CCCXXIX Seduta
(ANTIMERIDIANA)
Martedì 12 giugno 2012
Presidenza della Presidente LOMBARDO
La seduta è aperta alle ore 11 e 01.
DESSI', Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana dell'8 maggio 2012 (321), che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Mario Bruno, Angelo Francesco Cuccureddu e Marco Espa hanno chiesto congedo per la seduta antimeridiana del 12 giugno 2012.
Poiché non vi sono opposizioni, i congedi si intendono accordati.
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge:
Lotto - Diana Giampaolo - Solinas Antonio - Cucca - Agus - Cocco Pietro - Corda - Cuccu - Espa - Manca - Meloni Valerio - Meloni Marco - Moriconi - Porcu - Sanna Gian Valerio - Sabatini:
"Istituzione del marchio collettivo della Regione Sardegna per la tracciabilità e la promozione dei prodotti agricoli e agro-alimentari di qualità". (394)
(Pervenuta il 12 giugno 2012 e assegnata alla quinta Commissione.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge di iniziativa popolare
PRESIDENTE. Comunico che è stata presentata la seguente proposta di legge di iniziativa popolare:
ASSOCIAZIONE RICERCA E PROGETTO: Proposta di istituzione e disciplina del servizio di riscossione dei tributi e di altre entrate nella Regione autonoma della Sardegna, ai sensi degli articoli 5, 6, 7, 8 e 9 della legge costituzionale 26 febbraio 1948, n. 3. (7)
(Pervenuta il 7 giugno 2012 e assegnata alla terza Commissione)
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Gianvittorio Campus, Roberto Capelli, Mario Diana, Claudia Lombardo e Massimo Mulas hanno aderito al nuovo Gruppo consiliare "Sardegna Domani" costituito in data 12 giugno 2012.
Il nuovo Gruppo ha eletto proprio Presidente il consigliere Mario Diana.
Comunico che il consigliere regionale Angelo Francesco Cuccureddu è rientrato dal congedo.
PRESIDENTE. Si dia annunzio dell'interrogazione pervenuta alla Presidenza.
DESSI', Segretario:
"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru, con richiesta di risposta scritta, sull'inappropriato ricovero della paziente A.P.L. nell'Ospedale di San Gavino Monreale dopo la chiusura del Centro di cura Santa Maria Assunta di Guspini". (889)
Regolamento (186)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione congiunta delle mozioni numero 184 e 186.
(Si riporta di seguito il testo delle mozioni:
MozioneUras - Diana Giampaolo - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Cocco Daniele Secondo - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Sechi - Solinas Antonio - Soru - Zuncheddu sulle procedure di nomina degli amministratori degli enti strumentali, delle agenzie, delle società in house, partecipate e controllate dalla Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
- si è avuta notizia dell'attivazione da parte della Presidenza della Regione delle procedure di nomina di amministratori di enti strumentali, delle agenzie, delle società in house, partecipate e controllate dalla Regione;
- tali procedure in alcuni casi riguarderebbero la modifica degli statuti di rilevanti società in house della Regione;
- le nomine sarebbero state previste senza la definizione di alcun parametro oggettivo di valutazione delle professionalità e delle esperienze necessarie allo svolgimento di responsabilità di amministrazione di assoluto rilievo per la finanza regionale e la salvaguardia e sviluppo del patrimonio societario;
- questo avverrebbe in particolare per la Carbosulcis in un momento decisivo per il destino delle attività della società, determinando un elevato rischio di fallimento per gli investimenti e le prospettive aziendali, in un territorio già martoriato dalla devastante deindustrializzazione in atto;
- tali procedure sarebbero state attivate senza alcuna preventiva e doverosa informazione al Consiglio regionale;
- le predette nomine avvengono in evidente difformità dalla volontà popolare espressa sul referendum regionale che ha stabilito l'abolizione dei consigli di amministrazione,
impegna il Presidente della Regione
1) a riferire al Consiglio regionale sullo stato delle procedure di nomina in corso;
2) a riferire sulle modalità di selezione dei candidati alla diverse cariche di amministrazione, in particolare per la Carbosulcis;
3) ad inviare alle competenti Commissioni bilancio e industria la documentazione relativa alle procedure di selezione per la nomina agli incarichi di amministrazione e alle gestioni liquidatorie degli enti, agenzie e società controllate e partecipate dalla Regione. (184)
Mozione Diana Giampaolo - Uras - Salis - Agus - Barracciu - Ben Amara - Bruno - Capelli - Cocco Pietro - Cocco Daniele Secondo - Corda - Cucca - Cuccu - Cuccureddu - Cugusi - Espa - Lotto - Manca - Mariani - Meloni Marco - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sechi - Solinas Antonio - Sanna Gian Valerio - Soru - Zuncheddu sulla nomina dell'amministratore unico della Carbosulcis, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.
IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che dalle dichiarazioni del Presidente della Regione, riportate attraverso la stampa regionale, si è appreso che la Giunta regionale ha adottato le prime decisioni che danno seguito al voto referendario espresso dai sardi il 6 maggio 2012 sui consigli di amministrazione (CDA), con il passaggio dai consigli di amministrazione ad un amministratore unico;
CONSIDERATO che di questa delicata procedura, alla quale dovrebbe seguire un'attenta regolamentazione sulle modalità delle nomine e, in particolare, sulla valutazione dei titoli ed esperienze professionali, il Consiglio regionale è stato escluso da ogni preventiva e doverosa informazione;
EVIDENZIATO che per la Carbosulcis Spa il passaggio ad amministratore unico ha avuto effetto immediato, perché consentito dallo Statuto, e la Giunta si è avvalsa della nomina di un amministratore locale privo però di qualunque esperienza necessaria allo svolgimento di responsabilità di amministrazione di assoluto rilievo per la finanza regionale e la salvaguardia e sviluppo del patrimonio societario;
RICORDATO che la Carbosulcis Spa opera in un territorio già martoriato dalla devastante deindustrializzazione in atto per cui è impensabile e irresponsabile affidare il destino dell'attività societaria a una persona priva dei requisiti richiesti;
PRESO ATTO che:
- è lo stesso amministratore a vantare, in un network, il consolidamento della sua posizione lavorativa raggiunta attraverso una graduatoria d'istituto per l'insegnamento di "esercitazioni di portineria e pratica d'agenzia", riconducibili a discipline alberghiere e turistiche per alunni di scuole superiori di II grado;
- inoltre, il neo amministratore giustifica la sua nomina sottolineando e facendo critica a sua volta, alla prassi della politica che spesso e volentieri conferisce ruoli non sempre attribuibili alle competenze professionali del prescelto, così come riportato nel suo esempio "sui ministri della politica italiana che non avevano alcuna esperienza nel dicastero e per scegliere le persone giuste", dice "si è dovuti arrivare, eccezionalmente, ad un governo tecnico per poi ricorrere a nominare altri esperti",
impegna il Presidente della Regione
1) a rimuovere la nomina dell'amministratore unico della Carbosulcis, poiché privo di qualunque esperienza necessaria e dei titoli per gestire una realtà complessa come la Carbosulcis che attraversa un momento molto critico relativamente alle possibilità di sviluppo dell'attività estrattiva e trasformazione in produzione di energia elettrica;
2) a riferire in Consiglio regionale sulle modalità di selezione del prossimo amministratore che necessariamente deve avere i requisiti per rilanciare la Carbosulcis e dare una prospettiva all'intero Sulcis-Iglesiente. (186).)
PRESIDENTE. Comunico che, a seguito delle dimissioni del dottor Alessandro Lorefice da amministratore unico della Carbolsulcis, decade, per quanto riguarda la mozione numero 186, il punto 1 .
Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione numero 184 ha facoltà di illustrarla.
URAS (Gruppo Misto). Presidente, la notizia che lei ha appena comunicato, e che oggi è riportata sulla stampa, piuttosto che risolvere il problema lo aggrava; lo aggrava perché quelle dimissioni non prendono le mosse da un'iniziativa della Giunta regionale e del suo Presidente ma a un'indagine giudiziaria che attiene proprio alla predisposizione e presentazione di titoli per l'acquisizione di funzioni.
Dico questo perché sono molto curioso di vedere come si risolverà la discussione di oggi in ordine alle mozioni numero 184 e 186 e quali saranno i Gruppi e i consiglieri regionali che voteranno su queste mozioni o su eventuali ordini del giorno che dovessero scaturire dalla discussione.
E' mio convincimento che il processo di riforma debba riguardare principalmente una questione, cioè la consapevolezza, da parte di chi svolge funzioni di governo, che quelle funzioni le svolge nell'interesse della comunità che l'ha chiamato a svolgerle. Noi giuriamo sullo Statuto di esercitare la funzione di rappresentanza politica istituzionale nell'interesse esclusivo della Regione autonoma della Sardegna e della Repubblica italiana e questo dovrebbe impedire che entri in gioco qualsiasi altro tipo di interesse.
Perché abbiamo sollevato questa questione? Si è scritto da più parti che le nomine si fanno così, che la logica attraverso la quale…
(Interruzioni)
Onorevole Dedoni, stavo parlando anche con lei, perché lei e il suo partito ci avete chiamato qualche settimana fa a votare su un referendum che riguardava anche questi problemi, e io ho votato insieme al popolo sardo, e quindi è inaccettabile che non ci sia coerenza, conseguenza, rispetto a ciò che si è promosso.
Presidente, io non riesco a intervenire. Onorevole Cuccureddu, la devo richiamare io? Stiamo parlando di un argomento che forse è poco interessante, ma che riguarda l'utilizzo padronale, privatistico della funzione di Presidente della Regione; stiamo parlando di un Presidente che attribuisce incarichi fuori dalle procedure di legge seguendo logiche di premialità per meriti politico-partitici. Stiamo parlando di questo, se per voi è normale allora chiacchierate pure, dedicatevi ad altro.
Del resto che si tratti di un riconoscimento per meriti partitici non lo dico solo io, lo riconosce anche chi è stato nominato, lo dichiara anche alla stampa in un'intervista mai smentita, dove afferma sostanzialmente che ciò che avrebbe indotto il Presidente della Regione a nominarlo amministratore della Carbosulcis (cioè di una delle società sarde più difficili da governare) sarebbe il suo impegno e la sua determinazione.
Onorevole Planetta, sta tentando di boicottare la discussione? Non c'è niente da ridere, lo dico anche al Presidente della Regione, non c'è niente da ridere, perché nel momento in cui ha nominato questo signore, senza verificare che non fosse costretto a dimettersi a distanza di una settimana per ragioni che sono a dir poco inusuali, irrituali, lei ha commesso un'azione gravissima. Ma non solo: l'ha commessa senza una previa deliberazione della Giunta regionale. Di più: l'ha fatto con una modifica dello statuto, senza informare il Consiglio, che lei, che ne fa parte, ritiene essere un pollaio.
Chi svolge la sua funzione la deve svolgere con dignità, non lo deve svolgere così. E' inaccettabile, non ha scusanti. E non è grave che abbia nominato un ragazzino, che dice che stima perché ha preso il 35 per cento di voti in un congresso zonale di partito, non è grave questo, è grave che per coprire questa inqualificabile azione lei abbia insultato il Consiglio regionale, l'Assemblea dei sardi, le opposizioni, un pezzo di popolo sardo che liberamente si è espresso.
Oggi il Consiglio regionale è chiamato a discutere, ai sensi del Regolamento, dei suoi comportamenti, perché è nostro dovere, oltre che nostro diritto, sindacare il suo comportamento. Noi non abbiamo bisogno di dare fiato inutilmente alla nostra bocca perché siamo persone d'onore. Lei non solo non è venuto in Consiglio, non solo ha impedito alla Giunta di venire, non solo non ha rispettato i termini di Regolamento del Consiglio regionale di cui lei fa parte, ma non ha avuto neppure la creanza di avvisare i Capigruppo dell'opposizione, per coprire una manchevolezza che non le dà lustro per nulla.
Lei nella storia della nostra autonomia, non sarà ricordato per aver risolto il problema della vertenza entrate, non sarà ricordato per aver rilanciato l'economia della Sardegna, non sarà ricordato per l'impegno profuso nell'interesse dei lavoratori che perdono il posto di lavoro, non sarà ricordato per il sistema dei trasporti efficiente, non sarà ricordato per l'ottimo funzionamento della macchina amministrativa della Regione, sarà ricordato per aver nominato un ragazzino ad amministrare una miniera che, a suo stesso dire, non solo non conosce, ma della quale non capisce niente. Sarà inoltre ricordato per la grave manchevolezza di aver violato il Regolamento del Consiglio regionale, Consiglio regionale di cui lei fa parte e del quale dovrebbe essere uno dei primi garanti.
Il disegno è quello di far venir meno qualsiasi punto di riferimento. Molti, infatti, troppi calpestano la Costituzione, la calpestano per fare i propri comodi, a partire dalle cariche di maggior responsabilità istituzionale, lo fanno per gettare discredito sulle istituzioni democratiche e sulla democrazia, lo fanno per preparare autoritarismi, violenze, repressioni, lo fanno con ragionamento, lo fanno in modo sistematico, lo fanno in chissà quali segrete stanze ma lo fanno, perché se tutti noi appariremo scellerati, anche coloro che non lo sono, non ci sarà speranza per questo popolo.
Questo popolo potrà essere violentato quotidianamente nei suoi bisogni con più facilità, perché non avrà un punto di riferimento col quale orientarsi, un punto di riferimento a cui rivolgersi.
Intanto si verifica l'accumulo degli incarichi. Lei lo sa che ha tre, quattro persone a cui attribuisce incarichi di ogni tipo? Che sembrano essere gli amministratori più speciali della terra? Che si occupano di liquidazioni di società finanziarie da anni? Che svolgono funzioni di amministratore dell'INSAR? Che stanno dentro l'SPS liquidazioni? Che stanno dentro le multiservice dei comuni?
Ormai è da tempo che denunciamo questo accorpamento di compiti, di funzioni, di amministrazione, di liquidazione, a capo sempre delle stesse persone, ma lei non solo non prende atto delle nostre critiche e corregge, ma non dà seguito neanche ai richiami che vengono dal Consiglio regionale, dalle istituzioni che sono preposte a controllare l'azione di Governo, lei continua imperterrito a favorire un gruppo di intimi. Questo non è agire nell'interesse dei sardi, non è agire nell'interesse della Sardegna, non è - come lei ha giurato, come io ho giurato, come altri qua hanno giurato di fare - operare nell'interesse esclusivo della Regione autonoma della Sardegna e della Repubblica.
Tutto passa in cavalleria, perché si dà l'impressione che tutti facciamo così; io non l'ho mai fatto! Se qualcun altro l'ha fatto, non sono io, e per il fatto che io non l'ho mai fatto, lei ha il dovere di rispondere a me, nella mia funzione di consigliere regionale, come merito. Non sono né un gallo, né una gallina, né un pollo in un pollaio. E quando il Consiglio regionale chiama, chi svolge la funzione di Governo si deve confrontare con tutto il sistema politico regionale, perché noi siamo eletti direttamente dal popolo, a suffragio universale segreto, come pure lei; con una differenza, però: e cioè che dietro le nostre spalle non c'era Berlusconi, presidente, dietro le nostre spalle c'eravamo noi, con la nostra fatica quotidiana, con il contatto diretto con la gente, con la nostra onestà sistematica nell'affrontare i problemi.
La mia mozione è una mozione, come si suol dire - alcuni la criticano -, blanda, perché chiede, sostanzialmente, di riferire al Consiglio regionale sullo stato delle procedure di nomina in corso e di riferire sulle modalità di selezione dei candidati alle diverse cariche di amministrazione, in particolare a quella di amministratore unico della Carbosulcis. Noi non abbiamo mai avuto un atteggiamento di scontro personale, ma non accettiamo le offese, non le accettiamo! Soprattutto quando sono mirate a colpire l'istituzione nella quale noi operiamo, perché noi crediamo in ciò che facciamo, e ci crediamo fino in fondo, e per ciò che facciamo paghiamo il prezzo quotidiano della nostra fatica, che non è cosa da poco, e non è cosa di oggi. E non siamo tutti uguali: ci sono i ricchi e i poveri, quelli che lavorano e quelli che non fanno nulla; non siamo tutti uguali in questa terra, non siamo tutti uguali in quest'Aula! E ci deve essere rispetto, perché se non c'è rispetto ognuno di noi non fa il proprio dovere.
A lei spetta il compito di governare, le hanno tributato una fiducia elettorale enorme, aveva tutte le condizioni per ben governare, aveva una maggioranza amplissima, poteva effettuare selezioni pubbliche o, quanto meno, raccogliere manifestazioni di interesse, di disponibilità, chiamare a svolgere funzioni di amministrazione di una Regione così malata le migliori qualità professionali recuperabili in questa terra, richiamare i sardi, quelli più capaci, a offrire un loro contributo.
Avrebbe potuto, in modo trasparente, anche privilegiando gli orientamenti culturali e politici che le appartengono, chiamare le intelligenze, che pure ci sono nelle nostre università come nelle professioni, come nelle funzioni pubbliche di primissimo livello, come nelle funzioni di gestione dell'economia privata di primissimo livello, a dare un contributo perché la Sardegna uscisse dalla crisi il più celermente possibile, perché si realizzasse sviluppo. E invece lei continua a gestire le nomine, Presidente, in funzione delle esigenze di partito, premiando soprattutto i meriti partitici; e lo fa dichiarare pubblicamente al fortunato, senza una riga di smentita da parte sua. Del resto le dimissioni sono intervenute solo a seguito di indagini giudiziarie.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori della mozione numero 186 ha facoltà di illustrarla.
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Presidente, stavolta credo che non utilizzerò tutto il tempo a mia disposizione. Noi abbiamo voluto mantenere la mozione nonostante le notizie apparse quest'oggi sulla stampa di cui lei, Presidente, ha dato conto poc'anzi, e l'abbiamo voluto fare perché riteniamo l'argomento comunque importante. Voglio usare, presidente Cappellacci, dei toni pacati, sperando che i toni pacati possano agevolare il rispetto del diritto di ascolto ma, soprattutto, del diritto di replica. Io non amo sparare sulla Croce Rossa, e lei, in questo momento, mi pare che somigli molto a questa nobilissima istituzione del nostro Paese.
L'amministratore unico di Carbosulcis, da lei voluto, presidente Cappellacci, ha rimesso ieri notte, pare, il mandato nelle sue mani. Le ragioni, come abbiamo avuto modo di apprendere dalla stampa locale, risiedono in un'inchiesta della Procura della Repubblica di qualche anno fa. Presidente, altre volte le ho rivolto questa domanda, e lei mi ha chiesto se le stavo dando del bugiardo; si ricorda? Le chiedo: è possibile che lei non sapesse nulla dell'indagine in corso nei confronti dell'amministratore che ha nominato? Fatto salvo il fatto che appartengo alla categoria dei garantisti - quindi, per quanto mi riguarda, sino all'ultimo grado di giudizio, vige la presunzione di innocenza - mi sembra che ci sia anche un problema di opportunità. In questo Paese, per fortuna, presidente Cappellacci, in mezzo a tanti esempi negativi c'è stato anche qualche responsabile politico e delle istituzioni che, di fronte a un avviso di garanzia, ha ritenuto opportuno rimettere il mandato, anche per togliere dall'imbarazzo l'istituzione che rappresentava in quel momento. Mi pare, però, che questo costume non le appartenga, e di questo me ne dolgo non poco.
Il rinvio a giudizio è del 29 maggio ultimo scorso, pochi giorni dopo la nomina ad amministratore unico. Io insisto però, Presidente, nel chiederle se sapeva o meno che l'amministratore unico da lei nominato era indagato. Veda, Presidente, io ho l'impressione che lei si muova, rispetto a questi temi, con una semplicità disarmante. Non è la prima volta che lo fa, mi pare che di questo, però, non si preoccupi affatto.
Lei ha iniziato la sua esperienza in questa legislatura connotandosi per una semplicità disarmante nelle nomine e, se mi permette, anche nella frequentazione di persone inquisite. Le voglio ricordare le sue frequentazioni con la "cricca" all'inizio di legislatura relativamente alle questioni della produzione di energia da fonte eolica.
Io chiedo al mio amico Pittalis se è possibile discutere da un'altra parte.
PITTALIS (P.d.L.). No, mi stavano dicendo…
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). No, per carità, non voglio saperlo, lo dirai dopo. Lo dirai dopo!
(Interruzione del consigliere Pittalis)
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Macché vergogna, ma vergognati di esistere! Sei a questo mondo solo perché c'è posto e chiedi a un altro di vergognarsi? Ma per favore!
Presidente Cappellacci, mi chiedo, ci voleva un rinvio a giudizio per liberare la Carbosulcis dal suo amministratore? Oggi io spero che lei ci dica che l'amministratore della Carbosulcis si è dimesso, come parrebbe dalle dichiarazioni che lui stesso ha fornito alla stampa, per questa indagine in corso, perché non mi pare sia emerso nulla sul possesso o meno dei requisiti per amministrare una società importante, complessa e delicata come quella.
Io le chiedo, Presidente, indipendentemente dalla scelta fatta dall'amministratore unico, se le dimissioni sono dimissioni, ripeto, motivate dall'indagine in corso oppure da altro. Noi abbiamo denunciato, con questa mozione, e con quella che è stata illustrata precedentemente a questa, il suo modo di procedere caparbiamente, in maniera solitaria, utilizzando dei criteri del tutto discrezionali.
Magari vi stavate ricordando le nomine dei commissari ASL a inizio legislatura perché quelle, invece, rispondevano a dei grandi requisiti.
(Interruzione del consigliere Cappai)
DIANA GIAMPAOLO (P.D.). Io posso farlo. Il rinvio a giudizio, Presidente, a me pare tolga anche lei da un imbarazzo, però è probabile che lei imbarazzo non ne avverta affatto, quindi nella sua replica, se ci sarà, immagino che dirà che non prova imbarazzo alcuno.
Allora io le chiedo, Presidente: è ancora convinto che quella nomina avesse tutti i requisiti necessari? Se l'amministratore unico non si è dimesso perché, in un momento di crisi di coscienza, si è reso conto che forse qualche titolo gli mancava, ma si è dimesso per altro, allora perché, Presidente, se lei è così convinto della bontà della sua scelta, come è sembrato in questi giorni, non nomina un altro amministratore unico che abbia gli stessi requisiti di quello che gli ha rimesso il mandato ieri notte? Mi pare, infatti, che non ci sia, almeno per quanto la riguarda, per quanto riguarda la maggioranza che sostiene questo Presidente, dubbio alcuno sulla opportunità di quella nomina e sul possesso dei titoli e dei requisiti di quell'amministratore unico.
Rimane comunque in piedi il punto 2) del dispositivo della nostra mozione (quello non decade perché ovviamente non ci sono ragioni per cui debba decadere) con il quale noi le chiediamo di comunicare a quest'Aula quali saranno le procedure, le modalità e i titoli per individuare il prossimo amministratore unico della Carbosulcis.
Glielo ripeto, Presidente, perché era al telefono: lei sta usando il suo potere di nomina con una disinvoltura davvero disarmante, lo sta facendo dall'inizio della legislatura. Non ho visto un tentativo da parte sua, almeno riferito a quest'Aula, di effettuare queste nomine facendo prevalere su altre considerazioni il merito e i titoli. E' stata costituita, presidente Cappellacci, una Commissione d'inchiesta che sta utilizzando almeno il 70-80 per cento del suo tempo per verificare la correttezza, soprattutto in base ai titoli previsti per legge, delle nomine che lei ha effettuato. C'è stata anche una risoluzione che, pur nell'eleganza di una risoluzione scritta tra maggioranza e opposizione, censura comunque quell'operato. Però lei si comporta come se niente fosse intervenuto.
Io le chiedo, Presidente: qual è il rapporto che lei pensa di avere con il Consiglio regionale e con le sue articolazioni? Non mi pare che sia un rapporto improntato a grande rispetto. Io spero che lei oggi smentisca e convinca quest'Aula che il sottoscritto e quanti interverranno hanno torto. Una cosa è certa, Presidente, ed è chiara a tutti: lei sta utilizzando e utilizza il suo potere di nomina per regolare conti interni alla sua maggioranza e al suo partito. E questo lei non se lo può permettere. Se vuole regolare conti all'interno della sua maggioranza, del suo partito, non utilizzi le istituzioni.
Questo è un fatto grave. Non glielo dico urlando, non voglio farlo, ma glielo dico con molta convinzione assumendomi la responsabilità di ciò che dico. Lei sta facendo questo, ci dimostri stamane il contrario. Io spero che lei sia in grado di dimostrare il contrario perché il vituperio in cui lei sta trascinando quest'Istituzione riguarda tutti, non solo lei, presidente Cappellacci, non solo lei! Lei sta giocando in maniera spregiudicata con il suo potere di nomina. Lei nomina suoi amici o, nella migliore delle ipotesi, avversari di ex suoi alleati di partito e non, perché questo è sotto gli occhi di tutti, presidente Cappellacci, e la prego di smentirmi, la prego di dimostrare il contrario.
Lei ha proceduto ad effettuare tante nomine; era giusto, doveroso ed era tenuto a farle, non m'interessa attraverso quali accordi in Giunta o nella sua maggioranza, sono problemi vostri, risponderete a voi stessi e a un certo punto risponderete non soltanto a voi stessi.
Io le chiedo, Presidente: quando lei nomina un commissario, un amministratore unico, i componenti di un consiglio di amministrazione di un ente, quale che esso sia, lo fa dopo aver discusso, per esempio, delle politiche del settore di competenza di quell'ente oppure affida quelle politiche di settore alle persone che lei ha individuato? Lei ha nominato appunto qualche settimana fa l'amministratore unico di Carbosulcis. Questa persona, Presidente, interpretava fedelmente la linea di politica energetica della sua Giunta? Qual è la vostra politica energetica? Qual è? Qual è il ruolo della Carbosulcis nella politica energetica di questa Regione?
Si è mai preoccupato lei, assessore Zedda - glielo domando con grande rispetto, per carità - di portare in Aula un minimo di riflessione sulle politiche industriali, sulla funzione e sul ruolo che può esercitare la Carbosulcis? Eppure stiamo parlando di una società, sulla quale - e lo sa bene l'assessore Oppi - tutti gli anni, in sede di esame della finanziaria, si apre una discussione importante. E giustamente perché il Consiglio impegna risorse ingenti in quella società.
E' da tre anni e mezzo che vi chiediamo di portare in quest'Aula la vostra riflessione sulle politiche energetiche, tanto per restare, ripeto, alla fattispecie di cui stiamo discutendo. Ecco queste sono le questioni, Presidente. Anch'io sono curioso di vedere come si comporteranno i Gruppi, i partiti in quest'Aula, anche se lo immagino, è già scritto sulla stampa di stamane e un po' in tutti i quotidiani locali, è una storia già scritta, è una parte già conosciuta.
Sappiamo più o meno come andrà a finire. Noi ovviamente manterremo la mozione e le chiedo, Presidente, almeno per una volta in più di tre anni, di avere rispetto di quest'Aula. Però questo rispetto, Presidente, lei deve cercare di metterlo in rapporto a quanto sto per dirle. Provi a mettere in rapporto il rispetto per quest'Aula col fallimento che lei finora ha registrato sulle entrate, col fallimento che ha registrato sulla continuità territoriale sia aerea sia marittima, col fallimento che ha registrato sulla moratoria Equitalia, sulle vertenze industriali, sulla non spendita dei fondi europei, e l'elenco potrebbe continuare. Presidente, se non è fallimento quello di questi tre anni di legislatura ci dica come può essere definito.
E allora, Presidente, io so bene che trasformare quella mozione in una mozione di sfiducia in questo momento rischia di ricompattare la maggioranza. Pertanto, Presidente, ci eviti questo teatrino e tragga le dovute conseguenze. In altre parole: si dimetta, perché di fronte a questo fallimento dell'azione di governo la nomina di quest'amministratore unico che decade per vicende giudiziarie è praticamente niente. In maniera anche irrituale, inusuale, io le chiedo: abbia un moto di rispetto, di orgoglio verso chi ha chiesto di rappresentare. Lei non è stato in grado di rappresentare le attese, i bisogni, le ansie di questo popolo.
E allora, se davvero voleva regalare un sorriso a questo popolo, a questa Regione lo faccia, le assicuro che in tanti sorrideranno, e probabilmente quel sorriso si trasformerà anche in una risata, perché c'è bisogno di una risata liberatoria. Si dimetta, annunci le sue dimissioni, bastano due parole, due parole, non le chiedo di più.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pietro Cocco. Ne ha facoltà.
Ricordo ai colleghi che intendono intervenire che si devono iscrivere entro la fine dell'intervento dell'onorevole Cocco, che ha a disposizione 10 minuti.
COCCO PIETRO (P.D.). Presidente del Consiglio, Presidente della Regione, Assessori, colleghi consiglieri, abbiamo appreso, come è stato già ricordato dai colleghi che mi hanno preceduto negli interventi, che l'amministratore delegato della Carbosulcis si è dimesso. Le ragioni sono tutte di carattere personale, non stiamo qui a discutere di questo, noi manteniamo la mozione per fare in modo che si possa svolgere un dibattito e che si dica tutto ciò che si deve dire, perché il problema che è emerso in questi giorni va, come dire, ancora discusso.
Noi l'altro giorno, signor Presidente, abbiamo assistito a una pagina non gloriosa della storia del Consiglio regionale della Sardegna. La vicenda dell'sms, del messaggio inviato per telefono dal Presidente per chiedere agli Assessori di non presentarsi in Aula è deplorevole, come è poco edificante aver usato le istituzioni per acuire uno scontro che, oltre ad essere istituzionale, costituisce una resa dei conti all'interno del P.d.L, perché il dato politico è questo.
L'altro giorno non sono intervenuto durante la discussione perché profondamente infastidito dall'uso strumentale di tutta la vicenda che ha fatto sì che da un problema serio scaturisse il teatrino più indecoroso della storia di questa, comunque vada, ormai ex maggioranza. Non sono intervenuto perché l'impressione era quella di essere quasi utilizzato per recitare un copione di una scena della quale preferivo non fare parte. Vorrei invece intervenire sulla mozione relativa alla nomina (che adesso è venuta meno) dell'amministratore unico della Carbosulcis, nomina di cui si sentiva parlare da tempo e sulla quale, con la collega Barracciu, abbiamo presentato immediatamente un'interrogazione.
Presidente, io credo che lei sia stato abile nel cavalcare il referendum, cosa quantomeno irrituale per chi ricopre la più alta carica di governo della Regione Sardegna. Credo però che lei non sia stato altrettanto abile nella gestione di questa nomina, forse perché male consigliato, forse perché ha sottovalutato la portata della scelta o forse semplicemente perché non ha granché a cuore le sorti della miniera di Nuraxi Figus.
La difesa della scelta (scelta a suo dire in linea con il risultato referendario, con la cancellazione dei consigli d'amministrazione) si è frantumata di fronte ad una nomina ispirata ad evidenti criteri di lottizzazione e per niente in sintonia con i requisiti di professionalità. Una scelta, Presidente, chiaramente sfacciata, in un periodo nel quale, ancor di più che in altri tempi, è necessario prestare attenzione ed evitare di mostrare l'arroganza del potere. Se a questo si aggiunge ciò che è apparso subito evidente (la sua volontà, cioè, di sottrarsi al confronto con il Consiglio regionale impedendolo anche agli altri Assessori) si può ben dire che il problema abbia assunto una dimensione che va oltre la nomina di Lorefice alla Carbosulcis.
In una condizione normale io credo che per chiunque essere chiamati a discutere sia l'occasione per argomentare le scelte e giustificarne i motivi. A noi è sembrato, invece, che lei non avesse argomenti, Presidente, argomenti convincenti, e tentasse di prendere tempo per cercarli, e probabilmente li ha trovati Il tempo serviva per cercare i voti in Consiglio stamattina.
Però io vorrei portare la discussione sulla questione della Carbosulcis, Presidente. La Carbosulcis è una società della Regione Sardegna che costa alle casse della Regione circa 30 milioni di euro ogni anno, che ha al suo interno 450 dipendenti diretti, che aspetta soluzioni definitive che offrano prospettive concrete per il suo futuro. Io credo che l'amministratore delegato, chiunque esso sia e chiunque esso sarà, dovrà gestire in un momento particolarmente difficile il futuro della miniera ma lo dovrà fare seguendo un programma della Regione che io francamente, non conosco. Presidente, Assessore, non conosco il programma di questa amministrazione regionale per la miniera di carbone di Nuraxi Figus; non ne conosco il destino, non ne conosco il futuro, so solo che è legato a un progetto integrato della gestione miniera centrale per produrre energia elettrica per le industrie elettro-intensive di Portovesme.
Il progetto era quello che era stato finanziato dall'Unione europea, uno dei 12 progetti per la cattura e lo stoccaggio della CO2. Era l'unico progetto sperimentale che doveva essere per forza finanziato in Italia. Poi però non se ne è fatto niente perché non è stato sostenuto a dovere dal Governo nazionale il quale, a sua volta, non è stato sostenuto a dovere dal Governo regionale. E le cose non succedono per caso, succedono perché altri hanno più forza e più potere nei confronti di chi deve decidere. Così il progetto sarà realizzato a Brindisi dove la CO2 verrà liquefatta e trasportata attraverso cisterne in provincia di Piacenza, dove peraltro forse non arriverà più a causa delle difficoltà create dal terremoto. In ogni caso è venuta meno la possibilità di realizzare nel nostro territorio la centrale.
Esiste una società, della quale anche in questo caso dovremmo discutere, che è stata costituita per fare ricerca, per raffinare i progetti di cattura e di stoccaggio della CO2, per dimostrare l'utilizzo ecologico del carbone (perché sappiamo tutti che il futuro del pianeta non guarda certamente all'utilizzo del carbone per produrre energia elettrica) ma sappiamo bene che esistono società, tra queste la Sotacarbo, costituite apposta per affinare idee e progetti che potessero dare la giustificazione dell'utilizzazione ecologica per produrre energia elettrica.
Esiste anche un altro progetto, e di questo vorrei parlare, Presidente e Assessore, che è chiuso nei cassetti della Carbosulcis da molto tempo, che si chiama progetto di lisciviazione, che permette l'abbattimento del tenore di zolfo del 30 per cento e l'aumento del potere calorifero per uguale misura. Sono progetti fermi, per i quali sono stati spesi studi e risorse ingenti, di cui dovremo discutere e sui quali lei dovrebbe dare risposte. Io credo che di tutte queste problematiche l'amministratore delegato che era stato pensato per la Carbosulcis non fosse a conoscenza; ovviamente avrebbe potuto studiare.
Io vorrei esprimere in quest'aula, in questo momento, solidarietà a Lorefice, perché con l'idea galoppante che bisogna investire sui giovani voi, di fatto, avete rovinato un giovane, lo avete esposto alla gogna, perché era evidentemente inadeguato a guidare una miniera in quel momento, e noi tutti lo abbiamo detto. Questo significa colpire i giovani, non valorizzarli, non dargli prospettiva, questo significa affossare le risorse che noi abbiamo, significa dire che quella miniera di carbone non ha un futuro gestito in questa maniera, significa dire che stiamo pensando ad altro.
È evidente il fallimento di questa amministrazione regionale, non foss'altro nelle vicende di cui stiamo parlando oggi. Perché le mozioni parlano di Carbosulcis, parlano di Igea, parlano di Sotacarbo, parlano di tutti gli enti strumentali della Regione che costano una marea di quattrini ogni anno e su cui dovremmo riflettere. Io difendo quella miniera, perché sono convinto che il suo utilizzo nelle vicende e nella storia del tessuto industriale del Sulcis-Iglesiente debba avere un futuro, così come lo può avere se viene agganciata al futuro della chimica, o alla realizzazione a Fiumesanto del gruppo di centrali che deve sostituire quelle ad olio combustibile.
Questi sono i temi di cui dobbiamo discutere, e invece abbiamo perso ogni giorno di questi anni di legislatura a discutere di questioni che riguardano le guerre all'interno del P.d.L., all'interno della maggioranza, di questioni tattiche di chi si deve posizionare in un modo piuttosto che in un altro, di chi deve nominare alcune persone negli enti per sostituirne altre perché quelle facevano riferimento al capobastone di turno. Sono questioni di cui ormai non se ne può più!
Il mondo cambia, e qua dentro sembra che nessuno si accorga di ciò che sta accadendo nel mondo che cambia. E poi il sopravvento viene preso dai movimenti che guidano la pancia della gente. Le istituzioni in Italia stanno traballando; l'immagine che stiamo trasferendo è quella di una classe politica che a ogni livello sta facendo acqua da tutte le parti, e noi anziché dare un esempio positivo continuiamo in questi piccoli giochetti, in questi piccoli teatrini.
Io credo, Presidente, che lei dovrebbe ammettere il fallimento della sua Giunta, e glielo dico in una maniera abbastanza tranquilla, da consigliere regionale, perché è sotto gli occhi di tutti, è sotto gli occhi della Sardegna, e non bastano i risultati elettorali - diciamo così, come titolano alcuni giornali - incoraggianti per il centrodestra nelle elezioni di qualche sindaco della Sardegna per giustificare il fatto che questo Consiglio regionale abbia ancora un futuro. Questo Consiglio regionale non ha un presente, questa amministrazione regionale non ha un recente passato, non ha storia...
PRESIDENTE. Il tempo a sua disposizione è terminato. E' iscritto a parlare il consigliere Ben Amara. Ne ha facoltà.
BEN AMARA (Gruppo Misto). Presidente, fortunatamente, per noi e anche per lui, il nominato alla Carbosulcis ha già presentato le dimissioni, anche se, devo dire la verità, io non so come potermi inserire in questo dibattito.
Il giorno 6 di questo mese i partiti che appoggiano il governo Monti, e con loro anche la Lega, si spartiscono le nomine delle diverse authority (da quella garante delle comunicazioni all'Autorità garante della privacy) tra fratelli diversamente concordi, aspettando la prossima fermata che sarà quella relativa ai vertici della Rai. Ma chi sono stati eletti? Voi sicuramente tirerete fuori i titoli di studio, le pubblicazioni, il curriculum di ciascuno, ma subito si è sentito dire che si sono già messi d'accordo. Tra chi? Tra loro. Loro chi? Loro sono i governanti dell'Italia di oggi e anche di ieri.
L'accordo è stato fatto tra P.d.L., P.D., U.D.C. e la Lega Nord, che apparentemente fa opposizione ma è sempre, nella cultura vigente, partito di governo. Sono stati eletti, come voi sapete, un ingegnere elettronico, un bravo dermatologo, il Capogruppo della camera, il numero uno del P.d.L. campano, la moglie di Bruno Vespa, una signora della Lega Nord che rappresenta la fase due di Maroni, eccetera. Il pacco dei curriculum è rimasto altrove. Tra i duecento deputati della camera 150 hanno depositato scheda bianca in ciascuna votazione. Ecco la trasparenza, il rispetto della Costituzione!
Dunque non c'è da meravigliarsi della nomina nella Carbosulcis, perché è tutto un gioco di potere, ed è sempre stato così. In Sardegna questo scenario si ripete ogni giorno, l'hanno fatto tutti, tutti i Presidenti di Regione, a parte alcuni: è un'usanza tipicamente italiana. Carl Schmitt direbbe che i valori che si vogliono assoluti, che non aprono alla dialettica con concezioni diverse, tendono a diventare tirannici. E allora mi chiedo: quanti dirigenti di enti, di agenzie, di fondazioni sono stati nominati d'ufficio senza gara, perché appartengono a questo o a quello schieramento politico? Quanti rappresentanti abbiamo votato noi qui senza sapere nulla su di loro? Nulla, cari colleghi, è più impuro, opaco, e totalitario, delle nostre origini politically scorrect.
Questo non significa che appoggio la scelta della nomina dell'amministratore della Carbosulcis; le mie firme sulla mozione sono una testimonianza. Dico questo perché la nostra Costituzione stabilisce già la regola guida per il reclutamento degli amministratori delle agenzie e delle società: si accede mediante un concorso pubblico, non attraverso la nomina da parte di un potere politico, molto spesso attraverso un patto prestabilito. La regola guida del reclutamento deve essere sempre l'immediata e diretta conseguenza di due valori fondativi dell'ordinamento amministrativo: l'imparzialità e il buon andamento. Imparzialità come metodo di selezione, come esplicazione del principio di uguaglianza, ma imparzialità anche come finalità di selezione. Il concorso si fa per individuare i migliori, ed è anche un metodo di selezione, che dovrebbe essere improntato a rapidità, razionalità ed efficienza.
Purtroppo però, salve rare eccezioni, la pratica concreta smentisce drammaticamente tutti questi presupposti, compromettendo ogni fiducia nel metodo concorso. È l'emblema di un degrado dei valori, prima ancora che di regole, dell'amministrazione pubblica. Ogni nomina di matrice politica, o altro, è il segno, è la prova concreta che la competenza è solo una parola in Italia. Qui regna la raccomandazione e il favoritismo. Noi siamo invece per la selezione dei più capaci, dei più adatti a ricoprire il ruolo atteso, dei più meritevoli.
Questa tendenza della nomina diretta è un peccato veniale del sistema italiano. Dice un ex ministro: "Ho raccomandato solo povera gente". Probabilmente è l'alternanza di maggioranze di governo diverse che ha portato nuovi argomenti, specie in ambito locale, per perpetuare il sistema del "oggi tocca a noi".
Il terzo comma dell'articolo 97 della Costituzione stabilisce che l'accesso ai pubblici impieghi deve essere determinato non da rapporti di personale fiducia dei capi o del popolo, ma da un esame obiettivo e spersonalizzato delle capacità.. Dirò di più: per avere un apparato imparziale nella sua azione quotidiana, rispettoso dei diritti e delle esigenze di tutti i cittadini, occorre un personale pubblico che non sia legato da debiti di riconoscenza verso i potenti e verso questa o quella parte politica; l'accesso agli uffici pubblici in condizioni di eguaglianza realizza il principio democratico e persegue al tempo stesso il buon andamento e l'imparzialità dell'amministrazione attraverso la scelta di personale qualificato, selezionato in ragione dei meriti e non delle appartenenze politiche e/o sociali.
Di fronte a questa realtà non serve più far finta di reagire con nobili richiami di trasparenza e di merito o d'altro se non si affrontano con serietà e coraggio le disfunzioni del modello delle nomine e dei concorsi. Insomma appare rinverdire, nel vivo delle dinamiche amministrative, il vecchio proverbio cinese citato da Deng Xiaoping secondo cui "non è importante il colore del gatto purché sappia prendere i topi".
Questo Consiglio regionale deve vagliare una coraggiosa riforma dei sistemi di reclutamento del personale pubblico e di scelta delle consulenze, lungo la via dell'efficienza, della speditezza e del contenimento dei costi. Questo è l'unico modo per salvaguardare il valore costituzionale che tanto ci sta a cuore. Ogni governo locale, Giunta o amministrazione che intenda assumere un dirigente e amministratore, è tenuto ad emanare un avviso pubblico che consenta agli interessati di presentare la propria candidatura e costringa la stessa amministrazione a motivare congruamente la propria scelta definitiva, in relazione al profilo professionale del candidato o dei candidati.
Aggiungerei anche che demandare tutto alle diverse commissioni competenti per valutare e decidere sui meriti non sarà mai un rimedio: è solo un palliativo, un farmaco tirato ciecamente dalla farmacia di Platone. Noi siamo per i concorsi pubblici e anche per i titoli di studio, per le competenze, e insistiamo nel ribadire che la commissione giudicatrice non deve contare tra i suoi componenti alcun politico o pseudo esperti. Ciò significa l'esclusione dei componenti degli organi di governo dalla gestione delle assunzioni e delle nomine.
Non si può e non si deve chiedere a chi ha un ruolo politico di recitare due parti in commedia: promotore di politica e programmi dichiaratamente e democraticamente di parte e garante dell'imparzialità dell'amministrazione.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Porcu. Ne ha facoltà.
PORCU (P.D.). Presidente, colleghi, Assessori, credo che il rischio che questa discussione corra è che diventi in qualche modo semplicemente un rito, un passaggio alla fine del quale l'opposizione potrà dire di aver sottoposto il Presidente della Regione ad una discussione doverosa sulle sue decisioni solitarie e il Presidente potrà dire, bocciando le nostre mozioni, di aver superato la crisi della sua maggioranza. Sarebbe un errore, lo dico subito. Vorrebbe dire che tutto rimarrebbe come prima: i comportamenti del Presidente e l'atteggiamento di questo Consiglio. Allora io, anche se vedo il Presidente assorto in altre faccende, sono contento che sia presente, almeno oggi.
Io non sono tra coloro che si augura che lei perseveri nell'assentarsi dal Consiglio, ma quello che le vorrei dire, Presidente, quello su cui dovremmo riflettere, dovrebbe riflettere il Consiglio e certamente dovrebbe riflettere la maggioranza che sostiene il Presidente della Regione, è che oggi non sono in discussione semplicemente le modalità di nomina dell'amministratore unico della Carbosulcis (che nel frattempo si è addirittura dimesso e ha rinunciato al suo incarico) ma è in discussione uno stile di governo del Presidente della Regione .
Non è la prima volta che questo Presidente si cimenta nella nomina solitaria: ne ha effettuato circa altre 40 in questi anni di governo. E' un Presidente che ha cercato di salvare la Sardegna da solo (anche con frequentazioni disinvolte, lui stesso credo se ne sia pentito, magari si è dovuto pentire perché non si è fatto consigliare in maniera opportuna); un Presidente (e una Giunta) che sembra avere una tendenza preoccupante a sentirsi depositario della verità. E' questo che ci preoccupa, Presidente, questo suo senso di superbia, di autosufficienza, di superiorità che la porta ad isolarsi, che la porta a tapparsi gli occhi e le orecchie, che la porta a non ascoltare più, nella sua retorica - credo un po' semplicistica, forse lei stesso dovrebbe rifletterci meglio - un Consiglio regionale che viene liquidato e ridotto a "pollaio", che non merita quindi alcun ascolto!
Le invettive che lei rivolge non soltanto alle istituzioni (dalle quali sembra volersi discostare, assumendo quasi un potere assoluto da monarca elettivo) ma addirittura alla sua stessa maggioranza, al suo stesso partito, al coordinatore del suo stesso partito, che diventa persona ottusa e chiusa al dialogo e al rinnovamento (mentre lei sì è attento alle istanze dei giovani, è attento al cambiamento) non le fanno certo onore e, al di là dello scambio di accuse reciproche - che forse non meriterebbe gli onori delle cronache che ha avuto - sono indicative di un atteggiamento pericoloso, solitario perché, Presidente, denotano l'inconsapevolezza che la Sardegna non si salva per l'opera di uno o di pochi, ma si salva solo mettendo in campo una capacità di ascolto, di mobilitazione molto ampia.
Allora veda, quando lei liquida il Consiglio come "pollaio"e chi le manifesta critiche, nel suo partito e nella sua maggioranza, come persone"clientelari", intente soltanto a salvare le poltrone in cui siedono, lei fa torto innanzitutto a se stesso e alle intenzioni, magari buone, che lei può anche avere nel fondo del suo animo di fare qualcosa di positivo per questa terra. Così facendo lei si predispone ad un atteggiamento solitario, autocratico, alla fine conservatore.
Per questo oggi noi vorremmo portare la sua attenzione non sulla nomina, ma su quello che lei e la sua Giunta volete fare, una Giunta che passerà purtroppo alle cronache - non dico alla storia perché il profilo non è quello della storia - come la "Giunta degli sms",così come una Giunta non particolarmente felice di centrosinistra è passata alla storia come la "Giunta del bigliettino".
Lei ha ritenuto anche di umiliare i suoi assessori, di ridurli non a soggetti in grado di interloquire e di discutere sull'atteggiamento più opportuno da tenere con il Consiglio regionale, ma a ricettori di ordini. Lei ha mandato un dispaccio moderno, tecnologico sotto forma di sms con scritto: "non andate in Consiglio". E, dispiace, ma devo dire che - lo dico agli assessori seduti sui banchi anche in questo momento, e so che alcuni di loro sono persone che cercano di interpretare al meglio il loro ruolo - non vi ha fatto onore il silenzio! Non vi ha fatto onore accettare il dispaccio in maniera così silenziosa perché ciò ha danneggiato non tanto la vostra reputazione personale, che certamente ne esce in qualche modo indebolita, quanto l'autorevolezza del vostro ruolo all'interno della Giunta, la capacità dentro la Giunta di esercitare un ruolo critico, di esercitare una guida collegiale di questa Regione che non può permettersi una deriva, non può permettersi una guida in solitudine che "dispaccia" le sue verità e che si ritiene depositaria unica del Verbo.
Allora, Presidente, oggi vorrei che lei ci rispondesse non soltanto sul perché si attarda su nomine solitarie, senza preventivo confronto, di figure che evidentemente non hanno il profilo e il curriculum per svolgere le funzioni per cui lei le ha nominate, ma ci spiegasse anche che cosa intende fare per la Sardegna, quali sono i suoi progetti per questa fine legislatura, se ha qualche disegno di legge di ispirazione della Giunta (perché non ne arrivano in Consiglio regionale) con il quale intende affrontare i problemi della Sardegna.
Vorrei che ci spiegasse quale è la cifra riformista e progressista della sua amministrazione regionale, se ha un piano per i prossimi 24 mesi, al di là di quello di rincorrere i titoli sulle pagine dei giornali, al di là di andare dal Presidente del Consiglio con una diffida, anche se in limba, che alla fine è la diffida di un uomo solo, che è sempre più consapevole di essere rimasto solo al comando e di non essere capace di mobilitare la società, l'associazionismo, il mondo imprenditoriale, il mondo del lavoro, il sistema istituzionale, il sistema politico, perché ha scelto la via della demagogia, come ha fatto sui referendum.
Presidente, io non sono né contro né a favore delle Province, ma credo che chi governa abbia il dovere di proporre soluzioni e di non lasciare le istituzioni in mezzo al guado. Il pericolo, quando si cavalca la tigre e la "pancia" della demagogia, quando si cavalca lo scontento, è che - pur riuscendo, in qualche modo, a placare la rabbia e la disperazione per qualche istante - alla fine quello scontento monti in maniera ancora più forte e sveli il gioco, che è un gioco di piccolo cabotaggio, di breve respiro. La cifra della sua amministrazione è stata, infatti, ad oggi, una cifra insufficiente (non voglio usare altre parole) ad affrontare l'emergenza della Sardegna, e non è ancora chiara la sua visione, il suo progetto.
Allora, Presidente, oggi per non far diventare questa una discussione annunciata, una cronaca già scritta, un rituale sterile, sia lei per primo a infrangere il rituale e a spiegarci come intende impiegare i prossimi 24 mesi per il bene della Sardegna, come intende cercare un confronto di merito con il Consiglio, con la maggioranza e anche con l'opposizione, che non aspetta altro per offrire il suo contributo, sempre che lei sia all'altezza di una proposta utile alla Sardegna.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Barracciu. Ne ha facoltà.
BARRACCIU (P.D.). Finalmente, signora Presidente, è concesso al Consiglio regionale di affrontare questo benedetto ordine del giorno e queste mozioni che, stante il rifiuto attivo del Presidente della Regione a venire in Aula per discutere, hanno rappresentato e rappresentano per il Presidente, ma soprattutto per ciò che rimane della sua maggioranza, un banco di prova. E non si illuda qualcuno in quest'Aula che l'esito di questa discussione, la strada che prenderà, possa compromettere soltanto il presidente Cappellacci, perché non è così.
Il presidente Cappellacci, infatti, è già compromesso, a prescindere dal fatto che la mozione venga o non venga approvata; sarà una questione di mesi, forse, ma la storia di questa legislatura e di questo Presidente è già scritta. È compromesso soprattutto agli occhi della società sarda ed è anche compromesso indipendentemente dalle dimissioni di Lorefice. L'esito di questa discussione, e anche la carica di ipocrisia che, ad occhio e croce, emanerà dai banchi della maggioranza se i colleghi interverranno, rappresenterà il banco di prova del Presidente, di ciò che resta della sua maggioranza e, per scendere nei particolari, anche di alcune forze politiche specifiche in questo Consiglio regionale: mi riferisco ai Riformatori.
Spero che i colleghi Riformatori in particolare non pensino di cavarsela uscendo dall'Aula, magari astenendosi oppure - come sembrerebbero intenzionati a fare - approvando l'ennesimo ridicolo, inutile ordine del giorno, scritto apposta per salvare per l'ennesima volta questo Presidente, perché, colleghi Riformatori, il voto su queste mozioni è di fatto, al di là del povero Lorefice, (concordo con quanto ha detto il collega Cocco) un vero referendum anti casta (la vera casta, quella che non è eletta ma è nominata) a cui siete chiamati a votare per dimostrare che la vostra redenzione sulla via di Damasco (chiamiamola così) la redenzione dall'essere stati e dall'essere casta da decenni, non è una messa in scena per lucrare un pizzico di evanescente visibilità politica, ma è una concreta e sincera aderenza a quanto in quei referendum era scritto.
Si dirà - ed è stato detto e scritto - che sono ben altri i banchi di prova su cui testare lo stato di salute di questa Giunta e che, con tutti i drammatici problemi che attraversa la Sardegna, il tema delle nomine è davvero ben poca cosa e, ancora, che discuterne squalifica il Consiglio regionale. Io non sono d'accordo. Questa tesi è vera solo apparentemente, Presidente. Infatti le nomine che un presidente è chiamato a effettuare sono un segnale chiaro di quanto si prendano seriamente i problemi della Sardegna, di quanto si abbia consapevolezza del momento che stiamo vivendo e del conseguente senso di responsabilità nella gestione di snodi vitali del nostro sistema economico e sociale; e non mi riferisco esclusivamente alla Carbosulcis naturalmente.
Ecco dove sta la sostanza di queste mozioni, sostanza che va ben oltre le singole nomine vergognose che pure di questa sostanza naturalmente sono parte integrante. Il quadro analitico di quelle nomine, le sue personali Presidente, quelle specificatamente sue, familistiche, amicali, elettorali, fa parte di uno scenario davvero desolante, e fa di questa legislatura, una legislatura davvero da basso impero.
Mi permetto di rispondere io all'onorevole Porcu. In quelle nomine c'è già la risposta di che cosa questo Presidente vuole fare: vuole gestire la cosa pubblica a sua immagine e somiglianza e per un tornaconto elettorale del tutto personale. Amici e colleghi chiamati a svolgere ruoli chiave per rafforzare il proprio potere personale, le Istituzioni usate per regolare i conti all'interno del PdL e della coalizione, la propria carriera politica personale messa al centro dell'agenda politica della Giunta regionale: di questo stiamo parlando. Questo nnonostante in quest'Isola la disoccupazione salga a dismisura, il tasso di povertà sia tra i più alti in Italia, il Pil sia da dimenticare perché in quest'Isola non esiste più e via dicendo.
Certo, molte di queste nomine sono precedenti al fuoco referendario anti casta di cui si è fatto paladino il presidente Cappellacci, bruciando per questi referendum centinaia di migliaia di euro pubblici, ma altre, come quella del signor Lorefice, sono successive. Però il fuoco referendario che l'ha posseduto non basta a cancellare le prove tangibili della gestione clientelare della cosa pubblica che ha ulteriormente aggravato le condizioni della nostra Regione. Perché lei ha fatto tre danni con quelle nomine, sia con la nomina di Lorefice sia con le altreda lei effettuate: ha fatto credere ai giovani che basta essere amici del potente di turno per poter ottenere dei ruoli chiave, ha messo nelle mani di incompetenti parti importanti della struttura della nostra Isola e ha complessivamente denigrato il ruolo istituzionale che riveste.
Ma a parte le nomine negli enti regionali voglio sottolineare che il Presidente si avvale anche di "tuttologi" espertissimi, evidentemente, considerata la pluralità degli incarichi che rivestono Qualora i colleghi non avessero contezza di ciò di cui sto parlando io procederei ad un veloce elenco di queste nomine.
Intanto i tuttologi sono sei, ciascuno di questi ha più incarichi, anche diversi tra di loro: Natale Ditel, prima consulente del Presidente e attualmente dell'Assessore della sanità, commissario del Casic e consigliere di amministrazione di Sardegna.it; Antonio Tilocca, commercialista, presidente Sfirs, segue il Galsi ed è anche consigliere di amministrazione della società satellite di Meridiana; Tonino Garau, commercialista molto noto qui dentro, direttore generale del Brotzu, commissario liquidatore della società Fluorite di Silius, è stato commissario liquidatore della Nuova mineraria Silius, si è dimesso ed è stato sostituito da Aldo Cadau, suo consulente al Brotzu e anche lui commercialista; Antonello Melis, commercialista anch'esso, amministratore unico della SBS, amministratore Insar, presidente del collegio dei revisori di varie società; Massimiliano Garau "junior", nipote di Tonino, sindaco di Suelli, segretario particolare dell'Assessore dell'agricoltura, coordinatore provinciale di Cagliari del P.d.L.; Mario Porcu, presidente Sotacarbo, direttore Carbosulcis; e via dicendo.
Poi ci sono le nomine singole, come Maria Paola Corona, Marcello Barone, Enzo Me, Franco Piga, Daniela Noli, Stefano Tunis, Alessandro Lorefice, Mariano Mariani (non devo dire nulla), Marcheschi, Giovanni Follesa, Tavolacci, e via dicendo: tutte nomine personali di questo Presidente.
Ora qualcuno mi deve dire quali di questi importanti enti e società della Regione che sono gestiti da queste persone hanno migliorato la performance della Sardegna.
Ma ci sono anche molte nomine dei colleghi Riformatori e non sto qui a elencarle. Quello che ci si aspetta anche dalla discussione di questa mozione è che si prenda atto di questa situazione e, ad iniziare dai Riformatori, si revochino immediatamente le nomine fatte, del presidente dell'ERSU di Sassari, del consigliere ERSU di Cagliari, del consigliere Arst, del consigliere Sfirs, del consigliere Bic, del consigliere Forgea - i colleghi Riformatori si sono dati molto da fare - del direttore generale, sanitario e amministrativo della ASL 7 di Carbonia, del direttore generale, sanitario e amministrativo dell'Azienda mista di Cagliari, del direttore di Argea, e via discorrendo.
Questa è la situazione, e questa situazione, al di là, come dicevo prima, delle nomine singole, è importante perché davvero segna che cosa questa Giunta regionale e questo Presidente vogliono fare della Sardegna e dei punti nodali nei quali il destino della Sardegna è segnato a tutti i livelli.
Le nomine vanno al di là delle competenze, che devono essere necessariamente possedute, e corrispondono invece a criteri che riguardano soltanto l'affidabilità e il legame strettissimo che queste persone devono avere con il Presidente della Giunta, perché il potere non venga disperso ma anzi venga consolidato; tutto questo naturalmente in barba ai problemi della Sardegna e dei sardi.
Detto questo, al di là di come andrà oggi la discussione, questa è comunque la cronaca di una morte politica annunciata; forse non avverrà oggi, ci vorrà ancora qualche mese, ma la speranza è che alcune forze politiche, che hanno comunque la consapevolezza che questa esperienza è finita, stacchino veramente e presto la spina per iniziare un nuovo ragionamento.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Soru. Ne ha facoltà.
SORU (P.D.). Mi viene particolarmente difficile intervenire stamattina in questo dibattito, così difficile da afferrare per il modo in cui si è avviato, per il modo in cui non si è svolto nei giorni passati, per le novità di stamane e per come presumibilmente si concluderà. Sento però il bisogno di esprimere alcune riflessioni.
Innanzitutto voglio sottolineare il clima che ho respirato in quest'Aula stamattina; sono arrivato un po' prima dell'inizio della seduta, e mi era sembrato di avvertire un'aria di festa man mano che le persone arrivavano: sorrisi, molti baci, un clima da primo giorno di scuola, paragonabile alla prima seduta di questo Consiglio. Forse si pensava di essere scampati da una situazione irreversibile, forse vi era l'idea che qualcuno avesse vinto, l'idea che qualcun altro fosse collegato a qualcuno che aveva vinto e quindi pensava di aver vinto pure lui. Invece i giornali stamattina ci raccontano che il direttore generale del Fondo monetario internazionale afferma che l'Europa ha tre mesi di tempo e che l'Italia è la prossima vittima già designata dopo la Spagna, e che qualcosa di molto grave può succedere nel nostro Paese. Ma qui era festa!
L'altro fatto che mi ha stupito è che stamattina non era presente solo il Presidente della Regione o un Assessore per dare a questo Consiglio la possibilità finalmente di riunirsi, ma c'era la Giunta al gran completo: seduti nei banchi del Consiglio o seduti nei banchi della Giunta c'erano tutti indistintamente. Certo che l'agenda dei nostri impegni gioca dei brutti scherzi: giovedì non c'era nessuno disponibile e oggi ci sono tutti.
Questo dibattito non mi piace perché comunque si sta lasciando delle macerie dietro sulle quali forse non abbiamo riflettuto abbastanza; io credo che giovedì scorso il Presidente della Regione abbia fatto bene a recarsi a Roma, perché doveva partecipare ad una riunione della Conferenza delle Regioni importante per la nostra Isola, credo anche, però, che abbiamo fatto male a indire una riunione del Consiglio e manifestare per la prima volta nella storia dell'autonomia l'impossibilità che si tenesse il Consiglio.
Mi è pure dispiaciuto che quel giorno abbia anche coinciso con la nascita di un nuovo Gruppo in questo Consiglio, per cui non si è capito se alcune dichiarazioni, anche sue, signor Presidente del Consiglio, che poi a questo nuovo Gruppo si è unito, siano state rese nell'esercizio del suo ruolo istituzionale di garanzia, o siano state rese nel suo ruolo di consigliere regionale impegnato nel far politica, e quindi nella sua personale vicenda politica.
Credo che sia stato anche sbagliato riunire il Consiglio, conclamando una crisi istituzionale che non si era mai avuta in questa Regione. Mi chiedo, infatti, che cosa sarebbe successo al Parlamento italiano se né il Presidente del Consiglio né nessun Ministro si fosse presentato e il Parlamento si fosse trovato nell'impossibilità di svolgere i suoi lavori.
Del comportamento del Presidente la Regione neanche ne parlo più, signor Presidente del Consiglio. Con l'sms che è stato letto in questo Consiglio dal nostro Capogruppo credo che si sia detto tutto quello che si potesse dire: siamo ai limiti del tradimento, siamo ai limiti del sabotaggio delle istituzioni pubbliche. Alla fine di questa legislatura, o alla fine di questo mandato, quando ci troveremo di fronte una Regione più povera, un bilancio malridotto, un sistema dell'autonomia complessivamente peggiorato, si andrà ad aggiungersi un sistema istituzionale che per la prima volta ha dimostrato proprio di non poter funzionare. La dialettica, il dialogo tra le funzioni più importanti di questa Regione si è talmente sfilacciato - io credo anche per motivi personali - che dopo sessant'anni questo è il risultato
Comunque alla fine ci stiamo riunendo per discutere delle modalità di nomina dei direttori delle agenzie e degli amministratori delle società e degli enti regionali, e nella fattispecie della nomina di questo "povero ragazzo" (come lei stesso lo ha definito) inopinatamente chiamato alla responsabilità della gestione di una società così complicata.
Non ho nulla da dire su quella nomina, si commenta da sé. Mi ha sorpreso però, signor Presidente della Regione, sentirla rispondere a un esponente del suo partito, mi pare al senatore Nizzi che non era giusto prendersela "con un povero ragazzo", perché non stiamo parlando di un povero ragazzo, stiamo parlando dell'amministratore della Carbosulcis. Oltretutto non credo che lei abbia nominato questa persona sulla base di un criterio anagrafico (se lo avesse fatto avrebbe sbagliato), credo che lo abbia nominato per le competenze, credo che lo abbia nominato per il merito, credo che lo abbia nominato per la capacità di risolvere un qualche problema in Carbolsulcis.
E' evidente, comunque, che la sua valutazione è stata completamente sbagliata, e non solo questa volta. La mia collega Francesca Barracciu le ha fatto un lungo elenco di errori da lei commessi nelle nomine. Questo suo perdurante modo di procedere alle nomine mi pare frutto di un cinismo gravissimo: cinismo nei confronti del suo ruolo che merita maggiore attenzione, cinismo nei confronti della cosa pubblica, cinismo anche nei confronti degli elettori della Sardegna, perché non fa altro che esasperare quello che ormai è di totale evidenza nella considerazione dei cittadini verso la politica in generale e verso noi stessi. Ciò è anche emblematico di quella totale contraddizione tra la propaganda e l'azione che la contraddistingue.
Nonostante, infatti, lei sia stato uno dei sostenitori degli ultimi referendum non l'abbiamo vista precipitarsi il giorno dopo a presentarci le sue proposte, che immaginavo avrebbe preparato in attesa dell'esito referendario, su come proseguire il percorso per ridisegnare la pubblica amministrazione in Sardegna o anche, ad esempio, per dare seguito alla richiesta di semplificazione ulteriore nei consigli di amministrazione degli enti regionali. Era troppo impegnato, evidentemente, ad effettuare una nomina così sbagliata di un giovane che si è esercitato, non si capisce come, nel prendersi tre diplomi da ragioniere (non ne bastava uno) e contemporaneamente nel conseguire anche una laurea telematica in una università di cui oggi in qualche articolo si leggono notizie esilaranti.
Credo che sia ora di tornare alle urne; lo dobbiamo a questa società sarda, lo dobbiamo a quanti ci guardano e hanno magari voglia di impegnarsi o di esprimersi diversamente. Credo che sia ora di andare al voto e di non perdere neanche un minuto in più in questa finzione perché sappiamo bene che in questa legislatura non saremo in grado di risolvere nessuno dei problemi che assillano la nostra Isola. Tuttalpiù potremo risolvere qualche problema alle persone più vicino a noi o, ancora peggio, qualche nostro problema personale.
PRESIDENTE. Onorevole Soru, vorrei tranquillizzarla sul fatto che le dichiarazioni che ho reso nella scorsa seduta le ho rese da Presidente del Consiglio e non da consigliere regionale. E mi dispiace che non mi abbia ascoltato bene perché se l'avesse fatto avrebbe capito che il Presidente del Consiglio è intervenuto esclusivamente a tutela della dignità del Consiglio regionale. Questa è infatti la principale prerogativa del Presidente del Consiglio regionale che non ha mai aperto conflitti, non ha pronunciato dichiarazioni ma si è limitato a difendere l'Assemblea regionale nel momento in cui è stata attaccata ed è stata accusata di irresponsabilità e di occuparsi di temi inconsistenti, strumentali e artificiosi.
Lei ha affermato che è stato sbagliato tenere comunque la riunione del Consiglio regionale. Questo rilievo avrebbe dovuto farlo al suo Gruppo e ai Gruppi di opposizione cui spettava la decisione circa il rinvio della seduta. Mi chiedo semplicemente cosa avrebbe detto lei se il Presidente del Consiglio regionale arbitrariamente ne avesse deciso lo spostamento ad altra data. Il Presidente del Consiglio regionale, invece, con molto buonsenso ha valutato di convocare la Conferenza dei Capigruppo perché le varie forze politiche si potessero confrontare e potessero prendere la decisione più giusta. Pertanto il Presidente del Consiglio regionale non ha potuto fare altro che prendere atto della richiesta delle forze di opposizione di garantire il rispetto del Regolamento.
E' iscritto a parlare il consigliere Campus. Ne ha facoltà.
CAMPUS (Sardegna Domani). Stamattina nel leggere gli articoli in merito alla giornata di oggi risaltava, con riferimento alla riunione di maggioranza di ieri, l'espressione "tutti a casa". Se passa la mozione - così si legge ne "L'Unione Sarda" di oggi - tutti a casa. Un "tutti a casa" che ricorda più, devo dire la verità, i titoli di coda del film di Monicelli "l'armata Brancaleone" che non il "Tutti a casa" di Comencini con Alberto Sordi.
Ho cercato anche di capire se oltre questo riferimento cinematografico ci fosse anche un minimo di analisi, di autocritica da parte sua, Presidente, ma non l'ho trovata. In realtà non ci speravo più, perché da subito, da appena ci siamo insediati, presidente Cappellacci, la sua inesperienza politica, la sua candidatura nata nelle camere esterne alla politica, avrebbe dovuto consigliarle una prudenza, un rodaggio, un apprendistato che è totalmente mancato. Da subito ha pensato di saper nuotare da solo e addirittura di saper comandare la nave.
Per 3 anni ho cercato di parlarle, di mettere a sua disposizione sia per lei (perché c'era proprio una simpatia personale nei suoi confronti) sia per quello che lei rappresentava e rappresenta, tutta l'esperienza di una vita, di due legislature al Senato, di un mandato di sindaco della seconda città della Sardegna; tutto a vuoto! Ho perso tempo e ho perso anche, e mi dispiace, in dignità, ed è questo che non posso perdonarle. E non posso perdonarlo a lei, non alla maggioranza o alla Giunta, a lei; perché lei doveva essere il dominus (non solo per le nomine clientelari, non solo per le frequentazione inidonee e non qualificanti) con in mano il presente e il futuro della Sardegna.
Il potere le era stato affidato con un voto di fiducia alla cieca (perché nessuno la conosceva) ma purtroppo quella fiducia, così come repentinamente era salita nel giro dei 20 giorni della campagna elettorale, così altrettanto repentinamente e drasticamente è crollata. Lei ha dilapidato, Presidente, la fiducia dei sardi oltre che la mia. Però torniamo al "tutti a casa".
Su questa frase mi trova assolutamente d'accordo, anche in considerazione del fatto che passa, in questo che è il Parlamento dei sardi, la censura morale per una nomina tanto arrogante quanto superficiale, tanto sbagliata quanto immorale. Immorale perché motivata con ragioni di rinnovamento generazionale, in totale spregio però di criteri come il merito, la professionalità, la preparazione, la dirittura morale; tutto questo non contava più. Ecco perché la nomina era immorale. E queste considerazioni non può non averle fatte.
Comunque, relativamente alla minaccia del "tutti a casa", io sono pronto, anzi, le dirò di più, mi sento meritevole di andare a casa perché mi sento responsabile pro quota del suo e del nostro fallimento. Tutti a casa per incapacità e per inidoneità, per senso di responsabilità nei confronti dei sardi e non per capriccio o per ricatto.
Ma davvero si può ricattare una maggioranza e difendere in coscienza quella nomina? Ma davvero pensa che si possa percepire fuori dall'aula come un'aggressione da parte dei monelli, dei cattivi e dissidenti e di quant'altro, il pretendere una spiegazione, il pretendere che chi quella nomina ha fatto ne renda conto attraverso noi a tutta la Sardegna? Io penso che quello sarebbe stato, sì, motivo per rassegnare le dimissioni, dicendo per una volta: "Si può fare, ho sbagliato", e magari avremmo anche respinto quelle dimissioni, perché chi riconosce i propri sbagli si sta indirizzando dal torto alla ragione. Invece no, assolutamente, solo il ricatto: se passa la mozione tutti a casa.
Ebbene, l'ho chiarito più volte : io non sono più in maggioranza. Dopo tre anni di strenui tentativi di rimanere inserito in un progetto, in un disegno che mi scompariva davanti (così come è scomparso, per la verità, purtroppo molto più drammaticamente davanti a tutta la Sardegna) sono uscito dalla maggioranza per autodifesa, per differenziarmi e per sentirmi pulito e libero. Non volevo essere più ricattato, usato e umiliato, perché agli occhi della gente, purtroppo, siamo tutti uguali, non si distinguono i buoni e i cattivi nemmeno tra maggioranza e opposizione. Per la gente siamo tutti "la casta".
Però io voglio andarmene con quella immagine di integrità morale che ha accompagnato tutta la mia vita e la mia reputazione, quell'integrità morale che mi ha consentito di arrivare qua. Perché non mi hanno portato qua i voti dei clientes, (non ne ho mai avuto, non ne ho mai cercato, non ho nemmeno uno schedario) mi ha portato qua il voto delle persone libere, che sono quelle stesse persone libere che allora votarono per lei senza conoscerla, perché speravano in un cambiamento, speravano in un sogno, in un progetto, e lei drammaticamente, traumaticamente, e anche stoltamente, ha deluso e tradito tutte quelle persone.
Allora mi stupisca davvero, Presidente, per una volta mi stupisca, scenda dall'empireo di Palazzo Devoto, corregga i suoi errori, li riconosca, si apra al confronto, trovi la forza e la capacità, almeno per i prossimi mesi, quei pochi mesi che mancano perché si possano portare a compimento quelle riforme essenziali, senza le quali il fallimento sarà davvero totale, ma non solo nostro, di tutta la politica.
Dobbiamo farle quelle riforme, dobbiamo rimanere qua due, tre mesi per fare quelle riforme. Dobbiamo recarci a Roma e urlare perché la Camera approvi la riforma costituzionale che quest'Aula ha proposto e i tagli al numero dei consiglieri regionali. Dobbiamo rifare una legge elettorale che dia ai cittadini la possibilità di scegliere tutti i consiglieri. Dopo aver fatto tutto questo, davvero, noi potremo andarcene a casa.
Allora usi il suo potere di Presidente della Regione, di capo di questa maggioranza, lo usi, ma non ricatti la sua maggioranza per difendere un capriccio, ma la ricatti perché si facciano quelle riforme e si possa andare a casa davvero a testa alta.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Stochino. Ne ha facoltà.
STOCHINO (P.d.L.). Sicuramente le parole dell'onorevole Campus e la passione con cui ha ultimato il discorso resteranno all'interno di me. Però oggi, anche se questa discussione non mi appassiona - e qui concordo con quello che ha detto l'onorevole Soru - credo di dover spendere per forza due parole, me lo sono imposto ormai da un mese a questa parte, per offrire, a differenza dell'onorevole Campus, un altro tipo di contributo al Presidente della Regione, un contributo al bene della Sardegna, un contributo per dare risposte a quelle persone che hanno eletto anche me in questi banchi del Consiglio regionale, onorevole Campus, con un mandato ben preciso: con il mandato di rappresentare la Sardegna, ma soprattutto di dare risposte vere ai sardi.
Sicuramente, onorevole Barracciu, che non vedo, a quegli stessi sardi non credo che interessi quella sfilza di nomine che lei ha elencato, ma interessa come quelle persone gestiranno quegli enti. Probabilmente ai sardi interessa come funziona la SFIRS, come viene elargito il finanziamento per Impresa Donna, come vengono gestiti gli enti. Ecco, io dagli amici dell'opposizione - anche se alcuni spunti propositivi sono arrivati - avrei voluto ricevere delle proposte serie in riferimento alla Carbosulcis, avrei voluto parlare di altro e non della nomina di un giovane che - forse perché è distante dalla politica che viviamo noi, e che vivo io ormai da questi tre anni in Consiglio regionale - dimettendosi ha voluto toglierci la patata bollente di mano e dirci: "Io ero lì per spirito di servizio, per ragionare, per portare avanti un progetto per la Carbosulcis, non ero lì solamente per conquistare una poltrona, che, seppur importante, non può dare gli stessi stimoli che magari può dare un progetto di rilancio della Carbosulcis".
Io sapevo che lui stava pensando di dimettersi già da giorni perché sentiva il peso di questa responsabilità, di queste discussioni che oramai occupavano tutte le pagine dei quotidiani sardi, delle televisioni sarde, occupavano degli spazi che magari dovevano essere occupati dalle problematiche vere che la Sardegna oggi deve affrontare.
Allora io, colleghi dell'opposizione, oggi non voglio parlare di nomine, voglio parlare della Carbosulcis, voglio parlare dell'ipotesi di sopravvivenza di questo ente, e ne posso parlare perché questo giovanotto, che sicuramente non ha conseguito la laurea all'Università di Harvard, o in altre università famose, aveva iniziato ad affrontare il problema dal primo giorno che era stato nominato. Questo giovane aveva iniziato a riflettere sul sistema per la purificazione del carbone estratto, aveva iniziato ad analizzare il carbone della miniera del Sulcis, e aveva constatato che i minerali inerti, il silicio e altri, erano presenti per il 17 per cento, e che lo zolfo era presente per il 7 l'8 per cento. Tutto questo per dimostrare che il carbone del Sulcis poteva e può essere una risorsa importante per la Sardegna e per tutta l'Italia, se si trovasse il modo di purificarlo e di poterlo riutilizzare.
Io su questo tema, colleghi, vi voglio sfidare oggi, ma anche nelle prossime sedute di Consiglio regionale, parlando di problemi concreti, parlando del minerale prodotto dalla Carbosulcis. Molte informazioni ho avuto modo di apprenderle anche grazie a questo giovanotto, a questo giovane che viene considerato dalle parole dei colleghi come l'inesperto, come la persona non adatta, come la persona peggiore, che però proviene dalla Sardegna, cari amici del centrosinistra, e non da altre parti d'Italia, come purtroppo molti nominati dalla precedente Giunta di centrosinistra.
Il presidente Cappellacci ha voluto dare fiducia a un sardo, e ha voluto che si confrontasse con quei dati che prima vi ho illustrato. Comunque, io credo - mi rivolgo anche all'assessore dell'industria, Alessandra Zedda - che la giornata di oggi non debba essere recepita con la sterilità che noi politici siamo soliti attribuire a queste discussioni, la giornata di oggi deve essere considerata come un'occasione per iniziare a ragionare sul rilancio del carbone del Sulcis, argomento che credo interessi all'amico Giorgio Oppi, ma che credo interessi anche all'amico Cappellacci, e credo interessi anche all'onorevole Diana, perché quando era sindacalista magari ha avuto modo di difendere questa importante realtà.
Ebbene, anche io, sebbene non più giovane, con i miei quarant'anni, voglio iniziare a trasmettere un segnale forte a questo Consiglio regionale per parlare di questioni concrete, questioni concrete che la Sardegna ci chiede di affrontare. Voi, amici dell'opposizione, credo che abbiate le competenze per discutere e per, insieme a noi, ipotizzare il rilancio del carbone del Sulcis, che può essere un'importante risorsa non solo per la Sardegna, ma anche per l'Italia tutta.
PRESIDENTE. E' iscritta a parlare la consigliera Zuncheddu. Ne ha facoltà.
ZUNCHEDDU (Gruppo Misto). Presidente, sulla questione Lorefice credo proprio non basti il ripensamento tardivo seguito dalle dimissioni; dimissioni, come abbiamo appreso dalla stampa, rese sotto la pressione di problemi giudiziari, per cui non possiamo chiudere il caso in questi termini. Io spero che oggi il presidente Cappellacci, nonché la sua Giunta, abbiano tutti insieme trovato le condizioni politiche e psicologiche ottimali per relazionare finalmente in aula sulla nomina di questo giovane amministratore unico della Carbosulcis. Un incarico da subito con molte ombre, a partire dal metodo di selezione da lei adottato, Presidente.
Non si tratta, peraltro, com'è stato detto ripetutamente stamattina, di un caso assolutamente isolato, ma di un metodo nepotista e clientelare che privilegia chi ha come unica referenza e titolo l'appartenenza al suo enclave politico, sacrificando ed escludendo professionalità e intelligenze che, grazie al cielo, la Sardegna e quel territorio esprimono, e che sono assolutamente indispensabili per una ripresa economica del Sulcis. Ma questo è tempo di lauree brevi, è tempo di titoli di studio sospetti che arrivano via Internet, in nave, in aereo e che, sicuramente, non premiano le professionalità, le competenze, il merito.
Lei, Presidente, che ha la firma veloce e che ama far presente che non sta chiuso nei Palazzi, ma che si reca fuori per accorgersi di quello che avviene nei nostri territori, visto che parliamo di Sulcis Iglesiente dovrebbe ricordarsi che la riforma per il rilancio del parco geominerario (sollecitato dalle popolazioni locali che vantano, purtroppo, il primato di disoccupazione in Sardegna) sia per gli investimenti pubblici già effettuati, sia per le aspettative occupazionali di tutta quell'area, e per le stesse prospettive che il parco possa concretamente divenire un volano di nuova economia del territorio, attende, per poter decollare, solamente la sua firma. Per cui anche su ciò dovrebbe relazionare in Aula.
A noi è noto il patrimonio inestimabile del Geoparco, riconosciuto dall'Unesco, e ciò che rappresenta per la memoria dei sardi e per la concreta prospettiva di occupazione per le popolazioni locali, a partire dai giovani disoccupati, spesso laureati, portatori di grandi professionalità, ma che purtroppo sono senza "padroni". Presidente, basta la sua firma, una firma che le lotte portate avanti in questi anni (dall'occupazione dei pozzi all'attendamento di fronte a villa Devoto) le chiedono. Quindi una firma che sicuramente le farebbe onore, anche perché lei, giustamente, ama molto ricordare le sue origini Iglesienti, anche se sembra non gliene importi gran che.
Comunque, tuttavia, io vorrei tornare alle mozioni oggetto dell'ordine del giorno. Però adesso vedo che è impegnato al telefono, non so se sia il caso di interrompere e aspettare. Lei, presidente Cappellacci, con la solita scusa di inderogabili impegni istituzionali, ha dimostrato un'arroganza forte e un atteggiamento di scherno nei confronti delle istituzioni, nella fattispecie del Consiglio, della Presidente, della Conferenza dei Capigruppo; un atteggiamento che, sicuramente, in questo momento di forte crisi economica e sociale sarda, non contribuisce a creare un clima favorevole per affrontare e cercare di risolvere, anche parzialmente, il dramma occupazionale, la crisi delle imprese e delle famiglie sarde.
In questi atti del Presidente, un po' da padre padrone della Regione autonoma della Sardegna, si intravede chiaramente un senso di onnipotenza. Il caso eclatante "Carbosulcis-Lorefice", rivela chiaramente che il Presidente della Regione autonoma interpreta la politica sarda come una questione privata, privilegiando il potere personale e interessi estranei alla Sardegna (il tutto ovviamente sulla pelle dei sardi) con il silenzio complice di grande parte della maggioranza e con l'abuso delle regole democratiche. Tutto questo in perfetta sintonia con i metodi del suo vecchio maestro, che poi gli ha dato una grossa mano d'aiuto per occupare il ruolo che oggi occupa.
Ora, questi avvenimenti sono il frutto avvelenato della politica di questa maggioranza di centrodestra, impegnata in azioni e scelte dal sapore clientelare e lontane dai problemi della Sardegna, in esecuzione di ordini esterni ed estranei ai nostri interessi; una politica pertanto incapace di dare risposte alle criticità che sta vivendo la nostra gente, all'economia agropastorale e alla pesca, già in una crisi strutturale.
Da questa situazione, da una politica sempre più asservita a interessi estranei ai sardi, nasce la sua arroganza, Presidente, un'arroganza supportata da gran parte della sua maggioranza e da alcuni tentennamenti della stessa opposizione. Il sistema spartitorio degli enti regionali, che sono un ricco terreno di pascolo che si è consolidato in modo trasversale negli anni dell'autonomia, permette oggi al presidente Cappellacci di usare, con estrema disinvoltura, il potere politico, come se fosse il padrone delle ferriere.
Il Presidente, in questi tre anni di assenze costanti, ingiustificate, si è reso responsabile, fra l'altro, di uno scollamento istituzionale che è ormai insanabile. La totale mancanza di confronto dialettico (confronto dialettico che sta alla base dei processi democratici) all'interno della massima Istituzione sarda, è stata un'anomalia che ha creato forti squilibri istituzionali, proprio in un momento in cui la Sardegna, sempre più piegata da una crisi economica e sociale devastante che è sotto gli occhi di tutti, necessita di un supporto politico sardo ben più solido, in modo da poter essere una controparte allo strapotere dello Stato italiano, che non riconosce a noi sardi i diritti più elementari, a partire da quelli reclamati con la vertenza delle entrate, con quella dei trasporti e chi più ne ha più ne metta.
Le emergenze occupazionali in Sardegna hanno bisogno di risposte certe e concrete, così come alle nostre istituzioni democratiche bisogna restituire il decoro, l'affidabilità, l'autorevolezza e, aggiungerei, principalmente la trasparenza e la legalità nelle scelte politiche, perché noi stiamo navigando in acque torbide, Presidente. Questo è il compito della classe politica sarda nella sua interezza e nei diversi ruoli interpretati, quindi maggioranza e opposizione.
Io vorrei concludere proprio con una riflessione politica sul fallimento di questa maggioranza di centrodestra, di cui il presidente Cappellacci è il leader . Non è sufficiente la richiesta di elezioni anticipate (richiesta comunque da me sostenuta in tempi non sospetti, perché non ci voleva molto a intuire che saremmo andati presto incontro a un fallimento politico di questa maggioranza) oppure di dimissioni del Presidente e della sua maggioranza, ma per tutte quelle forze politiche che hanno a cuore primariamente gli interessi dei sardi (e quindi una soluzione della crisi che non distrugga la coesione sociale e che non dissolva l'economia, le imprese e le famiglie) si pone, in modo prioritario (a prescindere dal destino cui andremo incontro come Consiglio) il problema della costruzione di un progetto politico che abbia come obiettivo il superamento dell'autonomia regionale e la costruzione di un percorso di difesa reale dei diritti dei sardi, di prosperità e di autogoverno.
Vorrei anche chiedere al presidente Cappellacci, mentre seguiva gli impegni suoi fuori dall'Aula, o come lui ha detto, fuori da questo "pollaio", che ne è stato del sollecito che io ho le ho rivolto ripetutamente perché si costituisse parte civile al processo di Perugia del 23 aprile, per i fatti del G8 che vedono imputata la (cosiddetta giornalisticamente) "cricca" ? Il 23 aprile a Perugia c'erano tutte le parti che hanno subito danni dalla "cricca", c'erano tutti tranne rappresentanze sarde che difendessero gli interessi dei sardi. Per fortuna…
PRESIDENTE. Onorevole Zuncheddu, il tempo a sua disposizione è terminato.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (Sardegna Domani). Presidente, mi chiedo se chi ci ascolta ha avuto modo di valutare l'interesse dei componenti di questa Assemblea a seguire questa discussione stamani, visto che, come è stato ricordato, l'Europa rischia di scomparire. Stiamo rivivendo, non credo di esagerare, la terza guerra mondiale, una guerra che non si combatte più con i carri armati, con i fucili, con i missili, ma si combatte sul piano finanziario; una guerra da cui dipenderanno le sorti della nostra nazione, dello Stato italiano, il cui anello debole, forse l'ultimo anello debole di questo Paese, è la Sardegna.
Allora, come trasmettere all'esterno che quanto stiamo discutendo oggi ha a che vedere con tutto questo? Ha a che vedere perché dalle situazioni drammatiche di crisi si esce fuori con sobrietà, con decisioni importanti, a volte dolorose, si esce fuori con il merito, applicando attentamente la meritocrazia, valorizzando le professioni, con le regole. Ecco perché oggi qui non è in discussione, a mio avviso, il caso Carbosulcis, è in discussione come si amministra la cosa pubblica, come si applicano le regole, e questo tema è stato oggetto dell'istituzione, come già ricordato, di una Commissione d'inchiesta.
Io vorrei omaggiare questo fascicolo a qualche assessore. Questo è un fascicolo (redatto, in Commissione d'inchiesta, dal collega Uras e da me) che raccoglie i curricula di diversi soggetti nominati a capo di enti regionali o nei consigli di amministrazione dall'inizio della legislatura a oggi. Perciò non stiamo parlando solo del caso Lorefice, che forse non sarebbe neanche tra i più drammatici in assoluto, se non fosse perché cade in una fase particolare, perché interviene a seguito dei referendum, quando gli stessi referendari vanno a questuare per un posto in un consiglio di amministrazione.
Certo, anche noi avremmo gradito parlare con l'assessore Zedda - cosa che faremo e non abbiamo avuto possibilità di fare, nonostante una mozione urgente con la quale chiedevamo la convocazione del Consiglio entro dieci giorni - delle aree di crisi della Sardegna centrale, dell'energia, del patto per l'energia; ne parleremo e vi solleciteremo. Sollecitazioni che però non vengono mai dalla Giunta.
Perché si parla di mozioni in quest'Aula? Perché si parla di interrogazioni, di interpellanze? Perché non ci sono disegni di legge, perché non c'è nessuna proposta che provenga dalla Giunta, anzi a dire il vero c'è un disegno di legge, quello sulla sanità, che però, chissà perché, nonostante sia stato approvato da circa un anno non arriva in Aula. Abbiamo parlato delle entrate sollecitati dalle mozioni, dei trasporti sollecitati dalle mozioni, della continuità territoriale sollecitati dalle mozioni. Qual è il nostro ruolo? Di sollecitarvi a dire qualcosa perché spontaneamente non lo fate?
Oggi dobbiamo parlare di meritocrazia e di merito, quel merito che interessa i giovani, i giovani che hanno accordato il 15 per cento di consensi alla lista 5 stelle a Quartucciu, il 10 per cento ad Alghero, quei giovani che non si sentono tutelati dal merito. Abbiamo assistito in questi anni e denunciato altri casi Lorefice, abbiamo approvato risoluzioni. Vi dimenticate che abbiamo detto al Presidente della Giunta con un ordine del giorno: "Solleva dall'incarico il commissario nominato per il Comune di Olbia perché nominato contro legge". L'ha detto quest'Aula, l'abbiamo detto tutti insieme, a maggioranza, e il Presidente non lo ha fatto; lo ha fatto solo gli ultimi giorni perché qualche legale gli ha detto: "Bada che ha ragione il Consiglio".
Abbiamo approvato diverse risoluzioni, spedite in quel di viale Trento, risoluzioni sulle nomine delle ASL. Quando sono stati nominati i commissari, infatti, 7 su 11 non avevano titolo: direttori amministrativi, sanitari, consiglieri di amministrazione, nominati senza titolo: E' questa, comunque, una storia che viene da lontano.
Mi ricordo ancora quando il centrosinistra fece cancellare dalla legge istitutiva dell'Ente foreste la norma che prescriveva la laurea come elemento imprescindibile per essere nominati componenti del consiglio di amministrazione di quell'ente. Perché? Perché la maggioranza di allora era intenzionata a nominare una persona senza laurea. Però aveva seguito un percorso legittimo, aveva approvato una legge che abrogava la norma che prevedeva il requisito della laurea.
Allora credo che un po' tutti abbiamo qualcosa da rimproverarci, ma questa situazione è drammatica! Siamo anni che denunciamo l'irregolarità nelle nomine. Ora io non mi rivolgo al Presidente, che è sicuramente impegnatissimo in altre questioni, come a partecipare a Conferenze Stato-regioni non convocate, inesistenti o ad altre riunioni in gran parte inventate (presidente Soru, questo passaggio le mancava nelle sue valutazioni precedenti) ma mi rivolgo ai colleghi. E allora vi chiedo: sapete (noi lo sappiamo benissimo, lo abbiamo verificato e lo porteremo in Commissione d'inchiesta) che non c'è nessuna corrispondenza tra competenze, funzioni, ruoli dichiarati nei curricula presentati e, per esempio, versamenti INPS? Addirittura in alcuni curricula vengono dichiarate posizioni di dirigenza mentre secondo le certificazioni INPS si tratterebbe di contratti di formazione lavoro.
Ma stiamo scherzando? Ma che cosa state combinando? Certo che tutto questo sistema favorisce, è confacente, è direttamente proporzionale al clientelismo! Ecco perché stiamo parlando di questa mozione: perché i nostri giovani hanno bisogno del riconoscimento del merito, hanno bisogno di essere tutelati, di essere mandati a casa se non meritevoli, di essere premiati, valorizzati, ulteriormente spinti verso una grandissima carriera se invece lo meritano, come tutti, che siano giovani o non giovani.
Ma abbiamo esempi eclatanti nei consigli di amministrazione dei nostri enti, già denunciati in quest'Aula e non solo in quest'Aula. Io personalmente ho portato sette fascicoli alla Procura della Repubblica segnalando alcuni casi. Perché? Perché c'è la sconfitta della politica. Abbiamo una Giunta che ha "fatto girare" 33 Assessori: 33 Assessori! Vogliamo ricordare qualche Assessore che è passato da qui non si sa bene per quali meriti, con quali titoli, con quale professionalità? E poi ce lo troviamo in giro a fare il moralista! Non solo lui, ma anche altri.
Abbiamo bisogno di sobrietà. Ma come si fa a essere sobri con 20 addetti stampa e circa 200 consulenti? Come si fa a essere sobri in questo momento, a potersi guadagnare il rispetto e l'autorevolezza che può venire dal consenso popolare? Come si fa quando leggiamo certe notizie?
Volete qualche dato relativo alle consulenze? Collaborazione coordinata e continuativa per l'attività di assistenza tecnica nella programmazione dei fondi POR: 31 mila euro. Di dati relativi all'attività di ricerca poi ne abbiamo diversi: attività, assistenza tecnica di sviluppo, monitoraggio con controllo delle APQ: 43 mila euro una, 35 mila euro l'altra . Queste sono consulenze, contratti di collaborazione! Decine di migliaia, centinaia di migliaia di euro! E poi qualcuno viene a dire: "Io rinuncio alla mia indennità aggiuntiva relativa alla carica di Presidente"? Ma smettiamola di far ridere!
Io voglio far recuperare dignità alla politica per chi verrà dopo di me, e l'unica soluzione (tanto, guardate, non si dimette, toglietevelo dalla testa) se abbiamo dignità noi, tutti insieme, è quello di mandarli a casa. Ci vuole il voto: punirà chi dovrà punire, salverà chi meriterà di essere salvato.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.
MANINCHEDDA (P.S.d'Az.). Intervengo per dichiarare subito che il dispositivo delle due mozioni presentate non ci soddisfa perché non siamo intenzionati ad affidare alla Giunta una competenza tipica del Consiglio. Proponiamo, invece, a chi ha presentato le mozioni, di prendere loro un impegno: impegno che il primo disegno di legge o la prima proposta di legge che arriva in aula per l'approvazione,sia l'occasione per dare attuazione ai referendum per quanto riguarda consigli d'amministrazione, aziende, moralizzazione e quant'altro. Non abbiamo bisogno di delegare niente alla Giunta; questo è l'impegno del Consiglio, questa è la competenza del Consiglio.
Abbiamo il "327" in entrata in questo Consiglio, possiamo sfoltire noi il sistema del sottogoverno regionale, non abbiamo bisogno di delegare niente alla Giunta e comunque il Partito sardo d'azione non intende delegare niente alla Giunta delle competenze che sono proprie di questo Consiglio, né impegnare in alcun modo la Giunta a fare ciò che possiamo fare noi.
Per quanto riguarda il quadro politico, noi stiamo costruendo un'alternativa a questo Governo e ad altri governi impostati sul bipartitismo italiano. Noi siamo pronti ad accogliere chi ci vuol stare, chi vuol dialogare con noi, chi ha interesse al nostro progetto. Lo stiamo dichiarando da tempo: penso che quando si costruisce un'alternativa si debba dichiararla vigente prima di, come dire, chiudere delle stagioni che si ritengono esaurite, lo stiamo dicendo ma non stiamo riuscendo a capire quale sia la proposta in campo.
Noi questo lo stiamo facendo, per noi la proposta è una proposta che ha come confine la polemica, la dialettica, il confronto con lo Stato italiano, uno Stato che sta chiudendo Ottana perché la società di Stato Terna privilegia la società non di Stato E.ON, e prima o poi arriveranno qua, Presidente, arriveranno qua. Arriveranno qua perché non è possibile che un'azienda di Stato chiuda un sito industriale, e noi saremo contro lo Stato.
Uno Stato che nei trasporti privilegia una compagnia privata - perché sta facendo questo - uno Stato che puntualmente incide negativamente su scuola, università (io invito i colleghi a leggere che cosa sta scrivendo il consiglio universitario nazionale sulla riforma proposta del ministro Profumo, su ciò che significherà per la Sardegna) che in materia di enti locali sta espropriando i comuni di ogni competenza. Io non capisco l'euforia di chi è diventato sindaco. Un comune, per esempio, che ha 5 milioni di euro di bilancio come Villamar, ha un margine di manovra di 300 mila euro, di questi 300 mila euro, 180 mila euro sono bloccati dal patto di stabilità. La cassa dei comuni è stata sequestrata dallo Stato col provvedimento che era in scadenza il 16 aprile; in questo momento i comuni non possono fare nulla e le risorse dei comuni sono state utilizzate dal governo Monti per limitare le emissioni di titoli di Stato.
Allora noi stiamo costruendo un'alternativa che ha questi confini, e siamo interessati a capire chi ci sta, perché non capiamo i ragionamenti di chi, da una parte, vuole costruire un'alternativa a questo stato di cose e, dall'altra, riscrive il mandato dei sardi all'interno del bipartitismo italiano che è subordinato a queste logiche di governo.
Noi siamo all'opposizione del governo Monti, non siamo minimamente soddisfatti riguardo a molti interventi della Giunta regionale e la Giunta regionale lo sa. Noi riteniamo che su grandissime questioni, su grandi emergenze, la Sardegna sia assente. Abbiamo censurato il ministro Tremonti e la Giunta regionale ci ha detto che non lo dovevamo fare, poi è stata l'Italia a censurare il ministro Tremonti. Non abbiamo salutato festosamente il governo Monti perché sapevamo in quali difficoltà finanziarie versasse lo Stato e sapevamo che non ci avrebbe restituito niente relativamente a quanto richiesto con la vertenza entrate, e oggi lo stanno capendo anche altri. Non abbiamo salutato festosi la visita del presidente Napolitano, osannato da tutti, e i fatti stanno dimostrando che era una visita retorica, che non ha prodotto nulla. Anche il ministro Barca, in occasione della sua recente visita, ha parlato semplicemente di qualche accorgimento per spendere meglio.
Io invito le forze politiche a decidere, abbiamo un traguardo elettorale, abbiamo le elezioni politiche l'anno prossimo, e 10 mesi dopo le elezioni regionali: vogliamo fare un grande election day? Forse sarebbe opportuno, il clima è cambiato rispetto al 2009, cambiato completamente. Vogliamo fare un grande election day? Cosa fate, vi iscrivete nuovamente al bipartitismo italiano? Vi fate imporre le candidature da Roma alle prossime politiche per inviare una pattuglia di deputati che stia dentro esclusivamente alle logiche di partito? Io ancora non ho visto un parlamentare sardo votare in difformità alle logiche di partito e per l'interesse della Sardegna, non l'ho visto.
Noi proponiamo questa alternativa, la stiamo costruendo fuori da qui, con un giudizio severissimo sull'attuale Governo regionale. Noi stiamo costruendo un'alternativa a questo Governo, la stiamo costruendo nel dibattito politico, nel consenso, nella strategia di persuasione degli altri. Noi non ci consideriamo un'avanguardia intellettuale che sa più degli altri, però facciamo chiarezza, facciamo chiarezza. Siamo stati costretti nelle elezioni amministrative a stare dentro uno schema, un duopolio. Avremmo voluto fare altro.
Io non capisco quale cultura di governo produca la logica del "rinfaccio"a cui stiamo assistendo anche stamattina; non capisco quale nuova classe dirigente pensiate di far crescere, non la capisco! O pensate che qui dentro noi, con questo ping-pong, riusciamo a cambiare la Sardegna o, per lo meno, ad essere apprezzati da chi ci ha eletto? Io credo proprio che se pensate questo stiate sbagliando. Noi stiamo costruendo un'alternativa nazionale che è un'alternativa al governo Cappellacci, è un'alternativa al bipartitismo italiano.
Avete il coraggio, il coraggio di pensare alle politiche in questi termini? Avete il coraggio di mandare una pattuglia nuova in Parlamento? Avete il coraggio di mandare un gruppo di deputati e di senatori solo sulla Sardegna? Avete il coraggio di dire oggi: facciamo tutto insieme e cambiamo la Sardegna? Allora riusciamo a fare le riforme, perché non c'è più niente di credibile se non c'è un piccolo sacrificio. Oggi per essere credibili bisogna sacrificarsi, se non c'è questa capacità non c'è credibilità. Noi questo vi proponiamo, il resto, guardate, non ci interessa.
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere Bruno è rientrato dal congedo.
E' iscritto a parlare il consigliere Cugusi. Ne ha facoltà.
CUGUSI (Gruppo Misto). Le mozioni di oggi, i fortissimi richiami che leggiamo sulla stampa - e non vorrei proprio entrare nel merito degli aspetti anche penosi e dolorosi della vicenda - sono un'ennesima cartina di tornasole della storia quasi infinita, che si replica continuamente, del sistema delle nomine. E' molto triste che per tre volte il Consiglio sia stato convocato per discutere, e solo oggi lo fa, su una questione così poco nobile, per tentare di frenare la deriva senza fine di cui lei oggi, signor Presidente, è l'ultimo, in ordine di tempo, dei responsabili .
Veda, errori grossolani, in malafede, in buona fede, come quello di oggi, come quello di questi giorni e che vengono stigmatizzati nella mozione, sono avvenuti frequentemente nel passato, però oggi è cambiato qualcosa. Oggi alcuni fatti hanno cambiato qualcosa, è l'attenzione del cittadino che ha cambiato qualcosa, è questa fortissima richiesta di trasparenza che ha cambiato qualcosa, è un referendum che ha cambiato qualcosa, in un sistema - e su questo concordo con quanto prima diceva il consigliere Giampaolo Diana - in un sistema che ancora più oggi deve essere comunque rigorosamente garantista.
Oggi, Presidente, le si chiedono poche cose chiare: per esempio come intende rispettare l'esito referendario, e (sempre se lei sarà ancora Presidente domani) quale innovazione in futuro vorrà adottare sul tema delle nomine. Per esempio, io ho accolto con piacere il suggerimento che le ha dato poc'anzi il consigliere Maninchedda, la soluzione potrebbe essere proprio quella, astenersi dal sistema, potrebbe essere proprio l'iniziativa legislativa che potrebbe risolvere il problema.
In ultimo, Presidente, volevo riproporle un suggerimento che le ha già dato prima l'onorevole Zuncheddu: faccia questo atto nobile, eviti che l'Unesco da un momento all'altro possa decidere di estromettere il parco Geominerario storico-ambientale della Sardegna dalla rete europea e mondiale del Geoparco, vada ad un incontro con il Ministro e sottoscriva l'intesa che in tanti le stanno chiedendo di sottoscrivere. Questa sarebbe veramente un'azione nobile, un'azione che tutti noi sosterremmo. Stiamo parlando anche di fatti datati, Presidente, parliamo di un riconoscimento del 1998 dell'Unesco, parliamo dell'istituzione del 16 febbraio 2001, in attuazione della legge numero 388 del 2000, attualmente parliamo di un commissariamento, questa sarebbe un 'azione veramente nobile che in molti si aspettano da lei.
PRESIDENTE. I lavori del Consiglio riprenderanno questo pomeriggio alle ore 17.
La seduta è tolta alle ore 13 e 24.
Allegati seduta
Testo dell'interrogazione annunziata in apertura di seduta
"Interrogazione Agus - Diana Giampaolo - Barracciu - Bruno - Cocco Pietro - Corda - Cucca - Cuccu - Espa - Manca - Meloni Valerio - Moriconi - Porcu - Sabatini - Sanna Gian Valerio - Solinas Antonio - Soru, con richiesta di risposta scritta, sull'inappropriato ricovero della paziente A.P.L. nell'Ospedale di San Gavino Monreale dopo la chiusura del Centro di cura Santa Maria Assunta di Guspini".
I sottoscritti,
PREMESSO che in data 19 maggio 2012 il Centro di riabilitazione ad alta intensità Santa Maria Assunta (S.M.A.) di Guspini ha cessato la sua attività, con il trasferimento degli ultimi tre utenti presso la struttura ospedaliera di San Gavino, compresa la sig. A.P.L, affetta dalla malattia di Creutzfeldt-Jacob, forma sporadica, la cui incidenza è di una persona ogni milione di abitanti;
CONSIDERATO che:
- nel Centro di cura S.M.A, d'intesa con la ASL n. 6, fu istituito anche un reparto hospice, nel quale fu ricoverata la sig. A.P.L, poi dopo il passaggio del Centro alla ASL, venne inspiegabilmente chiuso dalla stessa azienda sanitaria locale e la paziente tenuta all'interno del reparto di riabilitazione;
- l'hospice del S.M.A era considerato tra i più strutturati in Sardegna, interamente cablato e dotato di un sistema di telemedicina proprio, con a capo il primario della rianimazione dell'Ospedale di San Gavino;
- la sig. A.P.L, grazie all'innovativo approccio di apertura ai familiari 24 ore su 24, poteva contare su un'assistenza continuativa a ampio spettro, senza che questa gravasse ulteriormente sulla retta fissata per legge, con la creazione di un ambiente più confortevole e familiare possibile, come denunziano gli stessi familiari in una lettera aperta, di cui si allega copia;
PRESO atto che il suddetto reparto è perfettamente agibile e non si capisce perché lo si è abbandonato, vista la scarsità di hospice in Sardegna; inoltre la soluzione trovata, con il ricovero nel Reparto di chirurgia dell'Ospedale di San Gavino, oltre che essere inappropriata e dispendiosa economicamente, mortifica la stessa volontà dell'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale che con il disegno di legge n. 385 del 27 aprile 2012, attualmente in discussione in Commissione Sanità, promuove la nascita dei centri residenziali per le cure palliative, la riabilitazione e la lungo degenza post acuzie,
chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere se non ritengano opportuno superare le titubanze e riaprire immediatamente il centro hospice presso il Centro di cura Santa Maria Assunta e riportarvi la sig. A.P.L, nonché, come in origine, supportare la rianimazione dell' Ospedale di San Gavino e sgravare, anche se per brevi periodi, le numerose famiglie che nel Medio Campidano hanno familiari affetti da SLA, promuovendo la nuova ospedalità che vede non solo i pazienti più vicini ai familiari, ma gli stessi artefici della cura ai propri familiari 24 ore su 24. (889)