CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Interrogazione n. 339/A
INTERROGAZIONE MAIELI – COCCIU – CHESSA – PIRAS, con richiesta di risposta scritta, in merito alla possibilità di istituzionalizzare la nutrizione clinica nella rete sanitaria regionale con conseguente proposta di centro regionale e modello assistenziale strutturato.
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I sottoscritti,
PREMESSO che:
– la nutrizione clinica si interessa della nutrizione artificiale, del supporto nutrizionale specialistico e dei piani dietetici personalizzati, oltre ad altri casi, non è affatto un optional accessorio nelle moderne cure ospedaliere, ma costituisce un elemento essenziale per la prognosi, la sicurezza clinica, la tolleranza delle terapie farmacologiche e chirurgiche e la riduzione delle complicanze ospedaliere;
– secondo la letteratura scientifica, la malnutrizione nei pazienti ospedalizzati è un fenomeno molto diffuso che si stima che colpisca tra il 40 per cento e il 70 per cento dei pazienti ricoverati;
– la Società italiana di nutrizione artificiale e metabolismo (SINPE) evidenzia come, in Italia, un paziente su quattro al momento del ricovero sia malnutrito, e che una terapia nutrizionale adeguata riduce la degenza e la mortalità , migliorando la sostenibilità economica complessiva;
– esistono linee guida nazionali e internazionali che raccomandano un’organizzazione strutturata dei servizi di nutrizione clinica, come ad esempio, le linee guida della European Society for clinical nutrition and metabolism (ESPEN) sulla nutrizione ospedaliera;
– a livello nazionale esistono documenti di indirizzo e regolamentazioni e tra queste, l’accordo della Conferenza Stato-Regioni del 2017 prevede il percorso nutrizionale come parte integrante dell’assistenza clinica;
– le linee di indirizzo dell’Associazione italiana oncologia medica (AIOM) e della SINPE (2024) sul supporto nutrizionale nei pazienti in terapia attiva, cioè quelli oncologici, enfatizzano la necessità di una presa in carico multidisciplinare, con protocolli condivisi e continuità ospedale-territorio;
– nel nostro sistema sanitario regionale non è attualmente formalizzato un centro regionale di nutri-zione clinica né è presente una rete organizzativa territoriale per la nutrizione artificiale, con il rischio concreto di disomogeneità assistenziale e di sovraccarico sulle singole strutture ospedaliere;
VISTO:
– il quadro normativo nazionale che riconosce la nutrizione anche come “parte integrante dei per-corsi di diagnosi e cura”, così come definito nelle linee di indirizzo nazionali per la ristorazione ospedaliera e assistenziale del Ministero della salute;
– le linee guida dell’Associazione nazionale dei medici delle direzioni ospedaliere (ANMDO) “Rischio clinico: integrazione e valorizzazione della nutrizione clinica nei percorsi di cura” che raccomandano politiche aziendali per l’identificazione precoce del rischio nutrizionale e la definizione di piani di intervento;
– l’assenza, ad oggi, in Sardegna, di una struttura regionale riconosciuta che coordini le politiche di nutrizione clinica e di figure stabili dedicate su scala regionale;
CONSIDERATO che:
– che l’Azienda ospedaliero-universitaria (AOU) di Sassari appare essere l’unico presidio nella Regione in grado di erogare “nutrizione clinica specialistica ad alta complessità ”, ma tale ruolo “sovra zonale” non si traduce in un adeguato supporto organizzativo, strutturale e di personale;
– che affidare a una sola persona, il peso di tutte le attività di consulenza nutrizionale, diabetologica intraospedaliera, presa in carico domiciliare di pazienti in nutrizione artificiale, formazione dei caregiver, istruzione sulla glicemia e auto somministrazione di insulina è, francamente, un esercizio eroico ma non sostenibile sul lungo periodo;
– che la lista d’attesa per le visite nutrizionali è di circa due mesi per i pazienti dimessi da ricoveri acuti, un intervallo imprevedibilmente incompatibile con la fragilità clinica di molti pazienti;
– che senza un’équipe dedicata e multidisciplinare non è possibile sviluppare percorsi diagnostico-terapeutico assistenziali (PDTA) nutrizionali e partecipare regolarmente a tavoli interdisciplinari, eseguire audit clinici né definire indicatori di esito condivisi;
EVIDENZIATO che:
– che in altre regioni italiane sono stati formalizzati modelli di nutrizione clinica integrata, con centri specialistici, equipe dedicate, reti territoriali per la nutrizione artificiale, protocolli standardizzati, audit e governance clinica strutturata;
– che tali modelli, sulla base di evidenze, non solo migliorano la prognosi e la sicurezza dei pazienti, ma permettono anche un uso più efficiente delle risorse, riducendo le complicanze, i ricoveri impropri e i costi sanitari complessivi;
– che le linee guida AIOM-SINPE (2024) per il supporto nutrizionale in oncologia ribadiscono l’importanza di integrare la nutrizione fin dalle fasi iniziali del percorso di cura;
– che i costi della malnutrizione “non trattata” non sono una favola astratta ma una realtà concreta: la letteratura riporta aumenti di degenza, complicanze, ri-ospedalizzazioni, che gravano sul sistema sanitario;
RITENUTO che:
– che la Regione abbia il dovere istituzionale, oltre che morale, di riconoscere la nutrizione clinica come disciplina strategica all’interno del suo Servizio sanitario regionale (SSR), non come area di nicchia ma come nodo infrastrutturale indispensabile per l’assistenza multidisciplinare dei pazienti fragili;
– che sia urgente istituire un centro regionale di nutrizione clinica, od almeno riconoscere formal-mente l’Unità operativa complessa (UOC) nutrizione presso AOU Sassari, con funzioni di coordi-namento, formazione, audit, definizione di protocolli e qualità assistenziale;
– che sia necessario potenziare l’organico con dirigenti medici specialisti in scienza dell’alimenta-zione, oltre a personale infermieristico dedicato, ad esempio per gestione PEG, pompe, forma-zione caregiver, monitoraggio domiciliare, per garantire continuità , sostituzione e riduzione del rischio clinico;
– che occorra sviluppare una rete territoriale di nutrizione artificiale, enterale/parenterale, con équipe distrettuali, infermieri e referenti, per non gravare tutto sul solo ospedale;
– che si debbano definire e adottare PDTA nutrizionali regionali per oncologia, neurologia, chirurgia, geriatria e riabilitazione, in linea con modelli nazionali e internazionali;
– che la Regione debba promuovere un sistema di audit clinici e indicatori di esito per misurare l’impatto dei servizi di nutrizione, anche in ottica di sostenibilità e miglioramento continuo;
ACCLARATO che:
– che la mancata azione non rappresenta un’economia di scala ma un rischio, perché lasciare il sistema nutrizionale regionale in una condizione di emergenza strutturale, basato su un unico professionista, è semplicemente irresponsabile;
– che un’azione tardiva significa condannare inevitabilmente pazienti fragili a variabilità di cura, con liste d’attesa inaccettabili, perdite di opportunità terapeutiche e addirittura un probabile peggioramento degli esiti clinici;
– che ignorare la nutrizione clinica non è “risparmio”, è un costo più grande nel medio- lungo periodo, in termini di mortalità ed inefficienza assistenziale;
RILEVATO che:
– che la comunità medica, i pazienti e le associazioni rappresentative in ambito oncologico, geriatrico, neurologico stanno da tempo chiedendo un intervento;
– che la costruzione di un centro regionale e di una rete non richiede fantasia rivoluzionaria, ma semplicemente l’allineamento a standard riconosciuti dalle società scientifiche come ad esempio ESPEN, SINPE, AIOM e alle linee guida nazionali esistenti;
– che ritardare ulteriormente significa delegittimare il ruolo strategico della nutrizione clinica nella Regione;
– in un’epoca in cui la medicina avanzata e le terapie innovative sono, e giustamente, in prima linea, sarebbe francamente paradossale se la Regione continuasse a trascurare un elemento di cura tanto fondamentale, semplice e al tempo stesso potente come la nutrizione clinica.
– che ignorare questo tema non è virtù di sobrietà ma è un rischio clinico sistemico, un disservizio per i pazienti fragili ed una scelta miope per il futuro del sistema sanitario regionale,
chiedono di interrogare la Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se l’Assessorato stia già provvedendo in tal senso e nel caso negativo, se sia possibile promuovere, entro sei mesi, la costituzione di un gruppo di lavoro regionale sulla nutrizione clinica, composto da rappresentanti tecnici della Regione, clinici dell’AOU Sassari, altre aziende sanitarie, società scientifiche (SINPE, AIOM, eccetera) e pazienti e associazioni, con il compito di predisporre una proposta organica per un centro regionale di nutrizione clinica;
2) se l’Assessore abbia informato il Commissario della AOU di Sassari circa la necessità che tale struttura sia formalizzata adeguatamente e possa pertanto essere pienamente operativa;
3) se siano stati indicati nel fabbisogno della AOU di Sassari figure specializzate in Scienze della nutrizione;
4) se ci siano ostacoli all’avvio della formalizzazione di una struttura autonoma di nutrizione clinica presso l’AOU di Sassari, con definizione di compiti, budget, indicatori di performance e piano di sviluppo e se tale orizzonte verrà previsto in un eventuale modifica dell’atto aziendale della AOU di Sassari;
5) quali siano gli ostacoli all’elaborazione e ad adottare un protocollo regionale (PDTA) di nutrizione clinica per i principali percorsi terapeutici;
6) quali siano i limiti ed i blocchi nel creare una rete territoriale per la nutrizione artificiale domiciliare, coinvolgendo i distretti sanitari, con équipe dedicate e modelli di continuità ospedale-territorio.
Cagliari, 21 novembre 2025