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Resoconto della seduta n. 18 del 16/11/1999

XVIII SEDUTA

MARTEDI' 16 NOVEMBRE 1999

(POMERIDIANA)

Presidenza del Presidente SERRENTI

La seduta è aperta alle ore 17 e 30.

CAPPAI, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta pomeridiana del 5 novembre 1999, che è approvato.

Comunicazioni del Presidente

PRESIDENTE. Comunico che in data, 12 novembre 1999 il consigliere Oppi ha dichiarato di revocare la propria adesione al Gruppo Centro Cristiano Democratico ed è pertanto confluito nel Gruppo Misto.

Comunico che i consiglieri Fois, Ladu, Onida, Floris Emilio e Corona hanno costituito, in data 15 novembre 199, il Gruppo del Partito Popolare Sardo.

Comunico ancora che il Gruppo Popolari, con nota pervenuta il 15 novembre 1999, ha comunicato di aver modificato la propria denominazione, a far data dal 13 novembre 1999 in Gruppo Popolari - Popolari Sardi.

Comunico che il Presidente della Giunta in applicazione dell'articolo 24 della legge 7 gennaio 1977, numero 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 2 e 9 agosto 1999 e 6 e 7 settembre 1999.

Risposta scritta ad interrogazioni

PRESIDENTE. Comunico che è stata data risposta scritta alle seguenti interrogazioni:

"Interrogazione VASSALLO sul mancato rimborso agli armatori dell'indennità prevista per il periodo di fermo biologico". (14)

(Risposta scritta in data 12 novembre 1999.)

"Interrogazione MANCA - SANNA Giacomo sulla soppressione di alcune classi di scuola dell'obbligo nella Provincia di Nuoro". (22)

(Risposta scritta in data 12 novembre 1999.)

Annunzio di interrogazioni

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interrogazioni pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sull'Istituto alberghiero di Sassari". (37)

"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, su alcune strane nomine presso la ASL n. 1 di Sassari". (38)

"Interrogazione RASSU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo 3 della legge regionale n. 37 del 24 dicembre 1998 e sulla necessità che vengano adottati immediati provvedimenti al riguardo". (39)

"Interrogazione RASSU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo 2 della legge regionale n. 9 dell'11 marzo 1998 e sulla necessità che vengano adottati immediati provvedimenti al riguardo. (40)

"Interrogazione COSSA - CASSANO - DEMONTIS - FANTOLA, con richiesta di risposta scritta, sulle saline della Sardegna". (41)

"Interrogazione FRAU, con richiesta di risposta scritta, sul rischio di chiusura dell'azienda di trasporti 'Pani' di Sassari". (42)

"Interrogazione RASSU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata presentazione, presso la UE, della relazione consuntiva relativa ai dati delle colture biologiche in Sardegna (Reg. CEE n. 2078)". (43)

"Interrogazione LA SPISA - FLORIS, con richiesta di risposta scritta, sulla esclusione da parte della A.S.L. n. 7, dei laureati in scienze dell'educazione, dal concorso per 'Educatore professionale'". (44)

"Interrogazione ONNIS, con richiesta di risposta scritta, sull'allarmante alluvione dei giorni scorsi che ha colpito molte zone della Sardegna". (45)

Annunzio di interpellanze

PRESIDENTE. Si dia annunzio delle interpellanze pervenute alla Presidenza.

CAPPAI, Segretario:

"Interpellanza OPPI - SANNA NIVOLI - CAPPAI sul progressivo deterioramento del centro ospedaliero di Ozieri che risulta ormai abbandonato ad una progressiva consunzione". (11)

"Interpellanza OPPI - PILI - CONTU - CAPPAI sulle gravi conseguenze per l'approvvigionamento idrico del polo industriale di Portovesme a seguito dell'avvio degli impianti della Seamag". (12)

"Interpellanza FLORIS Emilio - PITTALIS - CORONA - LA SPISA - GRANARA - PIRASTU - TUNIS Marco - LOMBARDO - FEDERICI - LICANDRO - RASSU - MILIA sull'avvenuta riprogrammazione di risorse comunitarie senza il preventivo esame e approvazione del Consiglio regionale e sul trasferimento, al Consorzio 21, delle quote EMSA detenute dalla Regione nella Sotacarbo". (13)

"Interpellanza TUNIS Marco sul commercio dell'acqua tra il Consorzio di bonifica del basso Sulcis e il Consorzio industriale di Portoscuso". (14)

"Interpellanza PIRASTU - PITTALIS - GRANARA - LICANDRO sui provvedimenti della Meridiana concernenti le cancellazioni dei voli da e per la Sardegna nelle festività natalizie". (15)

Sull'ordine dei lavori

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

CUGINI (D.S.-F.D.). Chiedo di intervenire sull'ordine dei lavori per informare i colleghi del Consiglio - i Capigruppo e l'onorevole Serrenti conoscono già la nostra opinione - che noi come coalizione riteniamo che si possa procedere, prima della votazione del Presidente della Giunta, a un breve dibattito in aula, con un intervento per ogni Gruppo. Questa nostra richiesta non è stata accolta, con argomentazioni diverse, una delle quali è stata: dobbiamo procedere, come prevede l'ordine del giorno, solo all'elezione del Presidente della Giunta.

Noi confermiamo che stasera vogliamo eleggere il Presidente della Giunta. Questa è la nostra posizione, ma vogliamo solo promuovere un confronto tra le forze politiche perché riteniamo che quello che è avvenuto in questi giorni in Consiglio regionale tra le forze politiche e i gruppi meriti un brevissimo approfondimento. Ci è stato risposto che c'è la disponibilità per fare un intervento per coalizione. Noi abbiamo evidenziato che nella nostra coalizione ci sono opinioni e posizioni diverse sull'elezione del Presidente, quindi c'è bisogno che ogni Gruppo, seppure con interventi brevi, esprima la propria opinione. In alternativa, è stato detto, richiamiamoci al Regolamento che prevede che si possa motivare il voto di astensione entro un tempo di cinque minuti. Pertanto, se dovessero parlare tutti quelli che sono qua e i colleghi che sono da questa parte si impegnerebbe più tempo di quanto noi abbiamo proposto di utilizzare per poter esprimere un'opinione compiuta. Quindi, onorevole Serrenti, le chiedo che in Assemblea si possa svolgere un dibattito, con brevi interventi, uno per Gruppo, per giustificare le scelte che verranno fatte tra breve e soprattutto chiedo di sapere per suo tramite, ma dagli Uffici, se è possibile, se ci sono precedenti, come io so che ce ne sono, di dibattito e discussione prima della elezione del Presidente della Giunta regionale.

Concludo brevemente, utilizzo meno dei cinque minuti, ci pare che questa nostra richiesta stia dentro la prassi consiliare, sia utile per procedere stasera all'elezione del Presidente con consapevolezza sulle scelte che stiamo facendo e il confronto tra le forze politiche può intervenire positivamente anche nel rapporto tra i Gruppi e nel rapporto consiliare. Posizioni diverse, giustificate dal tempo, o giustificate altro, mi pare che non rispondano all'esigenza che noi stiamo in questa occasione manifestando, però concludo chiedendo di sapere per suo tramite e dagli uffici, se ci sono precedenti uguali, simili a quelli che io, in questa occasione, sto richiamando alla vostra attenzione.

PRESIDENTE. Onorevole Cugini, devo ripetere le cose che sono già state dette nella Conferenza dei Capigruppo, però voglio ricordare che il dibattito sull'elezione del Presidente della Giunta è irrituale, nel senso che non è previsto. D'altra parte, siccome nessuno sa, neanche chi può essere l'eletto in quest'Aula a Presidente della Giunta, non si vede di che cosa si debba discutere.

FADDA (Popolari-P.S.). Anche il suo voto era irrituale!

PRESIDENTE. Lasci perdere, la prego, onorevole Fadda, vuole provocare?

FADDA (Popolari-P.S.). Sì.

PIRISI (D.S.-F.D.). Era irrituale!

PRESIDENTE. Tuttavia, ci sono casi nei quali, se attraverso un accordo tra i vari Capigruppo in sede di Conferenza, il dibattito si è tenuto, cioè quando c'è un accordo. Si è tenuto perché tutte le forze politiche, i Gruppi, hanno ritenuto utile, alla fine di arrivare velocemente all'elezione del Presidente della Giunta, fare un breve dibattito. E` accaduto, confermo, in passato ma soltanto quando c'è un accordo tra i vari Gruppi. L'accordo non è stato raggiunto; non essendo stato raggiunto l'accordo il Presidente del Consiglio ha l'obbligo di applicare il Regolamento. Il Regolamento non prevede dibattito, ma come lei giustamente ricordava, il voto è segreto, non esistono le dichiarazioni di voto ma esiste la possibilità per quelli che si asterranno, di dichiarare i motivi dell'astensione. Pertanto, io se non c'è un accordo come mi pare non ci sia, io sono costretto ad applicare il Regolamento e quindi chiedo ai commessi di predisporre le urne e ai Segretari di prepararsi.

Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Fadda. Ne ha facoltà.

FADDA (Popolari-P.S.). Credo che l'intervento del consigliere Cugini meriti almeno una risposta da parte dell'Aula. Quindi, noi chiediamo che questa richiesta, che è stata avanzata dal consigliere Cugini, venga messa ai voti dell'Aula.

PRESIDENTE. C'è una richiesta di porre la questione ai voti dell'Aula; ha parlato uno a favore, deve parlare uno contro.

(Interruzioni)

BALIA (F.S.D.). Quello di Fadda era la richiesta.

PRESIDENTE. Un momento. Allora, c'è la proposta dell'onorevole Fadda, uno parla a favore e uno parla contro.

Ha domandato di parlare a favore il consigliere Cogodi. Ne ha facoltà.

COGODI (R.C.). A me pare che sia davvero grave quello che sta accadendo, che si debba discutere in un Consiglio regionale, nel Parlamento del popolo sardo, della nostra nazione, della nostra patria, se è lecito o no discutere.

Noi abbiamo tutti, non solo un dovere ed anche un obbligo, abbiamo tutti la volontà ferma, l'abbiamo dichiarato nel corso della Conferenza dei Presidenti di Gruppo e lo stiamo dichiarando qui, la volontà di procedere questa sera, oggi, in prosecuzione, nei prossimi minuti, all'elezione del Presidente della Regione e per quanto è possibile alla soluzione della crisi politica della Regione.

Ma abbiamo anche un dovere, tutti noi, di enunciare brevemente, abbiamo detto in pochi minuti, dieci minuti per Gruppo, poco più di un'ora di tempo, dopo cinque mesi dal voto, poco più di un'ora di tempo di questo Consiglio, perché i Gruppi consiliari, le parti politiche che pure qualcosa ancora rappresentano, e di cui da nessuno possono essere espropriati, i Gruppi e i rappresentanti politici, per dire quali sono le ragioni che sostengono il modo come si schierano. Le aggregazioni e le disgregazioni, perché deve essere proibito? Ma quale autorità, ma noi stessi vorremmo autocensurarci, e noi, Consiglio regionale, il Parlamento del popolo sardo vorremmo dire che a maggioranza qui si può votare per non parlare, per non dire, per non motivare in pochi minuti le ragioni per cui si formano maggioranze o si distruggono maggioranze. La trasparenza, il rapporto con i cittadini, la dignità della politica, tutto quello che siamo andati ed andate dicendo, quelli che vi opponete, dov'è?

Io sostengo la richiesta, con questa sola ragione, che è di ordine politico e di ordine etico, morale, della politica, del diritto e del dovere, di dare tutti ragione in modo essenziale, immaginate, minuti per Gruppo, delle ragioni per le quali avvengono le aggregazioni e le disgregazioni, del perché si converge verso un voto così come è accaduto in altri momenti difficili della storia della Regione. Non c'è nulla di irregolare perché il Presidente, e chiunque sia, quando c'è un Presidente, non deve fare mai nulla di irregolare, i Regolamenti ci sono per essere applicati e io credo che nessuno Presidente vero della Regione nei cinquantuno anni passati di vita dell'autonomia, abbia mai violato il Regolamento. Quando sono stati consentiti i dibattiti è perché è prevalsa la responsabilità politica di consentire che si dicesse quello che si pensa e lo si dica anche coram populo di fronte a tutti, non solo negli anditi, nei corridoi e nelle stanze chiuse o laddove dietro le tende, lì laggiù, dove si fanno e si disfano le maggioranze, noi abbiamo il diritto e vogliamo dire quali sono le ragioni e credo che sia un diritto di ognuno dei consiglieri organizzati nei rispettivi gruppi di dire quali sono le ragioni per cui vogliamo che oggi si possa fare un passo avanti nella soluzione della crisi.

PRESIDENTE. Ricordo che siamo in applicazione dell'articolo 82 del Regolamento; ha parlato uno a favore e adesso deve parlare uno contro.

Ha domandato di parlare contro il consigliere Capelli. Ne ha facoltà.

CAPELLI (U.D.R.). Signor Presidente, io vorrei prima di tutto dare una risposta all'onorevole Cugini quando cita quanto avvenuto nella Conferenza dei Capigruppo, a una mia precisa domanda che diceva questo: "Quale era l'argomento del dibattito?", l'onorevole Cugini ha sottolineato che l'argomento del dibattito sarebbe stato sulla situazione politica e sulla situazione che si è venuta a creare per la creazione di questa maggioranza, con decisioni che sono state prese dai singoli consiglieri al di fuori delle coalizioni elettorali.

La stessa sensibilità l'onorevole Cugini e la Coalizione Autonomista non ha sentito, nel momento in cui anche nella precedente proposta di Giunta, altrettanti passaggi in maniera molto meno elegante, sono stati fatti dalla stessa Coalizione nel cercare di creare una maggioranza.

CALLEDDA (D.S.-F.D.). Dici quali!

CAPELLI (U.D.R.). Ritengo perciò, noi avevamo proposto di sostenere interventi: uno della Coalizione Autonomista e l'altro della coalizione del Polo, sempre sul tema all'ordine del giorno, che è quello dell'elezione del Presidente della Giunta. Mi sembra che il fare di quest'Aula non possa riportarci alla richiamata prassi, la prassi ci ha già consegnato sei mesi di assenza di governo,

(Interruzioni)

CALLEDDA (D.S.-F.D.). Sei responsabile solo tu.

CAPELLI (U.D.R.). Mentre invece mi dispiace di sollecitare la sensibilità di alcuni colleghi, che hanno sempre uno strumento a disposizione per poter parlare e dire la loro, che è quello del Regolamento che vige in quest'Aula ed è quello delle dichiarazioni che possono essere fatte nella discussione delle dichiarazioni programmatiche. Questo noi abbiamo utilizzato in passato, siamo intervenuti per dire la nostra sulle dichiarazioni programmatiche, sul momento politico e sulla forma per costruire delle maggioranze. Non crediamo che in questo momento diamo buon spettacolo se dibattiamo su argomenti che la gente ha già avuto modo di leggere, vista la loquacità (non è il termine giusto ma mi sfugge in questo momento) di tutti i consiglieri regionali. Credo che la gente, il popolo sardo, sia abbastanza edotto sulla situazione politica che si è venuta a creare in questa sede, e che sia abbastanza intelligente...

(Interruzioni)

PRESIDENTE. Vi prego di non interrompere l'oratore per favore, l'onorevole Cogodi ha parlato e non è stato interrotto da nessuno.

CAPELLI (U.D.R.). Credo che chi non ha il coraggio di prendere la parola per controbattere nel modo opportuno, si maschera, come al solito, nel dibattito sulle parole di chi interviene. Ritengo perciò, signor Presidente, che visto che è stata negata la nostra proposta di un dibattito che portasse via a quest'aula precisamente venti minuti, ci riteniamo contrari a qualsiasi forma di dibattito perché vogliamo accelerare i tempi e dedicare il nostro tempo alla stesura di dichiarazioni programmatiche e a dare un Governo a questa regione.

PRESIDENTE. Metto in votazione la proposta dell'onorevole Cugini. Chi l'approva alzi la mano.

(Non è approvata)

COGODI (R.C.) Deve dichiarare la votazione.

PRESIDENTE. Non si dichiara la votazione, mi dicono gli uffici, onorevole Cogodi. Il Presidente si è astenuto. Ci sono i segretari, il Presidente non dichiara, il Presidente dice soltanto se il Consiglio approva o non approva. Il Consiglio non approva; i segretari poi, potranno riferire anche perché il Presidente non ha contato. Per cui, il Presidente comunica all'Aula che l'Assemblea non ha approvato il dibattito; pertanto prego i commessi di predisporre le urne e i fotografi di accomodarsi fuori e i segretari di procedere alla chiama.

CUGINI (D.S.-F.D.). Chiedo di poter motivare la mia astensione prima di iniziare la votazione.

PRESIDENTE. Mi faccia leggere prima le procedure e poi, lei potrà dichiarare il suo voto, lei e tutti gli altri.

Elezione del Presidente della Giunta Regionale

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'elezione del Presidente della Giunta regionale, ricordo agli onorevoli consiglieri che per la validità della votazione, a norma dell'articolo 9 del decreto del Presidente della Repubblica 19 maggio 1949, numero 250 - è necessario l'intervento di almeno due terzi dei consiglieri assegnati alla Regione, devono quindi essere presenti 54 consiglieri, e che a mente dell'articolo 36 dello Statuto l'elezione ha luogo per scrutinio segreto a maggioranza assoluta di 41 voti.

Indico la votazione a scrutinio segreto. Prego i consiglieri segretari di procedere alla chiama; se ci sono dichiarazioni per astensioni, prego di farle.

Ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.

Cugini (D.S.-F.D.). Colleghe e colleghi, l'8 di ottobre, venerdì 8, l'allora incaricato Presidente Pili, intervenendo in replica, anzi annunciando la sua rinuncia al voto sulla presidenza, ha svolto un intervento che, in parte e nel limite di tempo che per Regolamento mi spetta, voglio richiamare.

Pili aveva detto: "Stiamo vivendo, tutti noi consiglieri regionali di ogni schieramento, una vicenda politica quanto mai tormentata, figlia di un risultato elettorale quanto mai controverso ed è perciò comprensibile che possano insorgere dubbi, incertezze, fraintendimenti".

"Coerenza e dubbio possono anche convivere nella buona politica, il trasformismo no, il trasformismo non è conciliabile con la decenza democratica della politica, proprio perché la situazione è estremamente complicata, proprio perché l'autonomia, la Sardegna e i sardi rischiano di pagare prezzi durissimi. C'è un bisogno grande di comportamenti lineari e trasparenti da parte di tutti". Continuava l'onorevole Pili: "Allora mi sia consentito di dissentire totalmente in aula dall'invito alla scomposizione dei due Poli per dar vita ad una maggioranza diversa, con un Presidente diverso; no, questo non me lo può chiedere assolutamente nessuno". Proseguiva il collega Pili: "Costi quel che costi, io mantengo la parola data e mi sento moralmente vincolato a salvaguardare l'unità, il ruolo e il prestigio del Polo per la Sardegna, termine insostituibile di riferimento politico almeno per il 372.387 tra elettrici ed elettori che ci hanno affidato il loro voto e la loro speranza civile. Il rispetto del risultato elettorale da parte degli eletti è alla base del rispetto della sovranità popolare; se non c'è questa regola, colleghi consiglieri, non c'è democrazia".

Questo era l'intervento che il collega Pili ha svolto l'8 ottobre, ed io mi richiamo a quell'intervento per chiedere al collega Pili se quanto è avvenuto in questi giorni lo turba, se lo turba cosa intende fare e se è disponibile ad accogliere un confronto, quello che noi abbiamo tentato prima per verificare se quei termini, così forti, che sono stati utilizzati l'8 ottobre, sono ancora utilizzabili per il confronto tra le forze politiche, tra i due Poli.

Comprendo che una parte è venuta meno, è venuta meno una parte della nostra parte, noi lo comprendiamo, è avvenuto nel modo che i colleghi della Sardegna conoscono: tortuoso, discutibile, moralmente discutibile. Avremo occasione di richiamarlo, però è bene richiamare quel comportamento, cari colleghi, perché preceduto da un comportamento simile a quello dei tre colleghi che hanno tradito l'Alleanza autonomista, che sono venuti meno agli impegni con gli elettori.

PRESIDENTE. Le ricordo, onorevole Cugini, che deve motivare l'astensione.

GIAGU (Popolari-P.S.). E cosa sta facendo?

CUGINI (D.S.-F.D.). Sto motivando la mia astensione.

FADDA (Popolari-P.S.). Non sia di parte, Presidente. Lo sta facendo.

CALLEDDA (D.S.-F.D.). Sei abusivo!

SANNA ALBERTO (D.S.-F.D.). Vai a parlare dietro la tenda!

CUGINI (D.S.-F.D.). Cari colleghi, quella decisione è stata preceduta da un atto altrettanto e moralmente punibile, politicamente punibile: per la prima volta il Presidente del Consiglio ha votato in aula per far cadere una maggioranza, la maggioranza possibile. L'onorevole Serrenti dice di averlo fatto per salvaguardare l'autonomia dei sardi, e invece l'ha fatto per ragioni inconfessabili. E altrettanta inconfessabilità c'è in chi in questi giorni ha tradito la coalizione. Per quello non si vuole fare un dibattito, perché si ha paura che in aula si motivino le ragioni vere di quella decisione, perché potremmo dire cose vere di quella decisione, cose vere che toccano intimamente le decisioni che sono state assunte. Ma non finisce qui: non finisce qui per l'onorevole Serrenti, né per quelli che hanno tradito gli elettori, l'Alleanza e il partito al quale appartenevano.

Noi siamo, cari colleghi, disponibili alla governabilità, siamo per la governabilità. Noi vogliamo che ci si assuma la responsabilità, come diceva il collega Pili, senza scomporre i poli. C'è un problema di governabilità in Sardegna; noi siamo disponibili a trovare un punto d'incontro alto, che liberi la direzione del Consiglio regionale dalla faziosità che si è manifestata con il voto dell'onorevole Serrenti, che liberi l'Aula da quello che è avvenuto in questi giorni con un tradimento politico e con un tradimento anche di tipo personale, e siamo disponibili a soluzioni diverse, che mantengano i poli intatti, che mantengano alta l'esigenza della governabilità, che mettano in campo personalità di questo Consiglio capaci di svolgere funzioni rappresentando l'interesse dei sardi, siano essi alla Presidenza della Giunta regionale, siano essi alla Presidenza del Consiglio. Abbiamo bisogno di uomini liberi, di uomini liberi che rappresentino gli interessi della Sardegna. In questa occasione non è così, lo abbiamo potuto verificare, ci si è nascosti persino dietro una tenda per paura di essere visti in Sardegna dare un voto che mai si era espresso prima di allora da parte di chi presiedeva l'Assemblea.

PRESIDENTE. Onorevole Cugini, la prego di tenere conto del tempo. Grazie.

CUGINI (D.S.-F.D.). Concludo in trenta secondi. Valutino i Riformatori sardi, valuti Fantola. Domenica si va a votare con un quesito preciso, che è l'opposto di quello che può accadere stasera. Noi siamo disponibili per evitare che questo avvenga. Noi non stiamo rivendicando né Presidenza del Consiglio, né Presidenza della Giunta.

PRESIDENTE. Onorevole Cugini, la devo pregare di concludere. Sono previsti solo cinque minuti.

CUGINI (D.S.-F.D.). Noi stiamo proponendo all'attenzione del Consiglio una soluzione tecnica, che ci permetta di superare questo momento, che lasci i poli intatti, che permetta al Consiglio di dare rapidamente una Giunta e un presidente degno di rappresentare i sardi e quest'Aula. Diversamente ci troveremo in una situazione difficile da governare nei prossimi giorni. Si valuti. Noi siamo disponibili a un attimo di riflessione, interrompendo brevemente i lavori, per valutare se questa nostra soluzione può essere accolta...

PRESIDENTE. Onorevole Cugini, le devo togliere la parola se insiste. Lei sta portando avanti una provocazione.

CUGINI (D.S.-F.D.). ...al di là della posizione ostruzionistica dell'onorevole Serrenti, che non ha titolo per interrompermi, perché ha interrotto la democrazia, quindi deve stare zitto. Lei deve stare solo zitto. Ha interrotto la democrazia, si vergogni!

PRESIDENTE. Lei non è rispettoso del Regolamento. La prego, stia seduto, non ha più la parola.

E' iscritto a parlare il consigliere Giacomo Sanna. Ne ha facoltà.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Credo che quest'Aula debba ritrovare la giusta serenità e per far capire che oggi abbiamo iniziato sbagliando e nella incapacità di condurre questa Assemblea voglio ricordare due momenti particolari della storia di questa autonomia. Uno dell'8 agosto 1989, presiedeva allora il collega Mereu, per l'elezione di Mariolino Floris. Questi sono i documenti, ci fu dibattito, lungo dibattito, c'è l'elenco, la testimonianza e la documentazione di quella circostanza. L'altro è del 5 agosto 1994, in occasione della prima elezione di Federico Palomba, presiedeva l'onorevole Selis e ci fu dibattito, tanto che il secondo intervento fu proprio dell'onorevole Serrenti. Questo a testimonianza che oggi si vuole condurre questa Assemblea nel modo più indegno per ovviare a cose che comunque diremo lo stesso. Quindi questi cinque minuti per annunciare l'astensione li utilizzerò nei diversi momenti della votazione e dividerò il mio intervento cinque minuti per volta, comunque il mio intervento lo farò lo stesso. E' un fatto al di fuori della norma, si spreca più tempo, non si dà la possibilità di un dibattito sereno e si vuole invece incattivire enormemente il clima che, a parer mio, meriterebbe attenzioni diverse.

Cari colleghe e colleghi, sono troppo le ragioni di pregiudizio verso questa Giunta di centrodestra che si va tentando di costruire intorno alla figura e alle proposte dell'onorevole Mario Floris. Innanzi tutto per il fatto che nasce dal ribaltone operato dal Presidente del Consiglio regionale, che, rinunciando alla conclamata terzietà, fa scattare col suo voto personale un potere di veto che getta una luce sinistra sul vertice di una istituzione sino a ieri impersonata da galantuomini della politica. E a nulla vale per allontanare il sospetto che ci sia stato mercato il fatto che il signor Serrenti abbia agito col risentimento del sardista espulso piuttosto che con il complesso dell'ingrato pentito nei confronti del Polo di centrodestra che lo ha fortissimamente imposto alla carica che ancora oggi ricopre, dopo una compravendita ai danni del Partito Sardo d'Azione. Ma in questa seconda ipotesi resta comunque un mistero il fatto che la rinuncia al ruolo di super partes non sia stata esercitata per favorire l'onorevole Pili, piuttosto che per danneggiare l'onorevole Selis, anzi per danneggiare tutti i sardi, giacché votando a favore del leader del Polo del centrodestra piuttosto che per danneggiare l'onorevole Selis, la regione avrebbe comunque potuto avere un suo governo sin dal mese di settembre.

L'ulteriore pregiudizio è per il fatto che quest'Aula non potrà dibattere con serenità, senza veleni e senza sospetti i temi che verranno proposti sino a quando a presiederla sarà un politico che trae partito personale, per non dire interesse, da una istituzione che non è un suo bene di famiglia.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, la invito a stare nella dichiarazione di astensione.

CUGINI (D.S.-F.D.). Se non vuole sentire si faccia sostituire!

(Tumulti)

La riunione del Consiglio è sospesa. Convoco immediatamente la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 18 e 10, viene ripresa alle ore 18 e 15.)

PRESIDENTE. Voglio pregare tutti i colleghi, mi scusi l'onorevole Giacomo Sanna, di rispettare un minimo di regole. Capisco che è difficile, però quando si interviene per dichiarazione di voto si devono fare le dichiarazioni di voto; non è possibile, e lo prevede il Regolamento, utilizzare questo momento per dire tutto quello che si vuole.

Peraltro voglio ricordare che presto spero che ci sarà la possibilità di intervenire sulle dichiarazioni programmatiche del Presidente, in quell'occasione, che sarà a giorni, ognuno di loro potrà dire tutto quello che ritiene di dire nelle forme di correttezza che sono previste in un rapporto di civile convivenza; pertanto vi prego, andiamo avanti.

(Interruzioni del Gruppo D.S-F.D.)

L'onorevole Giacomo Sanna ha la parola, la prego però di stare sull'argomento, le dichiarazioni di voto.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Guardi, signor Presidente, io starò dentro i tempi consentiti dal Regolamento, allo scadere dei tempi consentiti dal Regolamento potrò serenamente annunciare la nostra astensione al voto, poi ciò che dirò rientra nel dibattito che quest'Aula deve avere, che è stato impedito e che di conseguenza sto perdendo i cinque minuti per raccontare una storia che poi non è neanche la mia, ma è la sua. Quindi continuiamo da zero, io credo che ci sia la necessità di rivedere i tempi.

(Interruzioni)

L'importante è che non facciano partire il tempo, non è poi tanto il tempo a disposizione.

PRESIDENTE. Ha cinque minuti da adesso. Prego.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). L'ulteriore pregiudizio è il fatto che quest'Aula non potrà dibattere con serenità, senza veleni e sospetti, i temi che verranno proposti sino a quando a presiederla sarà un politico, che trae partito personale, per non dire interesse, da un'istituzione che non è un suo bene di famiglia, né tanto meno un laboratorio per fabbricare o aggiustare carriera, un politico cioè che non ha esitato a servirsi della più alta carica della nostra Assemblea legislativa, per impedire la nascita del Gruppo consiliare del Partito Sardo d'Azione, affossandone l'operatività e il funzionamento, facendo ricorso persino ad un discutibile utilizzo dei numeri di protocollo; nessun governo regionale potrà essere credibile fino a quando chiederà l'approvazione e il consenso ad un'Assemblea presieduta da chi ha perso da tempo ogni credibilità politica.

Ma i pregiudizi si accumulano se si pensa al patto scellerato che sorregge la filosofia della futuribile maggioranza che sosterrà l'onorevole Floris, una scrittura privata in cui si impone il Presidente, si decide quali consiglieri debbano fare gli assessori e quali debbano astenersene per far posto a dei tecnici. Nessuna prevenzione, anzi, sull'utilizzo dei tecnici scelti col criterio della rispettabilità e della capacità, ma ci assale una forte preoccupazione nel prevedere che cosa accadrà quando i consiglieri di Forza Italia e di Alleanza Nazionale chiederanno per par condicio di avere un assessorato come i colleghi dei partiti alleati, non vincolati alla formula imposta come condizione per far cadere la Giunta Selis.

Mi chiedo: quale governabilità può essere assicurata da una Giunta in cui nove assessori tecnici su dodici finiranno per essere considerati, magari a torto, degli usurpatori da spedire a casa alla prima occasione utile? Sono queste le cose sulle quali il Presidente della Repubblica dovrebbe essere informato, per consentire all'onorevole Ciampi di farsi un'idea più precisa sull'attendibilità, dignità e capacità politica e civile di chi ha deciso di occupare la massima poltrona di quest'Aula, attendibilità, dignità e capacità politica e civile assenti in chi ha avuto per ragioni personali l'improntitudine di dichiarare che bisognava far cadere Selis perché un voto soltanto di vantaggio non avrebbe garantito la governabilità. Nessuno è esente dal dire sciocchezze, il male è dirle con pretensione, stando seduti su una cattedra che dovrebbe impartire regole e non sciocchezze.

L'ulteriore pregiudizio è sul modo disinvolto con il quale la costituenda maggioranza cerca di giustificare i salti della quaglia, dal centro-sinistra al centro-destra, con biglietto di andata e ritorno, in nome della sardità, inventando una koinè pasticciata, usando una babele linguistica ladrona con lo scopo di appiattire, di serializzare, di rendere banali le battaglie del Partito Sardo d'Azione, dopo aver raggiunto lo scopo di reclutare certi ex dirigenti sardisti come sbandieratori di sardismo, in funzione vessillifera per richiamare clienti facoltosi, invitati ad abbandonare i vecchi svaghi per nuovi e stupefacenti traguardi della politica.

Non siamo gente che tollera chi entra a casa nostra, pensando di entrare di forza nel letto delle nostre donne; il Partito Sardo d'Azione non è una casa di tolleranza, non la si confonda con quella casa senza fondamenta ma con la cupola ben visibile, animata da due individui socialmente sconsigliabili e politicamente impresentabili, la politica non è lenocinio. I sensali di ideologie post-sardiste hanno tutto il nostro disprezzo, il loro nuovo mestiere è ignobile, questa dell'invasione di campo dentro la storia del nostro partito è una cosa che abbiamo rimproverato persino al centro-sinistra, con il quale in passato abbiamo avuto significative ma anche burrascose esperienze di governo, quando noi sardisti insistiamo sul concetto di equidistanza dai Poli italianisti è perché paventiamo la capacità di attrazione del potere di cui essi dispongono, dei linguaggi che impongono, della capacità di legittimazione di cui si fanno forti, se penso che pezzi della Giunta che andrà a formare il futuribile Governo Floris erano sino a ieri organici al Governo Selis.

Arrivo alla conclusione che anche il centro-destra ha acquisito il potere di legittimazione e di riciclo che sino a ieri gli intellettuali sardisti rimproveravano alla Sinistra post-comunista, nessuna demonizzazione personale, ben inteso.

PRESIDENTE. Onorevole Sanna, il tempo grazie.

SANNA GIACOMO (Gruppo Misto). Sto completando. La politica non è scontro fra persone, spesso il lavoro comune nelle Commissioni e nell'Aula è occasione di amicizia e di stima, la disistima si riserva agli infami, non agli avversari di Partiti.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Giagu. Ne ha facoltà.

GIAGU (Popolari-P.S.). Onorevoli colleghi, credo che l'appuntamento che oggi ci siamo dati per l'elezione del Presidente della Giunta ci dovrebbe consentire di esprimerci serenamente, pur diversificandoci nelle posizioni, dando in ogni caso una prima risposta alle continue sollecitazioni che noi tutti riceviamo e che tengono alla chiusura della crisi.

Consentitemi di dire però che così non è, forse si riuscirà a dare un governo alla nostra Isola, ma certamente rimane ancora aperta, dirompente nei suoi aspetti che riguardano la vita del nostro parlamento, la crisi della nostra istituzione democratica, intaccata da comportamenti mai verificatisi finora.

Mi pare quindi superfluo affermare che le condizioni di ripristino di una certa legalità, che dovevano precedere la formazione di un qualsiasi governo, non si sono registrate; un appello responsabile lanciato dalla metà di questo Consiglio è stato ignorato dolosamente. La richiesta di ripristino delle condizioni ideali per il proseguimento dei lavori dell'Aula e quindi per la convivenza democratica nella più alta istituzione autonomistica è stata ignorata brutalmente, con un atteggiamento che richiama stili da regimi sud americani.

Onorevoli Serrenti, forse siamo stati poco chiari, ma il primo degli ostacoli da rimuovere affinché sia possibile la ripresa del giusto rapporto parlamentare è lei, la vera anomalia è nella sua maldestra interpretazione del ruolo che lei oggi svolge, la sua insensibilità, mi consenta, rasenta l'insulto, l'insulto verso chi come me e come tutti coloro che civilmente chiedono le sue dimissioni, necessarie oramai perché sono una condizione indispensabile affinché il mandato ricevuto dai nostri elettori si compia dignitosamente all'interno di un'Aula libera, non condizionata da pesanti dubbi che niente hanno a che fare con la libera interpretazione di un ruolo democratico che ci viene dalla società civile e dalla società civile deve essere restituito.

Tengo a precisare, onorevole Serrenti, per non cadere in una sterile amarezza, che non vi è niente di personale, ma la disapprovazione è totalmente sincera. Lei mira ad avere, onorevole Serrenti, un triste palmares: lei è stato il primo Presidente a impedire la nascita di un Governo, calpestando il principio di imparzialità; principio che non attiene al solo Consiglio Regionale, bensì a tutti i parlamenti.

Lei ha votato contro una Giunta dell'emergenza per un governo nella nostra Isola, per alleviare nell'immediato la sofferenza nella nostra terra. Lei ha votato contro la funzionalità del Consiglio, cosa che proprio lei dovrebbe garantire, lei ha votato contro l'interpretazione autentica del suo ruolo e il prestigio delle istituzioni. Lei ha, me ne duole dirlo, tradito la sua parola, la parola data in Conferenza dei Presidenti di Gruppo.

Amara constatazione, onorevoli colleghi, sofferta e sincera da parte di chi nell'autorevolezza del Consiglio, nell'alto valore degli atti del Consiglio crede, e nell'onore e nella verità contenute nelle cose dette in quest'Aula. Mai avremmo immaginato che dalla sua posizione, onorevole Serrenti, si assistesse, contribuendo impassibile alla frantumazione dei Gruppi consiliari, a fenomeni di cannibalismo politico, ad esibizioni di doppi e di tripligiochisti che lanciano lunghe ombre sulla nostra elevata Istituzione autonomista.

Rifletta, onorevole Serrenti, smentisca la nostra constatazione affidandosi al gesto nobile delle dimissioni, che noi le abbiamo chiesto e chiediamo come atto preliminare all'elezione del Presidente della Giunta. Per i fatti e gli accadimenti in queste ultime settimane che più da vicino ci riguardano, il dibattito sulla fiducia che seguirà l'elezione del Presidente del Giunta, e prima ancora, mi auguro per tutti noi l'elezione del Presidente del Consiglio, darà l'opportunità a tutti noi, in maniera ampia, di spiegare, chiarire e commentare il tortuoso percorso fino ad oggi qui fatto.

Onorevoli colleghi, il nostro disgusto oramai è oltre ogni limite, ed il permanere di un Presidente del Consiglio a coperchio di una pentola dove vi è tutto, irriverenza delle istituzioni, mortificazione dell'autonomia, tradimenti e ribaltoni, non ci autorizza che a permanere in quest'Aula per solo senso di responsabilità nei confronti della Sardegna.

Ci meravigliano tante cose, ma fra queste emerge manifesta quella per gli amici riformatori, in apnea dissociata fra appelli, programmi e i contraddittori comportamenti in quest'Aula e dentro il crogiolo di degrado che qualche mente sopraffina ma ambiziosa ha determinato tra noi.

E` giusto perciò che un Presidente del Consiglio in tale veste di patrocinatore ed eminenza grigia. sia soddisfatto e si feliciti per quanto è stato in grado di produrre; ne ha ragione nella sua stretta logica.

Ma la scia di distruzione e di responsabilità politica non le gioverà a lungo perché, stia certo, troverà per tutto il tempo che sarà necessario in quest'aula uomini liberi e seri, partiti democratici, autenticamente autonomisti, che faranno ogni cosa che sarà possibile per segnare lo spartiacque tra lei e i trasformisti, i pochi funamboli di questo Consiglio e la società civile e politica della Sardegna, che di questo riscaldato minestrone non sa che farsene.

Poiché il futuro che si profila non sarà certo roseo per nessuno, a noi che ancora crediamo nella funzione della speranza e della Provvidenza, non ci resta che attendere e sperare che qualcuno ci liberi dai nostri mali, per questi motivi ci asterremo.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Balia. Ne ha facoltà.

BALIA (F.S.D.). Onorevole Serrenti, il clima che c'è in Aula è un clima di forte esasperazione, certamente non è un clima rasserenato. Si era chiesto nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo, così come più volte è avvenuto in passato, ed è avvenuto che l'abbiano chiesto colleghi che oggi invece negano a noi quel diritto e che allora se lo siano visti riconosciuto, è stato chiesto il diritto ad esprimersi in aula, uno per parte, ogni capo Gruppo con un tempo limitato e consentendo così a tutte le parti di esprimersi, con una rassicurazione e la rassicurazione era che nessuna parte avrebbe abbandonato l'aula, nessuno voleva impedire che i lavori non scorressero con assoluta regolarità.

Bene, ci ritroviamo nell'assurdo: una preoccupazione espressa dai colleghi del centro destra nella Conferenza dei Presidenti di Gruppo che non hanno dato il nullaosta, hanno esercitato una specie di diritto di veto a che potessimo parlare. Ed avviene l'assurdo in quest'Aula, che parliamo per dichiarazioni di voto, sempre nei tempi regolamentari e attraverso questa metodica, guarda un po', i colleghi del centro destra, che invece il voto lo debbono esercitare e non possono astenersi, non possono esplicitare le proprie posizioni.

Ma era avvenuto, onorevole Serrenti, perché evidentemente vi era a monte una preoccupazione, una preoccupazione non appalesata che però aleggiava in quella sede, cioè la preoccupazione che il dibattito iniziale di oggi non si limitasse a giustificare in maniera pacifica, tranquilla, veloce e rapida il motivo dell'astensione o del voto, ma che il dibattito invece fosse un attimino più profondo e richiamasse i motivi per i quali oggi ci ritroviamo in questa condizione. Cioè c'era la preoccupazione che si parlasse del voto espresso da dietro la tenda nella passata seduta del Consiglio regionale, impedendo, attraverso quel voto, la nascita di una Giunta, mentre il compito e il dovere del Presidente del Consiglio regionale è quello invece di garantire la governabilità.

Non ci scandalizza, né ci preoccupa più di tanto che possa nascere un Governo di centro destra, ci preoccupa il modo e il metodo attraverso il quale il Governo di centro destra nasce, cioè con un voto espresso da dietro una tenda dal Presidente del Consiglio regionale che nega la titolarità a chi invece da parte del centro sinistra è in grado, in quella fase e in quel momento, di garantire il Governo.

Però, onorevole Serrenti, mi consenta un ulteriore appunto: la sospensione della seduta di poco fa, mi consenta di dire che questa rappresenta una fortissima caduta di stile, una caduta di stile perché, onorevole Serrenti, io ho sentito in quest'Aula dibattiti ben più esasperati, ho sentito in quest'Aula parole ben più importanti e ben più accese, ho sentito in quest'Aula parole che certamente rasentavano la denigrazione, ho sentito consiglieri regionali esprimere giudizi severi e parlare di mal governo e di mala magistratura e di magistratura deviata, e in quella occasione, onorevole Serrenti lei non è ricorso, così come invece è ricorso adesso, alla sospensione della seduta. Allora alle sospensioni delle sedute si ricorre e in un caso e nell'altro, ogni qualvolta si ritiene che venga minimamente violata la dignità delle persone dell'una o dell'altra parte. Quindi, sotto questo profilo, in questo caso e in questo momento, visto che eguale comportamento non ha seguito nel passato, la sospensione della seduta rappresenta oggi invece una caduta di stile.

Responsabilmente restiamo in aula, annunciamo il voto di astensione del Gruppo dei Socialisti Uniti, attendiamo responsabilmente ma sappia, onorevole Serrenti, che non vi può essere clima di lavoro sereno dentro l'aula se ciò non dovesse verificarsi, attendiamo responsabilmente le sue dimissioni, così come per altro le aveva annunciate nella Conferenza dei Capigruppo che hanno preceduto il suo voto in occasione della scorsa tornata del Consiglio regionale. Anch'io devo rimarcare una incongruenza: l'incongruenza una volta di più dell'onorevole Fantola, promotore da un lato dei referendum, garante dell'elezione diretta del Presidente della Giunta regionale, in questo caso invece segue metodiche che sono totalmente contrarie e contrastanti con quelle dichiarazioni e quelle volontà.

PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bruno Dettori. Ne ha facoltà.

DETTORI BRUNO (I Democratici). Cari colleghi, è una situazione, questa determinatasi in Consiglio, che appare sempre più insostenibile e i giudizi nei nostri confronti sono ormai solo di colpevole responsabilità. Ci siamo giocati in questi mesi le residue speranze che da questo palazzo potessero giungere segnali di recupero di quel minimo di credibilità che le istituzioni devono garantire. Al contrario, abbiamo abusato della pazienza dei sardi nel tentativo di poter assicurare alla Sardegna un governo all'altezza delle sue urgenti necessità. La ricerca ossessiva di un governo ha fatto consumare atti la cui coerenza è fortemente discutibile: dall'atteggiamento irresponsabile di un presidente del Consiglio che, infrangendo i più elementari principi di garante di tutti, decide di votare contro per impedire a una risicatissima proposta di governo, faticosamente costruita da Selis, l'avvio di questa dodicesima legislatura, precipitandosi subito dopo, con una lettera indirizzata al Capo dello Stato, per denunciare l'immobilismo dello stesso Consiglio, incassando, naturalmente la censura di quaranta consiglieri, con la quale si chiede all'onorevole Serrenti di dimettersi in coerenza con le sue stesse affermazioni rese in Conferenza dei Capigruppo. Dall'atteggiamento comune dei due schieramenti di centrodestra e centrosinistra, che nonostante l'evidente e sostanziale parità nei numeri, determinata dalle elezioni e dai risultati elettorali, non hanno saputo e voluto trovare nessuna proposta di qualità, ma hanno preferito giocare la partita sui numeri e sulla conta dei consiglieri, facendo leva sulla disponibilità degli incarichi e producendo inevitabilmente uno spettacolo poco decente di migrazioni da un campo all'altro, con giustificazioni degli interessati non sempre comprensibili e condivisibili.

Dal rifiuto non comprensibile e per certi versi contraddittorio dei Riformatori, che alla vigilia del referendum rinunciano all'unico progetto, occasione storica, per indurre l'intero Consiglio a fare di questa una legislatura costituente, con un governo a tempo, delle regole o delle riforme. Ci rivolgiamo ancora una volta, ed è dagli inizi di settembre che lo facciamo senza ottenere alcun riscontro, agli amici Riformatori, perché impediscano con ogni passione politica e ideale, che si consumi questo oltraggio al corpo elettorale e perché non rinneghino nei fatti quegli stessi ideali referendari che proprio in questi giorni stanno insieme a noi esponendo in tutti gli angoli della Sardegna. L'elezione di Mariolino Floris confligge, infatti, con i più elementari principi referendari, rappresentando la negazione del presidenzialismo, solo Pili e Selis sono stati presentati agli elettori da una coalizione, e del bipolarismo, perché si consente che gli eletti possano impunemente passare da uno schieramento all'altro. Non si capisce come sia possibile in tutta lealtà accettare un simile insulto ai principi di cui ci si fa bandiera. Rinnoviamo perciò ancora oggi un appello perché decidano finalmente, abbandonato ogni indugio e ogni tatticismo politico, di costituire insieme a noi un asse politico che metta al centro di ogni possibile formula di governo la riforma elettorale e che sia capace di allargarsi alle forze politiche che veramente e fino in fondo credano in essa. L'obiettivo è quello di dare vita a un governo che oltre a presentare una finanziaria tecnica e una modulazione dei fondi dell'Unione Europea abbia lo scopo primario di riscrivere la legge elettorale in senso presidenzialista maggioritario uninominale, pronti a ricomporre i Poli il giorno stesso in cui la nuova legge elettorale vedrà la luce. Non sarà molto, ma avremo almeno dato alla Sardegna l'unica certezza di cui oggi ha disperatamente bisogno: sapere che il giorno, che può anche essere molto vicino, in cui si tornerà a votare si voterà con una legge che garantisce la governabilità certa. Se al contrario si cade nel tranello degli assessorati e del potere, se si subiscono i ricatti degli ultimi arrivati, se si sacrificano le idee alle rendite di posizione, tutto, referendum compresi, diventa un caravan serraglio.

PRESIDENTE. Poiché nessun altro è iscritto a parlare, prego i Segretari di procedere alla chiama.

Risultato della votazione

PRESIDENTE. Proclamo il risultato della votazione:

Presenti 80

Votanti 46

Astenuti 34

Maggioranza 41

Hanno ottenuto voti: Floris Mario, 43; Cogodi Luigi, 3.

Viene proclamato eletto Mario Floris.

(Applausi)

(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - BALLETTO - BIANCAREDDU - BIGGIO - CAPELLI - CAPPAI - CARLONI - CASSANO - COGODI - CONTU - CORDA - CORONA - COSSA - DEMONTIS - FANTOLA - FEDERICI - FLORIS Emilio - FLORIS Mario - FOIS - FRAU - GRANARA - GRAUSO - LADU - LA SPISA - LICANDRO - LIORI - LOMBARDO - MASALA - MILIA - MURGIA - NUVOLI - ONIDA - ONNIS - OPPI - ORTU - PIANA - PILI - PILO - PIRASTU - PITTALIS - RASSU - SANNA NIVOLI - SCARPA - TUNIS Marco - USAI - VASSALLO.

Si sono astenuti: il Presidente SERRENTI - BALIA - CALLEDDA - CUGINI - DEIANA - DEMURU - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DORE - FADDA - FALCONI - GIAGU - LAI - LODDO - MANCA - MARROCU - MASIA - MEREU - MORITTU - ORRU' - PACIFICO - PINNA - PIRISI - PUSCEDDU - RANDAZZO - SANNA Alberto - SANNA Emanuele - SANNA Giacomo - SANNA Gian Valerio - SANNA Salvatore - SCANO - SELIS - SPISSU - TUNIS Gianfranco.)

Sospendo la seduta per quindici minuti e convoco la Conferenza dei Capigruppo.

(La seduta, sospesa alle ore 19 e 09, viene ripresa alle ore 19 e 21.)

PRESIDENTE. Informo il Consiglio che la Conferenza dei Capigruppo ha stabilito, insieme al Presidente della Giunta appena eletto, che il Consiglio sarà riconvocato martedì prossimo, 23 novembre, alle ore 18, con all'ordine del giorno le dichiarazioni programmatiche del Presidente della Giunta.

La seduta è tolta alle ore 19 e 22.



Allegati seduta

Risposta scritta ad interrogazioni
(Inserire documenti)
Testo delle interpellanze e interrogazioni annunziate in apertura di seduta

INTERPELLANZA OPPI - SANNA Noemi - CAPPAI sul progressivo deterioramento del centro ospedaliero di Ozieri che risulta ormai abbandonato ad una progressiva consunzione.

I sottoscritti,

constatato che da tempo si sta assistendo ad un indebolimento progressivo della struttura sanitaria di Ozieri, anche attraverso pesanti tagli all'assistenza esterna;

considerato che l'ospedale logudorese è sempre stato un punto di riferimento fondamentale della programmazione sanitaria della Sardegna settentrionale;

sottolineato che fino ad oggi ha rappresentato il maggior polo di assistenza sanitaria per migliaia di utenti (altrimenti costretti a penosi e onerosi trasferimenti ad altre strutture) non solamente per la sua dislocazione logistica, ma anche per l'elevato standard professionale e di assistenza;

preso atto con disappunto della mancata applicazione delle norme concernenti gli standard ospedalieri, per cui si assiste alla incomprensibile salvaguardia di altre strutture realmente fatiscenti e ben più inefficienti dell'ospedale di Ozieri,

chiedono di interpellare l'Assessore dell'igiene e sanità e dell'assistenza sociale per conoscere gli intendimenti dell'Esecutivo regionale in ordine alla riorganizzazione delle strutture sanitarie nel Logudoro, con particolare riguardo al futuro dell'ospedale di Ozieri. (11)

INTERPELLANZA OPPI - PILI - CONTU - CAPPAI sulle gravi conseguenze per l'approvvigionamento idrico del polo industriale di Portovesme a seguito dell'avvio degli impianti della Seamag.

I sottoscritti,

premesso che l'attuale siccità e la conseguente gravissima crisi idrica, oltre ai pesanti disagi per le popolazioni, sta ponendo a repentaglio la sopravvivenza del tessuto economico del Sulcis iglesiente, già messo a dura prova negli ultimi decenni dallo smantellamento delle aree minerarie e dalla fine delle partecipazioni statali;

considerato che il polo industriale di Portovesme necessita di approvvigionamenti pari ad almeno 8-9 milioni di metri cubi annui;

constatato che l'avvio dei programmi produttivi della Seamag di S. Antioco farà di tale presidio industriale il maggior utilizzatore di risorse idriche dell'intero polo industriale;

ribadito che le limitate disponibilità di risorse idropotabili imporrebbero una riduzione dell'erogazione ad altri settori o territori;

preoccupati che un inadeguato approvvigionamento idrico possa determinare gravissime ripercussioni per le imprese industriali di Portovesme che a tutt'oggi assorbono 5 mila posti di lavoro e per l'intero settore agroalimentare che nel Sulcis iglesiente rappresenta una voce importante del prodotto intero lordo;

ritenuto impossibile incrementare le attuali scorte idriche attraverso l'importazione (come sperimentato in passato) a causa dei costi elevati che metterebbero fuori mercato le aziende di Portovesme oggi proprietà di multinazionali (Alcoa, Glencord);

valutato, inoltre, che l'avvio del contratto d'area comporterà un notevole incremento dei consumi di acqua industriale aggravando la già precaria situazione,

chiedono di interpellare l'Assessore dell'industria per conoscere:

1) come intende affrontare questo nodo che si presenta determinante per lo sviluppo produttivo della zona;

2) se non ritenga più corretto trovare nell'immediato soluzioni diverse a favore delle maestranze con il loro possibile inserimento nel contratto d'area di Portovesme.

I sottoscritti chiedono altresì di interpellare il Commissario straordinario per l'emergenza idrica e Presidente della Giunta regionale, per verificare quali atti intenda compiere per affrontare i problemi di natura non solamente civile ma anche produttiva che l'emergenza idrica sta determinando. (12)

INTERPELLANZA FLORIS Emilio - PITTALIS - CORONA - LA SPISA - GRANARA - PIRASTU - TUNIS Marco Fabrizio - LOMBARDO - FEDERICI - LICANDRO - RASSU - MILIA sull'avvenuta riprogrammazione di risorse comunitarie senza il preventivo esame e approvazione del Consiglio regionale e sul trasferimento, al Consorzio 21, delle quote EMSA detenute dalla Regione nella Sotacarbo.

I sottoscritti,

premesso che, con una delibera della Giunta regionale del 15 luglio 1999, n. 31/47, gli Assessori della programmazione e dell'industria hanno chiesto e ottenuto il dirottamento, a favore del Consorzio Ventuno, di risorse comunitarie non spese pari a 9 miliardi di lire, destinate a salire a 14 miliardi sulla base di una ulteriore proposta di delibera di Giunta e che a favore dello stesso Consorzio Ventuno la Giunta regionale ha trasferito le quote EMSA detenute dalla Regione nella Sotacarbo;

considerato che:

- fin dalla passata legislatura (L.R. 3 luglio 1998, n. 20), il Consiglio aveva deciso che la riprogrammazione e rimodulazione dei programmi comunitari venisse sottoposta alla sua approvazione e che la precaria situazione politica avrebbe dovuto sconsigliare la conduzione di simili operazioni che non rivestono carattere di urgenza, visto che c'è tempo fino al prossimo 31 dicembre;

- il trasferimento degli assetti proprietari dell'EMSA ad un altro ente quasi interamente di proprietà della Regione e sotto il suo controllo come è, di fatto, il Consorzio Ventuno, non è in linea con un reale processo di privatizzazione;

preso atto che le due operazioni sopracitate rappresentano il tentativo della vecchia maggioranza di sinistra di perpetuare la cultura del sottogoverno attraverso l'affermazione di un'economia sottomessa alla politica, privilegiando in tal modo la sussistenza degli enti saldamente dalla stessa controllati mediante un uso improprio delle finanze regionali,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale per sapere quali risoluzioni intenda adottare per rispettare la competenza del Consiglio regionale sulla riprogrammazione e rimodulazione dei fondi comunitari non spesi e, a parere degli interpellanti, impropriamente destinati a favore del Consorzio Ventuno.

Chiedono, infine, quali provvedimenti intenda adottare perché il processo di privatizzazione dell'EMSA non si riduca ad una mera operazione di facciata. (13)

INTERPELLANZA TUNIS Marco Fabrizio sul commercio dell'acqua tra il Consorzio di bonifica del basso Sulcis e il Consorzio industriale di Portoscuso.

Il sottoscritto,

premesso che l'anno idrologico 1998/1999 è stato per la Sardegna, il meno piovoso degli ultimi 50 anni, per cui anche per il Sulcis sono in vigore dallo scorso mese di aprile pesanti restrizioni nell'erogazione dell'acqua sia per uso civile che agricolo;

rilevato che nella diga di Monte Pranu (Tratalias) malgrado le piogge degli ultimi giorni sono invasati appena otto milioni di metri cubi d'acqua (1/6 della capacità totale) che dovrebbe essere destinata, come stabilito dalla normativa vigente - Legge 36/94 - prioritariamente per uso civile, agricolo ed eventualmente industriale;

sottolineato che numerosi agricoltori sulcitani hanno dovuto rinunciare all'impianto di circa il 40 per cento di carciofi a causa della programmazione nell'utilizzo dell'acqua della diga di Monte Pranu, stabilita arbitrariamente dal Consorzio di bonifica nel maggio 1999;

denunciato che la dirigenza del Consorzio di bonifica del basso Sulcis con la citata programmazione della ripartizione nell'erogazione dell'acqua ha penalizzato agricoltori ed allevatori sulcitani a favore delle imprese operanti nell'ambito del Consorzio industriale di Portoscuso, senza peraltro attivarsi a velocizzare la realizzazione dell'impianto di trattamento delle acque reflue dei Comuni di Carbonia, San Giovanni Suergiu, Sant'Antioco e Portoscuso, così da utilizzarle a fini industriali (opera già finanziata con 20 miliardi e sollecitata dagli agricoltori da almeno quattro anni);

osservato che sul problema della ripartizione delle risorse idriche della diga di Monte Pranu, il Consorzio di bonifica del basso Sulcis dovrà rispondere alla Regione in merito anche all'interrogazione presentata dal sottoscritto il 15 aprile 1999, prot. 4351 del Consiglio regionale, con la quale si chiedeva di non affossare le aziende agricole;

evidenziato che anche nel 1996 le aziende agricole e zootecniche del territorio subirono effetti devastanti dalla politica di gestione dell'acqua attuata dal sopra citato Consorzio di bonifica, ente che ha sempre ignorato l'esistenza della Legge 36/94 (specialmente l'articolo 28) e gli interessi dei lavoratori della campagna;

ritenuto che nessun consigliere regionale può erigersi a difensore di attività industriali a discapito dell'agricoltura, quando altri suoi colleghi abbiano già interrogato o interpellato l'esecutivo per rispetto della materia, che prevede determinate priorità, che gli interessati avrebbero dovuto conoscere;

rilevato, altresì, che comunque i colleghi prima di presentare interpellanza avrebbero potuto consultare e chiedere il concorso della firma dei consiglieri che operano nel Sulcis, i quali da sempre seguono le vicende dell'esiguità della quantità d'acqua destinata ad uso agricolo e chiedono il rispetto di quanto stabilito dalla Legge 36/94 (Legge Galli), mentre alcuni altri ricoprono ruoli moralmente incompatibili con la carica di consigliere regionale, specialmente quando, spudoratamente, difendono l'attività da cui ricavano ingenti indennità di carica,

chiede di interpellare il Presidente della Giunta regionale (Commissario straordinario per l'emergenza idrica in Sardegna) e l'Assessore regionale dei lavori pubblici per sapere:

1) se non ritengano opportuno e necessario intervenire immediatamente per far cessare il vergognoso "commercio" dell'acqua tra Consorzio di bonifica del basso Sulcis e il Consorzio industriale di Portoscuso;

2) se non ritengano necessario ed urgente attivarsi affinché venga realizzato finalmente l'impianto per il trattamento delle acque reflue di alcuni Comuni dell'area industriale di Portoscuso, opera finanziata fin dal 1996 e finora vanamente sollecitata da agricoltori, industriali ed amministratori sulcitani. (14)

INTERPELLANZA PIRASTU - PITTALIS - GRANARA - LICANDRO sui provvedimenti della Meridiana concernenti le cancellazioni dei voli da e per la Sardegna nelle festività natalizie.

I sottoscritti,

premesso che negli ultimi mesi i cittadini e i turisti che hanno scelto la Sardegna come meta sono stati vittime del caos che ha caratterizzato il traffico aereo;

considerato che il principale protagonista di tali vicende è la compagnia aerea Meridiana;

verificato che la Meridiana avrebbe cancellato la quasi totalità dei voli previsti per il 25 dicembre 1999 da e per la Sardegna;

ritenuto che tale provvedimento è ingiustificabile e conferma l'atteggiamento arrogante di una compagnia aerea non più in grado di svolgere responsabilmente un servizio pubblico,

chiedono di interpellare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore dei trasporti affinché:

1) verifichino immediatamente quali siano le motivazioni di tale assurdo provvedimento;

2) facciano conoscere quali iniziative, in ogni caso, intendano adottare al fine di imporre alla Meridiana la revoca di tale provvedimento ed evitare che in futuro la Meridiana possa con atti analoghi pregiudicare ulteriormente il settore del traffico turistico e le attività connesse. (15)

INTERROGAZIONE GRANARA - PIRASTU - LOMBARDO - LICANDRO - BALLETTO, con richiesta di risposta scritta, sull'avvenimento che ha coinvolto il traghetto "Arborea".

I sottoscritti,

premesso che il problema dei trasporti, specialmente quelli marittimi, rappresenta uno dei grandi limiti allo sviluppo socio economico della regione, e che la compagnia di Stato Tirrenia non è più credibile a causa dei disservizi e dei disagi causati al popolo sardo e pagati dall'intera comunità;

preso atto che navigare in presenza di nebbia comporta sempre certi rischi, ancor più nella fase di ingresso in un porto dove esistono passaggi obbligati e particolarmente limitati;

valutato che in certe condizioni meteorologiche l'errore tecnico ed umano può essere comunque facilitato, anche se in presenza di equipaggi professionalmente capaci;

appurato che il porto di Olbia, considerata l'enorme mole di traffico marittimo, ha necessità comunque di approdi ampi e percorsi che garantiscano le più opportune manovre in termini di sicurezza;

verificato che la Regione autonoma della Sardegna non è intervenuta per adeguare i sistemi portuali alle esigenze sempre maggiori dell'attuale naviglio passeggeri e merci;

visto che i tempi di progettazione e di adeguamento dei sistemi portuali sardi subiscono inspiegabilmente enormi ritardi ed assurde lungaggini burocratico-amministrative;

considerato che la società armatrice sembrerebbe abbia ordinato al capitano del traghetto "Arborea" di rifiutare il traino, in attesa di negoziare con i rimorchiatori l'operazione di salvataggio, che nel mare di Sardegna è svolto, parrebbe in termini monopolistici, dalla Società rimorchiatori sardi del gruppo Onorato;

appurato che circa 400 passeggeri sono stati tenuti in ostaggio senza assistenza ed informazione alcuna, non considerandoli ospiti a bordo, così come impone il codice dei comportamenti, soprattutto quello del mare,

chiede di interrogare il Presidente della Regione e l'Assessore dei trasporti perché diano riposte e chiarimenti in merito a:

1) quali passi sono stati fatti presso la società armatoriale e presso la Società rimorchiatori sardi per limitare i disagi subiti dai passeggeri;

2) quali provvedimenti saranno presi nei confronti di chi sembrerebbe abbia voluto procedere alle operazioni di disincaglio con altro traghetto, mettendo a repentaglio non solo l'incolumità dei passeggeri e dell'equipaggio, ma anche l'operatività dell'intero sistema portuale;

3) quali atteggiamenti, in termini risarcitori, saranno intrapresi dalla Regione autonoma della Sardegna per evitare che anche in futuro continuino a perpetrarsi situazioni analoghe considerandole avvenimenti di mare anziché insufficienze di servizio e di gestione. (36)

INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sull'Istituto alberghiero di Sassari.

Il sottoscritto, premesso che:

a) con l'anno scolastico 1999/2000 le tre classi "cucina" sono state accorpate in sole due terze classi, composte rispettivamente da 24 e 23 alunni;

b) questo accorpamento, oltre alla perdita di una classe, crea gravi situazioni di pericolo perché negli angusti laboratori per le esercitazioni - momento fondamentale nella preparazione degli allievi - dovrebbero lavorare un numero elevato di persone, fra alunni, personale docente e tecnico;

c) gli allievi durante le esercitazioni in laboratorio svolgono attività altamente pericolose che - data la ristrettezza degli spazi a disposizione - potrebbero essere causa di gravi danni per gli stessi;

d) le esercitazioni in laboratorio sono equiparate - ai sensi della normativa vigente in fatto di sicurezza sul posto di lavoro (decreto legislativo n. 626 del 1994) - a qualsiasi altra attività lavorativa e pertanto è necessario garantire anche all'Istituto alberghiero la salute e l'incolumità degli allievi ( e di tutto il personale addetto),

chiede di interrogare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport per sapere:

1) se sia a conoscenza dell'accorpamento - presso l'Istituto alberghiero di Sassari - in sole due classi terze dei 47 allievi del corso "cucina", situazione che porta ad una pericoloso sovraffollamento durante le esercitazioni in laboratorio, momento importante per una adeguata preparazione professionale;

2) se non sia opportuno e urgente intervenire presso il Provveditore agli studi di Sassari, affinché voglia rivedere l'accorpamento effettuato, perché in tema di sicurezza e di preparazione degli allievi non esiste "razionalizzazione e risparmio" che tenga. (37)

INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, su alcune strane nomine presso la ASL n. 1 di Sassari.

Il sottoscritto, premesso che:

a) la Legge 405/75 e la legge regionale 8/79 hanno istituito i consultori familiari, che si ispirano al lavoro di équipe in modo interdisciplinare fra diverse figure professionali di formazione sanitaria e parasanitaria, rispondenti ai bisogni specifici di ogni realtà territoriale;

b) proprio per il lavoro interdisciplinare di équipe i consultori familiari non prevedono un "coordinamento d'area" per ogni disciplina che - se attuato - di fatto stravolgerebbe i precetti delle leggi vigenti;

c) con delibera n. 2469 del 30 luglio 1999 la struttura dirigenziale della ASL n. 1 ha conferito gli incarichi "di settore e di moduli strutturali d'area dei consultori familiari - servizio materno-infantile", di fatto frantumando l'unità di équipe dei consultori;

d) sembrerebbe che tale struttura organizzativa risalga al 31 dicembre 1997, con ordine di servizio protocollo n. 8138/b, senza che i dirigenti dei consultori ne fossero informati;

e) nel frattempo alcune figure professionali ginecologiche-ostetriche venivano spostate dalle sedi consultoriali, per le quali erano state assunte, al Centro di prevenzione e diagnosi di San Camillo, (centro che non ha niente a che fare con gli stessi consultori, così come riconosciuto in Aula consiliare dallo stesso Assessore della sanità nella seduta del 24 febbraio 1999), creando grave impoverimento delle attività degli stessi consultori, che devono funzionare con l'èquipe stabile e completa;

f) sempre in data 30 luglio 1999, con deliberazione n. 2468, è stato nominato il responsabile del Centro di prevenzione e diagnosi ginecologica e ostetricia di San Camillo "per il coordinamento, attraverso l'uso di adeguati sistemi informativi e telematici, di tutta l'attività dei consultori familiari a livello aziendale ai fini del rilevamento ed elaborazione dei dati epidemiologici e statistici", nonostante i consultori non siano dotati di computer;

g) le due delibere del 30 luglio 1999 - n. 2468 e 2469 - sono state assunte nonostante il decreto legislativo n. 229 del 19 giugno 1999 preveda all'articolo 15 ter che "l'incarico di direzione di struttura complessa è effettuata dal direttore generale - previo avviso nel G.U. della Repubblica Italiana, sulla base di una rosa di candidati selezionata da una apposita commissione";

h) con deliberazione n. 2813 del 14 settembre 1999 le due delibere succitate sono state annullate con le seguenti motivazioni:

- perché la ASL non ha ancora ricevuto - dall'apposito gruppo di lavoro - la predisposizione di una proposta complessiva di assetto;

- perché sono stati conferiti incarichi per strutture non riconosciute nell'assetto organizzativo aziendale,

chiede di interrogare l'Assessore della sanità per sapere:

1) se sia a conoscenza di questo ulteriore pasticcio combinato dalla ASL n. 1 di Sassari (seppure sanato successivamente) di conferire incarichi per strutture organizzative non riconosciute;

2) in base a quali parametri o titoli siano stati prescelti i fortunati elencati nelle due delibere, poi annullate;

3) da chi sia partita la proposta per tali importanti incarichi, nonostante il palese contrasto con le leggi istitutive dei consultori e col decreto legislativo n. 229 del 19 giugno 1999;

4) se sia vero che - pur con modifiche ininfluenti - si stanno per riproporre le due delibere, sicuramente ancora irregolari, perché i consultori familiari non contemplano "un ordinamento d'area" e perché non si può dare un incarico per un "centro di prevenzione" che niente ha a che fare con i consultori, nonostante continui a funzionare con personale fante parte delle équipe consultoriali;

5) se sia inoltre vero che alcune figure, proposte per incarichi dirigenziali all'interno della ASL sassarese con le due delibere poi annullate (ma in fase di riproposizione), prestano regolare servizio anche presso un consultorio privato, che funziona con soldi pubblici;

6) quali interventi urgenti intenda assumere affinché, una volta per tutte, si faccia chiarezza, senza guardare in faccia a nessuno, sui troppi atti che si assumono (o che si pensa di assumere) presso la ASL n. 1, non sempre in conformità con le leggi vigenti. (38)

INTERROGAZIONE RASSU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo 3 della legge regionale n. 37 del 24 dicembre 1998 e sulla necessità che vengano adottati immediati provvedimenti al riguardo.

Il sottoscritto, premesso che:

- in data 24 dicembre 1998 è stata approvata dal Consiglio regionale la legge n. 37 concernente norme per gli interventi finalizzati all'occupazione e allo sviluppo del sistema produttivo regionale e di assestamento e rimodulazione del bilancio;

- l'articolo 3 della stessa legge regionale n. 37 del 1998 prevede che a favore delle imprese artigiane, anche di nuova costituzione, che attuino nuovi interventi, possano essere concesse le agevolazioni previste dall'articolo 30, comma 2, lettera a), della legge regionale 20 aprile 1993, n. 17 (contributi in conto capitale);

- detto intervento agevolativo è altresì concedibile alle imprese artigiane (art. 3, comma 1) e alle imprese commerciali (art. 3, comma 3) per la realizzazione degli adeguamenti aziendali prescritti dalla normativa in materia di salute, sicurezza, igiene e ambiente dei posti di lavoro;

- l'articolo 7 prevede l'attivazione presso i comuni dello sportello unico per le attività produttive e assistenza alle imprese;

considerato che:

- tale disposizione legislativa è ad oggi ancora inattuata: non sono state emanate, entro i previsti 60 giorni, le direttive di attuazione da parte della Giunta regionale né sono stati costituiti gli appositi fondi e stipulate le relative convenzioni con gli enti finanziari e creditizi per gli interventi a favore delle imprese artigiane e commerciali;

- per quanto riguarda lo sportello unico non è stata finora data piena attuazione su tutto il territorio regionale all'operatività per l'assistenza alle imprese;

ritenuto che:

- le piccole e medie imprese dei settori dell'artigianato e del commercio costituiscono una componente fondamentale del sistema socio economico regionale;

- la situazione di difficoltà in cui si dibattono dette imprese rende improcrastinabile l'intervento della Regione affinché sia data attuazione al dispositivo di legge,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore del turismo, artigianato e commercio sulle cause che hanno sinora impedito l'attuazione della legge in argomento e quali provvedimenti intendano adottare nell'immediato affinché le imprese artigiane e del commercio possano vedere soddisfatte le proprie aspettative. (39)

INTERROGAZIONE RASSU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata attuazione delle disposizioni contenute nell'articolo 2 della legge regionale n. 9 dell'11 marzo 1998 e sulla necessità che vengano adottati immediati provvedimenti al riguardo.

Il sottoscritto, premesso che:

1) in data 11 marzo 1998 è stata approvata dal Consiglio regionale la legge n. 9 che ha disciplinato gli incentivi per la riqualificazione delle strutture alberghiere e norme modificative della legge regionale 14 settembre 1993, n. 40;

2) l'articolo 2 della legge prevede la concessione del contributo in conto capitale a fronte degli investimenti per l'adeguamento, completamento, ristrutturazione, trasformazione, ampliamento ed ammodernamento di strutture ricettive;

3) con le modifiche alla legge regionale n. 40 del 1993 si eleva la durata del finanziamento bancario a tasso agevolato e si dà la possibilità alle imprese alberghiere di pagare gli interessi che maturano nel periodo di utilizzo e pre ammortamento del mutuo, unitamente al capitale finanziato;

considerato che:

a) tale disposizione legislativa è ad oggi ancora inattuata nonostante che con decreto dell'Assessore del turismo, artigianato e commercio del 29 aprile 1944 sia stata data esecutività alla deliberazione della Giunta regionale n. 58/60 del 22 dicembre 1998 che approva le direttive di attuazione, non sono stati costituiti gli appositi fondi né stipulate convenzioni con gli enti finanziari e creditizi;

b) la polverizzazione di risorse limitate tra una pluralità di soggetti (banche convenzionate e SFIRS) rischi di compromettere, nella prima fase di avvio, l'efficacia dell'intervento;

ritenuto che:

- la persistenza dello strumento nello "stato di inattuato" non consente di raggiungere l'obiettivo di favorire la riqualificazione dell'offerta ricettiva alberghiera;

- la situazione del comparto rende improcrastinabile l'intervento della Regione affinché sia data attuazione al dispositivo di legge,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale del turismo, artigianato e commercio sulle cause che hanno sinora impedito l'attuazione della legge in argomento e su quali provvedimenti intendano adottare nell'immediato affinché le imprese alberghiere possano accedere ai benefici dettati dalla normativa di riferimento. (40)

INTERROGAZIONE COSSA - CASSANO - DEMONTIS - FANTOLA, con richiesta di risposta scritta, sulle saline della Sardegna.

I sottoscritti,

premesso che sono in corso i contatti tra la Regione sarda e lo Stato italiano per il trasferimento al demanio regionale delle saline di Cagliari-Poetto e di Carloforte;

constatato che, fatta eccezione per l'impianto di Sant'Antioco - peraltro uno dei più produttivi d'Italia - le altre saline presenti sul territorio sardo si trovano in uno stato di abbandono e disinteresse;

sottolineato che il recupero e il risanamento delle saline di Cagliari-Poetto risultano fondamentali per la creazione del Parco regionale di Molentargius, già istituito con legge regionale 26 febbraio 1999, n. 5;

considerato che diventa finalmente concreta la possibilità di sfruttare un'industria ecologica;

evidenziato che il nostro sale è di qualità superiore, grazie all'alta percentuale di iodio che contiene, e diventa perciò altamente competitivo con i prodotti di altre regioni;

rilevato che le sole saline del Poetto hanno una potenzialità produttiva di circa 120 mila tonnellate l'anno, rispetto al fabbisogno sardo che è di 25/30 mila tonnellate;

accertato che il grave problema dei costi di trasporto toglie competitività ai nostri prodotti e favorisce la diffusione del salgemma - di qualità e prezzo inferiori - nei supermercati e tabacchini sardi;

tenuto conto che solo la concessione dello sfruttamento ai raffinatori privati sardi offrirebbe garanzie di professionalità sia nella lavorazione che nella commercializzazione del prodotto;

sottolineato che nel giro di pochi mesi si creerebbero nuovi posti di lavoro, senza appesantire il già deficitario bilancio regionale e senza modificare il delicato ecosistema di cui fanno parte le saline,

chiedono di interrogare il Presidente della Giunta regionale per sapere quali provvedimenti intenda adottare per favorire la rapida acquisizione delle saline sarde da parte della Regione Sardegna e, successivamente, quale strada intenda seguire per fare in modo che la gestione degli impianti venga affidata agli operatori del settore presenti in Sardegna. (41)

INTERROGAZIONE FRAU, con richiesta di risposta scritta, sul rischio di chiusura dell'azienda di trasporti "Pani " di Sassari.

Il sottoscritto chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale per sapere:

1) se sia a conoscenza della grave situazione finanziaria cui sta andando incontro l'azienda "Pani" di Sassari, (che da oltre 50 anni e con i suoi 53 dipendenti è sempre stata una azienda leader in Sardegna nel trasporto privato, sopperendo alle carenze di un servizio di trasporto pubblico assolutamente inadeguato e spendaccione), perché la Giunta regionale con gli ultimi provvedimenti adottati a fine mandato, con la scusa delle scarse disponibilità di bilancio, ha deliberato - cambiando improvvisamente le regole - di erogare i contributi in base ai disavanzi aziendali invece che sui chilometri percorsi, premiando in questo modo le cattive gestioni delle aziende pubbliche del settore e penalizzando le aziende private parsimoniose;

2) quali interventi intenda assumere al fine di rivedere quanto deliberato dall'ultima Giunta Palomba che, se dovesse trovare reale applicazione, porterebbe alla chiusura l'azienda "Pani" e le altre del settore, con gravi rischi occupazionali e con un impoverimento dei mezzi di locomozione a disposizione dei cittadini, in contrasto col sempre più pressante appello di non usare per i propri spostamenti le auto private. (42)

INTERROGAZIONE RASSU, con richiesta di risposta scritta, sulla mancata presentazione, presso la UE, della relazione consuntiva relativa ai dati delle colture biologiche in Sardegna (Reg. CEE n. 2078).

Il sottoscritto, premesso che:

- si è appreso che l'Assessorato competente ha provveduto solo nell'agosto 1999, con grave ritardo, all'invio presso la UE della relazione consuntiva relativa ai dati riguardanti le colture biologiche nella Regione Sardegna;

- la Regione Sicilia ha provveduto sin dal febbraio 1999 a tale adempimento garantendo l'erogazione delle provvidenze previste;

considerato che:

- il settore agro-pastorale, stante la grave crisi che ormai lo caratterizza da un decennio, non può perdere queste provvidenze;

- il contributo in conto capitale che il settore perderebbe ammonta complessivamente a 50 miliardi circa;

ritenuto che è necessario attivare tutte le azione atte a garantire al comparto l'erogazione di dette provvidenze,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale e l'Assessore regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale affinché si conoscano le cause che hanno impedito l'invio nei termini e tempi dovuti della relazione consuntiva alla UE e sulle azioni che si sono e si vogliano intraprendere per garantire l'erogazione della contribuzione in conto capitale agli imprenditori agricoli che hanno attuato colture biologiche nella scorsa annata agraria 1998 e che ne hanno fatto regolare richiesta. (43)

INTERROGAZIONE LA SPISA - FLORIS , con richiesta di risposta scritta, sulla esclusione da parte della A.S.L. n. 7, dei laureati in scienze dell'educazione, dal concorso per "Educatore professionale".

I sottoscritti,

premesso che:

a) il decreto ministeriale 8 ottobre 1988, n. 520, regola le norme per l'individuazione della figura e del relativo profilo professionale dell'educatore professionale ai sensi dell'articolo 6, comma 3, del decreto legislativo 30 dicembre 1922, n. 502;

b) il suddetto decreto affida alle Università il compito di provvedere alla formazione attraverso anche la facoltà di sociologia e scienza dell'educazione;

c) il titolo di laurea rilasciato dalla facoltà di scienza dell'educazione è riconosciuto dall'ordinamento universitario ed è stato considerato sempre equipollente al titolo di educatore professionale;

considerato che:

1) la A.S.L. n. 7 non riconosce il titolo universitario di scienza dell'educazione dell'Università di Cagliari;

2) la A.S.L. n. 7 ha escluso dal concorso per educatore professionale tutti i laureati in Sardegna nel suddetto corso di laurea;

sottolineato che gli studenti sardi non hanno altro titolo universitario equipollente per inserirsi nel settore, in quanto l'attuazione dei corsi per ottenere la qualifica di educatore richiede una procedura lunga e complessa,

chiede di interrogare il Presidente della Giunta regionale, l'Assessore della sanità e l'Assessore del personale per conoscere quali provvedimenti abbiano assunto o intendano assumere, presso le A.S.L. e presso l'Università di Cagliari, per intervenire a favore dell'interesse di quanti aspirano ad un titolo che garantisca posti di lavoro di spessore tecnico e culturale nel settore socio-assistenziale. (44)

INTERROGAZIONE ONNIS, con richiesta di risposta scritta, sull'allarmante alluvione dei giorni scorsi che ha colpito molte zone della Sardegna.

Il sottoscritto, premesso che:

- l'allarmante alluvione dei giorni scorsi ha causato, oltre alla dolorosa perdita di vite umane, danni gravissimi agli averi e alle attività produttive;

- la calamità, almeno in parte prevedibile ed evitabile, ha colpito molte zone della Sardegna (segnatamente nel Cagliaritano i centri urbani e le campagne di Uta, Capoterra, Decimomannu, Villaspeciosa, Decimoputzu, Villasor, la Marmilla, il Sarrabus e l'Ogliastra) gettando nella disperazione decine di migliaia di famiglie;

- tanti cittadini hanno perso la casa e tutto l'arredamento e moltissimi agricoltori, allevatori, commercianti, artigiani hanno subìto la distruzione del frutto del loro lavoro, dei luoghi e degli stessi strumenti del lavoro e in sostanza del loro patrimonio;

- la disgrazia, abbattutasi prevalentemente su segmenti deboli della economia sarda, già piegati dalla povertà, dalla disoccupazione e dalle notorie difficoltà del comparto agro-pastorale, rende disperante e drammatico il futuro, anche immediato, di tanti sardi sfortunati;

- solo un pronto intervento di sostegno e di solidarietà, da attuare con rapidissima e sostanziale concretezza, è suscettibile di lenire almeno in parte le sofferente e le angosce dei danneggiati, ristabilendo le condizioni minime di vita e di lavoro,

chiede al Presidente della Giunta regionale se non ritenga di attivare senza indugio e fuori da ogni intoppo burocratico, attingendo da ogni fondo possibile, ogni iniziativa straordinaria, aggiuntiva rispetto ad auspicabili interventi statali, che comporti la reintegrazione dei danni e la ripresa delle attività lavorative. Anche perché tanto l'alluvione quanto l'entità delle conseguenze pregiudizievoli sono ascrivibili a negligenze e colpose carenze della Amministrazione pubblica. (45)