CCCLXXXI Seduta
(Pomeridiana)
Giovedì 31 gennaio 2008
Presidenza del Vicepresidente BIANCU
indi
del Presidente SPISSU
INDICE
La seduta è aperta alle ore 16 e 24.
CASSANO, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana di mercoledì 23 gennaio 2008 (374) che è approvato.
PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Vincenzo Floris e Lanzi hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 31 gennaio 2008.
Poiché non vi sono opposizioni questi congedi si intendono accordati.
Sospendo la seduta per dieci minuti, i lavori riprendono alle ore 16 e 35.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 25, viene ripresa alle ore 16 e 48.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione della discussione dell'articolato del disegno di legge numero 301/S/A.
Siamo all'articolo 1 e precisamente all'emendamento numero 3, così come riformulato: al punto 2 "La Regione a tal fine si impegna ad allestire" e continua con la formulazione precedente; mentre il punto 4 e 5 risultano così riformulati: "gli esiti delle consultazioni hanno efficacia meramente consultiva" e il punto 5 "gli indirizzi attraverso i quali attivare il portale, favorirne la divulgazione e utilizzo tra i cittadini, regolamentare le modalità di consultazione e la diffusione dei risultati, sono definiti dal Consiglio regionale". Salta il punto 6 e il titolo risolta così riformulato: "Primi istituti di cittadinanza digitale".
Poiché nessuno è iscritto a parlare su questo emendamento, lo metto in votazione.
Ha domandato di parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.
LA SPISA (F.I.). Sulle modalità di voto, chiedo l'elettronico palese.
PRESIDENTE. Allora, siccome è il primo voto, si effettua il voto alle ore 17.
(La seduta, sospesa alle ore 16 e 49, viene ripresa alle ore 16 e 59.)
PRESIDENTE. E' stata richiesta la votazione elettronica palese, viene mantenuta la richiesta di votazione elettronico palese, onorevole La Spisa? L'emendamento è il numero 3, così come è stato riformulato nella versione che è stata consegnata, pagina 100. La versione che stiamo votando è quella che è stata distribuita qualche minuto fa.
Onorevole La Spisa mantiene la richiesta di voto elettronico palese?
LA SPISA (F.I.). Sì.
MARROCU (D.S.). Se non la mantiene, la propongo io.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 3.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Atzeri - Balia - Barracciu - Bruno - Cachia - Caligaris - Cassano - Cherchi Silvio - Cocco - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Espa - Fadda - Farigu - Floris Mario - Frau - Gallus - Giagu - Giorico - Lai Renato - Lai Silvio - Licandro - Licheri - Manca - Maninchedda - Marracini - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Pittalis - Porcu - Randazzo Alberto - Rassu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Scarpa - Serra - Spissu - Uggias - Uras - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Cherchi Oscar - La Spisa - Sanjust.
Si sono astenuti i consiglieri: Artizzu - Moro.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 64
votanti 62
astenuti 2
maggioranza 32
favorevoli 59
contrari 3
(Il Consiglio approva).
PRESIDENTE. Poiché nessuno domanda di parlare sull'emendamento numero 2, lo metto in votazione, a pagina 101.
Ha domandato di parlare il consigliere Scarpa per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
SCARPA (Gruppo Misto). Una breve illustrazione dell'emendamento, si tratta della proposta di sottoporre…
PRESIDENTE. Onorevole Scarpa, siamo in corso di votazione, quindi solo dichiarazione di voto.
SCARPA (Gruppo Misto). Sì Presidente, dichiaro il mio voto favorevole sull'emendamento numero 2 che propone di sottoporre la spesa regionale e i programmi di spesa a monitoraggio annuale mediante valutatori indipendenti, e propone anche che questo monitoraggio venga confrontato con le istituzioni e con la comunità dei cittadini. Le procedure sono già sperimentate dalla Regione perché nella legge sullo spettacolo si prevede la stessa procedura, cioè quello dell'utilizzo dei valutatori indipendenti ed inoltre la spesa dei fondi strutturali è sottoposta allo stesso tipo di valutazione. Quindi, anche se esiste una procedura di controllo di gestione che è tutta interna all'Amministrazione, questa norma propone invece di portare i risultati della spesa e della gestione all'esterno, confrontandoli sia con il sistema delle autonomie locali e con il Consiglio regionale in un'apposita seduta annuale che con le comunità regionale sarda, mediante conferenza annuale da tenersi su organizzazione della Giunta regionale.
Mi rendo conto che anche questo argomento è un argomento complesso, è un argomento al quale spesso tutti ci richiamiamo, cioè quello di avere l'esatta cognizione di come sta andando la spesa nei singoli settori; mi rendo conto che questo argomento potrebbe essere forse disciplinato in maniera più articolata e differente, però durante i lavori della Commissione è stato talmente frequente, talmente intenso il richiamo di tutti i commissari alla necessità di una conoscenza precisa dell'andamento della spesa regionale che mi sono sentito in dovere di proporre questo emendamento.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Scarpa. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PITTALIS (Gruppo Misto). No, signor Presidente, solo per rilevare che anche questo è un emendamento di spesa, perché i valutatori indipendenti non fanno nulla gratis et amore dei, sicuramente sono soggetti che svolgono un'attività verso un corrispettivo e siccome questo emendamento non contiene la previsione di spesa l'invito è, al presentatore o alla Giunta, di prevedere il relativo capitolo con lo stanziamento adeguato, perché altrimenti così come è, penso che l'Ufficio lo possa rilevare, è inammissibile.
PRESIDENTE. Sì, grazie onorevole Pittalis. Esisteva un parere negativo e contrario da parte della Commissione, peraltro quello che lei fa rilevare è corretto: non avendo copertura finanziaria, l'emendamento numero 2 non è ammissibile.
Passiamo all'esame dell'articolo 2. All'articolo 2 sono stati presentati gli emendamenti soppressivi parziali numero 348, 349, 351, 352, 353, 354, 68, 184, 355, 820, 356 e 357; i sostitutivi parziali numero 185, 186, 217, 219 e 350. Ancora i sostitutivi parziali numero 187, 208, 296, 188, 69 e 25 che sono inammissibili. Gli emendamenti aggiuntivi numero 347 e 281; l'emendamento aggiuntivo 218 che è inammissibile; l'aggiuntivo numero 240, norma intrusa; gli emendamenti, sempre aggiuntivi, numero 817, 818 e 819 che sono inammissibili; e infine gli emendamenti aggiuntivi numero 254, 282, 871 e 872.
(Si riporta di seguito il testo dell'articolo e dei relativi emendamenti:
Art. 2
Norme in materia di tributi
1. Alle piccole e medie imprese, di cui al decreto del 18 aprile 2005 del Ministro delle attività produttive, operanti in Sardegna nelle attività economiche individuate dai codici ATECO di cui al comma 2, a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, e fino al termine del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2010, è concessa un'agevolazione IRAP diretta a:
a) favorire l'incremento del numero dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato;
b) favorire la stabilizzazione del lavoro precario;
c) ampliare l'internazionalizzazione dell'attività dell'impresa;
d) stimolare la costituzione di nuove imprese e di nuove attività produttive;
e) incrementare gli investimenti diretti all'innovazione tecnologica.
2. Le attività economiche di cui al comma 1 sono le seguenti:
a) industria, artigianato e commercio (sezioni C, D, E, F e G della classificazione delle attività economiche ISTAT ATECO 2002);
b) turismo e servizi (sezione H e I, quest'ultima limitatamente ai codici di attività economiche ISTAT ATECO 2002 63.30.1, 63.30.2);
c) servizi informatici (sezione K, limitatamente ai codici di attività economiche ISTAT ATECO 2002 72.1, 72.2, 72.3, 72.4, 72.5, 72.6);
d) ricerca e sviluppo (sezione K, codici di attività economiche ISTAT ATECO 2002 73.1 e 73.2);
e) agricoltura e pesca (sezioni A e B della classificazione delle attività economiche ISTAT ATECO 2002).
3. La misura dell'agevolazione è pari alla riduzione di un punto percentuale dell'aliquota ordinaria prevista per l'IRAP ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali). L'agevolazione è concessa per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 se risultano soddisfatte le condizioni stabilite ai commi successivi. Dall'agevolazione sono esclusi i soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi), e gli enti pubblici. Le riduzioni d'aliquota previste nel presente articolo non sono cumulabili. Nel caso maturino più presupposti per l'agevolazione si deve comunicare solo quello cui si intende accedere.
4. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera a), l'agevolazione spetta a condizione che:
a) il numero complessivo dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, mediamente occupati nell'anno solare, risulti incrementato almeno del 5 per cento rispetto al numero complessivo dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato mediamente occupati nel periodo 1° novembre 2006 - 31 ottobre 2007;
b) il numero complessivo dei lavoratori dipendenti, anche a tempo determinato, mediamente occupati nell'anno solare, non risulti inferiore rispetto al numero complessivo dei lavoratori dipendenti, anche a tempo determinato, mediamente occupati nel periodo 1° novembre 2006 - 31 ottobre 2007;
c) i lavoratori assunti non abbiano mai svolto attività di lavoro dipendente, siano portatori di handicap individuati ai sensi della legge 5 febbraio 1992, n. 104, o abbiano perso o siano in procinto di perdere l'impiego precedente;
d) siano osservati i contratti collettivi nazionali;
e) siano rispettate le prescrizioni sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori previste dai decreti legislativi 19 settembre 1994, n. 626 (Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE, 2003/10/CE e 2003/18/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro), e 14 agosto 1996, n. 494 (Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili), e loro successive modificazioni, nonché dai successivi decreti legislativi attuativi di direttive comunitarie in materia di sicurezza e igiene del lavoro;
f) i posti lavoro creati a far data dal 1° gennaio 2008 vengano conservati per un periodo minimo di due anni. L'agevolazione è comunque revocata se, nel corso del biennio successivo al periodo di imposta nel quale si realizzano le condizioni indicate al presente comma, si verificano riduzioni dell'occupazione tali da far venir meno il rispetto delle stesse.
5. Ai fini dell'agevolazione di cui al comma 4 rilevano le nuove assunzioni effettuate dall'impresa in Sardegna. Ai fini dell'incremento occupazionale non rileva l'assunzione dei soggetti di cui all'articolo 54, comma 6 bis, del decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986. Per le assunzioni di dipendenti con contratti di lavoro a tempo parziale, l'aumento di occupazione è calcolato in misura proporzionale alle ore prestate rispetto a quelle previste dal contratto nazionale. Per i soggetti che assumono la qualifica di datore di lavoro successivamente al 31 ottobre 2007 l'assunzione di dipendenti a tempo indeterminato dal 1° gennaio 2008 costituisce condizione sufficiente per l'ottenimento dell'agevolazione. Per le società controllate o collegate ai sensi dell'articolo 2359 del Codice civile o facenti capo anche per interposta persona allo stesso soggetto, l'incremento della base occupazionale è da considerarsi al netto delle diminuzioni occupazionali rilevati negli stabilimenti allocati nel territorio regionale. Ai fini dell'applicazione della presente agevolazione i soci lavoratori di società cooperative sono equiparati ai lavoratori dipendenti.
6. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera b), l'agevolazione può essere fruita nel rispetto della regola degli aiuti "de minimis" di cui al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 379 del 28 dicembre 2006; sono, pertanto, escluse le imprese operanti nei settori indicati nell'articolo 1 del suddetto regolamento. L'agevolazione spetta alle medesime condizioni di cui al comma 4, lettere a) e b); sono considerate incrementative della base occupazionale anche le conversioni, nel territorio regionale, dei contratti a tempo determinato in contratti a tempo indeterminato. Ai fini dell'ottenimento dell'agevolazione restano valide le condizioni di cui al comma 4, lettere d), e) e f), e al comma 5.
7. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera c), la riduzione d'imposta si applica ai soggetti che nel corso dell'anno effettuano cessioni di beni all'esportazione o eseguono servizi all'estero, ovvero effettuano acquisti di beni e servizi atti ad incrementare l'internazionalizzazione dell'attività dell'impresa. La riduzione di aliquota compete se sussiste una delle seguenti condizioni:
a) effettuazione, nel corso dell'anno, di cessioni di beni all'esportazione o prestazioni di servizi all'estero per un ammontare superiore al 25 per cento dell'ammontare complessivo di tutte le cessioni di beni e prestazioni di servizi effettuate nello stesso anno. Le cessioni di beni e le prestazioni di servizi si considerano effettuate in conformità ai criteri stabiliti dall'articolo 6, commi 1, 2 e 3, del decreto del Presidente della Repubblica 26 ottobre 1972, n. 633 (Istituzione e disciplina dell'imposta sul valore aggiunto);
b) le spese rilevanti ai fini dell'applicazione della presente agevolazione siano di importo pari o superiore al risparmio d'imposta ottenuto moltiplicato per 2,5.
8. Gli acquisti rilevanti ai fini dell'applicazione dell'agevolazione prevista al comma 7 sono costituiti da:
a) spese direttamente sostenute per la partecipazione espositiva di prodotti in fiere all'estero;
b) ricerche di mercato;
c) spese sostenute per le reti di vendita all'estero, ivi compresi i costi del personale;
d) costi sostenuti per pubblicità e propaganda in paesi esteri, tesi a veicolare i beni e servizi oggetto dell'impresa nei mercati esteri.
9. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera d), la riduzione d'imposta spetta qualora i soggetti di cui al comma 1:
a) con sede operativa e legale in altre regioni, localizzino, successivamente al 1° gennaio 2008, in Sardegna, stabilimenti o basi fisse, per un periodo non inferiore a tre anni ed a condizione che nelle predette unità locali vengano impiegati prevalentemente lavoratori dipendenti assunti a tempo indeterminato;
b) con domicilio fiscale in Sardegna, incrementino le attività esistenti mediante l'apertura nel territorio regionale di ulteriori stabilimenti o basi fisse, rispetto a quelli esistenti al 1° ottobre 2007, senza che ciò comporti diminuzione della base occupazionale delle unità operative già esistenti alla predetta data.
10. La riduzione d'imposta di cui al comma 1 si applica altresì alle nuove imprese costituitesi, in qualsiasi forma giuridica ed in ogni settore produttivo, a far data dal 1° gennaio 2008, nella Regione Sardegna, e che nella stessa stabiliscano il domicilio fiscale, con esclusione dei soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, e degli enti pubblici, compresi quelli che esercitano in via prevalente attività commerciale. Non si considerano nuove imprese quelle derivanti da trasformazioni, fusioni o scissioni di società già esistenti. La riduzione d'imposta non si applica in caso di cessazione e inizio dell'attività da parte dello stesso soggetto, nonché quando l'attività costituisce mera prosecuzione di attività svolte da altri soggetti.
11. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera d), l'agevolazione si applica ai soggetti che effettuano presso gli stabilimenti, cantieri, uffici o basi fisse ubicati in Sardegna, investimenti diretti all'innovazione tecnologica, a condizione che gli stessi siano di importo superiore al doppio del risparmio d'imposta ottenuto nell'anno di effettuazione dell'investimento, se lo stesso è costituito da costi sostenuti per ricerca e sviluppo, ovvero i predetti investimenti siano di importo superiore al risparmio d'imposta ottenuto moltiplicato per 2,5 per gli altri investimenti. L'agevolazione compete anche negli anni successivi all'effettuazione dell'investimento, ma non oltre il 2010, se l'ammontare degli investimenti effettuati nel 2009 e nel 2010, sommato alle quote dei precedenti investimenti risultanti in eccesso rispetto a quanto richiesto per accedere alla agevolazione, rispetta i parametri e le condizioni indicati nel presente articolo.
12. Gli investimenti rilevanti ai fini dell'applicazione dell'agevolazione prevista al comma 11 sono costituiti dai costi di ricerca e di sviluppo iscrivibili tra le immobilizzazioni immateriali, nonché degli investimenti direttamente sostenuti in tecnologie digitali, volte a innovazioni di prodotto, di processo, e organizzative e rilevano nell'anno della loro entrata in funzione.
13. Le imprese che pianificano e operano i predetti investimenti registrano gli stessi su apposito prospetto sezionale, specificando gli stabilimenti, gli uffici o le basi fisse ubicate in Sardegna presso i quali sono localizzati gli investimenti, sottoscritto dal legale rappresentante. Il diritto all'agevolazione decade nell'ipotesi di cessione o destinazione dell'investimento a strutture localizzate fuori dal territorio regionale, entro cinque anni dall'effettuazione dello stesso.
14. Le imprese che accedono a una delle agevolazioni d'imposta di cui al comma 1 presentano all'Agenzia per le entrate della Regione autonoma della Sardegna, nei termini e nelle modalità stabilite con apposito provvedimento del direttore della stessa:
a) una comunicazione dei dati rilevanti per l'accesso alle agevolazioni stesse;
b) una attestazione, rilasciata dal presidente del collegio sindacale ovvero, in mancanza, da un revisore dei conti o da un professionista iscritto nell'albo dei revisori dei conti, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali o in quello dei consulenti del lavoro, nelle forme previste dall'articolo 13, comma 2, del decreto legge 28 marzo 1997, n. 79 (Misure urgenti per il riequilibrio della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni, ovvero dal responsabile del centro di assistenza fiscale mediante la quale si dichiara di possedere i requisiti stabiliti dal presente articolo e di aver soddisfatto le condizioni prescritte per l'accesso all'agevolazione;
c) nei casi in cui le agevolazioni rientrino negli aiuti "de minimis" di cui al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006, le imprese hanno l'onere di presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la quale attestano di non usufruire di altre agevolazioni riferibili allo stesso regime, tali da superare il tetto massimo di aiuti previsti dal citato regolamento.
La mancata presentazione delle suddette comunicazioni, nei termini stabiliti dal provvedimento di cui sopra, comporta la decadenza dall'agevolazione.
15. L'efficacia delle agevolazioni previste ai precedenti commi, ad esclusione di quelle previste nel comma 6, è subordinata, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, all'autorizzazione della Commissione europea.
16. Negli articoli 2, 3 e 4 della legge regionale n. 4 del 2006, così come sostituiti rispettivamente dall'articolo 3, commi 1, 2 e 3, della legge regionale n. 2 del 2007, la parola "imposta" del titolo è sostituita da "tassa regionale per la tutela e la sostenibilità ambientale" e la parola "imposta" nel testo è sostituita da "tassa".
17. Nel comma 4 dell'articolo 3 della legge regionale n. 2 del 2007, dopo l'articolo 4 sexies sono aggiunti i seguenti:
"Articolo 4 septies (Sanzioni connesse alle violazioni alle norme tributarie regionali)
1. Sono punite con la sanzione amministrativa da euro 1.000 a euro 2.000 le seguenti violazioni:
a) omessa, incompleta o tardiva comunicazione degli atti, delle dichiarazioni e delle comunicazioni prescritte dall'articolo 2, commi 8 e 9, della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007; dall'articolo 4, comma 10, della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dall'articolo 3, comma 3, della legge regionale n. 2 del 2007; dall'articolo 4 ter della legge regionale n. 4 del 2006, aggiunto dall'articolo 3, comma 4, della legge regionale n. 2 del 2007;
b) omissione di ogni comunicazione prescritta dall'articolo 4 bis della legge regionale n. 4 del 2006, o invio di comunicazioni con dati incompleti o non veritieri;
c) mancata restituzione dei questionari inviati al contribuente o a terzi nell'esercizio dei poteri di cui alla precedente lettera a) o loro restituzione con risposte incomplete o non veritiere.
Articolo 4 octies (Modalità di riscossione delle imposte accertate)
1. Il pagamento delle tasse accertate ai sensi dell'articolo 4 quater della legge regionale n. 4 del 2006, deve essere effettuato entro sessanta giorni dalla notifica dell'avviso di accertamento.
2. La cartella di pagamento di cui al comma 7 dell'articolo 4 quater è redatta conformemente a quanto disposto in materia di riscossione dall'articolo 25 del decreto del Presidente della Repubblica 29 settembre 1973, n. 602 (Disposizioni sulla riscossione delle imposte sul reddito), e notificata entro il 31 dicembre del secondo anno successivo a quello in cui l'accertamento o l'atto di irrogazione delle sanzioni è divenuto definitivo.
3. Per quanto non espressamente disciplinato dalla presente legge si applicano in quanto compatibili le norme del decreto del Presidente della Repubblica n. 602 del 1973.
4. Ai sensi dell'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dell'articolo 3, comma 2, della legge regionale n. 2 del 2007, è considerato "abitazione principale" l'immobile acquisito in proprietà anche per effetto di successione ereditaria o donazione, nel comune ove era stabilita la residenza anagrafica variata per motivi di lavoro, a condizione che l'immobile non risulti locato.
5. Ai sensi dell'articolo 2, comma 1, della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale n. 2 del 2007, sono soggetti alla tassa gli immobili acquisiti a titolo oneroso o a titolo gratuito, ad esclusione degli immobili acquisiti per effetto di successione ereditaria ai sensi del comma 4.
6. Ai sensi dell'articolo 4, comma 3, della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dall'articolo 3, comma 3, della legge regionale n. 2 del 2007, sono soggette a tassazione le unità da diporto e le unità comunque utilizzate a scopo di diporto, anche se adibite alle attività di cui all'articolo 2, comma 1, lettera a), del decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171.
7. Nell'articolo 4 della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dall'articolo 3 della legge regionale n. 2 del 2007, sono introdotte le seguenti modifiche:
a) nel comma 3 l'espressione "avente domicilio fiscale fuori dal territorio regionale" è soppressa;
b) nel comma 4 la parola "annualmente" è sostituita dalla parola "settimanalmente";
c) nel comma 5 le lettere d), e), f), g) h) ed i) sono sostituite dalle seguenti:
"d) euro 120 per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 14 e 15,99 metri;
e) euro 500 per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 16 e 19,99 metri;
f) euro 750 per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 20 e 23,99 metri;
g) euro 1.250 per le navi di lunghezza compresa tra 24 e 29,99 metri;
h) euro 2.500 per le navi di lunghezza compresa tra 30 e 60 metri;
i) euro 3.750 per le navi di lunghezza superiore ai 60 metri;
l) a partire dalla quinta settimana di permanenza la tassa non è dovuta.".
d) nel comma 6, lettera b), le parole "tutto l'anno" sono sostituite con "almeno 10 mesi nel territorio regionale".
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Petrini - Rassu.
Articolo 2
Nel comma 3 dell'articolo 2 il periodo che inizia con le parole "nel caso maturino" sino al termine del comma è soppresso. (348)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Petrini.
Articolo 2
Al comma 4, la lettera e) è soppressa. (349)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Petrini.
Articolo 2
Nel comma 5 la frase che inizia con le parole: "ai fini dell'applicazione" sino al termine del comma è soppressa.(351)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Petrini - Rassu.
Articolo 2
Nel comma 10 l'ultimo periodo è soppresso. (352)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Rassu - Licandro.
Articolo 2
Il comma 13 è soppresso. (353)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Rassu.
Articolo 2
Il comma 15 è soppresso. (354)
Emendamento soppressivo parziale Diana - Artizzu - Liori - Moro - Sanna Matteo.
Articolo 2
Il comma 16 è soppresso. (68)
Emendamento soppressivo parziale Capelli - Cuccu - Milia - Cappai - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio.
Articolo 2
Il comma 16 dell'art. 2 è soppresso. (184)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Rassu.
Articolo 2
Il comma 17 dell'art. 2 è soppresso. (355)
Emendamento soppressivo parziale Pittalis - Marracini - Lai Renato - Atzeri.
Articolo 2
Il comma 17 dell'art. 2 è soppresso. (820)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Rassu - Licandro.
Articolo 2
Nel comma 17, al punto 7 la lettera a) è soppressa. (356)
Emendamento soppressivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Petrini.
Articolo 2
Nel comma 17, al punto 7 la lettera b) è soppressa. (357)
Emendamento sostitutivo parziale Capelli - Cuccu - Milia - Cappai - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio.
Articolo 2
I commi dal n. 1 al n. 15 sono sostituiti dai seguenti:
1. Alle piccole e medie imprese, di cui al decreto del i 8 aprile 2005 del Ministro delle attività produttive, operanti in Sardegna nelle attività economiche individuate dai codici ATECO di cui al comma 2, a decorrere dal periodo d'imposta successivo a quello in corso al 31 dicembre 2007, e fino al termine del periodo d'imposta in corso alla data del 31 dicembre 2010, è concessa un'agevolazione IRAP.
2. La misura dell'agevolazione è pari alla riduzione di un punto percentuale dell'aliquota ordinaria prevista per l'IRAP ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali). L'agevolazione è concessa per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010. Dall'agevolazione sono esclusi i soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica 22 dicembre 1986, n. 917 (Approvazione del testo unico delle imposte sui redditi), e gli enti pubblici. Le riduzioni d'aliquota previste nel presente articolo non sono cumulabili. Nel caso maturino più presupposti per l'agevolazione si deve comunicare solo quello cui si intende accedere.
3. Le attività economiche di cui al comma i sono le seguenti:
a) industria, artigianato e commercio (sezioni C, D, E, F e G della classificazione delle attività economiche ISTAT ATECO 2002);
b) turismo e servizi (sezione H e I, quest'ultima limitatamente ai codici di attività economiche ISTAT ATECO 2002 63.30.1, 63 .30.2);
c) servizi informatici (sezione K, limitatamente ai codici di attività economiche ISTAT ATECO 2002 72.1, 72.2, 72.3, 72.4, 72.5, 72.6);
d) ricerca e sviluppo (sezione K, codici di attività economiche ISTAT ATECO 2002 73.1 e 73.2);
e) agricoltura e pesca (sezioni A e B della classificazione delle attività economiche ISTAT ATECO 2002).
4. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera a), l'agevolazione spetta a condizione che:
a) il numero complessivo dei lavoratori dipendenti, anche a tempo determinato, mediamente occupati nell'anno solare, non risulti inferiore rispetto al numero complessivo dei lavoratori dipendenti, anche a tempo determinato, mediamente occupati nel periodo ] ° novembre 2006 - 3 1 ottobre 2007;
b) siano osservati i contratti collettivi nazionali;
c) siano rispettate le prescrizioni sulla salute e sulla sicurezza dei lavoratori previste dai decreti legislativi 19 settembre 1994. n. 626 (Attuazione delle direttive 89/391/CEE, 89/654/CEE, 89/655/CEE, 89/656/CEE, 90/269/CEE, 90/270/CEE, 90/394/CEE, 90/679/CEE, 93/88/CEE, 95/63/CE, 97/42/CE, 98/24/CE, 99/38/CE, 99/92/CE, 2001/45/CE, 2003/10/CE e 2003/1 8/CE riguardanti il miglioramento della sicurezza e della salute dei lavoratori durante il lavoro), e 14 agosto 1996, n. 494 (Attuazione della direttiva 92/57/CEE concernente le prescrizioni minime di sicurezza e di salute da attuare nei cantieri temporanei o mobili), e loro successive modificazioni, nonché dai successivi decreti legislativi attuativi di direttive comunitarie in materia di sicurezza e igiene del lavoro;
d) L'agevolazione è comunque revocata se, nel corso del biennio successivo al periodo di imposta nel quale si realizzano le condizioni indicate al presente comma, si verificano riduzioni dell'occupazione tali da far venir meno il rispetto delle stesse.
5. In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera b), l'agevolazione può essere fruita nel rispetto della regola degli aiuti "de minimis" di cui al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione, del 15 dicembre 2006, pubblicato nella Gazzetta ufficiale n. 379 del 28 dicembre 2006; sono, pertanto, escluse le imprese operanti nei settori indicati nell'articolo 1 del suddetto regolamento Ai fini dell'ottenimento dell'agevolazione restano valide le condizioni di cui al comma 4, lettere b), c) e d).
6. La riduzione d'imposta di cui al comma i si applica altresì alle nuove imprese costituitesi, in qualsiasi forma giuridica ed in ogni settore produttivo, a far data dal 1° gennaio 2008, nella Regione Sardegna, e che nella stessa stabiliscano il domicilio fiscale, con esclusione dei soggetti di cui all'articolo 74 del testo unico delle imposte sui redditi, approvato con decreto del Presidente della Repubblica n. 917 del 1986, e degli enti pubblici, compresi quelli che esercitano in via prevalente attività commerciale.
7. Le imprese che accedono a una delle agevolazioni d'imposta di cui al comma i presentano all'Agenzia per le entrate della Regione autonoma della Sardegna, nei termini e nelle modalità stabilite con apposito provvedimento del direttore della stessa:
a) una comunicazione dei dati rilevanti per l'accesso alle agevolazioni stesse;
b) una attestazione, rilasciata dal presidente del collegio sindacale ovvero, in mancanza, da un revisore dei conti o da un professionista iscritto nell'albo dei revisori dei conti, dei dottori commercialisti, dei ragionieri e periti commerciali o in quello dei consulenti del lavoro, nelle forme previste dall'articolo 13, comma 2, del decreto legge 28 marzo 1997, n. 79 (Misure urgenti per il riequilibrio della finanza pubblica), convertito, con modificazioni, dalla legge 28 maggio 1997, n. 140, e successive modificazioni, ovvero dal responsabile del centro di assistenza fiscale mediante la quale si dichiara di possedere i requisiti stabiliti dal presente articolo e di aver soddisfatto le condizioni prescritte per l'accesso all'agevolazione;
c) nei casi in cui le agevolazioni rientrino negli aiuti "de minimis" di cui al regolamento (CE) n. 1998/2006 della Commissione del 15 dicembre 2006, le imprese hanno l'onere di presentare una dichiarazione sostitutiva di atto notorio con la quale attestano di non usufruire di altre agevolazioni riferibili allo stesso regime, tali da superare il tetto massimo di aiuti previsti dal citato regolamento
La mancata presentazione delle suddette comunicazioni, nei termini stabiliti dal provvedimento di cui sopra, comporta la decadenza dall'agevolazione.
8. L'efficacia delle agevolazioni previste ai precedenti commi, ad esclusione di quelle previste nel comma 6, è subordinata, ai sensi dell'articolo 88, paragrafo 3, del Trattato istitutivo della Comunità europea, all'autorizzazione della Commissione europea. (185)
Emendamento sostitutivo parziale Capelli - Cuccu - Milia - Cappai - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio.
Articolo 2
La lettera c) del comma 4 dell'art. 2 è così sostituita:
"i lavoratori assunti risultino disoccupati da almeno 6 mesi, o in C.I.G., o in mobilità,o portatori di handicap individuati ai sensi della legge 5/2/92 n°104. (186)
Emendamento sostitutivo parziale Lanzi - Serra - Cugini - Licheri - Fadda.
Articolo 2
Al comma 4, lettera c), le parole "i lavoratori non abbiano mai svolto attività di lavoro dipendente" sono sostituite dalle seguenti:
"i nuovi assunti siano residenti in Sardegna da almeno due anni e inoccupati o". (217)
Emendamento sostitutivo parziale Lanzi - Serra - Cugini - Licheri - Fadda.
Articolo 2
Al comma 4, lettera f), le parole "due anni" sono sostituite dalle seguenti:
"quattro anni". (219)
Emendamento sostitutivo parziale Contu - Sanjust - La Spisa - Licandro - Rassu - Petrini.
Articolo 2
Nella lettera f) dell'art. 2 del comma 4 il termine di due anni è sostituito con i tre anni. (350)
Emendamento sostitutivo parziale Capelli - Cuccu - Milia - Cappai - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio.
Articolo 2
Il comma 16 è così sostituito:
Gli artt. 3 e 5 della L.R. 29 maggio 2007 n. 2 sono abrogati. (187)
Emendamento sostitutivo parziale Murgioni - Gallus - La Spisa - Contu.
Articolo 2
Il comma 16 è sostituito dal seguente "Gli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge regionale n. 4/2006 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo) e successive modificazioni sono soppressi." (208)
Emendamento sostitutivo parziale Contu - La Spisa - Licandro - Petrini.
Articolo 2
Il comma 16 dell'art. 2 è sostituito dal seguente comma "16 Gli articoli 1, 2, 3, 4 e 5 della legge regionale n. 4/2006 (Disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo) e successive modificazioni sono soppressi." (296)
Emendamento sostitutivo parziale Capelli - Cuccu - Milia - Cappai - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio.
Articolo 2
Il comma 16 è sostituito dal seguente:
16 Gli artt. 2/3/4/5 della L.R. 11 maggio 2006 n. 4 sono abrogati. (188)
Emendamento sostitutivo parziale Diana - Artizzu - Liori - Moro - Sanna Matteo.
Articolo 2
Il comma 16 è sostituito:
"16. Gli artt. 2-4 della L.R. 11 maggio 2006, n. 4, sono soppressi". (69)
Emendamento sostitutivo parziale Petrini - Cherchi Oscar - Licandro - Contu - Rassu - Sanjust - La Spisa - Amadu - Lombardo.
Articolo 2
Nel comma 17, il punto 7 è così sostituito:
7) E' abrogato l'articolo 2 della legge regionale 11 maggio 2006, n. .4 (disposizioni varie in materia di entrate, riqualificazione della spesa, politiche sociali e di sviluppo), così come sostituito dall'art. 3 della legge regionale 29 maggio 2007, n. 2 (legge finanziaria 2007). (25)
Emendamento sostitutivo parziale Petrini - Cherchi Oscar - Licandro - Contu - La Spisa - Rassu - Amadu - Lombardo - Sanjust.
Articolo 2
Nel comma 17, il punto 7 è così modificato:
Nei comma il punto 7 è così modificata:
Nell'art 4 della legge regionale n. 4 del 2006, come sostituito dall'art.3 della legge regionale n. 2 del 2007, sono introdotte le seguenti modifiche:
a) nel comma 3 l'espressione "avente domicilio fiscale fuori dal territorio regionale" è soppressa;
b) nel comma 4 la parola annualmente è sostituita dalle parola settimanalmente o giornalmente;
c) nel comma 5 le lettere d),e),f),g),h), ed i), sono sostituite dalle seguenti:
d) euro 120 a settimana per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 14 e 15,99 metri;
e) euro 500 a settimana per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 16 e 19,99 metri;
f) euro 750 a settimana per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 20 e 23,99 metri;
g)euro 1250 a settimana per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 24 e 29,99 metri;
h)euro 2500 a settimana per le imbarcazioni di lunghezza compresa tra 30 e 60 metri;
i) euro 3750 a settimana per le imbarcazioni di lunghezza superiore a 60 metri;
1) la sosta oltre la quarta settimana non è soggetta ad imposta;
m) nel caso di ormeggio inferiore alla settimana ,la tariffa viene calcolata giornalmente dividendo la relativa imposta settimanale per sette e moltiplicando per il numero di giorni di attracco. L'imposta viene pagata contestualmente all'ormeggio e pertanto incassata nei porti di attracco.
d) nel comma 6, lettera b) le parole "tutto l'anno" sono sostituite con "almeno 6 mesi". (28)
Emendamento aggiuntivo Contu - Sanjust - La Spisa - Pileri - Petrini.
Articolo 2
Nel comma i dell'articolo 2 dopo la lettera e) è aggiunta la seguente lettera e) bis: "Favorire la produzione e la diversificazione di prodotti tipici sardi". (347)
Emendamento aggiuntivo Caligaris.
Articolo 2
Al comma 3 è aggiunto il comma:
"3.bis. La misura dell'agevolazione è pari alla riduzione di cinque punti percentuali dell'aliquota ordinaria prevista per l'IRAP ai sensi dell'articolo 16, comma 1, del decreto legislativo 15 dicembre 1997, n. 446 (Istituzione dell'imposta regionale sulle attività produttive, revisione degli scaglioni, delle aliquote e delle detrazioni dell'Irpef e istituzione di una addizionale regionale a tale imposta, nonché riordino della disciplina dei tributi locali). L'agevolazione è concessa per ciascuno degli anni 2008, 2009 e 2010 nel caso in cui le assunzioni a tempo indeterminato riguardino lavoratori ultracinquantenni abbiano perso o siano in procinto di perdere l'impiego precedente". (281)
Emendamento aggiuntivo Lanzi - Serra - Cugini - Licheri - Fadda.
Articolo 2
Al comma 4, lettera d), dopo le parole "siano osservati i contratti collettivi nazionali" sono aggiunte le seguenti:
"e siano in regola con le norme che disciplinano il diritto al lavoro dei disabili, ai sensi della legge 12 marzo 1999, n. 68 (Norme per il diritto al lavoro dei disabili), e successive modifiche." (218)
Emendamento aggiuntivo Masia - Balia.
Articolo 2
dopo il comma 14 è aggiunto il seguente comma 14/bis
I comuni dovranno provvedere a ridimensionare le aree previste dagli strumenti urbanistici come zone C di espansione; detta attività dovrà essere finalizzata a ridurre le suddette aree in relazione al reale fabbisogno abitativo.
La delibera di Consiglio Comunale di rimodulazione delle zone C di espansione, previa verifica di coerenza ai sensi della LR n. 7/2004, costituisce approvazione definitiva della variante in deroga a quanto previsto dall'art. 32 LR 45/89. (240)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Marracini - Lai Renato - Atzeri.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 15 è aggiunto il comma 15 bis:
L'art. 2 della L.R. 11 Maggio 2006 N. 4, come sostituito dall'art. 3, comma 1 della L.R. 29 Maggio 2007 N. 2, è soppresso. (817)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Marracini - Lai Renato - Atzeri.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 15 è aggiunto il comma 15 TER:
L'art. 3 della L. R. 11 Maggio del 2006 N. 4, come sostituito dall'art. 3, comma 2 della L. R. 29 Maggio del 2007 n. 2, è soppresso. (818)
Emendamento aggiuntivo Pittalis - Marracini - Lai Renato - Atzeri.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 15 è aggiunto il comma 15 quater:
L'art. 4 della L. R. 11 Maggio del 2006 N. 4, come sostituita dall'art. 3 comma 3 della L. R. 29 Maggio del 2007 n. 2, è soppresso. (819)
Emendamento aggiuntivo Masia - Balia.
Articolo 2
All'art. 2 dopo il comma 16 è aggiunto il seguente comma:
il comma 7 dell'art. 3 della LR n. 4/2006 che recita "l'imposta è versata in una unica soluzione dal i al 30 novembre di ogni anno" è così modificato:
"il versamento dell'imposta può essere effettuato in un'unica soluzione dal i al 30 novembre di ogni anno o, alternativamente, in due rate scadenti la prima entro il 30 giugno in misura pari al 50% dell'imposta dovuta e la seconda entro il 30 novembre dello stesso anno". (254)
Emendamento aggiuntivo Caligaris.
Articolo 2
Al comma 16 è aggiunto il comma
"l6bis. La Presidenza della Regione incarica l'Agenzia delle Entrate, affinché entro 6 mesi dall'approvazione della presente legge, effettui e invii alla Giunta e alla Commissione Diritti Civili ed Emigrazione dei Consiglio regionale un'indagine sul patrimonio edilizio esistente entro la fascia dei tre chilometri dalla linea di battigia marina, con specifico riferimento alle proprietà immobiliari dei sardi emigrati. La relazione dovrà contenere per ciascun immobile l'anno di costruzione, la superficie, lo stato e l'uso attuale". (282)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 2
Al comma 17, all'articolo 4 octies, punto 6 dopo le parole "del Decreto legislativo 18 luglio 2005, n. 171" sono aggiunte le seguenti parole:
"e le navi di cui all'art. 3 della legge 8 luglio 2003 n. 172, ad esclusione delle navi adibite all'esercizio di attività crocieristica". (871)
Emendamento aggiuntivo Giunta regionale.
Articolo 2
Dopo il comma 17 è inserito il seguente
17 bis Nella legge regionale 12 agosto 1998, n. 27 (Disciplina delle strutture ricettive extra alberghiere, integrazioni modifiche alla legge regionale 14 maggio 1984, n. 22, concernente: "Norme per la classificazione delle aziende ricettive" e abrogazione della legge regionale 22 aprile 1987, n. 21) sono introdotte le seguenti modifiche:
a) nell'articolo 16 le parole: "e delle altre eventuali tasse a qualunque titolo dovute" sono soppresse.
b) Dopo l'articolo 16 è inserito il seguente:
"Art. 16 bis (Tassa di concessione regionale)
1. La tassa di concessione regionale di cui all'articolo 16 è dovuta in caso di rilascio e rinnovo dell'autorizzazione all'esercizio delle attività di cui al capo II secondo gli importi e le tipologie di seguito indicate:
a) servizio di alloggio e prima colazione (B&B), euro 50;
b) casa per ferie, euro I 00;
c) ostello per la gioventù, euro 100;
d) affittacamere e locande, euro 100;
e) case e appartamenti per vacanze (CAV), euro 100;
f) residence, euro 100;
eventuali modifiche all'entità della tassa possono essere stabilite con deliberazione della Giunta regionale.
2. Il versamento della tassa di concessione regionale per il rinnovo delle autorizzazioni è effettuato entro il 31 dicembre di ogni anno. Per l'anno 2008 il termine è fissato al 30 giugno 2008.
3. In caso di ritardato o insufficiente pagamento della tassa annuale sulle concessioni regionali, il trasgressore è soggetto a sanzione amministrativa tributaria pari al 30 per cento del tributo non versato o versato oltre i termini previsti.
4. In caso di mancato pagamento, decorsi 30 giorni dalla scadenza prevista dal comma 2, l'autorizzazione si intende decaduta."
5. L'attività di riscossione è attribuita all'Agenzia regionale delle entrate (ARASE) che ne disciplina le modalità di pagamento. Le sanzioni sono irrogate dall'ARASE ai sensi del precedente comma 3 in conformità ai criteri di cui al decreto legislativo 18 dicembre 1997, n. 472.". (872).)
PRESIDENTE. E' aperta la discussione sull'articolo e sugli emendamenti.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Ne ha facoltà.
SECCI, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Presidente, la ringrazio e le chiedo scusa per l'informalità con la quale le chiedo la parola, però nel dibattito sarà bene tenere conto di qualche osservazione che volevo proporre all'attenzione del Consiglio.
Noi abbiamo fatto, su questa norma, la prenotifica alla Commissione Europea e soltanto ieri ci hanno mandato una valutazione che richiede pochissime variazioni sul testo che volevo però comunicare al Consiglio prima che inizi il dibattito, naturalmente se lei me lo permette e se acconsente l'Assemblea a che queste osservazioni facciano parte di un emendamento orale, visto che i termini per presentare gli emendamenti erano scaduti quando abbiamo avuto notizia.
PRESIDENTE. Prego, Assessore, proceda a dare queste indicazioni.
SECCI, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Grazie, Presidente, per dire che le modifiche... Stiamo preparando un testo che poi saremo in condizioni di distribuire tra qualche minuto e quindi avere anche molto chiaro che cosa vogliamo fare.
Nel comma 6 dell'articolo 2 si prevedeva che "In relazione alle finalità di cui al comma 1, lettera b), l'agevolazione può essere fruita nel rispetto della regola degli aiuti de minimis...", noi proponiamo che questa parte sia spostata al comma 3 e quindi diventi una norma di carattere generale sulla riduzione dell'IRAP. Proponiamo altresì che al comma 6 vengano cassate le parole che proponiamo di spostare al comma 3, come detto; che al comma 7 vengano eliminate le parole "... effettuano cessioni di beni all'esportazione o eseguono servizi all'estero..." e tutte le fattispecie che sono a seguire, sino a mantenere invece la lettera b) "le spese rilevanti ai fini dell'applicazione della presente agevolazione siano di importo pari o superiore al risparmio d'imposta ottenuto moltiplicato per 2,5". Ancora siamo perché si cassino, al comma 10, le parole "...e che nella stessa stabiliscano il domicilio fiscale"; e poi sopprimere invece, nel comma tredici, la lettera c), nonché sopprimere il comma 15. Il comma 15 diceva che si doveva notificare all'Unione Europea il provvedimento, siccome, se adottiamo queste modifiche, non c'è bisogno più di notifica si propone la soppressione.
Ripeto, Presidente, tra qualche minuto abbiamo un testo sul quale discutere, se l'Assemblea è d'accordo. La ringrazio.
PRESIDENTE. La Giunta propone sostanzialmente che vengano ammesse queste correzioni, che hanno un valore di coordinamento anche sulla base di quella che è l'interlocuzione che è avvenuta con l'Unione Europea.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Io mi sono prenotato, Presidente.
PRESIDENTE. Lei ha prenotato, verosimilmente, per la discussione dell'articolo e degli emendamenti.
ATZERI (Gruppo Misto). Sull'ordine dei lavori.
PITTALIS (Gruppo Misto). Sull'ordine dei lavori, Presidente.
PRESIDENTE. Chiedo scusa, onorevole Pittalis, si accomodi, prego.
PRESIDENTE. Poiché ci sono delle iscrizioni a parlare, chi intende parlare sull'ordine dei lavori mantenga l'iscrizione, chi invece ha chiesto di parlare sull'articolo e sugli emendamenti chiederei la cortesia di togliere l'iscrizione, per il momento.
Allora, se vengono mantenute queste iscrizioni, la prima che ha chiesto di parlare è l'onorevole Caligaris.
Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Sì, Presidente, soltanto per richiamare il fatto che, se non abbiamo a disposizione un testo definito, veramente anche avviare la discussione generale sull'articolo diventa molto difficile. Quindi, io volevo proporre di sospendere i lavori per almeno 15-20 minuti, vedere effettivamente qual è il testo e poi riprendere la discussione in modo tranquillo, perché in questa maniera si è lavorato su un testo diverso. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. Io proporrei, sulla base anche della richiesta dell'onorevole Caligaris, di sospendere per cinque minuti. Viene distribuito l'emendamento...
PITTALIS (Gruppo Misto). No, no, assolutamente.
PRESIDENTE. Sì, onorevole Pittalis, abbia pazienza, viene distribuito l'emendamento, non verrà meno la possibilità di interloquire per lei.
Abbia pazienza, onorevole Pittalis, c'è una richiesta...
PITTALIS (Gruppo Misto). Ma c'è un'altra richiesta, Presidente.
PRESIDENTE. C'è una richiesta dell'onorevole Caligaris che chiede una sospensiva di cinque minuti. Si distribuisce l'emendamento e poi si fanno gli interventi sull'ordine dei lavori e sul resto.
Allora, chi vuole intervenire a favore e chi intende intervenire contro?
ATZERI (Gruppo Misto). Io a favore.
PITTALIS (Gruppo Misto). E io contro.
PRESIDENTE. Prego, onorevole Atzeri, stia comodo.
(Proteste del consigliere Atzeri)
No, no, onorevole Atzeri, stia tranquillo, si è iscritto dopo.
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (Gruppo Misto). Presidente, la mia richiesta in qualche modo poteva integrare quella della collega Caligaris, sempre sull'ordine dei lavori. Siccome l'Assessore ci ha riferito di avere avuto una comunicazione dell'Unione Europea sull'argomento oggetto di discussione, intanto noi vorremmo avere copia di questa comunicazione, che mi pare doveroso che i consiglieri conoscono. E' poi, per la verità, sul contenuto di questi emendamenti io non penso che sia possibile una sospensione di cinque minuti. La mia proposta è: si sospenda l'esame dell'articolo 2 per il momento, si passi all'articolo 3, perché abbiamo bisogno, perlomeno noi abbiamo bisogno, di valutare che tipo di modifiche si tratta. Perché non so se c'è bisogno di tornare in Commissione, se sono modifiche che invece non attengono ad aspetti sostanziali, oppure, se bisogna fare altro. Ecco, per questo direi che le decisioni debbano essere assunte con la dovuta ponderazione. Anche perché trattandosi di emendamenti che entrano ora in Aula, mi pare che debbano avere il consenso di tutta l'Aula. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Grazie signor Presidente. Io non ricordo più quale siano i commi che vengono stralciati, quelli da distrarre dalla mannaia dell'Unione Europea, non so se lei ricordi tutto ciò che l'assessore Secci ha detto, ma credo sia difficile. E quindi sono favorevole alla prudente esigenza della collega Caligaris perché, intanto non mi sembra un modo di rispettare il Consiglio regionale, arrivare qui frettolosi e ansimanti e proporre un'altra proposta di legge. E poi volevo ricordare, sia al Presidente che all'assessore Secci, che ancora una volta ci troviamo di fronte ad una sciatteria e ad un'arroganza da parte della Giunta, che impone in finanziaria una clamorosa norma intrusa. Perché qui si tratta di una legge organica, io devo ricordare, al distratto assessore Secci, che si riferiva al SUAP, allo sportello ritenendolo certamente fondamentale e importante, e chi non ne condivide l'importanza, però volevo ricordare che la legge finanziaria, l'articolo 4 comma L, impone di fissare autorizzazioni di spesa per nuovi interventi che non richiedano una disciplina organica della materia. Qui siamo di fronte ad una proposta di legge, sono commi che sono lenzuolati, articoli e siamo di fronte ad una norma intrusa. Ed è intollerabile questo modo arrogante che viola sistematicamente le leggi di contabilità e quindi il Presidente del Consiglio avrebbe dovuto sentire il bisogno, il dovere di allontanare l'ennesima norma intrusa. Sono d'accordo affinché il Consiglio venga rispettato e coinvolto su cose importantissime. Perché tra l'altro c'è stato uno scippo con destrezza di una proposta di legge avanzata dai Sardisti nell'ottobre del 2005 che tratta questa materia, e non si è sentito il bisogno di coinvolgerci e di confrontarci nella competente Commissione. Adesso viene violentemente proposta in finanziaria, quindi stiamo rasentando il ridicolo, oltre che la solita sciatteria legislativa. E' una legge importante, che può dare molti grossi contributi al mondo imprenditoriale, che risente tantissimo dei drammi strutturali derivanti dall'insularità, non è una leggina da niente, andava affrontata nella Commissione competente. Sono d'accordo affinché i colleghi entrino nel merito e capiscano le trappole a cui si va incontro con questa frettolosità perché dell'efficienza e dell'efficacia ci si riempie la bocca, ma spesso poi si ritorcono contro il mondo imprenditoriale, che ha bisogno di defiscalizzazione e dei vantaggi.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Atzeri, anche per dare la possibilità agli Uffici di poter distribuire il testo dell'emendamento di coordinamento, che è stato proposto da parte della Giunta, e tra l'altro mi si fa notare, che non esiste una notifica scritta, ma c'è una pre-notifica, quindi avremo il testo che la Giunta ci propone, per cui se l'Aula è d'accordo potremo passare all'esame, sospendere l'articolo 2 e gli emendamenti relativi e passare all'esame dell'articolo 3. Qualche secondo solamente, perché abbiamo bisogno di qualche, gli Uffici hanno bisogno di qualche secondo. Quindi passiamo all'esame dell'articolo 3 e degli emendamenti presentati all'articolo 3.
(Interruzioni dei consiglieri Vargiu e La Spisa)
Onorevole La Spisa, onorevole Vargiu, io ho chiesto all'Aula, che c'era questa proposta e se c'erano obiezioni rispetto alla proposta di passare all'esame dell'articolo 3.
VARGIU (Riformatori Sardi). Ci sono obiezioni, Presidente… io sono iscritto a parlare…
PRESIDENTE. Allora se ci sono obiezioni l'Aula si pronuncia con il voto. Chi è… allora, onorevole Vargiu, sull'ordine dei lavori c'è stata una proposta dell'onorevole Caligaris per la quale si sono pronunciati uno a favore e uno contro e all'interno di questa proposta è stata integrata la proposta proponendo il rinvio dell'esame dell'articolo e degli emendamenti… quindi siccome è l'Aula che si deve pronunciare e pertanto…
(Interruzioni)
L'Aula si pronuncia con il voto. Chi è d'accordo?
(Interruzioni)
Chi è d'accordo?
ATZERI (Gruppo Misto). Io sono intervenuto sulla proposta Caligaris.
LA SPISA (F.I.). Presidente. Sul Regolamento! Sul Regolamento!
(Interruzioni dei consiglieri Vargiu e La Spisa)
PRESIDENTE. Chi è d'accordo? Onorevole La Spisa, aiutiamoci poco poco, ecco, onorevole Vargiu, anche lei. Aiutiamoci un po'. I lavori sono sospesi per cinque minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 22, viene ripresa alle ore 17 e 46.)
PRESIDENTE. Possiamo riprendere i lavori?
Hanno proceduto alla distribuzione della proposta di emendamento di sintesi all'emendamento numero 218, con anche la proposta del testo come verrebbe dopo le modifiche che risulterebbero introdotte dalla riscrittura dell'emendamento numero 218. Poiché ho registrato che vi sono delle perplessità circa il passaggio alla discussione dell'articolo 3, quindi c'è una discussione in atto sull'opportunità, invece, di continuare a discutere dell'articolo 2. Vi sono alcuni iscritti a parlare, presumo sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Sì, grazie, Presidente. Io volevo soltanto chiederle alcune cortesie. La prima cortesia che le volevo chiedere è che, considerato che la Presidenza ha dichiarato norme intruse o comunque non accessibile alla discussione dell'Aula un discreto numero di emendamenti all'articolo 2, e considerato che è la prima volta che questo si verifica, almeno nella maniera corposa come è successo, e nella velocità della comunicazione della Presidenza, è stato materialmente impossibile capire quali sono gli emendamenti che sono ancora in discussione e quelli che non lo sono, le volevo chiedere se è possibile, uno per uno, secondo l'ordine che noi abbiamo, dare le indicazioni sull'ammissibilità decisa dalla Presidenza. La seconda considerazione che ugualmente vorrei fare, come lo stesso Assessore ha peraltro detto e come il collega Pittalis ha ricordato, considerato che gli emendamenti verbali che vengono introdotti in Aula hanno necessità del pieno consenso dell'Aula per poter essere introdotti nella discussione; considerato che hanno necessità dell'accelerazione degli … dell'Aula per poter essere messi in discussione, in particolar modo quando modificano in maniera abbastanza sostanziale l'articolo; ma considerato che l'Assessore ci ha detto che le modifiche intervengono a seguito di un'indicazione precisa proveniente dalla Comunità europea, per cui l'Aula è consapevole che, se noi non ammettessimo la discussione degli emendamenti, correremmo il rischio di dover ritornare tra quindici, venti giorni, un mese in Aula sullo stesso testo per fare le correzioni che la Comunità europea, che l'Unione Europea ci sta indicando. Avrei voluto chiedere all'Assessore Secci se è possibile avere una copia del documento, e magari anche delle motivazioni, con cui l'Unione Europea effettua una prima valutazione sul contenuto dell'articolo 2, e da le indicazioni, comprese le motivazioni delle indicazioni, che hanno indotto la modifica, abbastanza corposa e abbastanza sostanziale, abbiamo avuto modo di vedere, che è stata introdotta nell'emendamento che c'è stato distribuito. Quindi, se fosse possibile avere queste due attività di chiarimento, che sono utili poi per continuare il lavoro immediatamente, senza interruzioni, dal nostro punto di vista, anche ammettendo alla discussione dell'Aula gli emendamenti che, prima verbalmente, poi adesso col testo scritto, l'Assessore Secci ha proposto.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Vargiu. Relativamente alla prima domanda, l'unica norma intrusa che risulterebbe sull'articolo 2, sulla base delle valutazioni della Presidenza, sarebbe esclusivamente l'emendamento numero 240. Per quanto riguarda gli altri emendamenti di cui ho dato lettura, sono inammissibili perché non presentano la copertura finanziaria, per cui li esamineremo e man mano che arriveremo su quegli emendamenti diremo qual è la motivazione per cui sono inammissibili, ma sono … perché mancano di copertura finanziaria, o hanno una copertura non adeguata rispetto all'emendamento.
VARGIU (Riformatori Sardi). Quindi non sono all'articolo 2?
PRESIDENTE. All'articolo 2 è inammissibile il "240".
Chiedo scusa, onorevole Vargiu, avevamo dato lettura anche di quelli che erano il "240", norma intrusa, gli altri, che erano stati definiti inammissibili, è perché non avevano la copertura finanziaria.
VARGIU (Riformatori Sardi). Sempre all'articolo 2?
PRESIDENTE. Sempre all'articolo 2, e, come è sempre successo, man mano che arriveremo su quell'emendamento si dirà che è inammissibile perché manca di copertura finanziaria.
Ha domandato di parlare il consigliere Balia. Ne ha facoltà.
BALIA (Gruppo Misto). Sì, grazie, Presidente, perché, dalla lettura che lei aveva fatto originariamente, sinceramente si faticava a capire quali emendamenti fossero inammissibili, perché considerati norme intruse. Ora, mi pare di comprendere, dall'ultimo intervento, che l'unico emendamento inammissibile, perché norma intrusa, è l'emendamento numero 240. Relativamente a questo ho da porre una domanda: siccome l'emendamento è stato prodotto già ab origine nella Commissione, se non era evidentemente prima dell'Aula quella la sede nella quale si sarebbe dovuto rilevare che si trattava di emendamento non ammissibile, perché conteneva norme intruse.
Poi, sugli altri aspetti, Presidente, una proposta. Io prendo atto delle proposte degli emendamenti modificativi predisposti dalla Giunta regionale, credo che siano fatti in una direzione di semplificazione del percorso e delle procedure del lavoro, onde evitare eventuali rilievi successivi da parte della Comunità europea, e, in armonia con quella richiesta che originariamente faceva la collega Caligaris, e rispetto alla quale mi pare che siano venute due obiezioni, una che era nel merito, quella fatta dall'onorevole Atzeri, che diceva che tutta la materia veniva regolata attraverso un altro progetto di legge, e però non credo che il progetto di legge si riferisse solo a questi aspetti, presumibilmente era più ampio, quindi potrebbe in qualche modo questo costituire un'anticipazione, per cui, nell'interesse credo della Sardegna, presumo che l'obiezione, al di là della lamentela, possa essere rimossa. L'altra, dell'onorevole Pittalis, che, quando ha parlato contro, non mi pare fosse tanto contro nel merito della proposta dell'onorevole Caligaris, quanto nel merito dell'esigenza di prendere un po' di tempo per chiarire la portata degli emendamenti stessi; emendamenti, Presidente, che ora ci sono stati consegnati, quindi gradirei o un'illustrazione da parte della Giunta regionale degli stessi, oppure il tempo necessario per poterne prendere visione e non cadere in errore, basta anche una mezz'oretta di tempo, forse anche meno, senza bisogno di sottoporre l'Aula allo stress di un voto che sotto questo profilo sarebbe credo abbastanza inutile, mentre reitero la richiesta di chiarimento rispetto invece all'emendamento considerato norma intrusa e aggiungo: se quell'emendamento rappresenta davvero una norma intrusa, posto che l'Aula sia il luogo dove legittimamente tale debba essere dichiarato e non al momento della presentazione e dell'esame della Commissione, con tutto rispetto, Presidente, è davvero questo l'unico emendamento in riferimento all'articolo 2, ma anche ad altri articoli, che esula dalla materia finanziaria e che è norma intrusa? Non vorremmo che ci fossero valutazioni, in alcuni casi abbastanza larghe e valutazioni molto restrittive invece in altri casi.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Balia, una risposta al suo quesito; le posso assicurare che dalle valutazioni che ha fatto la Presidenza ci saranno altre norme intruse negli altri articoli e non è l'unico emendamento che è stato considerato intruso. Peraltro la valutazione da parte della Presidenza sulle norme intruse avviene in due momenti: uno, nel momento in cui viene presentata da parte della Giunta la finanziaria prima di entrare all'esame della Commissione, e l'altro momento è quello in cui gli emendamenti vengono presentati in Aula, quelli sono i due momenti dove il Presidente fa la valutazione; la prima valutazione l'ha fatta stracciando alcune norme che erano contenute nella proposta della Giunta, la seconda valutazione l'ha fatta in questo momento, nel momento in cui gli emendamenti passano all'esame del Consiglio.
Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Rinuncio.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. Ha domandato di parlare il consigliere Masia. Ne ha facoltà.
MASIA (Gruppo Misto). Sì Presidente, in particolare mi voglio riferire all'emendamento numero 240 che il Presidente del Consiglio ha ritenuto norma intrusa. Beh, io credo che non ci sia emendamento che più parla di tributi come questo emendamento, perché parla dell'ICI sul quale noi possiamo intervenire, e questa Aula lo sa e lo sa bene, e lo sa bene che il Presidente, solo ed esclusivamente intervenendo con una modifica di carattere urbanistico, ma di tributi si parla perché è sull'ICI che incide e in particolare sull'ICI relativa alle zone di espansione che di espansione non sono, perché è a tutti noto che ci sono aree che sono definite aree C di espansione che non possono essere utilizzate; solo questo. Io mi domando se non ci siano invece altre norme intruse che probabilmente, con maggior disattenzione, sono in discussione in questo Consiglio, e mi domando perché questa griglia si è, di punto in bianco, resa così stretta dall'emendamento numero 240 e in particolare dall'articolo 2 quando invece forse, magari, andava molto meglio farlo dall'inizio con l'articolo 1, e perché no, e lo chiedo anche a lei Presidente, se non sia il caso di verificare che proprio nell'articolo 3, chiedendolo pure agli uffici, non ci siano una serie di norme intruse che nella finanziaria probabilmente non dovrebbero essere discusse.
PRESIDENTE. Sì, grazie onorevole Masia, le posso garantire che la Presidenza ha segnalato una serie di norme intruse proprio all'articolo 3 e ne daremo lettura nel momento in cui passeremo all'esame dell'articolo 3. E' chiaro che noi non possiamo in questo momento entrare nella discussione sulle valutazioni fatte dalla Presidenza, però, così, molto brevemente le vorrei far notare che nella legge finanziaria possono entrare l'autorizzazione e l'istituzione di tributi propri, l'ICI non è un tributo proprio dell'Amministrazione regionale, oppure variazioni delle aliquote e di altre misure che incidono sui tributi propri. La fattispecie che viene considerata ammissibile dentro la finanziaria è quella relativa ai tributi propri, non ai tributi di altre Amministrazioni. Detto questo… l'onorevole Capelli si è riscritto?
CAPELLI (U.D.C.). Sì Presidente, sempre sull'ordine dei lavori.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Lei, adesso, quando ha elencato gli emendamenti all'articolo 2, prima di procedere alla discussione, eventualmente ora o domani, ha indicato alcuni emendamenti non ammissibili perché privi di copertura.
PRESIDENTE. Onorevole Capelli, ho già dato una risposta all'onorevole Vargiu dicendo che per quanto riguarda quelli che sono inammissibili perché riguardano la mancata copertura finanziaria o l'inadeguata copertura finanziaria, ne daremo lettura, come sempre si è fatto, man mano che andremo a esaminare gli emendamenti.
CAPELLI (U.D.C.). Ho seguito la sua spiegazione, ovviamente questo problema non è stato sollevato dalla Commissione competente nel momento in cui l'ha esaminata, perché è stato espresso un rigetto, un diniego o un'accettazione dell'emendamento in presenza dei funzionari, perciò non vedo perché sia rilevato ora. Secondo, lei capisce bene che, a seconda della discussione che ognuno di noi deve impostare, deve comprendere se quell'emendamento è in discussione o non è in discussione. Mi sembra strano, e vorrei farlo rilevare adesso, in modo tale che da qui a qualche minuto si abbia una più precisa risposta, che quando si va ad abrogare una legge che determina la soppressione di entrate, non ho capito quale copertura deve avere?
PRESIDENTE. Deve avere la copertura che a quelle entrate bisogna sopperire con un'altra entrata o con una diminuzione di spesa, onorevole Capelli. Se viene soppressa una entrata, un tributo, è evidente che nel bilancio complessivo o si aumenta un'altra entrata o si diminuisce una spesa, e questo bisognava indicarlo.
CAPELLI (U.D.C.). Il che vuol dire che da qui alla discussione si può avere modo di proporre la copertura finanziaria.
PRESIDENTE. Tant'è vero, onorevole Capelli, che io ho detto che, così come si è fatto, si esamineranno man mano che si andrà avanti e qualora ci siano queste integrazioni…
CAPELLI (U.D.C.). Perciò abbiamo modo di indicare la copertura finanziaria?
PRESIDENTE. Ci sarà la possibilità di indicare la copertura finanziaria e verrà giudicata ammissibile e si giudicherà ammissibile.
CAPELLI (U.D.C.). Bene, grazie.
PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione sull'articolo 2 e sugli emendamenti all'articolo 2.
E' iscritta a parlare la consigliera Caligaris. Ne ha facoltà.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie Presidente. L'articolo 2 della legge finanziaria è particolarmente delicato, abbiamo visto anche adesso tutte le considerazioni che sono emerse, proprio perché affronta un argomento, quello delle norme in materia di tributi, un argomento non certo popolare, in quanto i cittadini italiani, e i sardi non sono da meno, come del resto affermano ormai tutti gli economisti, sono sottoposti ad una pressione fiscale considerata al limite della sostenibilità. L'impatto dell'articolo viene però, a dire il vero, mitigato, anche se in modo molto limitato, dall'agevolazione IRAP alle imprese, proprio per favorire l'occupazione e la stabilizzazione del lavoro precario. Di questo, però, parlerò in un'altra circostanza, quella relativa all'emendamento che è stato richiamato testè in Aula, non ha avuto l'attenzione necessaria perché è stato considerato senza copertura finanziaria; mi riferisco all'emendamento numero 281 sull'IRAP, anche se su questo poi ritorno perché mi sembra importante possibilmente fare uno sforzo per rivederlo. Vorrei però esprimere dissenso e contrarietà all'emendamento della Giunta numero 872 a pagina 36 che introduce, per così dire, dei nuovi balzelli, che rischiano non tanto di rallentare lo sviluppo turistico, quanto di penalizzare persone più deboli. Sono infatti molte le persone, e in particolare donne monoreddito, che a costo di sacrifici hanno attrezzato le loro abitazioni per ottenere, per esempio, con i bed and breakfast un minimo di integrazione al reddito. Basta pensare alle vedove, ma anche alle famiglie meno agiate, soprattutto nei piccoli centri, che sacrificano una parte delle loro abitazioni per ospitare visitatori, anch'essi non appartenenti a fasce alte della società. Quindi occorre fare, a mio avviso, una differenza tra le case per ferie, i residence, le case e gli appartamenti per vacanze e i bed and breakfast o quelle piccole realtà che servono, appunto, all'economia delle famiglie. Sarebbe inoltre necessario individuare se si sta parlando di zone costiere o di zone interne, perché potrebbe apparire davvero contraddittorio che mentre si promuovono iniziative di sostegno per ampliare il turismo culturale, un turismo che si verifica in quelle che vengono chiamate stagioni di spalla o comunque non in piena stagione, poi si operasse in modo da negare nei fatti questo indirizzo che è di strategia economica della Regione. Ritengo poi che l'entità della tassa non possa essere stabilita autonomamente dalla Giunta e modificata, perché sarebbe invece forse necessario che la Commissione industria del Consiglio regionale esprima un parere sulla proposta di adeguamento o di modifica della tassa, sulla base di dati oggettivi e presumibilmente di un attento studio che deve essere fatto, quindi, nella fase precedente per le considerazioni che ho svolto e poi successivo per vedere l'impatto.
In secondo luogo richiamo l'attenzione sull'annosa questione delle seconde case e ritengo che non si possano ripetere degli errori, e mi riferisco ovviamente soprattutto ai sardi emigrati, che hanno impiegato i risparmi accumulati con sacrifici per costruirsi una casa nella terra d'origine. Questa finanziaria offre l'opportunità di compiere un esame non viziato dall'emotività di due anni fa, quando venne introdotta l'imposta regionale sulle seconde case ad uso turistico; imposta - ricordo - non prevista dal programma di Sardegna Insieme, che colpisce tuttora i sardi emigrati, nonostante ci siano delle importanti modifiche che sono state apportate, e anche la trasformazione della dizione in tassa regionale per la tutela e la sostenibilità ambientale dà un senso diverso anche alla tassa. Si tratta, tra l'altro, però, anche laddove sono previste alcune esclusioni dal pagamento, di situazioni di difficile accertamento, che rischiano anche in questo caso, come nel caso dell'ipotetica imposta per ora prevista con l'emendamento, di favorire rapporti di locazione in nero. Quindi su queste tasse rimane immutato il mio giudizio, nel senso che ritengo la tassazione profondamente ingiusta per i lavoratori emigrati e presenta poi, come dicevo, aspetti di notevole difficoltà nell'attività di accertamento e di riscossione.
Poi per quanto riguarda altri aspetti mi voglio riferire all'attività dell'Agenzia regionale delle entrate e rilevare che anche su questo manca una dettagliata informazione, soprattutto ai sardi residenti in Italia e all'estero, sulle modalità di accertamento della tassazione, anche con riferimento all'effettiva distanza dalla battigia marina; sappiamo per le case entro i 300 metri e poi quelle sui 3000.
Volevo poi sottolineare, a proposito dell'IRAP, che io faccio una proposta e chiedo veramente che venga rivista, se manca la copertura finanziaria si possa eventualmente provvedere, perché abbiamo in Sardegna il problema delle persone che hanno superato i cinquant'anni e non trovano più lavoro. La mia proposta emendativa è quella di portare al 5 per cento l'IRAP nei casi in cui vengano riammesse al lavoro le persone che sono troppo giovani per andare in pensione e troppo adulte per trovare un altro posto di lavoro. Quindi chiedo un occhio di riguardo per questa prospettiva, in considerazione delle difficoltà vere che…
Presidente, posso completare?
PRESIDENTE. Prego, onorevole, concluda.
CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie, un secondo solo. E poi volevo anche chiedere se e perché non è stato possibile pensare all'IRPEF considerando che altre Regioni italiane, numerose, sono intervenute in questa materia e può essere applicata su fasce reddituali a vantaggio delle famiglie più deboli. Siccome è stata una richiesta significativa vorrei che venisse ripresa in considerazione. Grazie, Presidente.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Presidente, mi può rimandare a dopo? Grazie.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pileri. Ne ha facoltà.
PILERI (F.I.). Sì, grazie Presidente. L'articolo 2, che riguarda le norme in materia di tributi, viene in questa finanziaria caratterizzato per le tasse, quelle che già abbiamo contestato nella finanziaria del 2007, già introdotte, tra l'altro, con la finanziaria regionale numero 4 del 2006. Rimangono quindi operative l'imposta sulle plusvalenze delle case ad uso turistico, ancorché non espressamente citate negli articoli e nei commi di questa legge finanziaria, l'imposta regionale sulle seconde case ad uso turistico, e quindi, come ha richiamato bene ed opportunamente la consigliera Caligaris, continuano a pagare soprattutto gli emigrati, perché il comma che prevede l'esclusione dal pagamento degli emigrati che hanno ricevuto le case per eredità e donazione non risolve tutti i problemi e non risolve soprattutto i problemi di tutti quegli emigrati che sono stati costretti a lasciare la propria terra, che hanno faticato, che hanno lavorato, in condizione anche difficili, e che hanno impegnato tutti i risparmi della loro vita per comprare non una villa, ma magari una casetta. E quindi continueranno a pagare indistintamente anche indipendentemente dalla categoria catastale, perché questa tassa viene applicata per tutte le categorie catastali, individuando, come è solita fare questa Giunta, l'unico parametro per applicare le tasse o le imposte, quello relativo alla distanza dal mare. Anche questo è stato oggetto di valutazione negativa da parte del Consiglio dei Ministri, stiamo aspettando, appunto, la sentenza della Corte costituzionale. Quindi indistintamente la tassa viene applicata per gli immobili di categoria A1, quindi abitazioni di tipo signorile, come si applica agli immobili con destinazione di tipo economico A3, piuttosto che A4 di tipo popolare, e quindi qua in Sardegna c'è molta gente che dovrebbe pagare perché ha le ville oppure i palazzi signorili e non paga nulla, e quindi pagano solo i poveri emigrati o i pensionati, anche non sardi, che hanno acquistato piccole casette.
E poi l'imposta sullo scalo turistico degli aeromobili e delle unità da diporto. Ma questa sembra una Regione che, nonostante sia circondata dal mare, non riesce ancora a capire che l'economia della nautica da diporto è un'economia molto importante per questa terra e soprattutto per i giovani. Quindi, questa imposta sullo scalo turistico degli aeromobili e unità da diporto crea un grave danno di immagine, di inospitalità, ma soprattutto sta determinando un grave danno al sistema economico turistico della Sardegna. Qualche mese fa la Regione ha fatto un comunicato stampa dove si dichiarava che da giugno ad agosto dello scorso anno c'è stato un incremento di accosti del 29 per cento. I dati forniti dall'Agenzia delle entrate, che ho avuto la possibilità di verificare, sono stati utilizzati in maniera distorta e strumentale. I dati del 2007 sono stati forniti dai porti, mentre i dati del 2006 sono stati fatti dal Corpo forestale con controlli sporadici, ma soprattutto il controllo capillare che è stato effettuato nel 2007 non può essere confrontato con i dati del 2005, quando non era stato effettuato nessun controllo perché non era in vigore la tassa sul lusso. Quindi, si può stimare che negli anni 2006-2007 ci sia stato un decremento di accosti variabile dal 25 al 30 per cento, quindi 1300 scali in meno. A fronte, quindi, di un introito di poco più di 1 milione e 800 mila euro, si stima che siano stati persi almeno 6 milioni e mezzo di euro, perché 1300 scali di imbarcazioni significano non meno di 6 milioni e mezzo di euro aggiuntivi per la comunità, senza considerare le attività indotte relative ai servizi specialistici e manutenzione. Quindi, oltre l'inopportunità di continuare ad applicare le imposte per gli aspetti finanziari assolutamente negativi - abbiamo detto, ad esempio, quelli relativi alle plusvalenze, solo 1 milione e 441 mila euro, quelle delle imbarcazioni solo 1 milione e 874 mila euro - e i danni conseguenti, non possiamo sottrarci anche da un altro aspetto: quindi, danno di immagine, danno economico, ma anche un aspetto molto importante che riguarda l'incostituzionalità e l'illegittimità delle norme applicate. Perché, sinceramente, io credo che noi dobbiamo tener conto del ricorso fatto dal Consiglio dei Ministri, oggi all'attenzione della Corte Costituzionale, che si dovrebbe pronunciare io penso nel giro di qualche settimana e io spero che si pronunci prima che la finanziaria sia stata esitata definitivamente.
E' anche emblematico l'emendamento che è stato richiamato prima, proposto dalla Giunta, il numero 872, relativo alla disciplina delle strutture ricettive extra alberghiere, con il quale si vogliono introdurre anche i balzelli per le piccole attività imprenditoriali e ricettive portate avanti dai sardi con molta fatica e con molta difficoltà, sia nelle zone turistiche, ma anche e soprattutto nelle zone interne della Sardegna, perché non c'è nessuna differenza. Quindi, io credo che sia opportuna una riflessione perché questa finanziaria, soprattutto questo articolato e questo articolo 2 relativo alle imposte e ai tributi se fino all'anno scorso poteva avere un valore populistico, propagandistico, merita attenzione perché i danni che sta creando all'economia sarda prevalgono sugli aspetti di cui parlavo prima. Quindi, io chiedo un'attenta riflessione e chiedo che nel Consiglio si trovi il coraggio per modificare, con gli emendamenti, questo articolo 2.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Renato Lai. Ne ha facoltà.
LAI RENATO (Gruppo Misto). Grazie, signor Presidente. Onorevoli colleghi, l'articolo 2 "Norme in materia di tributi" vuole presentarsi come la chiave di volta per gli aiuti alle imprese e fonda la sua strategia sull'agevolazione IRAP con le finalità elencate nel comma 1. Dalla lettura del testo nascono spontanee alcune considerazioni, anche sull'applicabilità di questa strategia. Al comma 4, relativamente alla finalità diretta a favorire l'incremento del numero dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato e la stabilizzazione del precariato, si pongono delle condizioni che appaiano, a nostro avviso, difficili da rispettare. L'entità dell'incremento del 5 per cento rispetto al numero complessivo dei lavoratori dipendenti a tempo indeterminato, riduce il numero degli aventi diritto e vanifica gli intenti che si propone. Chiunque crei un incremento di occupazione dovrebbe usufruire di questo beneficio e il principio deve essere tutelato, ma non è facile farlo. Per semplificare, se si ha un dipendente e si assume un'altra persona, si usufruisce del beneficio, ma se un'azienda, un imprenditore ha dieci dipendenti e ne assume solo un altro non rientra in questo parametro. Ora, naturalmente sono valutazioni personali, le imprese più grandi avrebbero concrete difficoltà di incrementare i posti di lavoro in base alle loro possibilità, però in un periodo di difficoltà occupazionale come questo creare un posto di lavoro è un'impresa che deve essere, a nostro avviso, premiata in ogni caso, se l'intento è quello di incentivare non possono esserci restrizioni. Dello stesso tenore sono le nostre valutazioni per il comma 7 alla lettera a), per stimolare la costituzione di nuove imprese e di nuove attività produttive, il rientro dei domicili fiscali in Sardegna, le condizioni sono pesanti. Infatti, la cessione dei beni all'esportazione o prestazioni di servizi all'estero devono superare il 25 per cento dell'ammontare complessivo nell'anno considerato. Non sono certo molte le imprese in possesso di questo requisito se si pensa al panorama sardo e direi che sono davvero pochissime. Pensiamo poi a un'impresa che sta iniziando la sua attività, come fa raggiungere questo requisito? Ecco, tutte le imprese, grandi o piccole, dovrebbero stare sullo stesso piano.
Le osservazioni più intense noi ci sentiamo di farle per il comma 16 e per gli altri commi sui quali abbiamo presentato gli emendamenti. Venendo al comma 16 la parola imposta, si osserva questo, è stata sostituita da "Tassa regionale per la tutela e la sostenibilità ambientale". E' sicuramente una terminologia più opportuna e accettabile, sono state accolte le osservazioni che alcuni di noi ebbero modo di fare nell'esame della precedente finanziaria. Personalmente osservai, riprendo da quell'intervento, che la spinta di introdurre forme di prelievo in ambito locale di natura fiscale non esimeva dal considerare con grande attenzione l'impatto in termini di reale efficacia per incidere positivamente sull'intera regione, con una corretta interpretazione del federalismo fiscale, senza entrare in conflittualità con i principi di costituzionalità e con le linee guida della Comunità europea. Io avevo ed ho le mie perplessità in proposito, in questo senso il mio intervento era teso a criticare quella formulazione impositiva e le componenti negative sotto il profilo della comunicazione e della terminologia. Dovevano essere prese in considerazione dissi innanzitutto il consumo dei beni ambientali, la tutela delle bellezze naturali e l'usufruibilità dei servizi turistici. Erano considerazioni fatte perché sin dall'inizio si dava l'impressione di trovarsi davanti a provvedimenti impositivi indirizzati a colpire soggetti con effetto punitivo, con riflessi di immagine negativi e potenzialmente dannosi e confliggenti con i parametri del federalismo e con il sistema tributario dello Stato. La nuova terminologia ha eliminato questa componente negativa che ha accompagnato sin dall'inizio quella che erroneamente è passata come tassa sul lusso.
Ora, tutta la materia compresa quella attinente le seconde case ad uso turistico e le plusvalenze, verrebbe ad essere trattata come un contributo da fornire alla salvaguardia del bene naturale ambientale e non come strumento di natura ideologica preventivamente ostile ai possessori di ricchezza. A noi pare però che non sia solo un'esigenza di immagine, ma la modifica nasca per ovviare ai rilievi fatti dall'avvocatura dello Stato. Rimane in ogni caso la nostra valutazione critica, fortemente critica, di principio per una impostazione impositiva che rimane nonostante il miglioramento nella terminologia. Impostazione che vediamo confermata nell'entità della sanzione amministrativa connessa alle violazioni alle norme tributarie regionali. Non si tiene conto, e queste osservazioni sono così in sintonia con quelle fatte dall'onorevole Caligaris, delle difficoltà obiettive ad effettuare i pagamenti, le disfunzioni nella comunicazione, i rapporti con l'Agenzia delle entrate e rimangono tutte le nostre perplessità sulla reale utilità di queste tasse per lo sviluppo dell'interno che purtroppo come è stato denunciato da diversi consiglieri, vive una crisi profonda e si è detto anche che è trascurata questa crisi dai mezzi di informazione, rimane comunque la consapevolezza dell'impatto negativo che hanno avuto nella sensibilità e nella percezione dei territori dell'Isola votati al turismo. L'impossibilità poi a verificarne gli eventuali benefici per la mancanza di dati di riferimento, dati di riferimento che a nostro avviso hanno tutto il loro valore se sono presi in considerazione quelli antecedenti l'entrata in vigore, perché solo questi possono essere utilizzati per un'obiettiva e completa valutazione comparativa.
Rimane la nostra perplessità per la persistenza di alcuni aspetti che penalizzano i nostri emigrati i quali hanno scritto a tutti noi consiglieri pregandoci di impegnarci oltre i miglioramenti che pure ci sono stati a superare gli elementi discriminanti nei loro riguardi confermando il loro legame con la Sardegna.
Pensiamo a quelli che la loro casa l'hanno acquistata con i sacrifici di una vita, questi provvedimenti hanno sollevato quindi dubbi e perplessità. I conflitti interpretativi e di ordine applicativo, dottrinario e giuridico di queste norme possono rallentare o danneggiare nel tempo un modello di sviluppo turistico che nella nostra Regione è stato finora di assoluta eccellenza e ha consentito di realizzare concrete forme di integrazione occupazionale e produttiva tra l'interno dell'Isola e il territorio costiero. E' un modello che va sostenuto investendo risorse umane e finanziarie, questo ci si attende da una finanziaria e quindi intendo rappresentare anche il malessere che c'è nel nostro territorio, quello che io rappresento, che vede messo in discussione un sistema economico turistico fondato nel tempo e radicato nell'economia e l'impatto negativo dell'emendamento numero 872 a nostro avviso darà ulteriori elementi di valutazione negativa. A nostro avviso occorre un impegno per le infrastrutture per una convinta politica dei trasporti, per migliorare la viabilità.
Che dire sempre in tema di politiche efficaci e d'integrazione, non penso di andare fuori tema, di quella strada per esempio a scorrimento veloce Abbasanta - Olbia che attraversa tutto l'interno della Sardegna, la Sardegna centrale e che era destinata negli intenti ad essere una struttura determinante per aprire alla costa il Goceano e i Comuni del Monte acuto passati alla Provincia Gallura e che purtroppo si è arrestata a Buddusò per una serie di intoppi, alcuni dei quali dovuti ad attriti di competenze, ad aspetti procedurali alcuni dei quali possono anche apparire pretestuosi. Che integrazione si può fare tra la costa e il territorio se non si portano a compimento queste opere? E che dire ancora considerato che non si fa impresa senza formazione, di quella sede universitaria...
PRESIDENTE. Concluda onorevole Lai.
LAI RENATO (Gruppo Misto). Radicata proprio nell'idea di dare ai giovani possibilità di entrare nel sistema economico turistico non per fare i lavapiatti ma per dirigere e governarlo.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Balia. Ne ha facoltà.
BALIA (Gruppo Misto). Sì, grazie Presidente. Questo è uno degli articoli sulla base del quale la Giunta regionale sostiene la tesi che si tutela il lavoro attraverso la riduzione di qualche punto, di un punto percentuale dell'IRAP ricorrendo particolari condizioni. Al di là delle osservazioni generali che da altri sono state già svolte, non ultimo dalla collega Caligaris, ecco, ci pare una tutela abbastanza fragile, ci paiono limitate le risorse che si recuperano o che le imprese recuperano e solo attraverso quelle risorse avere poi la pretesa che costituiscano un reale incentivo a sostegno dell'occupazione. Noi continuiamo a ritenere che il metodo per un reale sostegno del lavoro sia quello di un intervento diretto, forte, deciso, preciso, puntuale, immediato su leggi di settore che continuano ad esplicare efficacia, ma che purtroppo da questa Giunta regionale vengono considerate leggi quasi neglette o perché non assolutamente rifinanziate o perché rifinanziate con risorse del tutto insufficienti. Io per completezza, ma anche per richiamare l'attenzione della Giunta su una richiesta forte, continuo a richiamare la "51", la "9", la "1" e la "26". Io credo che un intervento diretto su queste leggi darebbe ben altro risultato ed altra risposta in termini di occupazione e di lavoro stabile e duraturo, cose peraltro verificate già nel passato, ma pare che vi sia quasi una sorta di mania suicida che è quella di rimuovere tutto ciò che nel passato in qualche modo ha prodotto effetti positivi. Ciò che nel passato ha prodotto forti effetti positivi chiediamo invece che resti in regime di vigenza e che sia suscettibile invece di tutela.
Permangono, io adesso mi limito ad intervenire in questa parte relativamente ad alcuni aspetti, lo dico con molto rispetto e col dovuto garbo che alla Presidenza naturalmente è dovuto e rispetto alla quale noi socialisti siamo i primi a riconoscere questo rispetto. Però, Presidente, restiamo notevolmente perplessi per la dichiarazione di norma intrusa dell'emendamento numero 240, solo perché l'emendamento persegue una procedura di aggiramento e parla ed è riferito ad un aspetto urbanistico, ma con la consapevolezza comune che quell'aspetto urbanistico poi produce effetti nel settore delle imposte. Quindi, siccome quel percorso resta l'unico percorso possibile per poter incidere poi nel settore delle imposte, ci pare che da ciò il discendere della conseguenza che l'emendamento sia intruso rispetto alla legge finanziaria appare a noi una esagerazione e chiediamo alla Presidenza, per quanto possibile, di riconsiderare eventualmente il problema. Segnalo poi l'emendamento numero 254, che risponde ad alcune esigenze che da parte di contribuenti poveri, in disagiate condizioni economiche, figli di questa terra, che risiedono altrove, e che hanno avuto la fortuna, con mille sacrifici, di riuscire a costruire anche solo una bicocca all'interno dei 3 chilometri della fascia costiera, che vista l'impossibilità ad essere esentati totalmente, chiedono quanto meno, così come avviene per l'ICI in linea generale, per la normativa che regolamenta l'ICI, di poter provvedere all'assolvimento dell'obbligazione impositiva attraverso il versamento in due rate successive, anziché in una sola rata. Mi sia consentito infine di soffermarmi sull'emendamento numero 282, della collega Caligaris, che io ritengo molto utile e ed opportuno, e tenderei anche ad estenderlo. Cioè credo che non solo la Presidenza della Giunta regionale, o attraverso l'Agenzia delle Entrate, o attraverso altre forme, debba provvedere ad una indagine sul patrimonio edilizio esistente entro la fascia dei 3 chilometri dalla linea di battigia marina, e che non solo debba riconsegnare la risultanza alla Commissione diritti civili ed emigrazione del Consiglio regionale, ma credo che la risultante di quell'indagine debba essere messa a disposizione dell'intero Consiglio regionale e dei cittadini sardi, anche in ossequio a quel criterio che prima abbiamo chiamato di consultazione digitale, e che oggi potrebbe essere invece di doverosa informativa verso i cittadini, ma io lo integrerei ancora con un'altra richiesta, che rivolgo in maniera pressante all'Assessore del bilancio. Assessore, c'è l'assoluta esigenza da parte di questo Consiglio regionale di quali effetti abbia prodotto separatamente la tassa sulle seconde case, la tassa sulle imbarcazioni e via di seguito. Cioè vorremmo comprendere se l'aver assoggettato ad un sacrificio, così, abbastanza oneroso cittadini legati a questa terra, vorremmo comprendere quali risultanze ne emergono; cioè vorremmo capire se davvero, in qualche modo, ne è valsa la pena.
Ecco, poi, mi sia infine consentito di sottolineare che le sanzioni connesse alle violazioni delle norme tributarie sono eccessivamente esose, così come sono enunciate, superano di gran lunga le sanzioni previste per fatti analoghi dalla legislazione tributaria italiana. E poi l'emendamento ultimo, finale, della Giunta regionale, che ritrovo a pagina 36, e che è anche esso l'istituzione di nuovi balzelli: La tassa di concessione regionale. Ma è davvero proprio opportuna? È necessaria? Qua si connette la tassa, Assessore Secci, al rilascio e rinnovo annuale. Ma siamo davvero sicuri che per queste attività ci sia l'obbligo di un rinnovo annuale? Prima domanda. E poi, seconda domanda: Ma non vi pare di esagerare? Lo dico sempre alla Giunta regionale. La previsione contenuta al comma 1, dell'emendamento, emendamento all'articolo 2, quando a conclusione del comma stesso prevedete che: "eventuali modifiche all'entità della tassa possano essere stabilite con deliberazione della giunta regionale". Vale a dire: "Autorizzateci a questo minimo tra i 350 e i 100 euro, che noi adesso stiamo prevedendo, e dopodiché però sappiate che all'occorrenza potremo decidere di farli diventare 200, 300, 500. Insomma, mi pare anche questo l'instaurarsi di un criterio di discrezionalità che non ha ragione d'essere. Ed infine, ed ho concluso, un'osservazione rispetto alla formulazione di una parte dell'articolo 2, là dove mi pare che sia contenuta una grossa incongruenza. Mi riferisco alla…
PRESIDENTE. Concluda onorevole Balia.
BALIA (Gruppo Misto). Grazie ho concluso Presidente. Mi riferisco al comma 4, dell'articolo 2, laddove si dice: "in relazione alle finalità di cui al comma 1, l'agevolazione spetta a…", arriviamo al punto c), "a condizione che, spetta, i lavoratori assunti non abbiano mai svolto attività di lavoro dipendente", e poi nella fase finale dello stesso comma: "o abbiano perso o siano in procinto di perdere l'impiego precedente". Beh, mi pare incongruente, da un lato si chiede che non abbiano mai svolto attività di lavoro precedente, dall'altro lato si dice, e si pone come seconda condizione, che abbiano perso o rischino di perdere il lavoro precedente. Siccome stiamo parlando di norme giuridiche destinate anche a segnare il destino dei cittadini e dei lavoratori, io credo che una maggiore attenzione nella formulazione non guasterebbe.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu. Ne ha facoltà.
LADU (Fortza Paris). Chiedo la verifica del numero legale.
PRESIDENTE. E' stata richiesta la verifica del numero legale.
Un altro capogruppo, onorevole Ladu!
(Appoggia la richiesta il consigliere Capelli)
PRESIDENTE. Dispongo la verifica del numero legale con procedimento elettronico.
(Segue la verifica)
Si dà atto che il Consigliere Manca è presente.
(Risultano presenti i consiglieri: Artizzu - Atzeri - Balia - Cachia - Caligaris - Calledda - Capelli - Cerina - Cherchi Silvio - Cocco - Contu - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Davoli - Diana - Espa - Frau - Gessa - Ibba - Ladu - Lai Silvio - Liori - Lombardo - Manca - Marrocu - Masia - Meloni - Milia - Orrù - Pinna - Pirisi - Porcu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Spissu - Uggias.)
PRESIDENTE. Sono presenti 45 consiglieri. E'presente il numero legale.
E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.
CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente. Io credo che l'articolo 2 sia uno degli articoli fondamentali, che possono segnare il distinguo tra la programmazione economico-finanziaria della Giunta e l'idea di programmazione economico-finanziaria dell'Aula. Dico questo, in questa affollatissima assemblea, che dovrebbe discutere di cose fondamentali, perché stabilire una nuova tassa, modificare anche il semplice concetto di tassa in imposta, e viceversa, stabilire un abbattimento per quanto riguarda l'IRAP, della percentuale di nostra spettanza come addizionale nei confronti delle imprese, e come condizionare questo abbattimento, sono degli interventi sostanziali, meritevoli di discussione e di confronto. Perché un comma, l'abrogazione, sostituzione, chiarimento su uno di questi commi può determinare la riuscita di iniziative accettabili, proposte dalla Giunta, e viceversa anche il confronto con proposte alternative o migliorative, nella loro intenzione, senza presunzione, o migliorative per un'immagine della Sardegna che, ad avviso di molti, ha subito degli attacchi sotto il punto di vista dell'immagine e della promozione turistica a seguito della determinazione di nuove imposte, è chiaro che quindi sarà un argomento importante nella prossima campagna elettorale che la minoranza userà nella propria discussione e confronto con la maggioranza di oggi, o meglio che il centrodestra userà nei confronti del centrosinistra per segnare quel confine che diversifica l'azione politica e il concetto l'intendimento di gestire il quadro economico e sociale della nostra Isola secondo indirizzi che sono sostanzialmente diversi, ed è dimostrato proprio da questo comma 2. Io capisco comunque, ma non condivido, che il carnevale e la caccia stia decisamente condizionando questo dibattito. Perché questa è la verità che dobbiamo dire ai sardi, quando saliremo sul palco, qualcuno salirà sul palco per dire la sua, su cosa stiamo facendo noi, essendo assente, sarà il caso che da una parte e dall'altra qualcuno lo ricordi. Perché a mio avviso potremmo dare tutti dei contributi sostanziali importanti, vediamo quelli che proponiamo noi, c'è una accettazione-plauso al fatto che la Giunta intervenga pur se non in maniera determinante per la vita di un'impresa indicando però una via tagliamo, abbattiamo, l'addizionale IRPEF che spetta alla Regione Sardegna determinare ed imporre e, in qualche modo, cerchiamo di dare il nostro contributo alle imprese sofferenti, e sono tutte le imprese sofferenti in questo momento. Ecco… quello che ci distingue e richiamo perciò il nostro emendamento, è condizionare questo abbattimento, in pratica e in sintesi, come avrete visto, l'aggiunta lo condiziona da tutta una serie di parametri e di richieste, quali l'aumento dell'occupazione, l'internazionalizzazione del prodotto, dell'impresa stessa, e quanto altro, che a mio avviso può determinare una inefficacia dell'azione che la Giunta stessa si propone. Ecco perché noi proponiamo, condividendo la proposta della Giunta di intervento sull'abbattimento della percentuale IRAP, dicendo: non condizioniamola, cioè in questo momento le imprese non vanno aiutate dicendo: devi crescere, devi aumentare l'occupazione, devi aumentare l'internazionalizzazione, chi ha contezza della situazione generale e mondiale, regionale, nazionale, europea, mondiale, dello stato dell'economia sa che quello che deve chiedere alle imprese è vivi… sopravvivi, tieni duro, perché è il momento contingente è uno di quei momenti che può determinare la morte di un'impresa, che non riesce più a stare sul mercato, o che è sommersa da eventi derivanti dalla globalizzazione e dalla situazione economica di mercati non dipendenti dalla volontà e non condizionabili dalla volontà e dall'azione delle nostre piccole e medie imprese. Ecco perché proponiamo, col nostro emendamento: facciamo uno sforzo in più! E diciamo, per questo biennio e triennio, alle imprese, diciamo: abbattiamo l'IRAP, per quanto ci compete. Poi dopo questo momento difficile per tutte le imprese la Giunta stessa, questo Consiglio, potrà determinare che continuerà a mantenere quel abbattimento, se le condizioni generali di mercato cambieranno, a quelle imprese che da quel momento cresceranno, ma oggi aiutiamo le imprese dicendogli: ti diamo una mano a sopravvivere! Che già sarebbe un esercizio importante e necessario. Dall'altra parte però noto, se vogliamo entrare nell'articolazione, salterei anche l'osservazione del collega Balia, abbiamo proposto anche lì un emendamento che non può condizionare l'erogazione a quanto previsto dalla lettera c), già illustrata dal collega Balia, guadagno tempo e non la illustro ulteriormente, sollevando e modificando la contraddizione che emerge dalla stessa lettera c). E quindi dobbiamo pensare anche ai cassintegrati, che sono da agevolare le assunzioni dei cassintegrati, o degli operai in mobilità che non sono né in uno stato di disoccupazione né in uno stato di occupazione, e perciò per questo fine abbiamo proposto un emendamento che è offerto alla discussione dell'aula anche per eventuale loro miglioramento, e veniamo poi però alla contraddizione di questo comma che appunto ho già richiamato emendamento della Giunta che propone la disciplina della tassa di concessione regionale per gli esercizi turistici, fondamentalmente, sintetizzò nel dire esercizi turistici, ostelli della gioventù, affittacamere, riferendosi all'articolo 16 della legge sulla classificazione delle aziende ricettive. Bene, è vero, l'articolo 16 dice: "l'autorizzazione anche per gli esercizi di attività stagionale è rinnovata attualmente mediante pagamento della tassa di concessione regionale e delle altre eventuali tasse a qualunque titolo dovute. La Giunta propone di togliere quest'ultima parte, questa legge che è degli ha andati, dobbiamo tornare indietro all' '87 addirittura, il legislatore e le Giunte che si sono succedute hanno pensato bene di non applicare questa tassa, che poi capirete bene che cosa ci porta, è poca cosa ma noi qui esprimiamo concetti, esprimiamo volontà di seguire una via che è quella dell'imposizione o quella dell'alleggerimento della pressione fiscale delle imprese, sarebbe opportuno che la Giunta. Mi auguro che sia respinto dall'aula l'emendamento della Giunta o ritirato dalla Giunta stessa e che magari sia cassato l'articolo 16 richiamato, in modo tale che non nascano dubbi per il futuro, sicuramente il tempo scorre ma avrei necessità, e l'avrò nel momento in cui discuteremo dei commi e degli emendamenti qual è stato il risultato delle tasse sul lusso. Bene, che qui onorevole Balia avrei potuto darle una mano perché avendo dato copertura finanziaria alla soppressione delle tasse sul lusso la stessa copertura finanziaria le dice quanto la Giunta per gli anni successivi ha inteso ricavare da quelle tasse, vedrà che non è niente di sostanziale, per esempio 5 milioni di euro sulla tassa sugli aeromobili per i prossimi quattro anni, per anno, vedrà che nei casi precedenti, 2007-2006 le intenzioni della Giunta non sono state mai raggiunte dalla realtà…
PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU
(Segue CAPELLI.) …ma si è incassato sempre molto meno di quanto la Giunta aveva preventivato, non sarebbe un grave danno abrogarle, così come noi proponiamo, e anche altri vedo che possono entrare in questo indirizzo, non è un gran danno soprattutto riferito al fatto, a quanto costa, dobbiamo detrarre quanto costa escutere la tassa stessa e soprattutto scommettiamo sul danno eventualmente già subito dalla Sardegna e sul danno che continueranno a subire le nostre strutture ricettive turistiche e il nostro sistema al turismo da continuare a tenere in piedi quest'immagine negativa prodotta dalle sue per tasse.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Capelli. E' iscritto a parlare il consigliere Masia. Ne ha facoltà.
MASIA (Gruppo Misto). Io non sono per niente convinto che l'emendamento numero 240 sia una norma intrusa, lo dico questo e ne sono pure convinto perché tratta di tributi, e non si può dire che siccome non sono tributi che non vanno alla regione ma ai comuni non vanno presi in considerazione e che non possiamo intervenire. Io credo che questo sia qualche cosa che non ci possiamo permettere, un'oscenità dal mio punto di vista. Sono sempre tributi, sono sempre tasse che incidono sulla già povera e misera economia dei sardi e sulla quale noi dobbiamo prestare la massima attenzione. Se fossi convinto che chi deve pagare quest'ICI, di cui tanto si parla, ai comuni in cui ricadono le aree, quelle che sto prendendo in considerazione io, le aree C di espansione, che chi le deve pagare sono delle persone diciamo ricche, che non hanno bisogno, senza problemi io me ne starei zitto, da socialista io starei zitto, ma non è così. A qualcuno sfugge e a questo Consiglio in particolare sfugge e al presidente Spissu sfugge, presidente Spissu che stringe all'improvviso le maglie, e che naturalmente non ho capito per quale motivo, per esempio, non è stata stretta quando si parlava di cittadinanza digitale, neanche un paio d'ore fa. Io dico che bisogna stare attenti, sono i piccoli proprietari di aree che si sono illusi a suo tempo di potersi sistemare, magari guadagnando qualche lira con le proprie aree che sono diventate zone di espansione, pensando che attraverso una lottizzazione magari si potevano fare la casa. E questo è avvenuto, e noi lo sappiamo bene negli anni ottanta, con molti piani urbanistici, molti piani di fabbricazione, sono stati fatti senza porre dei limiti come voi ben sapete, quanti comuni? Quanti comuni hanno pensato allora di avere crescite demografiche che oggi ci pongono in una situazione, cosa posso dire, incomprensibile passare dai mille ai dieci mila abitanti, dai dieci ai venti mila, addirittura dai trenta ai sessanta mila abitanti; questo è successo in tutta la Sardegna. E' un problema, voglio dire, che ci deve toccare e noi non lo possiamo negare, non possiamo nascondere la testa sotto la sabbia. E poi mi domando: a chi giova in questo momento nascondere questo problema? Sono anni che questi cittadini che sono stati buggerati allora, da qualche Sindaco, da qualche Giunta, con bisogno di voti e che quella ragione di allora oggi deve per forza venir meno, oggi noi siamo obbligati a fare giustizia rispetto a quello che è successo allora. Allora, non c'era l'ICI naturalmente ma nel momento in cui l'ICI è arrivata il problema è cambiato. Oggi pesa, come stavo dicendo, in particolare sui poveri bilanci di molte famiglie che hanno problemi, sono dei pensionati, sono artigiani, io parlo dei paesi non parlo delle grandi città, nei piccoli paesi dell'interno, sono persone che allora hanno avuto un'illusione, illusione che è effimera che non ha potuto avere conseguenze, ma quanto ancora devono subire questa pena? Se fossero stati condannati per qualunque altro reato la pena sarebbe arrivata a conclusione, sono passati quindici anni e sono sempre in questa situazione e noi nonostante tutto ci nascondiamo.
Noi siamo chiamati a fare giustizia in questo Consiglio lo possiamo fare logicamente con gli strumenti che abbiamo, per il semplice fatto che noi una legge di carattere fiscale non la possiamo affrontare è tema nazionale. Il sottoscritto nella precedente legislatura, assieme a molti consiglieri che sono ancora qui presenti, ha portato avanti una legge di iniziativa nazionale su questo argomento, ha avuto molto consenso a parole, e poi non ha avuto conseguenza ma allora c'era il centrodestra, oggi è cambiato c'è il centrosinistra. Vuol fare ancora orecchie da mercante? Può continuare a dire che non si deve e che non si può fare niente? Io credo di no. Io credo anche, e lo dico ai colleghi che sono molto attenti a questo, alla sinistra, io ho avuto in Commissione quando ne abbiamo parlato, quando ancora questa non era considerata norma intrusa, anche consenso, il consigliere Uras mi ha detto che l'avrebbe appoggiato, io chiedo a lui di intervenire anche su questo come fa assieme ad altri su problemi che toccano tutti i cittadini della Sardegna. Anche il presidente Soru ha detto che questo è un problema che noi dobbiamo risolvere, in funzione di questo noi abbiamo creato aspettative, non è possibile che diciamo che questa è una norma intrusa, non è possibile che noi non l'affrontiamo.
L'aspettativa naturalmente è un'aspettativa che i sardi credono di poter, nelle parole del Presidente, nelle parole anche dell'onorevole Secci che era presente allora, devono trovare una risposta e se è vero che questo è un emendamento che non può andare avanti, beh allora io mi chiedo: qual è la proposta che fa la Giunta che si è impegnata per risolvere questo problema?
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Masia. Io le consento naturalmente di svolgere tutti i suoi argomenti, ciò che non le consento è che lei sostenga una discrezionalità che viene usata dal Presidente a seconda degli emendamenti. Questa è certamente una norma intrusa, è una norma di tipo urbanistico, che certamente ha riflessi anche sulle questioni relative al pagamento dell'imposta comunale, ma è prevalentemente una norma urbanistica. Se c'è questa volontà così diffusa, così ampia, così conclamata, si presenta una norma anche così semplice e secca in Commissione con i caratteri di urgenza che si ritiene, come lei ha richiamato questa norma deve avere, viene ammessa in Aula e discussa con una procedura assolutamente ordinaria. Il mio lavoro e il nostro lavoro, perché non è solo il mio, è semplicemente un lavoro di verifica della compatibilità con la larghissima maglia della legge di contabilità, nient'altro e niente di più onorevole Masia, anche in norme che io personalmente condividerei come questa che lei porta. Però, facciamo un mestiere che qualche volta ci obbliga ad assumere posizioni che sono posizioni che sono compatibili col nostro lavoro.
MARROCU (D.S.). Io non la condivido neanche, non capisco perché obbligare i Comuni…
PRESIDENTE. Va bene, questa è una annotazione di merito, ma siccome ho ascoltato il dibattito e le giuste risposte date dal presidente Biancu, che mi ha preceduto, io le condivido e vi pregherei di evitare gli accenti antipatici che non servono né alla discussione, né alla miglior comprensione dei problemi.
E' iscritto a parlare il consigliere Marrocu. Ne ha facoltà.
MARROCU (D.S.). Chiedo scusa, sarò rapidissimo. Io tra l'altro proprio su questo argomento, a parte che condivido che si tratta di una norma intrusa, penso che la soluzione al problema che il collega Masia ha posto non sia proprio l'emendamento che il collega ha presentato, perché variazioni di destinazione d'uso di aree e quindi fuori da un normale processo di pianificazione urbanistica e comunale, e quindi fuori da un adeguamento del PUC, che tra l'altro è obbligatorio al nuovo piano paesaggistico regionale per le zone sia di mare che le zone interne, pensare che la Regione può con norma imporre a un comune che ha comunque facoltà già oggi di ridurre le zone C. Può con norma decidere che non sono zone C e imporlo al comune, quindi violando la volontà del comune, io non penso proprio che sia possibile, fuori da un discorso di pianificazione. Io penso che il problema va affrontato in modo diverso, l'ha detto anche il collega Masia, va studiato come far sì che un'area non può che non può essere utilizzata debba essere riportata o alla sua destinazione originaria, oppure evitare che questa sia obbligata a pagare un'ICI per un'area che non può avere quella destinazione. Quindi va studiato ma non come un'imposizione ai comuni come prevede l'emendamento. Però, concordo che è intruso e quindi non mi soffermo.
Io intervengo per dire che ho grossissime perplessità per l'emendamento numero 872 e personalmente, chiedo scusa, sarei anche del parere che la Giunta valuti il ritiro dell'emendamento, tra l'altro leggendo anche la legge numero 27 vedo che si tratta di autorizzazioni comunali, sia quando si autorizza, sia quando eventualmente c'è la revoca o la sospensione delle autorizzazioni per il servizio di alloggio e di prima colazione, per le case per ferie, per gli ostelli della gioventù e così via. Penso addirittura che l'articolo 16 della legge fosse anche un errore perché era attribuibile soltanto a un tipo di concessione regionale e non a tutte quelle che invece vengono richiamate nell'emendamento, penso che fosse riferito solo all'ultima parte "residence" e non alle altre autorizzazioni, perché in tutte le altre autorizzazioni è previsto solo il passaggio comunale, di autorizzazione e anche di revoca. Per cui, io non so cosa abbia portato l'assessore Depau a chiedere l'inserimento di quest'emendamento. Non sono convinto della legittimità di una tassa di concessione regionale annuale, con addirittura potestà di revoca da parte della Regione di autorizzazioni che invece sono rilasciate dai Comuni; la ritengo, tra virgolette, un'espropriazione di funzioni che la legge 27 invece attribuisce ai Comuni. Mi sembra quindi che sia una modifica sostanziale della legge 27 del 1998 e quindi la riterrei, anche da questo punto di vista, una norma intrusa, seppure si riferisce soltanto alle tasse delle concessioni, perché modifica sostanzialmente una legge di settore. Quindi, o si dichiara intrusa oppure inviterei la Giunta al ritiro.
PRESIDENTE. Grazie. E' iscritto a parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.
CUCCA (La Margherita-D.L.), relatore di maggioranza. Grazie, Presidente. Anche io intervengo, molto rapidamente, sul medesimo tema che ha introdotto il collega Marrocu adesso nel suo intervento. Anch'io devo manifestare un po' di perplessità riguardano all'emendamento 872 che, tutto sommato, mi sembra che istituisca un ulteriore peso che reputo inutile in quanto va a gravare poi sulle categorie che, oggettivamente, svolgono un'attività economica di modestissime dimensione. Tra l'altro sono quelle attività economiche che sono dirette anche alle classi più deboli - parliamo di Bed and breakfast, di ostelli per la gioventù, affittacamere e locande - e in questa maniera, ovviamente, questo genere di costo andrebbe a gravare poi sull'utenza finale che sono, come dicevo, categorie più deboli. E mi parrebbe che vada anche contro corrente con la volontà di diffondere o comunque di agevolare la possibilità di conoscere la Sardegna a queste... L'anno scorso avevamo introdotto addirittura una opportunità per i giovani, per consentire che potessero conoscere più facilmente la nostra Isola, in questo modo, con l'istituzione di questo ulteriore gravame, credo che si ostacoli ancora la possibilità per queste categorie, che sono sicuramente le più deboli, di conoscere la Sardegna, di poter fruire della Sardegna, perché come dicevo andrebbe a grave sicuramente sull'utenza finale, e ovviamente, conosciamo già i costi che sono estremamente alti. E in più vorrei anche rappresentare che mi pare che si vada contro corrente rispetto a quella che è la filosofia che stanno utilizzando anche le s.p.l. che in questo periodo stanno utilizzando e organizzando dei pacchetti di costo estremamente contenuto proprio per consentire a determinate categorie di turisti di conoscere la Sardegna e di apprezzare ciò che questa terra può offrire.
Mi parrebbe poi tra l'altro che, sì, è vero che è previsto dalla legge 27, ma mi pare che in questi anni la filosofia sia sostanzialmente cambiata, cioè ci ricordiamo di applicare nel 2008, a distanza di dieci anni, quanto contenuto in una legge che ormai possiamo considerare, quanto meno sotto questo aspetto, una legge superata.
Quindi, le perplessità sono dettate da queste considerazioni, se poi la ratio dell'istituzione di questo ulteriore balzello dovesse essere quella di far fronte all'evasione, noi crediamo che basterebbe inasprire, eventualmente, le sanzioni in caso di omessa denuncia pper riuscire in qualche maniera a far fronte al fenomeno dell'evasione.
Mi rimane soltanto poi da sottolineare altri due aspetti, quello della palese disparità di trattamento nella mancata differenziazioni fra le categorie per le quali la tassa viene istituita, e, in secondo luogo, anche il fatto che lasciare ad una delibera della Giunta regionale l'eventuale modifica dell'entità della sanzione anche questo suscita sicuramente qualche perplessità.
In questo senso, quindi, mi assocerei alla richiesta che è stata già formulata dal collega Marrocu perché la Giunta voglia eventualmente rivedere la posizione circa questo emendamento, che peraltro già in Commissione aveva suscitato, praticamente in tutti i componenti, notevoli perplessità.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cucca. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Devo purtroppo rilevare che l'articolo 2 della legge finanziaria ci introduce a problemi che sono ben noti a quest'Aula e che sembrano sempre gli stessi, nel senso che alla fine le riflessioni, che sono obbligatorie intorno all'articolo 2, sono le stesse riflessioni che abbiamo fatto su altri articoli della manovra e quelle che complessivamente, come Riformatori, abbiamo svolto sull'intera manovra.
Io credo che nell'articolo 2 possano esserci due elementi che siano in modo particolare all'attenzione dell'Aula: l'elemento correlato al debole tentativo di introdurre una fiscalità di vantaggio che sia focalizzato alla piccola e media impresa e, d'altro lato, il reintervento sul sistema complessivo delle tassazioni regionali. Beh, devo dire che né l'uno né l'altro intervento appaiono fatti secondo logica, nel senso che entrambi gli interventi sono purtroppo gravati da una estemporaneità di azione che, dopo quattro anni di governo regionale, cioè alla quarta finanziaria regionale, è inquietante. Vediamo il perché. Intanto il sistema degli sgravi della piccola e media impresa, beh, sembra un'azione davvero del tutto estemporanea, nel senso che leggendo l'articolato io faccio una previsione, colleghi, una previsione che mi auguro venga smentita l'anno prossimo, la previsione è che nella finanziaria dell'anno prossimo noi interverremo a modificare quanto contenuto sugli sgravi IRAP all'interno dell'articolo 2. Perché lo dico? Perché io mi sarei aspettato che l'eventuale trattazione di una fiscalità di vantaggio per la piccola e la media impresa in Sardegna intanto fosse oggetto di un'azione legislativa specifica, quindi con la possibilità di discuterne in Commissione, con la positività di verificare gli obiettivi della Giunta si propone, con la presenza di una valutazione accurata di impatto della norma che ci consentisse di capire la sua compatibilità con la normativa comunitaria, che ci consentisse di capire se il tipo di intervento aveva quella prevista efficacia sul tessuto economico complessivo della nostra regione che possa far sì che la Comunità Europea la consideri una di quelle norme transitorie in grado di determinare una significativa modifica del tessuto economico e culturale di una regione, tale da comportare la possibilità che questa regione riduca il suo gap rispetto alle regioni più sviluppate d'Europa, tale da avere una gradualità di dismissione che sia compatibile con la normativa comunitaria e quindi tale da creare aspettative serie e reali di impatto sul tessuto economico. Beh, tutto questo non c'è, non c'è, è vero, perché all'interno di una manovra finanziaria è difficile dare corpo e respiro a un'idea di questo genere ma non c'è perché non c'è uno studio di questo genere, cioè non c'è una valutazione che ci faccia capire qual è la regione europea dove l'adozione di misure simili abbia comportato un effettivo volano per lo sviluppo, non c'è una riflessione su quali sono le attese rispetto all'introduzione di una norma di questo genere, non c'è una capacità di spiegare quale è l'impatto che una norma di questo genere può avere per la piccola e la media impresa.
Tante volte, nel ragionare sulla fiscalità di vantaggio, si fa l'esempio dell'Irlanda ma in Irlanda, in realtà, quello che ha potuto comportare un'accelerazione vera, reale dello sviluppo, non è stata tanto la fiscalità di vantaggio quanto la certezza di una sburocratizzazione del sistema, quanto la certezza di una contrazione del numero degli impiegati pubblici, quanto la certezza di una riduzione dell'impatto della spesa pubblica sul PIL, è questo che ha attirato gli investitori in Irlanda. Ed è il ragionamento che, da parti contrapposte, si fa con il collega Uras che parla di cooperazione e sembra che sia spaventato dalla parola competitività; la competitività, in una regione che, secondo il Crenos, ha il 65 per cento del PIL che è generato dalla spesa pubblica, è una risorsa che noi dobbiamo scoprire, che questo Consiglio regionale deve scoprire, perché soltanto la possibilità di concorrere può generare ricchezza e la ricchezza può generare difesa dei più deboli e solidarietà sociale e welfare sostenibile. Contemporaneamente la conferma che sono profeta di ventura facile quando dico che l'anno venturo in finanziaria, forse prima, noi reinterverremo sulla norma degli sgravi IRAP, è data dal secondo pezzo dell'articolo 2, quello che, come tradizione, ormai sarebbe quasi una finanziaria che noi non riconosceremmo come consiglieri regionali se avvenisse in modo diverso, secondo tradizione arriva l'ennesima correzione in corsa delle tasse regionali. Beh insomma, anche qui colleghi, è stato ricordato qual è il gettito di queste tasse regionali. Beh io vorrei ricordare a tutti voi qual era il ragionamento da cui nascevano le nuove tasse regionali. Il ragionamento era questo, l'assessore Pigliaru, in maniera garbata e corretta come era nel suo stile, tanto apprezzato, l'assessore Pigliaru ci disse: che esistevano due tipi di tassazione, la tassazione di cassa e la tassazione di scopo, e quindi che esisteva una tassa il cui ruolo era quella di rimpinguare le casse regionali consentendo nuova spesa, ma esisteva anche una tassa che invece era di scopo. Chiedemmo quale fosse lo scopo di queste nuove tasse e lui ci disse: lo scopo è quello di rendere il prodotto Sardegna ancora più visibile e apprezzabile, lo scopo è quello di far comprendere anche i sardi, ma soprattutto ai non sardi, qual è il valore aggiunto della presenza, della possibilità di fruire dell'ambiente naturale della Sardegna e quindi di dare un'indicazione forte sulla volontà della Sardegna di preservare il proprio ambiente e anche di chiedere la contribuzione, a chi ne fruisce, perché possa in maniera reale e serie partecipare alla gestione sostenibile del bene ambientale. Beh insomma, vorremmo che la Giunta, nell'introdurre nuove tasse, quelle veramente velenose che sono contenute all'interno dell'emendamento 800 e passa di cui non ricordo il numero, ma è stato citato da tanti, anche quelle all'interno delle tasse che sono ancora vigenti, che peraltro sottoposte all'alea della Corte Costituzionale, beh insomma vorrei sapere, vorremmo sapere, sarebbe utile sapere dalla Giunta regionale se il famoso scopo è stato raggiunto. Cioè se la pubblicità positiva che viene alla Sardegna dalla tassa sull'aereo mobile, o dalla tassa sugli attracchi portuali è tale per cui l'effetto negativo che ha avuto è ampiamente compensato e quindi lo scopo è raggiunto e quindi al di là della quantità di cassa che si è fatta siamo soddisfatti dell'immagine complessiva che siamo riusciti a dare alla nostra terra. Perché, perché nell'andare a introdurre nuove tassazioni o rimodulare quelle vecchie che gravano su sardi e su non sardi e qualche volta in maniera davvero sgradevole, com'è stato ricordato più volte in quest'aula, beh sarebbe utile che il Consiglio regionale, il legislatore non facesse un ragionamento a spanne, un ragionamento ad intuitu personae dove ciascuno di noi ha una sensazione e dove addirittura non si hanno neanche i dati sugli attracchi portuali perché la Regione ne dà di un certo tipo e il consorzio della portualità ne dà di altro tipo. Sarebbe importante che noi venissimo messi in condizione di esercitare sul serio la nostra attività di legislatore in questa sede; e per essere messi in condizione dobbiamo avere su ogni norma una valutazione dell'impatto che questa ha e a posteriori, come nel caso delle tasse già introdotte, sapere se la previsione di impatto che la Giunta regionale, che il Governo regionale, che la maggioranza ha fatto, è stata rispettata o no, in maniera tale che poi se non è stata rispettata la tassa la leviamo. Perché è normale che si possa sbagliare ma è diabolico perseverare. Quindi questo è il ragionamento che tanti colleghi intervengono in quest'aula ricordando la necessità di compensi e di riequilibri tra Consiglio è Giunta. Beh il primo compenso è questo, che il Consiglio non sia nell'ignoranza, che il Consiglio sappia su che cosa si legifera perché sia messo nelle condizioni di conoscere se gli obiettivi posti all'atto legislativo da parte della Giunta, quando è stata approvata dal Consiglio la legge, siano stati raggiunti o meno. Colleghi, questo è un argomento su cui dobbiamo ancora confrontarci in questa finanziaria, e vorremmo sapere voi cosa ne pensate.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.
ATZERI (Gruppo Misto). Grazie signor Presidente. Per rasserenare intanto il collega Balia che chiedeva, appunto, di non mettere queste pregiudiziali su un impianto così importante come l'IRAP che finalmente viene incontro la detassazione, defiscalizzazione, certo noi non facciamo un passo ma ne facciamo 100 più di favorire i sardi e le imprese sarde, che tanto aspettano queste attenzioni di defiscalizzazione e detassazione. Ciò che mi ha amareggiato inizialmente è vedere che questa legge, perché 15 commi all'articolo 2, 15 commi che parlano dell'IRAP ci pone di fronte ad una legge organica. Ecco vederla qui con cambiamenti in corsa e avremo gradito che queste affettuosità proveniente dalla Unione Europea di pre-notifica, è stata definita, fosse data ai colleghi consiglieri un po'prima per entrare nel merito e cercare di contribuire a renderla più operativa possibile. Perché lungi da me pensare, presuntuosamente, che le proposte di legge sardista sono le migliori, le più lungimiranti, sono dei contributi modestissimi che abbisognano solo di attenzione, di confronto ed era quello che io chiedevo nelle Commissioni preposte ad affrontare questi argomenti. Ciò ancora una volta non è avvenuto, però da ciò che l'Assessore ha riferito, e poi ci ha fatto pervenire con questi contributi scritti, non c'è il rischio che questa proposta subisca la censura dell'Unione Europea, che purtroppo, per chi non lo ricorda, ha competenza esclusiva e prevede, impone la libera concorrenza e censura gli aiuti di Stato. Il ricorso ai de minimis ci immunizza da questi rischi e fa sì che queste imprese, anche se non tutte, perché nella nostra proposta era generalizzata la defiscalizzazione, invece nella proposta della Giunta è selettiva e mancano, secondo il nostro punto di vista quelle piccole imprese che caratterizzano la nostra Sardegna. Perché è speciale anche perché ci sono 42 mila imprese artigianali a conduzione familiare. Di queste 42 mila ben l'80 percento sono microimprese e anche queste abbisognerebbero di queste attenzioni. Perché noi abbiamo, ecco perché l'amarezza iniziale, il bisogno di confrontarci perché abbiamo un diverso disegno di sviluppo, tant'è vero che abbiamo proposto l'istituzione della zona franca anche se deve subire un passaggio al Parlamento, perché ormai è una disciplina di competenza esclusiva non più del Governo italiano ma dell'Unione Europea. Perché la zona franca allontana l'assistenzialismo, la zona franca secondo noi impone libero mercato sotto il vaglio attento della Regione e attira capitali, nonostante la carenza di infrastrutture, nonostante il gap strutturale derivante da questo isolamento, vedasi trasporti, e sarebbe un grosso contributo per dare ossigeno al mondo imprenditoriale che paga a caro prezzo, come ho detto altre volte il voler fare impresa in questa terra dove l'accesso al credito è calato, i trasporti incidono pesantemente, il costo energetico ugualmente. Anche oggi è all'attenzione di tutti i colleghi la solidarietà del Governo nei confronti della Marche per quanto riguarda il contenzioso aperto con l'Unione Europea perché sta chiedendo il Governo di venire incontro alle esigenze dei marchigiani e dimentica la battaglia tutta sarda che da due anni vedono le industrie energivore fuori mercato perché pagano mamma di tutte le emergenze in un modo enorme, eccessivo. Però all'interno di quest'articolo 2 vi è proprio il dato anatomico del bifronte Sanlurese, perché c'è una parte blanda neoliberista e l'altra rancorosa, gabelliera e statalista, troviamo l'IRAP, che viene incontro un po' la filosofia neoliberista, perché tratta defiscalizzazioni, detassazioni, e poi l'altra: un capolavoro proprio della navigazione a vista, neanche il più grande, neanche Cristoforo Colombo riusciva ad orientarsi come questa Giunta. Perché ogni otto mesi, ogni finanziaria subisce, il discorso sulla tassa definita sul lusso, mutilazioni genetiche spaventose. Una di queste perle la troviamo al comma 17, dove ci fa capire quale aiuto può avere un legislatore nel rendere intelligibili la legge. Parla di comunicazione prescritta dall'articolo 2 commi 8 e 9 della legge regionale numero 4 del 2006 come sostituito dall'articolo 3, comma 1, della legge regionale numero 2 del 2007, dell'articolo 4, comma 10, della legge numero 4 del 2006, come sostituito dall'articolo 3, comma 3, della legge regionale numero 2 del 2007, dall'articolo 4 ter della legge regionale numero 4 del 2006, aggiunto dall'articolo 3, comma 4 della legge regionale numero 2 del 2007. A parte l'apprensione che genera in questi poveri legislatori che devono barcamenarsi, questa è la dimostrazione di come questi graffati, psicologicamente consulenti, cercano di rimediare a delle cose che sono veramente insostenibili. Stanno legiferando in modo tale da attirare l'attenzione del Governo italiano, e anche dell'Unione Europea, tant'è vero che ancora aspettiamo la sentenza della Corte costituzionale. Parlo della parte relativa allo statalismo rancoroso. Ma l'industria turistica, oggi, deve affrontare una concorrenza spietata, spregiudicata, da parte dei paesi stranieri, che ricorrono a detassazioni, defiscalizzazione per attirare i flussi turistici. L'immagine della Sardegna, così intonsa, così bella, diventa quasi inospitale, e si attira proprio una nomea immeritata, perché ci sono una serie di tasse che, alla fine, non hanno previsto un ragionamento a monte che è questo: quali sono i … erariali da tutta questa mitragliata di tasse. Se è vero che nell'articolo 1, comma 9, ci sono quei 50 milioni ipotetici individuati dalla Giunta per venire incontro al fondo delle autonomie locali, e per il riequilibrio territoriale, per scopi nobilissimi, ma chi è il consigliere regionale che è entrato in possesso di questi dati? E anche questo la dice lunga sulla considerazione dei due livelli esecutivo e legislativo. Ma chi è che può entrare nel merito e potenziare questa richiesta, oppure, con buon senso, dire: "Basta, non parliamo più di queste tasse perché sono inadeguate, inconsistenti, non abbiamo benefici, anzi, c'è un'immagine deteriore della Sardegna". Ecco perché noi abbiamo proposto altre alternative, perché nessuna società moderna può impostare il proprio sviluppo sulle tasse. Non esiste un riscontro del genere. Si individuano gli strumenti che possono veramente permetterci di rompere l'isolamento e dare ossigeno a questo comparto asfittico che paga, nell'indifferenza dello Stato italiano, al quale dobbiamo ricordare anche di porre rimedio per ciò che riguarda questa diabolica legge delle isole, la legge elettorale che ci impone un matrimonio con la Sicilia, ed è impari il rapporto fra noi, il corpo elettorale e la Sicilia, perché noi, non avendo il nostro rappresentante, come sardi siamo ulteriormente penalizzati perché non possiamo far valere le sacrosante ragioni di un popolo che non ha nulla a che spartire con la Sicilia. E questo il Governo amico, visto che, grazie a quei 24 mila voti impacchettati dalla Sardegna, che hanno dato per due anni quasi a Prodi la possibilità di governare, doveva avere un occhio di riguardo. Ma questo è demandato ai valorosi parlamentari sardi, che siedono oltre Tirreno, per ricordare allo Stato che la solidarietà non può essere unilaterale, ma deve essere contraccambiata. Per questo, chiudo, l'articolo 2 si presenta drammaticamente con la faccia del bifronte sanlurese.
PRESIDENTE. Grazie, onorevole Atzeri. E' iscritto a parlare il consigliere Uras. Ne ha facoltà.
URAS (R.C.). Signor Presidente, colleghi, l'articolo 2. L'articolo 2 ha una funzione, ha la funzione di ridurre l'imposizione fiscale nei confronti delle imprese, in cambio di alcune attività che le imprese dovrebbero svolgere a vantaggio di se stesse, sostanzialmente favorendo l'incremento del numero dei lavoratori dipendenti con contratto a tempo indeterminato, la lettera b) va meglio precisata, lo dico perché mi auguro non sia un'aspirazione della Giunta regionale, neppure di questo Consiglio, stabilizzare il lavoro precario, perché noi il lavoro precario lo dobbiamo rimuovere, non lo dobbiamo stabilizzare, a meno che non si assuma che, siccome si prevede un ulteriore ampliamento del lavoro precario, noi ci poniamo un obiettivo minimo che è quello di stabilizzarlo nell'entità attuale. Va un po' corretta questa. Forse bisogna stabilizzare i lavoratori precari, cioè renderli non precari, lavoratori a tempo indeterminato, quindi. Poi, interviene per consentire, per favorire l'internazionalizzazione dell'attività dell'impresa, stimolarne la costituzione di nuove unità produttive, incrementare gli investimenti diretti all'innovazione tecnologica che noi pensiamo sia pensata dall'impresa, in ragione di un ampliamento della propria attività, e quindi anche dei propri profitti. Quindi, l'articolo 2 è una cosa che noi Comunisti diremmo destinata ai padroni. E non c'è questione. In una coalizione, in una maggioranza fatta di diversi, ci sta chi sostiene l'economia dal punto di vista dell'imprenditore, e chi sostiene l'aspirazione, la soddisfazione del bisogno, l'attenzione dal punto di vista del lavoratore. Quindi, l'articolo 2, mi verrebbe da dire articolo 6 futuro, se c'è, se ci sarà. Ma l'articolo 2 esaurisce l'intervento a favore dell'impresa? Cioè, il resto della finanziaria a beneficio di chi va? Va a beneficio dei padroni o va a beneficio dei lavoratori? O quanto va a beneficio degli uni e quanto va a beneficio degli altri? L'abbiamo misurato, l'abbiamo mai fatto? E come rispondono gli uni e gli altri rispetto all'attenzione della pubblica amministrazione? Che la pubblica amministrazione, badate, è anche uno scrigno, una sorta di baule nel quale si mettono tutta una serie di monete, ci sono quelle di rame, quelle d'oro, e poi si distribuiscono, e ci sono coloro che le prendono. Alcuni mi dicono: "Un piano per opere pubblico, per esempio, non è lavoro, non è una risposta per i lavoratori?". E io chiedo, ma un piano per opere pubbliche non è più una risposta verso l'impresa, verso gli imprenditori? Perché i lavoratori può darsi anche che, se non muoiono nel costruire un ponte, poi finiscono per prendere anche una retribuzione, chissà come, chissà quando. Perché tutto va sottoposto a questo punto di domanda. Ma, sicuramente, il padrone fa il profitto, perché, chi vince una gara, la vince per fare profitti, non per costruire gratis, la vince per guadagnare. E l'entità del guadagno del padrone, rispetto alla retribuzione del lavoratore è decisamente diversa. Questo lo dico perché il segno che va marcato sta in questa distinzione: non è lavoro, non è attenzione verso i lavoratori. Il sostegno all'impresa, l'incentivazione alla produzione, la sua internazionalizzazione è fatta nell'ottica di incrementare il profitto di chi ne è proprietario. E poi, è chiaro, avrà bisogno di qualcuno che lavori. Ma il lavoratore, oggi, quello peggio pagato d'Europa insieme al Portogallo, fra un po' il Portogallo ci supera, e noi saremo sempre lì, al palo, ci avviciniamo verso l'Africa del Nord e poi andremo in quella subsahariana, noi abbiamo salari e retribuzioni, non lo dice il sottoscritto comunista, lo pubblica "Il sole 24 ore" con preoccupazione, lo dice "l'Eurispes", è quello meno pagato, ma i profitti crescono; perché? Perché in questi anni la finanziaria dello Stato e le finanziarie delle Regioni hanno avuto l'attenzione, perché l'attenzione è di chi urla di più, di chi pesa di più, di chi è in grado di far cadere i Governi alla vigilia della ripartizione della ricchezza a favore dei lavoratori, perché Dini, badate, non è uno che rappresenta il mondo del lavoro, forse è uno che è più vicino al sistema delle imprese, e allora questo ragionamento perché lo facciamo? E lo chiudo qua, lo facciamo in preparazione dell'interlocuzione che va riattivata, riavviata e anche in qualche misura ravvivata tra questa parte politica e il resto della maggioranza, perché si sappia che non bisogna mischiare i livelli dell'attenzione, che non bisogna ricondurre comodamente tutto ad una cosa, anche se è diversa, che le differenze ci sono in letteratura come nella realtà. E poi fatemi spendere una parola sulla confusione. Le norme intruse; io francamente non capisco più quali siano, non lo capisco più, non capisco più se sono norme intruse quelle che intervengono sull'organizzazione dell'Amministrazione pubblica, dell'Amministrazione regionale degli enti, se sono norme, quelle intruse, quelle che intervengono in materia di territorio, se norme intruse sono quelle che intervengono in materia di trasporti, se non possa essere considerata norma intrusa la regolamentazione in materia di sistema degli sportelli unici delle attività produttive che riguardano procedure concernenti attività economiche, peraltro anche già normate, non lo so, non lo capisco, e devo dire che alla fine poco mi interessa, che io sarei per fare una norma in cui si dice che la finanziaria non ha norme intruse, non ne ha! Che siccome la finanziaria è la legge di programma annuale dell'attività della Regione può contenere di tutto e di più basta che sia efficace rispetto agli obiettivi programmatici che si pone l'amministrazione regionale; sarebbe più semplice per tutti e sarebbe forse anche più giusto. Prima si discuteva, io lo dico perché ho preso posizione, sul valore dell'emendamento numero 240, e io lo sostenevo sotto un profilo, badate, di natura urbanistica, non sotto un profilo di natura fiscale, lo sostenevo perché essendo quasi tutti i Piani urbanistici comunali sovradimensionati rispetto al fabbisogno abitativo questa norma era utile per ricondurre ad una logica da desertificazione demografica come quella della Sardegna rispetto ad una logica espansionistica che mai si realizzerà in questo territorio, ed era più in linea con le politiche ambientali, urbanistiche, paesaggistiche della Giunta regionale. Ciò detto, può essere intrusa o non intrusa, collateralmente interessare o non interessare le imposte di competenza dello Stato, sta di fatto che tutta questa vicenda di questa norma e di altre nasce dal fatto che ancora noi non riusciamo a fare piena chiarezza su che cosa sono norme intruse o meno nella legge finanziaria.
PRESIDENTE. Grazie onorevole Uras. C'è una legge di contabilità, onorevole Uras, che lei ha votato, poi, se la vogliamo cambiare come lei diceva introducendo una norma unica, ovviamente il Presidente del Consiglio ne prende atto.
Ha domandato di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
SECCI, Assessore tecnico della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Grazie Presidente, onorevoli consiglieri. Intanto voglio rassicurare chi, più di uno, ha parlato di norma intrusa rispetto al contenuto di questo articolo 2 sulle agevolazioni per le imprese con la riduzione di un punto percentuale dell'IRAP. Se c'è una cosa che deve essere contenuta nella nuova finanziaria, e lo afferma tranquillamente l'articolo 4 della legge a cui faceva riferimento il Presidente adesso, è l'autorizzazioni e l'istituzione di tributi propri, variazioni delle aliquote e di altre misure che incidono sui tributi propri. Quindi mi sembra che sia questa materia, tutta la materia, contenuta in questo articolo 2, e sia assolutamente rispondente a quanto previsto dalle norme di contabilità. Cerco di andare con un certo ordine sperando di dare risposte alle molte osservazioni che si sono fatte in 10 minuti, è abbastanza complicato. Molti interventi di esimi colleghi che hanno fatto un'analisi approfondita della decisione che la Giunta ha preso di indirizzare parte di questo importante, per noi, intervento di riduzione dell'IRAP in maniera, qualcuno l'ha chiamato debole, qualcuno l'ha chiamato insufficiente, qualcuno l'ha chiamato con termini anche diversi sempre per indebolirne la funzione. Noi pensiamo che certamente, probabilmente non è la risposta che può da sola modificare, in maniera rilevante, l'assetto dell'economia delle piccole imprese, però non possiamo dimenticare e abbiamo tutto l'interesse a precisare che l'intervento che riguarda la detrazione dell'IRAP di un punto per le imprese che possono accedere a queste agevolazioni, riguarda un importo significativo delle risorse finanziarie che sono nel quadro finanziario di questa manovra; più di 40 milioni di euro, che non è poca cosa, ed è il primo intervento che si fa in questa direzione ed è stato possibile fare questo intervento perché finalmente cominciamo a ragionare di finanze regionali risanate e quindi ci possiamo permettere un intervento in questa direzione, che si inserisce, onorevole Balia, in un quadro di compatibilità diverse perché gli interventi sulle imprese non sono soltanto le detrazioni sull'IRAP, sono ancora anche il finanziamento forse non sufficiente, forse non adeguato di alcune leggi di settore che lei ha richiamato, ma si inserisce anche in una serie di interventi che non sono realizzati con risorse proprie della Regione, ma attraverso i finanziamenti dello Stato e dell'Unione Europea che prevedono, per incentivare il sistema imprenditoriale, delle significative risorse nei prossimi sette anni. Quindi pensiamo di raccogliere le osservazioni che lei, onorevole Balia, la parte politica che rappresenta ci ha fatto per dare attenzione e focalizzare meglio e probabilmente in qualche maniera vedere se non è possibile destinare, come non è stato possibile in questo momento risorse più adeguate alle leggi a cui lei fa riferimento e di trovare le compensazioni nell'ambito delle risorse finanziarie complessive del ciclo unico di programmazione che comprendono, come le dicevo, le cose di cui abbiamo parlato. L'articolo 2 non istituisce nuove tasse, l'articolo 2 interviene sulle detrazioni dell'IRAP, interviene sulla manutenzione… ha ragione l'onorevole Vargiu e ha ragione anche chi ne ha parlato, altri di cui adesso non mi sovviene il nome, che purtroppo nel nostro meccanismo legislativo degli ultimi anni, forse dell'ultimo decennio, troppo spesso siamo chiamati, siamo richiamati continuamente ad aggiornare, a modificare, ad integrare, a sostituire, a precisare, è un segno evidentemente di debolezza del sistema legislativo, ne prendiamo atto, sappiamo da dove proviene, stiamo cercando di porre rimedio, probabilmente il rimedio non è stato ancora trovato, ma certamente i livelli di adeguatezza che si stanno raggiungendo, secondo me, sono sempre migliori e quindi confido e confidiamo che possiamo, nel futuro, fare leggi sulle quali non dobbiamo rimettere mano tutte le volte. Però, sul discorso delle tasse sul lusso, cosiddette, le chiamo anch'io così, non mi ripeto a spiegare le ragioni che hanno indotto la Regione ad introdurre queste nuove tasse e non mi ripeto a dire che, secondo noi, hanno un significato per le risorse finanziarie che ci fanno entrare, ma anche quando le risorse finanziarie fossero inferiori hanno un risalto e un'importanza uguale. E comunque se è vero che le entrate relative sono state forse inferiori alle attese, è altrettanto vero che ci stiamo attrezzando per un monitoraggio più attento ed è altrettanto vero che c'è un tasso di evasione di queste tasse che è elevatissimo, che è ingiustificato e che le sanzioni che stiamo prevedendo penso che aiuteranno anche a superare questo tipo di problemi.
Sull'emendamento numero 240 ovviamente io rispetto e non intendo assolutamente discutere la decisione del Presidente di considerarla norma intrusa, però ho il dovere di una risposta politica perché è stato posto questo problema dagli amici dello SDI in sede politica e c'è stato un impegno del Presidente della Giunta, che io confermo in questa sede, di trovare una soluzione positiva a questo problema, nel senso che pone un problema serio, pone un problema reale, pone un problema anche abbastanza difficile da sistemare. C'è in discussione in Commissione la legge urbanistica e io penso che questo elemento possa trovare risposta in quella sede o in un'altra sede che vorremmo decidere quale che sia, quando avremo capito bene in che maniera, senza limitare l'autonomia dei comuni, si può intervenire per modificare elementi di pianificazione urbanistica che sono molto delicati. Ricordo solo, per la mia breve esperienza di sindaco, che esisteva, perché fino a 5-6 anni fa l'ICI sulle aree edificabili non si pagava e quindi tutti volevano aree edificabili nei nostri paesi, però esiste una norma che è desueta, che non è mai stata utilizzata, e che è che l'urbanistica nelle zone di espansione, o meglio, lo sviluppo dei nostri comuni, dei nostri paesi nelle zone di espansione si realizza attraverso i piani pluriennali. Questa è una cosa che non esiste, probabilmente se si riportasse una pianificazione attuativa delle zone civiche, perché i piani urbanistici hanno durata quindicennale, ventennale, non è pensabile che tutto il paese si sviluppi nelle zone di espansione contemporaneamente. Però è materia, come dicevo, per la quale c'è l'impegno di andare nella direzione proposta dal collega Masia e vediamo in che forma questo sarà possibile.
L'onorevole Capelli ha posto un problema che abbiamo discusso ampiamente in Commissione - non lo vedo adesso - e che è quello che, anziché specializzare l'intervento sulla riduzione dell'IRAP alle imprese che fanno alcune cose, sarebbe giusto estenderlo a tutte le imprese che sono collocate nell'ambito delle piccole e medie imprese. E' un discorso che abbiamo affrontato, è un discorso che ha un grado di accettabilità dal punto di vista etico abbastanza importante, ma noi abbiamo voluto fare una scommessa: diamo delle risorse a quelle imprese che con noi vogliamo fare la sfida di far crescere meglio l'economia della Sardegna e quindi a chi assume in modo stabile, a chi investe nella ricerca e nell'innovazione, a chi internazionalizza la propria azienda, cioè a chi si mette in competizione con un mercato che diciamo tutti, che richiamiamo tutti e che sempre di più, invece, vogliamo protetto attraverso altre forme di protezione.
Signori consiglieri, l'emendamento numero 872 non introduce nessuna nuova tassazione. E' attuativo di una norma che vige, che non è mai stata attuata e che la Giunta regionale propone che finalmente veda un completamento dell'iter per essere resa attuale. Qual è l'obiettivo? Perché non penso, e penso che si capisca perfettamente dagli importi che sono previsti per queste tasse, che l'interesse non è certo quello di fare cassa, ma è quello di cercare di far emergere dal nero tutto un settore, nel sistema ricettivo, che oggi non si capisce come sia governato. Quindi quello era lo scopo. Però siccome le cose vanno condivise e per essere condivise devono essere discusse ed accettate da tutti, mi sembra che il grado di condivisione non sia tale oggi da poter consentire di andare avanti in questa direzione, per cui la Giunta ben volentieri, in modo forzato, accetta l'invito dei proponenti a ritirare l'emendamento.
Sulle barche, onorevole Pileri, l'unica cosa che abbiamo fatto è di andare nella direzione di correggere uno squilibrio che l'anno scorso era stato accettato come tale e che mi sembra avesse proposte diffuse. E' chiaro che c'è sempre una cosa che è perfettibile e io capisco anche che ci possano essere emendamenti che perfezionano ancora, però mi sembra che lo sforzo sia di andare in quella direzione, che ci sia un atto di giustizia che è compiuto e che questo per noi sia sufficiente.
Ho dimenticato sicuramente qualcos'altro, però man mano che si esaminano gli emendamenti, Presidente, se lei vorrà e se sarà necessario sono pronto ad adeguare le risposte. Grazie.
PRESIDENTE. Grazie, Assessore. Per esprimere il parere sugli emendamenti ha facoltà di parlare il consigliere Cucca, relatore di maggioranza.
CUCCA (La Margherita-D.L.), relatore di maggioranza. Grazie Presidente. Il parere è contrario sugli emendamenti numero 348, 349, 351, 352, 353, 354, 68, 184, 355, 820, 356, 357 e 185. Sull'emendamento numero 186 la Commissione ha deciso di sospendere il giudizio e di rimetterlo all'Aula, così come per l'emendamento numero 217. Il parere è contrario per gli emendamenti 219 e 350. Sull'emendamento numero 187 il parere della Commissione è contrario, peraltro mi pare che sia stato sollevato un problema di inammissibilità per mancanza di copertura, come sul 208 per il quale il parere è contrario, sempre però con l'inammissibilità. Parere contrario per gli emendamenti numero 188, 69 e 25. Per l'emendamento numero 28 il parere è contrario, anche qui c'è un problema di inammissibilità per mancanza di copertura; parere contrario per l'emendamento numero 347; l'emendamento numero 281, invece, è inammissibile perché supera la percentuale prevista, mi pare indichi… quindi è inammissibile.
Il parere è favorevole per l'emendamento numero 218; il 240, con l'emendamento all'emendamento era stato sospeso, ma c'è ugualmente un profilo di… perché è una norma intrusa. Per l'817 il parere è contrario, e comunque sarebbe in ogni caso inammissibile, come è contrario per gli emendamenti numero 818 e 819, che presentano anch'essi profili di inammissibilità.
Il parere è positivo per l'emendamento numero 254, però ovviamente il termine "imposta" dovrebbe essere sostituito con il termine "tassa", a seguito della modifica che è stata introdotta proprio nella finanziaria di quest'anno; parere contrario per l'emendamento numero 282 e parere favorevole per l'emendamento numero 871. L'emendamento numero 872 mi pare che ne abbia annunciato il ritiro l'Assessore. C'è poi l'emendamento all'emendamento: la Commissione ovviamente si rimette all'Aula; non mi pare ci siano comunque dei profili di modifica sostanziale rispetto al testo originario.
PRESIDENTE. Grazie. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare l'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio.
SECCI, Assessore tecnicodella programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio. Sì, Presidente. Il parere della Giunta è conforme a quello del relatore per tutti gli emendamenti, fatta esclusione per gli emendamenti numero 186 e 217, a pagina 15 e 16, per i quali riteniamo, quando poi ne parliamo, che ci siano motivi perché o siano illegittime le cose proposte oppure siano già contenute nella formulazione del testo che la Commissione ha approvato. Naturalmente confermo il ritiro dell'emendamento numero 872.
PRESIDENTE. Grazie Assessore. Siamo in sede di votazione.
Passiamo all'emendamento numero 348.
Ha domandato di parlare il consigliere Franco Ignazio Cuccu. Ne ha facoltà.
CUCCU FRANCO IGNAZIO (U.D.C.). Per chiedere la votazione elettronica palese.
PRESIDENTE. Sull'emendamento numero 348 è stata chiesta la votazione elettronica palese. Chi si associa alla richiesta?
(Appoggia la richiesta il consigliere La Spisa.)
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 348.
(Segue la votazione)
Prendo atto che il consigliere Sanjust ha votato a favore.
Rispondono sì i consiglieri: Contu - Cuccu Franco Ignazio - Farigu - La Spisa - Ladu - Licandro - Liori - Murgioni - Petrini - Pileri - Pisano - Randazzo Vittorio - Sanjust - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Cerina - Cherchi Silvio - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Espa - Fadda - Frau - Gessa - Giagu - Ibba - Licheri - Manca - Marrocu - Masia - Mattana - Meloni - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Serra - Uggias - Uras.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Atzeri - Marracini - Pittalis - Scarpa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 59
votanti 54
astenuti 5
maggioranza 28
favorevoli 14
contrari 40
(Il Consiglio non approva).
PRESIDENTE. Passiamo all'emendamento numero 349.
Ha domandato di parlare il consigliere Contu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CONTU (F.I.). Grazie, Presidente. Credo che questo emendamento soppressivo della lettera e) sia perlomeno doveroso evidenziare che nelle assunzioni, nei contenuti che prevedono le assunzioni, il comma 4 alla lettera e) prevede che siano rispettate tutte le prescrizioni sulla salute e la sicurezza dei lavoratori, ma credo che dopo tutta la normativa che viene citata nel caso si abbia la necessità di esplicitare con un comma, con un articolato di dodici, quindici righe, ricordare che le assunzioni devono essere fatte nel rispetto della normativa sulla tutela della salute dei lavoratori? Ma è risibile pensare che i dubbi vengano al legislatore e i dubbi li ponga il legislatore rispetto a obblighi di legge sulle quali dal Presidente della Repubblica fino all'ultimo non solo consigliere regionale, ma fino all'ultimo italiano di questa nazione, di quest'Isola, sa benissimo che le norme sulla tutela dei lavoratori devono essere rispettate. Assessore, penso che oltre ad averlo già evidenziato in Commissione, tutto questo richiamo di norme sia preferibile attuarlo in altri sensi, ovvero mettere le risorse a disposizione dei servizi necessitati per il controllo dei cantieri e dei posti di lavoro, non è necessario esplicitare in legge un richiamo del genere. Grazie.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
URAS (R.C.). Io voterò contro questo emendamento. Lei dice che non è il caso di sottolineare nelle norme, che non è il caso di ricordare, io voglio fare un solo riferimento, mi auguro che lei non abbia perso la memoria di questi giorni, di queste settimane quando sei lavoratori sono morti - per dirne uno tra i più eclatanti di incidenti in materia di infortunistica nei luoghi di lavoro - sei lavoratori sono morti bruciati vivi perché c'è stata un'incuria ingiustificabile da parte del padronato, da parte dell'imprenditore, dopo di che non solo quell'imprenditore e quel padronato è colpevole di una grave, di un gravissimo atto di violenza nei confronti del lavoro e del lavoratore...
(Interruzione del consigliere Contu)
Presidente, soprattutto quando si parla di queste cose!
PRESIDENTE. Onorevole Contu!
URAS (R.C.). Si dimentica che la prima cosa che ha messo in campo quell'imprenditore è un'iniziativa contro i lavoratori che difendevano i diritti dei morti e le accuse che sono state rivolte e le azioni che sono state promosse in funzione della riduzione della libertà sindacale ai fini della tutela della salute e delle persone dei lavoratori. Questo è il dato! Allora, noi vogliamo che sia scritto in legge che quelle norme vanno rispettate e vogliamo che la Regione, come non ha fatto fino ad oggi, perché la Regione non l'ha fatto fino ad oggi, non l'ha fatto fino ad oggi la Regione, vogliamo che la Regione controlli e che non arrivi poi l'autorità giudiziaria, la procura della Repubblica a verificare le responsabilità di chi non ha rispettato le leggi per accedere ai benefici dell'Amministrazione regionale e accertare le mancanze della Regione perché non ha fatto rispettare le leggi!
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pisano per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
PISANO (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente. Io credo di dover votare a favore di questo emendamento, ma proprio perché rimango fortemente sorpreso di come è stata organizzata questa agevolazione fiscale che avrebbe come finalità il favorire l'occupazione in Sardegna. Rimango sorpreso perché sono convinto che se dovessi chiedere a chiunque dei presenti quale impresa oggi, quale impresa oggi avrebbe diritto a questa riduzione dell'1 per cento dell'aliquota IRAP per favorire l'occupazione...
URAS (R.C.). Tutte quelle che hanno imbrogliato e che voi conoscete!
PISANO (Riformatori Sardi). Appunto, ma io sono d'accordo, se lei, onorevole Uras, ascoltasse appena appena il mio intervento, probabilmente capirebbe che stiamo dicendo la stessa cosa, anziché allontanarsi in questo modo! Perché noi stiamo facendo una cosa totalmente inutile, totalmente inutile, nel senso esattamente che a poter fruire di questa riduzione alla fine non ci sarà una sola impresa perché vorrei capire chi dovrà certificare poi a posteriori la condizione relativa alle condizioni igieniche e di salute degli ambienti di lavoro, vorrò capire chi dopo due anni dovrà verificare lo standard occupazionale, vorrò capire chi davvero potrà garantire di aver avuto un incremento del 5 per cento sull'occupazione rispetto alla media misurata, tra l'altro il confronto è tra un anno solare a cavallo, invece, di due anni precedenti. Cioè, oggi io credo che non esista, e vorrei essere smentito, una sola impresa in tutta la Sardegna che possa prendere questa agevolazione della riduzione dell'1 per cento dell'IRAP in funzione di questa norma. Credo che ben altro avremmo potuto fare se avessimo voluto introdurre uno strumento di agevolazione fiscale finalizzato all'occupazione in Sardegna. Ben altro, ma non questo sistema che è un sistema che dovrà comunque essere riscontrato attraverso operazioni complessissime, stiamo ricostruendo una legge numero 33 di qualche anno fa per la quale sono occorsi 10 anni per poter vedere e verificare chi poteva fruirne.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ibba per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
IBBA (Gruppo Misto). Grazie, Presidente. Molto brevemente, io non sarei intervenuto se il rischio di non fare una dichiarazione di voto su questo emendamento potrebbe far nascere in qualcuno l'idea che non dichiararsi potrebbe far venire il sospetto di essere favorevoli a quelle condizioni che, ahimè, purtroppo, richiamava l'onorevole Uras. Perché è evidente che la questione della sicurezza nei posti di lavoro passa per l'IRAP come passa trasversalmente per tutta una serie di altre norme che non solo attengono gli aspetti, come dire, di carattere fiscale e tributario ma attengono anche quelli dell'organizzazione del lavoro e attengono anche quelli del mondo della sanità in una maniera molto più ampia e molto più vasta. Cito per tutti il decreto legislativo 626 del '94, e le successive trasformazioni, modificazioni dei successivi atti normativi.
Allora, è evidente che se questo emendamento rappresenta uno spartiacque fra chi è fortemente impegnato a garantire la salute dei lavoratori all'interno delle imprese e chi invece considera questo un effetto residuale o un effetto marginale, io credo che questo non sia una soluzione né conveniente, né utile, né opportuna, né alla destra né a chiunque altro. Allora, siccome su questo va dichiarata una posizione chiara e precisa, su questo punto chi ritiene che questo emendamento non abbia questa finalità lo dichiari, ma dal momento in cui, fino a che questa dichiarazione non c'è e fino a che questa così può essere interpretata, la mia dichiarazione di voto è una dichiarazione di voto contraria.
PRESIDENTE. Onorevole Cuccu, ci sono argomenti che infiammano...
Ha domandato di parlare il consigliere Franco Ignazio Cuccu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
CUCCU FRANCO IGNAZIO (U.D.C.). Io vorrei ricordare ai colleghi che l'IRAP, la base imponibile dell'IRAP è fatta dal costo dei salari e dagli interessi passivi che paga l'impresa. Già questo servirebbe a renderla una tassa iniqua, una imposta iniqua se è vero com'è vero che solo in Italia si paga questo tipo di imposta.
Iniqua perché chi più assume e più investe più paga. Fatta questa premessa che mi serve a dire quello che devo dire dopo, ce le stiamo dando di santa ragione immaginando chissà quali complotti per avere questi benefici. Ma li avete fatti i conti? Un'azienda di due dipendenti che paga 50.000 euro lordi di retribuzioni all'anno avrebbe un beneficio di 500 euro. Un'impresa che ha 10 dipendenti e paga 250.000 euro annui di retribuzioni avrebbe un benefit di 2500 euro, per questo dovrebbero cancellarsi per poi riiscriversi, abbiate un po' di rispetto per i nostri imprenditori! Voglio dire, forse qualcuno fra loro non evade per necessità, evade perché è un furbacchione, ma almeno perché è un furbacchione, voglio dire, votiamolo pure tranquillamente così come. Questa imposta non darà un solo posto di lavoro, non ne darà uno, soltanto chi comunque deve procedere ad un'assunzione, magari farà la richiesta perché gli arrivano i 2500 euro e non avrà nessuna ricaduta anche perché è male calata sul settore imprenditoriale. Cioè, uno che assume una persona ha 2500 euro su 250.000, uno che ne assume venti avrebbe 2500 euro su 250.000 di base. Ma siamo seri, non c'è bisogno che ci scaldiamo così, non ne vale la pena. Conviene votarlo così com' è per amore di patria e non vantarcene troppo in giro perché da qui non verrà un solo posto di lavoro.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.
VARGIU (Riformatori Sardi). L'intervento che ha fatto il collega Cuccu riduce da tre a un minuto la mia dichiarazione di voto nel senso che le cose che ha detto lui non le ripeto. Però al collega Uras, al collega Ibba che sono intervenuti specificamente nel merito dell'emendamento, ecco, forse basterebbe aggiungere al comma 4 per eliminare tutti i soppressivi delle singole lettere presentate dall'opposizione, "che in relazione alle finalità di cui al comma 1, l'agevolazione spetta a condizione che l'impresa autocertifichi" e poi l'elenco. Con l'idea che la Regione vada a fare i controlli sulle autocertificazioni, ma non che sia previsto un sistema certificatorio da parte della Regione con una serie di griglie burocratiche che scoraggiano anche in rapporto all'entità dei benefit che il collega Cuccu ha citato in maniera puntuale euro per euro, che scoraggiano qualsiasi imprenditore di andare a infilarsi nelle maglie di una burocrazia regionale che non è in condizioni di accertare alcunché e che non è quindi in condizioni di dare quelle certificazioni che sono obbligatorie perché l'imprenditore possa fruire. Quando facciamo una norma, qualunque essa sia, facciamola calata nella realtà, cioè perché sia efficace nei confronti di quelli per cui vorrebbe produrre benefici. Se facciamo una norma pesandola sulla nostra testa di burocrati o sulla testa dei burocrati che ce la suggeriscono, beh, è una norma che al di là del contenuto è destinata comunque al fallimento.
PRESIDENTE. Votiamo l'emendamento numero 349. E' stato richiesto il voto elettronico. Dichiaro aperta la votazione.
PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'emendamento numero 349.
(Segue la votazione)
Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Capelli - Cappai - Contu - Cuccu Franco Ignazio - Farigu - Gallus - Ladu - Licandro - Liori - Petrini - Pileri - Pisano - Randazzo Alberto - Sanjust - Vargiu.
Rispondono no i consiglieri: Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Cerina - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Espa - Fadda - Frau - Gessa - Giagu - Ibba - Lai Silvio - Licheri - Manca - Marrocu - Masia - Meloni - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Francesco - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Serra - Uggias - Uras.
Si sono astenuti: il Presidente Spissu - Atzeri - Lai Renato - Marracini - Pittalis - Scarpa.
PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:
presenti 61
votanti 55
astenuti 6
maggioranza 28
favorevoli 16
contrari 39
(Il Consiglio non approva).
Colleghi, avevamo convenuto di interrompere alle 20 la seduta per consentire alla Commissione terza di riunirsi e di continuare il lavoro di esame degli emendamenti con l'invito alla Commissione di essere veloci perché questo lavoro sta durando un po' troppo... grazie onorevole Capelli del suo sostegno. Va bene, la seduta è tolta. Domani alle ore 10 riprendono i lavori dell'aula.
La seduta è tolta alle ore 20 e 11.