MOZIONE N. 81

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVII Legislatura

Mozione n. 81

MAIELI – COCCIU, sulla realizzazione di un progetto pilota sul riuso irriguo delle acque depurate nel territorio della Nurra.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– il territorio di Porto Torres e della Nurra vive da molti anni una condizione strutturale di stress idrico, che limita la produttività agricola, la capacità delle aziende zootecniche e la competitività del comparto rurale;
– nello stesso tempo, gli impianti esistenti nel sito industriale di Porto Torres e, in particolare, il depuratore consortile e l’impianto trattamento acqua di falde (TAF) gestito da ENI Rewind, producono ogni anno diversi milioni di metri cubi di acque trattate ed attualmente convogliate verso lo scarico marino, senza che vengano sfruttate per usi alternativi;
– tali acque, opportunamente affinate con metodi di ultrafiltrazione, disinfezione, filtrazione su carbone attivo, accumulo e rete dedicata, potrebbero essere rese conformi alle classi di qualità previste per l’uso irriguo, trasformando un vincolo ambientale in una risorsa programmabile per il tessuto agro-economico locale;
– il Regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 2020, recante prescrizioni minime per il riutilizzo dell’acqua, stabilisce prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue trattate a fini irrigui in agricoltura, prevedendo il rilascio di permessi basati su piani di gestione del rischio e obblighi di monitoraggio e trasparenza;
– con il Regolamento delegato (UE) 2024/1765 della Commissione, dell’11 marzo 2024, che integra il regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio per quanto riguarda le specifiche tecniche dei principali elementi della gestione dei rischi, ha integrato le specifiche tecniche relative agli elementi essenziali del piano di gestione del rischio, che diventeranno vincolanti dal 10 luglio 2024;
– in ambito nazionale, il decreto legislativo 3 aprile 2006, n. 152 (Norme in materia ambientale) ed esattamente la Parte terza per la tutela delle acque, disciplina le modalità di riuso delle acque reflue depurate, recependo le direttive dell’Unione europea;
– in Sardegna, l’autorità di bacino regionale ha già assunto, con deliberazioni del Comitato istituzionale, atti di indirizzo per la gestione delle acque e l’aggiornamento degli strumenti di tutela, come evidenziato dalla sua delibera n. 25 del 18 dicembre 2024 (Parere sulla disciplina delle fasce di prima salvaguardia e delle fasce di tutela dei corpi idrici superficiali non modellati idraulicamente di cui, rispettivamente, all’art. 30 ter, comma 1 e all’art. 8, comma 8 delle Norme di Attuazione del PAI);
– tuttavia, permangono criticità normative, procedurali e tecniche che ostacolano l’effettiva realizzazione di interventi di riuso nel territorio di Porto Torres come la mancanza di un quadro autorizzativo chiaro, carenze impiantistiche, assenza di rete di distribuzione dedicata e rilievi sui costi di investimento;
– sia il Consorzio industriale di Sassari che ENI Rewind hanno manifestato la disponibilità a valutare piani condivisi di miglioramento impiantistico e utilizzo delle acque trattate;
– molte imprese agricole della Nurra hanno espresso interesse a disporre di una risorsa idrica integrativa e stabile, capace di alleggerire la pressione sulle falde e sui bacini idrici esistenti;
– l’avvio di un progetto pilota di riuso irriguo rappresenterebbe una concreta opportunità di innovazione istituzionale, rafforzamento della sostenibilità ambientale e stimolo allo sviluppo locale, configurando Porto Torres come laboratorio sardo dell’economia circolare dell’acqua;
– le istituzioni regionali devono esercitare funzioni di indirizzo, coordinamento e semplificazione, affinché non si perdano opportunità per lungaggini burocratiche, conflitti fra enti o incertezze tecniche;

VISTO:
– il Regolamento (UE) 2020/741 del Parlamento europeo e del Consiglio, del 25 maggio 2020, recante prescrizioni minime per il riutilizzo delle acque reflue urbane trattate a fini irrigui;
– il Regolamento delegato (UE) 2024/1765 della Commissione, dell’11 marzo 2024, che integra le specifiche tecniche sui piani di gestione del rischio per il riuso delle acque affinate;
– il decreto legislativo n. 152 del 2006, Parte terza, in materia di tutela delle acque, disciplina degli scarichi e riuso delle acque reflue, così come disposto anche dal decreto c.d. “Siccità”, decreto-legge 14 aprile 2023, n. 39 (Disposizioni urgenti per il contrasto della scarsità idrica e per il potenziamento e l’adeguamento delle infrastrutture idriche), convertito, con modificazioni, in legge 13 giugno 2023, n. 68;
– il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio di concerto con i Ministri delle politiche agricole e forestali, delle attività produttive e della salute, 12 giugno 2003, n. 185 (Regolamento recante norme tecniche per il riutilizzo delle acque reflue in attuazione dell’articolo 26, del decreto legislativo 11 maggio 1999, n. 152) e la sua integrazione con la normativa europea;

VISTE, altresì:
– le linee guida e gli orientamenti comunitari per l’implementazione del Regolamento (UE) 2020/741;
– le deliberazioni dell’Autorità di bacino regionale della Sardegna, in particolare la delibera n. 25 del 2024 relativa all’assetto idrico e tutela dei corpi idrici;

CONSIDERATO che:
– la piena applicazione del Regolamento (UE) 2020/741 richiede che gli Stati membri e le regioni adottino procedure autorizzative coerenti con i piani di gestione del rischio, secondo criteri armonizzati, trasparenza e controlli ambientali;
– il Regolamento delegato (UE) 2024/1765 obbliga a specificare, con elementi tecnici, i principali aspetti del piano di gestione del rischio, al fine di garantire robustezza e correttezza alle istanze di riuso;
– il territorio della Nurra, per morfologia, clima e infrastrutture idriche, è particolarmente idoneo a sperimentare modelli integrati di irrigazione con acque affinate, soprattutto in contesti agricoli di media dimensione e in terreni aridi;
– l’adeguamento impiantistico richiesto con l’ultrafiltrazione, la disinfezione UV, con le stazioni di monitoraggio e la rete dedicata, è stimato in un ordine di grandezza fra 1,8 e 3 milioni di euro, cifra che può essere coperta con fondi regionali, nazionali ed europei (Fondo per lo sviluppo e la coesione (FSC), Piano operativo regionale – Fondo europeo di sviluppo regionale (POR FESR), Piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), LIFE, Horizon Europe), anche mediante accordi con ENI come compensazione ambientale;
– l’avvio di un progetto pilota con le sue fasi di testing, controllo, monitoraggio, uso limitato, consentirebbe di validare tecnicamente il sistema e di estenderlo successivamente a scala più ampia, anche in altri territori della Sardegna;
– il superamento delle criticità autorizzative, la convergenza di risorse e la chiarezza del quadro normativo sono indispensabili per evitare che il piano rimanga sulla carta e che le acque depurate continuino a essere scaricate a mare inutilmente;
– è compito della politica fare da regista, da facilitatore e da garante dell’equilibrio istituzionale, affinché le varie competenze coinvolte possano cooperare efficacemente;

SOTTOLINEATO che:
– l’uso improprio e permanente dello scarico marino, senza previa verifica di alternative sostenibili, configura uno spreco ambientale, economico e strategico per il territorio;
– il riuso irriguo delle acque depurate non è una utopia, ma una strada percorribile, inclusa nella legislazione europea e nazionale, che molte regioni italiane stanno già esplorando con successo;
– il progetto di Porto Torres può costituire un esempio virtuoso e visibile di economia circolare dell’acqua in Sardegna, con ricadute positive su agricoltura, ambiente, attrattività territoriale e immagine istituzionale;
– non è più accettabile che le lungaggini burocratiche, le conflittualità fra enti e la resistenza al cambiamento impediscano di dare gambe a un progetto dal potenziale strategico;

RITENUTO che:
– il Consiglio regionale debba assumere un impegno politico forte e coordinato per superare gli ostacoli attuali e sostenere concretamente l’iniziativa;
– sia opportuno promuovere la costituzione urgente di un tavolo istituzionale permanente, con partecipazione interistituzionale e tecnica, dedicato al riuso irriguo delle acque depurate nel sito di Porto Torres;
– sia indispensabile predisporre, con ENI Rewind e il Consorzio industriale, un protocollo d’intesa (MoU) di indirizzo per definire obiettivi, responsabilità, risorse e cronoprogramma del progetto pilota;
– la Regione debba attivare senza indugi le procedure per accedere ai fondi europei, nazionali e regionali disponibili per l’adeguamento impiantistico, la realizzazione della rete e il monitoraggio;
– ENI Rewind debba essere chiamata a un ruolo attivo nel progetto, come parte integrante delle compensazioni ambientali e come attore responsabile in ottica Environmental, social e governance (ESG);

ACCLARATO che la riuscita del progetto pilota potrà aprire la strada a una sperimentazione su scala regionale, con possibilità di estendere il modello ad altri territori soggetti a stress idrico,

impegna la Presidente della Regione affinché

1) promuova con urgenza la costituzione di un tavolo istituzionale permanente sul tema del riuso irriguo delle acque depurate del sito industriale e consortile di Porto Torres, con la partecipazione di: Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica; Regione Sardegna (Assessorati regionali dell’Ambiente, dell’Agricoltura e dell’Industria); Comune di Porto Torres; Città metropolitana di Sassari; ENI Rewind; Consorzio industriale provinciale di Sassari; Consorzio di bonifica della Nurra; Agenzia regionale per la protezione dell’ambiente della Sardegna (ARPAS); Università di Sassari (Dipartimento di agraria e di ingegneria ambientale);
2) promuova, d’intesa con ENI Rewind e il Consorzio industriale, la predisposizione di un protocollo d’intesa (MoU) che definisca obiettivi, cronoprogramma, responsabilità e risorse finanziarie necessarie per la realizzazione del progetto pilota;
3) attivi immediatamente le procedure per la ricerca e l’accesso ai finanziamenti disponibili a livello regionale, nazionale ed europeo, destinati a: adeguamento tecnologico degli impianti di depurazione per uso irriguo; realizzazione delle reti di distribuzione; sistemi di monitoraggio e controllo della qualità delle acque;
4) richieda ad ENI Rewind la partecipazione attiva al progetto come parte delle compensazioni ambientali dovute al territorio e come investimento strategico in linea con i principi ESG e la responsabilità sociale d’impresa;
5) sostenga in modo unitario e condiviso tale iniziativa in tutte le sedi istituzionali, affinché Porto Torres diventi il primo comune sardo “pilota” ad attuare concretamente un modello di riuso irriguo integrato, a beneficio del territorio, dell’agricoltura e dell’ambiente.

Cagliari, 5 novembre 2025

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