CCCLX SEDUTA
(POMERIDIANA)
MERCOLEDI' 10 OTTOBRE 2012
Presidenza del Vicepresidente BRUNO
indi
della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 17 e 05.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana del 26 settembre 2012 (352), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Ignazio Artizzu, Gianfranco Bardanzellu, Radhouan Ben Amara e Giorgio Cugusi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 10 ottobre 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo la verifica del numero legale.
(Appoggia la richiesta il consigliere Giampaolo Diana)
PRESIDENTE. Poiché devono essere trascorsi dieci minuti dall'inizio della seduta prima di poter procedere a una votazione, sospendo la seduta sino alle ore 17 e 16.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 06, viene ripresa alle ore 17 e 16.)
PRESIDENTE. Onorevole Diana, mantiene la richiesta di verifica del numero legale?
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Sì.
PRESIDENTE. Invito uno dei Segretari al banco della Presidenza.
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Prendo atto che il consigliere Contu Mariano è presente.
PRESIDENTE. Sono presenti 43 consiglieri.
Risultano presenti i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Bruno - Cappai - Cherchi - Cocco Daniele - Contu Felice - Contu Mariano - Cossa - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessi' - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Randazzo - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Zedda - Zuncheddu.
Poiché il Consiglio è in numero legale possiamo proseguire.
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 385/A.
Passiamo all'esame dell'articolo 4 bis, al quale è stato presentato un emendamento.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 4 bis e del relativo emendamento:
Art. 4 bis
Parametri cessione crediti
1. Alla fine del comma 5 dell'articolo 13 della legge regionale 19 gennaio 2011, n. 1 (legge finanziaria 2011), sono aggiunte le seguenti parole: "Il tasso d'interesse massimo applicabile all'operazione di sconto deve essere il più vantaggioso tra quelli da reperire nel mercato finanziario.".
Emendamento soppressivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 4 bis
Il comma 1 è soppresso.
(15).)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo il voto segreto sull'articolo 4 bis e sull'emendamento numero 15.
PRESIDENTE. Onorevole Diana, avrebbe dovuto prenotarsi e intervenire in sede di discussione dell'articolo, comunque lo ritengo un intervento.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Capelli.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Sarò molto breve, avverto i colleghi che vogliono iscriversi che probabilmente non utilizzerò tutti e dieci i minuti a disposizione. Vorrei richiamare l'attenzione, Assessore, sull'articolo 4 bis per cercare di capire insieme il senso e l'utilità di questo articolo che si rifà, come ben sapete, all'articolo 13 della legge numero 1 del 2011, ovvero la legge finanziaria. L'articolo 13 legifera in merito alla riduzione delle liste d'attesa, al contenimento della spesa farmaceutica e al pagamento dei fornitori. Nello specifico il comma 5 apre alla possibilità della cessione del credito. Si interviene, con questo emendamento aggiuntivo, per inserire la frase: "Il tasso di interesse massimo applicabile…". In una corretta contrattazione con gli istituti di credito non ha nessun senso parlare di tasso massimo applicabile e soprattutto è pleonastico dire che deve essere il più vantaggioso da reperire sul mercato. Mi sembra questo un dovere non soltanto del pubblico amministratore, ma del buon padre di famiglia, di chi gestisce i propri denari e, ancor di più, di chi gestisce le finanze altrui, che deve ovviamente contrattare sulle migliori condizioni possibili. Si dice addirittura che deve essere il tasso massimo. Perché non citare il tasso minimo, o questo non deve essere il più vantaggioso?
Il comma 5 è scritto molto male, non ha efficacia, non serve, è pleonastico e consiglierei, se fosse possibile, Assessore, di prendere in considerazione la soppressione dell'articolo 4 bis o l'assenso eventualmente all'emendamento che, se non sbaglio, è soppressivo, perché ho visto che su tutti gli articoli i colleghi hanno presentato un emendamento soppressivo. Ritengo inopportuno questo articolo, anche perché non ha nessuna efficacia sulla spesa. L'articolo 13 della finanziaria delinea già bene quali possono essere le condizioni per la cessione del credito e ha avuto ben poco effetto, tra l'altro, nell'abbattimento della spesa farmaceutica.
A tal fine, le segnalo una cosa, Assessore, che potrà interessare anche a qualche collega. Ci stiamo arrabattando tanto, credo anche lei, nel tenere i conti a posto, nel cercare di limitare gli sprechi nella spesa farmaceutica. Un dato a tutti conosciuto è, per esempio, il fatto che sull'intero importo destinato alla spesa sanitaria il 30 per cento circa va via in cose inutili che nessun effetto hanno sul servizio da garantire ai cittadini in termini sanitari. Parlo di consulenze, di sprechi e di sovrapprezzi.
Durante la discussione dell'articolo 13, per esempio, io richiamai l'attenzione dei colleghi sul fatto che quando si fa un'offerta a una pubblica amministrazione per la fornitura di un bene o di un servizio tutte le imprese calcolano fin da subito l'onere del mancato pagamento nei termini, nel senso che se devo acquistare un bene che vale 100 sul mercato lo avrò offerto con una percentuale di ricarico pari ai costi finanziari causati dal sicuro ritardato pagamento. E' tutto un sistema che se rivisitato porterebbe a un grande risparmio per le casse della pubblica amministrazione nel valutare la certezza dei tempi di pagamento o il contenimento dei tempi di pagamento così come previsti per legge. A questo ci arriveremo purtroppo per l'ennesima legge di intervento del Governo Monti, che stabilirà i tempi massimi di pagamento, e sono tempi europei. Solo l'Italia - e noi potremmo farlo molto velocemente - non ha ancora provveduto in merito, causando disservizio da una parte e oneri finanziari dall'altra che, alla fine, ricadono sempre sulla pubblica amministrazione o sulle imprese, che sono costrette a boccheggiare per mancanza di liquidità.
Ma sulla spesa farmaceutica, per essere sintetico e per richiamare un po' di attenzione sugli sprechi, voglio soltanto riferire un fatto. Ho verificato, per esempio, che il servizio 118 nel nord Sardegna ha uno strano modo di determinare l'assegnazione dei farmaci per quanto riguarda l'emergenza-urgenza. Troverà, Assessore, che a seguito dell'intervento del solerte responsabile del servizio 118 nel nord Sardegna le ambulanze medicalizzate non sono dotate di un solo farmaco antiaggregante (per chi non lo sapesse un antiaggregante è l'aspirina, costo: qualche centesimo). Le ambulanze di emergenza-urgenza, che tra l'altro sono offerte con un servizio esterno (sono quelle della ASL numero 1 di Sassari, cosa strana e unica nel grande quadro delle ASL regionali, con tutte le conseguenze e l'aggravio di costi per quella ASL), sono dotate di ben tre antiaggreganti, e fin qui nulla sembrerebbe strano, se non che gli altri due antiaggreganti, oltre all'aspirina, in dotazione obbligatoria per quelle ambulanze e con scadenza a sei mesi costano uno 560 euro a confezione e l'altro 1.800 euro a confezione. Poi diciamo che bisogna stanziare 21 milioni di euro per abbattere le liste d'attesa, per le azioni di contenimento della spesa farmaceutica. Ebbene non bisogna stanziare niente, bisogna anzi sanzionare e cacciare via le persone incompetenti. A mio avviso, non è solo una questione di incompetenza quando si verificano casi come quelli che le sto sottoponendo, perché poi si moltiplicano i costi, e sono centinaia di migliaia se non milioni di euro che vanno nella spazzatura, nella raccolta differenziata dei farmaci. Sono costi insostenibili, per contenere i quali dobbiamo intervenire immediatamente, altrimenti nei confronti di quelle case farmaceutiche matureremo dei debiti sui quali dovremo pagare gli interessi per lo sconto al tasso massimo qui richiamato.
Non sono quelli previsti qui gli interventi da fare, Assessore, e chi suggerisce questi interventi o è incapace o è in malafede, e non so per quale di queste due voci propendere nella mia interpretazione, nel mio giudizio, come nel caso che le ho appena riportato. Ma potrei citargliene tanti altri che assommano, ripeto, a centinaia di migliaia se non di milioni di euro. E' lì il buco della sanità, queste cose creano il buco della sanità, in queste cose va quel 30 per cento della spesa sanitaria che noi sosteniamo per servizi che non arrivano al cittadino, ma che vanno a ingrossare le tasche di speculatori amministrativi e politici della sanità.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, precedentemente ho interrotto il discorso esplicitando le vicissitudini burocratiche che hanno reso difficile e accidentato un percorso che pure ha avuto il riconoscimento, anche attraverso atti formali da parte della Regione sarda, della validità del progetto e di una grande utilità. Ma dopo un anno di attività e i risultati prodotti, la politica stenta ancora ad accettare una tale esperienza concepita e sviluppata da una pubblica istituzione. Anzi, il 2009 si chiude dolorosamente e con l'impossibilità di erogare al personale le tredicesime e gli stipendi del mese di dicembre. Tuttavia, se da un lato l'attività viene mortificata da gravi problemi finanziari, sotto il profilo sanitario e umano il 2009 è stato ricco di importanti eventi. In particolare si ricorda, perché venne riportata dalla stampa locale e non, la storia di Andrea, 9 anni, romano, cerebroleso dalla nascita, che ha vissuto un'infanzia travagliata accompagnata da una pesantissima diagnosi: il bambino non avrebbe mai parlato, mai camminato e mai sorriso. La madre, disperata, non si perde d'animo e comincia un lungo calvario fra gli ospedali e i centri più importanti in Italia e all'estero: il Bambino Gesù di Roma, dove certificano che Andrea è ipotonico e spastico, e il S. Alessio, per la riabilitazione visiva; in Polonia utilizza la tuta riabilitativa Adeli. Nel 2004 Andrea subisce un intervento per l'allungamento del tendine di Achille e gradualmente comincia a camminare passando dalle stampelle a due tripodi. Un nuovo intervento chirurgico ai flessori del ginocchio migliora il suo portamento, ma il bambino non può fare a meno dei tripodi. Si reca all'Ospedale di Viterbo per una risonanza magnetica e rientra al Bambino Gesù, dove la diagnosi viene confermata: Andrea non camminerà mai, forse le sue disfunzioni sono legate a un problema visivo-spaziale. La madre non si arrende e cerca ancora altro ricovero presso il Polo scientifico di Bosisio Parini in provincia di Lecco, dove illustri primari, compreso un professore americano che visitò Andrea a Bari, consigliano un intervento sui flessori, perché l'intervento al tendine di Achille era stato, a loro parere, inutile. Tuttavia non vi è nessuna garanzia che Andrea possa camminare da solo. Sul finire del 2008, attraverso il suggerimento di un'amica che aveva una bambina con la stessa patologia di Andrea che era stata per tre giorni nel Centro di cura "Santa Maria Assunta" di Guspini, la madre di Andrea contatta il Centro e trasferisce in Sardegna il bambino, che da subito viene sottoposto alle terapie riabilitative robotizzate in acqua, col pieno coinvolgimento della madre e la gioia di Andrea che diventa mascotte del centro. Dopo oltre un mese di attività e di presa in carico della famiglia, Andrea inizia a camminare da solo e la madre non può trattenere un urlo di gioia quando, in un momento di relax, in conversazione alla reception del Centro, vede Andrea senza sostegno andare incontro a Rosa, la terapista preferita. Così la madre in una nota scrive: "Ho vinto, contro tutto e contro tutti, e grazie a questo Centro splendido. Ora spero che a Roma possano mantenere quello che qui abbiamo acquistato. Non sarà facile".
Ma il 2009 è l'anno del rendiconto dell'attività, per comprendere quanto il Centro di cura di Guspini possa essere utile al contenimento della spesa sanitaria. Nel febbraio 2010 la direzione del Centro riepiloga all'Assessorato della sanità l'attività svolta, dall'avvio della riabilitazione, da ottobre fino a dicembre 2009. Nell'ultimo trimestre del 2008 i giorni di degenza effettiva sono stati 1.940, giorni riconosciuti 990, pari a 90 giornate, per 11 posti accreditati e rimborsati dalla ASL a 215 euro come prestazioni riabilitative a tariffa provvisoria. Nell'ultimo trimestre 2008 per le effettive giornate di degenza ospedaliera dei pazienti ricoverati al Centro la spesa per la sanità regionale sarebbe stata di 1 milione 552 mila euro; ipotizzando un costo di 800 euro al giorno negli ospedali, se questi pazienti fossero rimasti nel Centro e se tutte le giornate fossero state riconosciute la spesa sarebbe stata di 417 mila euro. Di quella somma al Centro vengono riconosciuti 212.850 euro per 990 giornate. Il 2009, invece, è un anno più determinato e determinante perché in dodici mesi i giorni di degenza sono stati 10.602, prestazioni per i giorni riconosciuti 4.015, pari a 365 giornate, per 11 posti accreditati sempre a 215 euro. Nel 2009, appunto, per le effettive giornate di degenza dei pazienti ricoverati al Centro, la spesa in ospedale sarebbe stata di 8 milioni 481 mila 600 euro, ipotizzando sempre un costo medio di 800 euro pro die. Nel Centro quelle prestazioni, se fossero state riconosciute, sarebbero costate 2 milioni 322 mila 430 euro, mentre quelle effettivamente riconosciute sono costate solo 863 mila 225 euro, pari a 4.015 giornate. In sintesi, in quindici mesi il Centro di cura "Santa Maria Assunta" ha contribuito a ridurre il costo della sanità di ben 7 milioni 294 mila 70 euro, fornendo prestazioni appropriate che hanno prodotto ulteriori economie di difficile quantificazione. Infatti, centinaia di pazienti trattati, una volta rientrati al proprio domicilio, guariti o riabilitati, non hanno avuto bisogno di usufruire di ulteriori periodi di ricovero, in particolare nelle RSA, con tempi e costi sociali e sanitari non definibili. Il Centro redige per tutti i pazienti trattati il relativo piano terapeutico, inviato all'Azienda sanitaria di riferimento per la valutazione dell'appropriatezza. Il 2010 si avvia con grosse difficoltà e il Centro intensifica, senza riscontri positivi, gli incontri e gli scambi epistolari con l'Assessorato. Sono diverse infatti le comunicazioni formali che documentano gli intesi e difficili momenti, come la nota del 24 febbraio 2010, protocollo numero 156, con cui si segnala all'Assessore della sanità, al sindaco e alle organizzazioni sindacali l'urgente necessità di intervento per uscire dalla pesantissima crisi finanziaria in cui versa la Fondazione "Guspini per la vita". Si ribadiscono nuovamente le proposte di soluzione, con l'accreditamento di 50 posti, sulla base della delibera numero 39 del 16 gennaio 2009 o, in alternativa, il mantenimento dei 22 posti letto di riabilitazione, più l'attivazione di 28 posti di riabilitazione ospedaliera, provenienti dai 56 assegnati all'Ospedale di San Gavino, ma mai messi in esercizio per mancanza di spazi. Infine si chiede il riconoscimento delle prestazioni rese fino a quel momento, per consentire il superamento della crisi finanziaria, nelle more di un possibile assetto stabile del Centro. La mancanza di risposte induce ancora una volta la direzione a inoltrare un ulteriore sollecito, al quale non vengono mai date risposte, con nota del 3 marzo 2010, protocollo numero 262, ove si denuncia, per l'ennesima volta, la criticità della situazione finanziaria determinata dal mancato riconoscimento delle prestazioni per le quali da più di un anno e mezzo si stanno anticipando risorse non più disponibili per garantire la funzionalità del Centro e le prestazioni agli oltre cinquanta pazienti ricoverati.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Corda. Ne ha facoltà.
CORDA (P.D.). Assessore, tutti siamo consapevoli dell'esigenza di contenere la spesa e ridurre i costi di qualunque servizio venga erogato. Lei ci invita a tener presente questo aspetto, anche perché viviamo una situazione particolarmente difficile in cui i trasferimenti dello Stato si avviano ormai, in modo più massiccio, a essere prossimi allo zero e dobbiamo quindi arrangiarci con le poche risorse di cui disponiamo. Questo, ahinoi, vale anche per il Servizio sanitario regionale, nonostante tutti sappiamo che la salute è il primo diritto dell'uomo e dovrebbe essere fatto ogni sforzo per garantire questo diritto fondamentale. Da lei viene costantemente l'invito a prendere coscienza di questa situazione di disagio e quindi a moderare le pretese anche da parte di coloro che avrebbero ragione di chiedere, a vantaggio dei propri territori, un minimo segnale di attenzione.
Ebbene, nonostante questa consapevolezza, nonostante questa situazione finanziaria, direi, quasi drammatica, siamo a conoscenza del fatto che in determinate aziende sanitarie si spende in lungo e in largo. Nonostante i suoi inviti, Assessore, alle diverse aziende a rispettare le direttive da lei emanate, si verifica, per esempio, il frequente e continuo ricorso - è stato denunciato poc'anzi da diversi colleghi - alle assunzioni cosiddette interinali. Sappiamo bene tutti che il costo delle assunzioni interinali è maggiore di quello che si sopporterebbe se si facesse ricorso alle assunzioni ordinarie dall'Ufficio provinciale del lavoro, tuttavia si persiste ed è di appena qualche giorno fa una delibera della ASL di Olbia per l'assunzione di 22 unità da destinare a fronteggiare l'emergenza della peste suina africana. Si tratta di 22 ausiliari, non parliamo quindi di personale particolarmente qualificato o specializzato, parliamo di personale generico.
A parte il fatto che è assolutamente fuori luogo parlare di emergenza in una situazione che vede presente questa malattia da anni, senza che si riesca a sconfiggerla, e non si può sicuramente attribuirne la responsabilità direttamente a lei, Assessore, era ampiamente prevedibile l'esigenza di una maggiore dotazione organica, per cui si procede in modo sistematico alle assunzioni dalle agenzie interinali. A lei, Assessore, è doveroso porgere la domanda: ma è tutta una messa in scena, è una presa in giro quella con cui ci viene assicurato che era sin da subito ed è suo intendimento fare in modo che il ricorso a questo anomalo sistema di assunzioni abbia fine? Lo si dice tanto per arginare le proteste che sovente vengono fatte dalle organizzazioni sindacali, ma anche in quest'Aula, oppure c'è qualcosa di serio? Se c'è qualcosa di serio, come io voglio credere, Assessore, le chiedo come mai i direttori generali si sottraggono alle sue direttive. E se è serio, e io credo che lo sia e lo debba essere, perché non prende provvedimenti nei confronti di quei direttori generali, di quelle aziende sanitarie che continuano imperterrite a disconoscere le sue direttive?
Credo che questo non sia un aspetto secondario, se è vero com'è vero che in molte ASL la voce di spesa "prestazioni di servizi", sotto la quale si nasconde l'assunzione di personale dalle agenzie interinali, ha raggiunto dimensioni spaventose. Nella sola ASL di Olbia nel 2010 questa voce di spesa ha raggiunto l'importo di 10 milioni di euro, 20 miliardi delle vecchie lire. Allora, siccome è una voce di spesa, ripeto, non indifferente, credo sarebbe il caso di intervenire in modo efficace. Noi capiamo che vi sono difficoltà riconducibili, sicuramente, a una visione, a una concezione tutta particolare legata a esigenze clientelari, esclusivamente clientelari, ma crediamo che in una situazione come questa oggi non debba essere più permesso a nessuno di continuare con questo metodo. Se in passato, quando le vacche erano grasse, si poteva anche derogare, oggi credo che questo non sia più possibile. Pertanto, Assessore, oltre alle dichiarazioni di buona volontà, oltre ai proclami, oltre all'annuncio di grandi programmi, oltre alla grande capacità di comunicazione che mettete in atto, vedete di correggere in concreto le storture che hanno fatto sì che il debito in sanità crescesse, purtroppo, in misura così considerevole.
Venendo più strettamente al merito della legge, come abbiamo avuto modo di dire nella discussione generale, siete voi per primi voi a non credere nell'approvazione di questo testo di legge. E' assolutamente anomalo il comportamento tenuto anche in Aula dalla maggioranza: non un intervento a difesa di questo testo, ma qualche difensore d'ufficio sì, per la verità. C'è stato l'intervento del Capogruppo del PDL, con la capacità oratoria che lo caratterizza, ma poi nessun intervento è stato speso in difesa di questo testo, alla cui bontà ed efficacia è evidente che nessuno crede. Si trascina dunque in modo stanco una discussione non partecipata, disattenta, proprio perché state per approvare senza convinzione il testo di legge in esame, se lo approverete, se con testardaggine continuerete a volerlo approvare così com'è, respingendo anche gli emendamenti che costruttivamente erano stati proposti prima in Commissione e poi in Aula, e non con l'obiettivo di far perdere tempo, ma solo per cercare di migliorare, anche se lo ritengo improbabile, un testo che effettivamente mostra tutte le carenze denunciate prima dalla collega Barracciu e dagli altri intervenuti. Io credo che sarebbe cosa saggia e meritoria sospendere la discussione e procedere a una rivisitazione completa di questo testo di legge, alla luce dei provvedimenti assunti appena ieri dal Governo nazionale, che verosimilmente verranno convertiti in legge.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Continuo il discorso dell'onorevole Corda. Credo che sia importante continuare il discorso sulla nostra richiesta di sospensione in attesa degli atti che il Governo nazionale sta ponendo in essere per quanto riguarda la legge di stabilità. Stamattina l'abbiamo chiesto più volte alla Presidente del Consiglio, chiediamo adesso al Vicepresidente che sta presiedendo di intervenire per poter capire se veramente si può procedere in questa discussione mentre l'Aula attende notizie da Roma per capire se i provvedimenti adottati questa notte dal Governo ci creeranno problemi tali da dover assolutamente rivedere domani il testo di legge in esame. Crediamo che questo non sia un posto dove fare liturgie, ma dobbiamo cercare di essere concreti e per esserlo in questo momento, come diceva stamattina l'onorevole Oppi, bisogna sospendere questa discussione. Non abbiamo mai corso, non si capisce perché dobbiamo correre proprio nel momento in cui è opportuno frenare.
Stamattina, il collega Gian Valerio Sanna ha ricordato molto bene le questioni relative ai registri delle patologie. Per dare un contributo positivo, e spero che l'Assessore - ma è solo una battuta - mi possa ascoltare, sottolineo che non solo l'onorevole Sanna, ma anche altri colleghi hanno evidenziato come sia inutile introdurre per legge determinate fattispecie che ci permettono di stabilire quali sono i registri di patologia. Anche secondo me questo argomento non va normato attraverso una legge. Immaginate cosa succederà se passa questa legge, ovvero il giorno dopo la sua approvazione l'associazione x ci chiederà: "Perché non avete inserito nel registro delle patologie la patologia x?". Poi chiamerà l'associazione xy e ci chiederà: "Perché non avete inserito nella legge la patologia xy?". E si andrà avanti così, x al quadrato, xy alla terza, xyx alla seconda! E l'Assessore dovrà rispondere: "Non posso farci nulla perché purtroppo è stata fatta una legge", mentre secondo il ragionamento fatto stamattina dall'onorevole Gian Valerio Sanna e secondo quello che sosteniamo noi in questa situazione l'Assessore, con i poteri che la legge deve attribuirgli, può trovare una soluzione, col concerto ovviamente del Consiglio regionale, perché siano contemplate anche altre patologie, perché l'elenco delle patologie previsto non è esaustivo.
Assessore, mi dispiace, ma noi non ci prendiamo questa responsabilità. Quando verrà detto che il Consiglio non ha considerato certe patologie e si mobiliteranno migliaia di persone per protestare noi diremo: "Noi abbiamo votato contro suggerendo percorsi amministrativi che avrebbero permesso la massima flessibilità, mentre voi purtroppo avete votato a favore, creando rigidità anche nei poteri che sono propri dell'Assessore della sanità". Ritengo che anche per questi motivi, e non solo quindi per le ragioni che stanno determinando le scelte del Governo, sia necessaria un'ulteriore riflessione. Tra l'altro mi sembra che il segretario nazionale del nostro partito abbia affermato che la situazione è grave, quindi siamo molto preoccupati della situazione che si sta creando con il decreto legge approvato la notte scorsa dal Governo. Siamo tutti preoccupati, il segretario Bersani ha fatto delle affermazioni molto forti, per cui non credo che da questa parte vi siano persone tanto irresponsabili da non vedere che la Sardegna rischia di prendere una doppia botta, perché la prende sia sul taglio di 1 miliardo di euro che riguarda la sanità sia sul taglio di 2 miliardi di euro che riguarda le cinque Regioni a statuto speciale (se sono ancora cinque, non so se nel frattempo ne sia stata soppressa qualcuna).
Questo incrocio di cose rispetto a una materia così delicata ci induce a fare degli attenti ragionamenti su come rimediare eventualmente a certe situazioni nell'interesse dei sardi. Questo è un concetto che ripetiamo sempre e credo che dobbiamo assolutamente andare fino in fondo. A lei, signor Vicepresidente, ripeto l'invito a valutare insieme alle forze politiche se sia opportuno andare avanti a oltranza mentre aspettiamo da Roma notizie che riguardano anche il destino della legge in esame.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per esprimere il parere sull'emendamento numero 15 ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore.
LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Il parere sull'emendamento numero 15 è contrario.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 4 bis.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 69
maggioranza 35
favorevoli 32
contrari 36
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cossa - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.)
Ha domandato di parlare il consigliere Steri. Ne ha facoltà.
STERI (U.D.C.-FLI). Chiedo dieci minuti di sospensione.
PRESIDENTE. Se non ci sono opposizioni, la seduta è sospesa, riprenderà alle ore 18 e 03.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 53, viene ripresa alle ore 18 e 06.)
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Presidente, non ho nessun appunto da fare sulla conduzione dei lavori, che anzi riconosco viene da lei esercitata con grande equilibrio e competenza, purtroppo però in casi come questi vengono commessi errori da parte di chi vota. In questo caso non si sapeva se si stava votando l'emendamento o l'articolo.
Ripeto, non è un problema suo, è più un problema di chi deve stare in Aula fra questi banchi. Le chiedo soltanto di attendere prima del voto esplicitando bene che cosa si sta per votare. Solo questo volevo dire per il futuro, senza che suoni come appunto alla sua persona, Presidente, di cui riconosciamo l'equilibrio.
PRESIDENTE. La ringrazio, onorevole Pittalis, ma io, come avrà modo di leggere dai resoconti, per quattro volte ho detto che stavamo votando il mantenimento dell'articolo, e l'ho fatto ai sensi dell'articolo 85, terzo comma, del Regolamento, che dice: "Nel caso della presentazione di un solo emendamento soppressivo" - ed era questo il caso - "si pone ai voti il mantenimento del testo". Per ben quattro volte ho ripetuto all'Aula che stavamo votando il mantenimento del testo. La ringrazio per l'appunto, ma ritengo di aver svolto il mio compito con diligenza e secondo il Regolamento.
PRESIDENTE. Passiamo all'esame dell'articolo 5, al quale sono stati presentati degli emendamenti.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo 5 e dei relativi emendamenti:
Art. 5
Controlli
1. L'articolo 29 della legge regionale 28 luglio 2006, n. 10 (Tutela della salute e riordino del servizio sanitario della Sardegna. Abrogazione della legge regionale 26 gennaio 1995, n. 5), è sostituito dal seguente:
"Art. 29 (Controlli regionali)
1. La Regione esercita, per il tramite dell'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale, il controllo preventivo sui seguenti atti delle aziende sanitarie:
a) bilancio di esercizio;
b) atti di disposizione del patrimonio eccedenti l'ordinaria amministrazione;
c) atti o contratti che comportino impegni di spesa su base pluriennale per un importo complessivo superiore a euro 5.000.000.
2. Gli atti o i contratti che comportano impegni di spesa inferiori a euro 5.000.000 non sono soggetti a controllo preventivo, ma sono comunicati all'Assessorato contestualmente alla loro adozione.
3. Il controllo previsto nel comma 1 è di legittimità e di merito. Il controllo di legittimità consiste nel giudizio circa la conformità dell'atto rispetto a disposizioni legislative e regolamentari. Il controllo di merito ha natura di atto di alta amministrazione e consiste nella valutazione della coerenza dell'atto adottato dall'azienda rispetto agli indirizzi della programmazione regionale e alle direttive della Giunta regionale nella materia oggetto dell'atto.
4. Il termine per l'esercizio del controllo previsto nel comma 1 é di trenta giorni consecutivi a eccezione di quello previsto alla lettera c) che è di quindici giorni. Il termine, decorso il quale gli atti si intendono approvati, è interrotto qualora l'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale richieda chiarimenti o elementi integrativi e riparte con il ricevimento degli elementi integrativi da parte dell'Assessorato.
5. Gli atti soggetti al controllo preventivo ai sensi del comma 1 sono pubblicati in forma integrale contestualmente al loro invio al controllo. In attesa del controllo regionale a essi non è data esecuzione.
6. La Giunta regionale nomina commissari per l'adozione degli atti obbligatori per legge, previa diffida a provvedere nel termine di trenta giorni, in caso di omissione o ritardo da parte del direttore generale.".
2. Il comma 3 dell'articolo 21 della legge regionale 4 agosto 2008, n. 12 (Riordino dell'Istituto zooprofilattico sperimentale della Sardegna "Giuseppe Pegreffi", ai sensi del decreto legislativo 30 giugno 1993, n. 270, e abrogazione della legge regionale 22 gennaio 1986, n. 15), è sostituito dal seguente:
"3. Il termine per l'esercizio del controllo previsto dalle lettere a) e b) del comma 1 è di trenta giorni consecutivi. Il termine, decorso il quale gli atti si intendono approvati, è interrotto qualora l'Assessorato dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale richieda chiarimenti o elementi integrativi e riparte con il ricevimento degli elementi integrativi da parte dell'Assessorato.".
3. Il punto 16) della lettera b) del comma 24 dell'articolo 1 della legge regionale 28 dicembre 2009, n. 5 (legge finanziaria 2010), è abrogato.
Emendamento soppressivo totale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
L'Articolo 5 è soppresso
(16)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il comma 1 è soppresso.
(17)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 1 del comma 1 è soppresso.
(18)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 1 della lettera a) del comma 1 è soppresso.
(19)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 1 della lettera b) del comma 1 è soppresso.
(20)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 1 della lettera c) del comma 1 è soppresso.
(21)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 2 del comma 1 è soppresso.
(22)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 3 del comma 1 è soppresso.
(23)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 41 del comma 1 è soppresso.
(24)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 5 del comma 1 è soppresso.
(25)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il punto 6 del comma 1 è soppresso.
(26)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il comma 2 è soppresso.
(27)
Emendamento soppressivo parziale Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Il comma 3 è soppresso.
(28)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Al punto 4 dell'Articolo 5 dopo le parole "elementi integrativi da parte dell'Assessorato", sono aggiunte le seguenti parole: "Il medesimo termine è sospeso dal 5 al 25 agosto e dal 24 dicembre al 6 gennaio. Ai fini del calcolo del termine per l'esercizio del controllo di cui alle lettere a) e b) del comma 1 non sono computati i sabati, le domeniche e le festività nazionali e infrasettimanali individuate dalla legge.".
(29)
Emendamento aggiuntivo Barracciu - Espa - Corda - Mariani - Giampaolo Diana - Uras - Salis.
Articolo 5
Dopo l'Articolo 5 si aggiunge il seguente Articolo:
Art. 5 bis
1. Gli operatori che svolgono attività per conto del Servizio sanitario regionale sono tenuti, entro tre mesi dall'entrata in vigore della presente legge, a garantire il tempestivo adempimento dei propri obblighi retributivi e contributivi. Il mancato adempimento dei suddetti obblighi comporta l'applicazione della procedura di infrazione secondo le modalità ed i tempi previsti dalla deliberazione della Giunta regionale 31 ottobre 2007, n. 44/22 (Piano regionale dei Servizi sanitari 2006-2008: Procedura di infrazione in caso di inadempienze nell'applicazione dei CCNL - Indirizzi applicativi).
2. Il mancato rispetto della diffida, di cui alla deliberazione della Giunta regionale n. 44/22 del 2007, a provvedere al pagamento degli stipendi al personale dipendente e, comunque, il mancato pagamento degli stipendi ai propri dipendenti protratto oltre novanta giorni, comporta l'automatica risoluzione del rapporto di convenzione con il Servizio sanitario regionale.
3. La risoluzione di cui al comma 2 è comunicata all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale dalla ASL presso la quale l'operatore esercita l'attività di cui al comma 1.
(30).)
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
Ricordo che i consiglieri che intendono prendere la parola devono iscriversi non oltre la conclusione dell'intervento dell'onorevole Porcu, che ha a disposizione dieci minuti.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, siamo un po' costretti a fare ginnastica parlamentare questo pomeriggio, perché su questa legge molto è stato detto, molto si può continuare a dire, ma è anche vero che in queste ore, in questi istanti, si decidono vicende che probabilmente per la nostra autonomia sono molto più importanti. Ci troviamo sotto un fortissimo attacco alla nostra specialità. Io affino l'analisi fatta dalla collega Barracciu e anche dall'Assessore: se consideriamo che complessivamente le risorse trasferite e rese spendibili secondo il patto di stabilità sono 5 miliardi e 700 milioni di euro, di cui 2 miliardi e 700 milioni di euro è l'importo relativo alla spesa, diciamo, non sanitaria, ci accorgiamo che lo stanziamento di 3 miliardi e 400 milioni di euro per la sanità lascia, già adesso, disponibili per la spesa non sanitaria 2 miliardi e 300 milioni di euro, cifra addirittura inferiore a quanto previsto dal patto di stabilità. E' chiaro che in rapporto alla disponibilità effettiva già oggi, per effetto del patto di stabilità, la nostra specialità è stata "normalizzata" con una spesa sanitaria effettiva, sul totale della spesa disponibile, fuori dal patto e dentro il patto, che è di oltre il 60 per cento. Se questa disponibilità in termini di trasferimenti effettivi dallo Stato alla Regione dovesse ulteriormente scendere da quei 5 miliardi e 700 milioni di euro, che ricordo sono in parte trasferimenti dello Stato per circa 4 miliardi e 700 milioni e 1 miliardo di tributi propri della Regione, la quota di spesa sanitaria sul bilancio di questa Regione salirebbe ancora e si avvicinerebbe al 70 per cento, e la normalizzazione della nostra specialità sarebbe completa, perché con il restante 30 per cento, e cioè poco più di 2 miliardi di euro, dovremmo pagarci una serie di spese obbligatorie che vanno dal funzionamento degli enti alla macchina amministrativa, ai trasferimenti agli enti locali, al fondo per la non autosufficienza. Il nostro ruolo di legislatori sarebbe quindi confinato a quello di leve dell'entità di alcuni spiccioli. Per non parlare, poi, dell'intervento preventivo dello Stato, attraverso la Corte dei conti, su ogni atto di questo Consiglio e della normalizzazione dello stesso Consiglio regionale, che rischia di essere privato di una funzione effettiva in termini di strutture e di supporti, dal momento che non sappiamo bene come saranno individuati gli standard, che magari saranno quelli relativi ad assemblee che non hanno la storia e la tradizione della nostra Assemblea o che non sono assemblee legislative, ma sono poco più che dei consigli comunali di dimensione regionale.
Nel momento in cui lo Stato riavoca a sé la competenza sulle grandi reti energetiche e dei trasporti, e si lascia quindi l'ultima parola su ognuno di questi aspetti, mettendo la parola fine su ogni ipotesi di federalismo autonomistico e anche sulla legislazione concorrente, riprendendosi per intero persino la competenza su una materia come il turismo, sulla quale nella nostra tradizione parlamentare avevamo addirittura autonomia impositiva, credo che discutere di una legge che non legifera, che non programma, insomma di una leggina delega, in un contesto in cui la nostra autonomia è minacciata, ricordi molto il comandante del Titanic il quale ballava sul ponte, intratteneva i suoi ospiti e ascoltava la musica dei violini mentre la nave rischiava di affondare! Il Titanic dell'autonomia sta affondando e noi, dimentichi di sessant'anni di storia autonomistica, dimentichi del fatto che la nostra istituzione consiliare non è nata pochi anni fa, sulla base delle modifiche del Titolo V della Costituzione, ma ha una storia autonomistica confrontabile con quella della Repubblica italiana, ci attardiamo, con un fare che forse rischia di giustificare quel tentativo centralistico. Se infatti non abbiamo capacità di reazione, se non decidiamo di suonare l'allarme, se non ci facciamo carico della comprensione profonda di quella minaccia, in qualche modo rischiamo di essere complici, se non altro per la nostra inettitudine, per la nostra inerzia, di quel tentativo che è indubbiamente centralistico e ha le sue giustificazioni, perché alcuni sprechi, alcune ruberie, richiedevano una reazione, ma non credo che le inefficienze e le necessità di messa a punto giustifichino il fare di tutta l'erba un fascio travolgendo un'istituzione come questa.
Ma entriamo nel merito dell'articolo 5. Colleghi, vi chiedo di leggere pure questo, anche se capisco che il voto è pilotato, che l'onorevole Murgioni adesso si alza perché deve fare altro, che ognuno di voi è preso da qualche altra cosa, perché ormai è una storia già scritta e voi questa legge l'approverete, stasera o al più tardi domattina, e avrete così portato avanti il compitino che vi è stato assegnato per questa pax di maggioranza che sostanzialmente divide i dispositivi legislativi, in modo tale che ognuno abbia la sua bandierina, senza però che quei dispositivi possano incidere in alcun modo sui sistemi che vorrebbero governare. Vi prego però di confrontare l'articolo 29 della legge regionale numero 10 del 28 luglio 2006 con l'articolo 5 di questa leggina. Cosa scoprireste confrontandole in senso letterale? Sapreste dire, come nel gioco "trova le differenze", quali differenze vi sono tra l'articolo 5 - vi invito, per dignità, a bocciare questo articolo che è assolutamente ininfluente e in tal caso prendo l'impegno a non intervenire più stasera - e l'articolo 29 della legge numero 10? Nessuna è la risposta sbagliata! Il gioco "trova le differenze" è sofisticato, sapete qual è l'unica differenza? La parola "quaranta" è stata sostituita con "trenta", cioè anziché quaranta ora sono trenta i giorni utili per impugnare gli atti delle ASL!
Signori, credo che questo articolo non meriti una discussione in quest'Aula, passiamo oltre, bocciamolo, approvatevi pure la legge, se volete, e cominciamo a discutere del futuro della nostra specialità. Vi chiedo un gesto di responsabilità, vi chiedo di essere all'altezza del mandato ricevuto.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). L'articolo 5 del disegno di legge che stiamo discutendo, che dovrebbe normare i controlli, è assolutamente irrilevante perché introduce soltanto la modifica di un parametro sui controlli che già erano stati normati con leggi precedenti e che si riferisce sostanzialmente al numero dei giorni necessari per poter esercitare il controllo. Quindi è un articolo che sostanzialmente norma cose già normate, senza cambiarne in pratica la sostanza e pertanto è Irrilevante, come d'altronde lo è la legge che abbiamo già approvato sui controlli, perché il problema non è approvare leggi sui controlli, il problema in questa Regione, specificatamente negli ultimi tre anni e mezzo di legislatura, è fare i controlli!
Voler inserire in una legge la questione dei controlli come questione problematica a noi sembra che sia un po' come mettere le mani avanti e attribuire a una normativa poco adeguata l'impossibilità di fare i controlli. Non è così! I controlli non sono una questione di impossibilità legata alla norma più o meno adeguata; i controlli sugli atti delle ASL sono una questione di volontà politica, perché le leggi ci sono e ci sono da tempo, ma purtroppo rimangono disattese. Il problema dei controlli è un problema serio: così come viene riscritto in questa legge, e cioè esattamente nel modo in cui era scritto nella legge numero 10, la Regione, per quanto riguarda gli atti delle aziende sanitarie, esercita il controllo preventivo sul bilancio di esercizio, sugli atti di disposizione del patrimonio eccedenti l'ordinaria amministrazione, sugli atti o contratti che comportino impegni di spesa su base pluriennale per un importo complessivo superiore a 5 milioni di euro. Gli atti o i contratti che comportino impegni di spesa inferiori a 5 milioni di euro non sono soggetti a controllo preventivo, ma sono comunicati all'Assessorato contestualmente alla loro adozione. Se ci fosse stata la vera volontà di porsi il problema dei controlli avremmo avuto traccia, in questi tre anni e mezzo, dell'applicazione della legge già in vigore, ma se questo fosse stato fatto, com'era doveroso, com'è doveroso fare, probabilmente i bilanci delle ASL non sarebbero nelle condizioni disastrose nelle quali invece versano. Per esempio, se questa Giunta regionale avesse voluto fare i controlli, anziché lasciar agire indisturbati i direttori generali rispetto all'utilizzo delle risorse pubbliche che vengono messe a disposizione, non avremmo sotto gli occhi un elemento di grande criticità della spesa sanitaria, e cioè una spesa farmaceutica che è cresciuta ovunque, lo sappiamo bene, e che è ormai ai livelli di guardia.
L'Assessore annuncia che sono state messe a disposizione delle delibere più stringenti rispetto alla spesa farmaceutica. Aspettiamo ancora di capire esattamente di che cosa sta parlando e come sta controllando che i direttori generali stiano seguendo le disposizioni di quella delibera. Se i controlli fossero stati fatti ai sensi della normativa vigente, che è praticamente identica a quella che si sta riproponendo oggi con l'articolo 5, lo ripeto, non ci sarebbe stata una crescita esponenziale delle prestazioni da privato nella specialistica ambulatoriale, quindi con spese enormi che passano praticamente dai 3 milioni di euro del 2008 ai 12 milioni di euro del 2010; c'è stata poi una tendenza alla diminuzione, che si è consolidata in 6 milioni di euro nel 2011. Non oso immaginare che cosa sia successo nel 2012, ma lo vedremo tra breve, anzi forse dai conti economici (CE) è già possibile capire qual è l'andazzo di questa spesa nell'anno in corso, sebbene il costo del personale sia rimasto pressoché immutato.
Se ci fossero stati i controlli sugli atti delle aziende sanitarie, Assessore, controlli che non derivano dall'assenza di legislazione in materia, ma dall'assenza della volontà politica di effettuarli, non ci sarebbe stata una crescita enorme delle consulenze e del lavoro interinale. Consulenze e lavoro interinale, in particolare quest'ultimo, che gravano sulle tasse della sanità pubblica in una maniera che avrebbe impedito di dormire qualunque Assessore incaricato di guidare quell'Assessorato. L'esempio che faccio è sempre lo stesso, quello del Brotzu, perché mi piacerebbe che su questa azienda ospedaliera venisse veramente messa una lente di ingrandimento sotto questo aspetto, l'ho detto tante volte in quest'aula, lo ripeto anche in questa occasione. Peraltro questi controlli sono già previsti non solo dalla normativa che oggi voi vi apprestate a sostituire con questo articolo 5, ma anche in una delibera dell'allora assessore Liori, che aveva disposto che ai direttori generali fosse impedito di fare appalti di entità superiore a 500 mila euro e che qualsiasi appalto superiore a 500 mila euro dovesse avere la preventiva autorizzazione dell'Assessorato. Non mi risulta che quella delibera sia stata revocata, quindi è ancora vigente, dovrebbe essere efficace ma così non è. D'altronde è stata disattesa in lungo e in largo anche nel periodo immediatamente successivo alla sua emanazione. Ebbene, se voi aveste fatto i controlli ai sensi della legge vigente, nonché ai sensi della delibera dell'onorevole Liori, certamente il Brotzu non avrebbe avuto la possibilità di fare quello che ha fatto, e cioè di spendere in maniera assolutamente indisturbata e di fare, in maniera altrettanto indisturbata, un appalto per il lavoro interinale di 6 milioni di euro all'anno per tre anni, per un totale di 18 milioni di euro. Questo è un dato assolutamente gravissimo, che con i controlli forse l'Assessorato avrebbe potuto impedire. Ma anche dalle risposte che sono state date alle mie interrogazioni, al di là del contenuto burocratico di quelle stesse risposte, tutti quelli che insieme a me hanno sollevato il problema hanno potuto rilevare la totale mancanza della volontà politica di porre un freno al dottor Garau in questo senso, forse per un'impossibilità che è data da variabili e criteri che non sono nelle mani dell'assessore Liori allora e dell'assessore De Francisci adesso.
Il problema dei controlli non è quindi un problema di legge. Questo articolo è, ripeto, assolutamente irrilevante perché si discosta dalla normativa vigente soltanto per il tempo entro il quale i controlli devono essere effettuati, trascorso il quale sostanzialmente c'è il silenzio assenso da parte dell'Assessorato. Ribadisco che per questa Giunta regionale il problema non è l'assenza di normativa; per questa Giunta regionale il problema è l'assenza di volontà politica di effettuare i controlli, specificatamente in alcune aziende sanitarie piuttosto che in altre. Sotto questo aspetto, quindi, noi riteniamo che anche in questo caso la qualità della legislazione che è sottoposta al Consiglio regionale sia pessima, anzi non dovrebbe neanche essere sottoposta al vaglio di questa Assemblea, perché questa sì fa perdere tempo inutilmente e cerca di coprire con una foglia di fico una vergogna che è sotto gli occhi di tutti, che è la vergogna della totale assenza di controlli da tre anni e mezzo a questa parte.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Agus. Ne ha facoltà.
AGUS (P.D.). Signor Presidente, signori Assessori, onorevoli colleghe e colleghi, come ho detto nel precedente intervento sono tantissimi, oltre a quelli che ho già ricordato, i trattamenti che hanno permesso di ottenere risultati positivi, tanto che si è pensato che veramente la Regione Sardegna volesse farsi carico della situazione, e la nota dell'Assessorato all'istituto di credito che dava fiducia al progetto era sembrata un elemento risolutivo per sciogliere definitivamente la criticità legata all'equilibrio di bilancio. Purtroppo, però, gli impegni non sono stati mantenuti. La mancanza di liquidità aveva indotto i fornitori ad avviare procedimenti ingiuntivi per recuperare i propri crediti, mentre il personale, che non percepiva lo stipendio dal dicembre 2009, era in agitazione e aveva dato luogo a manifestazioni che avevano già interessato l'Assessorato regionale.
Nei primi mesi del 2010, visto il precipitare della situazione, si rafforza l'idea di trasferire al Centro "Santa Maria Assunta" di Guspini 28 posti di riabilitazione ospedaliera dei 56 assegnati, anche in considerazione del fatto che il nuovo ospedale di San Gavino non poteva più essere realizzato con 250 posti letto, ma soltanto con 200, mentre i 50 mancanti sarebbero stati recuperati nei centri territoriali, come quello di Guspini. Tale intendimento fu annunciato dallo stesso Assessore della sanità nell'incontro territoriale con gli amministratori comunali tenutosi il 6 ottobre 2009 e ribadito costantemente in molte successive occasioni. Dopo diversi incontri, nel marzo 2010 viene condivisa un'ipotesi di lavoro che prevede, in aggiunta ai 22 posti letto autorizzati, il riconoscimento di ulteriori 28 posti letto di riabilitazione ospedaliera, concedendone una parte dei 56 in dotazione all'Ospedale di San Gavino. Su richiesta dello stesso Assessorato, il Consiglio sanitario provinciale deliberò il dispositivo di assegnazione dei 28 posti, d'intesa con la ASL numero 6, a favore del Centro di alta riabilitazione di Guspini, vista la sua elevata dotazione tecnologica, in un corretto compromesso territoriale che accettava in cambio il ridimensionamento dell'Ospedale di San Gavino da 250 posti letto a 200, appunto per carenza di risorse.
La deliberazione del Consiglio provinciale apre le porte a una possibile partnership con il privato che avrebbe consentito anche il superamento del contenzioso in atto sul riconoscimento delle prestazioni erogate e mai pagate. Ma l'operazione non va a buon fine per un ripensamento dell'Assessorato che non ritiene opportuno cedere ai privati la riabilitazione ospedaliera, considerata elemento strategico della sanità pubblica. Ciò è causa di un ulteriore appesantimento della situazione che mette sempre più in dubbio il futuro del Centro.
Svanita l'ipotesi di partnership con il privato, dopo numerosi incontri, quando la situazione finanziaria è ormai allo stremo, si va delineando la possibilità di un'acquisizione da parte della Regione sarda e, sempre su mandato dell'Assessorato, la ASL numero 6, con il commissario straordinario, dottor Ottaviani e il direttore amministrativo, dottor Serra, cominciò ad approfondire le conoscenze sulla realtà del Centro "Santa Maria Assunta". In una scheda sintetica sul Centro, consegnata ai vertici della ASL il 25 aprile 2010, si evidenziava lo stato dell'accreditamento, le condizioni del suo possibile sviluppo, i servizi offerti, le risorse umane, i servizi affidati all'esterno, il patrimonio immobiliare, il patrimonio tecnologico e i finanziamenti utilizzati. La disponibilità del Centro a collaborare era a tutto campo, tanto che i diversi funzionari e i tecnici accedevano al Centro senza particolari limitazioni e venivano posti a loro disposizione il personale necessario e tutte le informazioni richieste, comprese quelle finanziarie presso lo studio di consulenza in Cagliari.
In data 17 maggio 2010 si tiene un incontro tecnico fra i dirigenti della ASL, il sindaco del Comune di Guspini e il presidente della Fondazione con i rispettivi legali al fine di verificare la fattibilità della cessione a favore della ASL, così come indicato dal percorso individuato dall'Assessorato. L'incontro, tenutosi presso lo studio Vignolo Massa in Cagliari, si conclude positivamente confermando l'ipotesi di cessione diretta alla ASL numero 6 del Centro di cura. La sola criticità evidenziata stava nel fatto che il passaggio della proprietà e dell'attività alla ASL avrebbe potuto trasferire anche le passività, fatto salvo diverso accordo, sul quale il Sindaco di Guspini aveva dato la massima disponibilità dichiarando che con il ricavato della vendita sarebbero stati liquidati i creditori. Purtroppo, però, le buone intenzioni vengono immediatamente raffreddate con un comunicato stampa del giorno dopo da parte dell'Assessorato: Cagliari, 18 maggio 2010: "Sono preoccupato dai contorni che sta prendendo la vicenda che riguarda struttura sanitaria 'Guspini per la vita'. Lo ha detto l'Assessore regionale della sanità, Antonello Liori, durante la conferenza stampa tenuta ieri mattina negli uffici della ASL numero 6 di Sanluri, insieme al direttore generale dell'Assessorato, Massimo Temussi, al commissario e al direttore amministrativo della ASL, Giuseppe Ottaviani e Vincenzo Serra. E' una storia nata male, sin da quando l'attività fu iniziata frettolosamente, pur mancando alcuni requisiti essenziali. Ciò nonostante mi sono adoperato dai primi mesi d'insediamento perché la struttura continuasse a funzionare. Oggi, però, siamo costretti a dover fare una scelta. 'Guspini per la vita', gestita dalla Fondazione 'Santa Maria Assunta', vanta oltre 7 milioni di euro di perdite in poco più di un anno di attività e la Regione non può essere chiamata a sostituirsi all'imprenditore nel ripristinare i debiti, ancor più in questa fase della sanità isolana, caratterizzata da un pesantissimo deficit (260 milioni di euro) che ci costringe a un forzato e rigoroso piano di rientro nei confronti dello Stato. Abbiamo più volte proposto, anche nelle riunioni in prefettura, di accollarci il debito per il mutuo fondiario e di facilitare l'acquisizione della struttura da parte della ASL, ma non accettiamo che sia riversata sulla Regione l'irresponsabilità di una gestione alquanto approssimativa e deficitaria. Sarebbe un precedente assai pericoloso che incentiverebbe qualsiasi struttura privata a chiedere alla Regione di sanare i propri debiti. Non è accettabile, perciò vedo poche soluzioni all'orizzonte, se non quelle da noi prospettate, oppure la cessione a un eventuale nuovo acquirente capace di risanare la situazione. Ovviamente, avendo a cuore le condizioni e i diritti dei malati, posso rassicurarli che non saranno abbandonati e che si troverà una soluzione adeguata. Se qualcuno ha avuto fretta nell'aprire la struttura e l'ha poi gestita con criteri alquanto discutibili oggi se ne deve assumere la responsabilità". "Le più importanti criticità riguardano una forte espansione bancaria" - hanno ribadito Ottaviani e Serra - "dovuta a una gestione sovradimensionata rispetto alle possibilità della struttura. Nella sua attività la Fondazione ha creato delle aspettative senza curarsi della normativa, soprattutto in tema di accreditamenti con il Sistema sanitario regionale e di accordi contrattuali con le singole ASL. Per esempio, su 3 mila giornate di degenza convenzionate ne ha prodotto oltre 19 mila senza le necessarie autorizzazioni". "Abbiamo cercato soluzioni tecniche al problema" - ha aggiunto Temussi - "ma le perdite sono andate oltre ogni ipotesi di produttività. Questo risultato ha ovviamente precise responsabilità in una gestione confusa, anche sotto il profilo amministrativo. Ci siamo messi a disposizione, ma non possiamo certo intervenire su una struttura che produce debiti pari al 600 per cento del fatturato. Peraltro, ogni trimestre che passa vengono prodotti altri debiti per almeno 1 milione di euro". Queste dichiarazioni sono nettamente contrastanti con le dichiarazioni sui consuntivi sopra esposti. Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Gian Valerio Sanna. Ne ha facoltà.
SANNA GIAN VALERIO (P.D.). Assessore, io mi sto sforzando di capire. Ovviamente, non avendo seguito il percorso in Commissione, un consigliere regionale che è chiamato a votare un provvedimento si sforza di capire il senso delle cose che si vanno ad approvare. Mi pare che dalla lettura dell'articolo 5 l'unico valore che emerge, rispetto al contenuto, sia il costo improprio, da attribuire magari a voi e alla Giunta, della fotocopiatura di due pagine inutilmente fatta per modificare il termine "quaranta" in "trenta". Avete sprecato la fotocopiatura di due pagine per divulgare una ripetizione sostituendo il termine "quaranta" con "trenta". Questo mi ricorda tanto la storia per cui convintamente molti parlamentari, votando per alzata di mano, sostennero di essere certi che chi di dovere aveva pensato che Ruby fosse la nipote di Mubarak! Allo stesso modo voi vi ponete di fronte a questo provvedimento, l'approccio è lo stesso.
E' evidente che quella che ci state proponendo è la doratura della polpetta, e siamo ancora alla confezione, perché il nocciolo sta in quello che voi volete fare proponendoci questa cosa abbastanza impropria anche sotto il profilo della tecnica legislativa. Badate, c'è un limite a tutto. Molte volte si utilizza la tecnica legislativa per dire o non dire alcune cose che è opportuno dire o non dire. In questo caso mi pare assolutamente fuor di luogo che vi siate impegnati in questo modo solo per cambiare il termine "quaranta" in "trenta".
Poi c'è la perla che sta nel comma 3, in cui si dice che il punto 16 della lettera b) del comma 24 dell'articolo 1 della legge numero 5 del 2009, che fa riferimento alla legge numero 14 del 1995 sul controllo degli enti e degli istituti regionali, è abrogato. L'Istituto zooprofilattico non è più in quel novero. Ma, mi scusi, Assessore, nel comma 2 voi richiamate la legge numero 12 del 2008, che è la legge di riordino dell'Istituto zooprofilattico, la quale all'articolo 22 - se lei l'avesse visto - riporta delle abrogazioni. Ebbene nelle abrogazioni della legge di riordino dell'Istituto zooprofilattico è stato cancellato proprio il riferimento contenuto nella legge numero 20 del 23 agosto 1995, a proposito di gestione di enti e istituti, quindi se quest'ultima legge ha escluso l'Istituto zooprofilattico deduco, a maggior ragione, che il riferimento del 15 maggio, rimasto inalterato, cioè quello della legge numero 14, a sua volta era stato già abrogato. E' come dire che una legge successiva non ha prodotto effetti sulla legge precedente! State sostenendo pure questa improprietà, il riferimento all'Istituto zooprofilattico contenuto nella legislazione di controllo su enti, aziende e istituti sotto la vigilanza della Regione è stato eliminato dall'articolo 22 della legge numero 12 del 2008, perché è stato tolto dal riferimento della legge numero 20 e a maggior ragione, quindi, conseguentemente era già stato eliminato dalla legge numero 14. Mi deve spiegare, Assessore, che significato ha questo comma 3. Nulla, aria fritta, una modalità strana di operare.
Io capisco che cosa ci può essere dietro questo. Cosa posso dire, qualche genio sulla strada del Premio Nobel, che sta nella nostra cara amministrazione regionale, dice: "Attenzione, è rimasta una traccia e se arriva il RIS e scopre che in una legge che è stata superata da un'altra legge abbiamo lasciato il riferimento all'Istituto zooprofilattico questo ci può creare qualche problema". Questa è l'unica ragione possibile che meriterebbe, Assessore, che venisse cacciato via il sollevatore di questa questione inesistente. Il Consiglio non dovrebbe essere impegnato ad affrontare questioni di questa natura che gettano vergogna su di noi per quanto riguarda non tanto il merito quanto la tecnica legislativa.
Sarebbe stato invece interessante proporre, in materia di controllo, per esempio l'introduzione, una volta tanto, del cosiddetto controllo comparato, cioè entro un determinato termine di tempo, cioè entro i primi tre mesi possono essere fatti gli impegni di spesa superiori a 5 milioni di euro per certe categorie di acquisti, appalti e altre cose, in maniera tale che nel medesimo periodo si potessero confrontare, azienda per azienda, le modalità con le quali vengono fatti gli impegni, le gare, gli affidamenti, le commesse, e verificare quali percentuali applica l'una rispetto all'altra. Allora il controllo comparato avrebbe un significato istruttivo nei confronti del controllo regionale per dimostrare che probabilmente da qualche parte si fanno delle cose improprie.
Voglio anche dire che in qualche modo, Assessore, si è richiamata l'esigenza della centrale di acquisto unica. La centrale di acquisto unica ha un senso se si fa il controllo comparato, perché il controllo comparato rispetto anche alle cose che si vedono in questo tempo ha una funzione di tutela dai processi degenerativi sotto il profilo morale che si possono verificare nella pubblica amministrazione. Infatti, sapere che gli atti della stessa natura sono confrontati, per cui il costo di un acquisto di siringhe nella ASL di Oristano è comparabile con quello dell'acquisto delle stesse siringhe nella ASL di Nuoro, mette in risalto modalità, atteggiamenti e comportamenti volti a massimizzare l'interesse pubblico piuttosto che la capacità di aggiudicare gli affidamenti in maniera diciamo più burocratica e meno di merito.
Mi sarei aspettato una norma di questa caratura piuttosto che la costosa fotocopiatura di due pagine per dire che il termine "quaranta giorni" è sostituito con "trenta giorni". Continuerò a sforzarmi per cercare di capire il senso di queste norme, ma per il momento il cuoco sforna solo questo tipo di prodotto. C'è un po' di delusione, Assessore, perché credo che spacciare questo testo di legge per un provvedimento di riforma del sistema sanitario sia oltremodo eccessivo. A questo punto è anche un'azione molto velleitaria da parte sua, perché avrebbe fatto molto meglio a dire: "Voglio arrivare a questo, faccio questo perché voglio fare quest'altro o perché è necessario fare questo". Sarebbe stato più lineare, più comprensibile di questa specie di involucro della caramella in attesa che il nodo, che poi è la rete ospedaliera, e la modalità con la quale la si vuole gestire, si ponga alla sua attenzione.
Da questo punto di vista credo che sia del tutto inutile questo articolo 5, che si sarebbe potuto formulare in due righe e che sostanzialmente indica un termine massimo che è già implicito nell'esercizio del controllo. Il controllo può essere esercitato entro trenta giorni, basta volerlo, lo esercita la Regione. Se ho quaranta giorni per fare il controllo e lo esercito in trenta me lo vieta qualcuno o c'è bisogno di una legge? Lo posso sempre fare! E' un problema che attiene alla mia efficienza, alla mia volontà e non alla copertura legislativa, quindi l'inutilità è doppia.
Cercheremo, nella discussione dei prossimi articoli, di trovare qualcosa di più sostanzioso rispetto a questi argomenti, che di controllo nuovo non hanno niente, rispetto anche a una spending review che esige che i controlli siano effettuati davvero per economizzare i costi della pubblica amministrazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Espa. Ne ha facoltà.
ESPA (P.D.). Siamo arrivati all'articolo 5, i colleghi si divertono prevedendo l'esito della votazione, forse vogliono che anche la votazione dell'articolo 5 abbia lo stesso esito della votazione dell'articolo 4 bis. In realtà, come è già stato sottolineato da diversi colleghi, se l'articolo 5 fosse bocciato non succederebbe niente, perché rimane in piedi la legge numero 10 del 2006. Questo articolo cambia il termine per l'esercizio del controllo da "quaranta" a "trenta" giorni, una modifica assolutamente pleonastica. Riteniamo di dover dire almeno questo, rispetto alle varie considerazioni che sono state fatte in Aula.
Sui controlli abbiamo discusso anche in maniera impegnata. Il Consiglio, non dico solo noi del centrosinistra, quando ha approvato la legge numero 10 si era impegnato a stabilire dei parametri rigorosi, pur lasciando la possibilità che i controlli potessero essere effettuati senza rendere il sistema eccessivamente burocratico. Per questo, infatti, mi sembra di poter dire che voi abbiate ripreso interamente l'articolo 29, mantenendone l'impianto e proponendo semplicemente una piccola variazione. E' una cosa un po' eccessiva da riproporre nel contesto di questa legge. In ogni caso, noi abbiamo già sottolineato, in particolare la collega Barracciu, che i controlli devono diventare veramente effettivi, ovvero cerchiamo di fare dei ragionamenti che ci portino a capire quali devono essere i controlli legati al bilancio d'esercizio.
Su questo apro una piccola parentesi per dire che nell'ambito del controllo dei bilanci - la cosa vale per le società private, ma anche per gli enti pubblici - si sta cercando di capire la ragione di certe permissioni date dal Governo Berlusconi, come la depenalizzazione del reato di falso in bilancio. Comunque i controlli devono sottostare a delle specifiche leggi e devono assolutamente tener conto di quella che è la responsabilità, che prima era anche di carattere penale, che gli amministratori devono prendersi nell'esercizio della loro funzione.
I controlli preventivi servono a dare un senso al controllo sulle aziende sanitarie, che rimangono comunque strumentali, per quanto in perfetta autonomia, nel senso che il manager dovrebbe essere colui che, in autonomia, decide e risponde, anche grazie ai controlli, dell'efficienza e dell'efficacia del suo lavoro. Ma i controlli che ancora non sono stati fatti, questo lo dobbiamo dire, sono quelli più importanti, per esempio legati al lavoro interinale. Noi vediamo - ma ne riparleremo sicuramente durante l'esame di un altro articolo, lo accenno solamente - che ci sono ASL che, per esempio, non ricorrono al lavoro interinale, o lo fanno in situazioni assolutamente necessitate, mentre altre ASL o aziende ospedaliere vi fanno ricorso spendendo milioni di euro, ma non c'è giustificazione alcuna perché un ente operi in una maniera e l'ente che gli sta anche territorialmente a fianco operi in maniera totalmente diversa. Quindi per quanto riguarda la responsabilità di chi governa le ASL o le aziende ospedaliere dobbiamo assolutamente sollecitare l'Assessorato a esercitare i suoi poteri per capire se veramente certe prassi e procedure che vengono portate avanti in determinate situazioni, soprattutto all'interno delle aziende sanitarie, sono corrette oppure no e soprattutto se, non solo in punta di diritto, sono legittime e difendono gli interessi dei lavoratori.
Non c'è dubbio che l'articolo 5 sia pleonastico, dal momento che si limita a cambiare da "quaranta" a "trenta" il termine per l'esercizio del controllo. Probabilmente si poteva operare in altra maniera, per questo ritengo che se questo articolo cadesse non succederebbe proprio niente. Rimane il punto di cui hanno parlato anche i colleghi: continuare a lavorare su un testo che non sappiamo che destino avrà mi sembra un esercizio abbastanza inutile che meriterebbe un momento di riflessione in attesa che arrivino da Roma le notizie che stiamo aspettando sull'esatta portata di ciò che è stato approvato ieri notte dal Governo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna è già Domani). Vorrei carpire un attimo l'attenzione dell'Assessore per dirgli che voglio stare dalla sua parte, però, come si suol dire, aiutiamoci. Assessore, con l'articolo 5 - lo dico per l'Assessore dell'igiene e sanità, non per la persona - lei sta rinunciando al controllo, perché accettare i trenta giorni rispetto ai sessanta che lei ha proposto significa porre l'Assessorato nelle condizioni di non poter esercitare il controllo. A mio avviso, c'è un altro aspetto anacronistico, nel senso che oggi più che mai sono richiesti i controlli. La stessa legge numero 10 prevedeva un tetto per i controlli, ovvero impegni di spesa superiori a 5 milioni di euro; non capisco, e chiedevo un confronto ora con i colleghi, perché alla lettera c) si parli di atti e contratti che comportino impegni di spesa su base pluriennale - questa è la differenza rispetto alla legge numero 10 - per un importo complessivo superiore a 5 milioni di euro. Gli impegni di spesa inferiori a 5 milioni di euro non sono soggetti a controllo preventivo, ma sono comunicati all'Assessorato contestualmente alla loro adozione. Per i motivi che sto per elencarle, credo che invece oggi più che mai bisogna abbassare il tetto dei controlli e avere il tempo utile, organizzandosi anche a livello informatico, per effettuare precisi controlli.
Le ho parlato prima, nel mio intervento, non so se ha avuto modo di annotarlo, dell'anomalia della dotazione delle ambulanze medicalizzate del 118 di Sassari per quanto riguarda gli antiaggreganti. Aggiungo che c'è anche una comunicazione da parte dei responsabili dell'emodinamica che avverte i medici dell'emergenza-urgenza del 118 di non trattare con antiaggreganti per esempio i soggetti sotto infarto, che vanno stabilizzati e portati al più presto presso il centro di emodinamica. Ho fatto i conti di quanto costa questa aggiunta impropria, a mio avviso, di pluri-antiaggreganti nella dotazione delle medicalizzate, e proprio sul servizio 118 le posso dare un altro dato. Come lei sa quello del 118 è l'unico servizio esternalizzato tra le ASL della Sardegna ed ha un costo annuale di 1 milione 96 mila euro, dotazione di ambulanze e di autisti. Secondo la Consip e secondo il quadro di spesa delle altre ASL una gestione con 6 ambulanze - è il caso della ASL numero 1 - e 27 operatori autisti, comprensiva di gasolio, gomme, assicurazione auto, infortuni, sostituzioni e quant'altro, ha un costo che non supera gli 800 mila euro all'annuo. Lì, secondo i dati Consip, stiamo spendendo 296 mila euro in più all'anno, per la volontà di continuare nella esternalizzazione del servizio, che più volte la stessa ASL ha deliberato, sospendendo poi l'attuazione delle relative delibere, di mandare a gara o a gestione interna; e si continua con il regime di proroga, assoggettato ad aggiornamento del quantum finanziario.
Ma le dico di più: dalla ASL di Sassari possiamo trasferirci, per esempio, alla ASL numero 3 di Nuoro. L'Assessorato ha autorizzato l'investimento, attraverso la società di project financing, per la digitalizzazione delle immagini radiologiche. La ASL di Nuoro ancora oggi dota i pazienti di una cartella gialla con le lastre fotografiche, per quanto riguarda le diagnosi di radiologia, mentre in tutti gli altri sistemi viene consegnato un dischetto. Sa qual è il costo delle lastre fotografiche per mese nella ASL numero 3? Se non lo sa glielo dico io: 800 mila euro al mese; nel solo Ospedale San Francesco di Nuoro è di 600 mila euro al mese. L'investimento per la digitalizzazione delle immagini è stanziato per un totale di 1 milione di euro. Fate i conti, faccia i conti. Solo per le lastre consegnate in dischetto, ponendo un consumo medio di qualche milione di dischetti, spendiamo all'incirca 500-600 euro. Fate i conti e chiedetevi perché, come continuo a dire, i controlli sono assolutamente utili e necessari (vanno abbassati i tetti, a mio avviso), perché ci sono sprechi, perché non bastano i denari e dove vanno le risorse finanziarie stanziate per la sanità. Ma posso aggiungere che qualche anno fa ebbi l'opportunità di verificare l'acquisto, non da parte dell'attuale gestione, di un mammografo e di una TAC. La proposta di acquisto in via di deliberazione da parte della ASL era superiore di 980 mila euro al costo reale di listino, quindi senza sconto, praticato dalle ditte fornitrici in altra ASL. A parità di prodotto e senza servizi aggiuntivi, per l'acquisto di una TAC e di un mammografo si sarebbero dovuti spendere 980 mila euro in più! Per un fortunato controllo quell'acquisto fu bloccato e si risparmiarono 980 mila euro. Cosa che non è successa, per esempio, all'Ospedale Marino di Alghero, che è stato dotato da poco di una apparecchiatura della ditta Esaote, per la risonanza muscolo-scheletrica, del costo di listino non superiore a 400 mila euro, il cui acquisto è stato deliberato dalla ASL numero 1 di Sassari per 850 mila euro.
Mi perdoni, Assessore, ma da oggi lei non può dire che non ne sa nulla, e io la sto informando di questo perché sono dalla sua parte. Lei con questo articolo, modificato rispetto alla sua proposta originaria, più che comprensibile, sta accettando tempi non utili per effettuare i controlli e un tetto che rispetto a quanto previsto dalla legge numero 10 io in questo momento, vista la situazione gestionale delle ASL, non di una sola ASL, abbasserei prima che arrivi un'altra istituzione, come sta succedendo da tante altre parti, a effettuare i controlli. Quante volte in quest'Aula si è detto: "Rivediamo il sistema"? Quante volte si è detto: "Forse abbiamo troppe ASL, più che troppe province"? E invece cosa facciamo? Ci passiamo sopra, cancelliamo le province, ci facciamo cancellare le ASL dal Governo nazionale e gridiamo allo scandalo perché viene lesa la nostra autonomia! Ma forse noi non siamo in grado di esercitarla la nostra autonomia.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Onorevoli colleghi, c'è uno schema ricorrente negli interventi che si stanno susseguendo che sembra dire: "Bene, mentre noi ci occupiamo di cosette" - quale sarebbe questo disegno di legge - "l'autonomia regionale viene espropriata, le casse della Regione sono sequestrate, i poteri delle autonomie locali sono ormai obliterati, per cui questo impegno dell'Aula è sostanzialmente inutile". Pare strano sentire queste parole da parte di forze politiche che frequentemente hanno rimproverato al Partito Sardo d'Azione di sostenere, con varie sfumature interne, il Governo Cappellacci ma che sostengono il Governo Monti che ha fatto non solo quello di cui ci si lamenta, ma ben altro. Il Governo Monti infatti è quello che ha detto all'Italia che la crisi finanziaria che noi stiamo patendo è legata alla paura per la solvibilità dei debiti, mentre la crisi che noi stiamo vivendo dal 2007 è dovuta alla paura per la vendibilità dei titoli, che è una cosa diversa. C'è chi è ricco perché ha acquistato dei titoli di pagamento, e non c'entra niente col finanziatore-creditore e l'utilizzatore-debitore, che è quello che conosciamo noi nelle banche, e l'immissione continua di liquidità che viene dalla BCE serve a garantire la credibilità della vendibilità del pacchetto titoli di questi soggetti. Nel frattempo l'economia reale va male e il debito privato si sta trasferendo sul debito pubblico. Questo è il Governo Monti, il quale ha detto una clamorosa bugia! Dopo aver detto questo, lo dico agli amici del P.D., che sono gli unici interlocutori politici rimasti in campo, oltre all'U.D.C. - questo almeno per dimostrare che ascolto -, quello che si è realizzato col decreto legge del Governo non è altro, colleghi, che ciò che Violante è venuto a dire a Cagliari. Violante è venuto a dire a Cagliari che i parlamenti regionali non servono più e occorre delegare la funzione legislativa agli organi esecutivi. L'hanno dichiarato lui e Quagliariello. Fa bene l'onorevole Sanna a parlare di grande autorità, di grandi statisti, ma il paradosso è che il Governo Monti realizza le teorizzazioni di queste persone che sono venute a dire che la Costituzione italiana è in crisi nei suoi pilastri, cioè la rappresentanza e l'equilibrio dei poteri. Lo hanno detto. Sono venute a dire che l'autonomia non è più partecipazione, ma torniamo a Giolitti, torniamo ai tempi in cui Giolitti diceva che l'autonomia non esiste, bensì esiste la necessità del decentramento amministrativo. Questo sta accadendo.
Allora, se realmente l'intento è quello di contrapporre una responsabilità di autogoverno vera a questo tentativo di esproprio, occorre prendere una decisione, per evitare che le parole non siano inutili in queste circostanze, e dire quale bandiera esibiamo quando ci candidiamo. Se voi vi presentate alle prossime elezioni politiche sotto il simbolo del P.D., o sotto altri simboli di partiti nazionali, mi dite che cosa andate a rappresentare della ostilità della Sardegna rispetto a questa espropriazione di libertà? Nulla! Quindi svolgete un po' un gioco delle parti. Io non dimentico che avete irriso la mozione sulla sovranità, però mi permetto di dirvi: avevamo ragione noi quando dicevamo che bisognava contestare allo Stato italiano il fondamento per cui espropria un autogoverno. Lo Stato dice: "La sovranità appartiene al popolo italiano" - è un'astrazione - "voi non siete titolari di questa sovranità, voi siete destinatari di una delega di potere che io posso revocare". Adesso è stata revocata! Ed è stata revocata, badate, sull'onda del processo di piazza al ceto politico, che se lo merita tutto in larga misura, ma che è assolutamente ininfluente rispetto a quello che dicevo prima, cioè la crisi nasce dalla crisi della vendibilità dei titoli, cioè dalla crisi del portafoglio dei ricchi. Nasce da lì, ma viene coperta diversamente.
Allora, colleghi, alle prossime elezioni politiche che fate voi? Se no non ha senso questa discussione. Che fate, perché se contestate e poi vi candidate sotto il simbolo del P.D. c'è qualcosa che non torna. C'è qualcosa che non torna! E non torna sotto tanti punti di vista, badate, perché il decreto che stiamo tutti contestando da una parte parla di trasparenza sui fondi dei Gruppi. D'accordo, io sarei per fare un'altra operazione, lo propongo al Capogruppo che parlerà dopo di me: facciamo pubblicare gli importi di tutti i vitalizi dei padri della Patria e dell'autonomia che vengono pagati. I vitalizi di chi sta fuori e spesso pontifica costano a questo Consiglio regionale 17 milioni di euro. Facciamo un'operazione trasparenza? Bene, questo decreto parla di trasparenza sui Gruppi, e io sono d'accordissimo; mi sembra meno d'accordo la magistratura cagliaritana.
PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LOMBARDO
(Segue MANINCHEDDA.) Mi sembra meno d'accordo, e so cosa rischio quando dico queste cose, ma è vero. A Napoli si controlla tutto, a Roma si controlla tutto, qui no. Quel decreto prevede che si controllino i fondi dei Gruppi, però guai a controllare i rimborsi elettorali! Si guarda bene dall'entrare nel merito di queste cose, così come si guarda bene dall'entrare nel merito del sistema delle fondazioni. Sapete perché ogni parlamentare si guarda bene dall'attaccare adeguatamente Terna ed Enel? Perché Terna ed Enel finanziano le fondazioni dei parlamentari: 50 mila euro, 60 mila euro. Dico Terna ed Enel tanto per fare due nomi, per dire Cossu e Murgia. Questo mondo no, questo mondo non viene messo da quest'ipocrisia di Stato sotto la lente di ingrandimento. Però il problema è la Regione sarda!
Allora, voi con chi vi candidate? Io sono perché ci candidiamo tutti insieme sotto un'unica bandiera e mandiamo venti persone a difendere gli interessi della Sardegna. E' una cosa diversa. Non la volete chiamare lista sovranista, chiamiamola lista fiscalista, cioè ci occupiamo di tasse e di sovranità. Facciamo questo. Però occorre abbandonare il gioco delle parti. Io sto intervenendo perché ho sempre combattuto Nietzsche, il quale diceva che la verità non esiste, le parole fanno la verità. Le parole fanno la verità e ognuno può costruire la sua verità. Diceva questo Nietzsche. Allora, non esageriamo! Vogliamo riparlare di alcune cose? Vogliamo parlare di quello che dice la Corte dei conti sulla creazione del disavanzo nel quinquennio 2004-2009? Io ne vorrei parlare, perché sono quello che l'ha fatto emergere. Io sono quello che ha fatto emergere che non si possono certificare i disavanzi nei mesi successivi alla fine dell'esercizio. Il buco è stato fatto allora. E il sistema di controllo? Vogliamo parlare del Sisar? Io sono d'accordo con quanto hanno detto gli onorevoli Sanna e Capelli: si può emendare per tecnica legislativa l'articolo, però non esageriamo con le menzogne, perché sono troppo grandi. Sono troppo grandi!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Appena possibile darò , molto modestamente, una risposta all'onorevole Maninchedda. Le chiedo, Presidente, per evitare polemiche anche rispetto a quest'ultimo intervento, di convocare la Conferenza dei Capigruppo.
PRESIDENTE. Sospendo i lavori e convoco la Conferenza dei Capigruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 19 e 12, viene ripresa alle ore 19 e 50.)
PRESIDENTE. La Conferenza dei Capigruppo ha deciso di proseguire i lavori di questa sera fino all'approvazione dell'articolo 5. Domani mattina, alle ore 10, è convocata la Commissione bilancio per una risoluzione sul disegno di legge di riforma del titolo V della Costituzione e sulla legge di stabilità. Il Consiglio è convocato alle ore 11 con all'ordine del giorno la risoluzione approvata dalla terza Commissione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (P.d.L.). Rinuncio.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, per la Giunta, ha facoltà di parlare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Rinuncio.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Lai, relatore di maggioranza.
LAI (P.d.L.), relatore di maggioranza. Esprimo parere contrario su tutti gli emendamenti.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale.
DE FRANCISCI (P.d.L.), Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore di maggioranza.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Diana. Ne ha facoltà.
DIANA MARIO (Sardegna è già Domani). Chiedo il voto segreto su tutti gli emendamenti, escluso il numero 30, che invito a ritirare.
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 16.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 68
Votanti 67
Astenuti 1
Maggioranza 34
Favorevoli 25
Contrari 42
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Solinas Antonio - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 17.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 67
Votanti 65
Astenuti 2
Maggioranza 33
Favorevoli 24
Contrari 41
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Barracciu - Biancareddu - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 18.
(Segue votazione)
Prendo atto che il consigliere Artizzu è rientrato dal congedo.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 25
contrari 41
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 19.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 27
contrari 39
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 20.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 26
contrari 40
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Planetta - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 21.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 65
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 27
contrari 38
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 22.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 29
contrari 37
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 23.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 67
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 27
contrari 40
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 24.
(Segue votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 67
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 26
contrari 41
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 25.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 67
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 27
contrari 40
(Il Consiglio non approva.)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 26.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 68
votanti 66
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 26
contrari 40
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 27.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 65
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 24
contrari 40
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 28.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 67
astenuti 2
maggioranza 34
favorevoli 30
contrari 37
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Campus.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'articolo 5.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 69
votanti 68
astenuti 1
maggioranza 35
favorevoli 42
contrari 26
(Il Consiglio approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Espa - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 29.
(Segue la votazione)
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 66
astenuti 1
maggioranza 34
favorevoli 27
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Agus - Amadu - Artizzu - Barracciu - Biancareddu - Bruno - Campus - Capelli - Cappai - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Contu Felice - Contu Mariano - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Giampaolo - Diana Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lombardo - Lotto - Lunesu - Manca - Maninchedda - Mariani - Meloni Francesco - Meloni Marco - Meloni Valerio - Milia - Moriconi - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Porcu - Randazzo - Rassu - Rodin - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Gian Valerio - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Sechi - Steri - Stochino - Tocco - Uras - Vargiu - Zedda - Zuncheddu.
Si è astenuta la Presidente Lombardo.)
Passiamo all'emendamento numero 30.
Ha domandato di parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Non intendo ritirare questo emendamento. Tra l'altro c'era l'impegno, se non sbaglio da parte dell'onorevole Francesco Meloni, di presentare un emendamento per migliorarne la formulazione. La discussione che si è aperta in Commissione ha fatto emergere che l'emendamento è troppo stringente e di fatto penalizza le imprese che svolgono attività in nome e per conto dell'Amministrazione regionale. Si trattava di aggiungere una clausola, e questo era l'impegno preso, che stabiliva l'obbligo per le aziende ad adempiere a quanto previsto in questo emendamento, ovviamente in presenza del rispetto da parte della Regione dei tempi di pagamento.
Questo emendamento non è stato presentato e ce ne dispiace molto perché avremmo potuto approvare l'emendamento numero 30 all'unanimità, che spero comunque venga approvato così com'è, perché si tratta di garantire ai lavoratori la certezza del compenso per il lavoro che svolgono, certezza che è compromessa sistematicamente dall'allungamento dei tempi di pagamento degli stipendi. Quindi lo lascio com'è. Mi aspettavo che l'impegno preso in Commissione venisse soddisfatto, ma così non è stato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna è già Domani.). Presidente, mi permetto di insistere con l'onorevole Barracciu, invitandola al ritiro di questo emendamento, che non è altro che la riproposizione del testo originario presentato dalla Giunta. In Commissione ho cercato di far capire alla Giunta, e la Commissione ha approvato questo ragionamento, che il comma 1, che fa riferimento alla delibera della Giunta regionale del 31 ottobre 2007, delibera che è ancora in vigore, ribadisce - non c'è quindi nessun bisogno di ribadirlo per legge - il fatto che già adesso le ASL, in presenza di segnalazioni da parte delle associazioni sindacali del mancato pagamento degli stipendi, attivano una diffida nei confronti dell'erogatore dei servizi, in analogia con quanto previsto dall'articolo 176 del Codice civile. Se dopo quindici giorni l'erogatore non ha ancora provveduto al pagamento degli stipendi le ASL possono non pagare più le fatture all'erogatore e pagare direttamente gli stipendi. Questo è quello che dicono la delibera del 2007 della Giunta regionale che, come dire, nasce bene, e il Codice civile. In più la stessa delibera dice che il mancato pagamento degli stipendi costituisce motivo per la valutazione in ordine alla revisione della permanenza dei requisiti di accreditamento, cioè gli si può comunque togliere l'accreditamento. A questo punto tutto quello che viene messo in più è un rischio enorme, perché un direttore generale può scientemente non pagare un erogatore di servizi, mettendolo in condizione di non pagare più gli stipendi, dopodiché gli dice: "Mi dispiace, sei caduto nella sanzione e io ti tolgo l'accreditamento", determinando un danno, oltre alla beffa, per i lavoratori, che si trovano pure licenziati.
Credo, onorevole Barracciu, che così come aveva sbagliato, gravemente sbagliato, la Giunta a presentare a suo tempo questo emendamento, sarebbe diabolico, come dice il proverbio, perseverare. Sarebbe meglio ritirarlo e rimandarne a un'altra occasione una riscrittura che possa davvero prevedere che se un direttore generale ritarda i pagamenti e la Regione però paga la ASL, decadono sia l'Assessore regionale sia il direttore generale, ma di certo non ne devono rispondere i lavoratori con la perdita del posto di lavoro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Francesco Meloni. Ne ha facoltà.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Presidente, la collega Barracciu ha perfettamente ragione, perché è vero che in Commissione si era raggiunto un accordo per modificare questo articolo vincolando al puntuale pagamento da parte delle ASL di quanto dovuto alle aziende. Forse non avevo capito bene che avrei dovuto presentarlo io, forse me ne sono dimenticato, non so, comunque è così. Condivido pienamente quello che ha detto l'onorevole Campus, e cioè che l'emendamento così com'è è invotabile, perché mette a rischio le aziende e fa molto più male che bene, contrariamente a quella che è l'intenzione dei proponenti. Potrei provare a rimediare alla mia eventuale dimenticanza proponendo un emendamento orale, da inserire dopo il comma 2: "I provvedimenti di cui al presente comma sono vincolati al pagamento entro i termini contrattuali di quanto dovuto da parte delle ASL". Se ci fosse l'accordo su questo, mi sento di dire che noi possiamo votarlo. Grazie.
PRESIDENTE. Onorevole Meloni, può riformulare l'emendamento in modo tale che gli Uffici possano prendere nota della proposta?
PITTALIS (P.d.L.). No, non va bene, Presidente, c'è l'indicazione contraria del mio Gruppo. Mi dispiace per il collega Meloni.
MELONI FRANCESCO (Riformatori Sardi). Non va bene? D'accordo, non c'è nulla di personale.
PRESIDENTE. Procediamo alla votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere Giampaolo Diana. Ne ha facoltà.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Chiedo la votazione nominale.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 30.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Cucca ha votato a favore e che il consigliere Floris Mario ha votato contro.
Rispondono sì i consiglieri:Agus - Artizzu - Barracciu - Bruno - Cocco Daniele - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Diana Giampaolo - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Salis - Sanna Gian Valerio - Sechi - Uras - Zuncheddu.
Rispondono no i consiglieri: Amadu - Biancareddu - Campus - Cappai - Contu Felice - Contu Mariano - Cuccureddu - De Francisci - Dedoni - Dessì - Diana Mario - Floris Mario - Floris Rosanna - Fois - Greco - Lai - Locci - Lunesu - Meloni Francesco - Milia - Mula - Mulas - Murgioni - Obinu - Oppi - Peru - Petrini - Piras - Pitea - Pittalis - Rassu - Rodin - Sanjust - Sanna Giacomo - Sanna Matteo - Sanna Paolo - Solinas Christian - Steri - Stochino - Tocco - Vargiu - Zedda.
Si sono astenuti: la Presidente Lombardo - Capelli.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 67
votanti 65
astenuti 2
maggioranza 33
favorevoli 23
contrari 42
(Il Consiglio non approva).
I lavori del Consiglio riprenderanno domani mattina, alle ore 11. Alle ore 10 è convocata la terza Commissione.
La seduta è tolta alle ore 20 e 10.