SEDUTA LXXIII
(POMERIDIANA)
Giovedì 20 luglio 2000
Presidenza del Vicepresidente Spissu
INDICE
La seduta è aperta alle ore 17.
manca, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta antimeridiana di mercoledì 12 luglio 2000 (68), che è approvato.
Congedo
Presidente. Comunico che la consigliera Lombardo ha chiesto di poter usufruire di un giorno di congedo per la seduta pomeridiana del 20 luglio del 2000. Poichè non vi sono opposizioni, il congedo si intende accordato.
Risposta scritta ad interrogazioni
PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:
Interrogazione SANNA Alberto sulla grave situazione venutasi a creare nelle marinerie della provincia di Oristano a seguito dell'emanazione del Decreto ministeriale 10 settembre 1999 da parte del Ministero per le politiche agricole e forestali con il quale si vieta l'installazione dei motori fuoribordo nelle imbarcazioni che non superano i 7,5 metri di lunghezza, classificate "removeliche". (145)
(Risposta scritta in data 19 luglio 2000.)
Interrogazione CAPPAI sul reinserimento dei lavoratori della società S.I.A.C.A. (150)
(Risposta scritta in data 19 luglio 2000.)
Interrogazione PACIFICO - CALLEDDA sul mancato finanziamento del progetto di ampliamento della strada statale 195. (155)
(Risposta scritta in data 19 luglio 2000.)
Interrogazione CALLEDDA - MORITTU - SANNA Alberto - PINNA sui lavori di risanamento del porto turistico di Buggerru. (156)
(Risposta scritta in data 19 luglio 2000.)
Interrogazione MANCA - SANNA Giacomo - GIAGU - SANNA Alberto sulla ripartizione delle quote latte. (172)
(Risposta scritta in data 19 luglio 2000.)
Annunzio di presentazione di proposta di legge
PRESIDENTE. Annunzio che è pervenuta alla Presidenza la seguente proposta di legge:
Dal consigliere DORE:
"Norme per la nomina degli amministratori e sindaci di enti strumentali, organismi, società e fondazioni regionali". (102)
(Pervenuta il 19 luglio 2000 ed assegnata alla prima Commissione.)
PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca la continuazione del dibattito sulle dichiarazioni del Presidente della Giunta, rese ai sensi dell'articolo 120 del Regolamento, sull'attività di controllo della Sezione regionale della Corte dei Conti. E` iscritto a parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.
SANNA SALVATORE (D.S). Grazie signor Presidente. A me è capitato di leggere, poco tempo fa, la parte generale di un'indagine della Corte dei Conti, svolta dal magistrato relatore primo referendario, avvocato dottoressa Maria Paola Marcia, che inviterei tutti i colleghi ed anche tutti i rappresentanti del Governo regionale a leggere con molta attenzione. Essa svolge appunto un'analisi molto precisa e molto attenta sul ruolo e sui controlli della Corte dei Conti e, nel caso specifico trattato, sui rapporti intercorrenti con la Regione Sardegna, anche e soprattutto alla luce di quello che è successo, e ancora succederà, dopo l'approvazione della legge regionale numero 31.
E` una lettura davvero illuminante ed anche molto educativa che insegna molto e precisa molto bene tutto quello che c'è da puntualizzare. Credo che una lettura attenta di questa relazione possa servire, lo dico in modo particolare ai rappresentanti della Giunta regionale, anche per eventuali azioni di resistenza che dovremo sviluppare, o che la Giunta regionale dovrà sviluppare, per evitare di subire passivamente un'iniziativa della Corte dei Conti, relativa al caso specifico della delibera di Giunta emanata per la nomina dei direttori dei servizi, iniziativa che anche io reputo sbagliata nel merito e inopportuna. Non mi soffermo a leggere brani di questa relazione ma, ripeto, ne consiglio vivamente la lettura.
Ho fatto questa premessa per dire che, quando la legge numero 31 venne approvata, ci fu una sorta di rincorsa da parte di parecchi colleghi, anche di questo Consiglio, indistintamente dal ruolo di maggioranza o di opposizione, volta a sminuire la portata rivoluzionaria di questa legge, quasi a voler far credere che la Prima commissione e il Consiglio regionale, nell'approvarla, non avessero introdotto il principio fondamentale della separazione tra le funzioni politiche, di governo e quelle di gestione, e che da qui discendesse conseguentemente un'altra serie di azioni e di interventi successivi, sicuramente in grado di scardinare quel blocco omogeneo, compatto, grigio, quella cappa di piombo costituita oggi da una burocrazia regionale ormai vecchia, stantia e superata, per garantire, al Governo regionale e al Consiglio regionale, azioni tese invece ad aprire le finestre di questo mondo chiuso per cercare di introdurre elementi innovativi in grado di dare competitività al nostro sistema di sviluppo. Questa legge è passata quasi in sordina, salvo il fatto che oggi riscontriamo una serie di ritardi e difficoltà nella sua applicazione .
Sul rilievo mossoci dalla Corte dei Conti, oggi all'esame, non ho alcun dubbio sul fatto che la legge numero 31, e in particolare l'articolo 13, intendesse affermare il principio che con chiarezza è stato espresso da tutti gli intervenuti qui in Aula, contenuto peraltro nella condivisibile relazione fatta dal Presidente della Giunta regionale.
Ricordo peraltro anche i lavori preparatori sia in Commissione che in Aula, badate, la preoccupazione di fondo dei colleghi della Commissione nasceva soprattutto da un'esperienza drammatica e traumatica per il Consiglio regionale, per le Giunte regionali, addirittura per gli stessi dipendenti regionali, esperienza drammatica e traumatica prodotta dall'applicazione della legge regionale numero 51, la quale rinviava ad un regolamento consiliare l'individuazione dell'organizzazione dei servizi e dei settori. Tutti sappiamo come andò a finire quella vicenda. Può darsi che mi sbagli, ma credo che vi siano ancora oggi ricorsi pendenti nanti il T.A.R., in virtù di un'applicazione sicuramente difficile prodotta da quella legge che metteva in capo al Consiglio regionale la funzione di individuare la definizione dell'organizzazione degli uffici con un regolamento, quindi sostanzialmente con un atto consiliare,.
Ebbene, in sede di preparazione e di approvazione della "31", noi abbiamo volutamente escluso questa funzione dalle competenze del Consiglio ed è in questo senso, quindi, che io ritengo sbagliata l'azione della Corte dei Conti. Non mi voglio addentrare, non ne ho le competenze, non ne avrei la capacità, nella discussione sottile se il Consiglio regionale potesse o meno autosottrarsi delle funzioni per attribuirle alla Giunta. Badate, non mi interessa, ma io sono moralmente obbligato a testimoniare le azioni e i convincimenti che ci portarono allora a compiere quella scelta che poi si concretizzò nell'articolo 13 della legge numero 31. La via maestra da seguire, l'avrebbe dovuta seguire il cosiddetto organo di controllo, era sollevare il conflitto di attribuzioni nelle sedi opportune, evitando nello stesso tempo il blocco e la paralisi della funzione amministrativa.
Credo di essere stato sufficientemente esplicito al riguardo, io però pongo un altro problema, questa volta politico, e cioè mi chiedo perché la Corte dei Conti è intervenuta in questa occasione, pur avendone avuto altre, durante questa legislatura, nelle quali non è invece intervenuta e non interverrà. Ho avuto già modo di dirlo, un'occasione straordinaria per un intervento della Corte dei Conti è stata fornita dal Governo regionale con la vicenda del commissariamento degli enti, , atto totalmente illegittimo, come abbiamo peraltro dimostrato qui, che però è andato avanti, producendo effetti.
Ma in questi giorni si sta compiendo un'altra illegittimità, in virtù di quella famosa delibera adottata dalla Giunta regionale, con la quale si concedono aumenti ai dipendenti regionali, considerata opportuna dai sindacati, cosa che nessuno contesta, ma che è sicuramente illegittima (se andiamo a leggerci - anche senza molta attenzione - le disposizioni dell'articolo 62 della legge numero 31) poiché in contrasto con la volontà espressa in legge dal Consiglio regionale, oltre che ledere le competenze della Corte dei conti, in questo modo viene infatti aggirata la funzione di certificazione della veridicità dei costi contrattuali che la legge affida proprio alla Corte. Allora, il problema che pongo è: per quali motivi la Corte dei Conti non interviene nei casi per i quali deve opportunamente intervenire e invece interviene su un caso che anche io reputo assolutamente inesistente?
Attenzione quando parliamo di autonomia, attenzione quando la rivendichiamo alla nostra Regione in virtù della specialità, dell'insularità, della storia e di tante altre cose; l'autonomia - a mio avviso - è un concetto che non va soltanto evocato o invocato, va soprattutto praticato, e la pratica dell'autonomia deve avvenire innanzitutto nel rispetto pieno delle leggi, soprattutto di quelle approvate da questo Consiglio regionale. Non si può rivendicare l'autonomia quando l'azione, direi quotidiana, tende invece ad aggirare queste leggi. Perché non si chiude il contratto dei regionali? Ve lo siete domandati? A me era stato promesso che quanto prima ne avremmo discusso in questa Aula perché quest'Aula credo sia la sede nella quale queste cose vanno discusse e non le tribune elettorali dei giornali. Ma non ho ancora avuto risposta e, nel frattempo, si sta compiendo una illegittimità perché nella busta paga di luglio i dipendenti della Regione riceveranno un'anticipazione che non possono percepire se non dopo la firma del contratto.
Rivendicare l'autonomia. E' chiaro che tutti quanti siamo disposti e disponibili a fare le barricate, a combattere davvero, pagando il prezzo che ognuno è disposto a pagare anche in termini personali per affermare questo principio; ma io non sono disposto a combattere per un'autonomia parziale evocata e richiamata solo per supportare scelte, ritenute giuste come in questo caso, compiute dal Governo regionale, e non altrettanto per le leggi approvate da questo Consiglio regionale le quali invece, senza citare l'autonomia, vengono scavalcate o aggirate.
Su questa questione della Corte dei Conti, a mio avviso, occorre riprendere in mano l'argomento complessivamente, e lo sa bene l'Assessore degli affari generali, che ha partecipato attivamente all'approvazione della legge "31", essendo uno dei pilastri sui quali essa ha potuto contare; il collega Masala sa bene che più tempo passa verso l'attivazione del controllo interno di gestione e più possibilità ha l'azione di governo di essere sottoposta anche ad interventi impropri. Ma non è solo questa la garanzia che noi dobbiamo ricercare; il controllo interno di gestione è uno di quegli altri strumenti individuati dalla "31" correttamente (invito a leggere la relazione del magistrato della Corte dei Conti) perché è solo con esso che davvero questa amministrazione regionale potrà fare quel salto di qualità che tutti noi abbiamo auspicato.
Questo era un primo problema. Il secondo problema è che noi (lo ricordava stamattina il collega Piersandro Scano) nei confronti della Corte dei Conti abbiamo da recuperare quel deficit che discende dall'aver omesso di riportare la parola "generali" nella norma di attuazione che questo Consiglio regionale approvò nel 1998, laddove si prevede che alla Corte dei Conti rimangono "i controlli preventivi di legittimità sugli atti di spesa derivanti dai finanziamenti dell'Unione Europea", anziché "i controlli preventivi di legittimità sugli atti generali di spesa derivanti dai finanziamenti dell'Unione Europea". Quel termine "generali" è scomparso nella norma di attuazione, il che ha consentito alla Corte dei Conti di imporre il controllo preventivo di legittimità sui singoli atti di spesa, cioè siamo alla follia! Allora, davvero voi credete che questo aspetto incida di meno rispetto all'altro nel blocco e nella mancanza di competitività del nostro sistema regionale?
Dico questo perché, laddove si decidesse, e io penso che dovremmo deciderlo tutti insieme, di riaprire la vertenza, tra virgolette, con la Corte dei Conti, questa dovrebbe essere aperta nella sua generalità; non potrà riguardare soltanto l'aspetto relativo alla delibera di Giunta per la nomina dei direttori di servizio.
Noi dobbiamo riprendere in mano questa partita; noi, senza sollecitazioni, perché proprio noi dobbiamo dare pieno compimento, piena attuazione a quella straordinaria legge di riforma che è la legge numero 31. Se noi non faremo questo e ci attarderemo soltanto a invocare una presunta autonomia, che poi ogni volta viene riempita di aggettivi che in qualche modo la tirano da una parte e dall'altra, non concluderemo nulla.
Occorre con forza esprimere il nostro parere, come mi pare che tutti quelli che sono intervenuti finora abbiano fatto, ma per favore, colleghi, smettiamola di impostare le nostre rivendicazioni con questo tono di gente che viene continuamente bastonata dallo Stato, dagli uffici dello Stato, dalle calamità naturali. Insomma, io sto semplicemente chiedendo a tutti noi di tenere la schiena dritta, di utilizzare tutte le risorse nostre, anche quelle personali che ciascuno di noi deve mettere in campo per un obiettivo che sia condiviso da tutti e non per mera tattica politica. Badate, se davvero noi non riusciremo a strappare questo tipo di autonomia (che è pienamente legittima e legittimata), davvero noi non riusciremo a produrre nulla di positivo; un'autonomia per agire, non per rivendicare funzioni che poi spesso e volentieri lasciamo rinchiuse nel cassetto.
Alla luce di queste considerazioni, posto che su tutto quanto detto potremmo essere d'accordo, io mi pongo una domanda: che cosa fare a questo punto? Non possiamo correre il rischio, aprendo adesso una vertenza con la Corte dei Conti nelle sedi opportune (che sicuramente non si concluderà in un tempo breve) che vi sia una paralisi ampia nell'attività amministrativa; e in tutta sincerità, in questo momento, non sono in grado di indicare strade concrete immediate. Allora credo che, alla fine di questo dibattito, dovremmo soffermarci il tempo necessario per decidere tutti quanti insieme una strategia da proporre al Governo regionale perché se ne faccia interprete con le azioni conseguenti, anche se ritengo che, in questo momento, qualsiasi indicazione o soluzione tecnica probabilmente sarebbe inadeguata.
Allora, concludendo, io credo di aver sufficientemente indicato, per quanto mi riguarda, i motivi per i quali non reputo giusta l'iniziativa della Corte dei Conti, anzi la reputo dannosa, e quelli per i quali ritengo che dobbiamo lavorare per ampliare ulteriormente i confini della vertenza complessiva. . Spero davvero che i colleghi del Consiglio interpretino correttamente e nel modo dovuto questa proposta perché la nostra deve essere una linea davvero unitaria dell'intero Consiglio, altrimenti la nostra azione rischia di essere sicuramente depotenziata.
PRESIDENTE. E' iscritto a parlare il consigliere Pili. Ne ha facoltà.
PILI (F.I.-Sardegna). Grazie Presidente, onorevoli colleghi, seguendo l'odierno dibattito ponevo a me stesso una domanda: può una Giunta regionale, un intero Consiglio regionale, accettare il conflitto con un organo giudiziario dello Stato? Può una maggioranza di governo aprire un duro e serrato scontro con l'ordinamento giudiziario-contabile dello Stato? Se fossimo nell'ambito delle sensazioni, degli ipocriti opportunismi, direi sicuramente di no. Una maggioranza che vuole governare cerca la cosiddetta pace istituzionale, la cosiddetta fratellanza tra istituzioni, ed evita il conflitto. Lo fa perché davanti a sé ha l'ambizione di promuovere tutte le condizioni essenziali per la crescita e per lo sviluppo.
E' inutile nasconderci che la domanda che aleggia in queste ore nel Consiglio regionale è: quale può diventare la natura dello scontro tra la Corte dei Conti e la Regione? Quali potranno essere gli effetti, non solo sugli atti ma anche sull'atteggiamento conseguente che potrebbe gravemente irrigidire i rapporti tra i due organi istituzionali?
Le strade davanti a noi, colleghi del Consiglio, non sono molte; io ne individuo appena tre. Quella che sentimentalmente mi sento di sostenere come prima, con la passione forse della giovane età, con la memoria rivolta a battaglie epiche di questo Consiglio regionale, combattute in altre occasioni in nome dell'autonomismo, è quella di uno scontro duro, durissimo, senza esclusione di colpi, un conflitto istituzionale in piena regola da consumare nelle aule sovraordinate, magari di qualche Consiglio dei Ministri.
Quella che non mi sentirei mai di sostenere e di promuovere, e che nemmeno il più bieco degli spregiudicati della politica potrebbe avallare, è quella di abdicare, ossia trasmettere alla Corte dei Conti il decreto del Presidente della Giunta regionale per la registrazione o, nella peggiore delle ipotesi, dopo averlo dichiarato inefficace, magari anche bocciarlo nel merito.
Vi è però una terza strada, quella della responsabilità e della fermezza; una strada che questo Consiglio regionale, nel pieno della sua unanime autorevolezza, può imboccare, consapevoli come siamo che chi sta dalla parte della ragione non prevarica ma, responsabilmente, media.
Ecco, colleghi, oggi in questa Aula c'è il clima, il sentimento unanime e diffuso che ci consente di non rinchiuderci ognuno nella propria militante posizione di difesa o di attacco. Il tema riguarda la sfera dell'autonomia, del governo dei rapporti tra soggetti istituzionali, tutti costituzionalmente riconosciuti nei rispettivi compiti e funzioni. I colleghi che sono intervenuti stamani mi consentiranno di menzionare per tutti il collega Scano che, da militante severo e oltranzista, ha oggi espresso una posizione che non solo nobilita il confronto in questa Aula, ma consente ad ognuno di noi di non aver l'assillo della difesa ad oltranza, nella quale molto spesso dobbiamo tutti rifugiarci per rintuzzare gli strumentali attacchi della parte avversa. Ecco, come anche altri colleghi di maggioranza e di minoranza hanno sottolineato in questa Aula, questa posizione ci consente di scegliere la terza via: quella, come ho detto, della responsabilità e della fermezza.
Non ho certezza, come credo nessuno di noi può averla, che questa sia la strada ottimale, la strada giusta, quella che raggiunge il risultato voluto. Mi sento però più sicuro nel percorrere una strada maestra, quella del buon senso, piuttosto che quella dello scontro a tutti i costi. Si potrebbe dire, qualcuno forse in quest'Aula lo dirà, che si tratta della posizione dei "buonisti", della spina dorsale debole del Consiglio, debole per reggere uno scontro istituzionale con la Corte dei Conti, la posizione di chi ha timore delle ripercussioni sul Governo della Regione, di un più severo controllo degli atti, di un imbuto che ferma tutto. Non ho dubbi sulla buona fede della Corte dei Conti, e credo che nessuno di noi ne abbia, ma chiunque millantasse questo pericolo lo farebbe senza rispetto né per la Corte né per la Regione e per il suo Governo.
L'assunto è un altro: la Regione, dico la Regione nella sua completa rappresentazione istituzionale, ha scelto la strada che doveva scegliere e non poteva fare diversamente, né in termini amministrativi né, in maniera ancora più forte, in termini politici. In termini amministrativi perché la legge è chiara, anzi consentitemelo, chiarissima, non lascia adito a dubbi, e se anche questi ci fossero sarebbero fugati, così come qualsiasi altro, dall'ingente numero di norme di supporto; in termini politici, perché vi è ormai una constante e crescente tendenza a separare il potere legislativo da quello gestionale.
Il Consiglio regionale traccia gli indirizzi, legifera; la Giunta regionale esegue, gestisce - nella sua articolazione amministrativa - il processo decisionale. Ecco, vi sono due pilastri indiscutibili, irrinunciabili, dell'impalcatura della scelta della Giunta regionale: uno amministrativo e uno, ancora più qualificante, politico. Per questo motivo, per la forza della ragione che quest'Aula, che questa Regione deve avere, dell'interpretazione autentica che noi diamo delle norme, non possiamo accettare il conflitto istituzionale.
Tre gli ordini di motivi. Il primo: i regolamenti fanno capo al Consiglio regionale, e se anche questa norma dovrà essere comunque rivista alla luce del ruolo superiore che dovrà svolgere l'Assemblea regionale, questa norma c'è e resta; sarebbe impossibile per la Giunta regionale approvare sotto forma regolamentare un provvedimento che, in quel caso, non rientrerebbe comunque nella propria sfera di competenza, ma in quella del Consiglio.
Il secondo motivo è che il Consiglio regionale ha detto con estrema chiarezza (articolo 13 della legge numero 31 del 1998 sull'organizzazione della Regione) che il provvedimento di ridefinizione dei servizi e delle direzioni generali è in capo esclusivamente alla Giunta regionale.
Terzo ed ultimo motivo: con il disposto dell'articolo 19, come ha richiamato stamani l'onorevole Cogodi, il Consiglio regionale ha mantenuto nelle sue competenze l'indirizzo e il controllo sull'organizzazione dell'amministrazione regionale ma, ha sottolineato, attraverso "una relazione annuale sullo stato e i costi dell'organizzazione amministrativa regionale". "Sullo stato", dunque si tratta di un riferimento temporale di ciò che è stato, dato essenziale per il controllo e per il nuovo indirizzo.
A questo Consiglio, colleghi, spetta quindi decidere la linea unanimemente, l'approccio politico e istituzionale, con la consapevolezza, e concludo, che in quest'Aula può prevalere la linea della responsabilità e della fermezza, trasmettendo - attraverso la Giunta regionale - un ordine del giorno con funzione preventiva di ulteriori, eventuali ma non auspicabili azioni, in cui quest'Aula sovrana esprima la propria unanime posizione sul significato esplicito delle norme in materia. Un gesto di fermezza, accompagnato dalla responsabilità che deve contraddistinguere un'Assemblea legislativa che si rispetti. Un gesto di rigore istituzionale, nella consapevolezza che il processo riformatore che non può essere né rallentato né retrocesso da chicchessia. A quest'Aula spetta il compito di farlo avanzare anche a partire da fatti istituzionali che devono dare l'input non a scontri istituzionali, ma ad azioni positive che favoriscano la crescita dell'autonomia della nostra Isola.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Contu sull'ordine del lavori. Ne ha facoltà.
CONTU (C.C.D.). Onorevole Presidente, onorevoli colleghi, il dibattito che sta avvenendo nell'Aula ci dimostra che la materia che stiamo trattando è una materia quanto mai difficile, ma nello stesso tempo capace di creare, anche tra diverse forze politiche, unità di vedute e forse anche unità di intenti. Allora, prima che i Capigruppo prendano la parola, riterrei quanto mai opportuno sospendere il dibattito per concordare l'elaborazione di un documento di indirizzo - che io spero sia quanto più possibile unitario, anzi credo che debba essere unitario - rivolto all'Esecutivo su questa materia.
Perciò, io mi permetto di suggerire a questo punto la sospensione dei lavori per consentire a quest'Assemblea di discutere nuovamente il problema la settimana ventura, possibilmente martedì, mattina o sera, non è questo il problema, in modo tale che in questi giorni sia possibile l'incontro tra le diverse forze politiche per cercare, data la nobiltà dell'argomento in discussione, una possibile convergenza unitaria.
PRESIDENTE. Se l'Assemblea è d'accordo sulla proposta avanzata dall'onorevole Contu, che a me pare saggia, io propongo una sospensione dei lavori di dieci minuti per convocare una breve Conferenza dei Presidenti di Gruppo.
(La seduta, sospesa alle ore 17 e 38, viene ripresa alle ore 18 e 46.)
PRESIDENTE. Chiedo scusa ai colleghi per l'interruzione che è durata più di quanto avessimo previsto. La Conferenza dei Presidenti di Gruppo, stante l'importanza della discussione e l'esigenza, in modo particolare, di pervenire possibilmente a una posizione unanime del Consiglio regionale sull'argomento che oggi il Presidente della Giunta ha portato alla nostra attenzione, ha deciso di sospendere adesso la discussione su questo punto per aggiornarla alle ore 17 di martedì 25 luglio. In questo lasso di tempo i Gruppi della maggioranza e dell'opposizione lavoreranno alla formulazione di un documento che cerchi di rappresentare la sintesi tra le posizioni emerse nella nostra discussione. Quindi il Consiglio è aggiornato a martedì con all'ordine del giorno le dichiarazioni del Presidente della Giunta, l'elezione di due componenti effettivi e di due supplenti nella Commissione regionale per l'impiego e lo schema di norme di attuazione numero 8.
La seduta è tolta alle ore 18 e 48.
Allegati seduta
Risposta scritta a interrogazioni
Risposta scritta dell'Assessore della difesa dell'ambiente all'interrogazione SANNA Alberto sulla grave situazione venutasi a creare nelle marinerie della provincia di Oristano a seguito dell'emanazione del Decreto ministeriale 10 settembre 1999 da parte del Ministero per le politiche agricole e forestali con il quale si vieta l'installazione dei motori fuoribordo nelle imbarcazioni che non superano i 7,5 metri di lunghezza, classificate "removeliche". (145)
In riferimento all'interrogazione citata in oggetto, si trasmettono gli elementi di risposta richiesti.
I gravi pregiudizi per l'attività della piccola pesca ed in particolare per le piccole imbarcazioni classificate "removeliche" operanti nella Provincia di Oristano sono state evidenziate dagli operatori, dalle Organizzazioni di categoria e dai Comuni dell'Oristanese.
All'origine di tali preoccupazioni sta un'interpretazione oltremodo rigida da parte delle autorità preposte alla sorveglianza sulla pesca marittima delle disposizioni ministeriali sul rilascio delle licenze di pesca che avrebbero di fatto limitato l'operatività delle stesse imbarcazioni.
Il problema è stato affrontato, al fine di trovare adeguata soluzione, unitamente alle organizzazioni di categoria, presso le competenti strutture del Ministero - Direzione Generale della pesca - per ricondurre nella giusta interpretazione ed applicazione la normativa sia per quanto riguarda l'efficacia sia il campo di applicazione della stessa.
Ciò ha comportato la doverosa esplicitazione del contenuto del decreto da parte della Direzione Generale del Ministero, che con circolare n. 60453 del 23 maggio 2000 ha puntualizzato i principi ispiratori della normativa, ribadendo la liceità dell'installazione di apparati propulsivi di modesta potenza su dette unità, da utilizzare esclusivamente per lo spostamento verso le zone di pesca, con divieto di impiegare gli stessi in operazioni di prelievo.
L'Assessorato, d'altro canto, in presenza di contrari avvisi circa l'efficacia della circolare, avanzati nelle vie informali dalle stesse autorità di sorveglianza, ha ritenuto assolutamente certa, in relazione alla materia trattata, la legittimità e l'autorevolezza della fonte e ha coerentemente dichiarato infondati i verbali di infrazione già contestati, provvedendo alla restituzione degli strumenti e attrezzi sequestrati.
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione CAPPAI sul reinserimento dei lavoratori della società S.I.A.C.A. (150)
La Società SIACA come noto è stata da tempo posta in liquidazione volontaria a conclusione dei lavori di costruzione del Porto Canale. La sua ragione sociale è stata successivamente modificata in Società a partecipazione pubblica, per la realizzazione di opere e infrastrutture; con una quota del 18% di appartenenza regionale, suddivisa tra Assessorato dei Trasporti e SFIRS.
In virtù di tale partecipazione, e in più occasioni, venne prospettata la possibilità per la Regione di avvalersi della SIACA per l'esecuzione di determinati lavori di competenza regionale, compresi quelli di ripristino ambientale della zona Porto Canale, attraverso la stipula di apposite convenzioni. Tali interventi sarebbero stati sufficienti a salvaguardare i posti di lavoro delle maestranze dell'azienda.
Già a partire dal 1996, gli Assessorati dei Lavori Pubblici, dei Trasporti, dell'Ambiente, come riferito dai lavoratori nel corso di incontri pregressi, assunsero impegni in tal senso. Dato il coinvolgimento dei diversi rami dell'Amministrazione in tale vicenda, l'Assessore del Lavoro pro-tempore, anche in seguito alle richieste delle OO.SS., ritenne opportuno nel mese di maggio 1999 proporre la questione per un esame collegiale da parte della Giunta. Non si ha notizia se detto esame sia stato effettivamente portato a termine. Si nutre, tuttavia la convinzione che questa via rimanga, comunque, quella più adeguata; attualmente con maggiori elementi di fondatezza grazie agli interventi previsti nel POR Sardegna, con particolare riferimento agli interventi previsti dall'Asse 4 "Sistemi locali di sviluppo" e dall'Asse IV "Reti e nodi di servizio".
Risposta scritta dell'Assessore del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale all'interrogazione PACIFICO - CALLEDDA sul mancato finanziamento del progetto di ampliamento della strada statale 195. (155)
Con riferimento all'interrogazione n° 155/A relativa all'oggetto, che ad ogni buon fine si restituisce in copia, si forniscono i seguenti elementi di risposta:
- Il Piano triennale A.N.A.S., accogliendo la proposta formulata dall'Amministrazione Regionale, ha stanziato per la SS 195 un importo pari a 40 miliardi di lire a valere sulle annualità 1997/99;
- A seguito dell'espletamento della procedura concorsuale la scrivente Direzione Generale, con propria determinazione 19.01.2000, n° 4 (allegata in copia), ha disposto l'aggiudicazione del servizio della progettazione preliminare e definitiva concernente la realizzazione della nuova SS 195 "Sulcitana" nel tratto Cagliari Pula, con caratteristiche CNR tipo III;
- Allo stato è in corso la predisposizione della convenzione dell'incarico all'aggiudicataria ATI AIC PROGETTI S.p.A. (Capogruppo) e più con sede in via Della Camilluccia n° 589/C - Roma. Alla stipula della medesima si ritiene si possa procedere entro tempi brevissimi.
REGIONE AUTONOMA DELLA SARDEGNA
ASSESSORATO DEI LAVORI PUBBLICI
IL DIRETTORE GENERALE
VISTO lo Statuto Speciale per la Sardegna e le relative norme di attuazione;
VISTE le LL.RR. 7.1.1975 n° 1 e 7.1.1977 n° 1;
VISTA la L.R. 26.8.1988 n° 32 e successive modificazioni e integrazioni;
VISTO il Decreto Leg.vo 17 marzo 1995 n° 157;
VISTA la L.R. 13 novembre 1998 n° 31;
VISTO il bando pubblico, pubblicato in data 05.02.1999, che indice una gara mediante licitazione privata ai sensi dell'art. 8 del Decreto Leg.vo 17.3.1995 n° 157, per l'affidamento del servizio della progettazione preliminare e definitiva concernente la realizzazione della nuova S.S. 195 "Sulcitana" nel tratto Cagliari - Pula, con viabilità CNR tipo III, secondo il criterio di aggiudicazione, a favore dell'offerta economicamente più vantaggiosa, ai sensi dell'art. 23, comma 1, lett. b) del Decreto Leg.vo 17 marzo 1995 n° 157;
VISTA la propria determinazione n° 704 in data 28.07.1999 con cui si approvano i verbali della Commissione interna costituita per la prequalificazione dei concorrenti secondo i requisiti di bando di gara;
VISTA la lettera d'invito alla licitazione privata, prot. n° 13710 in data 30.08.1999, indirizzata ai 28 concorrenti prequalificati;
VISTA la determinazione del D.G. n° 1244 del 23.11.1999 con cui viene nominata la Commissione giudicatrice per la scelta dell'offerta economicamente più vantaggiosa, relativamente alla gara citata, secondo la seguente composizione:
- Presidente: | Dott. Giovanni CUGIA | - Dirigente Assessorato LL.PP. |
- Componenti: | Ing. Primo Pasquale BECCHERE | - dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Nuoro |
| Ing. Carlo CABONI | - dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Oristano |
| Ing. Enrico CODA | - dell'Ordine degli Ingegneri della Provincia di Sassari |
| Geol. Salvatore PISTIS | - dell'Amministrazione Provinciale di Cagliari |
- Segretario: | Geom. Spartaco MARINELLI | - Funzionario Assessorato LL.PP. |
VISTI i n° 20 (venti) verbali della Commissione anzidetta, dal n° 1 in data 23.11.1999 al n° 20 in data 11.01.2000, relativi all'esame degli atti della gara in argomento e alla formulazione della graduatoria finale provvisoria per la valutazione della migliore offerta secondo la seguente graduatoria:
N° d'ord. | CONCORRENTE | Punteggio | |
1 | R16 | ATI AIC PROGETTI S.P.A. (CAPOGRUPPO) - ING. F. ANNUNZIATA - ING. M. CONI - ING. A. MASALA - ING. G. MASALA - ING. F. PINNA VIA DELLA CAMILLUCCIA N° 589/C - 00135 ROMA | 97,80 |
2 | T18 | RAGGRUPPAMENTO - T.E.C.N.I.C S.P.A. (CAPOGRUPPO) - T.E.I.C.O. S.R.L. - ING. ANTONIO TRAMONTIN - ING. GIOVANNI CORONA - ING. VINCENZO TORRIERI - ING. GIUSEPPE RUBINO - VIA PANAMA N° 86/A - 00198 ROMA | 88,05 |
3 | A1 | ASSOCIAZIONE TEMPORANEA DI IMPRESE - ING. F. GURRIERI (CAPOGRUPPO) - ING. M.G. DOCCHE - ING. G.A. MURA VIA TOMASO D'AQUINO N° 17 - 09134 CAGLIARI | 87,53 |
4 | C3 | ING. GIANPAOLO RITOSSA (CAPOGRUPPO) - ING. TONINO FADDA - ING. LUIGI GIGLIO - ING. ENRICO MONTALDO - ING. FRANCESCO FADDA - ING. ANDREA SECHI - DAM - VIA LIBECCIO N° 32 - 09126 CAGLIARI | 79,67 |
5 | V20 | RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO - STIGEA S.R.L. (CAPOGRUPPO) - STUDIO DI INGEGNERIA IDROESSE - IDROESSE INGEGNERIA S.R.L. - ING. GIUSEPPE POLIMENO - ING. FAUSTO MISTRETTA - VIA IMERIO N° 10 - 40126 BOLOGNA | 67,90 |
6 | Z21 | RAGGRUPPAMENTO - BONIFICA S.P.A. (CAPOGRUPPO) - PROGER S.R.L. - VIA GIULIO VINCENZO BONA N° 101/C - 00156 ROMA | 66,22 |
7 | D4 | A.T.I. TECHNICAL S.P.A. (MANDATARIO) - STUDIO CHESSA & PINNA - VIA CATTANEO N° 20 - 37121 VERONA | 63,35 |
8 | Y22 | RAGGRUPPAMENTO S.T.E. (CAPOGRUPPO) - COALPA - MADEDDU - VIA SICILIA N° 66 - 00187 - ROMA | 60,40 |
9 | S17 | R.T.I. - SO.CE.CO. ENGINEERING GROUP S.R.L. (CAPOGRUPPO) - CENTRO SYSTEM STUDI S.R.L. - ING. MARIO CONCAS - ING. JOSTO MUSIO - VIA CAMPANINI N° 4 - 20124 MILANO | 60,25 |
10 | B2 | COSTITUENDO R.T.I. - C. LOTTI & ASSOCIATI S.P.A. (CAPOGRUPPO) - AQUATER S.P.A. - VIA DEL FIUME N° 14 - 00186 ROMA | 55,42 |
11 | I9 | A.I. ENGINEERING S.R.L. (CAPOGRUPPO) - A.I. STUDIO - HALCROW GROUP LIMITED - ING. ALDO PILI - GEODATA S.P.A. - VIA LAMARMORA N° 80 - 10128 TORINO | 54,40 |
12 | M11 | COSTITUENDO RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO DI IMPRESE TRA LE SOCIETA' PROGIN S.P.A. (CAPOGRUPPO) - FIAT ENGINEERING S.P.A. - STUDIO SOLMONA E VITALI | 53,65 |
13 | H8 | ASSOCIAZIONE TEMPORANEA TRA PROFESSIONISTI - ING. SERGIO IADANZA (CAPOGRUPPO) - MELE ENGINEERING - SCAC SERVIZI S.P.A. - ING. ENRICO FADDA - SAUTI COMPAGNIA GENERALE D'INGEGNERIA S.R.L. - ING. SILVIO MASCIOCCHI - VIA GIOVANNI XXIII N° 71 - 86170 ISERNIA | 45,60 |
14 | L10 | SINA - SOCIETA' INIZIATIVE NAZIONALI AUTOSTRADALI S.P.A. (CAPOGRUPPO) - BATIMAR S.R.L. - VIA FELICE CASATI N° 1/A - 29124 MILANO | 45,35 |
15 | Q15 | COSTITUENDO RAGGRUPPAMENTO - CENTRO SERVIZI TECNICI RPA ENGINEERING CONSULTANTS S.R.L. (CAPOGRUPPO) - VIA EUCLIDE N° 26 - 37138 VERONA - VENETOPROGETTI S.C.R.L. - VIA TREVISO N° 18 - 31020 S.VENDEMIANO (TV) | 42,75 |
16 | F6 | GEOPROGETTI S.R.L. (CAPOGRUPPO) - SIPIM - VIALE TIZIANO N° 3 - 00196 ROMA | 42,35 |
17 | O13 | E.C.S. ENGINEERING CONSULTING & SERVICES S.R.L. - VIA SARDEGNA N° 40 - 00187 ROMA | 42,13 |
18 | E5 | A.T.I. ASSOCIAZIONE TEMPORANEA IMPRESE - ING. ANTONIO MAFFEY (CAPOGRUPPO) - ING. VINCENZO PROCOPIO - ING. GIOVANNI LANZARA - PRO.GEN.SAR. S.P.A. - ING. LORENZO MULAS - VIA TAGLIAMENTO N° 25 - 00198 ROMA | 38,20 |
19 | U19 | RAGGRUPPAMENTO PASSERA & PEDRETTI (ING. RINALDO PASSERA) - DE.CA. PROGETTI (ING. ITALO MELONI) - BUNG S.R.L. (ING. LEONARDO DI LIETO) (CAPOGRUPPO) - VIA FALZAREGO N° 17 - 09123 CAGLIARI | 34,60 |
20 | G7 | COSTITUENDO R.T.I. ING. GIUSEPPE GUARIGLIA (CAPOGRUPPO) - TRE PI PROGETTI EUROPA S.P.A. - VIA MARIO FANI N° 175 - 00135 ROMA | 34,48 |
21 | N12 | RAGGRUPPAMENTO TEMPORANEO DI IMPRESE - AUTOVIE SERVIZI S.P.A. (CAPOGRUPPO) - IN.CO. INGEGNERI CONSULENTI S.P.A. - SA.I.CO. S.R.L. - VIA LAZZARETTO VECCHIO N° 26 - 34123 TRIESTE | 33,82 |
RITENUTO di dover condividere le risultanze della suddetta Commissione;
VISTA la tabella n° 8 allegata al verbale della Commissione n° 20 dell'11.01.2000 nella quale sono evidenziate le ofefrte anormalmente basse;
RITENUTO di non dover avviare la richiesta di giustificazione delle predette anomalie, in quanto il procedimento si appalesa ininfluente sulla formulazione della graduatoria, atteso che fra il primo concorrente e il secondo intercorrono circa 9 punti di differenza nella valutazione, e costituirebbe pertanto un ingiustificato appesantimento procedurale che procrastinerebbe ulteriormente l'affidamento del servizio di progettazione di una strada le cui condizioni di sicurezza rivestono carattere di grave criticità.
DETERMINA
ART. 1 - SONO APPROVATI i verbali, per quanto espresso in premessa, della Commissione costituita per la scelta dell'offerta economicamente più vantaggiosa, relativa alla licitazione privata, per l'affidamento del servizio della progettazione preliminare e definitiva concernente la realizzazione della nuova S.S. 195 "Sulcitana" nel tratto Cagliari - Pula, con viabilità CNR tipo III.
ART. 2 - E' approvata la graduatoria finale dei concorrenti alla gara più volte citata.
ART. 3 - All'A.T.I. AIC PROGETTI S.p.A. (CAPOGRUPPO) - SOTCNI S.P.A. - ING. F. ANNUNZIATA - ING. M. CONI - ING. A. MASALA - ING. G. MASALA - ING. F. PINNA, che ha presentato l'offerta economicamente più vantaggiosa, è aggiudicato il servizio della progettazione preliminare e definitiva concernente la realizzazione della nuova S.S. 195 "Sulcitana" nel tratto Cagliari - Pula, con viabilità CNR tipo III.
ART. 4 - Alla stessa A.T.I., secondo le previsioni del Bando di gara, sarà affidato anche l'incarico dello studio di funzionalità trasportistico e valutazione costi-benefici, lo studio di impatto ambientale (S.I.A.), nonché il progetto delle indagini geognostiche e geotecniche - Relazione geologica e geotecnica redatta da un geologo.
Risposta scritta dell'Assessore dei Lavori Pubblici all'interrogazione CALLEDDA - MORITTU - SANNA A. - PINNA sui lavori di risanamento del porto turistico di Buggerru. (156)
Con riferimento all'oggetto, si trasmettono gli elementi di risposta forniti dal Direttore Generale di questo Assessorato.
Il paraggio di Buggerru è da considerarsi uno dei più esposti all'azione meteomarina di tutta la Sardegna.
Risulta, infatti, esposto ai venti di maestrale e di libeccio che, per mancanza d'ostacoli, fanno acquistare al moto ondoso tale energia da sottoporre a forti pressioni e spinte le dighe foranee.
L'onda che si frange sulla mantellata esterna del molo porta ad un suo continuo assestamento, allo spostamento del materiale lapideo o dei tetrapodi che la costituiscono, che sono depositati verso il mare aperto ai piedi della scarpata, e alla rottura degli stessi.
Questo giustifica la necessità di periodici "rifiorimenti" delle scogliere esposte a forti sollecitazioni dinamiche, con l'apporto di nuovo massi o tetrapodi, in tempi variabili anche in considerazione che gli esigui finanziamenti permettono solo interventi parziali.
Un altro problema, relativo a tutti i porti realizzati in zone sabbiose, è l'imbonimento che avviene lentamente ma in modo continuo e che non può essere completamente eliminato.
Anche il porto in argomento non fa eccezione alla regola, con l'aggravante che anche l'azione del vento, per la presenza di un'ampia spiaggia attigua al porto, contribuisce a riportare entro lo specchio acqueo portuale una notevole quantità di sabbia.
Le "libecciate", inoltre, mettono in movimento le esistenti masse sabbiose modificando continuamente i fondali dell'ingresso.
Precisato che, da quando sono state ultimate le attuali strutture portuali, non si è mai intervenuti, neppure con l'intervento appena conclusosi, ad un'asportazione completa della sabbia giacente nel bacino, va chiarito che solo un'escavazione periodica può garantire nel tempo l'agibilità completa del porto, con il rispetto delle batimetrie di progetto.
Va inoltre considerato che il porto di Buggerru, nella attuale configurazione, per l'accennata esposizione e per la necessità di proteggerlo dall'insabbiamento è il risultato di un compromesso.
Per quanto riguarda l'insabbiamento le conseguenze sono quelle già esposte, mentre per il suo utilizzo nelle giornate, soprattutto invernali, di forti mareggiate dal quadrante occidentale, non è proponibile alcun altro intervento risolutivo.
Infatti, qualsiasi tentativo di consentire l'ingresso e l'uscita delle barche in questi particolari periodi porterebbe, con qualche lecito dubbio sui risultati, a spendere ingenti somme per realizzare opere faraoniche.
Non sussiste, peraltro, alcun problema, anche nelle peggiori condizioni meteomarine, per la sicurezza all'interno del porto.
Si ritiene che ulteriori interventi siano auspicabili, sia per completare le opere con le strutture ancora mancanti sia per attenuare almeno l'insabbiamento per effetto del vento.
Come già detto, non si ritiene possano realizzarsi interventi di risanamento definitivo.
Dagli atti del Settore che cura gli interventi portuali si è potuta rilevare la spesa sostenuta dall'anno 1977 ad oggi.
Essa ammonta a complessive L. 27.275.141.390, come si evince dall'allegata scheda.
N° d'ord. | LAVORO BILANCIO | Finanziamento |
1 | Completamento del porto 1° e 2° lotto 1977/1978 | 1000.000.000 |
2 | Completamento del porto 3° lotto 1980 | 500.000.000 |
3 | Completamento del porto 4° lotto 1980/1982 | 600.000.000 |
4 | Completamento del porto 5° lotto 1982 | 700.000.000 |
5 | Completamento del porto 6° lotto 1983 | 800.000.000 |
6 | Completamento del porto 7° lotto 1984 | 800.000.000 |
7 | Realizzazione opere complem. e arredo 1984 | 200.000.000 |
8 | Completamento del porto 8° lotto 1985 | 1.400.000.000 |
9 | Completamento opere strutturali, arredi e rafforzamento molo sopraflutto, 1° interv. 1985 | 1.800.000.000 |
10 | Completamento opere strutturali, arredi e servizi - escavi e banchinamenti - 1° lotto 1985 | 2.200.000.000 |
11 | Banchinamenti ed escavazioni - 2° lotto 1986/1987 | 1.500.000.000 |
12 | Completamento del porto 3° lotto 1986/1987 | 2.000.000.000 |
13 | Completamento opere strutturali, arredi e servizi - 4° lotto 1991 | 4.000.000.000 |
14 | Rifiorimento della mantellata esterna e banchinamenti interni 1993 | 3.000.000.000 |
15 | Completamento opere strutturali, arredi e servizi - 5° lotto 1994/1995 | 6.275.141.390 |
16 | Riparazione danni causati dalle mareggiate 1994/1995 | economie 5° lotto |
17 | Dragaggio del bacino interno dell'avamporto 1999 | 500.000.000 |
| IMPORTO TOTALE | 27.275.141.390 |
Risposta scritta dell'Assessore dell'Agricoltura e della Riforma Agro-Pastorale all'interrogazione MANCA - SANNA G. - GIAGU - SANNA A. sulla ripartizione delle quote latte. (172)
In riferimento all'interogazione in oggetto si trasmette la nota n. 13670 in data 10 luglio 2000 inviata a questo Ufficio di Gabinetto dall'Assessore dell'Agricoltura.
In riferimento alla nota n. 2222/gab del 21 giugno 2000 concernente l'oggetto si precisa quanto di seguito indicato.
L'art. 1, comma 21 della legge 27 aprile 1999, n. 118, prevede che le quote latte che si sono rese disponibili a seguito dell'attuazione del D.L. n. 411/97 convertito con modificazioni nella L. n. 5/98 siano ripartite tra le Regioni e Provincie autonome ai fini dell'assegnazione ai produttori titolari di quota per essere rassegnate secondo criteri di priorità deliberati dalle stesse Regioni, con decorrenza dal periodo di commercializzazione 1999-2000.
Il quantitativo disponibile per la Sardegna è stato comunicato dall'AIMA con nota n. 3073 del 17 febbraio 2000; il quantitativo assegnato risulta essere di 2.697 tonn. di quote latte A per consegne e 86 tonn. di quote latte A per vendite dirette.
Ai sensi invece dell'art. 1 del D.L. 4 febbraio 2000, n. 8, convertito con modificazioni nella L. 7 aprile 2000, n. 79, è stato ripartito tra le Regioni e Provincie autonome con decorrenza per la campagna 2000-2001, il quantitativo di latte attribuito all'Italia dall'Unione Europea con il Reg. (CE) 1256/99 del Consiglio del 17 maggio 1999.
Il quantitativo che si è reso disponibile per la Sardegna risulta pari a 8.050 tonn.
Il medesimo art. 1 della L.79/2000 prevede che le Regioni e le Provincie autonome devono provvedere ad assegnare ai produttori operanti nei rispettivi territori il quantitativo che deve essere ripartito secondo criteri oggettivi di priorità e modalità preventivamente determinati.
Si deve inoltre precisare che la stessa L. 79/2000 ha stabilito in tre mesi dalla pubblicazione della mdesima norma, il tempo messo a disposizione per le Regioni per poter attribuire ai produttori le quote latte assegnate alle rispettive riserve regionali; tale termine, stante la data di pubblicazione della legge, è individuato nel 7 luglio 2000.
Pertanto sia le quote derivanti dalla L. 118/99 che quelle provenienti dalla L. 79/2000 mantengono inalterato il principio che spetta alle Regioni e Provincie autonome stabilire i criteri attraverso i quali ripartire tra i produttori dei rispettivi territori le quote assegnate.
Come è noto, attraverso la delibera della Giunta Regionale n. 21/20 del 18.05.2000 sono stati approvati i criteri oggettivi di priorità attraverso i quali effettuare la ripartizione delle quote assegnate alla riserva regionale.
La delibera della Giunta Regionale è stata assunta su proposta dello scrivente dopo una lunga fase di consultazione e di confronto con le organizzaizoni professionali agricole e con l'Associazione dei produttori che cura gli interessi degli stessi in tema delle quote latte (SAPROLAT), nonché dopo un'attenta considerazione da parte degli uffici di tutte quelle posizioni di allevatori che versavano in condizioni particolarmente difficili in tema di disponibilità di quote latte.
La delibera in modo particolare è stata proposta in applicazione dell'art. 8, comma 1, lett. a) della L.R. 13 novembre 1998, n. 31 - Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione, che prevede che le decisioni in materia di atti normativi e l'adozione dei relativi atti di indirizzo interpretativo e applicativo spettano alla Giunta Regionale, al Presidente e agli Assessori secondo le rispettive competenze.
Può essere inotre utile fare presente che in analogia a quanto è avvenuto nella nostra Regione, anche le altre Regioni e Provincie autonome hanno proceduto a definire i criteri con i quali assegnare le quote latte delle rispettive riserve regionali attraverso delibere degli organi esecutivi, con la sola eccezione della Regione Umbria che per una precisa scelta della Giunta Regionale, ha optato per un provvedimento legislativo.
Pertanto per i motivi suesposti non si ritiene come richiesto di proporre la revoca della delibera adottata dalla Giunta Regionale né di proporre tantomeno l'adozione di uno specifico regolamento da parte del Consiglio Regionale.