CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Mozione n. 84
PERU – TUNIS – URPI, sulla revoca del procedimento di Valutazione impatto ambientale (VIA) regionale e Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) (deliberazione della Giunta regionale 24 marzo 2021, n. 11/75 (Direttive regionali in materia di VIA e di provvedimento unico regionale in materia ambientale (PAUR)), relativo al progetto di costruzione e gestione di un impianto di smaltimento controllato per rifiuti speciali non pericolosi in località Su Giri de Sa Murta, Comune di San Giovanni Suergiu (SU), proposto dalla società Ekosarda Srl.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– la società Ekosarda Srl detiene una concessione mineraria/autorizzazione per l’attività di cava di materiali (argilla, caolino, bentonite) in località Su Giri de sa Murta, nel Comune di San Giovanni Suergiu (SU), in località Is Urigus, su un’area precedentemente adibita a cava e acquisita nel 2016;
– con determinazione 20 dicembre 2018, n. 904, l’Assessorato regionale dell’Industria ha rilasciato alla società Ekosarda Srl la concessione mineraria per l’estrazione di argille e vulcaniti, imponendo obblighi vincolanti in materia di sicurezza del sito, continuità estrattiva, ripristino ambientale e fideiussione a garanzia degli interventi di bonifica;
– in data 14 febbraio 2025, la stessa società ha depositato presso la Regione la richiesta di autorizzazione per la realizzazione di un impianto di smaltimento controllato per rifiuti speciali non pericolosi, con volumetria netta pari a 323.164 metri cubi;
– con nota prot. n. 5806 del 21 febbraio 2025, la Regione ha comunicato agli enti competenti l’avvio del procedimento di Valutazione di impatto ambientale (VIA) e del Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR), ai sensi della normativa vigente;
– l’avviso di avvio del procedimento è stato pubblicato il 25 luglio 2025 sull’albo pretorio del Comune di San Giovanni Suergiu;
– il 30 luglio 2025, il Consiglio comunale di San Giovanni Suergiu ha espresso unanime voto contrario alla realizzazione dell’impianto;
– il 30 agosto 2025, l’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente ha avviato un’inchiesta pubblica a seguito delle osservazioni presentate da cittadini, associazioni e dallo stesso Comune;
– il 7 ottobre 2025 si è svolta la seduta dell’inchiesta pubblica, durante la quale sono state evidenziate gravi criticità tecniche, ambientali e procedurali riportate ulteriormente nelle successive osservazioni in scadenza il 27 ottobre scorso;
CONSIDERATO che sono state rilevate le seguenti criticità progettuali e di procedimento:
– incompatibilità giuridico‑amministrativa: la cava è ancora sotto la concessione del 2018, con obblighi inevasi, qualsiasi nuovo uso (ad esempio quello di discarica) è precluso finché la concessione non sia formalmente decaduta e il sito ripristinato, secondo le norme minerarie e ambientali;
– violazioni urbanistiche e paesaggistiche: l’area è classificata come zona agricola di categoria E e ricade in un contesto paesaggistico protetto dal Piano paesaggistico regionale (PPR). Inoltre, è stata riconosciuta come una zona a forte vocazione agricola, produttiva di orticole e specialmente della cipolla, quale Prodotto agroalimentare tradizionale (PAT) di San Giovanni Suergiu. Già nel 2024 venne bocciato all’Ekosarda Srl il progetto dell’ampliamento della cava in contrasto con la tutela del paesaggio;
– prossimità a insediamenti sensibili: le distanze tra il sito e le abitazioni circostanti sono ben al di sotto delle soglie di sicurezza previste dalla normativa per impianti di smaltimento rifiuti. Le abitazioni più vicine si trovano infatti a soli cento metri, mentre un campo sportivo e l’adiacente parco giochi distano appena trecentocinquanta metri. A meno di un chilometro si trovano anche un asilo nido e i nuclei abitativi della Frazione di Is Urigus;
– rischi ambientali e sanitari: gli studi geologici e idrogeologici risultano assenti e/o carenti e non offrono un quadro chiaro delle condizioni del sottosuolo. La falda acquifera è superficiale e in diretta comunicazione con i pozzi agricoli utilizzati per l’irrigazione, il che aumenta esponenzialmente il rischio di contaminazione delle acque. Inoltre, la zona è già classificata come area ad elevato rischio sanitario e ambientale a causa di pregresse attività industriali, come documentato da rapporti dell’Istituto superiore di sanità (ISS), dell’Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS) e dell’Associazione italiana medici per l’ambiente (ISDE);
– criticità economiche e gestionali del proponente: le indagini condotte sui bilanci della società proponente hanno evidenziato una situazione economica precaria, con conti in rosso e una carenza di personale tecnico qualificato. Le fideiussioni presentate a garanzia del ripristino ambientale appaiono di dubbia affidabilità , sollevando seri dubbi sulla capacità dell’azienda di far fronte agli eventuali danni che potrebbero derivare dall’attività di discarica. In caso di incidente, la collettività si troverebbe esposta a un rischio concreto di non poter recuperare le risorse necessarie per il ripristino del sito;
– violazione dei principi di diritto ambientale: avviare un iter autorizzativo per una discarica in un’area mineraria non ancora chiusa e non bonificata costituisce un grave vizio procedurale. Tale condotta si pone in aperto contrasto con i principi di precauzione, buon andamento e tutela dell’ambiente sanciti dalla Costituzione e dalle direttive europee in materia ambientale. La legge richiede che ogni intervento sul territorio sia preceduto da una valutazione approfondita degli impatti e da misure idonee a prevenirli o quantomeno a mitigarli;
– impatto ulteriore su un sito già compromesso: realizzare una discarica in questa località significherebbe aggiungere un ulteriore, gravissimo e potenzialmente irreversibile impatto a un’area che ha già subito decenni di attività estrattiva. La fragilità idrogeologica del luogo, unita alla presenza di falde acquifere e del vicino Rio di Monserrato, aumenta il rischio di contaminazione a lungo termine. Ancora più allarmante è il fatto che, sebbene il titolo del progetto lo definisca come una discarica di “rifiuti speciali non pericolosi”, la relazione progettuale illustrativa proposta da Ekosarda Srl contiene riferimenti espliciti a rifiuti pericolosi, il che aggraverebbe enormemente le conseguenze ambientali. I danni potrebbero estendersi ben oltre i confini del sito, compromettendo risorse idriche vitali per l’intera comunità ;
– incoerenza con lo sviluppo sostenibile locale: la conversione da cava a discarica contrasta con i principi di tutela del paesaggio, della salute pubblica e della vocazione territoriale, che dovrebbe orientarsi verso uno sviluppo sostenibile e non verso la destinazione a siti di smaltimento. La comunità locale ha espresso chiaramente la volontà di perseguire un modello di sviluppo che valorizzi le proprie risorse naturali e culturali, anziché trasformare il territorio in un luogo di deposito di rifiuti;
– incoerenza con la pianificazione regionale: la necessità di nuove discariche dovrebbe essere valutata alla luce del piano regionale gestione rifiuti, che stabilisce criteri rigorosi per l’individuazione di siti idonei. La vicinanza a centri abitati, attività agricole e aree di interesse storico‑naturalistico rende il sito in questione particolarmente inidoneo;
– presunte violazioni e rischio revoca: sono emerse evidenze di presunte violazioni ambientali e inadempienze contrattuali, tra cui il mancato ripristino ambientale parziale o totale dell’area. Tali violazioni potrebbero configurare i presupposti per la revoca della concessione di cava attualmente in essere, qualora si accerti che la società non abbia adempiuto agli obblighi previsti dalla normativa vigente;
– forte opposizione della comunità : il progetto ha sollevato una forte opposizione da parte della comunità locale, del Comune di San Giovanni Suergiu e di numerose associazioni ambientaliste. Il Consiglio comunale ha votato all’unanimità contro il progetto della Ekosarda Srl con deliberazione del 30 luglio 2025. A seguito di questa mobilitazione e delle numerose osservazioni tecniche pervenute all’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, la Regione ha avviato un’inchiesta pubblica per valutare la conformità del progetto alle normative ambientali e urbanistiche;
– elusione dell’obbligo di ripristino: il progetto della Ekosarda Srl prevede di utilizzare la cavità residua della cava come volume utile per l’invaso di rifiuti, eludendo di fatto l’obbligo legale di ripristino e rinaturalizzazione dell’area. Questo approccio contraddice le finalità di recupero ambientale che sono parte integrante dell’autorizzazione estrattiva originaria e che dovrebbero essere garantite al termine dell’attività di cava;
– mancanza di un effettivo ripristino preventivo: non risulta che sia stato effettuato un ripristino finale documentato dell’area prima dell’inoltro del progetto di discarica. Tale omissione costituisce una grave violazione delle prescrizioni ambientali e degli obblighi contrattuali legati alla concessione di cava, mettendo a rischio la sostenibilità a lungo termine dell’intero intervento,
impegna la Giunta regionale e l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente
1) a farsi promotore presso l’Assessorato regionale dell’industria affinché sia avviata con urgenza la revoca della concessione mineraria/autorizzazione di cava rilasciata alla Ekosarda Srl in località Su Giri de sa Murta, per mancato rispetto degli obblighi di ripristino ambientale, violazioni accertate e incompatibilità con la vocazione territoriale;
2) a farsi promotore presso l’Assessorato regionale dell’industria affinché sia avviata con urgenza la revoca della determinazione dirigenziale n. 904/2018 e di conseguenza della concessione mineraria/autorizzazione di cava alla Ekosarda Srl, per violazione degli obblighi di legge e contrattuali, inclusi il mancato, parziale o eluso adempimento del recupero ambientale e del ripristino morfologico (legge regionale 7 giugno 1989, n. 30 in materia di disciplina delle attività di cava);
3) a richiedere formalmente e con forza il rigetto dell’istanza di Provvedimento autorizzatorio unico regionale (PAUR) presentata da Ekosarda Srl per la discarica di rifiuti speciali (non pericolosi nel titolo, ma pericolosi nella relazione), motivando con l’incompatibilità ambientale, paesaggistica, urbanistica e con l’elusione del ripristino ambientale della precedente cava;
4) a revocare immediatamente l’iter autorizzativo VIA e PAUR relativo al progetto di discarica in località Su Giri de Sa Murta, fino alla verifica della regolarità amministrativa e della compatibilità urbanistica e ambientale del sito;
5) a verificare l’adempimento degli obblighi di ripristino ambientale derivanti dalla concessione mineraria del 2018 e, in caso di inadempienza, escutere la fideiussione a garanzia, adeguandone l’importo ai reali costi di bonifica;
6) ad aggiornare il Piano regionale dei rifiuti speciali, introducendo criteri di equità territoriale, tutela della salute pubblica e salvaguardia dei territori agricoli e residenziali;
7) a promuovere un modello di sviluppo sostenibile per il Sulcis Iglesiente, coerente con la firma del protocollo di collaborazione tra la Regione e i Sindaci del Sulcis Iglesiente “Manifesto della Programmazione Territoriale del Sulcis Iglesiente” dello scorso maggio 2025, fondato su coesione sociale, welfare di comunità , turismo e rigenerazione ambientale.
Cagliari, 19 novembre 2025