Cagliari, 21 ottobre 2025 – “Una proposta multi-livello che combini sicurezza, rigenerazione sociale, prevenzione sanitaria, supporto genitoriale”. E’ questa la proposta della Garante regionale per l’infanzia e l’adolescenza Carla Puligheddu per contrastare il disagio giovanile che, a Cagliari ma anche nell’intera isola, sta generando fenomeni di violenza, tra gli adolescenti, sempre più gravi. Per Carla Puligheddu da un’analisi approfondita emerge che il disagio dei più giovani è strettamente correlato anche allo spaccio e all’abuso di alcool. Un fenomeno da osservare attentamente per trovare, con la massima urgenza, un metodo unico che possa arginare questi fatti. Dallo studio della Garante, che prende in esame “il caso Cagliari” dopo i recentissimi fatti di cronaca, è chiaro che le azioni di contrasto ci sono ma esistono “buchi neri” nel sistema dovuti al fatto che mancano le sinergie, che le tempistiche sono tardive, che gli interventi sono ancora isolati e non coordinati da un piano strategico mirato ed efficace. Non basta, dunque, agire in solitudine ma occorre interagire, collaborare, perché la responsabilità è di tutti, nessuno escluso. La garante fa appello a tutti i soggetti coinvolti, affinché le misure repressive non siano le sole da proporre nelle emergenze ma siano anch’esse proporzionate a quelle dell’efficientamento dei servizi sanitari, innanzitutto, e parallelamente ad interventi educativi, formativi e preventivi. Tra le carenze evidenziate la mancanza cronica di neuropsichiatri infantili e il numero insuffiente dei servizi territoriali di prevenzione della salute mentale, di ascolto qualificato e gratuito. Questo comporta – scrive Puligheddu – inaccettabili ritardi nelle diagnosi che compromettono l’intercettazione precoce di disturbi come l’autismo o la depressione, che sono spesso correlati al ritiro sociale volontario (Hikikomori) e alla violenza.