a biomasse);
- anche sul piano occupazionale e delle ricadute economiche sulle aree interessate, non si registra alcun riscontro positivo poiché si prevede l'impiego di sole due persone,
chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente, l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e tutti gli Assessori competenti per sapere:
1) quali siano le ragioni che hanno impedito la massima trasparenza e la dovuta informazione del caso ai cittadini dei comuni interessati entro i tempi dovuti;
2) se abbiano stimato quale possa essere l'impatto che tale impianto avrà sul territorio interessato in termini di inquinamento ambientale e della salute delle popolazioni;
3) se abbiano stimato quali siano le ricadute economiche e i vantaggi per i comuni interessati;
4) se abbiano stimato quali siano gli introiti e i benefici di cui potranno godere gli agricoltori dell'area;
5) perché la centrale non sia stata contemplata nel Comune di Villacidro, produttore di biomasse, come da normativa vigente esposta in premessa;
6) perché i vincoli imposti dal PUC vigente come esposto in premessa non siano stati considerati come ostativi per la realizzazione della centrale;
7) perché non siano stati considerati i pareri negativi del sindaco di Decimoputzu e soprattutto il parere negativo della commissione urbanistica dello stesso comune;
8) se abbiano intenzione di provvedere o se abbiano già provveduto ad avviare le modifiche di destinazione d'uso delle aree agricole interessate e in tal caso se abbiano verificato quali siano le ricadute sui proprietari di quei terreni;
9) quali siano le conseguenze legate allo stravolgimento dell'habitat su coloro che hanno costruito con regolare concessione edilizia. (998)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sul gravissimo disagio arrecato alle popolazioni del Goceano a causa della chiusura dello sportello del Centro servizi per il lavoro (CSL) di Bono, filiale staccata di Ozieri.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- le zone interne del Goceano versano in uno stato di isolamento geografico dal quale consegue uno stato di disagio economico e culturale stante la somma difficoltà nell'effettuare gli spostamenti, anche minimi;
- la presenza, all'interno del paese di Bono, del Centro servizi per il lavoro, ha sempre costituito per le popolazioni locali un importante e rassicurante punto di riferimento;
- invero, la presenza dello sportello suddetto consentiva a tutti i potenziali lavoratori, lavoranti, precari e disoccupati, di avere un riferimento immediato al fine di acquisire informazioni in merito ai bandi di concorso, agli avvisi pubblici di selezione, alle proposte di lavoro, alla legislazione sul lavoro;
- pertanto, gli aspiranti lavoratori, grazie alla presenza in loco del servizio, potevano facilmente apprendere notizie e cogliere occasioni di lavoro, o perlomeno candidarsi per le stesse;
- la fruibilità di tale servizio consentiva, pertanto, alla popolazione del Goceano di poter usufruire di un fondamentale diritto pubblico;
- da oltre due mesi lo sportello CSL di Bono risulta essere chiuso;
CONSIDERATO che:
- la chiusura dello sportello CSL di Bono ha gettato nello sconforto tutta la popolazione del Goceano, andando a sommarsi a tanti altri soprusi subiti nel corso degli ultimi anni;
- invero, le conseguenze di tale inspiegabile decisione hanno riverberi negativi ad ampio spettro;
- infatti, gli utenti dei fondamentali ed irrinunciabili servizi offerti dal CSL sono costretti, al fine di esercitare un loro legittimo diritto, a raggiungere il centro più vicino, per competenza territoriale, sito ad Ozieri;
- la rete viaria che collega i paesi del Goceano ad Ozieri è caratterizzata da molte insidie le quali si acuiscono nel periodo invernale, allorquando, spesse volte la stessa è inagibile per il ghiaccio e/o la neve;
- tale situazione incide negativamente sulla fruibilità del fondamentale servizio pubblico offerto dai CSL;
- infatti, i cittadini del Goceano potrebbero, a causa degli ostacoli frapposti all'esercizio dei loro diritti, trovarsi, rispetto alla partecipazione a concorsi, selezioni e altre occasioni di lavoro, in posizione di svantaggio e/o diseguaglianza rispetto agli altri partecipanti;
- inoltre, la concentrazione di tutti gli utenti del Goceano, e non solo, presso l'unico sportello zonale sito ad Ozieri, determina un afflusso elevato con creazione di file, per poter usufruire del servizio, della durata anche di tre ore;
- tale forzato accorpamento presso il centro di Ozieri determina, inevitabilmente, una carenza in termini di qualità del servizio offerto;
- d'altronde, gli addetti allo sportello non possono dedicare ad ogni utente, data la fila incalzante, il tempo che ognuno meriterebbe, ma sono costretti a rendere il servizio in maniera frettolosa, con il rischio di far perdere di qualità proprio al servizio reso;
RILEVATO che:
- il gravissimo disagio arrecato alla popolazione locale dalla soppressione dello sportello CSL di Bono non può trovare rimedio e/o giustificazione nella presenza, nella zona, degli sportelli del Centro servizi per l'inserimento lavorativo dei soggetti svantaggiati (CESIL);
- invero, nonostante il ruolo di supporto fondamentale ed indispensabile svolto dagli operatori di tale centro servizi, di fatto, non essendo delle figure istituzionalizzate, non possono sopperire alla mancanza di servizi offerti dai CSL;
- la situazione appare essere ancora più grave se solo si considera che sui dipendenti CESIL e CSL della Provincia di Sassari pende una spada di Damocle sino al 31 dicembre 2012;
- invero, sembrerebbe che la Provincia di Sassari, o per meglio dire il suo Presidente, da tempo svolga una azione mirata ad ostacolare l'attività dei CSL e CESIL, con provvedimenti atti a ridurre il personale impiegato e con effetti negativi ed allarmanti sulla validità ed effettività del servizio offerto;
- stando alle notizie odierne, i dipendenti dei CSL e CESIL hanno garantito il loro posto occupazionale solo sino al 31 dicembre 2012, ergo i cittadini potranno usufruire del servizio sino a tale data, dopo di che non è dato sapere, data la chiusura del Presidente della Provincia di Sassari, quale sia il destino per tali professionalità;
- tale situazione interviene in un momento storico ove la popolazione non può fare a meno di contare su questi punti di riferimento fondamentali;
- in un momento caratterizzato da confusione, precariato, paura, sgomento, più che mai è fondamentale la presenza di figure specializzate che svolgano un ruolo di guida, indirizzo e che abbiano a cuore la funzione del lavoro e le politiche attive del lavoro;
- in tale momento storico sarebbe più che mai pericoloso ed illegittimo privare i cittadini di guide e riferimenti specifici,
chiede di interrogare l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale ed il Presidente della Regione per sapere:
1) quali siano i provvedimenti che la Regione intende attuare al fine di far sì che i dipendenti CSL e CESIL della Provincia di Sassari, e non solo, possano continuare a rendere alla collettività i fondamentali servizi pubblici di inserimento, indirizzo, guida, in materia di lavoro, anche oltre il 31 dicembre 2012;
2) quali provvedimenti intendano attuare al fine di far sì che lo sportello CSL di Bono possa essere rimesso in funzione e garantire parità di diritti ai cittadini del Goceano. (999)
Interrogazione Cocco Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sui gravi problemi causati a tante famiglie disagiate dagli aumenti stabiliti dall'Ente foreste sul prezzo del legnatico.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- sull'argomento si richiama integralmente la precedente interrogazione n. 963/A - COCCO Daniele Secondo, con richiesta di risposta scritta, sulla deliberazione del consiglio di amministrazione dell'Ente foreste n. 95 del 13 luglio 2012, già presentata in Consiglio regionale in data 8 ottobre 2012;
- come ampiamente prevedibile ed illustrato nella suddetta interrogazione, i pesantissimi aumenti sul prezzo del legnatico, stabiliti dall'Ente foreste con deliberazione n. 95 del 13 luglio 2012, con incrementi superiori al 50 per cento, sono andati a colpire le fasce più deboli della popolazione, più deboli in quanto appartenenti alle fasce a basso reddito, già messe in ginocchio dalla gravissima crisi, e doppiamente più deboli in quanto prevalentemente residenti in quelle zone interne che di fatto, partendo già da situazioni di estremo svantaggio, negli ultimi decenni hanno vissuto la continua espoliazione e la progressiva dissolvenza del proprio tessuto economico e sociale;
- le condizioni sempre più drammatiche delle popolazioni delle zone svantaggiate, per le quali reiteratamente le istituzioni e le competenti autorità hanno lanciato allarmi sul forte rischio di tensione sociale, non sono più in grado di assorbire ulteriori aggravi che ormai vanno spesso ad incidere sulle stesse possibilità di sopravvivenza;
- proprio perché il prezzo era tenuto fermo dal 2005, l'acquisto del legnatico è rimasto o è divenuto l'unico mezzo di riscaldamento di una gran parte della popolazione di territori come quelli del Goceano, sia per la prevalenza delle zone montane destinate a legnatico per usi civici, sia per la particolare rigidità delle stagioni invernali, sia per la tipologia delle abitazioni che, nei piccoli centri, dispongono esclusivamente del tradizionale camino e non utilizzano altre forme di riscaldamento;
CONSIDERATO che:
- l'ennesima beffa consumatasi con il quasi raddoppio dei costi del legnatico sta contribuendo ad aggravare le già pesanti condizioni di vita in territori già gravemente penalizzati;
- l'aumento del prezzo del legnatico appare essere ancora più gravoso se si ritiene che le zone ove maggiormente lo stesso viene consumato sono caratterizzate da un tasso di disoccupazione elevatissimo e moltissimi soggetti vivono di pensioni minime;
- in molti comuni delle zone interne ed in particolare del Goceano, sta montando la protesta perché per numerose famiglie è diventato ormai impossibile provvedere al riscaldamento delle proprie abitazioni, mettendo così a forte rischio la stessa salute dei cittadini, in particolare bambini, anziani ed ammalati;
- ormai il livello di disperazione che si registra soprattutto tra le popolazioni dei piccoli comuni dell'interno ha da tempo raggiunto limiti di intollerabilità e cresce esponenzialmente il rischio dell'esplosione di forti tensioni sociali ogni qualvolta c'è un aggravarsi delle già compromesse condizioni di vita che subiscono un ulteriore peggioramento,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere se non ritenga necessario ed improcrastinabile porre in essere con urgenza un provvedimento per l'annullamento del nuovo prezziario e il ripristino delle tariffe precedenti, considerando le gravi difficoltà in cui versano tante famiglie sarde utenti del servizio erogato dall'Ente foreste e il conseguente rischio di accrescimento di atti di protesta e gravi tensioni sociali. (1000)
Interrogazione Zuncheddu, con richiesta di risposta scritta, sul progetto Igia della Sargas (società a diretto controllo del gruppo Saras) su trivellazioni per ricerca di idrocarburi nel territorio del Medio Campidano.
La sottoscritta,
PREMESSO che:
- come già denunciato nella mozione n. 164 del 7 febbraio 2012 e di cui la sottoscritta è prima firmataria, il rilascio in tutta Italia di decine di concessioni per la ricerca di idrocarburi sia in mare che in terraferma, da parte del Ministero dello sviluppo economico, ha fatto della Sardegna un territorio assai ambito per l'avviamento di attività di ricerca di giacimenti di gas naturali e idrocarburi;
- tra le numerose istanze presentate al Ministero dello sviluppo economico, i due permessi a mare richiesti da Saras Spa per ora risultano essere stati respinti, mentre per quanto riguarda il Progetto Eleonora, nel Comune di Arborea, sono previste perforazioni esplorative che potrebbero raggiungere i 3.000 metri di profondità, fra l'altro in una zona che, come già denunciato anche da esperti del settore e associazioni ambientaliste, è prossima ad aree tutelate dalla Convenzione internazionale di Ramsar (2 febbraio 1971) sulle zone umide d'importanza internazionale (decreto del Presidente della Repubblica n. 448 del 1976), dal vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42 del 2004 e successive modifiche e integrazioni), da vincolo di conservazione integrale (legge regionale n. 23 del 1993), dal Piano paesaggistico regionale (decreto del Presidente della Regione n. 82 del 7 settembre 2006), destinato a riserva naturale regionale (legge regionale n. 31 del 1989, allegato A), sito di importanza comunitaria e zona di protezione speciale (direttiva n. 92/43/CEE);
- in merito al Progetto Eleonora per la ricerca di idrocarburi ad Arborea, emergono criticità sulle autorizzazioni e le necessarie procedure di verifica preventiva, visto che a tutt'oggi non risulta siano state impartite le necessarie disposizioni alle strutture tecnico-amministrative del competente Assessorato regionale della difesa dell'ambiente, al fine di garantire il massimo approfondimento delle analisi preventive finalizzate alle valutazioni di impatto ambientale;
- nonostante i forti dubbi e le incertezze su trivellazioni ed attività esplorative, le richieste di attività affini continuano ad arrivare in Sardegna da oltre Tirreno, consolidando non solo l'atteggiamento coloniale nei confronti del territorio e del popolo sardo, già pesantemente gravati dall'inquinamento ambientale, sia industriale che militare, ma anche un modello di sviluppo che antepone il profitto al rispetto della salute e dei diritti delle popolazioni e dei territori;
- oltre al Progetto Eleonora, nel Comune di Arbus, infatti, se ne conta un altro, denominato Igia, sempre della Sargas (società a diretto controllo della Saras) che prevede attività di ricerca di idrocarburi in un'area di circa 187 kmq nel Medio Campidano;
- oggi le attività di ricerca della Saras interesserebbero 36 comuni sardi: Assemini, Decimomannu e Decimoputzu, Cagliari e Capoterra, Elmas e Monastir, Nuraminis e San Sperate, Sestu e Uta, Villasor, Villaspeciosa, Oristano, Cabras, Riola Sardo, Nuraghi e Baratili, San Pietro, Zeddiani, Tramatza, Siamaggiore, Solarussa e Arborea, Palmas Arborea e Santa Giusta, Marrubiu, Terralba, San Nicolò Arcidano, Uras, Guspini, Mogoro, San Gavino, Villacidro, Samassi, Sanluri, Serramanna, Serrenti);
- contro la realizzazione di questo ennesimo progetto si è scatenata una forte presa di posizione da parte delle cittadinanze dei comuni interessati, fra cui l'amministrazione comunale di Sanluri, il cui sindaco ha infatti dichiarato pubblicamente e a mezzo stampa, la propria opposizione a tale progetto, confermando che la prima richiesta di attività esplorative risale a ben quattro anni fa;
- dietro progetti come questi si nascondono promesse di modernizzazione e di ricchezza sia per i comuni, che dovrebbero incassare ingenti indennizzi per lo sfruttamento dei loro territori, sia per le casse regionali: in verità, come già accaduto in passato, tali promesse non hanno avuto riscontro nella realtà;
CONSTATATO che:
- in Italia si registra un omologo caso in Basilicata, dove infatti continua a destare forti preoccupazioni ambientali l'impianto realizzato lungo i confini della principale area protetta della regione, in cui sono stati installati ben 39 pozzi, da cui vengono pompati circa 90mila barili di greggio al giorno: si apprende che le stesse amministrazioni comunali dei territori interessati abbiano più volte denunciato le proprie perplessità soprattutto per il mancato monitoraggio ambientale;
- in merito alla questione indennizzi, il caso della Basilicata è emblematico: risulta che ad oggi venga corrisposto un misero indennizzo annuo di 100 euro e 70 centesimi di benzina o gasolio ad abitante e solo ed esclusivamente ai cittadini che sono in possesso della patente di guida;
- la sfrenata ricerca di giacimenti petroliferi in Sardegna, per compensare il progressivo esaurimento di tale risorsa fossile, espone l'Isola a ulteriori disastri ecologici con compromissione della salute dell'ambiente e delle popolazioni: si pensi a ciò che è accaduto recentemente nel Golfo del Messico,
chiede di interrogare l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente e tutti gli assessorati ognuno per propria competenza per sapere:
1) a che punto di attuazione sia il progetto Igia, soprattutto per ciò che concerne le autorizzazioni e le necessarie procedure di verifica preventiva;
2) se abbiano considerato il fatto che i territori in cui le ricerche dovrebbe essere condotte sono prevalentemente ad uso agricolo e assai fertili, per cui questa economia fiorente potrebbe essere irreparabilmente compromessa dall'installazione di questi impianti;
3) quali siano i rischi a cui il territorio e l'ambiente circostante vengono esposti sia nella fase di realizzazione che nella fase di attività degli impianti;
4) quali siano le ripercussioni sulla salute ambientale e dei cittadini;
5) se a fronte della realizzazione di tale progetto siano previsti degli indennizzi per i comuni interessati e in quale misura;
6) quale sia il perimetro esatto dell'area interessata dal progetto;
7) se vi siano studi preventivi attestanti l'ipotetica presenza di gas e idrocarburi vari nelle aree interessate;
8) se i cittadini e le amministrazioni comunali interessate siano state informate adeguatamente e nei tempi previsti dalla legge o se sia previsto un piano di informazione mirato sugli imponenti lavori che dovranno essere svolti per la realizzazione dei vari impianti; l'entità delle attività una volta realizzati gli impianti; i rischi cui potrebbero incorrere, ecc.;
9) se in merito al Progetto Eleonora, ci siano stati sviluppi circa la procedura di VIA e se siano state avviate tutte le necessarie disposizioni agli uffici competenti del proprio assessorato perché sia garantito il massimo approfondimento delle analisi preventive finalizzate alle valutazioni di impatto ambientale. (1001)
Interpellanza Planetta sull'opportunità di adozione dei provvedimenti necessari di notifica presso l'Unione europea finalizzati all'applicazione delle disposizioni normative della legge regionale 2 agosto 2005, n. 12, per quanto riferibile al Comune montano di Borutta, anche al fine della partecipazione a tutti i bandi del PSR della Regione autonoma della Sardegna ed anche a tutte le provvidenze e le agevolazioni in cui la qualifica di comune montano viene considerata rilevante con la previsione di eventuali azioni compensative e risarcitorie per tutti i danni subiti negli anni dal paese e ad esso non imputabili.
Il sottoscritto,
PREMESSO che:
- Borutta è un comune non litoraneo della Provincia di Sassari situato nella regione storica del Meilogu sul costone settentrionale di un pianoro del monte Pelao, a 471 metri d'altitudine e a 28 km a sud-est del capoluogo, che conta circa 283 abitanti dall'ultimo censimento della popolazione;
- il territorio comunale di Borutta si estende su 4,8 kmq con un'altitudine minima di 389 metri s.l.m. ed un'altitudine massima di ben 730 metri s.l.m. ed ha un'economia che si fonda prevalentemente sulla produzione agricola e zootecnica;
CONSIDERATO che il Comune di Borutta risulta essere ricompreso negli elenchi che individuano le aree collinari e di montagna al fine dell'esenzione dall'IMU così come previsto:
a) dall'articolo 15 della legge 27 dicembre 1977, n. 984 (Procedure per l'individuazione delle aree collinari e di montagna);
b) dall'articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 (Esenzione dall'ICI per i terreni individuati ai sensi dell'art. 15 della legge 27 dicembre 1977, n. 984);
c) dall'articolo 8 del decreto legislativo 14 marzo 2011, n. 23 (Conferma dell'esenzione per l'IMU);
d) dalla circolare 14 giugno 1993, n. 9 del Ministero delle finanze in cui vengono concretamente individuate le aree di cui all'articolo 15 della legge n. 984 del 1977,
CONSIDERATO, ancora, che il Comune di Borutta risulta essere ricompreso negli elenchi che individuano le aree di montagna particolarmente svantaggiate e le altre aree svantaggiate ai fine di benefici contributivi, così come previsto:
a) dall'articolo 11, comma 27, della legge 24 dicembre 1993, n. 537 (che individua i benefici contributivi);
b) dalla delibera del CIPE del 1° febbraio 2001, n. 13 (che individua le aree svantaggiate ed in cui il territorio del Comune di Borutta è individuato come area particolarmente svantaggiata);
CONSTATATO che:
- la legislazione nazionale inerente la classificazione del territorio montano risale agli anni '50 e precisamente alla legge 25 luglio 1952, n. 991, recante "Provvedimenti in favore dei territori montani", articoli 1 e 14, e alla legge 30 luglio 1957, n. 657, articolo unico, che ha sostituito l'articolo 1 della legge n. 991 del 1952;
- l'elenco dei comuni montani è stato quindi stilato in applicazione della normativa nazionale dianzi richiamata e su richiesta di inclusione da parte dei comuni medesimi e, non avendo il Comune di Borutta mai richiesto l'inclusione in tale elenco, per cui la situazione si è cristallizzata alla data della sua entrata in vigore protraendosi inspiegabilmente fino ad oggi;
RILEVATO che:
- con il passaggio della competenza esclusiva alle regioni della potestà legislativa in materia di enti locali, la Regione ha emanato la legge regionale 2 agosto 2005, n. 12, la quale individua, all'articolo 6, le caratteristiche che il territorio comunale deve possedere per essere considerato montano e cioè che "il territorio deve essere situato almeno per il 50 per cento al di sopra dei 400 metri di altitudine sul livello del mare" ovvero "il territorio è situato per almeno il 30 per cento al di sopra dei 400 metri sul livello del mare e con un dislivello tra quota inferiore e superiore di almeno 600 metri";
- l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, successivamente, con deliberazione n. 49/16 del 21 ottobre 2005, disponeva la pubblicazione dell'elenco dei comuni della Sardegna aventi tali caratteristiche ricomprendendo il Comune di Borutta in tale elenco con addirittura il 100 per cento del suo territorio situato al di sopra dei 400 m sul livello del mare (dall'elenco citato è possibile constatare che i comuni della Sardegna con identiche caratteristiche (cioè il 100 per cento del territorio oltre tale altimetria) siano soltanto 15 e precisamente Aritzo, Belvì, Borutta, Buddusò, Desulo, Fonni, Gavoi, Isili, Lodine, Macomer, Mamoiada, Osidda, Serri, Tiana, Tonara);
RILEVATO ancora che il Comune di Borutta non risulta invece essere ricompreso negli elenchi che individuano le aree montane e delle zone caratterizzate da svantaggi naturali ai fini dell'ottenimento delle indennità di cui all'articolo 36 del regolamento (CE) 20 settembre 2005, n. 1698/2005 così come si evince:
a) dall'articolo 50, comma 4, del regolamento (CE) 20 settembre 2005, n. 1698/2005 (che individua le aree da parte degli stati membri);
b) dall'articolo 7 del decreto legislativo 30 dicembre 1992, n. 504 (esenzione dal'ICI per i terreni individuati ai sensi dell'articolo 15 della legge 27 dicembre 1977, n. 984);
c) dall'allegato al decreto dell'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale n. 1056/DecA/62 del 12 luglio 2012, che approvava le "Direttive per la classificazione dei terreni agricoli ricadenti in aree svantaggiate";
d) dall'allegato n. 5 al PSR 2007-2013 che riporta l'elenco delle zone montane e svantaggiate ai fini dell'ottenimento delle indennità compensative;
ATTESO che:
- la non considerazione come comune montano ha causato notevoli danni economici, soprattutto nel settore agricolo, quali il mancato pagamento dell'indennità compensativa, la non attribuzione di punteggi aggiuntivi nei bandi POR, la non applicazione di sgravi contributivi e fiscali ecc., oltre a non porre alcun freno al continuo spopolamento del paese di Borutta;
- alla luce della citata disposizione normativa regionale del 2 agosto 2005, n. 12, e della deliberazione n. 49/16 del 21 ottobre 2005, non si capisce come mai il Comune di Borutta continui ad essere "dimenticato" in tutti i bandi del PSR della Regione autonoma della Sardegna ed anche per tutte le provvidenze e le agevolazioni in cui la qualifica di comune montano viene considerata rilevante,
chiede di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica, per sapere se questa Amministrazione non ritenga:
1) opportuno correggere celermente quella che verosimilmente appare come una dimenticanza da imputare allo scarso peso demografico del comune e al limitato numero di ettari del suo territorio ovvero, molto più probabilmente, alla mancata notifica a Bruxelles da parte della Regione delle intervenute modifiche normative;
2) opportuna l'adozione dei provvedimenti di notifica necessari presso l'Unione europea e l'emanazione, da parte dell'assessorato competente in materia, di una circolare esplicativa nei confronti di tutti gli uffici che fanno capo all'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale al fine dell'applicazione, negli ambiti di loro competenza, delle disposizioni normative della legge regionale 2 agosto 2005, n. 12, anche per quanto riferibile al Comune montano di Borutta, prevedendo finanche azioni compensative e risarcitorie per tutti i danni subiti negli anni dal paese e ad esso chiaramente non imputabili. (375)