Interpellanza n. 30/A

CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA

XVILegislatura

Interpellanza n. 30/A

MELE – GIAGONI – SAIU – CANU – PIRAS – ENNAS – MANCA Ignazio circa l’urgenza di verificare le misure adottate per il contenimento dei Corvidi e la tutela delle colture dall’assalto delle cornacchie nel territorio regionale con particolare riferimento alle aree dell’Oristanese e del Medio Campidano.

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I sottoscritti,

premesso che:
– la stampa locale e regionale riportano quotidianamente allarmanti notizie riguardo i danni provocati dai corvidi che hanno ormai preso d’assalto le colture stagionali;
– le cornacchie colpiscono principalmente le ortive in pieno campo coltivate prevalentemente in irriguo nel periodo che va da inizio primavera sino ad autunno inoltrato;
– le colture maggiormente colpite sono le cucurbitacee in particolare anguria, melone, pomodoro, zucchine, fava da consumo fresco;

atteso che:
– la cornacchia è inclusa nell’Allegato II della direttiva 2009/147/CE “Uccelli selvatici” ed è pertanto cacciabile in diversi Paesi membri dell’Unione europea (Italia compresa);
Рin Sardegna la specie ̬ cacciabile, ma non sono note informazioni sul prelievo annuale;
– la specie non sembra riscuotere un particolare interesse presso il mondo venatorio isolano, ma viene generalmente abbattuta durante l’attività di caccia in quanto ritenuta dannosa alle colture agricole, alla selvaggina stanziale (specialmente Pernice sarda) e persino agli allevamenti ovini;
– i danni agli allevamenti sono stati lamentati anche da alcuni pastori, i quali sostengono che gli agnelli appena nati sarebbero aggrediti da cornacchie che ne beccherebbero gli occhi e la lingua, provocandone la morte o rendendone necessario l’abbattimento forzato;

rilevato che, non è nota la rilevanza di questa causa di mortalità sulla produzione degli allevamenti sardi;

rilevato inoltre che la programmazione del contenimento dei Corvidi, fondamentale nelle campagne non solo oristanesi, bensì regionale, teso ad evitare i gravissimi danni recati dalla specie alle coltivazioni primaverili ed estive, negli ultimi anni non ha riscosso gli esiti attesi in quanto la lotta impari con una fauna selvatica cresciuta in modo esponenziale pone a rischio il lavoro e la produttività dei campi;

acquisiti maggiori dettagli dalla Coldiretti che ha più volte denunciato una situazione spesso fuori controllo, con l’evidente alterazione dell’equilibrio fondante tra ambiente e attività produttive che occorre ripristinare;

rilevato che, secondo quanto affermato dal presidente di Coldiretti Oristano e dal vice direttore in un recente articolo pubblicato sui quotidiani regionali, il Piano operativo provinciale di controllo della cornacchia grigia per il prossimo triennio, pur andando nella direzione da loro auspicata, risente di alcune criticità rilevanti, come ad esempio la mancata attuazione del censimento delle specie;

vista la normativa vigente, nazionale e regionale, di seguito elencata:
– articolo 117 della Costituzione, lettera s), tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali, fermo restando la concorrenza legislativa in materia di protezione civile; governo del territorio, valorizzazione beni culturali e ambientali;
– legge 11 febbraio 1992, n. 157 (Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio) che all’articolo 1 bis precisa: “Lo Stato, le regioni e le province autonome, senza nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica, adottano le misure necessarie per mantenere o adeguare le popolazioni di tutte le specie di uccelli di cui all’articolo 1 della direttiva 2009/147/CE del Parlamento europeo e del Consiglio, del 30 novembre 2009, ad un livello corrispondente alle esigenze ecologiche, scientifiche, turistiche e culturali, tenendo conto delle esigenze economiche e ricreative e facendo in modo che le misure adottate non provochino un deterioramento dello stato di conservazione degli uccelli e dei loro habitat, fatte salve le finalità di cui all’articolo 9, paragrafo 1, lettera a), primo e secondo trattino, della stessa direttiva”;
– la legge 6 febbraio 2006, n. 66 “Adesione della Repubblica italiana all’Accordo sulla conservazione degli uccelli acquatici migratori dell’Africa”;
– il decreto del Ministro dell’ambiente e della tutela del territorio e del mare del 17 ottobre 2007, n. 184 (Criteri minimi uniformi per la definizione di misure di conservazione relative a Zone speciali di conservazione (ZSC) e a Zone di protezione speciale (ZPS)), e successive modifiche e integrazioni;
– la “Direttiva uccelli” 2009/147/CE del 30 novembre 2009 concernente la conservazione degli uccelli selvatici che ha sostituito la direttiva 79/409/CEE;
– la “Guida alla disciplina della caccia nell’ambito della direttiva 79/409/CEE sulla conservazione degli uccelli selvatici”, redatta dalla Commissione europea;
– la legge regionale 29 luglio 1998, n. 23, recante “Norme per la protezione della fauna selvatica e per l’esercizio della caccia in Sardegna”, e successive modifiche e integrazioni, in relazione alla quale le amministrazioni provinciali sono tenute ad accertare, stimare e liquidare, a seguito di regolare domanda di indennizzo, i danni alle colture provocati dalla fauna selvatica;
– la carta delle vocazioni faunistiche adottata con deliberazione della Giunta regionale n. 42/15 del 4 ottobre 2006 e i successivi aggiornamenti;

vista la deliberazione della Giunta regionale n. 33/28 del 10 giugno 2016 avente per oggetto “Commissioni di abilitazione venatoria provinciali e Comitato regionale faunistico (legge regionale n. 23 del 1998). Indirizzi e modalità operative a seguito dell’approvazione della legge regionale 4 febbraio 2016, n. 2 “Riordino del sistema delle autonomie locali della Sardegna”;

visto il decreto dell’Assessore regionale della difesa dell’ambiente n. 16139/13 del 20 luglio 2018, recante: Calendario venatorio 2018/2019;

viste le proposte di calendario venatorio 2018/2019 trasmesse dalla Città metropolitana di Cagliari e dalle amministrazioni provinciali di Sud Sardegna, Oristano, Nuoro e Sassari;

considerato che il Comitato regionale faunistico nella seduta del 19 luglio 2018, relativamente alle osservazioni formulate dall’ISPRA, a maggioranza ha deliberato anche per la Cornacchia grigia;

visto il Piano di controllo della Cornacchia grigia (Corvus corone cornix) in Sardegna;

rilevato che l’obiettivo del progetto di controllo numerico della Cornacchia grigia è quello di:
– ridurre l’impatto su alcune colture agricole (in particolare Cucurbitacee, fagiolino e fava);
– salvaguardare la biodiversità riducendo l’impatto sul prelievo di uova dai nidi;

rilevato inoltre che, le indagini svolte forniscono lo spunto per agire su più fronti e attraverso diverse metodologie al fine di arrivare ad un controllo della specie;

considerato che il Piano prevede:
– metodi ecologici di prevenzione dei danni;
– l’indicazione del numero massimo di capi abbattibili; le conoscenze sullo stato delle popolazioni di Cornacchia grigia indicano che la specie non risulta minacciata e gode di un buono stato di conservazione con popolazioni con elevato numero di effettivi;
– mezzi e metodi di cattura;
– l’organizzazione di appositi corsi di formazione e abilitazione dei coadiutori a cura dell’amministrazione provinciale;
– il monitoraggio West nile disease (WND) in ottemperanza al decreto del direttore generale della sanità animale e dei farmaci veterinari del 3/6/2014 pubblicato sulla Gazzetta ufficiale R.I. n. 165/2014, che ha per oggetto “piano di sorveglianza nazionale per l’encefalomielite di tipo west nile (west nile disease)”;

atteso che tutte le province della Regione hanno adottato nel 2018 i rispettivi piani triennali sui quali, a seguito del monitoraggio successivo al primo anno, sono state apportate delle modifiche (relative all’anno 2019) al fine di garantire maggiore efficienza, non essendo le misure e le azioni previste e adottate nel 2018 sufficienti a tenere sotto controllo il fenomeno;

rilevato che non tutti i territori della Regione hanno provveduto ad adottare il Progetto per la realizzazione di censimenti faunistici previsti nel Piano operativo (PO) di limitazione dei danni da Cornacchia grigia,

chiedono di interrogare l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente e l’Assessore regionale dell’agricoltura e riforma agro pastorale per:
1) chiarire le ragioni della sospensione del Piano di contenimento delle cornacchie;
2) esplicitare le ragioni che hanno impedito di attivare interventi di urgenza atti a ridurre l’emergenza denunciata dal territorio regionale ed in particolare dall’Oristanese e Medio Campidano;
3) valutare, una volta ottenuti i dati richiesti, ogni possibile intervento affinché il problema possa trovare nell’immediato valido contenimento, fornendo al territorio regionale e alle aree maggiormente esposte le risposte opportune nel più breve tempo possibile.

Cagliari, 17 luglio 2019

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