CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Interrogazione n. 262/A
INTERROGAZIONE SORGIA, con richiesta di risposta scritta, sulla mancanza di indicazioni da parte della Regione in merito alla gestione del trattamento di fine rapporto (TFR) degli assistenti familiari impiegati nei piani personalizzati di cui alla legge 21 maggio 1998, n. 162 (Modifiche alla legge 5 febbraio 1992, n. 104, concernenti misure di sostegno in favore di persone con handicap grave) e nel programma “Ritornare a casa plus”.
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Il sottoscritto,
PREMESSO che:
– con nota prot. n. 616 del 3 aprile 2025, l’Ispettorato nazionale del lavoro ha chiarito l’illegittimità dell’anticipazione mensile in busta paga delle quote di trattamento di fine rapporto (TFR), prassi fino a oggi molto diffusa nel settore del lavoro domestico, compresi colf, badanti e assistenti familiari;
– tale prassi è particolarmente diffusa in Sardegna nell’ambito dei progetti di assistenza domiciliare finanziati dalla Regione attraverso i piani personalizzati di cui alla legge n. 162 del 1998 e il programma “Ritornare a casa plus”, che coinvolgono migliaia di famiglie e persone con disabilità grave e gravissima;
CONSIDERATO che:
– i contratti di lavoro relativi agli assistenti familiari impiegati nei suddetti piani regionali spesso prevedevano l’erogazione mensile del TFR direttamente in busta paga, pratica ora considerata illegittima e sanzionabile;
– la normativa nazionale (articolo 2120 del codice civile e CCNL del lavoro domestico) prevede ora solo due possibilità per l’erogazione del TFR: in forma di anticipazione su richiesta del lavoratore (entro certi limiti) oppure al termine del rapporto di lavoro;
– i fondi regionali destinati al finanziamento dei progetti non prevedono meccanismi di accantona-mento specifici per il TFR né modalità di gestione e rendicontazione che rispettino i nuovi vincoli normativi;
– questa situazione sta generando confusione e gravi rischi contabili e giuridici per le famiglie, che rischiano di vedersi contestare l’erogazione illegittima del TFR, oppure di dover far fronte in proprio all’intero pagamento del TFR alla cessazione del rapporto, in assenza di risorse pubbliche dedicate;
– le amministrazioni comunali incaricate della gestione e rendicontazione dei fondi hanno già sollevato forti dubbi e difficoltà operative in assenza di chiare linee guida da parte della Regione;
RILEVATO che:
– non risultano, ad oggi, atti ufficiali della Regione che forniscano indicazioni aggiornate, uniformi e operative in merito alla gestione del TFR nei progetti di assistenza finanziati con fondi pubblici regionali;
– l’assenza di tali direttive genera incertezza e disuguaglianze applicative sul territorio, compromettendo la tutela dei diritti dei lavoratori, la regolarità amministrativa dei piani personalizzati e la serenità delle famiglie beneficiarie,
chiede di interrogare il Presidente della Regione e l’Assessore regionale dell’igiene e sanità e dell’assistenza sociale per sapere:
1) se siano a conoscenza delle nuove disposizioni normative relative alla liquidazione del TFR e delle ricadute operative sulla gestione dei Piani personalizzati di cui alla legge n. 162 del 1998 e “Ritornare a casa plus”;
2) per quali ragioni, a oltre quattro mesi dalla nota dell’Ispettorato nazionale del lavoro, non siano ancora state fornite linee guida ufficiali ai comuni e agli utenti interessati;
3) se non si ritenga urgente e prioritario intervenire con l’adozione di una direttiva regionale che:
– definisca le modalità corrette di accantonamento e rendicontazione del TFR nel rispetto della normativa nazionale;
– preveda un adeguamento dei contributi erogati per coprire anche i costi derivanti dal TFR maturato;
– eviti che l’onere economico o le responsabilità amministrative ricadano impropriamente sulle famiglie;
4) quali azioni intenda intraprendere la Giunta regionale per garantire la continuità e la regolarità dei progetti di assistenza domiciliare personalizzata, a tutela delle persone con disabilità grave e delle loro famiglie.
Cagliari, 8 agosto 2025