CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XVII Legislatura
Mozione n. 54
TRUZZU – SORGIA – ARONI – CERA – FLORIS – MASALA – MELONI Corrado – MULA – PIGA – RUBIU – SCHIRRU – TUNIS – USAI, sulla necessità urgente di avviare tutte le azioni politiche, sociali e diplomatiche affinché si arrivi quanto prima a una soluzione negoziata tra Israele e i rappresentanti palestinesi per la cessazione dei combattimenti, la pace e la ricostruzione di Gaza.
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IL CONSIGLIO REGIONALE
PREMESSO che:
– il 18 marzo 2025 si è interrotto il cessate il fuoco nella Striscia di Gaza in vigore dal 19 gennaio 2025 e frutto dell’accordo tra Israele e Hamas a conclusione di un complesso negoziato mediato da Egitto, Qatar e Stati Uniti. Un accordo in tre fasi, la prima delle quali, conclusasi il 1° marzo 2025, ha previsto una tregua di 42 giorni, durante i quali è avvenuto il graduale rilascio dei primi 33 ostaggi ancora nelle mani di Hamas, il rilascio di centinaia di detenuti palestinesi reclusi nei penitenziari israeliani e un graduale inizio del ritiro delle forze israeliane dalle aeree popolate della Striscia di Gaza verso una “zona cuscinetto” lungo il confine della Striscia;
– lo stallo nelle trattative per la definizione delle successive fasi dell’accordo e la ripresa dei combattimenti nella Striscia di Gaza, con l’ulteriore aggravarsi della situazione della popolazione civile, suscita fortissima preoccupazione;
– gli attacchi terroristici di Hamas contro inermi cittadini israeliani del 7 ottobre 2023 hanno innescato una spirale di inaudita violenza, che sta causando migliaia di vittime e una crisi umanitaria senza precedenti nella Striscia di Gaza;
– rimane prioritario affrontare l’emergenza umanitaria del popolo palestinese e le sue legittime aspirazioni a poter vivere in pace in un proprio Stato, così come è necessario tutelare l’altrettanto legittima aspirazione alla sicurezza di Israele;
– l’Italia fin dall’11 marzo 2024 ha attivato il progetto “Food for Gaza”, in collaborazione con l’Organizzazione delle Nazioni Unite per l’alimentazione e l’agricoltura (Fao), il Programma alimentare mondiale (Pam) e la Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa (Ficross), per facilitare la fornitura di aiuti alla popolazione palestinese;
– il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale italiano è in stretto contatto con le autorità di Gerusalemme e di Ramallah per accelerare i tempi di ingresso degli aiuti a Gaza e far sì che i beni di prima necessità diretti alla popolazione civile possano giungere a destinazione senza passare attraverso le strutture gestite direttamente o indirettamente da Hamas;
– attualmente, dopo 19 mesi di guerra tra Israele e Hamas, sul tavolo risultano presenti due piani per un riavvio delle trattative per il futuro della Striscia: uno proposto dall’Amministrazione statunitense del Presidente Trump e quello approvato il 3 marzo 2025 al Cairo dalla Lega Araba. Quest’ultimo piano prevede uno stanziamento di 53 miliardi di dollari per la ricostruzione di Gaza, evita qualsiasi forma di trasferimento forzato dei palestinesi e stabilisce una fase di transizione della governance della Striscia della durata di sei mesi nei quali la gestione dell’area sarebbe affidata a un comitato palestinese indipendente e composto di tecnici, operante sotto l’ombrello dell’Autorità nazionale palestinese (Anp). Secondo il documento finale del vertice, tale entità non dovrebbe avere legami con alcuna fazione politica e sarebbe incaricata di supervisionare gli aiuti e amministrare il territorio in vista del ritorno dell’Autorità nazionale palestinese a Gaza. Egitto e Giordania sarebbero incaricati di addestrare le forze di sicurezza palestinesi sotto la guida dell’Autorità nazionale palestinese;
– contribuirebbe notevolmente, altresì, ad abbassare le tensioni regionali il progressivo allargamento della rete degli Accordi di Abramo, su impulso dell’Amministrazione statunitense, in particolare all’Arabia Saudita, con il possibile coinvolgimento di Riyadh nel mantenimento della sicurezza nella Striscia di Gaza;
– avrebbe ripercussioni positive sullo sviluppo regionale e, quindi, sulla ricostruzione delle aree devastate dai recenti combattimenti anche il successo del progetto Imec, che collegherebbe l’Indo-Pacifico al Mediterraneo proprio attraversando il Medio Oriente;
– il Governo italiano sostiene la proposta dell’Egitto per la ricostruzione della Striscia di Gaza, appoggiata anche da tutti i Paesi arabi, mantenendo fermo l’obiettivo “due popoli, due Stati” in Medio Oriente;
– il 25 marzo 2025 e nei giorni successivi si sono registrate diverse manifestazioni nel Nord della Striscia di Gaza, a Beit Lahiya, Gaza City e Kahn Younis, per poi diffondersi anche a Deir al-Balah, nel centro di Gaza, che hanno evidenziato una crescente avversione nei confronti di Hamas. Tra i temi delle proteste, oltre alla richiesta che ai gazawi sia concesso di vivere e di avere accesso al cibo, vi erano la fine della guerra, delle morti, degli sfollamenti e delle minacce di espulsione e la richiesta che Hamas lasci il Governo della Striscia;
– il 23 aprile 2025 a Ramallah il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, Abu Mazen, nel corso dell’ottantaduesima sessione del Consiglio centrale dell’Autorità nazionale palestinese, ha apostrofato i capi di Hamas con epiteti ingiuriosi (“figli di cani”), ritenendoli co-responsabili della morte di centinaia di persone a causa della loro ostinazione nel non volere rilasciare gli ostaggi israeliani ancora nelle loro mani. Abu Mazen ha, inoltre, invitato Hamas a lasciare il potere e a deporre le armi, a trasformarsi in partito politico e a dialogare con Fatah;
– dal 2006, quando Hamas vinse le elezioni per eleggere il Consiglio legislativo palestinese, è nata una forte contrapposizione con Fatah, il partito arrivato secondo e che aveva espresso fino a quel momento il Presidente dell’Autorità nazionale palestinese, che ha portato nel 2007 alla guerra civile di Gaza, con la conseguente divisione del Governo palestinese (con Hamas nella Striscia di Gaza e Fatah in Cisgiordania) mai ricomposta;
– diversi Stati europei hanno riconosciuto la Palestina come Stato indipendente (da ultimo, il 28 maggio 2024 Spagna, Irlanda e Norvegia e il 4 giugno 2024 la Slovenia), ritenendo che ciò potrebbe favorire la soluzione “dei due Stati” e rafforzerebbe le forze palestinesi moderate. Altri Governi occidentali, tra i quali Germania, Francia, Stati Uniti, Regno Unito ed Italia, ritengono che un tale atto debba essere ricompreso all’interno di una più ampia serie di azioni volte a porre fine al conflitto israelo-palestinese e a raggiungere la soluzione dei due Stati;
– nella seduta del 28 gennaio 2025 l’Assemblea della Camera dei deputati ha votato diversi atti di indirizzo al Governo in merito al conflitto in corso a Gaza e agli obblighi di cooperazione e assistenza giudiziaria nei confronti della Corte penale internazionale;
– tra queste la mozione n. 1-00387 (Nuova formulazione) ha impegnato il Governo italiano, fra l’altro, a lavorare in tutte le sedi internazionali affinché si pervenga alla costruzione di un’architettura regionale in cui siano garantiti la sicurezza di Israele e i diritti del popolo palestinese, con l’obiettivo della soluzione dei “due popoli, due Stati” in cui due Paesi democratici, Israele e Palestina, possano vivere fianco a fianco in pace all’interno di confini sicuri e riconosciuti e che sarà all’interno di tale quadro negoziale complessivo che andrà collocato il riconoscimento dello Stato palestinese da parte dell’Italia;
– l’Assemblea parlamentare italiana ha, altresì, respinto specifici punti contenuti nei dispositivi di alcune mozioni (n. 1-00370 e n. 1-00375) volti ad impegnare il Governo nel riconoscimento dello Stato di Palestina;
– il 21 novembre 2024, la Prima camera preliminare della Corte penale internazionale ha emesso due mandati di arresto per il Primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu e l’ex Ministro della difesa Yoav Gallant per presunti crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi tra l’8 ottobre 2023 e il 20 maggio 2024, in relazione all’operazione militare condotta nella Striscia di Gaza dopo il 7 ottobre 2023. Per la Corte penale internazionale, Netanyahu e Gallant avrebbero violato il diritto internazionale umanitario, impedendo che aiuti umanitari giungessero alla popolazione della Striscia di Gaza. Contestualmente, è stato emesso un mandato d’arresto anche a carico del comandante dell’ala militare di Hamas, Mohammed Diab Ibrahim al-Masri, per crimini contro l’umanità e crimini di guerra commessi sul territorio dello Stato di Israele e nella Striscia di Gaza a partire almeno dal 7 ottobre 2023. L’esercito israeliano, tuttavia, già il 1° agosto 2024 aveva annunciato la morte dell’esponente di Hamas a seguito di un’azione militare nei pressi di Khan Yunis del 13 luglio 2024, notizia in seguito confermata il 30 gennaio 2025, dal portavoce delle Brigate al-Qassam. Il 26 febbraio 2025, su richiesta del procuratore, la Prima camera preliminare ha archiviato il caso nei confronti di Mohammed Diab Ibrahim al-Masri alla luce delle evidenze raccolte sul suo verosimile decesso;
– il 24 aprile 2025 la Camera d’appello della Corte penale internazionale ha stabilito che la questione della competenza giurisdizionale sui mandati di arresto contro il Primo ministro e l’ex Ministro della difesa israeliani dovrà essere riesaminata. Il dossier è stato rinviato ai giudici della Prima camera preliminare che dovranno rivalutare la questione centrale: se la Corte penale internazionale abbia effettivamente giurisdizione sul caso, anche tenendo conto del fatto che Israele non ha firmato lo Statuto di Roma, base legale dell’attività della Corte. La Prima camera preliminare aveva respinto, ritenendola prematura, la contestazione sollevata da Israele riguardante la giurisdizione della Corte, ai sensi dell’articolo 19(2) dello Statuto di Roma, in relazione al procedimento contro Netanyahu e Gallant. La Camera d’appello, invece, ai sensi dell’articolo 82(1)(a) dello Statuto di Roma, ha giudicato ammissibile il ricorso di Israele, ritenendo che la Camera preliminare abbia effettuato un errore di diritto nella misura in cui non ha sufficientemente valutato le argomentazioni addotte da Israele;
– la Camera d’appello non si è pronunciata, invece, sulla richiesta di Gerusalemme di sospendere i mandati di arresto fintantoché la questione della giurisdizione sia ancora in discussione, affermando che tale valutazione spetta alla Prima camera preliminare;
CONSIDERATO che:
– con mozione approvata in data 24 ottobre 2024, il Consiglio regionale ha ufficialmente riconosciuto lo Stato di Palestina;
– la soluzione “due Popoli – due Stati” è riconosciuta come l’unico scenario possibile per garantire una convivenza pacifica, basata sul reciproco riconoscimento del diritto all’esistenza e all’autodeterminazione;
– la Sardegna, per posizione geografica, storia e tradizione di accoglienza, è naturalmente vocata al dialogo e alla promozione della pace nel Mediterraneo,
impegna la Presidente della Regione e la Giunta regionale a:
1) esprimere sostegno alle attività già avviate dal Governo italiano e rivolgere appello allo stesso, affinché prosegua nell’opera di sostegno, già avviata insieme ai partner europei e internazionali, nella ricerca di ogni tentativo di soluzione negoziata tra Israele e i rappresentanti palestinesi, anche a partire dal piano predisposto dai Paesi arabi, per la stabilizzazione e la ricostruzione di Gaza e per consolidare in modo permanente la cessazione delle ostilità, anche nell’ottica di rilanciare un processo politico verso una pace giusta e duratura in Medio Oriente, basata sulla soluzione dei due Stati, con Israele e uno Stato di Palestina che vivano fianco a fianco in pace e sicurezza, all’interno di confini mutualmente riconosciuti;
2) chiedere al Governo italiano di continuare a lavorare affinché le parti, nel rispetto del diritto internazionale umanitario e della legalità internazionale, giungano all’immediata cessazione dei combattimenti, alla liberazione degli ostaggi ancora nelle mani di Hamas, al ripristino delle condizioni che consentano l’assistenza umanitaria alla popolazione civile di Gaza;
3) invitare il Governo italiano a persistere nell’attività diplomatica affinché le autorità israeliane autorizzino l’ingresso dei camion di “Food for Gaza” nella Striscia, consentendo agli aiuti alimentari e ai beni di prima necessità di raggiungere, senza l’intermediazione di Hamas, la popolazione palestinese che sta soffrendo da troppo tempo le conseguenze di questi mesi di guerra;
4) incoraggiare e sostenere direttamente e tramite il Governo italiano l’allargamento della rete degli Accordi di Abramo, nonché la realizzazione dell’Imec, che interesserebbe anche il nostro Paese;
5) ripristinare i fondi dedicati alla cooperazione internazionale e istituire una specifica linea di intervento rivolta alla Palestina, con la finalità di realizzare progetti di cooperazione con le realtà umanitarie e civili palestinesi, con particolare attenzione a quelle attive nei settori della salute, dell’istruzione e della tutela dell’infanzia e destinando a tali finalità risorse specifiche di bilancio.
Cagliari, 30 giugno 2025