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Resoconto della seduta n. 349 del 24/07/2007

CCCXLIX SEDUTA

(Pomeridiana)

Martedì 24 luglio 2007

Presidenza del Presidente Spissu

indi

del Vicepresidente Secci

indi

del Presidente Spissu

INDICE

La seduta è aperta alle ore 17.

MANCA, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del martedì 19 giugno 2007 (342), che è approvato.

Congedi

PRESIDENTE. Comunico che i consiglieri regionali Meloni, Sanna Francesco e Serra hanno chiesto congedo per la seduta pomeridiana del 24 luglio 2007.

Poiché non vi sono opposizioni, questi congedi si intendono accordati.

Annunzio di norma di attuazione

PRESIDENTE. Comunico che il Ministero degli Affari regionali ha trasmesso le norme di attuazione dello Statuto speciale della Regione autonoma della Sardegna concernenti il conferimento di funzioni e compiti di programmazione e amministrazione in materia di trasporto pubblico locale. Il testo è pervenuto il 23 luglio 2007 ed è stato assegnato alla prima Commissione.

Annunzio interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sui licenziamenti decisi dalle imprese di pulizia della Regione e sul mancato pagamento degli stipendi e delle competenze arretrate". (935)

"Interrogazione Pileri - Lai Renato, con richiesta di risposta scritta, sul rischio di chiusura della RSA "Sole di Gallura" di Olbia, dei conseguenti disagi per circa 70 anziani e del rischio di perdita del posto di lavoro per 55 lavoratori". (936)

"Interrogazione Lai Renato - Atzeri, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di istituzione del servizio di guardia medica nel Comune di Budoni". (937)

"Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'attuazione della legge "Norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna" e sull'attesa di numerosi operatori del settore". (938)

Annunzio di interpellanza

PRESIDENTE. Si dia annunzio della interpellanza pervenuta alla Presidenza.

MANCA, Segretario:

"Interpellanza La Spisa su incarichi di ingegneria e architettura affidati dalla Regione Sardegna". (258)

Elezione di tre esperti nella Commissione scientifica per l'espressione del parere di cui al comma 3 dell'articolo 20 della L.R. 14/2006 (Beni culturali)

PRESIDENTE. Il Consiglio deve procedere, secondo quanto disposto dall'articolo 20, comma 3, della legge regionale 20 settembre 2006, numero 14 "Norme in materia di beni culturali, istituti e luoghi della cultura", alla costituzione di una commissione scientifica incaricata di esprimere un parere sulla base del quale l'Assessore regionale competente definisce l'articolazione del Fondo unico, che si occupa di distribuire contributi annuali a sostegno delle attività di enti e istituzioni culturali e scientifiche di particolare importanza presenti in ambito regionale, di accertare la presenza dei requisiti al fine dell'ottenimento del contributo regionale, di valutare le attività programmate e realizzate. I componenti devono essere esperti di riconosciuta e documentata competenza culturale e scientifica, nazionale ed internazionale. Poiché la norma citata prevede il voto limitato a uno, ogni consigliere dovrà scrivere nella propria scheda un solo nome. Risulteranno eletti i tre nominativi che avranno ottenuto il maggior numero di voti.

Prego i consiglieri segretari di predisporsi alla chiama.

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marracini. Ne ha facoltà.

MARRACINI (Gruppo Misto). Sull'ordine dei lavori, Presidente. Il Gruppo dei Popolari-UDEUR, per quanto non sia Gruppo costituito, avrebbe avuto la necessità di capire quali fossero i criteri su cui ci stiamo muovendo per le nomine che vi apprestate a fare. Noi non siamo d'accordo per procedere in questo modo, avremmo preferito parlare prima di altri argomenti che potessero interessare maggiormente la collettività e i sardi, nonché, speriamo in seguito, anche questa Aula. Per cui noi non parteciperemo al voto e abbandoniamo l'Aula in segno di protesta per un meccanismo che, ancora una volta regna in quest'Aula, finalizzato soltanto ad occupazioni di poltrone e non alla risoluzione di problematiche serie. Grazie.

(I consiglieri Marracini e Pittalis abbandonano l'Aula in segno di protesta.)

PRESIDENTE. Onorevole Marracini, grazie. Le nomine sono di competenza del Consiglio e la votazione è affidata a ciascun consigliere che esprime una indicazione nominativa per quanto riguarda la Commissione scientifica che stiamo per nominare, Commissione prevista da una legge peraltro approvata in questa legislatura, in questo Consiglio regionale.

Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.

LA SPISA (F.I.). Presidente, chiedo cinque minuti di sospensione.

PRESIDENTE. Chiedo scusa ai Segretari, c'è bisogno di qualche minuto per organizzare i lavori, quindi sospendo la seduta per cinque minuti.

(La seduta, sospesa alle ore 17 e 07, viene ripresa alle ore 17 e 21.)

Elezione di tre esperti nella Commissione scientifica per l'espressione del parere di cui al comma 3 dell'articolo 20 della L.R. 14/2006 (Beni culturali)

Votazione segreta per schede

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di tre esperti nella Commissione scientifica.

Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.

(Seguono la chiama e lo spoglio delle schede.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 74

votanti 72

astenuti 2

Schede bianche 13

Hanno ottenuto voti: Giovanni Murru, 24; Nicola Tanda, 17; Nando Cossu, 17.

Vengono proclamati eletti: Giovanni Murru, Nicola Tanda, Nando Cossu.

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Atzeri - Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cerina - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Fadda - Farigu - Floris Mario - Floris Vincenzo - Frau - Gallus - Gessa - Giagu - Ibba - La Spisa - Ladu - Lai Silvio - Lanzi - Licandro - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Marrocu - Masia - Mattana - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Porcu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Secci - Spissu - Uggias - Uras - Vargiu.

Si sono astenuti i consiglieri: Caligaris - Salis.)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Presidente, intervengo perché le notizie che arrivano dalle agenzie di stampa dicono che la Sardegna sta bruciando. Lollove, Benetutti, Nuoro, Orgosolo sono tutti circondati dalle fiamme, mentre noi stiamo facendo quello che stiamo facendo. Credo che sia opportuno che il Consiglio regionale sia informato sullo stato delle cose, si mobiliti, chieda nuovi mezzi, perché la situazione è veramente grave e molti prevedono che si possa nuovamente avverare in Sardegna un "Tempio bis". Ribadisco che la situazione è veramente grave, quindi credo che il Consiglio, senza volerne fare di questo nessun motivo di lotta politica nei confronti di nessuno, sia chiamato urgentemente a verificare la situazione e ad assumere iniziative al riguardo.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Floris, Ci sono alcuni colleghi che stanno presentando una mozione su questo argomento. Stiamo per altro seguendo con apprensione, con preoccupazione, l'evoluzione drammatica degli incendi in queste due giornate in Sardegna. L'Assessore dell'ambiente è impegnato con tutti i mezzi a disposizione, che sono insufficienti, anche perché contemporaneamente c'è gran parte dell'Italia del sud che sta subendo la stessa piaga. Tutti i mezzi della Protezione civile sono mobilitati, ma i mezzi italiani non sono sufficienti. Penso che ci sia la mobilitazione di altre nazioni, certamente della Spagna, che sta inviando in Italia, e quindi anche in Sardegna, mezzi ulteriori per affrontare questa situazione. Ritengo che l'Assessore sia a Nuoro, quindi non è in condizioni di riferire al Consiglio. Penso che domani avremo una situazione più aggiornata. Adesso, l'emergenza è tale, per cui è complicato fornire un quadro dettagliato al Consiglio. Comunque, la ringrazio per la segnalazione e per la sensibilità.

Ha domandato di parlare il consigliere Cucca. Ne ha facoltà.

CUCCA (La Margherita-D.L.). Presidente, semplicemente per riferire che era stata già depositata una mozione su questo argomento, ma credo che poi possa essere agevolmente condivisa anche da tutta l'opposizione, perché è un problema che oggettivamente investe tutti. Tra l'altro, le notizie che arrivano anche adesso da Nuoro non sono assolutamente confortanti. Quindi, credo che la mozione presentata possa essere, lo ripeto, eventualmente condivisa anche da tutta l'opposizione.

PRESIDENTE. Grazie, onorevole Cucca. Ho già dato notizia della presentazione di una mozione. Penso che altri colleghi, compreso l'onorevole Capelli, stiano presentando una mozione analoga che poi unificheremo con l'altra, spero.

Proseguiamo con il prossimo punto all'ordine del giorno. Il Consiglio deve procedere, ai sensi dell'articolo 18, della legge regionale numero 20, del dicembre 2005, all'elezione di tre componenti del Collegio dei revisori dei conti dell'Agenzia regionale per il lavoro, di cui uno con funzioni di Presidente. I componenti del Collegio dei revisori dei conti devono essere scelti tra i revisori iscritti nel registro, di cui all'articolo 1 del decreto legislativo 27 gennaio 1992, numero 88. Ciascun consigliere potrà scrivere sulla scheda un solo nome. Risulteranno eletti i tre nominativi che avranno ottenuto il maggior numero di voti. Il più votato assumerà anche la carica di Presidente del Collegio dei revisori dei conti.

Ha domandato di parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Se si può, sull'ordine dei lavori, unificare le votazioni, così guadagniamo tempo. Se si può.

PRESIDENTE. Cioè?

CAPELLI (U.D.C.). Siccome abbiamo altre votazioni dopo, le possiamo fare contestualmente, così guadagniamo tempo. Perché dobbiamo aspettare le votazioni, quindi lo spoglio, quindi la proclamazione, possiamo fare tutto in un'unica tornata, se i colleghi sono d'accordo e se è possibile.

PRESIDENTE. Vediamo se siamo in condizione di fare tre urne diverse, tre schede diverse, a questo punto. Però, siccome possiamo dare un'unica indicazione nominativa... Onorevole Capelli, facciamo questa dei Revisori dei conti e poi vediamo le altre se riusciamo ad unificarle.

Elezione di tre componenti del Collegio dei revisori dei conti nell'Agenzia regionale per il lavoro

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per schede per l'elezione di tre componenti del Collegio dei revisori dei conti.

Prego i consiglieri Segretari di procedere alla chiama.

(Seguono la votazione e lo spoglio delle schede.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 74

votanti 73

astenuti 1

Schede bianche 13

Hanno ottenuto voti: Stefano Altea, 29; Raffaele Piras, 18; Maria Laura Cugurullo, 13.

Vengono proclamati eletti: Stefano Altea, Raffaele Piras, Maria Laura Cugurullo.

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Atzeri - Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cherchi Oscar - Cherchi Silvio - Cocco - Contu - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Fadda - Farigu - Floris Vincenzo - Frau - Gallus - Gessa - Giagu - Ibba - La Spisa - Ladu - Lai Silvio - Lanzi - Licandro - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marrocu - Masia - Mattana - Milia - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Porcu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sabatini - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Secci - Spissu - Uggias - Uras - Vargiu.

Si è astenuto il consigliere: Salis.)

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE SECCI

Elezione di tre componenti dell'Osservatorio regionale dei musei e di due componenti dell'Osservatorio regionale delle biblioteche

PRESIDENTE. Colleghi, proviamo a fare la votazione congiunta di tre componenti dell'Osservatorio regionale dei musei secondo quanto disposto dall'articolo 14, comma 2, della legge regionale 20 settembre 2006, numero 14. I componenti devono essere esperti di riconosciuta e documentata competenza in materia di musei, parchi archeologici ed ecomusei. Poiché la norma citata prevede il voto limitato a uno, ogni consigliere dovrà scrivere sulla propria scheda un solo nome. Risulteranno eletti i tre nominativi che avranno ottenuto il maggior numero dei voti.

Allora, per i componenti dell'Osservatorio regionale dei musei si vota con la scheda gialla, invece con la scheda arancione si vota per i due componenti dell'Osservatorio regionale delle biblioteche secondo quanto disposto dall'articolo 17, comma 2, della legge regionale 20 settembre 2006, numero 14. I componenti devono essere esperti di riconosciuta e documentata competenza in materia di biblioteche. Poiché la norma citata prevede il voto limitato a uno, ogni consigliere dovrà scrivere sulla propria scheda un solo nome. Risultano eletti i due nominativi che avranno ottenuto il maggior numero di voti.

La scheda arancione quindi per le biblioteche, la scheda gialla per l'Osservatorio regionale dei musei. Verranno pertanto consegnate le due schede con un'unica chiama; abbiamo predisposto due urne.

Votazione segreta per schede

PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto per l'elezione di tre componenti dell'Osservatorio regionale dei musei e di due componenti dell'Osservatorio regionale delle biblioteche.

Prego i Segretari di procedere alla chiama.

(Seguono la chiama e lo spoglio delle schede.)

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione per l'elezione di tre componenti dell'Osservatorio regionale dei musei:

Presenti 74

Votanti 74

Schede bianche 12

Schede nulle 3

Hanno ottenuto voti: Lia Serreli, 23; Antonietta Boninu, 18; Roberta Ida Muscas, 16; Bertolucci, 1; Roberta Concas, 1.

Vengono proclamati eletti: Lia Serreli, Antonietta Boninu, Roberta Ida Muscas.

Proclamo il risultato della votazione per l'elezione di due componenti dell'Osservatorio regionale delle biblioteche:

Presenti 74

Votanti 74

Schede bianche 10

Schede nulle 2

Hanno ottenuto voti: Paola Bertolucci, 36; Bachisio Zolo, 25; Antonietta Boninu, 1.

Vengono proclamati eletti: Paola Bertolucci, Bachisio Zolo.

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: Amadu - Artizzu - Atzeri - Balia - Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Capelli - Cappai - Cassano - Cherchi Silvio - Cocco - Contu - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Franco Ignazio - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Dedoni - Diana - Fadda - Farigu - Floris Vincenzo - Frau - Gallus - Gessa - Giagu - Ibba - La Spisa - Ladu - Lai Silvio - Lanzi - Licandro - Licheri - Liori - Lombardo - Manca - Maninchedda - Marrocu - Masia - Mattana - Milia - Moro - Murgioni - Orrù - Pacifico - Petrini - Pileri - Pinna - Pirisi - Pisano - Pisu - Porcu - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Rassu - Sabatini - Salis - Sanjust - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Matteo - Sanna Simonetta - Scarpa - Secci - Spissu - Uggias - Uras - Vargiu.)

PRESIDENTE. Sospendo la seduta per cinque minuti per verificare con quali argomenti procedere.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 49, viene ripresa alle ore 19 e 10.)

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE SPISSU

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Capelli, sull'ordine dei lavori. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente, vista l'importanza della mozione, che presumo porterà via un po' di tempo con il dibattito che si potrebbe svolgere in Aula, essendo venuto a conoscenza del fatto che, opportunamente, il Presidente della Giunta ritiene doveroso recarsi a Nuoro per quanto sta succedendo, io suggerirei di rinviare la discussione a domani mattina, perché sia più compiuta e completa, dando la possibilità quindi al Presidente di raggiungere subito Nuoro e, qualora lo ritenga opportuno ovviamente, non è un suggerimento, anche al Presidente del Consiglio se decidesse di fare altrettanto, con una delegazione del Consiglio, recandosi a Nuoro nella serata di oggi, insieme al Presidente della Giunta.

PRESIDENTE. Onorevole Capelli, io penso che si possa procedere sulla base dell'ordine del giorno stabilito. Non so se potremo organizzare una visita di una delegazione a Nuoro, nel senso che non sappiamo esattamente qual è la situazione. Proponevo prima, quando l'onorevole Floris ha sollevato il problema, eventualmente di chiedere all'assessore Morittu di essere presente e di riferire al Consiglio anche della situazione degli incendi, non solo a Nuoro, ma in tutta la Sardegna. Sono state presentate due mozioni in Consiglio, tuttavia penso che le due mozioni abbiano bisogno anche di una puntuale ricognizione dello stato degli incendi in Sardegna, cosa che possiamo fare soltanto frammentariamente, perché non siamo in condizioni di avere notizie maggiori di quelle che ci pervengono, sulla base degli aggiornamenti sugli incendi e sul loro sviluppo.

Quindi propongo di esaminare le mozioni previste dall'ordine del giorno, poi con i Presidenti dei Gruppi stabiliremo in quale modo discutere le altre due mozioni presentate.

Discussione della mozione Sanjust - La Spisa - Contu - Licandro - Lombardo - Petrini - Pileri - Rassu - Ladu - Vargiu - Murgioni - Randazzo Alberto - Diana - Liori - Capelli - Cuccu Franco Ignazio - Cappai - Randazzo Vittorio - Milia - Pisano - Dedoni - Moro - Artizzu - Sanna Matteo - Farigu - Cassano sull'attuazione degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento del Consiglio (128)

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la discussione della mozione numero 128.

(Si riporta di seguito il testo della mozione:

Mozione Sanjust - La Spisa - Contu - Licandro - Lombardo - Petrini - Pileri - Rassu - Ladu - Vargiu - Murgioni - Randazzo Alberto - Diana - Liori - Capelli - Cuccu Franco Ignazio - Cappai - Randazzo Vittorio - Milia - Pisano - Dedoni - Moro - Artizzu - Sanna Matteo - Farigu - Cassano sull'attuazione degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento del Consiglio.

IL CONSIGLIO REGIONALE

SENTITO il dibattito in Consiglio regionale del giorno 19 giugno 2007 sulla relazione conclusiva della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione;

VISTI gli ordini del giorno votati dal Consiglio regionale al termine del dibattito;

PREMESSO che si rende necessario che quanto deliberato dal Consiglio regionale venga attuato nella massima trasparenza e attraverso la più completa informazione;

CONSIDERATO CHE:

- l'esito della relazione ha evidenziato la necessità dell'annullamento della gara per palesi ed evidenti anomalie e irregolarità, proponendo una censura nei confronti del Presidente della Commissione d'appalto, nonché direttore generale della Presidenza della Giunta regionale;

- l'intero Consiglio regionale, approvando due ordini del giorno, ha deliberato che dovrà essere il Presidente e la Giunta, dopo un'attenta valutazione degli atti, a verificare le modalità per dar seguito al deliberato del Consiglio regionale,

impegna il Presidente della Regione

ad informare tempestivamente, attraverso una seduta del Consiglio regionale, su quali scelte intenda adottare in conformità a quanto deliberato dall'Assemblea legislativa isolana il giorno 19 giugno 2007.)

PRESIDENTE. Dichiaro aperta la discussione. Uno dei presentatori della mozione ha facoltà di illustrarla.

SANJUST (F.I.). Grazie, Presidente, innanzitutto vorrei sgombrare il campo da qualsiasi equivoco. Questa, al momento della sua presentazione, né tanto meno oggi, vuole essere una mozione "strumentale", non si vuole assolutamente utilizzare questo tempo per ripercorrere l'iter che ha portato l'Aula a deliberare ben due ordini del giorno sull'argomento, e soprattutto la Commissione d'inchiesta a lavorare per mesi sull'argomento della gara d'appalto sulla pubblicità. E' sembrato però doveroso, a noi del centrodestra, presentare questa mozione per cercare di capire da lei, Presidente, quali sono gli intendimenti, suoi e della Giunta, dopo una discussione molto ampia, fatta non solo nella Commissione, ma in Aula. I due ordini del giorno che avevano, sì, qualche differenza, però nella sostanza erano assolutamente similari, avrebbero meritato una presa di posizione ben precisa da parte della Giunta da lei presieduta. Noi abbiamo avuto, penso di poter dire, il tempo, e soprattutto la pazienza, per aspettare che da lei arrivasse qualche segnale, e questi segnali parrebbe invece che siano arrivati dall'organo amministrativo. Non sappiamo molto neanche su questo, se non quello che abbiamo appreso dalla stampa, e la presentazione di questa mozione, che ribadisco, non vuole assolutamente ripetere ciò che un mese fa abbiamo discusso in Aula, vuole avere il preciso intento di sapere, ovviamente da lei, quello che un mese fa invece non siamo riusciti a sapere.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Oscar Cherchi. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (Gruppo Misto). Grazie, Presidente, anch'io rimango un po' sulla linea del collega Sanjust. Credo che questa mozione sia importante e determinante per appurare il percorso che la Giunta ha individuato e che quindi oggi il Presidente della Regione ci riferirà.

E' curioso, è rimasto a noi tutti un dubbio un po' strano, credo che oggi il Presidente della Regione lo chiarirà, sul fatto che il giorno dopo la discussione in Aula, quando l'Aula ha approvato la mozione affinché la gara della Saatchi & Saatchi, o perlomeno la gara della pubblicità istituzionale, venisse praticamente annullata, nel sito della Regione sono apparse informazioni completamente diverse rispetto all'indicazione del Consiglio regionale. Anch'io tratterò molto brevemente l'argomento.

Appare un po' strana anche la posizione del responsabile del servizio, del responsabile del procedimento, meglio dire, il quale stranamente (credo che oggi il Presidente ci darà delle risposte), alla vigilia della convocazione del Consiglio dove all'ordine del giorno è stata posta questa mozione, in quella circostanza, predispone gli atti per sospendere il procedimento di gara in attesa, probabilmente, anche della posizione della Giunta regionale. Quindi credo che in effetti si sia parlato tanto del caso Saatchi & Saatchi, credo che si possa dire finalmente basta a questo problema, credo che i sardi siano anche un po' stanchi di continuare sia di sentire parlare che di parlare di questo importante problema.

Ritengo che i sardi oggi abbiano necessità e vogliano capire realmente che cosa si vuole fare, e vogliano anche capire che cosa il Presidente della Regione vuole fare nei confronti del Presidente della Commissione di gara, nonché del suo direttore generale che, praticamente questo Consiglio, quasi all'unanimità, ha considerato un po' il capro, chiamiamolo così, espiatorio di una situazione o perlomeno di un indirizzo, non si capisce se politico o personale, nella gestione di quella precisa gara.

Io credo che oggi, signor Presidente, lei dovrebbe dichiarare a quest'Aula e a tutti i sardi che la gara Saatchi & Saatchi verrà annullata e che, questo è quello che le chiede tutto il Consiglio regionale, i 56 milioni di euro destinati alla pubblicità istituzione regionale possano essere destinati ad altro obiettivo da parte della Giunta stessa. Se questo non avverrà, io credo che sia una risposta poco garbata nei confronti di quest'Aula consiliare. Credo che sia poco garbata anche nei confronti degli stessi sardi, ma soprattutto di chi è della sua maggioranza che le ha chiesto, esplicitamente all'interno di quest'Aula, di annullare quella gara. Nessuno ha mai posto, le è già stato detto in chiusura del dibattito precedente questa mozione, in dubbio la sua onestà e, non ricordo come l'ha definita "sono una persona onesta, non ho fatto niente", queste erano le sue parole, nessuno pone in dubbio assolutamente questa posizione, però lo dimostri chiaramente con i fatti e con gli atti della Giunta regionale.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.

PITTALIS (Gruppo Misto). Io spero intanto che a conclusione di questo intervento il presidente Soru non ci collochi alla destra estrema, visto che ha già collocato i Popolari-UDEUR, secondo quanto abbiamo appreso da un organo di informazione, alla destra.

PIRISI (D.S.). Ma se l'ha chiarito!

PITTALIS (Gruppo Misto). Io non ho letto nessuna smentita e non ho letto nessun chiarimento. La cosa mi lascia assolutamente indifferente e lo dico perché nessuno pensi che si possa mettere la museruola ad un Partito, ad un Gruppo, o a singoli consiglieri regionali su qualunque tematica o su qualunque problematica si discuta in quest'Aula o fuori di quest'Aula. Lo diciamo come premessa, perché su argomenti delicati, anche come quello oggetto della odierna discussione, riteniamo di poter dare, come abbiamo tentato di fare in altre occasioni, un nostro contributo, che poi può piacere o non piacere. Sta di fatto che ci sentiamo sempre più liberi, svincolati da obblighi, anche di maggioranza, visti gli esiti politici dell'ultimo vertice, che assolutamente ha ritenuto che i Popolari-UDEUR debbano essere una stampella utile alla bisogna di questa maggioranza. Prendiamo atto che non siamo utili e proseguiamo serenamente come abbiamo fatto sino ad oggi nella nostra strada di persone libere, non condizionabili, e valuteremo di volta in volta quando sostenere provvedimenti, quando bocciarli, ma sempre con l'unico interesse, modesto per quanto si voglia, ma leale e coerente di servire la causa, non di qualcuno in particolare, ma la causa dei sardi.

E allora, sulla vicenda, signor Presidente, le abbiamo detto con tutta lealtà e con tutta onestà, convinti come eravamo e come siamo che non la responsabilità sua fosse in qualche modo richiamata, anzi, abbiamo sempre ritenuto che il livello politico rispetto a questa vicenda fosse rimasto assente. Ma spettava e spetta a lei fugare ogni dubbio, ogni perplessità, fugare anche il minimo sospetto che ci possa essere, ripeto, sul piano strettamente politico, un suo qualche collegamento o aderenza a questa vicenda. Tant'è che la Commissione di inchiesta, formata da Gruppi di maggioranza e di opposizione, conclude con una indicazione, recepita dal Consiglio regionale in due distinti ordini del giorno, chiedendo a lei di prendere le distanze, chiedendo a lei, in ossequio a quanto deliberato da questo Consiglio, di avviare su sua iniziativa l'annullamento degli atti di gara non su iniziativa soltanto di una dirigente. Dirigente che va apprezzata per questo, perché dice di non aver ricevuto un input da parte della Presidenza della Giunta regionale, ma leggendo gli atti della Commissione d'inchiesta, soprattutto quelli delle audizioni, si è convinta della non assoluta regolarità della procedura seguita.

Lo dice la dottoressa Melis nel provvedimento con il quale avvia il procedimento per l'annullamento in via di autotutela degli atti di gara. Allora, ecco perché signor Presidente le esterniamo la nostra delusione, da questo punto di vista, perché non avremmo voluto che lei ci dicesse una ovvietà, perché che lei sia una persona onesta, Presidente, io ne sono profondamente convinto, glielo dico lealmente e come penso che ne siano convinti tutti, ci mancherebbe altro. Lei non poteva replicare e chiudere il suo intervento dicendo: "io sono una persona onesta", perché questa è una precondizione anche per chi svolge incarichi pubblici; chi non è onesto, prima o poi, nelle maglie della magistratura ci cadrà, chi è onesto, le assicuro, se mai vi fosse incappato, ne uscirebbe a testa alta, perché quindi l'onestà è una precondizione anche per svolgere una funzione pubblica.

Semmai ci aspettavamo da lei che dicesse chiaramente: "colleghi consiglieri regionali, mi attiverò oggi stesso perché venga fatta assolutamente piena luce su quello che avete accertato, e perché vengano posti in essere tutti gli atti che possano dare certamente conto di un operato che la Commissione prima, il Consiglio poi hanno valutato come non regolare". A questo è arrivata la dottoressa Michela Melis e, ripeto, ci risulta per decisione autonoma della stessa dirigente del servizio; in questa vicenda non abbiamo, almeno secondo il nostro punto di vista, fatto una bella figura, perché ancora una volta la magistratura ordinaria precede la politica, in questo caso, appunto una dirigente del Servizio trasparenza e comunicazione precede ancora una volta la politica, precede ancora una volta l'atto di indirizzo che su una materia delicata, come questa, doveva necessariamente aver luogo.

Dico questo perché c'è un aspetto che io non voglio sottovalutare: non si può relegare l'attività del Consiglio a quella di mero consulente. Il Consiglio non è un consulente né della Presidenza, né della Giunta nella sua interezza, è un Organo di indirizzo politico. E gli indirizzi, proprio perché vengono dal massimo Consesso, appunto, da una Assemblea elettiva come quella sarda, devono essere quanto meno, se non recepiti, valutati con la massima attenzione e, consequenzialmente, anche con la massima celerità debbono essere posti in essere gli atti appunto consequenziali. Si chiedeva l'aspetto; uno era l'auto annullamento della gara, l'altro era valutare la responsabilità sotto il profilo amministrativo, il comportamento dei componenti la Commissione di gara e in primo luogo del suo Presidente. Presidente, non è uno qualunque! E', guarda caso, anche il Presidente della direzione generale della Giunta regionale, della Presidenza della Giunta regionale, e allora, a maggior ragione, si imponeva una sorta di supplemento anche di istruttoria ulteriore rispetto a quello della Commissione di inchiesta e rispetto al dibattito svoltosi in Consiglio regionale.

Ecco perché, Presidente, continuo ad insistere su un aspetto. Lei su questa vicenda, voglio continuare a credere, non c'entra assolutamente niente, ed è questa la ragione, e lo dico perché lei può ancora, da questo punto di vista, fare uscire dall'imbarazzo anche la stessa maggioranza di centrosinistra su un problema come la legalità. Allora adotti, Presidente, valuti, verifichi, accerti ancora di più sull'operato, sulla regolarità, sulla trasparenza dei componenti la Commissione e del suo Presidente, e si convinca, Presidente, che questo non è un attacco a lei. Ripeto, lei non c'entra assolutamente niente, si tratta di ripristinare regole, perché quando la coscienza individuale in un Paese mostra di essere sopita o inesistente, quello è un Paese che ha in sé le grandi tragedie dei popoli - concludo Presidente - per costruire per sé libertà, responsabilità e diritto.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.C.). Grazie Presidente, io molto serenamente vorrei subito sgombrare il campo e differenziarmi da ciò che ha sostenuto poc'anzi il collega. Io credo che il Presidente abbia totale responsabilità sulla gestione della gara Saatchi and Saatchi, una responsabilità politica pesante. Lo dico in veste di consigliere regionale al Presidente della Regione Sardegna, non all'onorevole Soru. Mi ricordo la conclusione della sua arringa di chiusura, e rimarco che non c'è peggior sordo di colui che non vuole sentire, e che non accetta il confronto, quando chiuse dicendo "sono una persona onesta" e io dissi "non lo metto assolutamente in dubbio"; però mi ha ricordato una frase di mio nonno, che non ho avuto la fortuna di conoscere, che da buon macellaio arrivato in Sardegna e avendo messo su un'attività, apriva il cassetto ogni tanto degli incassi, non si usava il registratore di cassa allora, lo apriva e diceva: "Però, questi nuoresi tutti onesti, ma la roba manca". E veniamo all'unico atto posto in essere a seguito dell'ordine del giorno del Consiglio regionale, che approva e rimette al Presidente della Regione e alla Giunta la relazione della Commissione di inchiesta per l'opportuna valutazione e gli eventuali atti. Ed era giusto quell'ordine del giorno, perché l'articolo numero 21, ottavo comma, della legge numero 31, pone in capo al Presidente, agli Assessori, alla Giunta l'annullamento degli atti di quei dirigenti, che appartengono al ramo dell'amministrazione direttamente dipendente, cioè in questo caso l'Ufficio relazioni pubbliche della dottoressa Melis.

L'unico atto posto in essere è stato, appunto, quello della dottoressa Melis ed è molto singolare che la nota della Melis metta in evidenza solo i rilievi sulla certificazione di qualità della EQUINOX Srl e non già della Saatchi, che ha presentato un certificato identico a quello della EQUINOX, anzi, forse, ancor di più carente. Non è, per caso, che la dottoressa Melis non ha citato la Saatchi perché convinta, così come ne è convinto il presidente Soru, che lo ha dichiarato ad alta voce in questa Aula, che la Saatchi è la prima al mondo, e perciò non è pensabile che non abbia il certificato di qualità?

D'altra parte è assurdo pensare che si possa annullare una gara con la motivazione che una delle partecipanti non ha le carte in regola. La conseguenza delle anomalie della documentazione di gara presentata dall'ATI o ORP Saatchi and Saatchi, non può essere l'annullamento di tutta la gara con queste motivazioni, sarebbe troppo facile, ma l'esclusione delle imprese che non hanno presentato regolare documentazione; per intenderci, la mancata presentazione del certificato di qualità di una società non inficia tutta la gara, ma determina l'esclusione di quella società, che nei tempi dovuti non ha presentato quella documentazione. E poi, come è pensabile che si possano prendere in considerazione discutibili certificazioni o autocertificazioni una volta scaduti i termini di scadenza per la presentazione delle domande di gara? In gara esiste solo una dichiarazione sostitutiva e nessun certificato, né nazionale, né tanto meno americano delle società EQUINOX o Saatchi and Saatchi.

Una domanda vorrei porre, a seguito di queste discussioni degli atti della dottoressa Melis. E' una gara che si intende ribadire quella sulla pubblicità istituzionale? Occorre però rispettare, e non solo nelle gare di appalto, i principi di trasparenza, imparzialità, parità di trattamento e buon andamento dell'Amministrazione, princìpi, forse, non graditi o addirittura sconosciuti all'Amministrazione regionale. Per supportare quanto dico, vorrei fare riferimento per un attimo alla campagna pubblicitaria per il festival dell'architettura, che sembrerebbe essere stata anche essa gestita, magari indirettamente, dalla Saatchi. La cifra stanziata per quell'evento, per quanto riguarda la campagna pubblicitaria, è di 120 mila euro portati poi più o meno a 160 mila euro, non si sa esattamente, non è dato sapere, se sia stato dato l'incarico dall'Università oppure, e comunque indirettamente, dalla Regione Sardegna.

Si tratta di un appalto sotto soglia comunitaria, 160 mila euro, visto che il limite minimo è di 210 mila euro, ma il nuovo codice degli appalti, vedi articolo 27 della legge numero 163 del 2006, stabilisce espressamente che l'affidamento dei servizi sotto soglia deve avvenire nel rispetto dei principi di imparzialità, parità di trattamento e trasparenza, ed aggiunge testualmente che l'affidamento deve essere preceduto da invito ad almeno cinque concorrenti, si chiama trattativa privata plurima, che è una gara informale. Oppure la Harrod's, magazzini Harrod's, se è vero che è stato un successo la presentazione della Sardegna ai magazzini londinesi, così come recita il sito di regime, che vorrebbe anticipare il programma di una stampa di regime, è allora proprio necessario fare un'unica pubblicità istituzionale o unitaria plurimilionaria? Ma il Presidente non aveva detto che non sarebbero state fatte più campagne organizzate da singoli Assessorati separatamente? Sono testuali parole che ho preso dalle dichiarazioni del Presidente. Ciò che è valido al mattino per il Presidente è valido anche la sera? Non credete, colleghi della maggioranza, che stiate accondiscendendo irresponsabilmente ad una gestione umorale della cosa pubblica? Tutto questo conferma ancora di più, qualora ce ne fosse bisogno, qual è il concetto di certezza del diritto che ha questa maggioranza, questa Giunta e il Presidente.

La certezza del diritto è il caposaldo di un sistema democratico e, in quanto tale, è il primo bersaglio di chi intende negare la democrazia, cioè i diritti e i doveri di tutti i cittadini. Lo Stato di diritto è anche il principale nemico di chi non ha capacità di amministrare e competere al pari degli altri, mascherando tale incapacità nel nome della semplificazione della spesa e della celerità del raggiungimento degli obiettivi. La costante ricerca delle scorciatoie legali porta sempre alla negazione dei diritti di qualcuno, e così che si diventa improvvisamente ricchi, così si tende ad auto giustificare la propria azione, così ci si auto convince che un fragile equilibrio sociale, culturale e politico lo si può rafforzare solo ed esclusivamente rafforzando i forti e sacrificando i più deboli sull'altare dell'obiettivo superiore. Se qualcuno pensa in quest'Aula di avere il diritto di imporre le sue leggi e le sue regole, convinto che quelle devono essere le giuste leggi e le giuste regole per tutti, sappia che avrà vita breve, e con qualsiasi mezzo verrà contrastato da chi, maggioranza o minoranza che sia, sente la responsabilità della difesa dei diritti democratici.

Presidente Soru, la Sardegna, è vero, sente la necessità di cambiare, oggi più di ieri ha necessità di profonde riforme e cambiamenti, riforme e cambiamenti da impostare con il fioretto e non con la spada. Lei ha scelto la spada, l'arma più semplice, la più devastante quando riesce a colpire l'obiettivo, ma anche la più incontrollabile quando va a vuoto. Non serve una solitaria guida legittimata, se non carpita, con il voto inconsapevole degli effetti e frutto di un "messaggiamento" di giustificato rigetto del passato. Serve una consapevole presa di coscienza, una classe politica dirigente, preparata e responsabile, veramente al servizio del prossimo, che sappia impostare e percorrere quel difficile percorso democratico e irto di insidie, faticose e di lungo periodo. Solo così si può costruire un ginepro rigoglioso e indistruttibile, consci del fatto che solo altri, in futuro, potranno godere dei suoi colori, dei suoi profumi, della sua rasserenante ombra.

I giovani hanno bisogno di certezze e la Sardegna ha bisogno di serenità. Serenità e certezze non possono essere garantite né da estemporanee trovate mediatiche o illuminanti idee di stralunati sognatori, e né ancora da anarchici condottieri. La vicenda Saatchi riassume in sé tutte le negatività dell'impostazione di governo: la spregiudicatezza, l'arroganza, il dispregio delle regole, l'insofferenza al confronto, la pericolosa certezza di essere gli unici depositari della verità, l'attaccamento viscerale al potere, la pressante ricerca del condizionamento degli altri poteri. La Saatchi & Saatchi è sicuramente una grande azienda, e ha reso un grande servizio alla Sardegna; l'ha fatta conoscere al mondo intero, ma non per aspetti positivi, e non era questo il volto dei sardi che avremmo voluto mostrare.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il Presidente della Regione. Ne ha facoltà.

SORU, Presidente della Regione. Grazie, Presidente, ho chiesto di parlare adesso per partecipare a questa discussione e poi per avere il tempo di proseguire gli impegni della giornata. Sono venuto pure in una serata così difficile, pur essendo richiesto altrove, per rispetto verso questa istituzione, pensando di dover rispondere ad una mozione che mi chiede di riferire che cosa abbia fatto l'Amministrazione regionale in queste settimane - pochissimo in verità - successivamente alla discussione in Aula sulla relazione della Commissione d'inchiesta sul caso Saatchi. Pensavo si dovesse parlare di questo, non altro, e non di riparlare per l'ennesima volta del caso Saatchi in generale, né di qualsiasi altro dubbio, perplessità o curiosità che possa venire in mente a chicchessia. Sembrerebbe che della pubblicità di Festarch se ne sia occupata Saatchi & Saatchi, sembrerebbe qualsiasi cosa, sembrerebbe che gli asini volano, ma gli asini non volano.

E' della pubblicità di Festarch che non si è occupato Saatchi & Saatchi. Ma sui "sembrerebbe" si può fare qualsiasi cosa, si può allungare qualsiasi discussione. Mi preme rispondere, invece, su quella che mi pare sia la domanda di oggi: cosa abbia fatto l'Amministrazione regionale, cosa abbia fatto la Giunta, che cosa intenda fare. La Giunta ha fatto quello che ritiene di poter fare: lasciare la piena responsabilità ai dirigenti che hanno la responsabilità del procedimento amministrativo, di fare liberamente quanto intendano fare, supportandoli in tutto il modo possibile, supportandoli con l'assistenza legale dell'Ufficio della Regione, supportandoli con l'assistenza legale di tutti gli uffici esterni e di tutte le competenze esterne che decidessero di dover utilizzare.

Infatti, in queste settimane, non so se un giorno prima, un giorno dopo, così come ho sentito oggi, il dirigente ha avviato il procedimento per l'annullamento dell'atto amministrativo. Il procedimento per l'annullamento passa da un periodo di sospensione nel quale si notificano gli atti agli aventi diritto, e entro il quale gli aventi diritto possono produrre delle memorie e inserirsi anche loro ulteriormente nel procedimento, nei modi che ritengono più opportuni. In questo senso è sospeso il procedimento, in attesa delle memorie e delle note che gli aventi diritto vorranno far pervenire. Credo che, proprio ieri, sia pervenuta una nota del direttore generale, Fulvio Dettori, che pure lui interviene nel procedimento amministrativo con un'opinione totalmente diversa da quella del responsabile del procedimento, cioè la dottoressa Melis. Credo che sia intervenuto in questo procedimento anche Saatchi & Saatchi, che naturalmente presenta delle memorie contro l'annullamento della gara. La Giunta regionale non annulla gare, non assegna gare e non le ha annullate. La Giunta regionale si atterrà a quello che i dirigenti riterranno di dover fare liberamente, e poi si atterrà a eventuali disposizioni da parte dei magistrati dei tribunali quando ci saranno delle sentenze.

Mi avete anche chiesto cosa intendessi fare sul Direttore generale della Presidenza. Il Direttore generale della Presidenza è in carica e rimarrà in carica fintanto che non sarà emerso alcun comportamento, non sarà emerso e chiarito da qualche tribunale alcun comportamento non compatibile con il suo ruolo. Questo è quanto, questo è quello che mi avete chiesto e quello che è importante dirvi. Poi, sulla vicenda Saatchi & Saatchi, credo che se ne occuperanno, se ne stanno già occupando in tribunale. Prima o poi qualcuno ci darà una risposta chiara. Io ho un parere diverso dal vostro, ho un parere diverso su molte delle cose che sono scritte, ma non era il tema di oggi. Su quel documento il Consiglio si è già espresso e mi ha trasmesso quel documento per le valutazioni opportune che naturalmente ho fatto, e per gli atti che ritenessi conseguenti.

Gli atti che ritengo conseguenti sono quelli di dare piena libertà ai responsabili del procedimento per fare quello che ritengono assolutamente più opportuno. Ho detto che sono intervenuto per il rispetto che porto a questa istituzione; ora non vi dispiacerà, spero che abbiate lo stesso atteggiamento di rispetto per un'altra istituzione, per la Presidenza della Regione, per la responsabilità che porta e per la necessità, ora, di essere in un altro luogo della Sardegna. Spero che porterete avanti il dibattito che immagino sarà ricco e interessante, alla presenza di parte della Giunta regionale, che sicuramente mi riferirà.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Moro. Ne ha facoltà.

MORO (A.N.). Quello che capita in questo Consiglio non me l'aspettavo, nonostante la mia breve esperienza in Consiglio regionale, ma, come lei sa, abbiamo vissuto altri Consigli. C'è davvero molto imbarazzo nel proseguire questo dibattito, c'è molto imbarazzo e anche molta rabbia nel dover tornare su questo problema in Consiglio. In un Consiglio regionale normale, in un'Assemblea legislativa normale, in uno Stato normale, direbbe D'Alema, dovrebbe essere superato, non dimenticato, perché è di gravità senza precedenti, ma almeno superato, nel senso che, finalmente, avremmo voluto occuparci di altro. Invece siamo ancora qui a chiederci in che cosa consista il ruolo del Consiglio regionale, perché sembrerebbe che con questo volersi introdurre nel dibattito aperto ai consiglieri, il Presidente, che ha diritto di farlo quando vuole, abbia smontato qualsiasi tesi perché quello che ha promesso, e io non ho dubbi, perché non ho creduto mai a quello che ha detto, non l'ha mai neanche mantenuto. Io vorrei che il Consiglio continuasse il dibattito a prescindere dalle promesse che ha fatto il Presidente.

Dicevo che siamo ancora qui a chiederci in che cosa consista il ruolo del Consiglio regionale, se abbia un potere di indirizzo e di controllo sugli atti del Governo, come succede in tutte le democrazie avanzate, se abbia il potere di istituire Commissioni d'inchiesta su fatti di eccezionale gravità e pubblico interesse, se abbia il potere di proporre all'Assemblea i risultati del lavoro di tali Commissioni sotto forma di risoluzioni, ordini del giorno o altro. Se, soprattutto, i voti espressi dal Consiglio come atto finale di queste procedure istituzionali contino o no, abbiano valore vincolante per lo stesso Consiglio o altri organi della Regione, o debbano essere tranquillamente derubricate come le famose gride manzoniane. Questo è un fatto di democrazia formale e sostanziale, che se non risolto ci autorizza a parlare di piena e totale delegittimazione del Consiglio, alla quale intendiamo ribellarci direi come cittadini di questa Regione e di questo Stato e non soltanto perché consiglieri regionali. Perché di delegittimazione di questa Aula si deve parlare e si è parlato tanto tempo fa, è stato denunciato anche da parte della maggioranza stessa.

Vorrei fare comunque due semplicissime osservazioni. La prima è sulla necessità di annullare la gara per la pubblicità istituzionale, di censurare l'operato del Direttore generale dell'amministrazione regionale; su questo punto c'è stato il voto unanime di questo Consiglio, non di una maggioranza e nemmeno dei due terzi o dei tre quinti, c'è stata l'unanimità. Seconda osservazione, la vicenda risale al mese di gennaio, anzi, per la verità molto prima, è ampiamente conosciuta dentro e fuori gli uffici regionali. Il Consiglio ha deliberato il 19 giugno scorso, più di un mese fa, e si può sapere cosa occorre per dare corso a quella delibera? Già questo basterebbe e avanzerebbe; poi, però, si è aggiunto nel tempo un secondo elemento di delegittimazione (Presidente, capisco che ormai abbiamo svilito quello che poteva essere l'argomento principe, visto che il principe è andato via) non meno grave del primo o dei primi.

Pochi giorni fa il Dirigente responsabile del procedimento ha notificato alle parti interessate l'intenzione di annullare la gara; l'ha riconosciuto lo stesso Presidente. Dal suo punto di vista, ed in base alla sua competenza, quel dirigente ha agito in modo corretto, anche perché il provvedimento di annullamento per autotutela può venire solo se c'è un interesse pubblico da salvaguardare, esattamente quello che ha sostenuto la Commissione. E va anche sottolineato che cosa in questo caso particolare costituisca interesse pubblico: certamente quello di evitare gravi danni per la Regione, certamente quello di riportare legittimità e legalità non contro qualcuno, ma a tutela di tutti, di un procedimento amministrativo che, come è emerso anche da molte audizioni della Commissione, ha fatto acqua da tutte le parti, a causa dell'attribuzione dei punteggi, del difetto di motivazione degli stessi, degli arrotondamenti discrezionali e anche della mancanza, ormai è certo, delle certificazioni di qualità richieste dal bando e non possedute dalla società in un primo momento dichiarata vincitrice.

In altre circostanze se, come abbiamo ricordato in apertura, la nostra fosse una Regione normale, per annullare una gara sarebbe bastato molto meno di fronte a questi fatti, ma paradossalmente non è solo questo il punto. Come sappiamo la legge stabilisce un principio di separazione fra gli atti di indirizzo che spettano all'Organo politico e quelli di gestione di competenza della struttura amministrativa. Qui siamo in presenza di un atto della struttura amministrativa e di nessun atto dell'organo di Governo, nonostante lo stesso sia stato chiamato a compiere atti precisi ed inequivocabili dal Consiglio regionale, lo ricordiamo ancora, all'unanimità. Ecco perché poniamo questo problema come un problema di democrazia, di riconoscimento del ruolo delle istituzioni, di dignità del Consiglio regionale stesso. La realtà di oggi è che ci occupiamo ancora di questa vicenda e lo facciamo solo per iniziativa dell'opposizione. Anzi, per la verità, qualcosa l'ha fatta la maggioranza, ha cercato di taroccare e aggiustare secondo i propri scopi l'informazione istituzionale su questo argomento, alterando completamente i contenuti del voto del Consiglio regionale e offrendo una lettura del tutto distorta, fatto tanto vergognoso quanto infantile, perché grazie all'ampia sintesi televisiva sulla seduta del 19 giugno, decine di migliaia di sardi, se non di più, hanno potuto vedere e sentire su che cosa si è votato e come si è votato.

Rispetto a questa vicenda poi non si è capito molto bene cosa sia successo. La Presidenza del Consiglio ha fatto una specie di amichevole rimprovero, urbi et orbi, un po' alla Giunta e un po' allo staff del Presidente, un po' ai gestori del sito istituzionale, un po' a tutti e a nessuno. Me lo consenta, signor Presidente del Consiglio, ma sfugge la sua valutazione compiuta sull'episodio, perché delle due l'una, o l'ha considerata una semplice svista casuale, o non ha avuto il coraggio di tenere questa linea per non farsi ridere dietro dal mondo intero, o l'ha considerato un consapevole intervento doloso, e in quel caso, non potendo assumere provvedimenti autonomi, avrebbe dovuto sollecitare gli organismi competenti della Regione, magari quel Direttore generale che, come tutti sanno, è parte in causa; e come! Riassumendo: il Governo regionale non ha fatto nulla, lasciando colpevolmente scorrere il calendario in attesa che arrivasse qualcun altro a togliergli le castagne dal fuoco, e la Presidenza del Consiglio non ha fatto nulla a tutela di questa Assemblea, lavandosi anzi le mani in modo pilatesco quando ha avuto la prova evidente che non solo la Giunta e il Presidente volevano insabbiare la vicenda in attesa di tempi migliori, ma addirittura manipolare l'informazione fino a far dire al Consiglio cose che nemmeno si era sognato di pensare.

A parte tutti questi schizzi di fango che qualcuno sta lanciando sulle istituzioni che riguardano solo il primo punto del deliberato unanime della Commissione, sull'altro, la censura al Direttore generale, assistiamo ancora ad un assordante silenzio. Che intenzioni ha il Governo regionale, o meglio il suo Presidente? Ce l'ha detto telegraficamente nel suo breve intervento. Comunque questo provvedimento lo ha fatto o non lo farà, ha detto che non lo farà in attesa di evoluzioni diverse. Se non lo fa cade immediatamente la foglia di fico e l'annullamento della gara per via amministrativa resta in piedi in tutta la sua portata. Il secondo atto richiesto dal Consiglio: non succede niente, allora nasce un conflitto senza precedenti nella storia autonomistica fra Giunta e Consiglio ed il Consiglio, cioè il Presidente e tutto l'Ufficio di Presidenza devono farsene carico senza guardare in faccia a nessuno, altrimenti significherebbe ammettere che leggi e regolamenti sono variabili dipendenti. Esistono, ma per modo di dire, si trova sempre la maniera di eluderli o aggirarli, neutralizzarli o renderli inoffensivi a seconda del Governo di turno, del Presidente di turno e delle convenienze politiche. Comunque, per concludere, signor Presidente, deve dire, infine, come conseguenza naturale dei passaggi precedenti, se intende dare corso ad un deliberato unanime di una Commissione d'inchiesta…

PRESIDENTE. Concluda, onorevole Moro.

MORO (A.N.). E ad un voto dello stesso Consiglio regionale diviso per parti a causa di vicende che sarebbe forse inutile ricordare, ma identico nei contenuti. Grazie.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Farigu. Ne ha facoltà.

FARIGU (Gruppo Misto). Grazie, Presidente, io ho chiesto la parola su questa mozione per parlare, le assicuro, non tanto in merito all'appalto sulla pubblicità istituzionale, di cui abbiamo parlato abbondantemente nel passato, non avevo e non ho neanche adesso l'intendimento di entrare nel merito delle responsabilità di ordine giudiziario, amministrativo o penale, quanto piuttosto delle responsabilità di ordine politico dell'atto, perché il bando è frutto di una manifestazione di volontà di governo; posto che, a torto o a ragione, questa questione ha suscitato tra le forze politiche, tra i consiglieri singoli, nella opinione pubblica una serie di dubbi, di sospetti, che hanno alimentato l'antipolitica, perché nell'opinione pubblica queste cose passano per i loro aspetti assolutamente negativi.

Quindi non tanto il giudizio sulla portata delle enormi risorse destinate allo scopo, che sono davvero enormi pensando ai drammatici problemi che affliggono la nostra società, i nostri problemi sociali (disoccupazione, inoccupazione, giovani, scuola, tutto quel che sappiamo; non ci ripetiamo); questa questione ha sicuramente suscitato indignazione nell'opinione pubblica. Un Governo responsabile, al di là delle questioni formali che sono state identificate, recensite, codificate dalla Commissione d'inchiesta, con un atto raro in questo Consesso, all'unanimità avrebbe dovuto responsabilmente, al di là di ogni altra valutazione, con un altro atto di governo, annullare il precedente, chiudendo una partita. Ciò non è stato fatto. Ma quel che è grave è quando un Presidente della Giunta regionale, un Presidente della Regione viene in Aula a sostenere, come dire, la non necessità del rispetto formale richiesto dal bando in ordine, per esempio, alla certificazione dell'ISO eccetera, eccetera. Ma come può la massima espressione del Governo regionale sostenere che i commissari, di una Commissione conseguente a un atto di governo, vengano invitati a non rispettare la legge? Ma non solo!

Il Presidente della Regione, oggi, quando si è riferito al suo direttore generale, ha ricordato un altro fatto grave, che all'atto della dottoressa Melis, la responsabile delle procedure, avrebbe risposto il direttore generale della Presidenza della Giunta, che è Presidente della Commissione! Sono fatti di una enormità legale che non ci sono aggettivi per qualificarli.

Ma ciò per cui volevo intervenire e intervengo, e intervengo da consigliere, al di là delle posizioni politiche di ognuno di noi, ma come semplice consigliere, è l'offesa politica alle istituzioni che è contenuta nell'atteggiamento del Presidente nei confronti di un atto del Consiglio, che è l'atto della Commissione d'inchiesta, approvata con due ordini del giorno sostanzialmente identici, ma con un atto della Commissione che è il Consiglio. La Commissione espressa dal Consiglio rappresenta il Consiglio! Questo è quello che mi preoccupa di più: il dispregio che ha questo Presidente per le espressioni istituzionali democratiche della nostra autonomia. Io ho troppa stima e amicizia per il Presidente di questo Consiglio per cui ho difficoltà a difendere con le mie parole anche il suo ruolo. E' stato offeso non il collega Spissu, ma il Presidente di questo Consiglio che, più volte chiamato dal Presidente della Giunta per concordare in nome del Consiglio gli appuntamenti per discutere queste mozioni in quest'Aula, , dopo aver riconvocato il Consiglio a seguito delle maturate intese col Presidente della Giunta, è stato allegramente ignorato. L'offesa, però, non è al collega Spissu, ma è al Presidente del Consiglio, quindi a tutti quanti noi.

Di queste cose gravissime volevo parlare, Presidente, perché le istituzioni già hanno poco credito, sempre meno credito nell'opinione pubblica nella quale c'è un crescente disorientamento, una crescente disaffezione verso la politica e verso le istituzioni. Ebbene, questi sono contributi micidiali che alimentano questa sfiducia crescente nell'opinione pubblica. Queste cose volevo dire, Presidente, e la ringrazio.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Maninchedda. Ne ha facoltà.

MANINCHEDDA (Gruppo Misto). Si dirà al termine di questo intervento se ho contribuito oppure no al nuovo argomento all'ordine del giorno della politica regionale, cioè che cosa sia destra e che cosa sia sinistra. Tema che a me non appassiona molto, però certamente mi ritrovo molto in ciò che ha scritto recentemente Giovanni Sartori, e cioè che il bipolarismo italiano non funziona perché, mentre altrove destra e sinistra si ritrovano molto sul rispetto delle regole, in Italia c'è una tendenza trasversale a violare le regole. E' pur vero che in un tempo sbagliato bastava un avviso di garanzia perché un uomo politico si autosospendesse dalle proprie funzioni, ma oggi si è arrivati all'estremo opposto, che perché un uomo politico tolga dall'imbarazzo i cittadini bisogna arrivare alla sentenza di terzo grado.

Io vorrei ricordare un episodio: quando un consulente di Prodi, il dottor Sircana... no, non è Sircana… Rovati, venne lambito da una fuga di notizie lui si dimise, accettando una condizione che è quella dei funzionari pubblici, che quando vengono lambiti sono spesso sospesi. Qui invece non accade. Allora, io vorrei sottoporre al Consiglio alcune riflessioni sulla necessità che il ceto politico della Sardegna non affermi di essere al di sopra delle regole, non aggiunga ai tanti privilegi anche questo, non aggiunga l'impunità. E vorrei svolgere un ragionamento, se possibile, e concluderlo, e non mi sto riferendo a membri di questo Consiglio.

Il precedente ordine del giorno, approvato in quest'Aula, ha trovato applicazione solo nella parte relativa all'annullamento della gara. Ora, questo è un fatto da niente? La responsabile del procedimento evidentemente ha ritenuto fondati l'istruttoria e le conclusioni della Commissione d'inchiesta. Per via logica, se il responsabile del procedimento ritiene viziato il percorso al punto da annullarlo, il Presidente della Commissione risulta investito di una censura oggettiva sulle cui responsabilità decideranno altre autorità dello Stato, ma che questa censura ci sia mi pare un dato rilevato dalla Commissione e confermato dall'atto assunto dalla responsabile del procedimento. Qual è il risvolto politico di questa responsabilità che la responsabile del procedimento ha posto in carico al Presidente della Commissione? E - domanda - perché nella Commissione si è chiesto l'allontanamento del Direttore generale? Per la parte che mi riguarda, in quanto componente di quella Commissione, la richiesta era fondata semplicemente su questo: noi riteniamo che ci sia una regola che vada rispettata, e cioè che il potere che amministra risorse pubbliche non può scegliersi arbitrariamente le aziende a cui affidare i lavori. Questa regola deve essere vigente, perché diversamente avremmo il costituirsi di un'elite economica fondata sul favore politico, che è stata da sempre - basta conoscere un po' la storia - non solo la rovina dell'Italia, ma anche la rovina della Sardegna. Noi siamo spolpati dagli imprenditori scelti dalla politica.

Io sono profondamente convinto che non ci troviamo di fronte, nel caso Saatchi, a un caso di corruzione; sono convinto che non vi sia alcuno che ha dato denaro, né alcuno che lo abbia ricevuto. Io di questo sono certo, per le cose che conosco. Siamo invece di fronte a un caso di privilegio, privilegio accordato arbitrariamente ad una società semplicemente perché ritenuta la migliore, a prescindere dal metodo, cioè dalla gara, che la legge individua perché questa eccellenza si dimostri superiore a quella altrui. E' un male antichissimo questa storia degli imprenditori amici che, chiaramente, per uomini politici sono sempre grandi imprenditori prima di diventare amici della politica, ma è un male! Questo male del favore politico è qualcosa di catastrofico per la Sardegna, perché distorce il principio della concorrenza che è l'unico criterio di selezione della qualità delle imprese.

Io vorrei dire qui che sono per la concorrenza delle imprese, non per innescare la competizione sociale come sta avvenendo in Sardegna, io sono per uno Stato che non compri imprese, non acquisisca aree, ma quando i lavoratori sono senza lavoro li istruisca e li paghi, li remuneri, non per acquistare le imprese e per salvare gli imprenditori. Quello è un altro modo, quello è un altro sistema. Sono per la concorrenza tra le imprese, però. La logica del favore politico per promuovere l'impresa non produce a valle qualità, produce ancora, in qualche modo, una distorsione. Anche in questo caso è andata così. Il subappalto al consorzio Sardigna Media Factoring, tanto enfatizzato nei mesi scorsi, era ben noto alla Commissione di inchiesta, ma era perfettamente legale, perfettamente legale! Ma viene da chiedersi: perché la Saatchi sceglie, per affidare il 30 per cento di un grosso appalto, un consorzio neonato, che è nato da neanche un anno, con all'interno società inattive e con nessuna delle società sarde che hanno competenza e abbiano maturato meriti in quel settore? Noi siamo sicuri che questa rapidità di successo di questo neonato consorzio favorisca in Sardegna l'etica del lavoro, della qualità, della libera e reale concorrenza, o favorisce invece l'etica delle conoscenze, di cui abbiamo, francamente, le tasche piene?

Alcuni colleghi mi hanno fatto notare che un uomo politico - quale io sono, pro tempore - non può ignorare che c'è una forma, e cioè il diritto delle relazioni politiche e sociali, e c'è una sostanza, e cioè la forza delle relazioni politiche e sociali, la quale sostanza, o forza che dir si voglia, consentirebbe a chi vince di fare un po' come vuole, con la sola avvertenza di salvare le apparenze. Io sono contrario a questa idea, io sono contrario all'idea che chi vince le elezioni può fare quello che gli pare. Ma ammettiamo che questa sia l'idea prevalente: allora occorrerebbe essere chiari e modificare l'ordinamento in maniera tale che in Sardegna si sappia che è legittimo essere lobbisti, cioè che si sappia perché è legittimo, giacché l'unica regola sarebbe convincere chi ha il potere.

Allora, occorrerebbe essere coerenti e dire alle diverse magistrature di non occuparsi dell'azione del potere politico perché questo è sopra le leggi in virtù del mandato elettorale. Allora occorrerebbe essere democratici e rivolgersi agli elettori con questo programma, che non era scritto nel programma elettorale, e si chieda loro il consenso. Se accadesse, io sarei nel versante dove si difende la legalità. Per capirci, se avessimo l'occasione di poterlo fare, ma per oggi - e io spero anche per domani - le leggi sono uguali per tutti, il potere non può scegliersi come gli pare le aziende che più gli piacciono, per cui resta valido e motivato il dispositivo della relazione approvata dalla Commissione di inchiesta che chiede l'allontanamento del Direttore generale come misura che tende a ribadire la non vigenza dell'impunità della Pubblica amministrazione. Una persona come Rovati si sarebbe autosospeso dalla funzione, si sarebbe autosospeso dalla funzione proprio per non dare la sensazione ai cittadini della impunità dell'Amministrazione pubblica e come segno tangibile dell'esistenza di un ceto politico, quale noi siamo, che ancora crede nelle regole e nelle responsabilità.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Atzeri. Ne ha facoltà.

ATZERI (Gruppo Misto). Grazie, signor Presidente, la nota della dottoressa Melis, anche se tardivamente, conferma ciò che era emerso nell'ultimo Consiglio regionale, che questa gara è irrimediabilmente viziata e deve essere annullata senza indugi da parte di nessuno. Ciò anche per coloro che pensavano che questo dirigente subisse indebite pressioni; invece, con grande dignità professionale, ha fatto il proprio dovere. Questo conferma che dobbiamo tutelare l'alto principio della separazione della politica dall'Amministrazione. Però, in questo regime di tecnocrazia, il metodo e il merito, che devono essere inscindibilmente legati a doppio filo, vengono vanificati perché - questo lo dico con grande amarezza - si sta ingenerando, si sta inculcando, una filosofia politica che chi vince le elezioni deve comandare e far chinare il capo alle istituzioni.

Io, in quell'appassionato dibattito ho ricordato qualche concetto espresso da colleghi, ma per non incorrere in errori ho estrapolato il verbale del resoconto di ciò che è stato detto dall'onorevole Porcu, e cioè: "Non interessa in realtà a nessuno sapere se vi siano state realmente incongruenze o no nella gara d'appalto, ma solamente dare per assodato un dolo e quindi porre una questione politica e una questione morale", ha continuato a dire che "ai sardi, in effetti, non interessa perché se vale questo assioma" ha detto "chi ha lavorato con Tiscali dovrebbe essere bandito da tutte le gare". Cioè, sono parole gravissime perché dette nella massima Assemblea legislativa e quindi passa il principio che il fine è giustificato dai mezzi, anche scorretti. Parole infamanti, perché se passa questa filosofia, si decide già, senza bisogno di bandire gare, chi deve decidere.

In effetti, la relazione dei consiglieri, maggioranza e opposizione, ha fatto emergere questo sgradevolissimo tanfo e doveva invitare, senza indugi, ad annullare la gara. Certo che la Giunta non può motu proprio annullare, ma dobbiamo aspettare la magistratura? Dobbiamo aspettare i dirigenti? Il responsabile di quella gara, il dottor... non ricordo il cognome, il dottor Dettori, ha commesso le marachelle che sono così evidenti e deve essere rimosso forzatamente e velocemente, non si può dire offendendo questa istituzione: "Io la penso diversamente"! E' di una tristezza questo dogma, ma come ci si permette di dire: "Io la penso...".

Entriamo nel merito, tant'è che a conclusione di quel dibattito, ricordo ancora, non aveva risposto a nessuna delle analitiche perplessità emerse in quest'Aula. Ha adottato una tattica da Ecce homo, gli mancavano le stigmate nelle mani: "Io sono una persona onesta, non sono colluso con Totò Riina o con altri cloni", ma ci mancherebbe altro che i sardi avessero scelto una persona in odore di mafia, un truffaldino. Ma politicamente, moralmente, chi si rende complice di questi misfatti, beh, cari colleghi consiglieri, bisogna trarre le conclusioni e ricordarsi che non è vittima il presidente Soru - come ha sostenuto - di una congiura dei cattivi della politica, della quale lui è la parte più nobile e disinteressata, questa non possiamo berla, colleghi consiglieri, perché altrimenti la legalità smette di rappresentare un valore importante e lascia il passo alla spregiudicatezza, al cinismo. Ecco perché io richiamo i consiglieri che hanno, con grande coraggio, e loro sì, subito penso pressioni, fatto emergere tutte queste irregolarità, illegittimità, altro che incongruenze, quanta ipocrisia nelle frasi dette in Aula, non interessa sapere se vi sono state incongruenze, ma qui c'è profilo di illegalità.

Si sta inaugurando una stagione che doveva segnare la rivoluzione francese, come ha detto altre volte Natta il 14 luglio, invece si vogliono risolvere problemi personali con risorse pubbliche. Ma stiamo scherzando! Ma questa è una delle gare più tormentate e truffaldine della storia dell'autonomia della Sardegna e deve essere, ripeto, senza indugi, annullata. E chi si rende complice di questo misfatto non può poi lamentarsi di nulla, perché questa istituzione rimarrà anche domani e non può chinare la testa, e se passa questa filosofia, abbiamo visto anche il rapporto violento, traumatico con altre istituzioni che hanno semplicemente fatto fino in fondo il proprio dovere e hanno eccepito su azioni di governo che rasentano palesemente l'incostituzionalità.

Ma allora tutti gli uomini liberi, tutti coloro che osano, giustamente, perché hanno una investitura popolare, dissentire poi devono essere miseramente, in modo grossolano, etichettati come balilla o federali. Il povero Maninchedda, perché ha detto alcune cose, si è visto scaraventare epiteti che si usavano in un periodo dalla becera sinistra, che quando un avversario diventava un nemico, gli diceva: "Sei un fascista!" o viceversa: "Sei un comunista!". Ma basta, abbiamo superato quelle contrapposizioni, quindi io mi auguro che prevalga la dignità dei consiglieri e incalzino il Presidente affinché annulli questa vergognosa pagina della nostra autonomia.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere La Spisa. Ne ha facoltà.

LA SPISA (F.I.). Io credo che questa discussione sia utile, anche se manca il Presidente, anche se per un impegno che non possiamo certo contestare non è presente qui, vista la grave situazione degli incendi. Ma è interessante e importante questo dibattito perché ha fatto emergere alcuni fatti nuovi, qualche fatto nuovo su cui forse stiamo sorvolando, insieme a fatti vecchi. Fatto vecchio è l'ennesima finzione, dice il Presidente: "La Giunta regionale" risponde alla mozione dicendo "Ha lasciato la piena responsabilità agli uffici regionali". A quali uffici ha lasciato la piena responsabilità? Perché il fatto nuovo emerso oggi è una cosa su cui dobbiamo stare molto, molto attenti; il responsabile del procedimento è il dirigente che oggi ha avviato il procedimento di annullamento, ma il Presidente poco fa ha detto che il Direttore generale della Presidenza sta esprimendo pareri. Io credo che questa Aula debba conoscere il parere di cui ha parlato il Presidente. A che titolo il Direttore generale esprime pareri su questo procedimento? E' forse sovra ordinato rispetto alla dottoressa Melis? Non credo. E' il Direttore generale della Presidenza della Regione, cioè direttore di un ufficio che non è sovra ordinato né ha compiti di coordinamento rispetto agli altri. E' una persona che da un lato è direttamente espressione del potere, del vertice massimo della Regione, dall'altro è la persona però che ha invece avuto responsabilità in una fase del procedimento, quella della gara, che sia una Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale che non è un qualunque e ininfluente organismo della Regione, è una Commissione d'inchiesta con precisi poteri, che ha individuato all'unanimità precise responsabilità e ha individuato irregolarità.

Quindi il professor Dettori è responsabile di una fase del procedimento che è stato dichiarato irregolare da una Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale e che è stato evidentemente considerato responsabile di una irregolarità anche dal dirigente responsabile del procedimento. Come, a che titolo questo alto dirigente, di diretta fiducia del Presidente della Regione, esprime pareri, di chi? Pareri di chi? Sappiamo anche perché: non so se sia stato scritto anche sul sito della Regione, in quel bellissimo commento che ha fatto probabilmente lo stesso Presidente poche ore dopo la conclusione del dibattito, che la Presidenza, attraverso il suo Direttore generale presumo, ha individuato o avrebbe individuato come via necessitata quella di trovare un super esperto di diritto amministrativo che capisse come sono messe le cose.

Allora, il parere che in questo caso ha espresso il professor Dettori è forse espressione, frutto di una superconsulenza? Vorremmo saperlo, vorremmo saperlo. E vorremmo sapere se e come questo parere, di cui assume o assumerebbe la titolarità il Direttore generale della Presidenza, possa influire sull'esito del procedimento, sull'esito delle decisioni del responsabile del procedimento che è la dottoressa Melis.

Io credo davvero che a questo punto le conclusioni della Commissione d'inchiesta siano ancora di più attuali e ancora di più vincolanti sul piano politico rispetto al Presidente della Regione, e credo che il Presidente del Consiglio regionale debba immediatamente prendere atto di questo, e che questo Consiglio regionale non possa concludere questa discussione senza un pronunciamento che ribadisca quanto accertato dalla Commissione d'inchiesta e approvato all'unanimità dallo stesso Consiglio regionale. E cioè, non solo che il procedimento debba essere annullato, ma anche che il Direttore generale venga rimosso da quel posto perché, muovendosi come poco fa ci ha detto il Presidente della Regione, rischia di inquinare, inquinare il procedimento!

Attenzione, noi abbiamo oggi notizia di fatti gravi, di fatti gravi sotto molti punti di vista. Io credo che debbano anche essere analizzati con molta responsabilità da parte nostra e il Consiglio non può star zitto perché tutto questo aspetto poi, giuridico, procedimentale, sfocia sul fatto, sul dato politico e cioè che chi conquista il consenso, come è stato detto da più colleghi, possa essere legittimato a creare aree di impunità per chi si rende responsabile di irregolarità amministrative. Questo non è accettabile politicamente, questo non è accettabile neanche sul piano giuridico dello stesso procedimento che non è affidato in questo alla responsabilità politica della Giunta, ma se è veramente affidato alla responsabilità di un dirigente, non deve essere messo in discussione da intromissioni indebite, che sono sempre più indebite e sempre più sospette.

PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, grazie, io mi rendo conto che l'ulteriore ragionamento sulla Saatchi rischi di essere per il Consiglio regionale quasi un evento imbarazzante, nel senso che ritornare alla discussione sulla Saatchi, dopo un mese dalla conclusione della stessa da parte di questo Consiglio, sembra un ritornare varie volte, nuovamente, sul luogo del delitto, senza avere mai niente da aggiungere rispetto a quello che è stato già detto. Ma, in effetti così non è. Se ci fosse anche una riflessione in questo senso da parte dei colleghi della maggioranza ci renderemmo conto che, ritornando sullo stesso argomento, apprendiamo ogni giorno e ogni volta cose nuove, su cui la riflessione dovrebbe essere corale, di tutti.

La prima di queste riflessioni dovrebbe riguardare il comportamento del Presidente della Regione, del presidente Soru, per un duplice ordine di motivi, che però sono collegati tra di loro. Il primo è l'atteggiamento che il presidente Soru continua ad avere nei confronti del Consiglio regionale. Al di là delle garbate scuse che questa sera ha posto, e al di là del fatto che sicuramente ha motivi validi per non essere presente in questo momento nella discussione consiliare, va però sottolineato come questa discussione è stata rinviata per ben tre volte e che alla quarta, cioè questa sera, il Presidente continua ad essere assente, per motivi validissimi senz'altro, ma bisognerebbe entrare nel merito, forse allora si saprebbero quali siano le motivazioni per cui è stato assente anche le tre volte precedenti.

E bisognerebbe cercare di capire se il Presidente della Regione considera il Consiglio regionale un incidente, col quale ogni tanto si deve confrontare per forza, o se considera il Consiglio regionale comunque l'espressione, esattamente come lo è lui, della volontà popolare, e quindi comunque un'istituzione con cui deve stare in rapporto e confronto in qualsiasi momento della sua attività. Perché, a oggi, sembrerebbe che il Consiglio regionale sia visto dal Presidente della Regione come una seccatura, un fastidio col quale ogni tanto è obbligatorio ed indispensabile attivare delle fasi di confronto, giusto per non far salire troppo il livello del contenzioso e per non mettere in imbarazzo in maniera esagerata la sua maggioranza, ma non come un elemento di confronto e un elemento di contropotere rispetto al potere presidenziale come, comunque, il Consiglio regionale dovrebbe essere.

E la seconda valutazione dovrebbe essere quella sul rispetto del Presidente della Regione nei confronti del Consiglio regionale; rispetto di ciò che il Consiglio regionale produce. Perché, questo Presidente della Regione, che come qualcuno ha ricordato, molti hanno ricordato questa sera, dovrebbe essere il garante delle regole, delle norme e delle leggi… perché non è pensabile, non è assolutamente vero che chi governa ha una delega a fare ciò che vuole. Chi governa ha una delega a porre in essere il proprio mandato elettorale, il programma con cui si è presentato agli elettori, nel sommo rispetto delle leggi, delle regole e delle norme, che non sono delle sovrastrutture che secondo chi vince possono essere in qualche modo baypassate da chi, portatore di una visione etica delle cose, conosce meglio delle norme quale è la reale necessità dei sardi.

Chi vince deve per primo, e lui più di tutti, essere il garante delle norme e delle regole, che sono oltretutto la garanzia per chi invece è minoranza, e quindi è stato mandato dagli elettori a svolgere un'azione di controllo, che sono la garanzia che l'azione di controllo possa essere svolta e che l'azione di controllo possa essere anche il punto fondante di un programma che possa portare chi è minoranza a diventare maggioranza domani. Altrimenti si realizza quello che il collega Dedoni tanto spesso dice essere il rischio della dittatura della maggioranza; prima di Dedoni l'hanno detto altri ovviamente, ma Dedoni ce lo ricorda sempre puntualmente.

Ecco, questa è la valutazione fondamentale, perché il presidente Soru poi cade in una serie di contraddizioni nel suo ragionamento, che sono inquietanti, perché il presidente Soru dice che lascia libertà ai suoi organi, agli organi istituzionali della Regione, alla struttura amministrativa e burocratica della Regione di esercitare delle valutazioni. Bene, ma se il presidente Soru pensa questo, qual è il motivo per cui il presidente Soru in Aula difende l'operato della Commissione di gara entrando nel merito? Perché il presidente Soru dice: "Ma pensate voi che un'azienda di fama internazionale come la Saatchi possa essere priva di quei requisiti che oggi la Commissione d'inchiesta sottolinea che la Saatchi non possiede?". Quindi non è che il presidente Soru lascia agli organi amministrativi le valutazioni, il presidente Soru entra nel merito e ritiene di poter entrare nel merito andando a giudicare la sostanza di quello che è stato fatto.

Beh, insomma colleghi, voi sapete meglio di me, vi posso dare lettura di un verbale di esclusione dell'Azienda sanitaria numero 8, che basta mandare un'offerta di gara per posta prioritaria, invece che per raccomandata, per essere esclusi dalla gara. Insomma, il contenuto della busta, che arrivi per prioritaria, esclusa, che arrivi per consegna a mano, esclusa anch'essa, o che arrivi per raccomandata, la sostanza del contenuto della busta è uguale! Ma noi sappiamo che se la gara dice che è motivo di esclusione il fatto di non presentare l'offerta secondo quello che è l'obbligo del capitolato, l'obbligo del bando di gara, è motivo di esclusione. Ecco, e allora… dimmi Siro!

MARROCU (D.S.). Lo stabilisce la dottoressa Melis!

VARGIU (Riformatori Sardi). No, Siro, il problema è che lo stabilisce la dottoressa Melis se il Consiglio regionale non ha posto in essere una Commissione d'inchiesta e se la Commissione d'inchiesta del Consiglio regionale non è arrivata alle conclusioni a cui è arrivata, e se il Consiglio non ha licenziato due ordini del giorno in cui chiede alla Giunta di fare determinate cose. Perché se tutto questo fosse come dici tu, e cioè che lo stabilisce la dottoressa Melis, e che noi non c'entriamo niente, e che il Presidente della Giunta non c'entra niente, se tutto questo fosse così, non c'è nessun bisogno che il Consiglio faccia una Commissione d'inchiesta, non c'è nessun bisogno che il Consiglio voti degli ordini del giorno, non c'è nessun bisogno che il collega Pittalis occupi metà del suo intervento nel dire che Soru non c'entra niente. Non c'è nessun bisogno di questo! Perché già nelle cose del procedimento amministrativo ci sarebbero le risposte di quello che stai dicendo.

Ma se il Presidente della Regione ci informa, attraverso il sito, che un super-esperto di diritto amministrativo sta verificando, e noi oggi abbiamo la sensazione che il super-esperto sia lo stesso che ha presieduto la Commissione, insomma, la certezza del diritto dov'è? Se non ve ne preoccupate voi, che siete maggioranza, della certezza del diritto, chi se ne deve preoccupare? Perché noi ce ne preoccupiamo molto e ogni giorno, ma le nostre armi sono armi spuntate di fronte alla volontà esplicita di fare muro di gomma di fronte ad ogni osservazione che viene dalla minoranza. Perché la minoranza ha il potere delle interrogazioni. Voi potete vedere le risposte che arrivano alle nostre interrogazioni. Arrivano delle risposte telegrafiche con scritto: "Le cose di cui il consigliere interroga non rispondono al vero". E queste sono risposte ad interrogazioni, quando arrivano! Beh, insomma, le nostre armi non sono le armi che consentono di difendere la certezza del diritto, non abbiamo armi nel campo della politica che siano sufficienti.

E allora, della difesa della certezza del diritto si devono occupare la maggioranza e il Presidente della Regione. E quando noi abbiamo la sensazione che né la maggioranza, né il Presidente della Regione facciano il mestiere che devono fare, cioè garantire le norme, garantire la certezza delle leggi, e che siano sostenuti da un senso etico che va al di là delle leggi, perché è la certezza di conoscere meglio delle leggi quale è la proiezione etica in cui si devono risolvere le vicende e i problemi dei sardi, noi abbiamo il dovere di segnalarvelo e voi avreste il dovere di combattere assieme a noi perché questo non succeda. Per questo io credo che la giustificazione che ha dato Carlo Sanjust, introducendo la mozione, quando urbanamente vi ha detto: "Non stiamo riportando in Aula delle cose che sono state dette e già fatte, stiamo segnalandovi che oggi si vuole negare a questo Consiglio regionale il ruolo che gli è proprio, e cioè quello di denuncia, quello di verifica, quello di controllo e quello di stimolo all'azione della politica", significhi che se non abbiamo più questo ruolo, allora è evidente che noi oggi rappresentiamo per il Presidente della Regione un incidente di percorso, col quale fra un incendio e una visita a Roma per il POR, ogni tanto, bisogna che ci si confronti per forza. Ma non andremo molto avanti, colleghi, se questo è l'obiettivo a cui noi stiamo puntando!

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanjust. Ne ha facoltà.

SANJUST (F.I.). Presidente, se fosse possibile, chiediamo una breve sospensione, prima della replica.

PRESIDENTE. Se non ci sono obiezioni, sospendo la seduta.

(La seduta, sospesa alle ore 20 e 38, viene ripresa alle ore 20 e 46)

PRESIDENTE. Ha domandato di replicare il consigliere Sanjust. Ne ha facoltà.

SANJUST (F.I.). Signor Presidente, se è vero che il dispositivo della mozione è stato alla fine, dopo innumerevoli tentativi e rimandi da parte del Presidente della Regione, oggi discusso, è anche vero che ciò che il Presidente ha già dichiarato in Aula non può soddisfarci nella maniera più totale e assoluta, e oltre a non essere soddisfatti siamo anche estremamente preoccupati per le inquietanti dichiarazioni che il Presidente oggi ha rilasciato all'Aula.

Non possiamo assolutamente accogliere l'invito fattoci dai colleghi della maggioranza: teniamo in piedi la mozione, ribadiamo che il lavoro svolto, non solo dai componenti della Commissione d'inchiesta, ma il lavoro svolto da tutta l'Aula nella presentazione di due ordini del giorno, debba essere assolutamente, non solo preso in considerazione, ma soprattutto rispettato dal Presidente della Giunta regionale. Oggi le dichiarazioni del Presidente hanno, per l'ennesima volta, reso vano il lavoro della Commissione, il lavoro dell'Aula, o stanno cercando di far finta che niente sia accaduto. Noi questo non lo possiamo assolutamente consentire e permettere, ecco perché ribadiamo il nostro voto positivo alla mozione.

PRESIDENTE. Dichiaro chiusa la discussione.

Dobbiamo votare la mozione, nel frattempo è in distribuzione l'ordine del giorno che è stato presentato.

Ha domandato di parlare il consigliere Oscar Cherchi per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CHERCHI OSCAR (Gruppo Misto). Grazie, Signor Presidente, io rimango abbastanza perplesso, abbiamo iniziato il dibattito dove si chiedeva al Presidente Soru, con molta serenità, con molta tranquillità, di riferire la posizione della Presidenza della Giunta ma, soprattutto, la posizione della Giunta, quindi l'aspetto politico, la parte politica di quello che è l'indirizzo o meglio un ordine del giorno che il Consiglio regionale ha approvato nel chiedere, nel dispositivo finale, l'annullamento della gara. Il Presidente ci risponde, come par suo, come ha sempre fatto all'interno di quest'Aula, in modo molto superficiale, in certe circostanze anche arrogante, e, come ha già utilizzato il termine il collega Sanjust, addirittura oggi "inquietante". Inquietante perché ha dichiarato che il Presidente della Commissione di gara, che oggi prende il nome Saatchi & Saatchi, addirittura da Direttore generale ha fornito un parere completamente differente da quello del responsabile del procedimento che ha invece attivato le procedure per annullare, o perlomeno in autotutela, sospendere gli atti di gara.

Ma ancora più inquietanti rimangono le risposte del Presidente Soru, quando, nell'informarsi o nel farsi suggerire interventi all'interno di quest'Aula in modo appropriato, probabilmente con un supporto, chiamiamolo così amministrativo, di un certo peso, di un certo livello, fa delle dichiarazioni che onestamente, a chi ha un po' d'esperienza nella materia, lasciano veramente perplessi. Addirittura nell'intervento sulla mozione precedente, non quella oggi in discussione, aveva dichiarato che non era possibile in qualche modo escludere una società, una ditta che partecipa ad una gara senza aver presentato la debita certificazione di qualità. Bene, una sentenza del Consiglio di Stato che chiarisce, lo dice chiaramente, che non si può ammettere, deve essere necessariamente esclusa ogni società che non, diciamo così, fornisce la certificazione di qualità. Sono dichiarazioni assurde, che lasciano perplessi. Io credo che l'ordine del giorno di oggi debba essere approvato. Il mio voto sarà favorevole, soprattutto in contrasto con la posizione del presidente Soru e per quella che è la non posizione della Giunta Regionale sul caso Saatchi & Saatchi.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Mario Floris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

FLORIS MARIO (Gruppo Misto). Colleghi, oggi scopriamo che il Presidente Soru non ha poteri, non si capisce per quale motivo l'altra volta abbia annunciato l'assunzione di un super esperto per vedere i procedimenti di gara. Cosa se ne faceva? Non si capisce assolutamente nulla. L'altra volta ha difeso ad oltranza le procedure di questa gara, i comportamenti individuali, oggi fa come Ponzio Pilato, la Giunta regionale non approva le gare, la Giunta regionale non annulla le gare, e porta qui una notizia, il fatto che il Direttore generale, per aggravare la già grave situazione, si presenta nuovamente con una propria memoria. Non dimentichiamo che quel Direttore generale era già intervenuto nei confronti del responsabile di servizio per far ripristinare una gara che quel funzionario aveva annullato. Siamo veramente alla farsa! Parlare qui di onestà mi sembra una cosa assolutamente impropria. Ha ragione chi ha detto che l'onestà è di tutti ed è una precondizione per coloro che fanno politica e che amministrano, e non ci sono gli onesti e non onesti.

La verità è che oggi si è dimenticato di dire un'altra cosa: non è vero che la Giunta regionale non ha i poteri! La Giunta regionale è quella che dà le risorse, quella che fissa gli indirizzi, quella che dà gli obiettivi, e gli obiettivi, gli indirizzi e le risorse mutano col mutare del tempo. Magari quelle risorse la Giunta regionale può benissimo prenderle e toglierle dalla pubblicità istituzionale e affidarle alla lotta contro gli incendi in Sardegna. In questo modo assume una responsabilità politica. Quindi io voglio che rimanga in quest'Aula il fatto che lui fa come Ponzio Pilato, non si vuole assumere la responsabilità e nasconde tutto questo sostenendo che non ha i poteri per fare una cosa che la Giunta dovrebbe fare in termini normali.

Anch'io, quando ero Assessore, avevo fatto una gara per le assicurazioni, il giorno dopo sui giornali c'erano le polizze d'oro, ho presentato in Giunta regionale l'annullamento della gara; mi pare una cosa abbastanza normale, una cosa che una Giunta regionale fa, se lo vuole fare. La verità, signor Presidente, è che noi abbiamo abdicato al nostro ruolo, ma immaginate un Presidente di Regione che va al Governo nazionale e dice: farò approvare dal Consiglio regionale una norma per i problemi legati alle entrate della Regione. E che cosa ha fatto? Ha preso i nostri poteri, li ha portati lì, poi ha presentato il bilancio e noi abbiamo approvato quello che il Presidente della Regione ha voluto che noi approvassimo.

Signor Presidente del Consiglio, così non è più possibile andare avanti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Porcu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

PORCU (Progetto Sardegna). Presidente, io voterò contro la mozione e devo dire che, nel sentire le argomentazioni dei colleghi del centrodestra, ho provato un senso non di inquietudine, ma un senso di smarrimento per la pochezza e per il ripetersi di frasi trite, di tentativi di buttare fango e di creare un clima torbido, come fa il collega Capelli quando allarga il tiro e parla di altri bandi, parla di Harrods, cerca di far capire che c'è un sistema, un metodo. Se il collega Atzeri ritiene che io abbia fatto affermazioni gravissime, lo prego di prendere appunti su quello che dirò fra poco. Non solo confermo quello che ho detto, cioè che nella sostanza ai colleghi del centrodestra del merito non interessa nulla, ma riguardo alle parole dell'onorevole Maninchedda, con cui vorrei non polemizzare, ma polemizzo per le cose che dice, che parla di privilegio, parla di etica delle conoscenze e della raccomandazione, parla di una morale per cui chi vince le elezioni può fare quello che vuole, parla di leggi che devono essere valide per tutti, mi chiedo: ma questi argomenti dove sono stati sollevati nella Commissione d'inchiesta? Ma di cosa stiamo parlando?

Stiamo parlando di merito, stiamo parlando di procedura amministrativa, o è in atto un attacco politico che vuole solo intorbidire le acque, buttare schizzi di fango e compromettere un progetto di governo? Di cosa stiamo parlando? Chi è che assegna privilegi? Chi è che è al di sopra della legge? Dov'è la dittatura della maggioranza? E perché la Commissione, se riteneva che questi fossero argomenti politici, non li ha affrontati? Perché in quest'Aula si continua ancora a parlare di politica e fare attacchi politici invece di parlare nel merito, e quando si parla del merito, come fa il collega Maninchedda, si parla del Consorzio Sardinia Media Factoring del quale probabilmente non conosce nulla e non conosce i professionisti che hanno aderito a quel consorzio?

Ecco, quindi, una minoranza che di merito non parla, e porta avanti solamente attacchi politici strumentali per compromettere un progetto di governo, e oggi la pochezza e la vuotezza delle parole ha risuonato in maniera assordante in quest'Aula in cui sono rimasti soli a parlare di un tema che non appassiona, perlomeno non appassiona in questi termini.

E bene fanno il presidente Soru e la Giunta a lasciare che il responsabile del procedimento amministrativo porti avanti quello che ritiene più opportuno, che annulli la gara, ne saremo felici, o la confermi, faccia quello che ritiene più opportuno. Il Presidente non si è stato espresso dicendo solamente che la scelta è libera; ha detto che mette a disposizione qualsiasi strumento, immagino anche consulenze, anche finanziario, anche approvando in Giunta eventuali risorse finanziarie per dare ulteriore supporto alle sue motivazioni e, quindi, dare la pienezza degli strumenti per portare avanti quello che meglio ritiene. La Giunta non può annullare gare, se mai annulla bandi, quando sono malfatti, come quello sulla radiologia e quello sul Sibar che costava 40 milioni di euro ed era stato approvato dal centrodestra ed è stato riformulato per soli 8 milioni di euro. Questo è il vero scandalo e sono scandali che ha portato avanti soltanto il centrodestra.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ladu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

LADU (Fortza Paris). Il motivo della mozione che stiamo discutendo questa sera era quello effettivamente di chiedere al Presidente della Giunta regionale quali atti il Governo della Regione ha fatto seguire al deliberato dal Consiglio regionale che, di fatto, ha discusso e approfondito i temi che ha studiato ed esaminato la Commissione d'inchiesta. Allora, collega Porcu, la Commissione d'inchiesta ha votato all'unanimità almeno su due punti fondamentali: la necessità di procedere all'annullamento della gara; la censura nei confronti del Presidente della Commissione d'appalto. Su questo mi pare che anche il suo Gruppo abbia votato a favore. Non ho capito dov'è lo scandalo. Noi abbiamo chiesto in questa mozione se il deliberato di quella Commissione d'inchiesta era stato rispettato o meno.

Allora, noi oggi possiamo dire che la Giunta regionale, lo ha detto anche il Presidente, non ha fatto assolutamente nulla, la Giunta regionale ha deciso di non decidere e l'unico provvedimento che è stato avviato è quello della responsabile del procedimento, la dottoressa Michela Melis, che ha proceduto e sta procedendo all'annullamento della gara; questi sono i dati. A noi preoccupa il fatto che, da parte della Giunta regionale, non si capisce dove si vuole arrivare. Intanto noi vediamo che da parte del Presidente c'è una manifesta insofferenza nei confronti della richiesta di trasparenza e di verità su tutti questi atti, c'è dispregio nei confronti del ruolo e delle prerogative del Consiglio regionale, in quanto questo ha chiesto determinate cose che non hanno avuto seguito.

Allora io credo che il presidente Soru avrebbe dovuto, nel rispetto del deliberato del Consiglio, per lo meno sospendere il direttore, il professor Dettori. Questo non lo ha fatto, visto che non ha provveduto lui, il professor Dettori, ad autosospendersi, almeno avrebbe dovuto farlo lui. Io credo che, per quanto ci riguarda, c'è una totale insoddisfazione per come stanno le cose, per le risposte che ha dato il Presidente. Credo che la gente abbia bisogno di segnali chiari e inequivocabili. Pertanto io chiedo che veramente si chiuda questo capitolo brutto della storia della Sardegna e si riinizi già ad impegnare le risorse, quelle che non sono state spese per la gara d'appalto, e speriamo non si spendano, almeno in questo modo, per finanziare settori produttivi che oggi sono la vera causa di emergenza della crescita economica e sociale della Sardegna. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cappai per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CAPPAI (U.D.C.). Io voterò a favore della mozione, Presidente, per rispetto della Commissione d'inchiesta e del deliberato del Consiglio regionale. La Commissione… Vorrei leggere l'ultima parte del risultato del lavoro della Commissione d'inchiesta che all'unanimità ha approvato questa risoluzione. la Commissione consiliare d'inchiesta pertanto propone al Consiglio regionale di censurare gravemente l'operato della Commissione di gara e del suo Presidente e di chiedere alla Giunta regionale, in sede di autotutela, di annullare la gara e di effettuare una nuova valutazione sull'opportunità che il professor Fulvio Dettori mantenga la funzione che ricopre all'interno dell'Amministrazione regionale. A seguito di questo documento il Consiglio si è espresso all'unanimità e ha approvato ciò che la Commissione aveva suggerito.

Onorevole Porcu, tutti abbiamo votato quella risoluzione. Oggi il suo Presidente, che in materia è ben ferrato, e lei lo sa meglio di me, e più di me, viene a dire, dopo che il responsabile del procedimento propone l'annullamento della gara, che la gara è sospesa, la gara è sospesa non annullata, la gara è sospesa in attesa che il professor Dettori, cioè il Presidente della gara, fornisca ulteriori documenti, ulteriori suggerimenti, usiamo questo termine; e poi lei dice che noi vediamo torbido. Noi vediamo incoerenza in quello che state facendo, perché votate una risoluzione, e oggi, dopo che parla Soru, ne volete proporre un'altra, che è quella di lasciare Dettori al suo posto, di non annullare la gara, che Saatchi and Saatchi faccia la pubblicità istituzionale, questo è quello che volete! E lei lo sa bene, e lo dovrebbe dire ad alta voce in questa Aula. Ma non le deve neanche sfuggire che una parte della sua maggioranza, della vostra maggioranza, che ha lavorato in quella Commissione, e mi riferisco alla parte Popolari UDEUR, ha preso le distanze; è un fatto politico di non secondaria importanza, che una componente della vostra maggioranza sulla materia prenda le distanze, vuol dire che non siamo solo noi a vedere torbido, che anche tra voi ce ne sono persone che vedono torbido. Io non sono qui come avvocato del professor Maninchedda, però, onorevole Porcu, se lei è stato attento, se lei è stato attento alle parole del professor Maninchedda, questi ha detto che questo comportamento non faceva parte del programma elettorale che avete sottoscritto tutti assieme.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marrocu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

MARROCU (D.S.). Io personalmente non provo né smarrimento né inquietitudine, è un déjà vu che si sta ripetendo, abbiamo discusso, ridiscusso. Io voto contro perché ritengo che il dispositivo della mozione così come dell'ordine del giorno sia già superato. Si chiedeva alla Giunta di riferire, il Presidente ha riferito quanto la Giunta ha fatto, quello che sta avvenendo, e mi pare conclusivo dell'argomento. Il procedimento è in mano alla responsabile del procedimento, ne risponde personalmente, ne risponderebbe anche di fronte alla legge, è stato detto dal Presidente che al responsabile del procedimento è stato messo a disposizione tutto il supporto, sia interno dell'amministrazione regionale, che il supporto anche esterno di cui può avvalersi. Perché l'annullamento di una gara di quelle dimensioni e di quegli importi implica responsabilità dirette e personali per cui uno, prima di assumere quelle decisioni, ha bisogno di quel supporto.

Il Presidente ha dichiarato in questa sede che la Giunta regionale si è messa a disposizione con tutto il supporto tecnico, giuridico, interno ed esterno. Secondo, ha detto che è una gara, quello che non ha capito il consigliere Cappai, che il procedimento di annullamento è un procedimento che prevede prima la sospensione, che tutti quelli che sono chiamati in causa, compreso il Presidente della Commissione, che ahimè anche lui ha diritto povero cittadino quanto Previti, che difendete ancora nonostante le condanne siano state decise dai tribunali, da tutti i tribunali possibili e immaginabili, ha diritto anche un Presidente di una Commissione di avvalersi della possibilità di dire, in sede di sospensione, la sua per poter capire se quella gara può essere o non può essere annullata, anche lui ha diritto, durante la fase di sospensione, come tutti gli altri soggetti chiamati, a dire la propria. Quindi non mi pare di vedere nulla che possa giustificare da parte vostra di poter andare avanti con una mozione e con un ordine del giorno.

Concludo dicendo che il Presidente ha rispettato l'Aula perché, nonostante il dramma che si sta vivendo nella città di Nuoro, ha deciso di venire in Aula (mantenendo l'impegno ed era suo compito) a riferire quanto sta avvenendo, e poi ha deciso di andare a Nuoro, tema del resto che è stato posto nell'Aula dal presidente Floris e dallo stesso onorevole Capelli prima. Quindi mi pare anche il nostro atteggiamento ineccepibile, correttissimo, dignitoso, serio, che non penso possa essere da voi censurato come avete fatto nei vostri interventi. Quindi votiamo contro sia alla mozione sia all'ordine del giorno perché superati, di fatto, in tutto.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente, il nostro Gruppo vota a favore della mozione per la quale chiediamo anche lo scrutinio elettronico palese. E vorrei, con calma, e quindi senza nessun calore se non quello della passione ideale, quindi senza il calore delle parole che si riscaldano, fare alcune considerazioni con l'amico Chicco Porcu. E cioè, Chicco, e non ti chiamo né collega né onorevole e quelle cose là, perché credo nella tua onestà culturale, ti vorrei dire che il Consiglio regionale, quella parte che non governa, la minoranza, ha colto una serie di situazioni: Saatchi, Pentagramm, Engeenering, sulle quali si ha la sensazione che, chi è investito del potere, perché glielo hanno dato gli elettori e quindi nessuno contesta che lo gestisca, sappia già a priori chi è il migliore, per cui tutto ciò che in questo momento è norma, legge, viene visto quasi con fastidio. Tu dici che questa sensazione è una sensazione sbagliata. Probabilmente è possibile che sia così, però credimi non c'è speciosità nel difendere le nostre ragioni, c'è davvero questa sensazione, e quindi davvero noi cerchiamo di darvi il messaggio che chi governa non è sopra le leggi, neanche se è sostenuto da un senso etico fortissimo; non sto facendo polemiche, ti sto lanciando un messaggio.

Il secondo messaggio che ti lancio, un'altra sensazione che in questo momento abbiamo, è che, oltre ad esserci l'idea che certe norme siano fastidiose perché impediscono di scegliere il migliore che noi già sappiamo chi è, alla fine sia fastidioso anche il controllo del Consiglio, nel senso che il Consiglio chiede alla Giunta e al suo Presidente di avere un'iniziativa politica forte sulla vicenda Saatchi sulla base di ciò che la Commissione ha rilevato. Oggi la sensazione di questa iniziativa politica forte non c'è; e il Presidente della Regione e la sua Giunta dicono sostanzialmente che, addirittura, questa iniziativa forte non gli compete, e quindi non hanno alcuna intenzione di rimuovere né un Direttore generale, né la Commissione, dopo che il Consiglio lo ha sanzionato, e che non hanno una competenza specifica nell'annullamento della gara. Questa è stata la nostra sensazione di fronte alle risposte del Presidente, quindi su questo noi segnaliamo una nostra sofferenza, senza polemica, ma con l'idea che su questo ovviamente continueremo a discutere, se non ci saranno risposte soddisfacenti in questa Aula.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Atzeri per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

ATZERI (Gruppo Misto). Intervengo per dichiarare il voto favorevole alla mozione, perché contrario a questa filosofia che, con preoccupazione, è emersa anche stasera. Ci sono dei colleghi rispettabilissimi che sostengono che il fine giustifica i mezzi. Quindi chi incarna l'antipolitica e scava in un modo rancoroso il risentimento popolare, che allontana le istituzioni dagli stessi cittadini, si accomodi pure. Io invece non sono l'incarnazione dell'antipolitica, non credo di essere sceso su questa terra della Sardegna per portare il verbo taumaturgico e risolvere il nulla, perché dopo tre anni c'è un fallimento politico.

Per questo dico che la questione morale, che è stata roteata come una clava in tempi non sospetti da alcuni partiti, lascia lo spazio ad etica pubblica, che è diversa. Ecco perché noi dobbiamo garantire l'istituzione. Qui c'è un marciume insopportabile. L'ha scritto il Consiglio regionale, colleghi della maggioranza e colleghi della minoranza hanno sancito una gestione pressappochista, truffaldina e chiudo. Ma noi potremmo affidare una banca del sangue ad un vampiro? Come si può affidare la gestione di tutto questo travagliato iter ad un Presidente di Commissione che si è smarrito? Allora non c'è polemica con l'onorevole Porcu, però io mi dissocio quando lei sostiene in Aula che non interessa in realtà a nessuno sapere se vi siano state realmente incongruenze o no nella gara di appalto,.

Io non faccio parte di quella corrente che sostiene, machiavellicamente, che il fine giustifica i mezzi. No, i mezzi devono essere buoni, se vogliamo raggiungere il fine buono, altrimenti siamo di fronte ad una sciatteria, ad una pericolosa deriva presidenzialista, che crea un deficit di democrazia, e non credo di esagerare con questi termini. Io sono fortemente preoccupato perchè non ci sono tutti quei contrappesi che controllano l'operato della Giunta. Abbiamo visto con quale mortificazione e umiliazione nell'agenda, rispettabilissima del presidente Soru, trova posto una questione così nobile e importante. Quindi viene anche vulnerato quel sacro rapporto tra Presidenti dei Gruppi e Presidente del Consiglio. Perché basta il capriccio o una scusa per vanificare il dibattito. Questo è troppo, è insopportabile, dobbiamo dotarci veramente di nuove regole, speriamo in una legge elettorale, speriamo che i sardi capiscano i pericoli derivanti da una legge statutaria che accentra poteri enormi nelle mani di un uomo solo e lo pone in conflitto di interessi. Io posso dire con certezza: "Non ho mai avuto e non avrò interessi nel mondo pubblicitario".

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Biancu per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

BIANCU (La Margherita-D.L.). Grazie, Presidente, intervengo per dire che stasera, in tutta evidenza, si è rilevato quanto l'argomento sia risultato inflazionato. Lo è stato sia per il ripetersi del dibattito ampio che si è sviluppato circa un mese fa, sia anche per il ricorso a uscite demagogiche, come quelle di chi proponeva che le risorse che sono state destinate alla pubblicità istituzionale potessero essere destinate, in considerazione anche del fatto drammatico che oggi sta avvenendo nella nostra Regione, alla lotta agli incendi.

Io credo che chi ha fatto questa proposta sappia benissimo la provenienza di queste risorse, così come io ritengo sappia altrettanto bene che non potevano essere utilizzate, se non per quella destinazione, per come erano state programmate, avendo una provenienza dai fondi comunitari.

Sull'altro aspetto, quello relativo alla trattativa con il Governo sulle entrate, di cui lo stesso collega diceva che, abbiamo approvato quello che il Presidente ha proposto nella trattativa con il Governo, io dico, collega Floris, che noi abbiamo approvato quello di cui eravamo profondamente convinti: abbiamo approvato un'anticipazione delle entrate perché ritenevamo fosse corretto poter destinare risorse importanti, di certa provenienza, alle politiche di sviluppo della nostra Regione, e per poterle destinare in particolar modo anche a favore delle categorie più deboli.

Io credo che questo argomento, ormai, sia stato dibattuto ampiamente; il lavoro che ha fatto la Commissione d'inchiesta noi riteniamo che sia stato un lavoro estremamente importante, ed estremamente corretto, però credo che oggi, rispetto anche a quello che era il dispositivo della stessa mozione che è stata presentata dai colleghi, che ritengo fosse legittima, soprattutto per verificare l'adempimento dei degli ordini del giorno approvati, abbiate pazienza, la vostra richiesta è stata esaudita, avendo il Presidente della Giunta partecipato a questa riunione odierna presentando qual è lo stato di attuazione dei due ordini del giorno.

Per questo, io credo che, risultando adempiuto quanto richiesto nella mozione, o la mozione viene ritirata, e quindi io invito ancora i colleghi dell'opposizione al ritiro della mozione, qualora questo non dovesse avvenire, il nostro voto sarà un voto contrario.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Dedoni per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

DEDONI (Riformatori Sardi). Grazie, Presidente, la Commissione che ha lavorato nei mesi scorsi era una Commissione politico-amministrativa; politica, perché proveniva da questa istituzione nobile che dovrebbe rappresentare l'intero popolo sardo, rappresentativa di tutte le parti politiche qui presenti; amministrativa, nel senso che faceva una verifica sostanziale di un procedimento complesso, quale quell'atto amministrativo in discussione. Ora, io non ho capito se questa maggioranza ha unità di intenti o meno, ma ho scorto poco fa la smentita dell'onorevole Biancu nei confronti dell'onorevole Porcu, il quale esprimeva critiche sostanziali alla Commissione, mentre invece il collega Biancu ha riscontrato che quella Commissione ha lavorato seriamente, ed è pervenuta ad onestà di intenti, come era previsto e prevedibile. Ora, tutto si potrebbe concludere in questo dibattito, tutto potrebbe essere considerato finito ed esaustivo anche per l'opinione pubblica.

Caro onorevole Marrocu, fosse così che la sola presenza del signor Presidente stasera, che graziosamente ha acconsentito di essere in quest'Aula, in questo frangente, tutto sarebbe stato ormai tacitato; bastava dire che aveva posto in essere quanto il Consiglio regionale all'unanimità aveva deliberato in questo consesso. Così non è stato, anzi, ha riaperto i termini della discussione, ponendo veramente in imbarazzo serio chi con correttezza si è comportato in quella Commissione, quasi quasi rivendicando, in maniera arrogante, di poter decidere sulle decisioni del Consiglio infischiandosene, permettetemi il termine, dei risultati del dibattito e di quella che era la decisione assunta in quest'Aula.

Questo è il fatto inquietante e il fatto che pone nuovamente in discussione seria il permanere di un dibattito interno al Consiglio, ma anche nell'opinione pubblica, di ciò che è la Saatchi & Saatchi e di quelli che sono altri momenti gravi che si stanno registrando, caro Porcu, nell'Amministrazione regionale. Allora, questi fatti vanno sviscerati perché la legalità e la trasparenza sono il primo dato essenziale di una buona amministrazione. Se nessuno ha da aver paura, e concludo…

PRESIDENTE. Prego.

DEDONI (Riformatori Sardi). … credo che si possa, con tranquillità, porre in essere quanto il Consiglio ha deliberato, non trovando sotterfugi e momenti di fuga, pensando di riaprire discussioni che invece dovrebbero essere chiuse definitivamente nel solco tracciato.

PRESIDENTE Ha domandato di parlare il consigliere Uras per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

URAS (R.C.). Dichiaro il voto contrario del P.R.C. alla mozione, e colgo l'occasione per manifestare una preoccupazione, che ho manifestato anche nel corso del dibattito sul medesimo argomento che già si è svolto in questo Consiglio, anche perché spesso è evocato il ruolo di questo Consiglio, sul quale, però, ho la vaga impressione che si abbiano opinioni diverse. Io, per esempio, penso che questo Consiglio non debba svolgere funzioni amministrative, debba svolgere funzioni legislative, di controllo dell'attività amministrativa sul piano politico, e non si debba mai trasformare in un tribunale, cioè in un luogo nel quale si emettono sentenze, si invita a punizioni per l'autorità di governo, senza aver dato la possibilità ad alcuno di difendersi, senza aver mai portato in questo Consiglio tutti gli elementi, perché questo Consiglio abbia la possibilità di dare un giudizio, un giudizio che peraltro non gli compete.

Ci sono le Commissioni di disciplina per punire i funzionari, ci sono i tribunali per annullare i provvedimenti amministrativi, ci sono i tribunali anche per colpire le malversazioni. Io non accetto alcuni ragionamenti, mi dispiace, perché vengono da persone che stimo. Io non accetto che ci sia un retro pensiero che dice: "Siamo tutti onesti, ma voi siete dei delinquenti". Siamo tutti onesti perché questa è la precondizione, ma voi truccate le gare. Siamo tutti onesti perché, anzi, vi riconosciamo che fate tutto secondo le regole, però voi le violate e, anzi, talmente avete idea di violarle che togliete la parola a coloro che debbono sorvegliare in funzione della legittimità e della legalità dei provvedimenti. Io, questo ragionamento, penso che non sia tollerabile. Penso che questa maggioranza, anche con le critiche, non abbia riversato lo stesso veleno nei confronti della minoranza che ha governato nella precedente legislatura, ma non perché non si siano fatte gare, non perché non si siano vinte e le abbiano vinte soggetti che pure avevano peso sul mercato, ma perché la precondizione a cui abbiamo fatto riferimento all'inizio di questo dibattito noi pensiamo che sia veramente in possesso di ciascuno di noi.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, della mozione numero 128.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Atzeri - Cappai - Cherchi Oscar - Contu - Cuccu Franco Ignazio - Dedoni - Farigu - Floris Mario - La Spisa - Ladu - Lai Renato - Liori - Lombardo - Marracini - Murgioni - Pileri - Pisano - Pittalis - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sanjust - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Caligaris - Calledda - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Davoli - Floris Vincenzo - Gessa - Manca - Marrocu - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Secci - Uggias - Uras.

Si è astenuto: il Presidente Spissu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 22

contrari 31

(Il Consiglio non approva).

Comunico che è stato presentato un ordine del giorno Maninchedda, Atzeri, Marracini, Lai, Pittalis.

(Si riporta di seguito il testo dell'ordine del giorno:

Ordine del giorno Maninchedda - Atzeri - Marracini - Lai Vittorio Renato - Pittalis, sull'attuazione degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione.

IL CONSIGLIO REGIONALE

A conclusione della discussione della mozione sull'attuazione degli ordini del giorno approvati dal Consiglio regionale sulla relazione finale della Commissione d'inchiesta sull'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del regolamento del Consiglio.

CONSIDERATO l'ordine del giorno con il quale si chiedeva l'annullamento della gara per l'affidamento della campagna pubblicitaria istituzionale della Regione le dimissioni del Direttore Prof. Fulvio Dettori;

VERIFICATO che l'ordine del giorno succitato ha trovato parziale adempimento solo nell'iniziativa della responsabile del Servizio Trasparenza e Comunicazione della Presidenza della Giunta regionale, dottoressa Michela Melis, diretta all'annullamento, in via di autotutela, nell'atto di aggiudicazione della gara;

impegna la Giunta regionale

a riferire le ragioni della mancata ottemperanza a quanto deliberato dalla Commissione d'inchiesta e fatto proprio dal Consiglio regionale con la approvazione di ben due ordini del giorno approvati il 19/06/2007.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare la consigliera Caligaris per dichiarazione di voto. Ne ha facoltà.

CALIGARIS (Gruppo Misto). Grazie, Presidente, io voterò a favore dell'ordine del giorno numero 1 per tre motivazioni. Innanzitutto perché, a mio modesto avviso, occorre distinguere tra gli aspetti strettamente tecnici della gara, aspetti affidati ai funzionari da quelli del Consiglio…. Colleghi…

(Interruzioni)

In secondo luogo per ribadire il positivo giudizio espresso dall'Aula, e da me personalmente, sul lavoro svolto dalla Commissione d'inchiesta e sulle sue conclusioni. In terzo luogo per il significato che devono avere gli ordini del giorno per il nostro Consiglio regionale e perché non possa e non debba passare il concetto che, a prescindere dall'argomento, sono atti inutili e insignificanti, e quindi privi di valore. Volevo infine, a conclusione di questo brevissimo intervento, ringraziare il Presidente del Consiglio e i Capigruppo per avere integrato l'ordine del giorno di questa sessione dei lavori inserendo la proposta di legge sul garante dei diritti delle persone private della libertà, che ho apprezzato molto.

Vorrei ricordare, però, mi permetta Presidente, che resta sospesa una mozione che ci trasciniamo da dicembre dell'anno scorso, presentata con 34 firme in seguito al ritiro di un ordine del giorno. Mi sto riferendo alla mozione sull'accanimento terapeutico, e oggi che Giovanni Nuvoli non c'è più mi sembra che sia il caso, comunque, di pensare di metterla al più presto all'ordine del giorno, se non altro perché si tratta di un tema che è il Parlamento a dover assumere con un incarico preciso, perché è una responsabilità della politica dare risposte a problemi di questa gravità. Grazie.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Vargiu. Ne ha facoltà.

VARGIU (Riformatori Sardi). Presidente, chiedo la votazione nominale.

Votazione nominale

PRESIDENTE. Indico la votazione nominale, con procedimento elettronico, dell'ordine del giorno numero 1.

(Segue la votazione)

Rispondono sì i consiglieri: Amadu - Atzeri - Caligaris - Cappai - Cherchi Oscar - Contu - Cuccu Franco Ignazio - Dedoni - Floris Mario - La Spisa - Ladu - Lai Renato - Liori - Lombardo - Marracini - Murgioni - Pileri - Pisano - Pittalis - Randazzo Alberto - Randazzo Vittorio - Sanjust - Vargiu.

Rispondono no i consiglieri: Barracciu - Biancu - Bruno - Cachia - Calledda - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Davoli - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Ibba - Manca - Marrocu - Orrù - Pacifico - Pinna - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Salis - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Simonetta - Secci - Uras.

Si è astenuto: il Presidente Spissu.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

presenti 54

votanti 53

astenuti 1

maggioranza 27

favorevoli 23

contrari 30

(Il Consiglio non approva).

Il Consiglio è riconvocato domani, mercoledì 25 luglio, alle ore 10.

La seduta è tolta alle ore 21 e 28.



Allegati seduta


Testo delle interrogazioni e dell'interpellanza annunciate in apertura di seduta

Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sui licenziamenti decisi dalle imprese di pulizia della Regione e sul mancato pagamento degli stipendi e delle competenze arretrate.

La sottoscritta,

richiamata l'interrogazione, presentata il 12 giugno 2007 e in attesa di risposta, sull'affidamento della gara per il servizio di pulizia, manutenzione delle aree verdi e facchinaggio della Regione e sui circa 400 esuberi conseguenti alla riduzione dell'attività;

appreso che:

- le ditte che gestivano il servizio di pulizia dei locali dell'Amministrazione regionale, in seguito alla assegnazione del bando di gara per il rinnovo del contratto d'appalto hanno inviato ai dipendenti le lettere di licenziamento;

- una delle imprese, oltre ad avere inviato le lettere di licenziamento non ha pagato gli ultimi stipendi, la tredicesima mensilità e altre competenze arretrate dovuti ai lavoratori rifiutando altresì qualsiasi proroga nel rapporto contrattuale con la Regione;

rilevato che la ditta "Fulgens srl", mandante dell'Associazione temporanea d'impresa (ATI) che, con la mandataria Consorzio nazionale servizi (CNS) a rl, si è aggiudicata il bando di gara, ha proceduto all'assunzione dei dipendenti con contratto "a tempo parziale e indeterminato";

sottolineato che:

- il bando di gara europeo espletato dall'Amministrazione regionale ha provocato circa 400 esuberi tra i lavoratori;

- gli operatori alle dipendenze dell'ATI, vincitrice dell'appalto, subiranno un riduzione del salario di 250 euro sui circa 550 percepiti mensilmente per effetto della riduzione delle ore di lavoro giornaliere da cinque a tre;

- la nuova organizzazione del servizio prevista nel bando di gara, con la drastica riduzione delle attività, rischia di avere preoccupanti riflessi anche di natura igienico-sanitaria;

evidenziato che i lavoratori, assistiti dai sindacati CGIL-CISL-UIL, dopo alcuni mesi di proroga della data di entrata in vigore del bando di gara, sono in sciopero e stanno attuando manifestazioni di protesta davanti agli uffici dell'Amministrazione regionale;

preoccupata che i lavoratori, prevalentemente donne con famiglie monoreddito, esasperati per la grave situazione di disagio in cui si trovano e dall'assenza di prospettive, possano dar vita ad un inasprimento delle azioni di protesta e a gesti di disperazione;

richiamato il verbale di incontro sottoscritto, dopo una dura lotta dei lavoratori, il 27 settembre 2006 dal Presidente della Regione, Renato Soru, e dai rappresentanti sindacali confederali, di categoria e aziendali in cui è stato concordato "il rispetto da parte dell'impresa aggiudicataria del CCNL; di privilegiare nel criterio di assegnazione, l'impresa che non ricorrerà al subappalto; di confermare l'attuale impegno lavorativo (ore lavoro) limitandolo a un solo turno; di verificare l'eventuale esistenza di problemi occupazionali per individuare le opportune soluzioni",

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale degli enti locali, finanze e urbanistica per conoscere se non ritengano opportuno:

1) integrare, attraverso atti aggiuntivi, il bando di gara affinché sia rispettato l'impegno di mantenere le 5 ore quotidiane per i lavoratori assunti e sia ridotto l'impatto numerico sugli occupati;

2) prorogare per almeno altri tre mesi l'attuale servizio in modo da eliminare lo stato di incertezza e consentire che il confronto sindacati-Regione-aziende prosegua con serenità nell'interesse generale alla ricerca delle migliori soluzioni per evitare che si creino nuovi disoccupati in un settore di per sé debole e precario. (935)

Interrogazione Pileri - Lai Renato, con richiesta di risposta scritta, sul rischio di chiusura della RSA "Sole di Gallura" di Olbia, dei conseguenti disagi per circa 70 anziani e del rischio di perdita del posto di lavoro per 55 lavoratori.

I sottoscritti,

premesso che sono venuti a conoscenza dell'imminente chiusura della RSA "Sole di Gallura";

considerato che la chiusura della struttura, oltre che mettere a rischio 55 posti di lavoro relativi ai soci della cooperativa che gestisce i servizi della RSA di Olbia, creerebbe dei gravissimi disagi ai 68 anziani utenti della struttura sanitaria;

verificato che non risulta siano stati adottati formali provvedimenti in grado di garantire per il futuro il regolare funzionamento di un sevizio ormai ritenuto indispensabile per l'assistenza agli anziani della Gallura;

considerato, altresì, che in mancanza di opportuni provvedimenti, a breve, potrebbe trovarsi nella stessa situazione anche 1'RSA di Padru,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere quali azioni formali intendano intraprendere per:

1) verificare quali siano le reali intenzioni della proprietà e le strategie poste in essere dagli stessi per garantire il regolare funzionamento della struttura;

2) aumentare le assegnazioni in conto esercizio dell'ASL n. 2 di Olbia tenendo conto delle previsioni dell'incremento del tetto di spesa per le RSA e la riabilitazione di cui si è avuta notizia attraverso gli organi di stampa;

3) evitare in ogni caso la chiusura della struttura e la conseguente perdita di 68 posti letto, peraltro già insufficienti a soddisfare la domanda del territorio della Gallura;

4) scongiurare il licenziamento per i 55 lavoratori della cooperativa che gestisce i servizi della RSA "Sole di Gallura". (936)

Interrogazione Lai Renato - Atzeri, con richiesta di risposta scritta, sulla richiesta di istituzione del servizio di guardia medica nel Comune di Budoni.

I sottoscritti,

considerato che:

- il Comune di Budoni in data 21 giugno 2001 ha inoltrato all'Assessorato regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale e alle aziende USL di competenza la richiesta di istituzione del servizio di guardia medica notturna e festiva, così come deliberato dal consiglio comunale in data 12 novembre 1999 (delibera n. 123);

- il Comune di Budoni, pur distando dal presidio sanitario di Olbia 45 km e 70 da quello di Nuoro, non dispone di una guardia medica per le emergenze che possano interessare la salute della cittadinanza nelle ore notturne e nei giorni festivi e prefestivi, nei quali il medico di famiglia è stato esentato dal prestare la propria opera;

- la popolazione di Budoni è costituita da 4.115 abitanti, distribuiti in ben 24 frazioni, sparse nel territorio e pertanto i tempi di percorrenza per l'effettuazione delle prestazioni mediche d'urgenza sono eccessivi in rapporto alla distanza dal punto di guardia medica di riferimento, che attualmente è quello di S. Teodoro; vengono meno le esigenze di tempestività, di efficacia, di reale utilità degli interventi di continuità assistenziale, con grave pregiudizio della salute della popolazione assistita;

- Budoni, in quanto centro rivierasco, registra un notevole movimento di persone, in particolare nei mesi estivi;

- il Comune di Budoni, passato alla nuova provincia, è l'unico comune privo della guardia medica;

- l'accordo collettivo nazionale per la medicina prevede, al comma 3 dell'articolo 64 (Capo III "La continuità assistenziale"), che le regioni passono indicare, per ambiti di assistenza definiti, un diverso rapporto medico/popolazione rispetto allo standard definito in 1 medico ogni 5.000 abitanti residenti; la variabilità di tale rapporto, in aumento o in diminuzione, deve essere concordata nell'ambito degli accordi regionali e, comunque, tale variabilità non può essere maggiore del 30 per cento rispetto a quanto previsto al comma 2 dell'articolo 64;

- in data 2 maggio 2007, in occasione della discussione del disegno di legge n. 274/S/A, è stato presentato un emendamento, a firma di: Lai, Marracini, Pittalis, Atzeri, Maninchedda, con il quale si autorizzava la spesa di 150.000 euro annui per l'istituzione della guardia medica nel Comune di Budoni, tale emendamento è stato ritirato subordinatamente all'impegno assunto dall'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale di attivare un percorso di attenzione di sua competenza per la soluzione del problema;

rilevato che:

- in data 31 luglio 2001 il Distretto di Siniscola della USL n. 3 ha espresso parere favorevole alla istituzione della nuova sede di continuità assistenziale nel Comune di Budoni, ferma restando la competenza in materia da parte della Regione Sardegna;

- in data 17 gennaio 2007 il Distretto di Olbia della USL n. 2, sentito il Comitato aziendale riunito in seduta il 19 dicembre 2006, ha espresso parere favorevole all'apertura di una nuova sede di continuità assistenziale a Budoni, tenendo conto anche delle caratteristiche orogeografiche, abitative e organizzative;

- in data 3 marzo 2007 il sindaco del Comune di Budoni ha inoltrato una richiesta di audizione al Presidente della Settima Commissione sanità del Consiglio regionale esponendo le problematiche succitate,

chiedono di interrogare l'Assessore regionale dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per sapere come intenda intervenire con la massima urgenza al fine di rispettare l'impegno assunto in occasione del ritiro dell'emendamento succitato, valutando i verbali delle aziende sanitarie n. 2 di Olbia e n. 3 di Siniscola, unitamente alle deliberazioni del Comune di Budoni, affinché vengano attivate tutte le procedure per istituire con la massima urgenza il servizio di guardia medica nel Comune di Budoni, precisando che lo stesso doveva essere garantito prima che iniziasse la stagione estiva considerando il maggiore rischio di incidenti, il notevole flusso turistico, le centinaia di lavoratori del settore turistico alberghiero e edilizio per i quali, unitamente a tutta la popolazione interessata, non è attualmente garantito un adeguato servizio; infatti, attualmente si fa riferimento alla guardia medica di San Teodoro che dista dal centro abitato di Budoni circa 12 km, molto di più se si considera la distanza dalle frazioni e le problematiche legate al traffico nei mesi estivi. (937)

Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sui ritardi nell'attuazione della legge "norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna" e sull'attesa di numerosi operatori del settore.

La sottoscritta,

ricordato che:

- la legge 20 settembre 2006, n. 15 "Norme per lo sviluppo del cinema in Sardegna", è stata approvata dal Consiglio regionale e pubblicata nel Bollettino ufficiale della Regione martedì 26 settembre 2006;

- il provvedimento era atteso con particolare interesse dagli operatori per gli aspetti positivi di riforma e disciplina complessiva del settore;

sottolineato che:

- le direttive di attuazione della legge avrebbero dovuto essere approvate dalla Giunta, previo parere della competente Commissione consiliare, entro il mese di dicembre 2006;

- entro lo stesso mese avrebbe dovuto essere nominata la Consulta regionale per il cinema che resterà in carica fino alla conclusione della legislatura;

rilevato che:

- altre importanti scadenze - Statuto e nomina del Direttore della "Sardegna Film Commission" e della Fondazione "Cineteca regionale sarda" - erano previste entro il mese di aprile;

- il processo di riforma prevede numerosi atti amministrativi indispensabili per il conseguimento delle finalità e degli obiettivi di legge;

evidenziato che:

- sono state presentate diverse domande allo sportello "Film Commission" che attendono risposte;

- numerose richieste di informazioni per utilizzare gli incentivi previsti sono pervenute dall'Italia e dall'estero;

- i ritardi nell'attuazione del provvedimento legislativo dilatano nel tempo l'utilizzo di ingenti fondi a disposizione e la creazione di un circolo virtuoso con ricadute per gli investimenti e per l'occupazione,

chiede di interrogare l'Assessore regionale della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per conoscere se non ritenga opportuno:

1) recuperare i ritardi, dando priorità all'attuazione della legge sul cinema, predisponendo le direttive che devono essere approvate in Giunta e, se necessario, costituendo un'apposita task force per gli altri adempimenti in modo da dare risposte agli operatori del settore e agli enti locali che attendono di conoscere i criteri per quanto di loro competenza;

2) prevedere sinergie operative con l'Assessorato regionale del turismo, artigianato e commercio in particolare per la promozione degli aspetti turistici legati alle località dell'Isola, "esterni" naturali di pregio per l'attività cinematografica. (938)

Interpellanza La Spisa su incarichi di ingegneria e architettura affidati dalla Regione Sardegna.

Il sottoscritto,

premesso che, secondo quanto si è appreso dalle agenzie di stampa, l'Associazione delle organizzazioni di ingegneria e architettura e di consulenza tecnico-economica (OICE), organizzazione aderente a Confindustria, ha inviato una lettera al procuratore regionale della Corte dei conti, chiedendo che venga fatta chiarezza sugli incarichi di ingegneria e architettura affidati negli ultimi anni dalla Regione Sardegna;

considerato che la lettera dell'OICE indirizzata al presidente della Corte dei conti, e inviata anche al presidente dell'Autorità per la vigilanza sui contratti pubblici di lavori, servizi e forniture, sottolinea che la Regione sarda, come si legge dalla nota di agenzia, "procede all'affidamento di incarichi di ingegneria e architettura con procedure che non risultano essere state rilevate né sulla Gazzetta ufficiale, né sul BURAS, né tanto meno sulla Gazzetta ufficiale dell'Unione europea";

preso atto che:

- la richiesta di svolgere tali accertamenti è una grave denuncia finalizzata a individuare eventuali violazioni di legge, o di altre norme a tutela della libera concorrenza;

- l'OICE afferma che tale situazione "ha gravemente danneggiato gli operatori" del settore che sarebbero stati totalmente esclusi dalla possibilità di concorrere e di proporre soluzioni progettuali alternative a quelle dei professionisti scelti dalla Regione,

chiede di interpellare il Presidente della Regione al fine di sapere:

1) se corrisponda al vero, e se non ritenga grave, quanto denunciato con una lettera al Procuratore regionale della Corte dei conti dalle organizzazioni di ingegneria e architettura e di consulenza tecnico-economica;

- se siano stati diffusi adeguatamente gli elenchi, le convenzioni, i servizi resi e l'importo dei contratti di tutti i professionisti a cui la Regione ha affidato incarichi, non solo agli ingegneri e architetti, sin dall'inizio di questo mandato amministrativo, così da fugare ogni sospetto sulle presunte irregolarità denunciate dall'OICE. (258)