La Commissione “Attività Produttive” del Consiglio regionale ha approvato in mattinata, con i voti della maggioranza e l’astensione dei consiglieri di opposizione, il disegno di legge n.240 proposto dall’assessora all’Agricoltura Gabriella Murgia. Nelle prossime settimane il provvedimento sarà all’attenzione dell’Aula per l’approvazione definitiva.
Soddisfatta l’assessora Murgia che ha illustrato alla Commissione gli obiettivi del disegno di legge: «Puntiamo a una revisione integrale del Comitato tecnico e consultivo per la pesca attualmente disciplinato da una legge del 1963. La mia proposta prevede l’abrogazione della vecchia normativa, ormai superata, e l’istituzione di un nuovo Comitato». L’organismo sarà nominato dal presidente della Regione su proposta dell’assessore all’Agricoltura e rimarrà in carica per cinque anni. Saranno adeguatamente rappresentati al suo interno tutti gli enti e i soggetti che si occupano di pesca e acquacoltura. I componenti svolgeranno i loro compiti a titolo gratuito.
Via libera da parte della Commissione anche al parere sulla delibera della Giunta che stanzia circa 11 milioni di euro a favore dei Consorzi di Bonifica per l’abbattimento dei costi dell’energia elettrica.
Albergo nautico diffuso
Nel corso della seduta odierna, il parlamentino presieduto da Piero Maieli ha proseguito l’esame della proposta di legge n.241 presentata dai consiglieri del Psd’Az per il riconoscimento dell’albergo nautico diffuso. Obiettivo della legge: favorire lo sviluppo di un turismo autonomo, capace di attrarre flussi aggiuntivi rispetto a quelli della ricettività tradizionale. La Commissione ha ascoltato i rappresentanti di Confindustria, Assohotel, Assonautica e Rete dei Porti. Tutti, pur con qualche distinguo, hanno espresso giudizi positivi sull’iniziativa del Psd’Az.
«L’albergo nautico è un nuovo modo di concepire l’accoglienza – ha detto il vice presidente di Confindustria Nord Sardegna Giovanni Conoci – in Europa ci sono altri paesi che da tempo hanno puntato su questo settore. La punta di diamante è rappresentata dalla Croazia che mette in campo circa 6000 imbarcazioni destinate al turismo esperienziale. Grazie a questo, circa 50mila persone entrano in Croazia ogni settimana nella stagione estiva e primaverile. In Sardegna le barche impegnate sono circa 300. C’è evidentemente ancora molto da fare. Questa legge rappresenta un buon punto di partenza. L’obiettivo è arrivare a una quota di 1000 barche, un numero che garantirebbe un giro d’affari di 150 milioni di euro all’anno».
Favorevole a un intervento normativo anche il presidente di Assohotel Carlo Amaduzzi: «Le presenze in Sardegna sono ancora poche. L’Isola ha tante potenzialità, ben vengano tutte le iniziative che cercano di individuare nuove forme di accoglienza». Secondo Amaduzzi le buone intenzioni rischiano però di scontrarsi contro la carenza di servizi nei porti sardi: «Di questo occorre tener conto – ha sottolineato il presidente di Assohotel – il gap infrastrutturale rappresenta un limite».
Anche per il presidente di Assonautica Italo Senes la proposta di legge va nella giusta direzione: «Il settore ha grandi potenzialità economiche, occorre ora dargli valenza e assicurare servizi adeguati ai turisti che decidono di trascorrere le vacanze in barca». Senes ha poi suggerito alla Commissione un’integrazione alla legge: «Chi legifera deve tener conto della tutela del mare e dell’ambiente in generale. Sarebbe opportuno prevedere nelle imbarcazioni la presenza obbligatoria dei tank di raccolta delle acque nere in ogni servizio igienico con adeguate strutture di collegamento per lo scarico nei serbatoi dei porti turistici».
Più articolato, infine, l’intervento del rappresentante legale della Rete dei Porti Franco Cuccureddu: «Purtroppo la Sardegna è in ritardo – ha detto Cuccureddu – alcuni anni fa il Consiglio decise di stralciare la parte delle professioni turistiche e del turismo nautico dalla legge approvata nella XIV legislatura. Molte di quelle proposte sono ancora attuali. Bisogna adesso capire che cosa si vuol fare, varare una riforma complessiva o intervenire solo su alcuni punti».
Il rappresentante della Rete dei Porti ha poi invitato la Commissione a chiarire alcuni aspetti: «Se l’obiettivo è favorire il noleggio delle imbarcazioni si sappia che questo settore è già disciplinato da leggi nazionali, altro discorso invece se si parla di house boat, fenomeno molto diffuso in Florida. Quella delle case galleggianti è un’idea che sta prendendo corpo anche in alcuni paesi europei. In questo caso però occorrerà definire bene le competenze che investono inevitabilmente anche la materia urbanistica».