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Resoconto della seduta n. 97 del 22/06/2005



Allegati seduta

Risposta scritta a interrogazioni

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Pisano - Cassano - Dedoni - Vargiu sul gravissimo ritardo con il quale la Giunta regionale sta dando attuazione all'ordine del giorno approvato all'unanimità dal Consiglio regionale in data 20 ottobre 2004 e con il quale la Giunta regionale veniva impegnata a dare 'immediato avvio' ai percorsi sperimentali dell'obbligo formativo. (90)

Con riferimento alla interrogazione indicata in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta:

1. Successivamente all'ordine del giorno approvato dal Consiglio Regionale, la Giunta Regionale, in data 9.11.2004, ha approvato la deliberazione n. 46/10 concernente "Legge 28 marzo 2003 n. 53 - Formazione Professionale - Approvazione del programma e delle disposizioni attuative relative agli interventi di secondo anno inerenti all'offerta sperimentale di istruzione e formazione per l'anno 2004-2005 U.P.B. S10.049 capitolo 10185-00 AS".

La deliberazione indica il quadro normativo di riferimento per la programmazione delle attività, scaturito a seguito degli accordi con la Direzione Scolastica Regionale, le Parti Sociali e gli Organismi di Formazione e precisamente:

1. fino a 15 anni l'obbligo scolastico per il conseguimento della terza media;

2. conseguita la terza media (o prima se già conseguita) e fino a 18 anni obbligo concorrente dello Stato e della Regione attraverso la scuola, la formazione e l'apprendistato;

3. in questo contesto la scuola resta garantita dallo Stato, la Formazione e l'apprendistato, comunque garantite dallo Stato, sono assegnate alla Regione che assume l'obbligo concorrente contestualmente al trasferimento di risorse dallo stato.

La Giunta regionale ha, altresì, stabilito di avviare alle prime annualità dei percorsi sperimentali di istruzione e formazione un numero massimo di 2000 ragazzi e l'avvio delle attività formative di secondo anno per un numero complessivo di 3.700 allievi.

La stessa deliberazione ha inoltre definito i alteri da utilizzare per l'avvio delle attività stabilendo che:

1. fino ai 16 anni sarà decisamente sostenuto il rientro nel sistema scolastico;

2. dai 17 anni la Regione garantirà l'offerta concorrente procedendo all'avvio del primo anno dei corsi che dovranno prevedere l'integrazione tra il sistema scolastico e quello della formazione professionale.

L'Assessore del Lavoro, con nota n. 1287/gab del 16 novembre 2004, ha impartito le direttive per l'avvio immediato delle attività della seconda annualità.

In data 30.11.2004, la Giunta Regionale ha approvato la deliberazione n. 50/6 concernente "Legge 28 marzo 2003 n. 53 - Deliberazione della Giunta Regionale n. 46/10 del 9 novembre 2004 - Formazione Professionale - Approvazione del programma relativo alle prime annualità inerenti all'offerta sperimentale di istruzione e formazione per l'anno 2004-2005 U.P.B. S10.049 capitolo 10185-00. Indirizzi e direttive".

Avendo come limite massimo il numero di 2.000 allievi per la prima annualità, l'Assessorato ha proceduto in base all'età dei potenziali studenti, con l'obiettivo prioritario (fissato dalla stessa Giunta) di sostenere il rientro nel sistema scolastico dei ragazzi più giovani. Si è pertanto operato in ordine decrescente di età, e, in base alle risorse finanziarie disponibili, si sono potuti inserire nei corsi, oltre ai nati nel 1987, i nati nel 1988 e 1989, ma non i nati nel 1990.

A seguito della deliberazione G.R. n. 50/6, il Direttore del Servizio competente ha inviato agli Organismi di Formazione la nota n. 37800 del 30/11/2004. Con tale nota gli organismi venivano invitati a trasmettere i registri dì classe al fine del censimento degli allievi da avviare al primo anno dei percorsi sperimentali, ma soprattutto veniva ricordato che "le classi devono essere composte dai giovani nati negli anni 1987/1988/1989, in possesso della licenza media……"

Successivamente L'Assessore del Lavoro, con nota n. 1648/GAB del 15 dicembre 2004 impartiva alla Direzione Generale una serie di disposizioni atte a consentire l'immediato avvio delle attività, tra le quali veniva ribadito quanto già indicato nella nota 37800 citata, vale a dire: "le classi devono essere composte dai giovani nati negli anni 1987-1988-1989, in possesso della licenza media, presenti nella anagrafica dell'Assessorato realizzata a seguito della raccolta dei dati trasmessi dagli Organismi di formazione in risposta alla nota Assessoriale n. 33924 del 21 ottobre 2004".

In aggiunta a quanto sopra va evidenziato che i funzionari dell'Assessorato hanno provveduto ad un controllo di tutti i registri di classe prodotti dagli Organismi di Formazione, volto ad accertare, tra l'altro, l'anno di nascita degli iscritti.

Tale controllo si è reso necessario in quanto gli Organismi di Formazione hanno inserito (in violazione di quanto indicato con la nota 37800 del 30/11/2004 e ribadito dalla direttiva Assessoriale 1648/GAB del 15/12/04) anche i nati nel 1990.

2. In data 5 novembre 2004 la Regione Autonoma della Sardegna, nelle persone del Presidente della Regione e degli Assessori del Lavoro e della P.I., ha sottoscritto con il Direttore Regionale Scolastico, Prof. Armando Pietrella, un accordo sul riordino dell'offerta sperimentale di istruzione e formazione per l'anno 2004/2005.

L'accordo prevede che, data la straordinarietà della situazione creatasi a seguito del mancato trasferimento da parte dello Stato delle risorse occorrenti, la Direzione Scolastica Regionale adempia all'obbligo di offerta scolastica concorrente a quella della formazione regionale accogliendo, pur trascorso il termine ultimo delle iscrizioni, tutti i ragazzi che ne facciano richiesta completando vecchie classi o concordando l'istituzione di nuove classi con il necessario adeguamento dell'organico.

Il Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale ha infatti emanato la nota n. 15116 del 25.10.2004 nella quale detta precise linee di indirizzo ai Dirigenti delle Istituzioni Scolastiche. In essa si legge tra l'altro "Questa Direzione…. ha quindi ritenuto indispensabile sollecitare il contributo dei dirigenti scolastici,…. al fine di esperire tutte le soluzioni possibili e di facilitare l'immediato rientro nei percorsi scolastici dei giovani che ne facciano richiesta" e ancora "le SS.LL. avranno cura di sviluppare tutte le azioni necessario ed opportune per evitare la dispersione dei giovani e favorire un loro positivo rientro a scuola secondo varie modalità:"

La possibilità di rientrare a scuola è stata infatti sfruttata da numerosi giovani (356 allievi alla data del 23/11/2004) e non è mai venuta meno, tanto è vero che ancora a febbraio scorso sono documentati dei casi di studenti già iscritti ai corsi di formazione regolarmente ammessi a frequentare gli istituti scolastici.

In proposito il Prof. Pietrella, Direttore dell'Ufficio Scolastico Regionale, ancora in febbraio invitava le istituzioni scolastiche a istituire moduli scolastici aggiuntivi per consentire il rientro a scuola di eventuali richiedenti (nota n. 2407 del 21/2/05).

Gli studenti e soprattutto i loro genitori erano perfettamente consapevoli di questa opportunità per tre ordini di motivi:

- perché informati da parte degli istituti scolastici che hanno svolto una notevole opera di sensibilizzazione nel territorio per favorire il rientro dei giovani;

- perché il Cesfop - Coordinamento Enti Sardi di Formazione Professionale ha sottoscritto in data 29.10.2004 "l'Accordo sul riordino dell'offerta sperimentale di istruzione-formazione per l'anno scolastico 2004-2005" nel quale le parti concordano "di promuovere iniziative, anche in raccordo con le istituzioni scolastiche, mirate a favorire il rientro nel sistema scolastico degli allievi che hanno optato per il percorso integrato istruzione-formazione".

- per l'ampio risalto dato dalla stampa locale alla vicenda, come testimoniato da numerosi articoli apparsi su diversi quotidiani.

Va segnalato che lo stesso Tribunale Amministrativo Regionale, investito della questione a seguito di ricorso proposto da alcuni ragazzi nati nel '90 ha ritenuto non sussistenti gli elementi per una sospensione dell'efficacia dei provvedimenti assunti dall'Amministrazione "apparendo la scelta effettuata dalla Regione logica, ragionevole e giustificata in relazione ai presupposti di fatto e di diritto evidenziati nel corso del procedimento (prescrizioni imposte agli Enti e non rispettate, riduzione dei finanziamenti imposta dallo Stato, esigenze di bilancio della Regione, valide alternative offerte ai fini della tutela e garanzia del diritto allo studio per i ricorrenti)."

3. L'Accordo Quadro Stato - Regioni del 19.06.2003 recita al punto n. 10:

"(Le parti) si impegnano, a partire dall'esercizio finanziario 2003 e fino all'entrata in vigore delle norme attuative della legge 28 marzo 2003, n. 53, garantendo, comunque, il completamento delle attività iniziate, a stanziare le risorse finanziarie necessario per la realizzazione dei citati percorsi sperimentali, nonché delle relative misure di accompagnamento e di sistema.

A partire dall'anno 2003 sono stanziate dal Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca risorse a valere sul Fondo di cui alla L.440/97 e dal Ministero del lavoro e delle politiche sociali a valere sui fondi destinati all'attuazione dell'obbligo formativo.

Le Regioni e le Province Autonome di Trento e Bolzano possono integrare tali finanziamenti con proprie risorse."

La Regione Sardegna si è impegnata nell'offerta concorrente, sino all'anno scolastico 2003/2004, in misura notevolmente superiore rispetto alle altre Regioni senza il contestuale trasferimento di risorse da parte dello Stato. In proposito anche il Ministro dell'Istruzione, con la nota n° 13937 del 6 ottobre 2004, ha richiamato la Regione a un ridimensionamento della quantità dell'offerta formativa e ad una riduzione dei costi degli interventi.

A questo proposito basta evidenziare un solo dato relativo al bilancio regionale 2004: per garantire l'attuazione della prima sperimentazione della riforma, come prevista dall'Accordo Quadro del 19 giugno 2003, la Regione Sardegna aveva previsto un finanziamento statale di 95 milioni di euro, a fronte di un effettivo finanziamento assegnato dallo Stato inferiore ai 6,5 milioni di euro.

A seguito della suddetta scarsità di risorse la Regione Sardegna aveva già dovuto anticipare risorse proprie per circa 40 milioni di euro, in quota cofinanziamento POR.

Tale somma è andata ad aggiungersi alle analoghe anticipazioni da parte della Regione nell'anno 2003 nel quale, a fronte di risorse statali previste per 70 milioni di euro lo Stato ha assegnato soltanto 5,5 milioni di euro: il resto ha aumentato il deficit del Bilancio Regionale.

La Giunta regionale si è trovata, quindi, ad affrontare "una difficile situazione determinata da eccessive ed ingiustificate aspettative non supportate, peraltro, dagli stanziamenti statali necessari."

Dall'Accordo Quadro citato, si evince infatti che l'integrazione dei finanziamenti da parte della Regione è una facoltà e non un obbligo, per cui, vista la carenza assoluta di assegnazioni statali la Giunta ha fatto la scelta di:

A) fissare un tetto massimo in termini di spesa (e quindi di numero degli allievi);

B) salvaguardare il diritto all'istruzione attraverso degli accordi con la Direzione Scolastica Regionale che permettessero, in qualunque momento, il rientro nel sistema scolastico per gli studenti esclusi dalla formazione professionale.

La Giunta ha aperto un confronto con il Governo nazionale e contemporaneamente ha promosso una serie di incontri con le Parti Sociali, gli Organismi di Formazione professionale e la Direzione scolastica regionale per l'avvio dei corsi 2004/2005, per la razionalizzazione e la qualificazione del percorso sperimentale in Sardegna, per la riforma della formazione professionale e per l'integrazione del sistema dell'istruzione e della formazione.

Percorso sperimentale in Sardegna, per la riforma della formazione professionale e per l'integrazione del sistema dell'istruzione e della formazione.

E, pur non rinunciando alla possibilità di ottenere maggiori finanziamenti statali in materia, nell'ultima manovra finanziaria è stata stanziata una somma considerevole, specificamente e interamente destinata al finanziamento dell'obbligo di frequenza di attività formative (cap. 10188-00 UPB S10.049), pari a 18 milioni di euro.

Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione Balia - Masia sulle modifiche al sistema di accreditamento degli enti di formazione per la partecipazione ai bandi POR. (171)

Con riferimento alla interrogazione indicata in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta:

1. La revisione delle procedure di accreditamento delle Agenzie Formative scaturisce dalla richiesta di adeguamento del precedente sistema regionale sollecitata più volte dall'Autorità di Gestione e vincolante per l'ottenimento del necessario parere di coerenza ai bandi pubblici per il finanziamento di attività formative a valere sul Fondo Sociale Europeo.

In particolare, relativamente alle procedure di accesso alle risorse del Fondo Sociale Europeo ed ai contenuti del testo del QCS Ob. 1, segnalate anche dal Ministero dell'Economia e delle Finanze con Nota esplicativa datata 20.02.2003, è stato chiaramente fatto osservare che la possibilità di accedere all'accreditamento, e conseguentemente ai bandi pubblici, riservata agli organismi che dichiarino "la propria natura non lucrativa", rappresenta una limitazione in contrasto con il quadro ordinamentale comunitario che sancisce il rispetto dei fondamentali principi di trasparenza, parità di trattamento, mutuo riconoscimento e proporzionalità riaffermati dalla Corte di Giustizia delle Comunità Europee, e con la stessa normativa nazionale che prevede esplicitamente che "le strutture pubbliche e private, indipendentemente dalla loro natura giuridica" possano richiedere l'accreditamento.

Quanto sopra è stato oggetto di approfondimento da parte del Gruppo Tecnico Accreditamento, operante presso Tecnostruttura delle Regioni che ha individuato una linea operativa rispetto alla problematica avanzata lasciando, all'interno di questa, lo spazio per soluzioni specifiche adatte alle diverse esigenze territoriali.

Il nuovo sistema di accreditamento tiene conto del dibattito teso al superamento delle rigidità delle posizioni espresse dalla Commissione europea e delle problematiche scaturite dalla rigida applicazione del D.M. 166/2001.

Con deliberazione della Giunta regionale del 22.02.2005 n°7/10 e successivo Decreto assessoriale n. 10/05 del 12.04.2005, è stata prevista una nuova procedura di accreditamento degli organismi, pubblici o privati, che svolgono attività formativa.

Le Agenzie formative, indipendentemente dalla loro natura giuridica, per ottenere l'accreditamento devono dimostrare di avere tra i propri fini istituzionali la formazione professionale e devono esercitare le attività di formazione senza perseguire scopi di lucro, adottando un sistema di contabilità separata.

Per gli interventi formativi previsti dalla L. 53/2003 realizzati nel sistema di formazione professionale e nell'esercizio dell'apprendistato (percorsi sperimentali triennali), è richiesto invece il possesso del requisito previsto dall'art. 16 della L.R. 47/79, ossia non avere scopi di lucro.

Con il nuovo sistema di accreditamento si passa dall'accreditamento della sede formativa a quello del soggetto che, oltre a quanto sopra definito, deve dimostrare il possesso di capacità didattiche e formative, di adeguate competenze professionali, di significativa esperienza in attività di formazione (almeno triennale nell'ultimo quinquennio), l'affidabilità economico-finanziaria e patrimoniale e l'insieme delle capacità logistiche.

L'attivazione della nuova procedura consente l'iscrizione degli stessi nell'elenco dei soggetti abilitati a proporre e realizzare attività di formazione professionale. L'accreditamento della sede formativa avverrà prima dell'avvio delle attività formative.

2. La previsione di "riservare" un utilizzo vincolante o preminente di operatori sardi confligge col rispetto dei principi più volte sanciti dalla giurisprudenza comunitaria e nazionale.

Tuttavia, ai sensi della deliberazione della Giunta regionale n°11/16 del 15.03.2005, gli Enti di formazione professionale, nella gestione di attività formative devono utilizzare prioritariamente il personale docente e non docente di cui alla L.R. 42/89.

Inoltre la delibera 7/10 succitata, stabilisce tra i requisiti di accreditamento anche quello di avere maturato interrelazioni con il sistema sociale e produttivo del territorio.

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione Scarpa sui recenti fatti verificatisi presso lo stabilimento di Porto Torres della multinazionale della chimica Syndial. (201)

In riferimento all'interrogazione di cui all'oggetto, si forniscono di seguito utili elementi per una puntuale risposta agli interroganti.

La Syndial s.p.a. al fine di concentrarsi nella gestione delle attività chimiche industriali e organizzarsi con forniture da terzi per le attività collaterali e i servizi, unitamente all'acquirente Mondiapol Sardegna s.r.l., ha comunicato alle OO.SS. con lettera del 31.03.2005 la compravendita del ramo d'azienda dello stabilimento di Porto Torres relativo ai servizi di portineria/vigilanza e Servizi Generali.

La cessione del ramo d'azienda comporta il passaggio di n. 13 unità lavorative e del relativo rapporto di lavoro in capo all'acquirente Mondiapol Sardegna s.r.l..

In data 20 aprile 2005 tra la cedente Syndial e l'acquirente Mondiapol s.r.l., le Segreterie territoriali di Sassari Filcea Femca e Uilcem, le RSU dello stabilimento di Porto Torres e le organizzazioni sindacali di categoria della vigilanza, hanno proceduto all'esame congiunto ex art. 47 della legge 428/90 in tema di trasferimenti d'azienda, raggiungendo un accordo che prevede la cessione del ramo d'azienda in oggetto e il conseguente trasferimento delle 13 unità alle dipendenze della Mondiapol s.r.l. dal 01 maggio 2005, senza soluzione di continuità ai sensi dell'art. 2112 del c.c.

Dalla stessa data il rapporto di lavoro delle 13 unità proseguirà pertanto alle stesse condizioni precedenti con il nuovo datore di lavoro senza modifiche nei trattamenti, retributivi e contrattuali, con il mantenimento del CCNL degli addetti all'industria chimica, e con l'ulteriore garanzia che le 13 unità siano adibite esclusivamente ai servizi presso il sito industriale di Porto Torres per tutto il periodo di vigenza del contratto d'appalto tra Syndial e Mondiapol per la fornitura dei servizi di vigilanza e generali stipulato con effetto dal 01 maggio 2005 al 30.04.2011.

L'operazione è rimasta pertanto nell'ambito di una normale terziarizzazione di attività di servizio collaterali a quelle principali della Syndial che non ha comportato conseguenze negative per i lavoratori e non è da considerare uno smembramento delle attività "Core".

L'Assessorato dell'Industria, al fine di tutelare il mantenimento delle attività industriali della chimica a Porto Torres e negli altri Poli chimici della Sardegna, tramite il consolidamento dell'esistente e la verticalizzazione della Filiera chimica, sta dando implementazione all'attuazione dell'Accordo di Programma sulla chimica e nel contempo vigila sulle iniziative delle aziende della Syndial in particolare, per cercare di evitare operazioni di smembramento, o dismissioni che non siano funzionali a tale scopo e che, pertanto non abbiano conseguenze negative sui livelli occupazionali.

Risposta scritta dell'Assessore dei lavori pubblici all'interrogazione Davoli - Cerina sulla mancata attuazione dell'accordo di programma per la realizzazione del collegamento alla Strada statale 125/131 raccordo in territorio di Galtellì. (91)

Con riferimento all'interrogazione n. 91/A di cui all'oggetto datata 1° dicembre 2004, trasmessa dalla Presidenza all'Assessorato con nota n. 7072/GAB in data 13.12.2004 e al protocollo dell'Assessorato in data 29.03.2005, si comunica quanto segue.

L'intervento "Collegamento della S.S. 125/131 dcn. Raccordo in territorio di Galtellì" è stato programmato dalla Giunta regionale con la deliberazione n 36/48 del 31.10.2001 che ha ripartito le risorse per le aree depresse di cui alle delibere CIPE nn. 4/1999, 14/2000 e 138/2000 destinando all'intervento un importo pari a euro 5.165.000.

La programmazione dell'intervento è stata confermata per il medesimo importo con successiva deliberazione di Giunta regionale n. 31/29 del 18.09.2002.

L'intervento è stato quindi inserito nell'Accordo di Programma Quadro Viabilità dell'11.07.2003 (il cui schema era stato precedentemente approvato dalla Giunta regionale con deliberazione n. 20/50 del 09.07.2003) e finanziato con risorse per le aree sottoutilizzate di cui alla delibera CIPE n. 17/2003 per lo stesso importo di euro 5.165.000.

In sede di APQ è stato individuato quale Ente attuatore dell'intervento in argomento la Comunità Montana n. 10 delle Baronie-Siniscola.

L'opera è stata quindi delegata alla Comunità Montana n. 10 con determinazione del Direttore del Servizio Viabilità n. 1500 del 31.12.2003 e, per effetto della normativa prevista dalla L.R. n 24/1987, tutte le competenze attuative dell'intervento sono state trasferite all'Ente delegato, riservandosi l'Assessorato LL.PP. la facoltà di effettuare accertamenti e controlli sulla corretta esecuzione dell'opera finanziata.

In seguito ad alcune istanze dei Comuni interessati e di alcuni Consiglieri di minoranza della Comunità circa la legittimità dell'affidamento della progettazione operato dalia Comunità Montana che hanno interessato l'Autorità per la Vigilanza sui Lavori Pubblici, l'Assessorato ha attivato le opportune attività di accertamento e controllo.

Dall'esame del progetto preliminare approvato dalla Comunità Montana l'Assessorato ha potuto accertare il mancato rispetto degli atti di programmazione regionale.

Il progetto attuato dalla Comunità Montana è apparso, infatti, non conforme all'oggetto dell'intervento definito in sede di APQ ed alle indicazioni della Giunta regionale, in quanto in luogo della realizzazione di un diretto raccordo tra la S.S. 131 d.c.n. e la SS. 125, o quanto meno della sua ottimizzazione, da incentrare nel territorio di Galtellì, viene posto in essere un intervento che ricade interamente nel territorio del Comune di Loculi e non prevede altri interventi migliorativi del raccordo con la S.S. 125.

Nel corso delle riunioni tenutesi presso l'Assessorato con gli Enti territoriali interessati al fine di verificare la compatibilità del progetto con il finanziamento concesso e, in generale, lo stato di attuazione dei progetti relativi al territorio della Bassa Baronia, sono emerse divergenze di opinioni fra le istituzioni locali, in particolare sulla scelta del tracciato posto a base del progetto presentato dalla Comunità Montana.

Dall'analisi delle diverse soluzioni di tracciato avanzate dagli Enti interessati nel corso delle suddette riunioni è apparso condivisibile lo studio predisposto ed approvato dalla Provincia di Nuoro sulla viabilità dell'intera area della Bassa Baronia nel contesto del Piano Provinciale della Viabilità, in quanto con lo stesso importo del finanziamento concesso alla Comunità Montana si riesce ad ammodernare il raccordo (S.P. 25) con la S.S. 131 dcn ricadente per intero nel territorio di Galtellì e potenziando, nel contempo, anche l'intero sistema stradale che interessa strade provinciali e statali, ricomprendendo alcune circonvallazioni di abitati in corso di realizzazione a cura della medesima Amministrazione provinciale, mettendo in comunicazione quindi la SS. 125 con la S.S. 131 dcn.

La soluzione di tracciato avanzata dalla Provincia, pertanto, a differenza del progetto approvato dalla Comunità Montana che si riferisce invece ad una nuova arteria che rappresenta un'alternativa all'attuale S.P. 25, prevede il potenziamento dell'attuale viabilità esistente nella zona della Bassa Baronia con conseguente risparmio di costi e minore utilizzo di territorio per nuove infrastrutture.

La Comunità Montana è stata quindi invitata a trovare un'intesa con l'Amministrazione provinciale al fine di far propri i criteri di pianificazione viaria assunti dalla Provincia, maggiormente in linea con gli indirizzi della programmazione regionale.

Il mancato assenso della Comunità Montana ha indotto la Giunta regionale a modificare il soggetto attuatore dell'intervento individuandolo nella Provincia di Nuoro, disponendo la revoca della delega alla Comunità Montana ed autorizzando le opportune modifiche da apportare all'Accordo di Programma Quadro Viabilità circa il soggetto attuatore (D.G.R. 54/32 del 30.12 2004).

Il Servizio competente dell'Assessorato ha provveduto quindi a revocare la delega alla Comunità Montana con determinazione n. 91 del 31.01.2005 e a disporre la delega alla Provincia di Nuoro con determinazione n. 92 del 31.01.2005.

La Comunità Montana ha proposto successivamente ricorso al TAR Sardegna (notificato all'Assessorato in data 16.02.2005) avverso i provvedimenti che hanno portato alla revoca della delega, chiedendone l'annullamento, previa adozione di idonee misure cautelari.

Il TAR, con Ordinanza n. 124/05 (notificata all'Assessorato in data 17.03.2005), ha accolto l'istanza cautelare richiesta dalla ricorrente sospendendo l'effetto degli atti impugnati.

L'Assessorato dei Lavori Pubblici, ritenendo non condivisibili le considerazioni addotte dal TAR nell'ordinanza sospensiva, ha comunicato all'Area Legale della Presidenza della Regione la propria motivata proposta in ordine alla sussistenza di interesse all'impugnazione dell'ordinanza.

Il procedimento per la proposizione dell'appello al Consiglio di Stato risulta in corso di definizione.

Si allega ad ogni buon fine copia dell'interrogazione in argomento e si resta in attesa di indicazioni sulla eventuale trasmissione della presente al Consiglio regionale.

Risposta scritta dell'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport all'interrogazione Sanna Matteo sulla riduzione degli sprechi nel settore dello spettacolo e della cultura. (210)

In risposta all'interrogazione in oggetto, pare indispensabile chiarire preliminarmente che la Giunta in carica non ha ancora approvato alcuna concessione di contributi per l'attuazione di programmi nei settori del teatro, della musica e della danza, secondo quanto previsto dall'articolo 56 della L.R. 22.01.1990, n. 1.

La volontà della Giunta di garantire la massima equità e trasparenza nell'assegnazione dei contributi è, invece, ampiamente documentata dal fatto che l'Assessore ha avviato un'ampia serie di consultazioni con tutti gli operatori interessati, per verificare le loro attese e accogliere ogni utile suggerimento o critica, mentre la Giunta sta elaborando nuovi parametri, al fine di conseguire una migliore distribuzione delle risorse sul territorio ed evitare il verificarsi di possibili penalizzazioni, lamentate con riferimento alle programmazioni precedenti, da parte d'alcuni comparti.

Per quanto riguarda le preoccupazioni sull'eventualità di beneficiari non in regola con la normativa regionale di comparto (requisita della professionalità e dell'esclusività) e fiscale, si precisa che il primo dato viene rilevato dagli atti costitutivi dei richiedenti, mentre la Regione non dispone dì poteri di controllo fiscale, attribuiti e all'ordinamento ad altri organi dello Stato. Si chiarisce, comunque, che il verificarsi di problemi ha, sempre ed inequivocabilmente, determinato l'applicazione delle sanzioni previste dalla normativa regionale, fino alla revoca del contributo.

L'eventuale inserimento in programmi passati d'organismi non aventi compiuto carattere professionistico, è stato la conseguenza della disposizione normativa contenuta nell'articolo 39 della legge finanziaria 2000, che, a fine di migliorare la distribuzione di risorse sul territorio, ha vincolato la Regione a riservare il 5% della disponibilità a soggetti operanti nelle aree programma sottofinanziate e che, soprattutto, non avessero mai fruito di precedenti contributi ai sensi dell'articolo 56.

Pare assai interessante l'ipotesi formulata dell'istituzione d'organismi di garanzia, purtroppo al momento non previsti dalla normativa regionale. Sarà intendimento dell'Assessore, in sede di redazione di proposte di revisione normativa, sentiti anche gli operatori del settore, ipotizzare possibili soluzioni al riguardo.

Si chiarisce, infine, che non esiste alcuna possibilità di cumulo tra i contributi assegnati per effetto dell'articolo 56 in trattazione e l'utilizzo delle disponibilità previste dalla misura 2.3 del POR Sardegna 2000-2006. La determinazione 3853 del 22.12.2004 (pubblicata sul BURAS 42 del 30.12.2004) dispone, infatti, l'assegnazione di fondi alle Amministrazioni Pubbliche e non agli organizzatori di pubblici spettacoli assistiti dalla L.R. 1/1990. Inoltre, la determinazione specifica che tali fondi possono essere utilizzati solo per la realizzazione di strutture leggere e l'acquisizione di tecnologie in grado di valorizzare l'offerta di turismo culturale della località interessata dai singoli eventi (Carnevali di più consolidata tradizione, Settimane Sante, eventi culturali e di spettacolo con visibilità riconosciuta a livello internazionale), pena l'inammissibilità delle spese sostenute, secondo quanto previsto dai Regolamenti comunitari concernenti il FESR.

Risposta scritta dell'Assessore degli enti locali, finanze ed urbanistica all'interrogazione Cassano sull'utilizzo dei locali di proprietà della Regione autonoma della Sardegna siti in via Roma a Sassari come Ufficio di rappresentanza del Presidente del Consiglio regionale. (217)

Con riferimento alla nota prot. n. 3062/gab dell'11 maggio 2005, relativa all'interrogazione indicata in oggetto, si forniscono i seguenti elementi di risposta:

- l'Amministrazione regionale, da diversi anni, come prassi, ha messo a disposizione dei Presidenti della Giunta e del Consiglio e degli Assessori, alcuni spazi di uffici della Regione ubicati nei capoluoghi di provincia. Ciò al fine di consentire loro di poter incontrare amministratori locali, operatori economici ed amministratori di altri vari organismi del territorio. Detta prassi non è mai stata seguita per i Consiglieri regionali.

Nello specifico:

- ad Oristano, erano state individuate due stanze all'interno dell'edificio che ospita il Servizio Tutela del Paesaggio, in via Arquer e alcuni ambienti nell'immobile di via Carducci;

- a Nuoro erano stati individuati alcuni ambienti all'interno dell'edificio sede del Genio Civile e del Servizio Territoriale Enti locali;

- a Sassari, territorio che ha sempre avuto diversi rappresentanti in Giunta, a seconda delle richieste, sono stati utilizzate, di volta in volta, più localizzazioni. Più precisamente, sono stati destinati allo scopo locali siti negli edifici di viale Dante, nei locali del Genio Civile e del Servizio Ripartimentale Agricoltura. Nel corso dell'ultima legislatura sono stati individuati, come uffici di rappresentanza, alcuni locali dell'immobile di via Roma 46, in cui sono stati sistemati anche gli uffici del Servizio Invalidi civili di Sassari (maggio-giugno 2004). Non risulta nessun disservizio nell'ambito del suddetto Ufficio addebitabile alla presenza degli uffici di rappresentanza.

Risposta scritta dell'Assessore dell'industria all'interrogazione Sanna Matteo sulla Novamarine 2 di Olbia a rischio di fallimento. (144)

In riferimento all'interrogazione in oggetto con cui si rappresenta la situazione di notevole difficoltà economica, in cui si trova la Società Novamarine 2 di Olbia, si forniscono di seguito utili elementi di risposta all'interrogante.

Premesso che la Società Novamarine 2 di Olbia è leader nella graduazione di imbarcazioni pneumatiche semirigide da lavoro, per usi militari e da diporto.

Il settore ha registrato una domanda crescente e con il passare del tempo è andata differenziandosi ed orientandosi verso prodotti avanzati e di grande affidabilità. Lo sviluppo del mercato ha spinto la Novamarine 2 a migliorarsi sia dal punto di vista tecnologico, sia dal punto di vista della gamma dei prodotti consentendole di raggiungere un elevato grado di notorietà e competenza sui mercati.

L'azienda ha sede e stabilimento produttivo nella Zona Industriale di Olbia ed è stata costituita nel febbraio 1983 da un gruppo di operatori del settore nautico con numerosi anni di esperienza sia nei gommoni che nelle barche tradizionali super veloci da diporto e militari.

Attualmente la struttura produttiva impiega circa 50 addetti ed oltre 150 occupati nell'indotto ed opera in un complesso industriale di circa 10.000mq. di superficie coperta.

Dagli atti del Servizio "Coordinamento degli Incentivi", dello scrivente Assessorato risulta che la Società Novamarine 2 di Olbia ha beneficiato nel tempo dei seguenti interventi pubblici a valere sulle seguenti leggi regionali d'incentivazione alle imprese:

1) L.R. 10.12.1976 n 66 concernente: Istituzione di un fondo per la tutela dei livelli produttivi ed occupativi nel settore industriale.

Con decreto dell'Assessore dell'Industria n. 310 del 15.11.1983 su istruttoria positiva della SFIRS, e' stato concesso un finanziamento di lire 700.000.000 alle seguenti condizioni:

- durata: anni 12

- tasso 5%

- occupazione: 35 unità lavorative

- garanzie: fideiussione dei soci in misura proporzionale alla quota azionaria detenuta.

Con nota in data 30.09.1994 la SFIRS (che detiene il 6% del capitale sociale) ha comunicato che la Società si trova nell'impossibilità di rimborsare lo scaduto nei confronti del Fondo speciale ex L.R. 66/1976 ed ha proposto un nuovo piano di rientro del finanziamento.

La riprogrammazione "che costituisce uno dei punti nodali del piano di riassetto aziendale concordato fra i rappresentanti dell'Azienda, dei Sindacati della Regione Sarda nell'incontro tenutosi presso l'Assessorato dell'Industria", è stata accolta favorevolmente dalla Giunta Regionale con deliberazione n. 2/35 del 17.01.1995.

2) L.R. 18.05. 1957 n. 23 concernente: Costituzione presso il CIS di un fondo per il credito di esercizio per le industrie.

Il Comitato costituito presso la Banca CIS è stato concesso un finanziamento agevolato per l'acquisto di scorte e materie prime di lire 400.000.000 in data 22.07.1987.

3) L.R. 20.06.1989 n. 44 - art. 3 concernente: Provvedimenti a favore delle piccole e medie imprese industriali.

In data 04.05.1994 la Novamarine 2 ha presentato domanda alla SFIRS per ottenere un contributo in c/interessi sul consolidamento di debiti a breve termine nei confronti delle banche per un importo di lire 3.000.000.000.

Con decreto dell'Assessore dell'Industria n. 127/Ass del 26.04.1995 è stato concesso un contributo complessivo di lire 508.033.410 a fronte del piano di consolidamento presentato e coordinato con un programma di ricapitalizzazione della Società.

La situazione di difficoltà economica in cui si trova l'azienda ha avuto origine alcuni anni fa a causa del materiale difettoso fornito da una ditta francese con cui venivano rivestiti gli elementi galleggianti dei gommoni, tanto da costringere la Società al ritiro e alla sostituzione di circa 1.500 mezzi già forniti ai clienti, causando un danno di oltre 12 miliardi di lire risarcito, a seguito di transazione con circa 1,5 miliardi di lire.

Questo fatto ha costretto la Società, per far fronte anche agli impegni assunti nei confronti di diversi istituti di credito, a ricercare soluzioni onerose per un piano di consolidamento dei debiti con le banche coordinato con un piano di ricapitalizzazione della Società.

L'accordo con il maggiore Istituto di credito dell'isola è stato di recente raggiunto, scongiurando così un paventato fallimento della Società, che potrà proseguire nella sua attività produttiva.

Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Vargiu sugli stanziamenti relativi alle missioni dei funzionari e dei dirigenti regionali. (193)

Riguardo all'interrogazione di cui all'oggetto si osserva che, nella proposta di bilancio, gli stanziamenti dei capitoli riguardanti le missioni dei dipendenti e dirigenti regionali sono stati ridotti del 50% rispetto a quelli degli anni precedenti, nel rispetto del principio di contenimento delle spese di funzionamento cui si è ispirata la Giunta regionale nella predisposizione del bilancio per il corrente anno.

Tuttavia, tenuto conto delle esigenze manifestate da diversi assessorati in merito alla insufficienza delle risorse, con un emendamento presentato dalla Giunta il capitolo delle missioni dei dipendenti è stato incrementato di un importo pari a 500.000 euro per un totale di 1.454 000 euro.

Risposta scritta dell'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione Vargiu sugli intendimenti dell'Amministrazione regionale in merito all'utilizzo della graduatoria del concorso per funzionario amministrativo, categoria D. (166)

Con riferimento all'interrogazione in oggetto si osserva quanto segue.

La L.R. 21 aprile 2005 n. 7, art. 15, 1° comma, ridetermina l'organico regionale in misura corrispondente al personale in servizio alla data del 31.12.2004, integrato da ulteriori posti relativi a figure professionali appartenenti alla categoria D, da assumere, con pubblici concorsi, nei limiti delle risorse disponibili.

La stessa legge peraltro (art. 15, comma 8) lascia spazio all'assunzione di funzionari di categoria D, anche attraverso l'utilizzo delle graduatorie dei concorsi pubblici ancora valide (tra le quali rientra quella approvata con determinazione n. 978/P). Il che è avvenuto in conseguenza delle cessazioni di personale verificatesi da gennaio ad oggi e continua ad avvenire con cadenze periodiche, sia per venire incontro ad esigenze prioritarie stabilite dalla Giunta che per "turn over".

Attualmente sono state disposte assunzioni sino alla 95a posizione e sono in corso chiamate di idonei da diverse graduatorie (amministrativi, bibliotecari, ingegneri).

Risposta scritta dell'Assessore affari generali, personale e riforma della Regione all'interrogazione La Spisa sulla selezione per titoli ed esami per 167 posti elevabili sino a 469 unità complessive del livello economico iniziale della categoria C dell'Amministrazione regionale. (224)

In risposta all'interpellanza e all'interrogazione in oggetto si osserva quanto segue.

La Giunta regionale, con deliberazione n. 45/16 del 4 novembre 2004, ha determinato il numero dei posti riservati alle selezioni interne assegnando al transito per la categoria D e per l'Area C del Corpo forestale il 30% dei posti vacanti nell'organico, e al transito per la categoria C e per l'Area B del Corpo forestale il 50%.

Conseguentemente i posti assegnati al personale interno sono: Categoria D: 170; Categoria C: 167; Area C (forestali): 29; Area B (forestali): 22. Di questi concorsi resta ancora da espletare (il 14 giugno p.v.) quello per la categoria D.

Si osserva al riguardo che l'art. 2 della L.R. n. 11 /2002, nel disciplinare (a sanatoria delle relative disposizioni contrattuali) le selezioni interne di cui trattasi, ha espressamente stabilito che il numero dei posti utilizzabili fosse non superiore al 50% dei posti vacanti nelle dotazioni organiche.

Pertanto per due selezioni la Giunta ha fissato il numero massimo previsto dalla legge. Invece, per due selezioni - quelle relative a posti per il cui accesso è previsto, in via ordinaria, il diploma di laurea - ha ritenuto di limitare al 30% le riserve agli interni, avendo avvertito l'esigenza di instaurare un rapporto più equilibrato tra accessi con concorso pubblico e transiti con selezioni interne, data anche la necessità di riservare adeguati spazi a figure specialistiche, necessarie per una maggiore operatività in campi quali l'ambiente, i beni culturali, le politiche comunitarie, ecc.

Per quanto concerne la motivazione del decreto n. 1298/P del 4 novembre 2004, si sottolinea che questa è contenuta nella citata deliberazione n. 45/16, indicata nel provvedimento.

Concludendo, non si ravvisano ragioni per disporre modifiche degli atti citati.

Risposta scritta dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio all'interrogazione Dedoni sulla definizione di criteri e direttive per l'assegnazione dei contributi per manifestazioni turistiche (deliberazione della Giunta regionale 9 marzo 2005, n. 9/11). (216)

Con l'approvazione della delibera n. 9/11 del 9 marzo 2005, la Giunta regionale ha inteso mettere ordine e ridefinire i criteri di assegnazione dei contributi legati all'attuazione della L.R.7/55, art. 1, comma c, riguardante le manifestazioni pubbliche di grande interesse turistico.

Le nuove direttive adottate, in particolare hanno posto l'accento sulla necessità di orientare e indirizzare la spesa verso iniziative e manifestazione capaci di agire quale attrattore turistico, garantendo nel contempo la continuità e la certezza di finanziamento alle sagre e feste storiche di valenza regionale consolidata e ad alcune sagre e feste di particolare rilievo storico-culturale.

I criteri hanno individuato tipologie e relative ripartizioni finanziarie, quantificate secondo percentuali non eccessivamente rigide, capaci di soddisfare le esigenze che verranno espresse dal territorio regionale, sia per le iniziative pubbliche che per quelle private.

Per quanto riguarda la festa di San Salvatore di Cabras, della quale peraltro si riconosce la valenza culturale, la non inclusione nell'elenco delle manifestazioni indicate al punto a) dell'articolo 2 non ne impedisce un eventuale finanziamento, ove questo venisse richiesto all'interno di iniziative e manifestazioni previste nel rispetto dei punti b) - e) del succitato articolo.

Testo delle interpellanze, interrogazioni e mozioni

annunziate in apertura di seduta

Interpellanza La Spisa - Lombardo - Contu - Sanjust - Petrini sul protocollo in materia di indennizzi ai pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi e sul futuro del poligono di Capo Teulada e della Brigata Sassari.

I sottoscritti,

preso atto delle dichiarazioni del Presidente della Regione riguardo la presenza dei militari in Sardegna, con particolare riferimento al poligono di Capo Teulada ed alla richiesta di indennizzi a favore dei pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi;

appreso che lo stesso Presidente riterrebbe necessaria la chiusura dello stesso poligono e, pertanto, non ritiene debba essere firmato il protocollo d'intesa con il Ministero della Difesa, attraverso cui verrebbe finalmente riconosciuto un equo indennizzo ai pescatori delle due marinerie maggiormente danneggiate dai vincoli militari;

rammentato che:

- la Brigata Sassari, forte ormai di poco meno di quattromila uomini e donne, tutti soldati professionisti e tutti sardi, è stata conservata in vita proprio in considerazione del fatto che la Sardegna ha le basi di Capo Teulada e Perdas de Fogu, che consentono la possibilità di addestrare i militari sul proprio territorio senza spendere risorse per trasferimenti in aree addestrative lontane;

- molti volontari non emigrarono per raggiungere i reparti alpini o bersaglieri sul continente, ma a centinaia andarono a coprire mensilmente i posti dei reggimenti della Brigata Sassari;

- in tal modo sono stati raggiunti due scopi principali: i nostri ragazzi, rimasti in Sardegna, hanno tenuto qui i loro redditi e la Brigata Sassari ha evitato il previsto scioglimento (furono sciolte allora la Brigata Centauro, la Gorizia e la Cremona);

rilevato che:

- la chiusura di Capo Teulada rappresenterebbe per la Brigata Sassari l'impossibilità di addestrarsi mensilmente e di essere pronta per ogni esigenza operativa;

- la logica conseguenza sarebbe quindi un suo trasferimento in continente dove ogni brigata ha ampie aree addestrative per la preparazione dei suoi reparti;

- il trasferimento significherebbe implicitamente lo scioglimento, tanto che i nostri ufficiali, sottoufficiali e soldati verrebbero dispersi nelle altre Brigate;

- per la Sardegna significherebbe perdere quattromila famiglie di militari che verrebbero trasferite in pochi mesi e almeno quattrocento civili, che lavorano nelle caserme dell'isola, si troverebbero sostanzialmente in esubero (cooperative per la manutenzione, cuochi, refettoristi, addetti alle pulizie, impiegati etc.);

- solo il reggimento di Capo Teulada ha erogato nel 2004 quindicimilioni di euro tra stipendi, pagamenti di ditte diverse etc;

considerato che:

- altre pesanti perdite sarebbero individuate per Teulada in circa cinquecentomila euro all'anno che il Comune incassa dallo Stato solo per la presenza di militari;

- si perderebbero i flussi finanziari indotti dalla presenza in Sardegna di ventimila soldati che ogni anno frequentano Teulada; gli stessi devastanti effetti si ripercuoterebbero su altri centri che ospitano reggimenti della Brigata e soprattutto su Macomer che, da un anno, sta osservando una lenta ripresa grazie ai mille uomini del reggimento del genio militare, recentemente costituito, che eroga circa dodicimilioni di euro all'anno;

- in sintesi la chiusura di Capo Teulada avrebbe ripercussioni gravissime su tutta l'economia sarda per la conseguente chiusura della Brigata Sassari;

sottolineato che il danno non sarebbe solo economico ma anche e non meno importante, morale, perché una delle unità più prestigiose dell'Esercito, vanto ed ambasciatrice dei sardi nel mondo, sarebbe chiusa mestamente in nome di richieste demagogiche che nulla offrono in cambio ai nostri giovani se non promesse di un futuro sviluppo turistico, certamente non incompatibile con la presenza dei militari in Sardegna,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione perché riferisca in Consiglio regionale sulle reali intenzioni riguardo al problema del futuro del poligono di Capo Teulada e del pagamento degli indennizzi ai pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi. (87)

Interpellanza Davoli - Pisu - Uras sulla grave situazione creata dalla prosecuzione della politica governativa di tagli nei trasferimenti finanziari e negli organici del personale scolastico in Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che:

- è stata denunciata dalle organizzazioni sindacali della scuola alla Regione e alle istituzioni locali perché ci si opponga con la decisione e con l'efficacia necessaria, l'ulteriore drastica riduzione degli organici della scuola voluta dal Governo, che interessa il personale amministrativo, tecnico e ausiliario degli istituti scolastici della Sardegna;

- l'intero sistema scolastico in Sardegna vive una pesantissima crisi dovuta, principalmente, all'attuazione di politiche liberiste di progressiva riduzione della spesa pubblica finalizzata alla garanzia dei diritti sociali, ad iniziare da quello allo studio;

- tali politiche in Sardegna hanno colpito in profondità l'efficienza del sistema dell'istruzione pubblica, determinando l'aggravarsi dei fenomeni di dispersione ed abbandono scolastico, di fatto mortificando il diritto allo studio dei ragazzi e delle ragazze sarde e con esso le prospettive di sviluppo economico e sociale e di crescita civile della Sardegna;

- necessita una adeguata risposta, anche legislativa, a tali politiche neo-centraliste del Governo nazionale attraverso una specifica normativa regionale, da definire ai sensi della vigente Legge costituzionale, che consenta il tempestivo esercizio delle competenze proprie della Regione in materia di istruzione e formazione, per la costruzione di un efficace sistema scolastico e formativo integrato;

- è urgente intervenire per contrastare i predetti fenomeni di abbandono e dispersione scolastica, coinvolgendo ai sensi della legge regionale 24 dicembre 1998, n. 37 le province, con un nuovo e più efficace piano d'azione, che rappresenti una opportunità di lavoro stabile anche per i tanti insegnati precari in cerca di occupazione;

- in tale direzione va sollecitata l'Università degli studi di Cagliari perché venga avviata immediatamente la procedura per l'istituzione e svolgimento, nell'ambito delle proprie strutture didattiche, dei corsi speciali, di durata annuale, riservati ai docenti in possesso di trecentosessanta giorni di servizio, al fine del conseguimento dell'abilitazione, dell'idoneità all'insegnamento ovvero del diploma di specializzazione per il sostegno; infatti senza una idonea presenza di insegnanti di sostegno, non potrà essere contenuto il disagio che colpisce gli studenti in condizioni di maggiori difficoltà di apprendimento;

- i dirigenti scolastici e le organizzazioni sindacali manifestano viva preoccupazione per la definizione delle dotazioni organiche del personale Ausiliario Tecnico Amministrativo (ATA) per l'anno scolastico 2005/2006 in Sardegna, recentemente comunicate dalla direzione generale del personale della scuola dal MIUR (Ministero dell'istruzione e della ricerca);

- la prevista riduzione del personale ATA, in particolare collaboratori scolastici, essenziali per l'ordinario funzionamento degli istituti scolastici, è quantificata in ben duecentocinquanta posti, che vanno ad aggiungersi agli organici già soppressi all'insegna del "risparmio finanziario" e delle politiche governative di smantellamento dello stato sociale;

considerato che:

- questa legislatura regionale è stata indicata come la legislatura per l'istruzione, la formazione e la cultura, per costruire una vera rinascita della società e dell'economia sarda, nell'affermazione dei diritti ad incominciare da quelli allo studio e al lavoro; l'impegno va mantenuto;

- i provvedimenti relativi all'anno in corso si sommano alle riduzioni già operate nel triennio trascorso, nel quale gli organici hanno già avuto una contrazione di circa il dieci per cento e pertanto ben oltre i limiti fissati dalle leggi finanziarie;

- la continua emorragia di personale tecnico incide sulla funzionalità dei laboratori delle scuole, mentre il taglio di assistenti amministrativi appesantisce il peso sempre più crescente degli adempimenti burocratico-amministrativi in capo agli istituti scolastici;

- sono perciò a rischio i settori cruciali della cura della persona, dell'assistenza e vigilanza delle/degli alunne/i, anche portatori e portatrici di handicap, della gestione amministrativa e dei lavoratori, dell'igiene e della pulizia degli edifici, quei servizi cioè senza i quali la scuola non può garantire il fondamentale diritto all'istruzione;

- l'efficienza e la produttività dell'istituzione formativa pubblica, cui è affidato lo sviluppo delle capacità intellettuali, dell'istruzione di base e specialistica, delle giovani generazioni, che costituiscono la risorsa fondamentale per la rinascita della Sardegna, non possono subire ulteriori reiterati attacchi,

chiedono di interrogare l'Assessore della pubblica istruzione e l'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere quali iniziative abbia posto in essere la Giunta regionale per contrastare la grave situazione rappresentata ed opporsi con decisione ed efficacia alla devastante politica dei tagli decisa dal Governo nazionale. (88)

Interpellanza Atzeri sugli indennizzi dovuti dallo Stato alle marinerie di Teulada e Sant' Anna Arresi.

Il sottoscritto,

premesso che la vicenda relativa ai pescatori delle marinerie di Teulada e Sant' Anna Arresi è divenuta ormai insostenibile e necessita di immediate e coerenti risposte finanziarie e politiche;

considerato che sono in gioco i destini di moltissime famiglie di pescatori, le quali reclamano il legittimo diritto di poter usufruire con tempestività dei peraltro striminziti indennizzi in precedenza pattuiti e perciò in ogni caso dovuti;

rilevato che la vertenza si trascina ormai da tempo con la logica del muro contro muro e che la esasperazione dei pescatori si sta concentrando in azioni di protesta estreme e radicali;

ritenuto che una simile vertenza, dalle straordinarie implicazioni sociali e politiche, debba trasferirsi urgentemente in Consiglio regionale affinché la massima Assemblea legislativa sarda possa autorevolmente pronunciarsi in materia;

constatato che intorno a tali gravi problematiche si stanno registrando intollerabili strumentalizzazioni, unite alla disinformazione e alla politica statale dei ricatti, che rappresentano risposte arroganti nei confronti dell'intera comunità isolana;

ritenuto che il contenzioso sugli indennizzi rappresenti l'aspetto emergente del più ampio problema relativo alla ricontrattazione delle servitù militari in Sardegna;

considerato, altresì, che la battaglia del Presidente Soru merita attenzione, rispetto e condivisione, in quanto sono in gioco la ridefinizione della sovranità dei sardi sul proprio territorio e quindi le stesse ragioni della specialità;

rilevato tuttavia che le marinerie in oggetto reclamano il riconoscimento dei propri diritti ormai da due anni e che la loro esasperazione è oggi totalmente condivisibile, in quanto i vincoli militari hanno impedito il regolare sviluppo delle attività economiche dei pescatori;

considerato inoltre che, anche se il problema del risarcimento dei danni del fermo di guerra è politicamente indissociabile dal problema più generale di rivendicare una completa riscrittura delle regole relative alla presenza delle basi militari in Sardegna, tuttavia occorre tutelare soprattutto la parte più debole della vertenza e cioè i pescatori e le loro famiglie,

chiede di interpellare il Presidente della Regione per sapere:

1) quali azioni intenda intraprendere per contemperare il diritto dei pescatori a usufruire in tempi brevi degli indennizzi dovuti con la sacrosanta battaglia a tutto campo per la ricontrattazione delle servitù militari in Sardegna;

2) se non ritenga opportuno anticipare le somme dovute dallo Stato alle marinerie in oggetto anche al fine di stroncare definitivamente le strumentalizzazioni in atto sulla vicenda;

3) se non ritenga di conseguenza politicamente più importante aprire con maggiore libertà d'azione un complessivo contenzioso Stato-Regione al fine di ridiscutere la presenza delle servitù militari nell'isola e lo stesso concetto di indennizzo, in quanto gravemente lesivo della dignità e dei diritti dei sardi alla sovranità sul proprio territorio. (89)

Interpellanza Sanna Franco - Floris Vincenzo - Pirisi - Corrias sulla revoca da parte del CIPE del contratto di programma a favore del consorzio Nebiolo per il riavvio dell'attività della cartiera di Arbatax.

I sottoscritti,

premesso che il CIPE con deliberazione n. 37 del 2002 ha approvato il contratto di Programma per l'area cartaria che prevedeva un finanziamento a favore del consorzio Nebiolo Printech cartiera di Arbatax per il riavvio dell'attività della cartiera di Arbatax;

considerato che nel mese di aprile 2004 a causa del fallimento della società capofila del consorzio i lavori di ristrutturazione degli impianti sono stati interrotti;

rilevato che il 26 aprile 2005 presso il comitato per l'occupazione della Presidenza del Consiglio dei Ministri si è tenuto un incontro nel corso del quale è stato verbalizzato l'impegno di un nuovo soggetto imprenditoriale rappresentato dal Dottor Paolo Tamburi che ha confermato la volontà di realizzare l'iniziativa nonostante si sia registrato un ritardo di circa due mesi;

sottolineato che:

- gli investimenti complessivi, che ammonteranno a circa 100 milioni di euro, saranno finanziati con mezzi propri e mediante le agevolazioni rivenienti dal contratto di programma sottoscritto e che i tempi per la loro realizzazione saranno di tre anni;

- nel verbale citato si è previsto l'impegno all'assunzione, entro il 31 dicembre 2005, dei sessantadue ex dipendenti della cartiera di Arbatax attualmente in mobilità in deroga e al saldo totale, entro il 10 giugno, delle retribuzioni non percepite dai trentasette dipendenti in carico alla società Girasole;

- il Ministero delle attività produttive ha inviato in data 30 marzo 2005 comunicazione dell'attivazione della procedura di revoca del contratto di programma per gravi inadempienze invitando la società a superare i motivi di revoca delle agevolazioni;

- facendo seguito alle intese intercorse con la Presidenza del Consiglio la società Girasole ha convocato per il 20 giugno 2005 l'assemblea dei soci per l'aumento del capitale;

- nonostante tale iniziativa il CIPE, in data 27 maggio 2005, ha deliberato la revoca del contratto a favore del consorzio Nebiolo, senza che di questo venisse informata la Regione autonoma della Sardegna, cofinanziatrice del contratto, e il Ministro delle attività produttive, Direzione Generale Coordinamento Incentivi alle Imprese, ha attivato le procedure di revoca del contratto, il cui termine ultimo di attivazione decorre dal 24 giugno 2005 nel caso in cui l'impresa non abbia adempiuto a quanto prescritto,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore dell'industria per sapere quali atti intendano porre in essere presso il Governo nazionale perché venga data soluzione alla discrasia determinatasi tra le citate prescrizioni del Ministero delle attività produttive, il verbale sottoscritto presso la Presidenza del Consiglio e la revoca del contratto di programma deliberata dal CIPE, considerate le preoccupanti negative ripercussioni che tale decisione avrebbe per il rilancio dell'area industriale di Arbatax in un'area territoriale già colpita da una drammatica situazione di crisi economica ed occupazionale. (90)

Interpellanza Licheri - Lanzi - Fadda Giuseppe sul protocollo tra la Regione autonoma della Sardegna e INPS.

I sottoscritti,

visto il protocollo d'intesa del 27 aprile 2005 tra la Regione autonoma della Sardegna e l'Istituto nazionale della previdenza sociale, per l'approvazione del piano di smaltimento delle domande di concessioni delle provvidenze d'invalidità civile, in trattazione presso i competenti uffici regionali;

considerato che l'Assessorato dell'igiene, sanità e assistenza sociale mette a disposizione dell'INPS le unità di personale, che verrà impiegato per lo smaltimento delle pratiche inevase;

visto l'articolo 2 del protocollo citato che prevede, per la realizzazione del suddetto piano, l'impiego dalla Regione di almeno 51 unità di cui 19 assegnati all'INPS,

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale in merito alla necessità dell'utilizzo di tale personale e dell'opportunità di spostarli verso le sedi INPS. (91)

Interpellanza Licheri - Lanzi - Fadda Giuseppe sulla necessità di modificare le linee d'indirizzo sull'organizzazione interna della costituenda azienda ospedaliero universitaria di Sassari, al fine di garantire l'assolvimento dei compiti istituzionali della Facoltà di medicina in coerenza con le vigenti norme nazionali sui corsi di laurea di area sanitaria.

I sottoscritti,

premesso che si ritiene condivisibile il proposito di evitare ed eliminare le duplicazioni non adeguatamente motivate e grave la decisione di sopprimere, precludendone quindi l'inserimento nella costituenda azienda ospedaliero-sanitaria, numerose attività assistenziali essenziali per lo svolgimento dei compiti istituzionali di didattica e ricerca della facoltà: ortopedia, pneumologia, anestesia, dermatologia, oncologia, neuropsichiatria infantile;

vista la necessità di una co-gestione, con valenza interaziendale, dell'attività di pronto soccorso accettazione, nel presidio Santissima Annunziata, tra azienda ospedaliera-universitaria e ASL n.1, che è motivata da ragioni sia didattiche sia assistenziali: quelle didattiche consistono nell'esigenza di garantire agli studenti adeguati livelli formativi in settori cruciali della medicina e della chirurgia d'urgenza, indispensabile per poter rispettare i requisiti minimi di accreditamento dei vari corsi di laurea; quelle assistenziali scaturiscono invece dal fatto che nell'azienda ospedaliera-universitaria sono previste funzioni (strutture del dipartimento materno infantile, chirurgia maxillo facciale, ORL, oculistica, neurologia, ematologia) che, non essendo presenti nel presidio della Santissima Annunziata, dovranno essere coinvolte nell'attività di emergenza-urgenza;

considerato che il protocollo avanzato dalla Giunta e dall'Assessorato dell'igiene, sanità e assistenza sociale, considera come "duplicazioni non motivate" unicamente le strutture assistenziali universitarie, a prescindere da qualsiasi valutazione di merito e trascurando il fatto che molte di tali strutture erano state istituite molto prima delle corrispondenti unità ospedaliere, attivate unilateralmente dalla ASL n.1 senza alcuna concertazione con l'Università, appare inaccettabile una proposta che non tiene conto del fatto che le strutture in questione svolgono attività insostituibile per la didattica e la ricerca;

tenuto conto del grave stato in cui versa già di per sé la ricerca in Italia, per via dei costanti tagli ai trasferimenti statali alle Università e per la disastrosa gestione di un settore tanto strategico per lo sviluppo del nostro paese da parte dell'attuale Ministro Letizia Moratti, appare doppiamente grave che per la Giunta e l'Assessore il fatto che le strutture oggetto di soppressione fossero scuole di specializzazione, non rappresentasse "ragione sufficiente" per considerarle "duplicazioni motivate",

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore dell'igiene, sanità e assistenza sociale al fine di:

1) ottenere un riesame complessivo, ponderato e responsabile, dell'intera materia trattata nel protocollo in questione;

2) arrivare ad una nuova formulazione che sia in grado di contemperare le esigenze di riordino e razionalizzazione dell'Azienda ospedaliera con quelle, ineliminabili, della ricerca e della didattica universitaria ad alti livelli di specializzazione, in coerenza con le vigenti norme nazionali sui corsi di laurea di area sanitaria. (92)

Interpellanza Cherchi Silvio - Floris Vincenzo - Mattana - Marrocu - Barracciu - Calledda - Corrias - Cugini - Lai - Orrù - Pacifico - Pirisi - Sanna Alberto - Sanna Francesco sulla inadeguatezza e disfunzioni del servizio elettrico pubblico, provocate dalla carenza delle infrastrutture per il trasporto e dalla distribuzione dell'energia elettrica in Sardegna, e sulla precarietà e degrado progressivo delle reti.

I sottoscritti,

premesso che i lavoratori del gruppo ENEL della Sardegna e le loro rappresentanze sindacali unitarie hanno più volte denunciato in questi anni la inadeguatezza del servizio elettrico nell'Isola a causa della carenza di infrastrutture elettriche di trasporto e di distribuzione, e lo stato di precarietà e il progressivo degrado delle infrastrutture esistenti, che causano gravi inefficienze e pesanti disfunzioni del servizio elettrico pubblico nella nostra Regione;

ricordato che a causa di un insufficiente collegamento con la rete di trasporto nazionale, in diverse occasioni nel recente passato, si è manifestata la fragilità dell'intero sistema di trasporto e distribuzione dell'energia elettrica, con black-out che hanno interessato ampie zone della Sardegna causando pesanti disagi all'utenza civile e, talvolta, notevoli danni a quella industriale;

costatato che, dai dati forniti dal GRTN, che controlla per la quasi totalità la rete alta tensione a 380 KV, 220KV e 150KV, di trasporto e distribuzione, la stessa ha in Sardegna, dal 1999 al 2003, un indice di disalimentazione totale superiore ai 230 minuti contro un totale medio nazionale di 32 minuti, con una media in Sardegna nei cinque anni di 46,36 minuti d'interruzione contro i 6,57 minuti di media nazionale, che hanno provocato una mancata erogazione di 6.074 MWh su un totale nazionale di 26.775 MWh, pari al 22,7% del totale nazionale;

osservato che nell'Isola la rete di trasporto a 380 e 220KV controllata dal gestore e gestita da Terna è di soli 851 Km pari al 3,9% della dotazione nazionale, pari a 21.760 km, con una densità di 35,3 m/Kmq contro i 72,2 m/Kmq di media nazionale;

costatato, inoltre, che dai dati forniti dall'Authority per l'energia con un comunicato stampa del 3 maggio 2005 "sulla continuità del servizio elettrico per gli anni dal 1998 al 2004, durata cumulata di interruzione comprensiva di tutte le interruzioni subite dai clienti bt in minuti persi per utente per anno", la Sardegna è in presenza di un miglioramento negli anni indicati, passando da 287 minuti a 115 minuti d'interruzione per utente bt, ma nettamente al di sopra della media nazionale che è passata da 186 minuti del 1998 a 91 minuti nel 2004;

tenuto conto che dagli stessi dati dell'Authority risulta che l'85% delle interruzioni senza preavviso si verificano per guasti nella rete di media tensione a 15.000 volts, e soprattutto su quelle aeree;

osservato che in Sardegna queste gravi carenze hanno origine sia dalle caratteristiche degli impianti fino ad oggi costruiti, che vedono prevalere le linee aeree (oltre il 74%), rispetto a quelle in cavo sotterraneo, meno soggette a guasti, sia dalla insufficiente estensione delle linee, che nell'Isola raggiungono la lunghezza complessiva di 17.047 Km, pari ad una densità di 0,71 Km di linea MT per Kmq, quindi con una densità molto inferiore a quella dell'Italia continentale, che è pari a 1,19 Km di linea per Kmq;

rilevato che pesa ancora nel disservizio l'eccessiva estensione delle singole linee di media tensione a 15.000 Volts, in media di 23,08 Km contro i 14,88 della media nazionale; con linee nelle zone interne che superano addirittura i 99 km;

evidenziato che incide ancora il basso numero delle cabine primarie di trasformazione 150.000/15.000 Volts, che nell'Isola è pari a 82 cosiddetti "impianti equivalenti", con una densità di 3,50 impianti su kmq per 1000, contro i 7,01 di media, degli impianti analoghi installati nel resto dell'Italia;

rimarcato che appare evidente come le interruzioni del servizio ed il divario di qualità rispetto ai livelli nazionali dipendano da un'insufficienza di dotazioni infrastrutturali, da investimenti non adeguati e da carenze nelle manutenzioni e nel presidio del territorio, che vedono Enel Distribuzione preferire il pagamento delle penalità comminate dall'Autorità per il mancato raggiungimento degli standard di qualità, piuttosto che realizzare l'investimento, e addirittura Terna non pagare nessuna penale nel caso di fuori servizi, in quanto la legge non sanziona i guasti che derivano dal malfunzionamento della rete di trasporto nazionale;

considerato che, nella forte precarietà e arretratezza del sistema e del servizio elettrico della Sardegna, rischia di generare effetti ancor più penalizzanti per la nostra Isola la liberalizzazione del mercato elettrico in una situazione nella quale l'ENEL, non avendo ancora adempiuto nella nostra Regione alla "missione elettrica di pubblico servizio" che ne aveva giustificato la sua nascita con la nazionalizzazione del settore elettrico, si trova a competere sul mercato in una logica esclusiva di profitto;

appreso che dal bilancio di esercizio 2004 del Gruppo ENEL Spa, il cui capitale è ancora controllato per il 62% dal Ministero del Tesoro, a fronte di un utile netto di 3.419 milioni di euro, contro i 2.509 milioni di euro del 2003, si registra una contrazione degli investimenti, che nel settore mercato infrastrutture e reti è pari a 1.711 milioni di euro nel 2004 contro i 1.967 milioni di euro del 2002;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione e l'Assessore dell'industria per sapere se non ritengano di dover urgentemente porre in essere tutte le opportune iniziative per attivare un confronto ed una trattativa con il Governo nazionale, con l'ENEL e con il GRTN al fine di ottenere:

1) un programma pluriennale di investimenti, eventualmente cofìnanziato anche attraverso i fondi del POR Sardegna, in grado di adeguare la rete di trasporto e di distribuzione dell'energia elettrica, comprese le cabine primarie e secondarie, agli standard delle restanti regioni italiane, allo scopo di eliminare le attuali pesanti disfunzioni che penalizzano l'utenza civile e industriale della Sardegna con l'obiettivo di far corrispondere alla tariffa unica nazionale dell'energia elettrica un servizio di pari qualità ed efficienza come prescritto dall'Autorità per l'energia elettrica e il gas;

2) un piano industriale dell'ENEL per la Sardegna che, assieme al richiamato programma di investimenti, assicuri una qualificata e diretta presenza dell'ente elettrico nazionale in grado di mantenere e rafforzare il presidio del territorio per la gestione locale della rete di trasporto e di distribuzione dell'energia, salvaguardando il patrimonio professionale a tutti i livelli, disponibile presso le diverse sedi e articolazioni aziendali della Sardegna, rafforzando in modo particolare il management locale nelle responsabilità di gestione e nella programmazione degli investimenti, tenendo conto dell'esigenza di assicurare il servizio pubblico nella peculiarità della Sardegna e, comunque, svincolandoli da logiche esclusivamente reddituali e di mercato. (93)

Interpellanza Uras - Davoli - Pisu sulla situazione dei lavoratori della Quality Sardinia e della Lc Sistemia.

I sottoscritti,

premesso che:

- con la presente interpellanza intendono sottoporre all'attenzione della Giunta ed in particolare dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e dell'Assessore dell'industria la grave situazione dei lavoratori e delle lavoratrici (circa 15) della Quality Sardinia e della Lc Sistemia, che hanno iniziato una vertenza nei confronti delle predette società per ottenere il pagamento delle retribuzioni che non percepiscono da diversi mesi;

- la Quality Sardinia e la Lc Sistemia risulterebbero essere stati destinatari di finanziamenti pubblici e regionali, relativi alla Legge n. 488 e alla formazione di specifici corsi finalizzati aziendali;

- da circa un anno i responsabili delle citate società pare si siano completamente disinteressati della gestione aziendale, abbandonando le sedi, le attività ed il personale al proprio destino, tanto che sarebbero oggetto di provvedimenti di sfratto anche i locali attualmente occupati;

- allo stato i predetti responsabili, a detta dei lavoratori, non garantirebbero neppure le spese necessarie al mantenimento delle utenze elettriche e telefoniche;

- risulta, in Sardegna, che diversi imprenditori abbiano ottenuto per le proprie aziende finanziamenti per corsi finalizzati aziendali e contributi pubblici, in particolare assegnati ai sensi della Legge n. 488 e poi abbiano chiuso le attività dopo poco tempo, abbandonando il mercato, gli impianti e in particolare i lavoratori, spesso senza alcun preavviso o minima dovuta informazione;

chiedono di interpellare il Presidente della Regione, l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale e l'Assessore regionale dell'industria per conoscere:

1) quale intervento diretto intendano porre in atto al fine di assicurare ai lavoratori e alle lavoratrici della Quality Sardinia e della Lc Sistemia la prosecuzione dell'attività, il recupero delle retribuzioni arretrate e, in futuro, la regolare corresponsione degli stipendi e dei salari;

2) quale intervento intendano attivare in relazione ai comportamenti di cui si ha conoscenza, assunti da aziende, beneficiarie di contributi della Legge n. 488 in Sardegna e di finanziamenti regionali per corsi finalizzati aziendali, le quali, poco dopo aver ottenuto i predetti benefici, abbiano abbandonato le attività, non abbiano regolarmente retribuito i lavoratori e li abbiano, addirittura, licenziati;

3) se intendano attivare in proposito idonee indagini amministrative, un adeguato monitoraggio dei risultati, la verifica che ai finanziamenti erogati abbia corrisposto il raggiungimento degli obiettivi prefissati;

4) se intendano da una parte verificare la legittimità dei comportamenti adottati dalle aziende e dall'altra porre in essere interventi atti ad impedire il fallimento di iniziative che, comunque, sono state avviate con ingente spesa pubblica per assicurare più capacità produttiva e più occupazione in Sardegna. (94)

Interrogazione Contu, La Spisa, con richiesta di risposta scritta, sull'istituzione dell'ERA Sardegna, (Ente per la Ricerca in Agricoltura).

I sottoscritti,

premesso che:

- l'articolo 30 della legge regionale 14 aprile 2005, n. 7 (finanziaria 2005), sopprime i seguenti enti:

a) Istituto zootecnico e caseario per la Sardegna (IZC), istituito con decreto del Presidente della Repubblica 5 maggio 1948, n. 1308;

b) Istituto incremento ippico della Sardegna (III), istituito con legge regionale 28 maggio 1969, n. 27;

c) Stazione sperimentale del sughero (SSS), istituita con legge regionale 6 febbraio 1952, n. 5;

d) Centro regionale agrario sperimentale (CRAS), istituito con legge regionale 19 giugno 1956, n. 22;

- dalla data di entrata in vigore della presente legge è istituito, quale ente strumentale della Regione dotato di personalità giuridica di diritto pubblico, l'ERA Sardegna, Ente per la Ricerca in Agricoltura, il quale assume le funzioni degli enti soppressi al comma 1, nonché i rapporti giuridici in atto, compresi quelli di lavoro, facenti capo agli stessi enti;

- in base all'articolo 31 (Riforma degli enti in agricoltura) della citata legge regionale n. 7 del 2005:

"1. La Giunta regionale, su proposta dell'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale, entro tre mesi dalla data di approvazione della presente legge, predispone apposito provvedimento legislativo per la riforma degli enti di cui agli articoli 29 e 30.

2. Fino all'entrata in vigore della legge di cui al comma 1 e per un periodo non superiore a sei mesi dalla data di entrata in vigore della stessa legge, in sede di prima applicazione, fino alla costituzione dell'ordinario organo di amministrazione, l'ERSAT Sardegna e l'ERA Sardegna sono gestiti da commissari straordinari, nominati con decreto del Presidente della Regione su conforme deliberazione della Giunta, che hanno, tra l'altro, il compito di provvedere alla liquidazione degli enti di cui si dispone lo scioglimento o la soppressione ai sensi degli articoli 29 e 30, nonché di curare il passaggio dei beni ed il trasferimento del personale ai nuovi enti.

3. I commissari dell'ERSAT Sardegna e dell'ERA Sardegna, sulla base delle direttive impartite dalla Giunta regionale, individuano i beni degli enti sciolti e soppressi che non sono strumentalmente funzionali all'attività dei nuovi enti e li trasferiscono al patrimonio della Regione";

vista la confusione generata dalla stessa legge con l'utilizzo, al comma 1 dell'articolo 30, della parola soppressione che contrasta con la frase utilizzata al comma 1 dell'articolo 31, riforma degli enti di cui agli articoli 29 e 30;

considerato che:

- con deliberazione 17 maggio 2005, n. 21/6, la Giunta regionale ha provveduto alla nomina dei commissari straordinari dell'ERSAT Sardegna e dell'ERA Sardegna;

- non è stata ancora comunicata la sede legale dell'ERA Sardegna;

- non si è a conoscenza delle competenze del nuovo ente, non essendo possibile prendere visione della statuto dello stesso;

- esistono rapporti tra gli enti soppressi e persone terze (fisiche e giuridiche);

- le stesse non hanno ricevuto nessuna comunicazione in merito e non sanno a chi rivolgersi per il prosieguo dei loro rapporti contrattuali in essere con gli enti soppressi;

- diverse aziende vantano crediti esigibili che non vengono liquidati;

- le competenze di bilancio degli stessi enti soppressi sono transitate, secondo la legge regionale n. 7 del 2005, all'ERA Sardegna;

- le tesorerie degli enti soppressi hanno comunicato, in data 5 maggio 2005 che, non hanno ricevuto i dati del commissario e che nelle more degli adempimenti, in assenza di un soggetto legittimato a curare la gestione stralcio, si limiteranno a pagare le sole spese improcrastinabili, quali imposte, tasse, oneri assicurativi e previdenziali connessi al pagamento degli stipendi;

- ciò blocca, di fatto, i rapporti con persone terze con evidenti danni economici alle imprese,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per conoscere:

1) quali ruoli, compiti e funzioni abbia l'ERA Sardegna;

2) quali siano le direttive impartite ai commissari straordinari degli enti ERSAT Sardegna ed ERA Sardegna per lo scioglimento e la liquidazione degli enti di cui si dispone lo scioglimento o la soppressione;

3) lo statuto e la sede dei nuovi enti;

4) se siano stati nominati i revisori dei conti;

5) quali siano i tempi di gestione stralcio onde evitare il proseguo delle gravi ripercussioni economiche alle aziende che operano con gli enti di cui all'articolo 29 e 30 della citata legge n. 7 del 2005. (227)

Interrogazione Cassano, con richiesta di risposta scritta, sulla grave crisi del comparto agricolo sardo.

Il sottoscritto,

premesso che in Sardegna il settore agricolo sta attraversando una crisi tra le più gravi degli ultimi decenni;

preso atto che l'attuale Giunta regionale, in occasione anche dei recenti incontri con le organizzazioni di categoria, aveva garantito il pieno sostegno per la risoluzione delle problematiche più urgenti, quali il prezzo del latte, gli indennizzi per l'epidemia di lingua blu, il prezzo dell'acqua e il pagamento dei debiti contratti;

visto che numerose aziende agricole si trovano oggi sull'orlo del fallimento per il mancato rispetto degli accordi da parte del Governo regionale;

avendo appreso che l'attuale Giunta regionale, invece di adottare provvedimenti in favore del comparto, ha puntualmente disatteso anche gli impegni assunti dai suoi predecessori sul pagamento degli indennizzi per l'epidemia di lingua blu;

considerato che l'agricoltura in Sardegna ha rappresentato e rappresenta tuttora un volano determinante per l'economia, oltre che uno sbocco occupazionale per molti giovani sardi;

visto che in alcuni casi le banche minacciano di chiedere l'esecutività degli atti giudiziari contro le aziende agricole che avevano beneficiato di finanziamenti per opere di miglioramento fondiario,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere:

1) quanto tempo dovranno ancora aspettare gli agricoltori e i pastori sardi per avere gli indennizzi che a loro spettano;

2) quanto tempo dovranno ancora attendere per incassare anche le quote sul prezzo del latte;

3) se non ritengano di dover intervenire presso le banche per bloccare le azioni giudiziarie intraprese a danno delle imprese agricole sarde;

4) se non ritengano di dover intervenire presso i consorzi di bonifica per verificare l'equità del prezzo dell'acqua per gli usi irrigui;

5) se non ritengano di dover predisporre, con urgenza, un piano per il rilancio e lo sviluppo di un settore determinante per l'economia dell'Isola quale è quello agro-pastorale. (228)

Interrogazione Cassano, con richiesta di risposta scritta, sulla campagna di prevenzione degli incendi per l'anno 2005.

Il sottoscritto,

premesso che a partire dal 1° giugno ha avuto inizio la campagna per la prevenzione degli incendi per l'anno 2005;

visto che la macchina organizzativa parte con notevole ritardo e nonostante ciò gli addetti verranno convocati dall'Assessore della difesa dell'ambiente per l'illustrazione del piano operativo solo tra qualche giorno;

considerato che il personale da utilizzare non è pertanto a conoscenza dei mezzi e tanto meno delle risorse finanziarie impegnate, cosa che avrebbe dovuto sapere prima dell'avvio;

preso atto che la Giunta regionale, in accordo con la maggioranza che la sostiene, ha tagliato nella finanziaria 2005 i fondi in favore delle compagnie barracellari ma ha disposto comunque il loro utilizzo (oltre 5.000 unità lavorative) nella campagna di prevenzione;

avendo appreso che la Regione intende utilizzare 11 elicotteri per una spesa ancora non definita o, forse, che non si vuole far conoscere,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale della difesa dell'ambiente per sapere:

1) quali siano state le motivazioni per le quali non si sia provveduto ad incontrare le categorie interessate prima dell'avvio della campagna di prevenzione degli incendi per l'anno 2005;

2) con quale modalità siano stati individuati i mezzi, con quale impegno di spesa e quali le società (sarde o no) scelte;

3) quanto abbiano preventivato in favore delle compagnie barracellari per rimediare al taglio dei contributi a loro destinati contenuto nella legge finanziaria approvata qualche mese fa. (229)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sul personale dipendente dalla Società Sipas Spa.

Il sottoscritto,

premesso che la finanziaria regionale del 2004 ha previsto, al comma 8 dell'articolo 7, che il personale dipendente dalla Società Sipas Spa (società il cui capitale è interamente detenuto dalla Regione autonoma della Sardegna) è trasferito a domanda nelle more della costituzione della società gestore del servizio idrico integrato, nei ruoli del consorzio interprovinciale della frutticoltura o dell'ente sardo acquedotti e fognature;

considerato che il 30 giugno 2004 l'ESAF, con sua delibera n. 99, ha assunto i dipendenti dalla Sipas Spa in soprannumero e con contratto di lavoro a tempo determinato fino al 30 giugno 2005 e comunque fino alla costituzione della società gestore del servizio idrico integrato, cioè alla trasformazione della stessa ESAF,

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione e l'Assessore dei lavori pubblici per sapere:

1) allo stato di attuazione del procedimento di trasformazione dell'ESAF in società per azioni, quali provvedimenti siano stati posti in essere dalla Giunta regionale per definire in maniera esaustiva e chiara le posizioni giuridiche soggettive del personale della Società Sipas Spa;

2) se non ritengano necessario adottare con urgenza gli opportuni provvedimenti volti a confermare la tutela giuridica del rapporto di lavoro dei dipendenti in oggetto nelle more del processo di trasformazione dell'ESAF. (230)

Interrogazione Dedoni, con richiesta di risposta scritta, sull'ampliamento del porto turistico "Sa Mardini" di Torregrande.

Il sottoscritto,

premesso che il settore turistico, ed in particolare la nautica diportistica, rappresenta per la nostra isola un volano di sviluppo economico ed occupazionale da non sottovalutare;

considerato che il porto turistico "Sa Mardini" di Torregrande ha ormai raggiunto il massimo della capienza sia di imbarcazioni da diporto (411 barche ormeggiate) sia da pesca (158 barche ormeggiate) ma durante la stagione estiva si assiste ad una continua e giornaliera richiesta di disponibilità di posti barca, con lunghe liste d'attesa;

constatato che molti diportisti, per loro esplicita dichiarazione, hanno rinviato o, addirittura, rinunciato all'acquisto di un'imbarcazione per l'impossibilità di trovare un approdo, causando un grave danno all'economia del settore;

visto che nel dicembre 2003 è stata presentata alla Regione (Assessorato dei lavori pubblici) una richiesta di finanziamento per lavori di ampliamento e manutenzione per un importo di euro duemilioninovecentomila;

sottolineato inoltre che il bacino del porto, a causa dell'apertura ai venti di levante, ha prodotto negli anni l'imbonimento del fondale, con un riduzione di circa 70 cm e che tale fenomeno provoca grossi disagi alla navigazione nonché all'approdo delle imbarcazioni con pescaggio superiore a 2.20 m;

evidenziato che è divenuto ormai necessario ed improrogabile un intervento di ripulitura del fondo per riportare la quota batimetrica al progetto originario, come è stato già segnalato ai competenti Assessorati regionali con una richiesta di finanziamento (per un importo di euro settecentomila) nell'aprile 2002;

chiede di interrogare il Presidente della Regione, l'Assessore del turismo, artigianato e commercio e l'Assessore dei lavori pubblici per sapere:

1) se siano a conoscenza dei problemi sopra esposti;

2) quali provvedimenti intendano adottare per porre rimedio ad una situazione che si aggrava di anno in anno penalizzando pesantemente il settore turistico isolano con negative ricadute occupazionali, in particolare per la provincia di Oristano. (231)

Interrogazione Cappai, con richiesta di risposta scritta, sulla distribuzione diretta nella provincia di Oristano degli ausili per incontinenti.

Il sottoscritto,

premesso che la distribuzione degli ausili per incontinenti direttamente nel domicilio dei pazienti effettuata dalla ASL di Oristano ha causato aspre proteste da parte dei pazienti che si vedono violati del diritto alla privacy, in quanto costretti sia pure indirettamente, a rendere nota la propria patologia, lesi della facoltà di scelta della marca dell'ausilio e penalizzati dai disagi dovuti ai frequenti ritardi nella consegna degli ausili;

considerato che il non gradimento di tale servizio dei pazienti è sfociato in diverse azioni di protesta attraverso l'invio da parte di numerosi cittadini di lettere di raccomandata indirizzate alla ASL e al tribunale per i diritti del malato (per circa 250 ricorrenti l'udienza è fissata per il 12 giugno 2005) per poi manifestare presso i locali della ASL n. 5 di Oristano sia per le modalità di servizio imposto che per la evidentissima scarsa qualità degli ausili consegnati;

rilevato che l'argomento è già stato oggetto di interrogazioni consiliari sia nella passata legislatura che agli esordi della legislatura in corso;

appreso che recentemente l'ASL n. 5 di Oristano, ritenendo "atti intimidatori" le proteste dei pazienti ha comunicato che: "prendendo atto della rinuncia" da parte di questi ultimi "ad usufruire del servizio consegna a domicilio degli ausili", la ditta incaricata "cesserà immediatamente l'espletamento del servizio a favore degli interessati con contestuale cancellazione e distruzione dei dati personali", specificando, altresì, che continuerà a fornire gli ausili solo tramite la ditta incaricata "e non concederà alcuna autorizzazione secondo modalità diverse da quelle attualmente in essere",

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza della situazione sopra descritta;

2) se ritengano giusta e lecita la procedura posta in essere dalla ASL n. 5 in considerazione dei gravi e umilianti disagi che in questo modo vengono inflitti ai pazienti, già provati dalla sofferenza che questo tipo di patologie comporta;

3) se intendano intervenire tempestivamente a tutela dei diritti degli anziani. (232)

Interrogazione La Spisa - Sanjust - Lombardo - Contu - Petrini, con richiesta di risposta scritta, sul problema del sostegno agli sportivi sardi.

I sottoscritti,

premesso che:

- è necessario difendere i valori del cittadino sardo presenti nel campo dello sport sia nel settore professionistico che dilettantistico, soprattutto quando oggettivamente e soggettivamente siano apprezzati dalla intera società regionale;

- devono essere coltivati e sostenuti in modo formale e sostanziale, operando con una concreta e produttiva azione di specifico sostegno, anche di ordine finanziario;

rilevato che al momento, il caso del calciatore sardo Zola rischia di assumere i toni di una ulteriore perdita di credibilità per la Sardegna, nell'ipotesi in cui lasciasse la squadra del Cagliari calcio, dopo due annate che hanno attribuito all'immagine della Sardegna un rilievo che va ben oltre il merito sportivo, in tale ipotesi, la nostra regione sarebbe privata di un alto valore aggiunto;

preso atto che da alcuni cittadini è stata sollevata la questione, anche attraverso l'iniziativa del Centro studi economico sociale "Città di Cagliari", aderente a Euro Union Consult (Bruxelles- Luxemburg). A tale istanza non è stata data alcuna risposta da parte della Regione Sardegna;

rimarcato che l'indifferenza della Regione su questa vicenda si aggiunge alla evidente riduzione di risorse a favore del mondo dello sport dilettantistico, mortificando e comprimendo una grande realtà di sostegno della realtà giovanile della nostra Isola;

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere se voglia assumere tutte le iniziative che il caso merita al fine di promuovere la prosecuzione del rapporto con la Sardegna sportiva da parte degli sportivi sardi che danno lustro alla immagine della Sardegna e, nel contempo per conoscere gli orientamenti del governo regionale in merito al sostegno delle realtà sportive dilettantistiche attualmente in gravi difficoltà finanziarie. (233)

Interrogazione Diana - Liori, con richiesta di risposta scritta, sul funzionamento delle commissioni competenti alla determinazione del valore agricolo degli espropri.

I sottoscritti,

premesso che l'articolo 41 del decreto del Presidente della Repubblica n. 327 del 2001 prevede che in ogni provincia venga istituita una commissione che determina il valore agricolo medio dei terreni, nel precedente anno solare,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione per conoscere:

1) se le commissioni in parola siano state istituite nelle province sarde;

2) se sia stato predisposto e approvato il relativo regolamento per il funzionamento, la cui assenza potrebbe determinare ritardi nelle attività delle commissioni, con gravi conseguenti disagi all'attività amministrativa. (234)

Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, su presunte irregolarità nella predisposizione e approvazione del PUC del Comune di Muravera.

La sottoscritta,

premesso che la dettagliata documentazione fornita dalla minoranza precedente e attuale del Comune di Muravera denuncia, anche in una ampia memoria inviata al difensore civico fin dal 2004, irregolarità nell'iter per la predisposizione del Piano urbanistico comunale;

constatato che per poter completare l'iter dell'importante documento di programmazione urbanistica si è resa necessaria, per ben due volte, la nomina di un commissario ad acta per manifeste incompatibilità di tutti i componenti della maggioranza;

appreso che il documento di programmazione è stato approvato definitivamente il 24 maggio, alla vigilia dell'insediamento del nuovo consiglio comunale e che la relativa delibera del Commissario è stata pubblicata il 3 giugno senza tener conto dell'entrata in vigore del Piano regionale di assetto idrogeologico;

appreso inoltre che il PUC di Muravera ha disatteso in alcuni punti la legge regionale n. 8 del 2004 (Norme urgenti di provvisoria salvaguardia per la predisposizione del Piano paesaggistico regionale);

evidenziato che le irregolarità denunciate riguardano anche delicati aspetti ambientali e paesaggistici;

rilevato che la maggioranza, nonostante le pressanti sollecitazioni e richieste, non ha fornito, o lo ha fatto solo parzialmente e con notevoli ritardi, la documentazione ed i chiarimenti richiesti dall'opposizione;

sottolineato che il sindaco ha sempre sostenuto che la minoranza non possiede il requisito numerico per votare il piano;

precisato che, nonostante le richieste della minoranza al Prefetto, non vi e' un'univoca interpretazione del regolamento del consiglio comunale di Muravera relativamente al numero di consiglieri che devono essere presenti per la validità dell'adunanza di seconda convocazione quando "le deliberazioni sono valide purché intervenga almeno un terzo dei consiglieri";

preso atto che la legge sulle autonome locali ha notevolmente ridotto le norme di garanzia e di controllo delle opposizioni nei confronti degli esecutivi;

chiede di interrogare l'Assessore degli enti locali, finanze e urbanistica se non ritenga opportuno:

1) disporre un'indagine sui criteri e le modalità seguite nell'approvazione del PUC del Comune di Muravera in modo da fugare i dubbi di regolarità sollevati democraticamente dalla minoranza consiliare;

2) fornire, con apposita circolare, un'univoca interpretazione sul numero dei consiglieri che nei comuni con sedici eletti devono essere presenti nell'adunanza di seconda convocazione laddove il regolamento comunale recita "purché intervenga almeno un terzo dei consiglieri assegnati"; poiché il sindaco viene escluso dal computo, dovrebbe essere assodato che i due terzi dei consiglieri assegnati alla maggioranza è pari a undici, ma non è dimostrato che "almeno un terzo" equivalga a "almeno a cinque". (235)

Interrogazione Liori, con richiesta di risposta scritta, sui criteri di nomina di alcuni dirigenti regionali.

Il sottoscritto,

in relazione alla nomina da parte della Giunta del commissario della nuova società mineraria Silius, già commissario liquidatore della vecchia Mineraria,

chiede di interrogare il Presidente della Regione per conoscere se risponda al vero che il dirigente in parola risulti formalmente inquisito dalla magistratura per gravi reati e, in caso affermativo, quali criteri abbia adottato il Presidente nella scelta, e se non ritenga inoltre, di adottare gli stessi criteri che in tempi recenti hanno ispirato il Presidente nel rimuovere anzitempo dai vertici di alcuni enti regionali galantuomini che hanno solo perseguito l'interesse dell'ente da essi amministrato. (236)

Interrogazione Cherchi Oscar, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata accettazione da parte della ASL n. 5 di Oristano della donazione di pulsossimetri e altra strumentazione.

Il sottoscritto,

premesso che:

- con nota del 7 febbraio 2005 la Bayer Spa di Milano ha proposto alla ASL n. 5 di Oristano la donazione di due "pulsossimetri Nonin 9500 Onix" (ciascuno del valore commerciale di euro 420) e di un "Ecografia di Mazzocchi volumi 3 II edizione" (valore commerciale di euro 374) con destinazione finale all'Unità operativa di medicina interna del presidio ospedaliero San Martino di Oristano;

- tale offerta è rimasta senza riscontro per cui si ha ragione di ritenere che implicitamente la ASL n. 5 di Oristano non intenda accettare la donazione;

ritenuto che la dotazione dell'ospedale San Martino di tale strumentazione comporterebbe l'innalzamento del livello delle prestazioni anche in considerazione del fatto che tutte le altre ASL della Sardegna sono già in possesso della stessa strumentazione;

preoccupato per il fatto che i pazienti dell'ospedale San Martino vengano ancora sottoposti a dolorosi prelievi ematici anziché ricorrere alle moderne tecniche del pulsossimetro, che prevede un semplice contatto dell'apparecchio con la cute, per la dosatura dell'ossigeno nel sangue,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dell'igiene, sanità e assistenza sociale per conoscere:

1) se eventuali disposizioni regionali ostino all'accettazione della donazione in argomento da parte della ASL n. 5 di Oristano;

2) se siano a conoscenza dei motivi per i quali la ASL n. 5 di Oristano non abbia riscontrato a tutt'oggi l'offerta di donazione proposta dalla Bayer Spa e della mancata accettazione anche in altre donazioni di attrezzature scientifiche proposte da altre ditte (ad esempio l'Astrazeneca);

3) quali iniziative intendano intraprendere o abbiano intrapreso per far dotare l'ospedale San Martino di Oristano dell'attrezzatura in argomento. (237)

Interrogazione Amadu, con richiesta di risposta scritta, sulla soppressione di tratte ferroviarie e di posti di lavoro nelle Ferrovie dello Stato del nord-Sardegna.

Il sottoscritto,

venuto a conoscenza del fatto che le Ferrovie dello Stato hanno deciso di sopprimere alcune tratte ferroviarie nel nord-Sardegna nonché numerosi posti di lavoro: è prevista a breve nel periodo tra il 25 luglio 2005 e il 1° agosto 2005 la soppressione della postazione DCO Sassari e il DCO sud-Chilivani-Macomer che si aggiungono alla soppressione dei posti di lavoro delle stazioni di Porto Torres-Tissi-Usini-Scala di Giocca-Ploaghe-Ardara;

considerato che questa azione di vero e proprio smantellamento del servizio ferroviario nel nord-Sardegna avviene nel più totale silenzio della Giunta regionale, che assiste passivamente all'evolversi della situazione nonostante i precisi impegni assunti dall'Assessore dei trasporti, Broccia, durante un incontro svoltosi alcuni mesi fa presso il palazzo dell'Amministrazione provinciale di Sassari, promettendo alle organizzazioni sindacali l'impegno politico di considerare "centrale" il ruolo del trasporto ferroviario nonché di salvaguardare i posti di lavoro;

ritenuto che la Giunta regionale debba intervenire urgentemente rivendicando gli impegni e i risultati ottenuti dalla Regione sarda all'atto di sottoscrizione dell'APQ (Accordo di Programma Quadro) sulla mobilità e i trasporti avvenuto nel marzo del 2004,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti:

1) per sapere se intendano uscire dall'attuale immobilismo rivendicando precisi impegni da parte delle Ferrovie dello Stato per il rilancio del trasporto ferroviario nel nord-Sardegna, per l'utilizzo delle risorse finanziarie disponibili grazie al citato APQ del marzo 2004;

2) per conoscere i passi formali, amministrativi e politici messi in essere dalla Giunta regionale per attuare nel suo complesso il citato APQ che stanzia nei diversi settori dei trasporti isolani oltre duemila miliardi di vecchie lire. (238)

Interrogazione Balia - Marrocu - Biancu - Atzeri - Pinna - Licheri - Cachia, con richiesta di risposta scritta, sulle quote d'ingresso di lavoratori extracomunitari in Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che le aziende agro-pastorali della Sardegna incontrano crescenti difficoltà per reperire manodopera locale, sempre più proiettata verso la ricerca di occupazione stabile in comparti alternativi;

verificato che questa carenza di manodopera locale trova spesso compensazione e nuove opportunità con l'impiego di lavoratori extracomunitari;

constatato che la Legge 30 luglio 2002, n. 189, in materia di immigrazioni comunemente conosciuta come Legge Bossi-Fini, stabilisce, tra l'altro, anche il numero di extracomunitari che possono entrare in Italia;

accertato che le quote d'ingresso previste per il mezzogiorno d'Italia, compresa la Sardegna, sono assolutamente deficitarie rispetto alla potenziale offerta di lavoro in un settore ormai non più appetibile per i nostri disoccupati;

considerato che la stessa normativa prevede quote d'ingresso verso il nord-est della Penisola notevolmente più generose e che il numero delle quote assegnate alla Sardegna è inferiore alla media nazionale;

vista la grave crisi che sta attraversando il settore, che il prezzo del latte non supera i 51 centesimi a litro, che l'intero comparto ha raggiunto livelli di indebitamento elevatissimi;

assunto che in base al comma 4 bis dell'articolo 17 della Legge n. 189 Bossi-Fini, prevede che "il decreto annuale ed i decreti infrannuali devono altresì essere predisposti in base ai dati sulla effettiva richiesta di lavoro suddivisa per regioni e per bacini provinciali di utenza, elaborati dall'anagrafe informatizzata, istituita presso il Ministero del lavoro e delle politiche sociali";

definito che le Regioni possono, in base al comma 4 ter dell'articolo 17 delle Legge n. 189 del 2002 "trasmettere, entro il 30 novembre di ogni anno, alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, un rapporto sulla presenza e sulla condizione degli immigrati extracomunitari nel territorio regionale, contenente anche le indicazioni previsionali relative ai flussi sostenibili nel territorio successivo in rapporto alla capacità di assorbimento del tessuto sociale e produttivo";

rilevato che l'esigenza di incrementare le quote di ingresso di lavoratori extracomunitari viene sollecitata da numerose associazioni di categoria,

chiedono di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale per sapere:

1) se siano a conoscenza che i lavoratori extracomunitari sono ormai parte essenziale ed irrinunciabile per il mantenimento e lo sviluppo del comparto agro-pastorale;

2) se non ritengano opportuno ed urgente intervenire per sollecitare una modifica che comporti un allargamento delle maglie troppo contenute delle Legge Bossi-Fini;

3) se il Governo regionale abbia trasmesso alla Presidenza del Consiglio dei Ministri, così come previsto dal comma 4 ter dell'articolo 17 della Legge n. 189 del 2002, il rapporto annuale con anche le indicazioni previste relative ai flussi sostenibili nel triennio successivo in grado di essere assorbiti dal tessuto produttivo;

4) quali ulteriori, urgenti iniziative intendano assumere perché i nuovi decreti annuali ed infrannuali garantiscano alla Sardegna quote d'ingresso di lavoratori extracomunitari più generose ed in grado di soddisfare le offerte di lavoro soprattutto nel comparto agro-pastorale. (239)

Interrogazione Sanna Matteo, con richiesta di risposta scritta, sul trattamento di serie B per i disabili da parte della compagnia area Meridiana.

Il sottoscritto,

venuto a conoscenza che:

- in data odierna un disabile con problemi di deambulazione non ha potuto in alcun modo prenotare un volo con la compagnia aerea Meridiana nella tratta Roma-Olbia, perché la stessa non garantiva un'assistenza al passeggero se non in orari impossibili per lo stesso;

- la denuncia di questo grave fatto è della figlia del disabile che, chiamando il call-center ha riscontrato questa grave inadempienza da parte di Meridiana;

- questo non è il primo caso che si verifica e che in altre occasioni dei disabili non hanno potuto viaggiare da e per la Sardegna;

- dalle parole della compagnia Meridiana si riscontra poco interesse nei confronti di una categoria che non può in nessun modo essere calpestata;

- si ritiene molto grave l'atteggiamento secondo cui per garantire l'assistenza ai disabili, gli stessi debbano viaggiare in orari impossibili (ore 22.15),

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore regionale dei trasporti per sapere:

1) come intenda la Regione Sardegna, garantire i disabili con problemi di deambulazione che intendano viaggiare da e per la Sardegna;

2) quali provvedimenti intende prendere la Giunta regionale nei confronti di quelle compagnie che si dimostrano poco sensibili alle esigenze dei disabili. (240)

Interrogazione Caligaris, con richiesta di risposta scritta, sul licenziamento di un operatore marketing della AGROSARDA (Società Cooperativa a responsabilità limitata)

La sottoscritta,

premesso che in data 24 maggio 2005 il presidente dell'AGROSARDA (società di marketing per il settore agro-alimentare) ha licenziato un dipendente assunto da oltre tre anni con la motivazione che "le mutate condizioni operative e la situazione venutasi a determinare impongono la riorganizzazione delle risorse umane da utilizzare";

constatato che AGROSARDA è controllata per l'88% del capitale sociale dal Consorzio interprovinciale per la frutticoltura di Cagliari, Oristano e Nuoro e ha una partecipazione di SIPAS (Società Investimenti Produzioni Agro-alimentari Sardegna) e FinLega (Finanziaria della Lega Cooperative) del 6% ciascuna;

accertato che nel mese di giugno 2004 la Regione Autonoma della Sardegna con decreto del Presidente della Giunta, su proposta dell'Assessorato della programmazione e bilancio, credito e assetto del territorio, ha riconosciuto ad AGROSARDA lo status giuridico di Agenzia governativa regionale ai sensi della legge regionale del 9 dicembre 2002, n. 23;

sottolineato che tra i requisiti richiesti per ottenere il riconoscimento di Agenzia sono previsti la predisposizione di programmi annuali di azione approvati dal Governo regionale; organi di amministrazione soggetti a ratifica ed accettazione da parte del Governo o del Consiglio regionali oppure da questi direttamente nominati; essere di proprietà della Regione in modo diretto o indiretto attraverso quote di maggioranza;

considerato che l'articolo 29 della legge regionale 21 aprile 2005, n. 7 (Legge Finanziaria) promuove lo scioglimento del Consorzio interprovinciale per la frutticoltura di Cagliari, Oristano e Nuoro e con apposito disegno di legge ne affida le funzioni nonché i rapporti giuridici in atto, compresi quelli di lavoro all'ERSAT (Ente regionale di sviluppo ed assistenza tecnica in agricoltura);

ricordato che in presenza di privatizzazioni, liquidazioni o scioglimento di società o agenzie governative regionali, anche indirettamente controllate dalla Regione attraverso i suoi enti, è stata sempre doverosamente assicurata la continuazione del rapporto di lavoro,

chiede di interrogare l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale per sapere se non ritenga opportuno intervenire nei confronti dell'AGROSARDA e del consorzio interprovinciale della frutticoltura perché vengano rispettati gli indirizzi della Giunta, nella delicata fase di riforma degli enti operanti in agricoltura, in modo da evitare che si creino pericolosi precedenti nella tutela dei diritti acquisiti dai lavoratori; c'è infatti il rischio che iniziative unilaterali di vertici degli enti possano far ingenerare, anche strumentalmente, nell'opinione pubblica, falsi convincimenti sull'azione della Regione improntata a una reale riforma del sistema. (241)

Mozione Caligaris - Atzeri - Balia - Cocco - Ibba - Marracini - Masia - Serra - Uras sull'istituzione degli uffici territoriali dello Stato nelle Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio.

Il Consiglio regionale

VISTA la lettera b) dell'articolo 3 dello Statuto autonomo della Sardegna "ordinamento degli enti locali e delle relative circoscrizioni";

RICHIAMATE le leggi regionali 23 gennaio 1997, n. 4, "Riassetto generale delle province e procedure ordinarie per l'istituzione di nuove province e la modificazione delle circoscrizioni provinciali" e 12 luglio 2001, n. 9, "Istituzione delle Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio;

TENUTO CONTO dell'articolo 5 della Costituzione della Repubblica che "Riconosce e promuove le autonomie locali; attua nei servizi che dipendono dallo Stato il più ampio decentramento amministrativo; adegua i principi ed i metodi della sua legislazione alle esigenze dell'autonomia e del decentramento";

CONSIDERATO che l'insediamento dei Consigli e delle Giunte ha realizzato il nuovo assetto territoriale della Regione fissandone l'articolazione in otto province i cui cittadini non hanno però identiche opportunità di fruire dei servizi che sono di competenza dello Stato;

EVIDENZIATO che gli enti intermedi di nuova istituzione hanno diritto di operare in piena autonomia garantendo ai cittadini residenti pari dignità rispetto a quelli delle province storiche della Sardegna e delle altre regioni italiane configurandosi altrimenti una palese violazione dell'articolo 3 della Carta Costituzionale in cui viene sancito che "tutti i cittadini hanno pari dignità sociale e sono uguali davanti alla legge";

VALUTATE con preoccupazione le gravi difficoltà riscontrate dai cittadini a fruire dei servizi dello Stato attinenti le Prefetture, le Questure, i Comandi dei Carabinieri, i Tribunali, la motorizzazione civile, gli ex provveditorati etc,

impegna il Presidente della Regione

a chiedere con forza al Governo affinché i rispettivi Ministeri provvedano al tempestivo decentramento degli uffici statali nelle Province di Carbonia-Iglesias, del Medio Campidano, dell'Ogliastra e di Olbia-Tempio in modo che tutti i cittadini della Sardegna abbiano pari dignità e possano esercitare pienamente i loro diritti a prescindere dalle aree territoriali di residenza. (35)

Mozione Floris Mario - Cherchi Oscar - Atzeri sulle linee da seguire per apportare modifiche al vigente regolamento consiliare.

Il Consiglio regionale

PREMESSO che è stata convocata la Giunta del regolamento per l'adeguamento del regolamento consiliare vigente;

CONSIDERATO:

- la particolare importanza che il regolamento riveste per la vita dell'Assemblea: esso garantisce, infatti, che l'attività della stessa sia improntata ai principi della democrazia e della trasparenza;

- che qualsiasi variazione al regolamento deve essere adottata nel rigoroso rispetto dei diritti democratici garantiti, ai partiti politici e ai singoli consiglieri, dalla Costituzione e dallo Statuto;

- che le modifiche da apportare al regolamento debbono essere finalizzate al recupero del ruolo centrale del Consiglio regionale, ridotto notevolmente dal sistema elettorale adottato nelle elezioni del 2004 che, di fatto, ha esaltato, potenziandole, le funzioni della Giunta regionale e ridotto, invece, quelle dell'Assemblea;

- che la revisione del regolamento non deve essere legata al contingente e alle esigenze strategiche di parti politiche, ma deve interpretare le aspettative democratiche dell'Assemblea intesa nel suo complesso;

- che proprio per l'essere il regolamento strumento "super partes", le norme eventualmente approvate devono trovare largo consenso nelle posizioni politiche di maggioranza e opposizione, onde evitare che la maggioranza di turno modifichi il regolamento a proprio uso e consumo,

impegna il Presidente del Consiglio regionale

a promuovere, prima dell'avvio della discussione in Giunta del regolamento, un approfondito dibattito sull'attività e in particolare sulle esigenze del Consiglio che serva a definire la linea che la stessa Giunta dovrà seguire nel lavoro di aggiornamento del regolamento vigente. (37)

Mozione Marrocu - Biancu - Pinna - Licheri - Atzeri - Balia - Cachia - Salis - Serra - Barracciu - Bruno - Caligaris - Calledda - Cerina - Cherchi Silvio - Cocco - Corda - Corrias - Cucca - Cuccu Giuseppe - Cugini - Davoli - Fadda Giuseppe - Fadda Paolo - Floris Vincenzo - Frau - Gessa - Giagu - Giorico - Ibba - Lai - Lanzi - Manca - Maninchedda - Marracini - Masia - Mattana - Orrù - Pacifico - Pirisi - Pisu - Porcu - Sabatini - Sanna Alberto - Sanna Franco - Sanna Francesco - Sanna Simonetta - Scarpa - Secci - Uggias - Uras sul peso rilevante delle servitù militari in Sardegna, a causa del quale è inibita, totalmente o per gran parte dell'anno in vaste aree territoriali dell'isola ed in particolare in quelle costiere, ogni attività, ivi comprese quelle economiche e lavorative.

Il Consiglio Regionale

RICHIAMATA la dichiarazione, pronunciata dal Consiglio regionale, dell'intero territorio della Sardegna "terra di pace e di amicizia fra i popoli";

CONSIDERATO che:

- la Sardegna è sottoposta ad una presenza militare qualitativamente e quantitativamente superiore all'insieme delle altre regioni italiane;

- in Sardegna risultano asservite a fini militari ampie zone di territorio pari a 37.374 ettari, di cui 23.766 demanio e 13.608 servitù militari (mentre le aree di servitù a mare superano la superficie dell'intera Sardegna) nelle quali sono interdette per gran parte dell'anno molte delle normali attività umane ed economiche, ivi comprese, nelle vaste porzioni di mare prospicienti le zone di esercitazione, quelle di ancoraggio e pesca;

PREMESSO che:

- in questa legislatura, anche per il tramite di specifiche iniziative adottate dalla Giunta regionale, è stata più volte richiesta al Governo la riapertura del confronto finalizzato alla ridefinizione complessiva della presenza militare in Sardegna, sia sotto il profilo della quantità che delle modalità di utilizzo del territorio e degli spazi marini ed aerei prospicienti gli insediamenti militari esistenti, nonché in relazione ai necessari interventi di bonifica delle zone adibite a poligono;

- non si registra ancora, da parte del Governo nazionale, la disponibilità ad affrontare con l'urgenza e i contenuti necessari la ridefinizione complessiva dei gravami militari in Sardegna;

CONSIDERATO che:

- anche dal punto di vista dell'attuazione degli interventi in materia di indennizzo economico verso i lavoratori e le comunità locali colpite dalle procedure di interdizione adottate nei periodi di esercitazione, sempre più lunghi, in particolare per quanto attiene le attività di ancoraggio e pesca nella zona di Capo Teulada, si registrano tempi e modalità di attuazione inadeguati ed un arretrato rilevante (circa due anni) nella erogazione degli indennizzi, peraltro previsti dalla relativa legge nazionale e quantificati in misura insufficiente dal protocollo del Ministero della difesa-Regione autonoma della Sardegna del 9 agosto 1999;

- inoltre, la proposta integrativa del predetto protocollo, elaborata nelle scorse settimane, risulta inadeguata sotto diversi profili e in particolare in relazione alle operazioni di bonifica delle zone compromesse, della ampiezza degli spazi interdetti e della durata dei periodi di inibizione;

- altresì, l'inadeguatezza del predetto protocollo proposto e la pretesa del competente Ministero di formularne i contenuti, senza una preventiva congiunta e condivisa valutazione con la Regione, non può che aggravare la condizione dei lavoratori del mare interessati agli indennizzi e indebolire le richieste più volte avanzate dall'Istituzione autonomistica sulla drastica riduzione degli spazi interdetti e di bonifica delle porzioni di mare e di territorio teatro, anche in questi giorni, di esercitazioni militari,

impegna la Giunta regionale

1) ad intraprendere iniziative coerenti perché abbia concreta attuazione la dichiarazione pronunciata dal Consiglio regionale, della Sardegna come "terra di pace e di amicizia fra i popoli";

2) ad attivare ogni necessaria azione nei confronti del Governo, con il coinvolgimento pieno anche delle istituzioni locali, delle parti sociali e delle rappresentanze parlamentari dei sardi, per la ridefinizione complessiva della presenza militare in Sardegna, sia sotto il profilo della quantità che delle modalità di utilizzo del territorio e degli spazi marini ed aerei prospicienti i poligoni e gli insediamenti militari, nonché in relazione agli urgenti e necessari interventi di bonifica delle zone teatro di esercitazioni;

3) ad assumere ogni iniziativa in proprio potere, con riferimento particolare alla specifica situazione dei pescatori di Teulada e Sant'Anna Arresi, atta a garantire agli stessi il più libero esercizio dell'attività di pesca e il reddito da lavoro a cui hanno legittimo diritto, che non può essere sostituito da nessuna forma di indennizzo economico;

4) a dimostrare, nelle forme consentite dalle leggi, agli stessi pescatori e alle loro famiglie, la solidarietà attiva della Regione, per il danno specifico che subiscono attualmente a causa del perdurare e dell'espandersi delle limitazioni al loro lavoro, imposte dall'attività militare. (38)