Interpellanza n. 328/A

MONTIS - CONCAS - LA ROSA - VASSALLO - ARESU sulla chiusura della fabbrica di corsetteria "Sar-Mode" di Terralba (OR).


I sottoscritti,

appreso che
nel Comune di Terralba la "Sar-Mode", impresa consociata del colosso industriale Lovable, è ricorsa a preoccupanti espedienti quali la messa in ferie o in congedo delle maestranze e il successivo annuncio della definitiva chiusura per il 31 marzo, liquidando un'attività con un mercato mondiale in continua ascesa che gode di consistenti profitti aziendali. Il solo motivo di abbandono della Sardegna risiede nel trasferire la produzione in paesi del Nord Africa e dell'Est europeo per contenere il costo del lavoro essendo molto più basso rispetto alla nostra Isola;

considerato che
alle 140 dipendenti, quasi tutte donne, si aggiungono altre 41 unità riunite in cooperativa per attività complementari alla struttura principale e una ventina di dipendenti stagionali; che gli stessi stanno per perdere definitivamente l'occupazione nel totale silenzio da parte delle istituzioni e dei sindacati per questa "morte annunciata";

rilevato che
la dignità di lavoro va difesa con la consapevolezza che trattasi anche di una conquista culturale delle donne sarde dopo decenni di lotte rivendicative e che l'istituzione regionale non può ignorare se non contraddicendo se stessa;

rivolgono un pressante invito
al Presidente della Giunta e all'Assessore del lavoro affinché assumano tutte le iniziative atte ad evitare la perdita di un così alto numero di posti di lavoro non sostituibili nel breve e medio termine con nessun'altra attività imprenditoriale similare, ed inoltre

chiedono:

1) se non intendano chiamare ad intervenire nella vertenza tutte le istituzioni della provincia di Oristano per far recedere la proprietà dello stabilimento dall'abbandono di un importante settore occupativo quale la"Sar-Mode";

2) di conoscere l'ammontare delle risorse finanziarie delle quali hanno beneficiato gli imprenditori per la realizzazione dello stabilimento e delle opere infrastrutturali attraverso contributi e mutui a tasso agevolato, onde avere la possibilità di influire con solidi argomenti in una trattativa della quale la Regione deve essere parte in causa a sostegno delle lavoratrici;

3) che le eventuali risorse finanziarie ricuperate anche coattivamente nonché rigorosamente accertate, siano reinvestite in attività analoghe utilizzando l'alta professionalità delle attuali maestranze;

4) di riferire al Consiglio regionale con l'urgenza che il caso richiede l'evolversi della situazione prima che i propositi manifestati dall'impresa siano resi definitivamente operanti con la conseguente perdita di 200 posti di lavoro.

Cagliari, 5 marzo 1997