CCCXXXVII SEDUTA
(Antimeridiana)
Giovedì 15 Ottobre 1998
Presidenza del Presidente Selis
indi
del Vicepresidente Zucca
La seduta è aperta alle ore 10 e 14.
DEMONTIS, Segretario, dà lettura del processo verbale della seduta di venerdì 2 ottobre 1998 (333), che è approvato.
Congedo
PRESIDENTE. Comunico che il consigliere regionale Pietro Fois ha chiesto di poter usufruire di un giorno di congedo a far data dal 15 ottobre 1998. Se non vi sono opposizioni, il congedo si intende approvato.
Discussione degli articoli del testo unificato della proposta di legge TUNIS Gianfranco - MARTEDDU - LODDO - DEMONTIS: "Inquadramento straordinario nel ruolo unico dei dipendenti dell'Amministrazione regionale del personale delle unità sanitarie locali della Sardegna, comandato ai sensi dell'art. 44 del D.P.R. n. 761 del 1979" (27) e dei disegni di legge: "Norme in materia di personale" (249); "Norme varie in materia di personale" (438); "Proroga del termine di utilizzabilità delle graduatorie dei concorsi per esami o per titoli ed esami" (440); "Norme sul rapporto di lavoro a tempo parziale, sul comando e sul distacco di personale e sui compensi ai componenti delle commissioni, dei comitati e dei collegi interni dell'Amministrazione" (442)
PRESIDENTE. Prego i colleghi di prendere posto perché dovrei fare una precisazione per evitare malintesi.
La precisazione è la seguente. Ieri, nell'interrompere i lavori in seguito ad una proposta della Commissione che chiedeva una pausa di un'ora, un'ora e mezzo, per verificare l'ipotesi di unificazione dei due testi legislativi di cui discutiamo, avevo detto e ipotizzato un percorso di lavori di questo genere; se la Commissione dovesse pervenire ad unificare i due testi, è evidente che i consiglieri che non fanno parte della Commissione hanno l'esigenza di vedere il testo unificato e l'esigenza di avere un tempo per presentare emendamenti. In questo caso si può ipotizzare che gli emendamenti si presentino domattina, si dia un'altra ora alla Commissione per vedere gli emendamenti e si vada avanti.
Tutto questo percorso era legato all'ipotesi che la Commissione unificasse i testi. La Commissione, dopo un'ora, un'ora e mezzo è tornata in aula e ha detto per bocca del suo Presidente "Non è stato possibile nel tempo breve unificare i testi, per cui il secondo provvedimento dovrà essere ancora esaminato in Commissione. Andiamo avanti col 27 A) e i testi unificati." A quel punto la discussione generale era conclusa, gli emendamenti erano stati presentati, non c'erano esigenze perché non era modificato il programma di lavoro, ed è chiaro che ho messo, d'intesa con l'Aula, in votazione il passaggio agli articoli. Lo dico perché i colleghi che hanno esigenze di seguire le cose, di presentare emendamenti, devono seguire questo percorso.
L'esigenza, l'ipotesi di portare a stamattina la presentazione di emendamenti era legata al fatto che i due testi dovessero o potessero essere unificati.
Così non è stato. Abbiamo concluso la discussione generale e messo in votazione il passaggio agli articoli. Per cui riprendiamo ora con la proposta numero 27.
Ha domandato di parlare il consigliere Ballero. Ne ha facoltà.
BALLERO (F.D.S. - Progr. Sard.). Presidente, volevo soltanto sottolineare che è esatta la ricostruzione che il Presidente ha fatto, però, siccome gli eventuali emendamenti non è che si presentano scritti in un minuto, quando alle 17 e 30 è stato annunziato che ci sarebbe stato tempo sino a stamattina per la presentazione di emendamenti sull'uno e sull'altro disegno di legge, io credo...
PRESIDENTE. Mi scusi se la interrompo, non sull'uno e sull'altro, sul testo unificato, perché il testo 27 A) era in discussione ieri, la discussione generale si poteva concludere ieri e si poteva mettere in votazione il passaggio agli articoli. Quindi, i colleghi che hanno interesse a presentare emendamenti sul 27 A) e collegati ai testi unificati dovevano averli già presentati per ieri. Solo questo.
Questo per un chiarimento, perché credo sia utile a tutti avere chiaro il quadro complessivo nel quale ci muoviamo.
Passiamo ora alla lettura, discussione e votazione degli articoli del testo 27 A) e collegati secondo un testo unificato che conoscete già.
Iniziamo dal titolo. Se ne dia lettura.
Demontis, Segretario:
Titolo: Norme varie sul personale regionale, sui compensi per i componenti degli organi collegiali operanti presso l'Amministrazione e gli enti regionali e sullo svolgimento dei concorsi per l'assunzione agli impieghi regionali.
PRESIDENTE. Al titolo è stato presentato l'emendamento numero 43 aggiuntivo. Se ne dia lettura.
Demontis, Segretario:
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Sanna Salvatore per illustrare l'emendamento numero 43.
SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Questo emendamento era stato preannunciato durante la discussione della 22/101 al momento del ritiro di una serie di emendamenti che erano stati presentati dai Capigruppo di tutte le forze politiche presenti in Aula.
Voglio premettere che, per un'assenza di qualche secondo nell'Aula della Commissione, tra i presentatori manca la firma del collega Emilio Floris che comunque ha partecipato alla costruzione di questo emendamento.
L'emendamento è abbastanza chiaro nella lettura ed anche il titolo, peraltro, ne precisa ulteriormente il contenuto. Si tratta di affrontare con una certa organicità un problema che è presente nell'Amministrazione, che tutti quanti conosciamo molto bene... Tra i miei compiti credo non vi sia quello di chiamare la Giunta.
PRESIDENTE. Ho aperto i lavori dell'Aula perché la Giunta era presente.
Poiché la Giunta è assente dai banchi della Giunta, sospendo i lavori per 10 minuti.
(La seduta, sospesa alle ore 10 e 25, viene ripresa alle ore 10 e 56.)
PRESIDENTE. Riprende la seduta. Prego i colleghi di prendere posto.
Il presidente Palomba, mio tramite, mi pregava di porgere le scuse all'Assemblea per questo disguido e questo momento di ritardo, e questo ci consente di riprendere i nostri lavori.
Abbiamo dato lettura dell'emendamento numero 43.
Ricordo lo stato dei lavori: quando abbiamo interrotto i lavori l'emendamento stava per essere illustrato.
Per illustrare l'emendamento numero 43 ha facoltà di parlare il consigliere Sanna Salvatore.
SANNA SALVATORE (Progr. Fed.).Si dà per illustrato.
PRESIDENTE. Naturalmente il parere della Commissione è favorevole perché è presentatore.
Per esprimere il parere del relatore della Commissione ha facoltà di parlare il consigliere Macciotta.
MACCIOTTA(Gruppo Misto), relatore. La Commissione a maggioranza ha espresso il parere di accogliere questo emendamento.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta ha facoltà di parlare il Presidente della Giunta.
PALOMBA (Progr. Fed.), Presidente della Giunta. Grazie Presidente, la ringrazio anche di aver già porto a nome del Presidente e dell'intera Giunta le scuse per l'incidente soltanto temporale verificatosi in precedenza; rinnovo le scuse all'Assemblea.
Per quanto riguarda questo emendamento, desidero precisare questo: la Giunta ha esaminato attentamente il contenuto di questo emendamento, ha ritenuto che in esso possano ravvisarsi degli elementi di non piena legittimità, dei dubbi di legittimità, in modo particolare per quanto attiene al fatto che si tratta di materia che deve essere riservata alla contrattazione, non alla definizione normativa, perciò la Giunta ritiene di avere delle perplessità in merito. Comunque, siccome l'intero iter del provvedimento di riforma è stato sottratto a dinamiche di maggioranza ed anche a dinamiche di rapporti tra Consiglio e Giunta, tra Commissione e Giunta, la Giunta ritiene di doversi rimettere a quello che dice il Consiglio, ferme restando le perplessità che ho già espresso.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Secci. Ne ha facoltà.
SECCI (Popolari). Ho visto questo emendamento in apertura di seduta, e da una prima lettura mi sembra, può darsi che mi sbagli, e naturalmente mi auguro di sbagliare, che l'emendamento sia privo di copertura finanziaria, perché mentre al primo comma si parla di personale reinquadrato nella qualifica dell'emendamento superiore con decorrenza primo gennaio '98, nella parte che dovrebbe contenere la copertura finanziaria, che è il comma 4, si dice che fino a diversa disciplina, nei limiti delle risorse riservate alla contrattazione del bilancio regionale, sarà definita dal primo contratto collettivo regionale il personale reinquadrato ai sensi del presente articolo, il che mi sembra che contraddica in qualche maniera il contenuto dello stesso. Per cui ci sarebbe bisogno, se lo si ritiene, un approfondimento di questa natura per vedere se le perplessità che io ho intravisto sono corrette, oppure se invece l'emendamento è correttamente formulato e comprende anche gli oneri finanziari che sono previsti.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bertolotti. Ne ha facoltà.
BERTOLOTTI (F.I.). In merito all'emendamento 43 devo dire di avere forti perplessità sul criterio che è stato utilizzato. In effetti abbiamo appena fatto una legge, la 101, che sembra (a questo punto devo dire "sembra" perché poi, quando si fanno provvedimenti di questa natura occorre mettere il dubbio) ispirata, a livello di professionalità, nel valorizzare questioni riguardanti la professionalità, le capacità, il merito dei dipendenti dell'Amministrazione regionale; invece stiamo addirittura tornando indietro.
E` vero che in passato è stata fatta più di un'ingiustizia, ma a rincorrere il passato, seguire ingiustizia dietro ingiustizia, probabilmente arriveremmo alla preistoria. Dovremmo anche probabilmente mettere in discussione i criteri che sono stati fatti nell'individuare i bandi di concorso, le caratteristiche che dovevano essere attribuite alle persone che entravano nell'ambito dell'amministrazione regionale.
Avremmo preferito dei metodi che invece avessero premiato se non il personale nella sua totalità, perché a questo punto avremmo preferito dire "da oggi si fa diversamente" quantomeno un criterio che invece tenesse conto dei titoli e dei meriti attraverso, per esempio, dei bandi di concorso interni, riservati al personale di una qualifica per il passaggio alla qualifica immediatamente superiore. In questo modo credo che l'Amministrazione regionale avrebbe avuto la possibilità di poter fare un qualcosa di più giusto e di più rispettoso delle capacità, delle professionalità, dei titoli e dei meriti dei nostri dipendenti.
In realtà qui stiamo facendo pagare una mancanza dell'amministrazione regionale, perché il fatto che non si sia ancora provveduto a definire il nuovo ordinamento professionale non è certamente colpa dei dipendenti, è una mancanza di questo Governo regionale.
Il nuovo ordinamento professionale avrebbe senz'altro potuto prevedere complessivamente e con maggiore omogeneità gli inquadramenti relativi dei dipendenti, e queste questioni non sarebbero state portate in quest'Aula in questa natura.
Pertanto noi abbiamo presentato una serie di emendamenti che vogliono portare quest'Aula a ragionare e a interrogarsi su questi criteri, su quale sia il più opportuno per evitare il perpetuarsi di ingiustizie nei confronti dei dipendenti.
Gli emendamenti sono il numero 26, che prevede la possibilità di fare, attraverso dei concorsi interni, le eventuali promozioni di livello da parte dei dipendenti regionali e, dobbiamo dire provocatoriamente, quelli che partono dal 27 in poi che invece prevedono un passaggio di qualifica, a quella immediatamente superiore, generalizzato a tutti i livelli.
Il meccanismo di presentazione per cui questo emendamento sia stato portato in discussione come emendamento sul titolo, mentre gli altri sugli articoli successivi, ci porta ad affrontare in quest'aula una discussione a più riprese, anziché riportarla in un'unica logica.
Non so se sia possibile, questo lo chiedo alla Presidenza in merito all'ordine dei lavori, confrontare questi emendamenti tutti insieme e decidere e stabilire da una discussione generale su queste diverse impostazioni.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Fois Paolo. Ne ha facoltà.
FOIS PAOLO (Progr. Fed.). Grazie, Presidente, lei ha ricostruito fedelmente l'andamento dei lavori ieri pomeriggio, quindi mi risparmia di farlo a mia volta come era inizialmente mio proposito.
Volevo però sottolineare un aspetto, cioè che l'orientamento della Commissione di studiare le possibilità di elaborare un testo unificato dei due collegati era visto da chi vi parla con particolare favore, e credo che l'Aula nel suo complesso vedesse con favore questa operazione, perché non vi nascondo che ho cercato, leggendo i due collegati, di capire quale fosse la linea distintiva, i criteri presi in considerazione nell'elaborazione dei due documenti, che peraltro venivano da varie proposte di legge, e francamente continuo ad avere difficoltà a capire la differenza tra il primo e il secondo collegato.
Sappiamo, però, che la Commissione, dopo un esame della questione, è arrivata alla determinazione, che è stata portata a nostra conoscenza, che non era possibile procedere a una unificazione dei due testi. Quindi si è deciso, correttamente, che si sarebbe passati a discutere al passaggio agli articoli e quindi all'esame dei singoli articoli che erano stati inseriti nel primo collegato, nel 27 A).
Qui ci troviamo in presenza dell'emendamento che stiamo discutendo, che solleva perplessità sul piano del merito e sul piano della forma.
Sul piano del merito alcuni sono già intervenuti, altri interverranno; c'è il problema di situazioni che vengono sanate, ma di altre che, non venendo sanate con questa misura che riguarda appunto il personale che non ha usufruito della mobilità verticale, possono creare quei motivi di ingiustizia e di insoddisfazione che erano alla base della determinazione della Commissione di inserire una norma di questo tipo.
Ma, dicevo, non voglio parlare delle questioni di merito, voglio affrontare una questione delicatissima sul piano della forma, che è questa: noi abbiamo discusso del primo dei due collegati e abbiamo sentito la relazione del relatore e poi, mi sembra, un unico intervento da parte di un consigliere. Ma questo si è sviluppato sulla base di un testo avente determinate caratteristiche riguardanti determinate situazioni. Se scorriamo il provvedimento 27 A), è vero che nei vari atti che l'hanno composto c'è un riferimento generico "norme varie in materie di personale", però direi che quando si parla di reinserimento nella graduatoria, di esecuzione di giudicato, di personale dell'ERSAT, dell'EAF, personale distaccato, e così via, non c'è niente che permetta di vedere come nell'impianto di questo testo unificato si potesse considerare inclusa anche la materia dell'inquadramento del personale che non ha usufruito della mobilità verticale e più in generale di situazioni che erano maturate all'interno dell'Amministrazione regionale e che andavano sanate.
Questo è il problema di fondo. Noi abbiamo un Regolamento che prevede una discussione generale con il successivo passaggio agli articoli che poi preclude, dopo la decisione del passaggio agli articoli, l'inserimento di altri emendamenti.
Se la discussione generale ha un senso, occorre che il testo che risulta a seguito degli emendamenti non venga stravolto, perché altrimenti chi omette di intervenire in sede di discussione generale e di annunciare quella che è la sua valutazione del disegno di legge lo fa rebus sic stantibus, sulla base di un determinato documento, con determinate caratteristiche. Se poi un emendamento aggiunge una parte sostanziale, importante che stravolge la portata di un documento che io ho valutato dovesse avere un determinato contenuto, allora la discussione generale possiamo anche metterla in un cassetto, non ha più senso, quindi dobbiamo rivedere questo aspetto del Regolamento.
Quindi c'è un aspetto molto importante che risiede nel fatto che alcuni membri della Commissione hanno ritenuto di scegliere questo primo collegato come sede per affrontare la questione della mobilità verticale e non il secondo, perché non mi sembra che necessariamente dovesse essere quella la sede del primo collegato, anche perché se materie restano fuori dalla regolamentazione proposta con l'emendamento 43 è difficile poi che si possano recuperare situazioni simili negli emendamenti suscettibili di presentazione in sede del secondo collegato.
C'è naturalmente anche un'altra questione su cui penso che qualcuno interverrà, cioè con questo emendamento è stata fatta una scelta escludendo che determinate situazioni possano essere regolate, attraverso il ricorso alla contrattazione, ma si è preferito - è una soluzione che io non è che critichi in questa sede - il ricorso allo strumento legislativo. Ecco tutta una serie di elementi che sarebbero dovuti emergere dalla discussione generale e che ciascuno di noi avrebbe dovuto valutare per decidere se intervenire o meno nella discussione generale. Questo non è più possibile, la discussione generale si è chiusa, allora io ho notevoli perplessità perché si voti un emendamento che contravviene a quelle che sono le finalità alla base del nostro Regolamento interno e a un corretto andamento dei lavori.
Quindi, ritengo che sarebbe preferibile che i presentatori di questo emendamento lo ritirino, che venga ripresentato in sede di discussione del secondo collegato, non perché necessariamente il secondo collegato sia la sede più appropriata, ma perché in questo modo si renderebbe possibile quella discussione generale su questo punto che invece non è stato possibile sviluppare in relazione a un testo che lo escludeva totalmente.
Grazie per l'attenzione e spero che questa proposta possa formare oggetto di attenta considerazione.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S.d'Az). Signor Presidente, mi sembra che in discussione siano stati sollevati argomenti contro l'approvazione di questo emendamento che mi sembrano assolutamente infondati.
Iniziamo dall'ultimo dell'onorevole Fois. Il titolo della legge è: "Norme varie sul personale regionale". E' chiaro che è un titolo estremamente generico e racchiude una materia estremamente vasta, ma non si può dire assolutamente che l'emendamento 43 esca dalla materia del titolo. Fra l'altro, la questione delle qualifiche non è da oggi che viene sollevata per questo testo di legge. Io richiamo l'attenzione dell'Assemblea sull'emendamento 2 presentato il 30 settembre 1998, quindici giorni fa, che affronta il problema delle qualifiche, per cui l'argomento, almeno come emendamenti, è presente da quindici giorni. Chi voleva intervenire in discussione generale - a parte il fatto che il "43" è stato presentato prima della chiusura della discussione generale - aveva da 15 giorni un emendamento che trattava già questa materia, quindi sapeva bene che il problema sarebbe stato poi discusso. Se non c'è stata discussione generale, o almeno è stata estremamente limitata, deriva proprio dal fatto che è difficile rinvenire in questa proposta di legge una linea unica su cui discutere. E` una serie di provvedimenti staccati e parziali e tutti si sono riservati di parlarne sui singoli articoli e sui singoli emendamenti, era difficile fare una discussione generale su una proposta di legge che contempla un po' di tutto.
Seconda questione: "Copertura finanziaria". Bene da come è scritto l'articolo non è stabilito che questo articolo comporti maggiori spese. Sicuramente non ne comporta fino alla stipula del prossimo contratto e per il contratto il Consiglio deve deliberare quali sono i fondi a disposizione. Per cui, in effetti, dal totale stabilito per il rinnovo del contratto verranno detratte, da altri istituti contrattuali, le somme necessarie alla copertura di questa norma che è una norma contrattuale, e qua vengo all'obiezione del presidente Palomba. L'attuazione di questa legge, secondo le regole generali che sono racchiuse nel quarto comma del disegno di legge 101 approvato la settimana scorsa, sarebbero comunque norme derogabili dal primo contratto successivo, salvo che la legge dichiari espressamente il contrario in base ad interessi generali per l'organizzazione e l'azione amministrativa. Ora l'emendamento non solo non dichiara questo, ma rinvia alla concreta attuazione comunque al contratto. Il significato di questo emendamento è chiaro, che la Commissione e i presentatori hanno ritenuto che all'approvazione di un ordine del giorno nella prassi politica che si sta sviluppando in questa Assemblea non garantisca l'attuazione degli orientamenti del Consiglio in materia, per cui hanno ritenuto di dover, in un certo senso, pregiudicare gli sviluppi contrattuali stabilendo che il contratto - ovviamente il contratto poi può stabilire assolutamente in modo diverso - comunque parta da un indirizzo di volontà del Consiglio espresso in una norma legislativa. In questo senso l'emendamento numero 43 è un atto più politico che giuridico, perché considerato che non si danno neppure le retribuzioni superiori fino all'approvazione del contratto, chiaramente non comporta nessuna spesa e nessuna necessità di ripetizione ove il contratto non andasse nella direzione dell'emendamento numero 43. Per cui, è semplicemente l'esprimere una volontà del Consiglio in relazione alla futura contrattazione, volontà che con l'approvazione di un preciso articolo di legge ha chiaramente una valenza politica superiore all'approvazione di un ordine del giorno. In questo senso mi sembra che non sia assolutamente in contrasto anche per previsione espressa di legge, ricordo l'articolo 2 della "101", con il fatto che le disposizioni riguardanti le qualifiche sono normalmente adottate dal contratto perché questa legge sarebbe comunque derogabile dal contratto e comunque non ha effetti se non giuridici prima del contratto.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.
CUGINI (Progr. Fed). Ho seguito il dibattito che si è svolto anche ieri su questo tema e soprattutto le sottolineature che sono state fatte oggi. Per esperienza posso dire che è difficile poter risolvere i problemi di inquadramento del personale con un solo provvedimento. Allora noi dobbiamo cogliere come Aula, visto che l'emendamento viene proposto unanimemente dalla Commissione, i suggerimenti che vengono dati tenendo presente che c'è una volontà comune per costruire soluzioni positive e riprendere - questo lo dico per il relatore e per il Presidente della Commissione - sul "4" e "29" temi che sono aperti e che vanno portati a conclusione.
Per quanto riguarda il punto 4 che il collega Secci ha richiamato riferito alla copertura finanziaria, richiamo giusto perché pone all'attenzione dell'Aula il tema, io sono per l'interpretazione, perché così è scritto, che ha dato il collega Bonesu, sapendo che le risorse, se dovesse essere votato positivamente questo emendamento, andranno trovate successivamente tenendo presente che dei costi maturano dalla data che in questo provvedimento viene richiamata, ma verranno erogati successivamente in ragione di una disponibilità, di una provvista che deve essere garantita.
Mi permetto di suggerire ai colleghi della Commissione, è implicito nel punto 4, Presidente Selis, una sottolineatura che spiego brevemente. Si dice nell'ultima riga del comma 4: "Il personale reinquadrato ai sensi del presente articolo conserva il trattamento economico della qualifica di provenienza". Noi sappiamo per esperienza che non si tratta solo di trattamento economico, si tratta anche di mansioni che si svolgono all'interno della struttura e che, reinquadrando automaticamente il personale, buona parte delle mansioni, non tutte per verità, si rischia che non vengano svolte perché appunto il personale verrebbe inquadrato nelle mansioni superiori. Siamo ancora in regime pubblico, fossimo in regime privato con l'articolo 13 dello Statuto sarebbe stato risolto diversamente, allora aggiungo (dico questo per il relatore e il Presidente della Commissione) al punto 4: "Il personale reinquadrato ai sensi del presente articolo conserva le mansioni attualmente svolte e il trattamento economico della qualifica di provenienza", perché fotografa la situazione, nella qualifica quarta c'è buona parte del personale che svolge mansioni di qualifica superiore, è per questo che è stato proposto questo provvedimento, ed anche nelle altre qualifiche però c'è personale che svolge le mansioni della qualifica attuale. Allora noi non possiamo quindi stravolgere l'organizzazione del lavoro e dobbiamo proiettare in avanti assegnando alla contrattazione la soluzione definitiva. Quindi, se i colleghi della Commissione accolgono questo mio suggerimento, penso che siamo nello spirito della discussione che voi avete nella vostra autonomia svolto nella Commissione stessa.
Chiudo Presidente - anche questo lo dico ai colleghi della Commissione - con la sottolineatura riferita alla consapevolezza che deriva dalla discussione fatta che ci sono risposte ancora da dare e che, personalmente penso, che queste risposte, con lo stesso spirito dell'emendamento, possano essere date al prossimo appuntamento con lo spirito unitario che l'Aula ha manifestato sin qui.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Casu. Ne ha facoltà.
CASU (F.I.). Onorevole Presidente, per il momento ritengo di non essere in grado di esprimere un giudizio su questo emendamento né positivo né negativo. Credo che, almeno al livello di illustrazione dell'emendamento, oppure mediante l'intervento dell'Assessore competente, si precisi l'entità numerica anche delle persone che nei vari gradi vengono inquadrati nella qualifica superiore.
Per quanto riguarda poi l'aspetto finanziario credo di nutrire le stesse perplessità espresse dal collega Presidente della Commissione, onorevole Eliseo Secci. Non sono un esperto di diritto del lavoro, ma mi pare che quando si dice al comma 1: "E' reinquadrato nella qualifica immediatamente superiore con decorrenza giuridica dal primo gennaio 1998", questo comporti anche l'inquadramento sotto il profilo economico e non solo giuridico, sia una conseguenza dell'inquadramento giuridico anche l'inquadramento economico. Né convince il comma 4: "Fino a diversa disciplina che nei limiti delle risorse riservate alla contrattazione del bilancio regionale sarà definita dal primo contratto collettivo regionale, il personale inquadrato, ai sensi del presente articolo, conserva il trattamento economico della qualifica di provenienza", non mi pare né lecito, né opportuno. Un dipendente viene inquadrato in una qualifica superiore che comporta una maggiore remunerazione e lo si lascia fermo così come era nella qualifica precedente, non mi pare che un discorso del genere sia opportuno. D'altra parte per quanto riguarda l'aspetto della copertura finanziaria, credo che quando si approva una legge....
PRESIDENTE. Chiedo scusa onorevole Casu. Questa è una legge fondamentale, le cose di cui stiamo parlando sono delicate e segnano l'Amministrazione per oggi, per domani, e forse per lungo termine nel bene o nel male a seconda delle cose che faremo nei costi e nell'organizzazione. Credo che occorra il massimo di attenzione, è difficile anche per chi vuole seguire l'intervento seguire. Chi ha necessità di scambiarsi delle idee si accomodi fuori, ma gli altri che vogliono seguire devono essere messi in grado di seguire l'oratore che sta parlando.
CASU (F.I.). Anch'io sono convinto della delicatezza dell'argomento, ecco perché ho bisogno di chiarimenti da parte della Commissione e da parte dell'Assessore, perché voglio sapere con precisione se l'approvazione di questo emendamento ha delle ripercussioni finanziarie nel bilancio 1998, ma anche nel bilancio triennale; noi dobbiamo vedere il profilo finanziario del triennio, non solo del bilancio dell'anno in corso. Per quanto riguarda la prima parte, cioè numericamente quali sono i settori interessati e gli organici che potrebbero subire questo reinquadramento, da parte del Presidente della Commissione o relatore vorrei sapere se hanno studiato in modo approfondito l'aspetto economico per vedere se ci sono maggiori spese per la Regione, qual è l'entità di queste spese sia per l'anno 1998 che per il 1999 - 2000.
PRESIDENTE. Ha facoltà di parlare il consigliere Macciotta che l'aveva già chiesta prima, ma immagino che alla luce dell'intervento del consigliere Casu possa aggiungere qualcosa in sede di illustrazione.
MACCIOTTA (Gruppo Misto). Premetto che sto intervenendo non in qualità di relatore ma in qualità di consigliere e di membro della Commissione.
Fatto il mio dovere di relatore prima nell'esprimere il parere, vorrei precisare subito che a questo emendamento io sono contrario ed esprimerò il mio voto in questo senso così come ho fatto in Commissione.
Vorrei motivare questa decisione. La prima ragione è di carattere personale, è una situazione di essere coerenti con le posizioni che ho avuto modo di esprimere in Commissione ed anche in quest'Aula quando. per quanto riguarda la discussione del provvedimento esitato la settimana scorsa, del 22/101, ed anche nella discussione sui collegati e nella discussione che ha sotteso alla preparazione dell'ordine del giorno numero 1 che questa Assemblea ha approvato nella seduta di venerdì scorso.
Ma poco importa all'Aula il fattore di carattere personale e poco deve importante. Il fatto è che questa posizione nasce dal rilievo di una incoerenza, a mio avviso, dell'emendamento nel testo presentato in quanto, a differenza di qualche intervento che mi ha proceduto, io ho sempre ritenuto e ritengo che sia ben chiaro che alla contrattazione con i sindacati è riservato l'insieme dei rapporti di lavoro come dai sindacati stessi più volte è stato richiamato. In riferimento a questo principio di carattere generale, per quanto riguarda in particolare la nostra disciplina legislativa, può essere richiamato l'articolo 58 del 101 ma anche il comma 5 dell'articolo 2 a proposito dei contratti individuali di lavoro. Se così è, e io ritengo che così sia, un intervento legislativo che sottragga alla contrattazione modifiche del rapporto individuale di lavoro, quale il passaggio a qualifica superiore - qui mi riferisco all'intervento del collega Bonesu - non è che noi facciamo un intervento legislativo per affermare con più forza un indirizzo non soddisfatti di quello che già abbiamo approvato con l'ordine del giorno, per i motivi che il collega Bonesu ha esposto, ma che poi il contratto collettivo successivo in base al 101 può modificare, su questo sono d'accordo, ma non sono d'accordo quando le modifiche che introduciamo legislativamente sono di portata tale quale il passaggio a qualifica superiore che nessuna contrattazione successiva certamente può far tornare indietro. Quindi noi stiamo introducendo legislativamente delle modifiche a carattere permanente che nel momento in cui non diciamo che nessun contratto le può ignorare e modificare, di fatto nessun contratto può far tornare indietro una serie di persone che sono passate per legge ad una qualifica superiore e farle retrocedere contrattualmente ad una qualifica inferire. Sotto questo profilo, se il mio ragionamento fila, il provvedimento portato da questo emendamento mi sembra esposto a possibili fondate censure di legittimità. D'altronde nell'ottica della riserva alla contrattazione ritengo debba essere letta (e comunque questa era e resta la mia opinione) la norma approvata da questa Assemblea recata dall'articolo 76 del 101 quando recita che, nelle more del passaggio al nuovo ordinamento professionale, il personale dell'amministrazione e degli enti di qualifica non dirigenziale conserva fino alla data di entrata in vigore del primo contratto collettivo regionale la qualifica rivestita alla data di entrata in vigore della presente legge. Era sottinteso, almeno per la mia opinione, che la qualifica fosse quella attuale e non certamente una qualifica modificata all'ultimo momento, nelle more dell'entrata in vigore della legge.
In tale indirizzo coincide anche la norma recata dallo stesso comma 5 dell'articolo 2 del 101 che ho prima richiamato, secondo cui l'attribuzione di trattamenti economici può avvenire esclusivamente mediante contratti collettivi o alle condizioni da questi previsti mediante contratti individuale. E` ben vero che il quarto comma dell'emendamento stabilisce che il personale reinquadrato ai sensi dell'articolo proposto conserva il trattamento economico della qualifica di provenienza, sino a diversa disciplina definita dal primo contratto collettivo regionale, nei limiti delle risorse riservate alla contrattazione dal bilancio regionale. Ma si tratta soltanto, a mio avviso, di un elegante escamotage, poiché il contratto collettivo non potrà che prendere atto del passaggio a qualifica superiore attribuendo al personale interessato il trattamento economico che si stabilirà per tutto il personale in quel momento inquadrato in quella qualifica. Quindi questo significa che in realtà quel trattamento economico più favorevole rispetto alla situazione attuale sarà stato attribuito, di fatto, dal dispositivo legislativo e non da quello contrattuale, in chiara difformità rispetto alla legge.
A quest'ultimo proposito, richiamandomi ad interventi quali quelli dell'onorevole Secci e Casu che mi hanno preceduto, vorrei anch'io fare un inciso a proposito di problematiche di copertura finanziaria. E` vero che, come è stato già richiamato nell'intervento dell'onorevole Bonesu, apparentemente non sussistano problemi di copertura finanziaria attuali in base al disposto del comma 4 dell'emendamento proposto, ma sulla base del ragionamento che ho prima esposto dobbiamo dire che questo emendamento, condizionando di fatto il trattamento economico futuro di questo personale, che andrà a gravare sul bilancio 1999 o anni successivi, sovverte l'ordine naturale dei provvedimenti in base a precise disposizioni di legge, specificatamente relative al personale e al suo trattamento economico, provvedimenti che dicono chiaramente che prima si collocano in bilancio le risorse disponibili per il trattamento economico del personale, e poi si definisce l'entità del trattamento stesso e non viceversa, come avverrebbe se il mio ragionamento è coerente con l'emendamento proposto.
Il secondo aspetto di incongruità e di incoerenza dell'emendamento è quello relativo alla sua incongruità con il dispositivo dell'ordine del giorno che richiamavo prima, approvato dal Consiglio il 7 ottobre ultimo scorso, in cui chiaramente si demanda alla contrattazione il compito di soddisfare l'esigenza di dare una equilibrata risposta alle diverse e legittime aspettative di diverse categorie e diversi gruppi del personale, impegnando la Giunta ad attenersi in particolare nella formulazione degli indirizzi al comitato per la rappresentanza negoziale, al principio di sanare gli squilibri e le disparità di trattamento presenti nell'attuale inquadramento del personale, anche in conseguenza delle modalità di attivazione dell'istituto di mobilità verticale. Se mi è consentito, per capirci ancora meglio, da dove nascono queste aspettative, questa frustrazione e, in alcuni casi, queste richieste da parte di diverse categorie del personale? Si può fare una valutazione, che nella mia qualità di relatore ho cercato di fare, e dire che praticamente ci sono posizioni di disagio che nascono, appunto, da come è stato attuato il processo di mobilità verticale nel passato, per cause differenti, cioè non possesso effettivo da parte di questo personale di requisiti allora richiesti dalla legge, oppure di non aver fruito della mobilità per ritardato inquadramento per motivi burocratici nella qualifica inferiore, oppure non esserci allora la disponibilità di posti in organico che permettessero il passaggio. E` chiaro che se ragioniamo su questi aspetti, che le richieste pur legittime non possono contemplare la richiesta al legislatore di modificare ora per allora i requisiti o i termini, mettendo coloro che allora non li possedevano nella situazione come se li avessero effettivamente posseduti; questo è assolutamente un aborto giuridico.
C'è un'altra serie di richieste di disagi che nascono da altre problematiche, cioè quella della maggiore complessità che le funzioni svolte hanno assunto per il progresso tecnologico, mi riferisco al passaggio dalla macchina da scrivere al computer, mi riferisco al problema degli archivisti, con la complessità che questa funzione oggi comporta, mi riferisco anche alle nuove responsabilità che su alcune categorie di personale gravano, e ancora agli stessi archivisti, tanto per esemplificare, perché oggi si danno responsabilità in queste funzioni ben superiori a quelle del passato, quindi è chiaro che c'è tutta una serie di persone che oggi svolgono funzioni di fatto che non sono più quelle classiche del vecchio ordinamento per quella determinata qualifica. Infine c'è un'altra categoria di persone che hanno perso, nel passaggio da una qualifica all'altra, il profilo professionale rivestito nella qualifica inferiore. Tutto questo la Commissione se l'è approfondito e discusso e ha ritenuto, a torto o a ragione, che queste situazioni possano essere, almeno in gran parte, sanate nell'ambito della contrattazione, sua sede legittima per quello che ho detto anche prima. Riflettete un pochino: oggi passare con un provvedimento legislativo dalla settima all'ottava qualifica, ope legis, con la decorrenza giuridica che l'emendamento porta, cioè al primo gennaio 1998, perché c'è la previsione che il contratto per uniformarsi a contratti nazionali di altri comparti sarà un contratto quadriennale e non più triennale, quindi con decorrenza 1998 - 2001, se questo è giusto ditemi quale è la differenza tra il passare dalla settima all'ottava così, per un provvedimento ope legis, secondo me scorretto per quello che ho detto, e trovarsi colleghi della settima inquadrati automaticamente nell'ottava allorché, come previsione senz'altro realizzabile, ci sarà l'accorpamento delle qualifiche e la settima qualifica non vedo a quale qualifica possa accorparsi se non all'ottava o viceversa. Badate bene, con la decorrenza che avrà il contratto che scatterà dal primo gennaio 1998 agli effetti giuridici, cioè esattamente quello che oggi si vuol dare con questo provvedimento legislativo.
Per le altre considerazioni delle tipologie di insoddisfazione, di ingiustizie, di disagio, di disparità create in tutti questi anni, la via maestra, a prescindere dalla possibilità che rivivano percorsi di progresso in senso verticale, come sono contenuti nel contratto siglato per quanto riguardo il comparto degli enti locali, e questo lo stabilirà la sede contrattuale, c'è il problema della scalata, nell'ambito di una stessa qualifica da un livello ad un altro, a diversi livelli a cui corrispondono differenziati trattamenti economici. Allora, determinate posizioni si potranno correggere tenendo conto delle disparità, delle ingiustizie, del disagio del passato, in quella sede anche nell'attribuzione di livelli nell'ambito delle qualifiche accorpate e nell'attribuzione di più corretti e aggiornati profili professionali.
Questo ho voluto esemplificare e credo di aver motivato a sufficienza le ragioni della mia opposizione a questo emendamento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marco Tunis. Ne ha facoltà.
TUNIS MARCO (F.I.). Signor Presidente, colleghi consiglieri, signori rappresentanti della Giunta, inizio il mio intervento affermando che "il mondo è bello perché è variegato", e così pure sono le idee. Il collega che mi ha proceduto, uomo stimato per la sua professionalità, per la sua serietà, per l'impegno che mette qui all'interno del Consiglio regionale, ha tenuto una bella relazione, però era una relazione che andava fatta e conclusa nel momento in cui si discuteva il provvedimento di legge 101 e 22, perché in quella sede noi manifestammo alcune perplessità, la mia parte politica, il sottoscritto citò a esempio alcuni fatti clamorosi (dopo li riprendo), altri li denunciarono; costrinsero democraticamente i colleghi Bonesu, Cugini e lo stesso relatore a dire che i fatti che venivano denunciati dalla maggioranza e dall'opposizione contenevano elementi di serietà che, probabilmente, potevano essere risolti anziché con un'azione di forza e di votazione nel momento in cui si andava ad approvare i provvedimenti 101 e 22, hanno suggerito di rimandarli ai collegati cioè, signori miei, signori regionali che lamentate questi provvedimenti, delle vostre questioni ne parleremo dopo e troveremo una soluzione possibilmente unitaria, in modo che questa riforma della Regione possa iniziare nel migliore dei modi.
A queste indicazioni noi aderimmo ed io per primo decisi di portare un ulteriore contributo nella sede successiva. Orbene, se questo è un escamotage per poter varare il primo provvedimento, e poi il secondo una volta che arriva viene disatteso con svariati argomenti, significa menare il can per l'aia, cioè significa non affrontare l'argomento e lasciarlo cadere. Ricordo ai colleghi che mi stanno seguendo, e mi auguro che qualcuno mi segua, le aberrazioni che si sono verificate all'interno dell'Amministrazione regionale: sono stati trovati dei provvedimenti che non sono i migliori, ma comunque possono soddisfare le categorie dei funzionari e dei dirigenti, abbiamo fatto di più separando le due competenze amministrative e politiche, orbene si trattava di trovare una situazione di equilibrio all'interno dei dipendenti perché si sentissero tutti motivati di dare un loro contributo serio per la rinascita dall'apparato burocratico della Regione. Se noi non diamo un contributo per la soluzione di questi problemi partiamo handicappati, partiamo con una legge che non è completa, con una legge che ha soddisfatto determinate aspettate di alcune categorie e non ha soddisfatto altre che sono state frustate, e che se noi ci mettiamo un po' di impegno probabilmente si riusciamo. La mia intenzione e quella della mia parte politica è quella di trovare uno sforzo perché alla Regione si parta bene, con il piede giusto, si faccia in modo di avere un rinascita con i dipendenti motivati dal livello inferiore a quello superiore.
Noi abbiamo i collegati, sono stati presentati degli emendamenti che prendono atto, e qui devo dare atto al Presidente della Commissione prima di aver trasfuso quelle che erano le indicazioni che magari noi chiedevamo in una maniera totale, altri in un maniera più blanda però sono contenute, e questo emendamento numero 43 risolve parzialmente, non dico totalmente, ma almeno parzialmente quelle che sono le indicazioni che sono venute. Ce n'erano alcune che io voglio ricordare, non perché fossero senz'altro principali, ma solo per citarle, quelle del livello quarto che, ad un certo punto, fino a che non è arrivata una legge nazionale che imponeva l'assunzione dagli uffici di collocamento tutto poteva anche andare, ma nel momento in cui questi hanno affrontato un concorso e delle prove e rimarranno sempre chiusi nel loro alveo senza possibilità di crescita noi li stiamo rovinando. Il discorso del professor Macciotta è un discorso serio, è un discorso sui numeri, però non è un discorso che tiene conto di quelle che sono le vicende di una amministrazione regionale e di un ufficio pubblico. Probabilmente noi, come consiglieri regionali, risentiamo dell'attività che ci siamo portati appresso; in questa Assemblea statisticamente -ho fatto una analisi - la maggioranza dei consiglieri regionali viene dal mondo professionistico e dal mondo autonomo, cioè il mondo dei dipendenti è sconosciuto per la maggior parte: pochi conoscono cosa vuol dire orario di lavoro, pochi conoscono quelle che sono le regole precise che si chiedono ai dipendenti pubblici. Chi esercita una attività di medico, di amministratore, di assicuratore (senza volermene), chi esercita una attività autonoma non può capire in fondo quelli che sono questi piccoli atteggiamenti. L'uomo deve crescere nel lavoro; se l'uomo sa che non ha nessuna possibilità di crescita non dà il suo contributo. Quindi, nessuna offesa nei confronti dei colleghi, voglio dire che probabilmente occorre una maggiore corresponsabilizzazione e maggior sforzo per capire queste sfumature, perché come un chirurgo affronta un caso, vede che manca o deve essere curato e taglia, probabilmente occorre invece valutare di volta in volta le situazioni, non è solo quello dell'intervento a norma del capo decimo o del comma terzo o dell'articolo pinco pallino. A volte occorre valutare come hanno lavorato di dipendenti, come si sono trovati e cosa occorre fare per sanarli. Noi abbiamo un emendamento che parzialmente sana questi aspetti, non possiamo che dichiararci parzialmente soddisfatti, ma comunque soddisfatti perché risolve i problemi del livello quarto, risolve i problemi del livello cinque, risolve i problemi di coloro, non come dice il professore che non hanno titolo. Professore egregio, noi abbiamo avuto dipendenti che avevano il titolo di studio, che avevamo l'anzianità, ma soltanto perché sono arrivati tre giorni dopo non gli hanno potuto applicare la mobilità, e questa è secondo lei una situazione di diritto, o soltanto perché è una norma per effetto di un sentenza TAR che non ha consentito l'applicazione, poi invece la sentenza del TAR ha annullato quella, si può applicare e non gli si è applicata, e lei dice che comunque è bello che stiano così. Io professore, me lo consenta e mi rivolgo a tutti i colleghi, ritengo invece di valutare con attenzione questi casi; io credo più ad una Regione che lavori, che abbia voglia di andare avanti, che si dia una svolta perché così com'è, è impossibile, è un pessimo biglietto da visita nei confronti dell'utente, nei confronti di chi chiede delle provvidenze ed oggi ci sono 54 passaggi di firma, abbiamo l'appesantimento delle firme degli Assessori, abbiamo le lettere dei politici che scrivono agli utenti dicendogli che grazie ai loro meriti il provvedimento è arrivato a perfezionamento. Questo noi l'abbiamo fatto per migliorare quello che è il passato; facciamo in modo che si possa mettere se non tutti allo stesso livello di giuste rivendicazioni almeno parzialmente, per cui risolvendo parte di queste indicazioni, e vedendo anche che comunque è rimandata alla contrattazione che consente, qualora si verifichino le dotazioni finanziarie, di addivenire...
Concludo dicendo che abbiamo fatto una buona riforma e abbiamo cercato di portare delle novità adeguandoci ai principi nazionali, non li abbiamo recepiti totalmente, questa è la volontà della Commissione, contrari anche alcune parti politiche, contrario anche il sottoscritto, alcune norme della Bassanini, fondamentali per la pubblica amministrazione, non sono state applicate dalla Regione Sardegna, assumetevi la responsabilità.
Ai dipendenti, se è possibile, cerchiamo di venirgli incontro perché possano trovare quelle motivazioni per dare una svolta alla nostra vita amministrativa.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Ballero. Ne ha facoltà.
BALLERO (F.D.S - Progr. Sard.), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Presidente, colleghi, sarò breve, intervengo ovviamente nella mia qualità di consigliere perché su questo tema non credo che, ovviamente altri nella Giunta hanno la competenza per esprimere la posizione della Giunta. Intervengo perché per due anni ho portato avanti insieme a tanti colleghi i lavori in Commissione su questo argomento, poi per un anno ho seguito sempre l'attività della Commissione sul tema dell'attuazione della "421".
Vorrei che tutti quanti riflettessero sulle parole pesate, corrette, condivisibili, che ha espresso il relatore di questo provvedimento parlando a titolo personale, cioè l'onorevole Macciotta. Credo che il suo intervento sia totalmente condivisibile, quindi mi astengo dal ripeterlo per brevità. Voglio solo ricordare che l'ordine del giorno che è stato già approvato dall'Aula, a conclusione del lavoro egregio fatto in Commissione e in Aula sul disegno di legge 101 e 22, prevede un rinvio al contratto di questi inquadramenti e di queste situazioni di riparazione a ingiustizie.
PRESIDENTE. Mi trovo costretto a sospendere i lavori se andiamo avanti così. Questa non è una leggina, non è un emendamento qualunque. Sono state espresse valutazioni positive, negative, perplessità di legittimità, di bilancio, posizioni favorevoli, siamo chiamati fra poco a votare, sentiamo le opinioni di tutti perché prendiamo consapevolmente, ognuno per suo conto e per la parte che rappresenta, una posizione. Vi prego di prendere posto, in altri momenti su altri emendamenti e su altri provvedimenti si può avere anche un atteggiamento meno... su questo vi prego di seguire gli interventi e comunque di non disturbare.
BALLERO (F.D.S. - Progr. Sard.), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport. Presidente, condivido le sue osservazioni e credo che anche il mio intervento vada interpretato non come un intervento che voglia avere una valenza politica, ma come un intervento che voglia avere, perché questo vuole avere, una valenza tecnica perciò ho richiamato il mio precedente impegno su questo tema.
Credo che i provvedimenti che stiamo adottando siano molto delicati, ricordo che si era ipotizzata anche un'approvazione in sede redigente da parte della Commissione, e proprio per evitare che provvedimenti anche singolarmente condivisibili, inseriti in un meccanismo che è fatto da un complesso di norme, potessero determinare sconvolgimenti. Credo che una riflessione fondata sugli adattamenti che sono opportuni dopo l'approvazione del 101 e 22 sia importante ed utile, ma questo non può essere fatto con provvedimenti che anche se fossero condivisibili singolarmente bisogna capire quali effetti determina nel complesso del funzionamento dell'amministrazione. Voglio ricordare, per esempio, che tutti avevamo sostenuto l'utilità di un inquadramento automatico dei dirigenti per rendere possibile una partenza immediata della riforma, però nel modo in cui questo si è determinato, la conseguenza è che quell'altra valvola essenziale che era stata individuata a compensare un inquadramento automatico per anzianità, e cioè il concorso interno riservato, è di fatto ridotta ad una pura e quasi inesistente forma perché limitata a soli 16 posti su centinaia e centinaia di aventi diritto, tutte queste situazioni bisogna vederle nel loro complesso.
Credo che su questo punto di vista, dopo le motivazioni di merito portate dall'onorevole Macciotta, le considerazioni fatte dall'onorevole Fois che erano quelle che la Commissione possa rivedere in maniera organica in sede di 429, tutti questi provvedimenti di riassetto, sia la soluzione migliore, anche perché ricordo che l'ordine del giorno approvato rinvia al contratto molte di queste questioni, e il contratto, ricordiamolo, dovrà determinare un ordinamento professionale fatto non più su otto fasce ma su quattro, quindi gli spostamenti all'interno di queste fasce influiscono in maniera condizionante sul nuovo livello di inquadramenti che invece può essere fatto in sede contrattuale, tanto è vero che si dice che il contratto potrà modificare le situazioni che oggi precostituiamo con un provvedimento legislativo.
Voglio concludere, ripeto, richiamando nel merito ancora una volta l'intervento dell'onorevole Macciotta sul fatto che i problemi posti dal Presidente della Commissione Terza sono problemi, secondo me, seri che credo che l'ufficio dovrebbe valutare dal punto di vista tecnico perché, in questo modo, si sta determinando una variazione nel bilancio pluriennale indeterminata nel quantum, perché si determina una situazione di impegno da parte della Regione a stanziare somme indeterminate per coprire le disponibilità che sono necessarie con il contratto per riconoscere questi livelli retributivi che cambiano. Così come, ma questo è un altro profilo, non credo che sia ammissibile dire che persone passate per esempio dalla quarta alla quinta qualifica funzionale operano assieme ad altri colleghi con una diversità di stipendio fino a quando interverrà il contratto. Anche questa credo che sia una situazione di illegittimità che determina forse la non accoglibilità e la non promulgazione del provvedimento.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Sanna Salvatore. Ne ha facoltà.
SANNA SALVATORE (Progr. Fed.). Signor Presidente, l'intervento fatto dal collega Macciotta nella sua qualità di consigliere regionale e di membro della Commissione Prima, è la dimostrazione più chiara e lampante, se ve ne fosse stato bisogno, di come ha lavorato la Commissione; in maniera unitaria, abbiamo detto già in altre occasioni, in maniera non chiusa, non arroccata al proprio interno, io aggiungo in maniera laica. All'interno della Commissione ogni membro della Commissione ha espresso la propria posizione in piena libertà e la Commissione non ha posto, anche su questioni rilevanti come quella che stiamo discutendo in questo momento, o imposto a propri membri posizioni precostituite. Però, Presidente, occorre che qui ci poniamo alcune domande sul perché, per esempio, questo emendamento si è reso necessario. Mi meraviglia che alcuni colleghi caschino oggi dalla nuvole di fronte a questo emendamento, io inviterei quei colleghi e gli altri colleghi ad andare a rileggersi gli emendamenti presentati sulla 22/101 sullo stesso argomento e di portata ben più rilevante. La mia domanda è: dove erano questi colleghi? Abbiamo superato quegli emendamenti con l'espressione di una volontà politica collegiale dell'Aula, senza distinzioni, abbiamo detto cioè, quando i Capigruppo dell'Aula hanno presentato emendamenti che andavano nella direzione di questo emendamento abbiamo detto e deciso assieme di ritirare quegli emendamenti dalla 22/101, perché quella è una legge di principi, e cerchiamo di risolvere organicamente per quanto possibile problemi grossi, aperti da una gestione decennale, non sempre attenta e puntuale, di processi delicatissimi come quello della mobilità verticale. Problema che ha scatenato sulla 22/101 e sui collegati, tutta la ridda di emendamenti che io invito l'Aula a rileggere con attenzione.
Il corpo principale degli emendamenti presentati a questi tre provvedimenti partono sempre da un problema irrisolto di mobilità verticale. Allora occorre interrogarsi rapidamente su chi comunque ha determinato questo stato di cose senza distinzione di ruoli, Presidente, perché qui a mio avviso (è una mia opinione personale e me ne assumo tutta la responsabilità) le responsabilità vanno ripartite equamente e sui livelli istituzionali, così come sulle rappresentanze sindacali. Allora tutti ci dobbiamo interrogare, non solo le istituzioni, anche i sindacati dovrebbero porsi qualche domanda, se oggi la maggior parte dei dipendenti che hanno questi problemi non credono ad un ordine del giorno approvato dal Consiglio regionale, chiedono per avere una certa garanzia una risposta sul piano legislativo perché, detto con molta chiarezza, non si fidano né del livello istituzionale né delle rappresentanze sindacali. Negare questo significa nascondersi dietro ad un dito. Allora è da qui che siamo partiti con i nostri ragionamenti, con la necessità che tutti riacquistino una credibilità, certamente le istituzioni, e stiamo cercando di farlo, ed anche il dibattito che si sta sviluppando stamattina secondo me va in questa direzione, e in questo senso è un dibattito positivo. Ma altrettanto dovrebbero fare anche altre rappresentanze sociali che debbono, necessariamente, avere un ruolo fondamentale nella gestione di questo rapporto. Allora, l'altra domanda è questa: è più opportuno cercare, partendo da questi presupposti, di dare una risposta a chi da dieci anni, dal 1989, non ha più avuto la possibilità di uno scorrimento perché tutto è stato bloccato, e quindi cercare di dare una qualche risposta che faccia partire la contrattazione da un livello più perequato rispetto alle sperequazioni attuali. E' questo il senso del nostro emendamento, oppure dare risposte frazionate, singole? Invito i colleghi ad andare a leggere gli emendamenti che sono contenuti anche su questa proposta di legge, li vedremo successivamente. E sono emendamenti, collega Casu, che anche la sua parte politica ha presentato, naturalmente questo non è un appunto che sto muovendo perché parte sempre dalla stessa esigenza, la differenza però è che davvero nell'emendamento 43 non vi è carico economico, mentre invece se andiamo a leggere gli emendamenti presentati da altri colleghi che prevedono il passaggio dalla quarta alla quinta, dalla quinta alla sesta, dalla sesta alla settima e così via, non precisano quanto abbiamo precisato noi, quindi se ne deduce che sostanzialmente comportano anche un carico economico immediato. Queste sono le questioni che abbiamo davanti. Noi in Commissione non abbiamo avuto la pretesa venendo in Aula con questo emendamento di considerare chiuso e risolto il problema, noi riteniamo che per tutte le ragioni che ho esposto questa fosse una strada possibile. Il problema è un problema politico. Io non faccio barricate su queste cose, questi problemi ci sono, questi problemi sono presenti, a questi problemi occorre dare una risposta, poi il fatto che manchi la credibilità è un problema vero, reale, concreto. Una risposta va data, e badate io non vorrei che l'Aula decida nella sua piena e totale autonomia di non accogliere questo emendamento e poi magari passi qualche altro emendamento sempre dello stesso contenuto, magari per singole fasce e a voto segreto, che di fatto vanificherebbe il meraviglioso intervento del professor Macciotta che, per altri aspetti, e lui lo sa, anch'io condivido pienamente. O c'è una totale assunzione di responsabilità da parte di tutte le forze politiche presenti in Aula nell'individuare una linea e nell'impegnarsi conseguentemente a trovare queste soluzioni o se no colleghi il livello di credibilità complessiva della nostra Istituzione subirà un ulteriore colpo che difficilmente poi potrà essere in qualche modo tamponato.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Marteddu. Ne ha facoltà.
MARTEDDU (Popolari). Non so se in Consiglio regionale possiamo essere divisi in due categorie, la categoria dei tecnici e la categoria dei politici. Credo che questa distinzione sia molto eterea e superficiale, e che la sostanza della nostra presenza qui è che dobbiamo avere la capacità politica di rappresentare le situazioni che abbiamo davanti, di rappresentarle a noi stessi con il massimo della chiarezza, di cogliere la storia, anche la piccola storia della nostra Regione, di capire i flussi, i movimenti, di tradurre queste convinzioni nelle scelte che dobbiamo fare, assumendoci chiaramente ed esplicitamente le nostre responsabilità. Di quello che facciamo oggi noi siamo chiamati a rispondere, non di quello che è stato fatto ieri e di quello che faranno nel futuro, noi oggi dobbiamo rispondere di quello che riusciamo ad interpretare della storia della nostra Regione, certo consapevoli che stiamo gettando le basi, per i prossimi anni, di quello che sarà la macchina dell'Amministrazione regionale.
Ricordo che l'ultima legge organica di riforma del personale mi pare che dati circa 20 anni, quindi stiamo sempre ragionando - e qui condivido le preoccupazioni del Presidente del Consiglio - con una prospettiva pluridecennale, e forse oggi anche di più. Ma questa preoccupazione non l'abbiamo solo stamattina, l'abbiamo avuta in questi mesi, in queste settimane, in questi anni, e siamo approdati a delle scelte e a delle decisioni non frequentando corsi di formazione tecnica o di formazione sindacale, ma svolgendo il ruolo per cui siamo chiamati in Consiglio regionale, il ruolo politico di comprensione delle cose che dobbiamo fare. Dico che subito che questo emendamento non è sconvolgente, non sconvolge l'ordinamento regionale. La rappresentazione drammatica e traumatica di un emendamento come questo non mi convince, non è convincente, anzi la leggo come un tentativo in qualche modo di convincere la Sardegna, i sardi, il Consiglio regionale, che esiste un doppio piano, un doppio binario, un doppio modo di condurre l'attività legislativa e l'attività politica. Da una parte un piano qualificato, alto, di svolgere l'attività politica, di interpretare i fenomeni della Sardegna, di compiere le scelte, e dall'altro, subito dopo, una sorta di retrocucina dove si cucinano le minestre con gli ingredienti più vari e più disparati. Da una parte il 101, la legge generale di indirizzi e principi, dall'altra i collegati come una sorta di minestrone dentro il quale ci vanno gli ingredienti più nascosti, gli istinti più nascosti della politica e più bassi. Io non leggo così questa vicenda. Non solo non la leggo ma la respingo fermamente perché è falsata, non fa giustizia del pensiero, dell'azione e della volontà che è stata espressa in questi mesi. La prima riflessione che faccio è che il 101 ha portato questa Regione (ed è stato approvato dal Consiglio) oltre l'ostacolo, ha segnato due momenti fondamentali della nostra volontà di riformare la macchina: la separazione della funzione della politica dalle funzioni amministrative, e quanto su questo si è discusso, quanta letteratura c'è stata su questa materia, quanto abbiamo discusso sui poteri della Giunta, degli assessori, degli assessorati, della politica, sulla commistione fra amministrazione e politica, quanto abbiamo scritto e detto in questi decenni. Noi abbiamo fatto un'operazione forse in ritardo, forse dentro la strada stretta indicataci dalla legislazione nazionale ma l'abbiamo fatto, la separazione tra azione della politica ed azione amministrativa, abbiamo introdotto il principio di responsabilità. E' chiaro che poi le riforme non sono il Vangelo, non sono il Corano, sono pratica, sono prassi, camminano con le gambe degli uomini, camminano nell'attività quotidiana della conduzione della macchina amministrativa, quella riforma aspetta il momento, ci aspetta al varco, aspetta la capacità della politica regionale, della macchina regionale, dei dipendenti regionali, ci aspetta tutti al varco per determinare, definire e capire se siamo capaci di renderla praticabile ed attuarla.
Il collega onorevole Macciotta, che in queste settimane e mesi è stato, anche per uno come me, più giovane di esperienza e forse con visione diverse della vita politica, della politica in generale, forse provenendo anche da esperienze sociali diverse, un punto di riferimento. L'ho seguito sempre, l'ho visto puntuale, determinato, puntiglioso, corretto nel capire le ragioni degli altri, nel capire, non da tecnico, nel capire le ragioni della politica. Noi abbiamo rispettato molto le sue riflessioni puntuali anche stamattina e anche in Commissione, come lui ha rispettato e rappresentato, con molta puntualità e correttezza le nostre determinazioni e riflessioni.
Il secondo punto è che noi oggi non stiamo scrivendo la storia della Regione, la prospettiva di questa Regione su una pagina bianca, non stiamo giocando su un tavolo libero, sgombro, non stiamo mettendo pedine sulla base delle nostre convinzioni oggi di come la macchina regionale deve essere costruita, quella pagina è già scritta, è abbondantemente scritta. E' scritta a salti, è scritta con scrittura spesso criptica, con caratteri arabi o cirillici, è scritta con tutta la cultura della politica dell'amministrazione, nel bene e nel male, di questi ultimi trent'anni. Noi stiamo intervenendo, con mano credo anche soffice e lieve, a correggere quello che è possibile correggere oggi, quello che la nostra capacità di interpretazione dei fenomeni ci consente oggi; stiamo intervenendo a correggere perché siamo convinti che riassestando in qualche modo, rimettendo un po' in ordine possiamo da lì ripartire, perché la grande riforma che abbiamo approvato la settimana scorsa deve essere valorizzata, sottolineata e non sminuita perché quella riforma possa essere attuata. Il nostro è solo un tentativo molto lieve e flessibile di rimettere un po' in ordine, onorevole Assessore, le cose che noi non abbiamo scritto, che io non ho scritto e non ho mai partecipato a scrivere ma che altri hanno scritto in questi decenni.
Terza riflessione: è chiaro che non mi sfugge, credo che a nessuna sfugga, che c'è una profonda crisi del sistema in Sardegna, che la politica talvolta è ancora piegata sui particolarismi, è ancora spinta a piegarsi sui particolarismi, la spinta non è a liberarla, a farla volare in alto, a fargli fare progetti generali, la spinta è a piegarsi ancora sui particolarismi, e quindi stenta ad alzare lo sguardo oltre l'orizzonte del contingente, del vicinato, e c'è una fatica del corpo a corpo con questi particolarismi. Noi stiamo tentando di liberarcene, tentiamo di guardare oltre, tentiamo con fatica e leggiamo, vediamo e constatiamo che c'è una fatica forte per fare questo. Ma c'è un altro elemento speculare, lo diceva poc'anzi il Presidente della Commissione Onorevole Sanna, c'è un crisi evidente, fortissima delle rappresentanze sociali, della rappresentanza sindacale in questo caso, il sindacato dei lavoratori, ma credo che sia delle rappresentanze sociali in genere.
C'è una crisi evidente, chiara, esplicita che riversa sulla politica tensioni, esigenze, diritti negati forse, che la rappresentanza sociale diretta avrebbe dovuto rappresentare in qualche modo e difendere. Anche questo è un punto di profonda riflessione. Noi non abbiamo alcun interesse ad agevolare, a sollecitare la perdita di credibilità delle rappresentanze sociali; non abbiamo alcun interesse a rendere nuda la politica di fronte alla spinta fortissima dei particolarismi. Noi abbiamo interesse perché i corpi intermedi della Sardegna, le rappresentanze sociali e sindacali ritrovino una loro funzione forte, una loro funzione autentica di rappresentanza dei diritti negati, di rappresentanza diretta dei diritti negati, ed anche oggi su questo siamo attestati. Questa è la nostra trincea, questa è la nostra linea Maginot.
Riteniamo che l'emendamento 43, per quello che rappresenta, non esce fuori da queste convinzioni, è dentro questo convinzioni e come tale noi l'abbiamo condiviso, abbiamo partecipato a stenderlo e a comporlo. Come tale lo condividiamo e penso che come tale il Gruppo dei Popolari lo voterà.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Biggio. Ne ha facoltà.
BIGGIO (A.N.). Presidente e colleghi, intervenire dopo i chiarimenti offerti e proposti all'Aula e le precisioni dei colleghi che mi hanno preceduto non è facile, tuttavia devo fare una riflessione. Il mio approccio a questo emendamento è stato di un certo distacco inizialmente, per una serie di valutazioni di carattere personale per cui, pur avendo in parte sostenuto alcuni aspetti e contenuti di questo emendamento in discussione, non ho inteso apporre la firma sull'emendamento stesso.
Alla luce di quanto è emerso, cioè che ancora non ci siamo liberati degli spiriti della vecchia Repubblica, della prima Repubblica, non ci siamo liberati molti di noi qui dentro, e anche fuori, da certi tipi di influenze, da certi modi di fare politica, ho valutato l'opportunità di sostenere strenuamente questo emendamento. Non è nato a caso, non è nato di corsa, non è nato precipitosamente per soddisfare questa o quella richiesta quasi fotografica di cui siamo pieni qui, questo fascio di emendamenti, fotografie, provvedimenti e interventi fotografie.
E` nato, come è stato precisato, dopo serie, attente riflessioni e impegni presi in quest'aula alla chiusura del 101, richiesti in quest'aula, interpretati, raccolti e mediati dalla Commissione. Però ancora, evidentemente, qualcuno non ha trovato il suo quadretto e la sua fotografia.
Non mi dilungo oltre, credo di poter affermare che il lavoro della Commissione e il lavoro di questo Consiglio, che inizia con questi provvedimenti a fare un po' di chiarezza in questa giungla che questa legislatura si è trovata nel settore dell'amministrazione del personale. La strada potrà essere compiuta e terminata quando cesseranno quegli spettacoli indegni a cui la Commissione ha dovuto assistere e di cui è stata vittima, spesso impossibilitata a lavorare con serenità.
Comprendiamo, e bene ha espresso il concetto l'onorevole Marteddu, le preoccupazioni di coloro i quali avevano e hanno delle aspettative perché sono state fatte promesse, sono stati presi impegni, ma non comprendiamo che si possa continuare così, non comprendiamo che non si debba cambiare; non comprendiamo che non si prenda coscienza della nostra scarsità di risorse, non si prenda coscienza dell'esigenza di portare finalmente a sintesi questo preciso indegno perché tutti quanti facciano la loro parte e tutti quanti concorrano a una ripresa, a una ricrescita e rinascita della Sardegna.
PRESIDENTE. E` iscritto a parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Signor Presidente, intervengo solo per sollecitare, se è possibile, un chiarimento, chiarimento ovviamente politico, perché noi già da qualche settimana stiamo affrontando il problema della riforma della nostra burocrazia regionale, e abbiamo assistito ad una posizione, quella della Giunta, che si è dimostrata in diverse occasioni, e sottolineo occasioni importanti, situazioni non di scarso rilievo, nelle quali la Giunta è risultata soccombente, e anche oggi si ripresenta esattamente la stessa situazione. Il problema non è di scarsa importanza, come forse lo possono interpretare l'assessore Loddo o il presidente Palomba, anche sul piano del rapporti tra Giunta e Consiglio regionale e sul piano della credibilità della stessa Giunta regionale.
Ancora oggi, su questo emendamento, si profila una contrapposizione netta tra ciò che la Giunta ha già dichiarato sostenere e ciò che invece emerge nella chiarezza delle posizioni quali espresse da tutti i relatori che mi hanno preceduto. E se è possibile aggiungo ancora che se all'interno anche dei diversi Gruppi consiliari si possa manifestare legittimamente una divergenza e una diversità di opinioni, questo non lo si può consentire da parte della Giunta regionale che è seduta in quei banchi perché ha la legittimazione e il sostegno di almeno una parte politica. E allora chiedo al presidente Palomba se su questo emendamento non pensa che si possa giocare la fiducia stessa della Giunta, perché se è vero che nel nostro ordinamento regionale non esistono strumenti per così dire sanzionatori, che consentano alla Giunta regionale di tornarsene a casa dopo una sonora bocciatura, noi Gruppo di Forza Italia poniamo il problema sotto il profilo politico: una bocciatura della Giunta su questo emendamento dovrebbe determinare immediatamente le dimissioni non solo dell'Assessore, ma della stessa Giunta. Lo diciamo con serenità perché noi vogliamo ripristinare la democrazia all'interno di questa istituzione, la democrazia che è ogni giorno vilipesa dall'arroccamento al potere da parte del nostro Governo regionale.
In materia di riforme - ed ecco quale è il secondo aspetto che voglio brevemente tratteggiare - se si arriva a una situazione che sta creando grave disagio fra chi sta dietro noi e ci ascolta, perché ci sono anche categorie discriminate, perché il rischio è di fare non una riforma seria ma una riforma pasticciata, e noi già inizialmente avevamo paventato quello che poi oggi sta succedendo, è perché la Giunta regionale è debole, non ha un progetto di riforma, perché la riforma che è venuta fuori è il frutto solo del buon senso e dell'intesa dei partiti politici presenti nella Prima Commissione ma non della Giunta regionale, e non esiste in nessun ordinamento democratico, non esiste in nessuna ipotesi di governo che una riforma pervenga in un'Aula, in un'Assemblea senza che abbia l'imprimatur della Giunta che ha la responsabilità di governo. E` un fatto anomalo, è un fatto che solo nella nostra regione purtroppo noi registriamo.
Presidente Palomba, ecco perché allora dico che di questa situazione bisogna trarne le conseguenze, perché noi non possiamo rimanere come consiglieri regionali, come rappresentanti di Gruppi assediati ogni giorno e dai lavoratori che stanno fuori dal palazzo, e dai dipendenti regionali che giustamente vengono a scaricare qui tutto il peso delle loro giuste e legittime anche sofferenze, soprattutto di quelle che categorie che si sentono discriminate; allora una Giunta regionale dignitosa, una Giunta regionale autorevole, una Giunta regionale che assume fino non fondo la responsabilità di scegliere perché la politica seria poi si confronta anche con la capacità di scegliere e di fare delle scelte sapendo che spesso anche le scelte possono essere impopolari, ma un Governo si caratterizza e l'autorevolezza di un Governo si identifica, tra le tante, ma con questa principale caratteristica che è assumersi la responsabilità delle scelte, di fronte a tutto questo la Giunta è stata totalmente assente. E' un problema che noi non sottovalutiamo ed ancora insisteremo all'esito del voto anche di questo emendamento a chiedere al presidente Palomba ed all'Assessore competente ad assumere atteggiamenti conseguenti su quello che è l'esito del voto. Non rifugiatevi, perché poi le alchimie politiche lasciamole a Prodi - poi è successo quello che anche voi conoscete - lasciatele a Roma, in Sardegna ripristiniamo un minimo di decenza istituzionale.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare l'Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione.
LODDO (Gruppo Misto), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Il presidente Palomba ha già espresso la posizione della Giunta, non posso aggiungere altro se non condividerla.
Intervengo solo per un dovere di cortesia nei confronti del consigliere Casu il quale chiedeva quante persone sarebbero eventualmente interessate da questo provvedimento e che costi avrebbe. Questo provvedimento interesserebbe circa 700 dipendenti regionali, cioè un dipendente su sei dell'amministrazione regionale e avrebbe un costo complessivo che si aggira intorno ai 5 miliardi. Parlo di costo complessivo anche perché, benché nell'emendamento si dica che non ci sono costi, mi corre il dovere di precisare a quest'Aula che vi sono sentenze del Consiglio di Stato che stabiliscono che non può essere differito il trattamento economico una volta riconosciuto il trattamento giuridico e che pertanto questo trattamento economico avrà decorrenza dal primo gennaio 1998 indipendentemente da quello che stabilisce la legge. Questo dovevo all'Aula e questo dico.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare sull'ordine dei lavori il consigliere Casu. Ne ha facoltà.
CASU (F.I.). Intervengo sull'ordine dei lavori: ritengo che sia necessario, alla luce di quanto chiarito dall'Assessore, apportare la modifica nell'emendamento per la copertura finanziaria.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S. d'Az.). Presidente, quest'intervento dell'Assessore e dell'onorevole Casu, mi sembra completamente fuorviante la discussione, perché siccome la decorrenza giuridica è la stessa economica del nuovo contratto, chiaramente, gli oneri non possono essere determinati né in una lira né in 5 miliardi, perché non sappiamo come sarà il nuovo contratto.
Quindi, il nuovo onere non è assolutamente quantificabile, perché la quantificazione avverrà da parte del Consiglio nel finanziamento complessivo per il rinnovo contrattuale. Mi sembra che si stia esagerando veramente nel cercare di carpire la buona fede del Consiglio.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Cugini. Ne ha facoltà.
CUGINI (Progr. Fed.). Presidente, io ho già espresso il mio concetto su questo punto, quindi utilizzerò solo 30 secondi: ho detto che occorrerà prevedere dopo il rinnovo del contratto, una prevista finanziaria sufficiente all'inquadramento che deriverà dalla contrattazione.
In questa fase non ci sono oneri aggiuntivi, anche se il lavoratore inquadrato maturerà, per il futuro, parte di nuove competenze contrattuali.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bertolotti. Ne ha facoltà.
BERTOLOTTI (F.I.). Signor Presidente, a nome del Gruppo di Forza Italia, chiediamo la votazione a scrutinio segreto, precisando che i componenti del Gruppo sono liberi di votare secondo coscienza sull'emendamento.
PRESIDENTE. E` stata chiesta la votazione a scrutinio segreto.
Onorevole Bertolotti, lo dico per una chiarezza procedurale: la votazione a scrutinio segreto è stata chiesta sull'emendamento numero 43, però, prima devo mettere in votazione il titolo sul quale non c'erano problemi.
Metto in votazione il Titolo. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Non ho ancora aperto la votazione, perché stiamo aspettando qualche collega che è andato a prendere la tessera. Essendo la prima votazione, ho consentito un minuto a chi dovesse andare a recuperare la tessera dal suo studio.
Nel frattempo ne approfitto per due precisazioni, l'ho fatto durante il dibattito, ma credo che voi abbiate presente l'importanza dell'argomento. Sono stati espressi, credo con un dibattito importante, di grande sensibilità e di grande responsabilità, i motivi a favore, le perplessità di carattere legislativo e di carattere finanziario, ed i motivi a favore. Mi sembra che il dibattito di questa mattina sia stato un fatto di qualità politica. Ognuno ha detto le proprie cose. Mi sembra che sia stato - devo dirlo - esemplare nel rispetto delle idee reciproche. Do atto al Consiglio di questo e la seconda precisazione riguarda questo. Noi oggi voteremo questo argomento, questo provvedimento, ne abbiamo a seguire un secondo che è sulla stessa materia del personale, ma è un provvedimento - questo non lo dico a caso, lo sto dicendo a ragion veduta - distinto, riguarda la stessa materia, ma è un provvedimento distinto. La distinzione deriva dal fatto che la Commissione ha tentato un accorpamento e poi li ha tenuti distinti, e la distinzione deriva anche dal fatto che faremo due dibattiti generali distinti e due iter diversi.
Per cui, i provvedimenti sono distinti ma attengono alla stessa materia. E` compito, è responsabilità dei colleghi che presentano emendamenti sul provvedimento successivo, tener conto che abbiamo avuto un dibattito e una serie di emendamenti sul primo e, quindi, tener conto di un quadro regolamentare preciso.
Per questo motivo, gli emendamenti che mi pervengono, e che pervengono agli uffici, li stiamo accogliendo con un esame formale, ma mi riservo un esame sostanziale che non posso fare nel corso dei lavori di questo, proprio perché stiamo seguendo questo iter, e perché stiamo seguendo questo provvedimento. Per cui, c'è l'esigenza di recepirli, di duplicarli eccetera, ma anche di vederli poi nella sostanza.
Terza considerazione, ha ragione l'onorevole Cugini, che mi ricorda che lui aveva fatto la proposta di un emendamento orale all'ultima riga del testo dell'emendamento e del comma 4, che recita così: "Sarà definito dal primo contratto collettivo regionale il personale reinquadrato, ai sensi del presente articolo, - l'attuale testo dice - conserva il trattamento economico della qualifica di provenienza".
L'emendamento orale che il consigliere Cugini propone è questo: "Conserva le mansioni attualmente svolte e il trattamento economico della qualifica di provenienza".
Questo veniva motivato dal fatto di non creare scompensi nell'organizzazione del lavoro e, quindi, dare tempo e condizioni all'amministrazione per riorganizzare il lavoro a seconda di questa mobilità.
Quindi, vi chiedo formalmente se voi accogliete la proposta del collega Cugini, cioè di inserire tra la parola "conserva" e la parola "il trattamento" le espressioni "Le mansioni attualmente svolte".
Se non ci sono opposizioni l'emendamento del consigliere Cugini è accolto come emendamento, naturalmente va votato con tutto il testo dell'articolo 43.
Votazione a scrutinio segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico dell'emendamento numero 43 al titolo.
Risultato della votazione
Presidente. Proclamo il risultato della votazione:
Presenti 70
Votanti 69
Astenuti 1
Maggioranza 35
Favorevoli 46
Contrari 23
(Il Consiglio approva)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - ARESU - BALIA - BALLERO - BALLETTO - BERRIA - BERTOLOTTI - BIANCAREDDU - BIGGIO - BOERO - BONESU - BUSONERA - CADONI - CASU - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEGORTES - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA -FADDA - FALCONI - FANTOLA - FLORIS - FOIS Paolo - FRAU - GHIRRA - GIAGU - GIORDO - GRANARA - LA ROSA - LADU - LIORI - LIPPI - LOCCI - LODDO - LOMBARDO - LORENZONI - MACCIOTTA - MANCHINU - MANUNZA - MARRACINI - MARROCU - MARTEDDU - MONTIS - MURGIA - OBINO - ONIDA - OPPIA - PALOMBA - PETRINI - PITTALIS - RANDACCIO - SANNA Giacomo - SANNA NIVOLI - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - SECCI - SERRENTI - TUNIS Gianfranco - TUNIS Marco - USAI Edoardo - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.
Si è astenuto: il Presidente SELIS.)
Si dia lettura dell'articolo 1
Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). A costo di sembrare anche noioso, io non mi stancherò di rivolgermi verso i banchi della Giunta, verso il Presidente Palomba e l'Assessore Loddo. Assessore Loddo, in democrazia questi fatti hanno e debbono avere un significato.
Una bocciatura sonora, come quella che si registra questa mattina su un provvedimento importante, su un provvedimento fortemente avversato dal Presidente Palomba e dall'Assessore competente, non potrebbe che determinare immediatamente le dimissioni di questo governo. Noi le chiediamo, le sollecitiamo...
Non si stanchi, Assessore Loddo! Ecco, faccia così, perché se lei desse le dimissioni, farebbe un gesto... Ma, non le finte dimissioni a cui lei Assessore è abituato, ma le vere dimissioni! Perché la Sardegna non può essere ancora governata! Questo è il governo dei saltimbanchi, lo possiamo dire a voce alta.
PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE ZUCCA
LODDO (G.D.R.I. e Ind.), Assessore degli affari generali, personale e riforma della Regione. Le stavo scrivendo, adesso non le scrivo più!
PRESIDENTE. Si dia lettura dell'articolo 1.
DEMONTIS, Segretario:
Art. 1
Reinserimento nelle graduatorie in esecuzione di giudicato
1. Qualora, in esecuzione di giudicato, l'Amministrazione regionale disponga il reinserimento nelle graduatorie di cui alla legge regionale 5 giugno 1989, n. 24, di dipendenti già esclusi dalle medesime perché cessati dal servizio, dichiarandoli vincitori, detti vincitori sono collocati in soprannumero.
PRESIDENTE. All'articolo 1 sono stati presentati nove emendamenti.
Se ne dia lettura.
DEMONTIS, Segretario:
PRESIDENTE. Gli emendamenti possono essere illustrati con la precisazione che gli emendamenti dal numero 23 al numero 32 possono essere considerati, come dice la massima evangelica "uno discens omnes", "da uno si riconoscono tutti", quindi, basta un'unica illustrazione, mentre per gli altri l'illustrazione deve essere specifica.
Per illustrare l'emendamento numero 5 ha facoltà di parlare il consigliere Manchinu.
MANCHINU (Progr. Fed.). Si tratta di questo: l'articolo 1 prevede l'applicazione, in esecuzione di sentenze, di dispositivi a livello regionale per sentenze che hanno dato ragione ai dipendenti.
In questo caso, noi riteniamo che si debba estendere - anche a coloro che non hanno attivamente impugnato dei provvedimenti - il provvedimento stesso. Per cui, inseriamo la parola "in estensione", oltre che "in esecuzione di un giudicato contro l'Amministrazione regionale".
Per cui, quei dipendenti che non avessero fatto opposizione, si troverebbero anch'essi nell'ipotesi di beneficiare del provvedimento.
PRESIDENTE. Per illustrare l' emendamento numero 23 ha facoltà di parlare il consigliere Biancareddu.
BIANCAREDDU (F.I.). Io devo illustrare l'emendamento numero 23, però gradirei la presenza o del Presidente della Giunta o dell'assessore al personale, perché, anche se contano poco (visti i voti), che abbiano almeno la decenza di essere presenti.
PRESIDENTE. La Giunta è rappresentata dall'assessore Ballero.
BIANCAREDDU (F.I.). Presidente, colleghi, questo emendamento viene presentato per eliminare una grave anomalia presente nelle buste paga dei dipendenti regionali e degli enti strumentali. Infatti: dall'annullamento del DPGR 212/92, i dipendenti si trovano tutti i mesi una spada di Damocle sulle loro teste, in quanto appare scritta la seguente dicitura: "per effetto della sentenza" etc. etc.
Sono trascorsi ben 5 anni dalla sentenza e, nonostante l'impegno, ogni qualvolta viene sostituito il coordinatore generale degli affari generali e del personale, lo stesso, per tutelarsi, è costretto a chiedere alla Giunta la restituzione delle somme percepite in buona fede dai dipendenti, creando apprensione e malumore su una ferita ancora aperta tra i lavoratori.
Perciò chiedo che l'emendamento venga accolto, al fine di eliminare definitivamente una clausola che si riferisce alla situazione in atto all'anno 1993: legge finanziaria Amato, blocco contratti fino al 31/12/1993. Infatti, dall'1.1.1994, il blocco dei contratti, come previsto nella stessa sentenza, veniva a cessare. Da allora, nonostante gli impegni, il problema non è stato mai né affrontato né risolto dalla Giunta regionale.
PRESIDENTE. Per illustrare gli emendamenti dal numero 27 al numero 32, che hanno analogo oggetto, ha facoltà di parlare il consigliere Bertolotti..
BERTOLOTTI (F.I.). Prendo atto che a rappresentare la Giunta sia l'unico assessore competente in materia di personale, o per lo meno che si è autoproclamato tale dai banchi del Consiglio giusto qualche minuto fa.
BALLERO (F.D.S.- Progr. Sar.), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.Questo non l'ho fatto.
BERTOLOTTI (F.I.). Poi avrà modo di replicare, Assessore.
Mi dispiace di non poter ottemperare all'invito del Presidente perché, in effetti, questi emendamenti sono sì indicazione di un meccanismo comune, ma partono da presupposti diversi, per cui mi dispiace doverli illustrare uno per uno e non tutti insieme come chiedeva. Il primo si riferisce a un numero limitato di dipendenti...
Stiamo illustrando gli emendamenti dal 27 in poi?
PRESIDENTE. Dall'emendamento numero 27 al numero 32 compreso.
BERTOLOTTI (F.I.). L'emendamento numero 27 si riferisce a un numero limitato di dipendenti che sono stati in gran parte assunti dopo l'espletamento di processi di mobilità verticale di cui alla legge 24 del 1989. Questo è un emendamento che si rende necessario a causa del fatto che il Governo regionale ancora non ha provveduto - nonostante i termini di tempo, a suo tempo stabiliti dal Presidente Palomba, che indicava in 180 giorni la famosa scadenza per poter arrivare alla definizione di questa natura - a predisporre il nuovo ordinamento professionale, che non avrebbe causato, se fosse stato fatto, tutte le discussioni che ci sono state.
Per cui, con questo emendamento, si tende a voler dare risposte alle esigenze di questa parte di personale, portandoli dal terzo al quarto livello, perché attualmente le assunzioni del personale di terzo livello vengono fatte direttamente con chiamata dall'ufficio di collocamento e non per concorso.
L'emendamento successivo riguarda numerosi dipendenti assunti dopo il 1990, in possesso di titolo di studio superiore rispetto alla qualifica di inquadramento e che hanno espletato in molti casi mansioni superiori e che sono, quindi, in grado di svolgere produttivamente i compiti della quinta qualifica funzionale.
Riguarda, inoltre, i dipendenti che pure in possesso del titolo di studio della qualifica di appartenenza, hanno maturato un'anzianità di servizio acquisendo ulteriori capacità professionali tali da meritare oggettivi riconoscimenti di carriera.
Anche in questo caso reso necessario dall'assenza della definizione del nuovo ordinamento professionale, che sarebbe stato l'unico strumento idoneo a riordinare complessivamente ed omogeneamente l'inquadramento del personale.
L'emendamento successivo riguarda i dipendenti in possesso del titolo di studio superiore rispetto alla qualifica di inquadramento che hanno, ovviamente, espletato in molti casi mansioni superiori e che sono in grado di svolgere produttivamente i compiti della sesta qualifica funzionale.
Riguarda, inoltre, i dipendenti che pur in possesso del titolo di studio della qualifica di appartenenza, hanno maturato una significativa anzianità di servizio e acquisito notevoli capacità professionali tali da meritare oggettivi riconoscimenti di carriera.
Ancora il successivo emendamento, riguarda dipendenti in possesso di titolo di studio superiore rispetto alla qualifica di inquadramento. Anche in questo caso hanno espletato, in molti casi, mansioni superiori e quindi sono in grado di svolgere mansioni e compiti della settima qualifica funzionale.
Riguarda, inoltre, i dipendenti che pure in possesso del titolo di studio della qualifica di appartenenza, hanno maturato una significativa anzianità di servizio e acquisito notevoli capacità professionali, tali da meritare oggettivi riconoscimenti di carriera.
Facciamo rilevare, inoltre, come esista una notevole affinità tra i compiti delle qualifiche sesta e settima, con particolare riferimento ad alcune procedure amministrative e ad attività tecniche.
L'emendamento successivo che intende riconoscere la professionalità e l'esperienza maturata da molti dipendenti della settima qualifica funzionale non disgiunte dal possesso del titolo di studio idoneo all'esercizio in funzioni corrispondenti a tale qualifica.
Rileviamo che, per effetto delle norme approvate nel DL 101 per la prima determinazione della dirigenza, resterebbero nell'ottava qualifica funzionale non più 150 dipendenti, su un totale previsto di oltre 400. Pertanto si ritiene indispensabile colmare immediatamente il vuoto d'organico nella stessa ottava qualifica, stante il rilievo e la delicatezza delle funzioni ad essa riservate.
L'ultimo, infine, intende riconoscere l'attività svolta e la professionalità acquisita da numerosi funzionari dell'ottava qualifica in un significativo arco di tempo, postulando comunque il possesso del titolo di studio o di laurea, in quanto condizione necessaria per il produttivo espletamento dei compiti assegnati alla qualifica dirigenziale. Tra le motivazioni vi è anche quella relativa al fatto che la norma, decisa in sede di disegno di legge 101 per la prima costituzione della dirigenza, ha determinato la pregiudiziale esclusione del personale di cui si parla e negato anche la possibilità di poter concorrere ad armi pari con i funzionari che sono stati privilegiati in quanto titolari, per determinati periodi di tempo, di funzioni di coordinamento.
Si ritiene di evidenziare inoltre il rischio di non avere più sbocchi di carriera per diversi anni a venire per questi dipendenti, dato che la dotazione organica della dirigenza verrà quasi saturata in prima applicazione. Vale infine, anche in questo caso, l'aggravante della mancata definizione da parte dell'Amministrazione regionale del nuovo ordinamento professionale, che avrebbe potuto fornire ai funzionari oggetto del presente articolo una prospettiva alternativa al transito nella dirigenza, ma comunque premiante rispetto alla qualificazione professionale e ai miglioramenti retributivi.
Questi sono gli emendamenti che abbiamo presentato, un commento su tutti: ci pare che stiamo facendo questo per l'ordine che è stato dato ai provvedimenti che fanno oggetto... chiedo scusa se sono stato lungo, ma credo che stiamo partendo nell'ambito della riforma...
PRESIDENTE. Prego i colleghi di fare silenzio.
BERTOLOTTI (F.I.). Probabilmente tutte queste problematiche sarebbero state affrontate da quest'Aula in maniera diversa, più completa e con maggiore convincimento e maggiore conoscenza della materia e maggiore precisione, se anziché partire dal basso, cioè dall'ultimo gradino che secondo noi, secondo una sequenza logica avrebbe dovuto vedere prima la definizione delle strutture regionali, conseguentemente la definizione delle attribuzioni da dare nell'ottica del federalismo interno alle amministrazioni comunali, provinciali, a comunità montane, eccetera, e per ultima la definizione della riforma del personale perché conseguente alla decisione di carattere politico superiore da parte della Regione, del Consiglio regionale in ordine a quelli che dovevano essere i poteri mantenuti e la struttura che questa Assemblea legislativa avrebbe dovuto dare alla struttura regionale.
Prendiamo atto che invece si sta partendo esattamente dal contrario, è un modo strano di fare le riforme da parte di questo Governo e da parte di chi ha deciso l'ordine dei provvedimenti che dovessero andare prima in Commissione e poi in Aula, e che quindi arriveremo sicuramente a non fare nessuna di tutte quelle altre riforme o comunque a fare riforme monche perché già segnate da altre decisioni precedentemente assunte.
PRESIDENTE. Uno dei presentatori dell'emendamento numero 39 ha facoltà di illustrarlo.
BERTOLOTTI (F.I.). Il collega Pirastu purtroppo non è presente in aula per motivi di carattere familiare e mi ha pregato di illustrare per suo conto l'emendamento. Si tratta semplicemente di portare la necessità di dover preventivamente stabilire, all'interno dell'Amministrazione, tutto quanto riguarda l'applicazione di queste norme e dei fatti conseguenti, prima di dover incominciare ad utilizzare personale esterno e fare chiamate esterne, senza aver preventivamente definito i compiti e i ruoli del personale interno all'Amministrazione.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere del relatore della Commissione ha facoltà di parlare il relatore Macciotta.
MACCIOTTA (Gruppo Misto), relatore. L'emendamento numero 5 si accoglie; l'emendamento numero 23 non si accoglie in quanto vi è il rischio di rinvio, anche perché questa norma potrebbe sottendere l'elusione del giudicato amministrativo.
L'emendamento numero 27 non si accoglie. Qui l'ascesa a qualifica superiore non viene, come dall'emendamento che abbiamo approvato in aula precedentemente, limitato a chi non aveva fruito della mobilità verticale in precedenza, ma viene esteso a tutto il personale inquadrato in quella determinata qualifica. C'è il rilievo poi che non viene precisata la copertura finanziaria per le variazioni conseguenti all'emendamento stesso.
Per gli stessi identici motivi non si accoglie l'emendamento 28; non si accolgono gli emendamenti numero 29, 30, 31 e 32, questa volta perché in contrasto, secondo me non è ammissibile, in virtù di quello che abbiamo approvato col provvedimento 22 e 101 che in maniera diversa disciplinava l'accesso alla dirigenza.
L'emendamento numero 39 infine non si accoglie per due motivi sostanziali: intanto l'indeterminatezza relativa alla frase "tutte le procedure contrattuali e normative previste per il personale di servizio", il che è una definizione piuttosto generica che andrebbe precisata, e secondo per motivi di opportunità.
PRESIDENTE. Per esprimere il parere della Giunta sugli emendamenti, ha facoltà di parlare l'Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.
BALLERO (F.D.S.- Progr. Sar.), Assessore della pubblica istruzione, beni culturali, informazione, spettacolo e sport.La Giunta si rimette ai pareri espressi dal relatore della Commissione ed esprime parere favorevole sull'emendamento numero 5.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Pittalis. Ne ha facoltà.
PITTALIS (F.I.). Sull'emendamento numero 5 probabilmente mi sfugge qualcosa e forse il presentatore poteva meglio chiarire, posto che il giudicato...
PRESIDENTE. Onorevole Manchinu, l'onorevole Pittalis sta chiedendo di chiarire eventualmente l'emendamento 5 di cui lei è il primo firmatario.
PITTALIS (F.I.). Posto che il giudicato fa stato tra i soggetti, le parti alle quali evidentemente il giudizio si riferisce, ammettere l'estensione del giudicato, io ho una qualche perplessità, perché estensione verso quali soggetti?
MANCHINU (F.D.S. Progr.Sard.). Verso i soggetti che hanno lo stesso titolo...
PITTALIS (F.I.). Ecco, ma questo a mio avviso... io ho capito lo spirito e sono perfettamente d'accordo sulla sostanza, ma formulato così potrebbe aprire poi problemi di ermeneutica non indifferenti, cioè problemi interpretativi. Lo pongo solo come motivo di riflessione perché eventualmente si precisi meglio, perché altrimenti l'estensione potrebbe coprire un'area di soggetti indistinta e indeterminata con le conseguenze che lei, onorevole Manchinu, potrebbe bene immaginare.
Quanto invece agli altri emendamenti, il Gruppo Forza Italia li sosterrà, per le ragioni che hanno rappresentato già i colleghi che mi hanno preceduto, in particolare sull'emendamento numero 23, io voglio tornare ancora brevemente, per evidenziare che nei prospetti-paga che vengono predisposti dall'amministrazione a favore dei dipendenti regionali, non sfuggirà ai più quella postilla che viene riportata e che testualmente recita: "Per effetto della sentenza della Corte Costituzionale numero 296 del 1993, il presente trattamento economico è determinato in via provvisoria e potrà essere assoggettato a conguaglio".
Per effetto di questa sentenza, che ormai risale nel tempo, sono già trascorsi 5 anni, è chiaro che qui c'è una situazione anomala che può anche esporre il coordinatore generale degli affari generali e personale che è costretto logicamente per tutelarsi, come ricordava il collega Biancareddu, a chiedere la restituzione delle somme che sono state in buona fede percepite dai dipendenti. Questo sull'aspettativa legittima che si è creata, all'esito dell'approvazione del decreto del Presidente della Giunta Regionale numero 212 del 1992 e poi annullato.
Allora si tratta di venire incontro, e da un lato di eliminare una situazione che potrebbe vedere in qualche modo, domani, essere chiamato il coordinatore regionale o anche gli stessi Assessori, perché ormai il tempo passa e queste somme rischiano anche di cadere e la relativa azione in prescrizione, dall'altro però crea una situazione di assoluta tranquillità per il dipendente che, ripeto, ha usufruito del trattamento economico, sulla base di provvedimenti che erano legittimi sino al momento in cui non sono stati annullati.
PRESIDENTE. Ha domandato di parlare il consigliere Bonesu. Ne ha facoltà.
BONESU (P.S.d'Az). Presidente, mi riallaccio all'intervento dell'onorevole Pittalis per chiarire la portata dell'emendamento numero 5 e invece per dissentire dall'emendamento numero 23, ma credo più nella forma che nella sostanza.
L'emendamento numero 5 non regola l'estensione del giudicato, che è regolata già da altre norme, l'emendamento numero 5 regola gli effetti dell'estensione del giudicato se questo viene compiuto dalla Giunta. Ora in questa materia, chiaramente, vi è chi ha ricorso e chi non ha ricorso; se l'annullamento avviene per motivi di ordine generale, non particolari del singolo ricorrente, mi sembra che la Giunta opportunamente debba prendere in considerazione l'estensione del giudicato nei confronti dei dipendenti che, pur non avendo ricorso, si trovino nella stessa situazione dei ricorrenti che hanno vinto la controversia.
Ma questo appartiene alla discrezionalità della Giunta, non stiamo con questo emendamento interferendo su un potere discrezionale. La volontà espressa dall'articolo 1 della legge era invece quella che i dipendenti, esclusi dalle graduatorie perché cessati dal servizio...
PRESIDENTE. Prego i colleghi di spostare i capannelli nei locali adiacenti.
BONESU (P.S.d'Az.). ...una volta rimessi in graduatoria per effetto della sentenza, sottrarrebbero posti ai dipendenti che erano di servizio, che sono in servizio.
Ora questa situazione si verifica sia se ciò avvenga in esecuzione di giudicato per effetto diretto della decisione, sia per estensione in giudicato perché comunque verrebbero inseriti in graduatoria e leverebbero posti ai dipendenti di servizio, quindi l'emendamento ha la finalità, considerato che gli effetti che l'articolo 1 considera negativi si verificano sia in caso di esecuzione in giudicato, che di estensione in giudicato, di trattare le due fattispecie che a questo effetto hanno gli stessi esiti nello stesso modo. Per cui non riguarda l'estensione in giudicato e l'opportunità di estendere, regola gli effetti se la Giunta delibera di estendere il giudicato, assimilandoli in quel caso ai casi di esecuzione in giudicato.
L'emendamento numero 23 affronta un problema serio, anche se non esiste l'ultimo problema sollevato dall'onorevole Pittalis, perché da quanto mi risulta in tutte le buste paga c'è sempre la riserva di ripetizione delle somme, quindi non c'è un problema di prescrizione, c'è semmai il problema opposto di consolidare un trattamento economico ricevuto per tanti anni sicuramente in buona fede, e sicuramente sulla base di un atto che faceva presumere che fosse dovuto comunque, quindi di sanare questa situazione probabilmente con la soluzione più opportuna, cioè di una sanatoria e rinuncia alla ripetizione o con una misura compensativa di questo genere.
Però, così com'è formulato, diventa una pura e semplice elusione della sentenza della Corte Costituzionale, noi sappiamo che quando interviene una sentenza della Corte Costituzionale, il provvedimento annullato cessa comunque gli effetti dal giorno della pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale della sentenza della Corte, ora invece questa ripristinerebbe gli effetti, consoliderebbe gli effetti del provvedimento annullato.
La soluzione credo che, anziché per via legislativa, vada affrontata per via contrattuale, anzi, per evitare censure sarebbe forse opportuno che l'amministrazione dichiari dovute e rimborsate e che poi magari si stabilisca in sede contrattuale un emolumento una tantum di importo pari alle somme. Trattandosi di nuovo provvedimento, ed essendo consentito da tutta la normativa in materia di contratto che possano essere stabiliti emolumenti una tantum, questo scaricherebbe l'amministrazione di ogni responsabilità per la ripetizione e consentirebbe ai dipendenti che hanno percepito queste somme in buona fede di non doverle restituire, chiaramente anche questo in contrasto con i principi che regolano il pubblico impiego.
Probabilmente questo emendamento può essere trasformato in un ordine del giorno di raccomandazione nella stipula del contratto, cioè che il problema venga risolto in quella sede.
PRESIDENTE. Poiché nessun altro domanda di parlare, metto in votazione l'articolo 1. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Metto in votazione gli emendamenti aggiuntivi, cominciando dall'emendamento numero 5. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 23. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Ha domandato di parlare il consigliere Bertolotti. Ne ha facoltà.
BERTOLOTTI (F.I.). Per chiedere il voto segreto sull'emendamento 27.
Votazione a scrutinio segreto
PRESIDENTE. Indico la votazione a scrutinio segreto con procedimento elettronico dell'emendamento numero 27 all'articolo 1.
Risultato della votazione
PRESIDENTE. Comunico il risultato della votazione:
Presenti 52
Votanti 52
Maggioranza 27
Favorevoli 21
Contrari 31
(Il Consiglio non approva)
(Hanno preso parte alla votazione i consiglieri: AMADU - ARESU - BALIA - BALLERO - BALLETTO - BERRIA - BERTOLOTTI - BIANCAREDDU - BIGGIO - BOERO - BONESU - BUSONERA - CADONI - CARLONI - CASU - CHERCHI - CONCAS - CUCCA - CUGINI - DEMONTIS - DETTORI Bruno - DETTORI Ivana - DIANA - FALCONI - FOIS Paolo - FRAU - GHIRRA - GIAGU - GIORDO - LA ROSA - LIORI - LIPPI - LOCCI - LODDO - LORENZONI - MACCIOTTA - MANCHINU - MANUNZA - MARTEDDU - OBINO - OPPIA - PETRINI - PITTALIS - RANDACCIO - SANNA Giacomo - SANNA Salvatore - SASSU - SCHIRRU - TUNIS Marco - USAI Pietro - VASSALLO - ZUCCA.)
Metto in votazione l'emendamento numero 28 aggiuntivo. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova.) Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento 29. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.
( Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 30. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.
( Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 31. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.
( Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 32. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Metto in votazione l'emendamento numero 39. Chi lo approva alzi la mano. (Viene richiesta la controprova). Chi non lo approva alzi la mano.
(Non è approvato)
Si dia lettura dell'articolo 2.
DEMONTIS, Segretario:
Art. 2
Personale dell'ERSAT, dell'EAF e dei consorzi di bonifica
1. Il personale di ruolo dell'Ente regionale di sviluppo e assistenza tecnica in agricoltura (ERSAT), dell'Ente autonomo del Flumendosa (EAF) e dei consorzi di bonifica che, all'entrata in vigore della legge regionale 9 giugno 1989, n. 34, da almeno un anno prestava servizio presso gli uffici dell'Amministrazione regionale ai sensi dell'articolo 28 della legge regionale 17 agosto 1978, n. 51, ovvero ai sensi dell'articolo 2 della legge regionale 7 giugno 1984, n. 29, nonché il personale che, alla stessa data, operava presso l'Assessorato regionale dell'agricoltura e riforma agro-pastorale ai sensi della legge regionale 10 dicembre 1973, n. 39, e che abbia presentato domanda di inquadramento nel ruolo unico regionale ai sensi dell'articolo 1, comma 1, della predetta legge regionale n. 34 del 1989, o che la presenti entro il termine di decadenza di 60 giorni dalla data di entrata in vigore della presente legge, è inquadrato nel predetto ruolo con effetto dai primo giorno del mese successivo alla data di entrata in vigore della presente legge, nei limiti delle disponibilità esistenti nelle dotazioni delle qualifiche d'inquadramento.
2. L'inquadramento avviene, per il personale proveniente dall'ERSAT e dall'EAF, nella medesima qualifica funzionale e con il trattamento economico in atto presso l'ente di provenienza e, per il personale dei consorzi di bonifica, nella qualifica corrispondente a quella posseduta nell'ente di provenienza, determinata con decreto dell'Assessore competente in materia di personale, e con la conservazione, a titolo di assegno personale riassorbibile, dell'eventuale differenza fra il trattamento economico in atto e quello spettante per effetto dell'inquadramento nei ruoli regionali.
PRESIDENTE. All'articolo 2 non sono stati presentati emendamenti, se nessuno domanda di parlare lo metto in votazione. Chi lo approva alzi la mano.
(E` approvato)
Con l'articolo 2 ci fermiamo per la seduta antimeridiana. I lavori sono aggiornati alle ore 17.00.
La seduta è tolta alle ore 13 e 29.