Mozione n. 89

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Mozione n. 89

ZEDDA Massimo – ORRÙ – CADDEO – AGUS – LOI – PIU – SATTA Gian Franco – STARA – COMANDINI – GANAU – MORICONI – PISCEDDA – CORRIAS – DERIU – MELONI – PIANO – LAI – COCCO sulla ferma condanna della campagna militare della Turchia contro le popolazioni curde al confine nord-est della Siria.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
– dopo giorni di annunci, e trattative diplomatiche e dopo aver schierato 5.000 soldati al confine, la Turchia ha iniziato le operazioni militari nell’area del nord-est della Siria, causando decine di morti e feriti, anche tra i civili, numeri destinati ad aumentare drammaticamente;
– tra le vittime, oltre ai civili e i militari impegnati, si contano già diversi giornalisti attivisti, tra i quali Hevrin Khalaf, impegnata per la difesa dei diritti umani e dei più deboli, uccisa in un agguato con i suoi accompagnatori mentre si recava a una riunione con altri attivisti del suo partito, trascinata fuori dalla sua vettura e lapidata per strada dalle milizie di ispirazione jihadista che combattono a favore di Ankara;

RICORDATO che:
– il popolo curdo è uno dei più grandi gruppi etnici senza uno Stato, sparso su un territorio montagnoso tra la Turchia, Siria, Iraq e Iran. Dallo scoppio della rivolta contro il regime siriano, nel marzo 2011, il Rojava, così come i curdi siriani (il 10 per cento della popolazione) chiamano la zona dove abitano nel nord est della Siria, è divenuto di fatto autonomo e oggi è diventato l’obiettivo della campagna militare turca, volta a creare una fascia di sicurezza a ridosso del confine;
– uno dei moti che ripetono i curdi è “Non abbiamo amici, se non le montagne”, riferendosi alla lunga serie di tradimenti che hanno dovuto subire nel Novecento. La storia dei curdi è scandita dalla lotta per il riconoscimento della propria identità nazionale e dai continui torti inflitti dai vari alleati che si sono susseguiti negli anni a partire dal disconoscimento del Trattato di Sèvres, che ha dato origine ad una serie di rivolte per difendere l’identità nazionale che, nei decenni successivi, ha visto il popolo curdo sopportare ogni tipo di repressione e violenza;
– nonostante i tradimenti e le repressioni subite, nel giugno del 2014, le milizie curdo-irachene divennero l’unico baluardo contro l’offensiva dell’Isis in Iraq e, quando gli Usa si misero alla guida di una coalizione internazionale contro l’affermarsi dello Stato islamico in Siria, i curdi hanno combattuto in maniera efficace come unica forza di terra, pagando un alto tributo di sangue;
– nel 2017, i curdi iracheni si resero protagonisti della liberazione di Mosul, la roccaforte irachena dell’Isis e, in Siria, le milizie curdo-siriane, la spina dorsale della coalizione voluta dagli Usa (le Sdf), furono protagoniste della riconquista di Raqqa, capitale dello Stato islamico. In seguito i curdi siriani estesero il loro controllo su un territorio pari a un quarto della Siria, compresi i pozzi petroliferi in mano al regime di Damasco fino al 2012;
– le dichiarazioni espresse a fini elettorali dal Presidente Trump, e le conseguenti azioni volte a riportare in patria i militari impegnati nella fascia di sicurezza al confine tra Siria e Turchia, hanno sostanzialmente dato il via libera all’azione militare turca, determinando l’ennesimo tradimento ai curdi.

RILEVATO che i bombardamenti hanno già causato la fuga di quasi 800 affiliati dell’Isis, compresi tantissimi foreign fighters, che ora potrebbero essere in grado di ricomporre il loro esercito, minacciando il mantenimento dei risultati raggiunti fino ad oggi nella lotta contro l’Isis, grazie anche al sacrificio dei curdi, mettendo conseguentemente in pericolo la sicurezza di tutto l’Occidente;

EVIDENZIATO che;
– nei territori governati dai curdi, nel nord est della Siria, è stata adottata una costituzione di stampo democratico, pluralista, ecologista, femminista e liberale, conquista che ora viene messa in pericolo dall’azione militare turca;
– lasciare le cittadine e i cittadini curdi al proprio destino, oltre a dare il via libera a un massacro collettivo, si rivelerebbe un imperdonabile errore geopolitico in una regione già martoriata da una guerra infinita, dove milioni di esseri umani patiscono sofferenze indicibili;
– le guerre e le persecuzioni sono tra le principali cause che spingono milioni di persone a migrare e a sfidare i rischi del mare con ogni mezzo, anche il più insicuro, alla ricerca di un futuro migliore per sé e i propri figli;

RITENUTO che:
– la Sardegna non può restare indifferente a ciò che sta accadendo, considerata la sua centralità nel Mediterraneo, crocevia di chi, di fronte a guerre, distruzione e miseria, scappa per garantirsi una vita più dignitosa, attraversando mari e deserti, subendo ogni tipo di angherie e torture;
– l’operazione militare turca in Siria è una questione che ci riguarda da vicino, sia geograficamente che umanamente e contribuisce a destabilizzare ulteriormente un’area geopolitica esplosiva,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

ad attivarsi presso il Governo italiano per promuovere in tutte le sedi, dall’Unione europea al Consiglio d’Europa fino alla Nato, la ferma condanna e la cessazione degli attacchi della Turchia contro la popolazione curda in Siria, l’attivazione di tutte le misure a ciò necessarie, quali il blocco del trasferimento alla Turchia di qualsiasi tipo di armamento, l’immediato richiamo dell’ambasciatore, l’adozione di apposite sanzioni economiche fino all’interruzione dei rapporti commerciali.

Cagliari, 17 ottobre 2019

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