Nota stampa
della seduta n. 190 antimeridiana del 17 aprile 1997

 


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Milia e quindi dell'on. Zucca.

In apertura di seduta il Presidente ha comunicato che il Consigliere Massimo Fantola è confluito nel Gruppo Misto dall'11 aprile 1997. Successivamente ha comunicato che, in ottemperanza a quanto previsto nell'ordine del giorno n. 87 del 6 marzo 1997, sono stati nominati componenti della Commissione d'inchiesta sull'EMSA i seguenti consiglieri: Berria, Cherchi, Falconi, Balletto, Granara, Lippi, Gianfranco Tunis, Giagu, Locci, Biggio, Pietro Fois, Balia, Murgia, La Rosa e Bonesu.
Ha poi comunicato che il Presidente della Giunta regionale, in applicazione dell'articolo 24 della legge regionale 7 gennaio 1997, n. 1, ha trasmesso l'elenco delle deliberazioni adottate dalla Giunta regionale nelle sedute del 5, 7, 14, 21 e 26 marzo 1997.

Sono state date quindi le comunicazioni riguardanti:

 


Prima dell'illustrazione delle diverse mozioni presentate sulla "vicenda Albania" l'onorevole Balia, intervenendo sull'ordine dei lavori, ha stigmatizzato il recente assassinio dell'esponente sindacale avvenuto in Ogliastra.
Il Capogruppo di PSFD ha ricordato, tra l'altro, l'opera e la figura di Franco Pintus, sindacalista della CGIL di grande spirito democratico, impegnato da anni nella lotta per il riscatto, la crescita civile e sociale della sua zona e dell'intera Sardegna.
Franco Pintus, ha aggiunto l'onorevole Balia, vittima di barbari assassini, ha pagato il suo tentativo di fare luce su tanti misteri, su tanti aspetti oscuri della vita, anche politica e sindacale, Ogliastrina. E' proprio in Ogliastra lo Stato deve far sentire la sua presenza, nel settore della giustizia, dell'ordine pubblico, nel decidere le iniziative necessarie per favorire la crescita economica e sociale di quella parte dell'Isola; per rimuovere le ragioni del malessere che gravano su quelle comunità.
In questi ultimi anni, ha detto ancora Balia, in Ogliastra, si sono infatti registrati attentati, agguati, sequestri, omicidi, episodi di violenza di ogni genere. E' necessario, quindi, un massiccio intervento, che la Regione deve sollecitare allo Stato.
Per approfondire gli aspetti diversi e nascosti sfociati in questo nuovo, barbaro, omicidio, l'onorevole Balia ha annunciato la propria intenzione di presentare una mozione sul preoccupante episodio di violenza.

 


Discussione della Mozione n. 113 sulla crisi albanese
ed il contegno dello Stato italiano e della Comunità Europea
e della
Mozione n. 115 sull'intervento italiano in Albania.

Prima di illustrare la mozione presentata dal Polo delle libertà sulla "tragedia" dell'Albania, l'onorevole Pittalis, Capogruppo di Forza Italia, ha sollecitato il presidente della Giunta Palomba "che non è presente sui banchi riservati all'esecutivo", a rispondere "con chiarezza" sullo stato di salute della maggioranza, dopo le dimissioni "annunciate dall'assessore pattista Paolo Fadda".
Su questi chiarimenti il gruppo di Forza Italia non "ha nessuna intenzione di transigere". "Se Fadda fa ancora parte della Giunta, ha aggiunto Pittalis, lo devono dire, così come devono dire se Fadda non è più espressione del Patto e, quindi, parte di questo esecutivo.
Pittalis, quindi, ha illustrato il documento presentato dal suo gruppo sulla vicenda dell'Albania, accusando di inefficienza l'attuale governo Prodi, con particolare riguardo per il sottosegretario Fassino. Questa missione, tra l'altro, è stata decisa da una maggioranza inesistente, grazie al "patriottismo" mostrato, anche in questa occasione, dai parlamentari del Polo.
L'oratore ha, inoltre, criticato pesantemente tutta l'impostazione politica seguita, anche in questa occasione, dal Governo nazionale, giudicato "inconcludente e senza maggioranza" come la stessa Giunta Palomba.
La vicenda albanese, comunque, non può essere trascurata ed ignorata ed anche la Sardegna deve farsi carico del dramma di questo popolo così vicino a quello italiano.
Pittalis, quindi, ha concluso il suo intervento sollecitando l'approvazione della mozione n. 113 da parte dell'intero Consiglio regionale.

La seconda mozione, sempre sull'intervento italiano in Albania, è stata illustrata dal primo firmatario, il sardista Bonesu. L'oratore ha stigmatizzato il fatto che si sia decisa una missione militare che appare come un intervento negli affari interni di un altro paese. In realtà si sono voluti salvaguardare interessi di italiani che hanno investito in Albania e che ben sapevano che quel Paese era privo di stabilità politica.
Non si può tollerare - ha detto Bonesu - che l'Italia, venendo meno alla sua vocazione pacifista abbia scelto una politica di occupazione militare di un altro Stato. Tutto ciò ci lascia preoccupati; anche il modo e le camarille con le quali si è arrivati al voto favorevole dei due rami del Parlamento devono lasciarci perplessi.
Stiamo scivolando - ha aggiunto Bonesu - verso situazioni dalle quali poi vien difficile tornare indietro. Il nostro è un Paese di pace e questa tradizione italiana avrebbe dovuto far riflettere più a lungo su una decisione così delicata.
Bonesu ha infine ricordato che probabilmente questa missione graverà il cittadino italiano di nuove tasse, ed ha concluso affermando che il Consiglio ha il dovere, quindi, di esprimere la propria opinione, stabilendo che il popolo albanese deve essere aiutato in altri modi, dandogli la possibilità di riscattarsi come nazione, come economia e come società.

Per l'on. Montis (R.C.) l'intervento dell'Italia in Albania ha precedenti che risalgono al 1909 e l'attuale classe dirigente italiana ha ripercorso le medesime strade. Se è ammissibile l'intervento umanitario, non è concepibile l'appoggio ad un Governo ed a uno Stato nel quale esistono molti dubbi.
Rivendicando l'orgoglio di essere comunista, Montis ha poi ricordato le guerra di liberazione in diverse zone del mondo, soffermandosi quindi sulla confusa situazione albanese nel quale si inserisce il corpo di spedizione italiano.
Probabilmente, ha proseguito Montis, l'obiettivo dell'intervento italiano è quello di tutelare gli interessi di quegli imprenditori italiani, onesti o avventurieri, che hanno cercato mano d'opera a basso costo. Ma perché non c'è l'ONU? E come mai i finanziamenti dell'Unione Europea ammontano a soli 4 miliardi, mentre l'Italia ne spenderà forse 400 o 500?
Qui sta l'origine del rifiuto di R.C. alla missione, ha concluso Montis, anticipando l'intenzione di votare la mozione Bonesu, ed invitando tutti i consiglieri a fare altrettanto.

La missione in Albania merita un esame attento e sereno anche da parte del Consiglio regionale, anche se il Consiglio non ha competenza in materia di politica estera. E' giusto, però, che l'Assemblea regionale si occupi di episodi e di problemi di così vasta importanza. L'onorevole Scano, del gruppo Progressista Federativo, illustrando la posizione del suo partito, ha sottolineato, quindi, la necessità di un "intervento umanitario" nelle vicine Albania, così come sollecitato dal Santo Padre e da molti altri uomini illustri.
Scano ha, inoltre, brevemente contestato il senso e le argomentazioni della mozione 115 ed ha respinto alcune delle "cose dette" dall'onorevole Pittalis, nell'illustrare la mozione del Polo. Il documento del Polo, tuttavia, propone una "visione corretta della vicenda".
Per queste ragioni Scano ha annunciato il voto contrario del suo gruppo alla Mozione 115 (Bonesu, Montis e più) e l'astensione sulla Mozione 113 (Pittalis, Masala, Amadu e più).

Se pur in ritardo, questo è un dibattito importante, ha affermato l'on. Marteddu (PPI), perché in questo modo si esprime la solidarietà dei sardi al popolo albanese. La missione italiana è un modo di esprimere questa solidarietà ad un popolo che deve avviare una seria e civile ricostruzione economica e sociale.
Per Marteddu, l'Europa ha vissuto questi fatti in maniera superficiale e distratta, ed è necessario un monito forte che ricordi gli sforzi per costruire l'Europa dei popoli. Ciò vuol dire però guardare con attenzione alle zone più deboli, altrimenti l'Europa non sarà tale. Da noi deve partire la sollecitazione a guardare il futuro, quando la missione italiana lascerà quel Paese, anche per il gravoso impegno economico assunto dall'Italia.
Sarà necessaria, ha detto ancora Marteddu, una grande opera di ricostruzione che riconsideri anche il problema dei profughi, e sarebbe opportuno che questa Giunta assuma specifiche iniziative per offrire ospitalità ai profughi anche in Sardegna.
Dopo aver espresso solidarietà ai militari impegnati nella missione, Marteddu ha concluso respingendo qualunque ipotesi di neocolonialismo e riaffermando gli scopi umanitari della missione militare italiana.

Anche l'on. Biggio (A.N.) ha voluto far notare che spesso in questo Consiglio non si esercita l'autodisciplina sulla ricerca della verità e si devia dalla centralità dell'argomento per introdurre falsi problemi. Come quando - ha detto - si è parlato delle servitù militari indicandole come ostacolo primo allo sviluppo di molte zone della Sardegna. Si dica che non si vogliono e si precisino i motivi, ma non è corrette accostare il problema delle servitù con la vicenda dell'Albania.

L'on. Sanna Nivoli (A.N.) nel chiedere il voto favorevole ai Gruppi progressista e popolare, ha ricordato che l'alto senso di responsabilità del Polo ha permesso che si realizzasse la missione militare di pace in Albania.

La mozione di Bonesu sarebbe coerente solo se ci fosse uno Statuto che preveda la possibilità per questa Regione di operare con una propria politica estera, ha detto l'on. Carloni (A.N.), e discettare sulla correttezza delle ragioni della missione italiana vorrebbe dire fare politica estera sostituendosi al Parlamento.
Non ci interessano i problemi interni dell'Albania, ha proseguito l'on. Carloni, che ha poi rinunciato a concludere l'intervento per il disinteresse dell'Aula.

Affermandosi di riconoscersi nella mozione n. 113, l'on. Frau (A.N.), ha espresso solidarietà alla Marina italiana e al comandante del Battaglione S. Marco che ha criticato l'assenza del Ministro della Difesa.
Quanto succede oggi in Albania, ha proseguito Frau, è il frutto di 50 anni di comunismo che ha lasciato una situazione disastrosa dove trovano spazio le bande mafiose. In questo quadro si è poi evidenziata l'assenza dell'Europa, quell'Europa per la quale il governo Prodi ha imposto una specifica tassa.
Per Frau, la richiesta dell'on. Marteddu di accogliere i profughi albanesi anche in Sardegna, dà l'idea di una Sardegna come isola felice, pronta ad accogliere tutti fuorché i sardi.
Frau ha concluso avanzando l'ipotesi che nel cargo affondato ci fossero armi e droga.

Per la Giunta è intervenuto l'assessore agli Affari generale on. Ballero, che ha affermato di rimettersi alla volontà dell'Aula, sottolineando però l'adesione alle decisioni del Governo e rimarcando gli scopi umanitari della missione militare italiana.

Il Presidente ha quindi messo in votazione le due mozioni.
La mozione Pittalis, Masala e più (n. 113) è stata approvata, mentre la mozione Bonesu, Montis e più (n. 115) è stata respinta.

 


Interpellanza N. 274- FRAU - MASALA,
sulla situazione dei disabili ad Alghero.

Dopo la votazione sulle mozioni il presidente Zucca ha dato l'avvio alla discussione sulle interpellanze, dando la parola all'on. Frau (A.N.) che ha illustrato un documento a sua firma riguardante l'assistenza nei confronti dei disabili di Alghero. Frau ha citato il caso di un'anziana donna che venne denunciata per aver lasciato a casa, solo, un figlio handicappato per accompagnare al mare un altro figlio, anch'esso colpito da gravi handicap. Questa vicenda, mette in risalto le inadempienze delle istituzioni pubbliche, aggravate dalla chiusura del Centro riabilitativo dell'AIAS di Alghero.
Frau ha chiesto all'assessore competente se è a conoscenza di queste disfunzioni e se esiste l'intenzione di riaprire il centro AIAS e di assicurare, non solo ad Alghero, ma a tutta la Sardegna, un civile servizio di assistenza ai disabili.

Rispondendo a Frau, l'assessore alla sanità Paolo Fadda ha affermato che effettivamente le risorse trasferite ai comuni per l'assistenza sono esigue. E' quindi necessario riequilibrare la distribuzione dei fondi per migliorare il servizio integrato sociale-sanitario. C'è in questo senso, attenzione da parte della Giunta perché si vuole che le strutture pubbliche rispondano a tutte le esigenze del settore, che sono molte e diffuse in tutta l'Isola.

Preso atto delle dichiarazioni dell'Assessore, Frau ha però affermato che, secondo lui, la Giunta non ha fatto tutto ciò che era in suo potere di fare. Dopo aver sollecitato la ripresa dell'attività dell'AIAS, l'interpellante ha concluso dichiarandosi "parzialmente soddisfatto".

 


Interpellanza N. 315 - LA ROSA - ARESU - CHERCHI -
CONCAS - LOCCI - TUNIS G. - TUNIS M.F.,
sulla situazione della Nuova Sardamag di S. Antioco

La situazione della nuova Sardamag di S. Antioco, una industria regionale della quale il Consiglio si è interessato più volte, ha fornito lo spunto all'on. La Rosa (R.C.) per occuparsi ancora una volta del problema del salvataggio delle industrie sarde in crisi e del recupero ambientale delle zone nelle quali esistono industrie inquinanti.

Alle domande di La Rosa ha risposto l'assessore all'industria, il prof. Mario Pinna, il quale ha brevemente ricordato come la Sardamag sia stata salvata dalla Regione, attraverso la finanziaria Sigma, e sia stata "privatizzata" con un accordo con un gruppo indiano. La crisi mondiale del settore, il blocco delle vendite dei prodotti ottenuti, la carenza di acqua dolce, necessaria per l'attività produttiva, sono alla base dell'attuale crisi, sfociata nel blocco dei forni e delle produzioni. In questi ultimi anni, comunque, la Sardamag è costata alle casse regionali, attraverso la Sigma, quasi 100 miliardi. Ora sembra che la tedesca Norka sia intenzionata a subentrare nel capitale sociale.
Gli accordi con i possibili acquirenti, comunque, ha concluso l'Assessore, prevedono il mantenimento degli attuali livelli lavorativi; così come esiste l'impegno per un incisivo intervento per la bonifica ed il disinquinamento delle aree circostanti. La situazione, anche societaria, della Sardamag sarà, comunque, attentamente esaminata da una società di revisione e, probabilmente in poco tempo, si potrà cedere la società ad un imprenditore privato in grado di rilanciarla.

Le dichiarazioni dell'assessore Pinna hanno, almeno in parte, confortato il consigliere La Rosa sul futuro dell'industria di S. Antioco, a patto, però, che gli accordi vengano presi con società serie e che i programmi di rilancio siano realistici e rispettati.

 


Interpellanza N. 326 - DETTORI Bruno - FANTOLA - FOIS Pietro -
LODDO - MACCIOTTA - PETRINI, sulla tutela della salute
dei praticanti attività sportive dilettantistiche.

Dopo aver ricordato la morte di un giovane atleta nel corso di una partita di calcio, l'on. Bruno Dettori (Patto) ha affermato che il fatto ha turbato l'opinione pubblica riproponendo il tema della tutela della salute degli atleti nell'ambito dilettantistico.
Per Dettori spesso vengono eluse le disposizioni di legge che prevedono controlli sanitari preventivi, con pesanti responsabilità che devono essere individuate. L'oratore ha quindi chiesto alla Giunta se è in possesso di dati che consentono di capire l'entità di questo fenomeno e se sono stati operati tutti gli interventi necessari per far rispettare la legge.
In ogni caso sarebbe opportuno avviare una indagine non solo sulle attività sportive dilettantistiche, ma anche sull'educazione sanitaria e sull'accertamento delle idoneità sportive, anche non agonistiche.
Sarebbe inoltre necessario, ha concluso Dettori, il potenziamento delle strutture di medicina sportiva, pubbliche e convenzionate, emanando nel contempo precise direttive per il rispetto delle disposizioni sul tesseramento degli atleti subordinato alla presentazione del certificato di idoneità sanitaria.

Risponendo all'interpellanza, l'on. Paolo Fadda, assessore alla Sanità, ha affermato che dopo il tragico incidente sono stati organizzati diversi incontri con le strutture sanitarie ed il CONI. Si è raggiunto l'accordo di programmare le visite in funzione dell'avvio stagionale delle attività sportive. In questo modo, scaglionando le visite nell'arco dell'anno, sarebbe possibile effettuare tutti i controlli necessari.
Per di più, ha aggiunto Fadda, le strutture saranno decentrate sul territorio, mentre sarà nominata una commissione che dovrà controllare il rispetto delle norme.
Fadda ha concluso affermando che in un prossimo disegno di legge è previsto che i contributi dati ai Comuni per le attività sportive coprano i costi dei ticket per le visite alle quali devono sottoporsi gli atleti.

Prendendo atto delle dichiarazioni dell'Assessore, Dettori si è dichiarato soddisfatto, suggerendo comunque che vengano effettuate verifiche a campione sulle società sportive.

 


Interpellanza n. 328 - MONTIS - CONCAS - LA ROSA -
VASSALLO - ARESU, sulla chiusura della fabbrica
di corsetteria "Sar Mode" di Terralba (OR).

Ad illustrare l'interpellanza è stato l'on. Montis (R.C.) che ha detto che la Sar Mode di Terralba ha chiuso l'attività togliendo il lavoro a complessive 200 unità, e ciò per trasferire la produzione in paesi del Nord Africa e dell'Est europeo per contenere il costo del lavoro essendo molto più basso rispetto alla nostra Isola.
Occorre considerare inoltre, ha aggiunto Montis, che alle 140 dipendenti, quasi tutte donne, si aggiungono altre 41 riunite in cooperativa per attività complementari alla struttura principale e una ventina di dipendenti stagionali e che gli stessi stanno per perdere definitivamente l'occupazione nel totale silenzio da parte delle istituzioni e dei sindacati per questa "morte annunciata.
Dopo aver rilevato che la Sar Mode è consociata al colosso Lovable ed ha un mercato in continua ascesa, l'interpellante ha affermato che la dignità di lavoro va difesa con la consapevolezza che si tratta anche di una conquista culturale delle donne sarde dopo decenni di lotte rivendicative e che l'istituzione regionale non può ignorarle se non contraddicendo se stessa.
Di qui l'invito di Montis al Presidente della Giunta e all'Assessore dell'industria affinchè assumano tutte le iniziative atte ad evitare la perdita di un così alto numero di posti di lavoro non sostituibili nel breve e medio termine con nessu'altra attività imporenditoriale similare e la richiesta di un intervento mirato a conoscere l'ammontare delle risorse finanziarie, contributi e mutui agevolati dei quali hanno beneficiato gli imprenditori, onde avere la possibilità di influire in una trattativa della quale la Regione deve essere parte in causa a sostegno delle lavoratrici.

L'assessore all'industria Pinna, dopo aver premesso che la Sar Mode non ha partecipazioni regionali, ha detto che il quadro della situazione gli era già stato illustrato anche dai sindacati con i quali è stato stabilito un nuovo incontro per il prossimo futuro.
Pinna ha fatto una sintesi delle agevolazioni e contributi pubblici ottenuti dalla società: oltre 500 milioni per contributi vari e oltre 400 milioni di finanziamento delle scorte ai quali si sommano circa 1.500 milioni di finanziamenti concessi dallo Stato.
L'assessore si è detto dubbioso circa la possibilità di recupero di queste somme, ma ha annunciato che presenterà in Giunta una proposta che prevede la massima trasparenza nel sistema delle incentivazioni regionali.
Per quanto riguarda il futuro dei lavoratori licenziati, Pinna ha affermato che sentirà i sindacati e che ha anche l'intenzione di incontrare i responsabili della Sar Mode.

Del tutto insoddisfatto delle dichiarazioni dell'Assessore si è dichiarato l'on. Montis, pur riconoscendo che per la prima volta si sono ottenuti i dettagli delle incentivazioni regionali date ad una azienda operante in Sardegna. Rimane però il fatto che già da sette mesi si conoscevano le intenzioni della Società e che nel frattempo la Giunta si è lasciata superare dagli eventi senza intervenire per tempo e nei modi necessari.
Montis ha invitato la Giunta a indire una riunione tra sindacati, enti locali della zona e consiglieri del Guspinese per tentare di trovare uno sbocco alle 200 operaie specializzate che rappresentano un patrimonio che non può andare disperso.

 


Proposta di legge n. 319 - Istituzione del servizio idrico integrato,
individuazione e organizzazione degli ambiti territoriali ottimali
in attuazione della legge 5 gennaio 1994, n. 36

Per l'on. Ferrari (PSFD), l'operato della Commissione è stato proficuo ed ha consentito di sperimentare nuovi metodi di lavoro.
Ferrari si è quindi soffermato sull'ambito unico territoriale, al quale corrisponde un unico gestore, che deve operare con criterio di economicità e un'unica autorità d'ambito. E' stata prevista inoltre una rappresentanza degli Enti locali, mentre la Regione conserva funzioni di controllo. Infine, sono state previste delle normative che consentono di mantenere le garanzie esistenti per l'attuale personale.
La legge, ha concluso Ferrari, rappresenta un passo importante verso il riordino complessivo delle risorse idriche della Sardegna.

La legge in discussione è importante, ha affermato l'on. Bonesu (PSd'Az) perchè tende a dare un assetto organico alle risorse idriche per usi civili. In questo modo la Sardegna si adegua alle normative europee. Anche se parziale, la legge è innovativa in quanto introduce alcuni principi che consentono lo snellimento degli organi di gestione e la creazione dell'ambito unico (e quindi la tendenza alla tariffa unica) per arrivare in conclusione a promuovere un utilizzo razionale delle acque.
Oggi, ha concluso Bonesu, le gestioni sono per il 75% in mano all'Esaf, che deve diventare una società per azioni con partecipazione della Regione e di privati per operare con efficienza e produttività.

In Commissione, su questa proposta di legge necessaria per razionalizzare il servizio idrico per uso civile, i consiglieri di AN si erano astenuti. L'on. Locci, di A.N., vicepresidente della Commissione lavori pubblici, competente quindi in materia, ha spiegato la posizione del suo gruppo.
"Questo è un progetto di legge molto importante, ma parziale", ha spiegato l'oratore. La Commissione si è dovuta occupare solamente dell'acqua per usi civili, trascurando l'utilizzo delle risorse idriche in campo agricolo ed industriale. In sostanza, questo è un primo tassello di una riforma ben più importante, quella "complessiva dell'utilizzo delle risorse idriche" una risorsa assolutamente strategica in una regione pre-desertica come è la Sardegna.
Se non si è arrivati ad una reale riforma, ha aggiunto Locci, la colpa è della maggioranza, che non esiste e che non ha la forza necessaria per portare avanti le sue proposte politiche. Questo, comunque, è un primo passo positivo, ha aggiunto l'oratore, perchè per gli usi civili si arriverà all'ambito unico con un' unica tariffa; ribadendo però che si applicherà ai soli consumi idrici civili, mentre discrepanze e contrasti si avranno per gli altri utilizzi.
Il gruppo di A.N. in Commissione si è astenuto proprio per la mancanza di un piano generale di riordino del settore.
Non si possono trascurare gli elementi essenziali per lo sviluppo della Sardegna (acqua - energia - trasporti), non si possono perdere notevoli interventi finanziari nazionali e comunitari, ha aggiunto Locci. Questa legge, comunque, affronta e risolve un problema particolare, ma non servirà a risolvere la vera "emergenza idrica" che si ripresenterà non appena diminuiranno e diventeranno scarse, le precipitazioni atmosferiche.
Locci, quindi, ha sfidato il Consiglio e l'esecutivo ad affrontare, realmente, il tema della riforma dell'utilizzo della risorsa idrica compessiva, anticipando che A. N. è pronta a questo confronto e che fornirà il suo costruttivo contributo allo studio ed alla predisposizione di questo ormai urgente provvedimento. Comunque, sulla legge di riforma A.N. potrebbe passare dall'astensione anche al voto favorevole, perchè il corretto e razionale utilizzo delle risorse idriche è essenziale per lo sviluppo dell'Isola.

Con questo provvedimento, ha detto successivamente l'on. Vassallo (R.C.), si sta solo attuando un atto dovuto, arrivato tra l'altro in ritardo all'esame dell'Aula.
L'approvazione è necessaria per non perdere quei contributi che la legge nazionale prevede. Non si tratta quindi di un provvedimento toccasana in un settore così importante come quello idrico, ma di un'emergenza necessaria. Il voto di Rifondazione sarà perciò contrario perchè "non si può diventare complici di un atteggiamento che ha portato a perdere oltre due anni e mezzo", tanto è infatti il tempo che il provvedimento è rimasto in giacenza in Consiglio.
Vassallo ha motivato il no del suo gruppo anche con il fatto che del vecchio testo presentato dalla Giunta, che tentava di affrontare organicamente il riordino del comparto idrico, non è rimasto niente nella attuale formulazione.

Agli intervenuti nel dibattito, sottolineando "l'urgenza" di esitare un progetto che "normasse l'utilizzo della risorsa idrica per usi civili", ha risposto l'assessore ai lavori pubblici. Il prof. Fadda, dopo aver ricordato che questo provvedimento adegua la normativa regionale alla "legge Galli" nazionale, legge che a sua volta adegua quelle nazionali alle norme comunitarie, ha esposto le ragioni che impongono l'allineamento tariffario ai reali costi, uniformandoli per tutto il "bacino d'utenza".
Questo è un provvedimento tecnico, ha aggiunto Fadda, che permetterà anche di utilizzare i fondi dell'Unione Europea destinati alla realizzazione di impianti di distribuzione e di depurazione per usi civili. Questa legge, però impone ora una riforma complessiva dell'intero settore, perchè la presenza di troppi enti, (sono ben 42 quelli esistenti), farà diventare difficile l'applicazione di tariffe e di norme uniche.
Bisogna cambiare il modo di intendere l'uso delle risorse idriche per tutti i suoi diversi scopi, ha aggiunto l'assessore ai lavori pubblici. Ed ha sottolineato come la legge in esame darà i suoi benefici quando si saranno risolti tutti i problemi esistenti "a monte", cioè quelli dovuti alla raccolta ed alla distribuzione della risorsa idrica complessiva.
Attualmente, oltre ai 42 enti, sono un centinaio i comuni che gestiscono direttamente le loro risorse idriche per uso civile. Con questo testo si è fatto ora un primo passo; sarà però necessario predisporre, nel più breve tempo possibile, un progetto complessivo di riordino dell'intero settore, per evitare contrasti e polemiche che sarebbero particolarmente penalizzanti per le esigenze dei sardi.
Questa nuova legge, infine, permetterà alla Regione di accedere ai fondi comunitari, con i quali sarà possibile realizzare nuovi impianti per almeno 350 miliardi.
L'intervento dell'assessore Fadda ha concluso i lavori della seduta antimeridiana del Consiglio, terminata la discussione generale sul DL 319, questo pomeriggio, con inizio alle ore 16,30, si passerà all'esame degli articoli, ai quali sono stati presentati alcuni emendamenti.

 


I lavori del Consiglio riprenderanno
nel pomeriggio alle ore 16,30.

 

Alla pagina delle sedute dell'Assemblea