Nota stampa
della seduta n. 125 antimeridiana 3 luglio 1996
Il Consiglio regionale si è riunito stamani sotto la presidenza della Vicepresidente Maria Francesca Cherchi, con il seguente ordine del giorno:
Comunicazioni del Presidente.
Proposta di legge n. 48 - Amadu, Deiana, Giagu, Marteddu, Secci, Lorenzoni, Manunza, Onida, Piras, Tunis Gianfranco - Interventi regionali in favore dei cittadini non vedenti e non udenti in materia di istruzione e inserimento sociale.
Proposta di legge n. 116 - Tunis Marco Fabrizio, Floris, Biancareddu, Marracini, Nizzi - Integrazioni alla legge regionale 24 dicembre 1991, n. 39 (Finanziamenti in favore di diversi settori e disposizioni varie) riguardanti le prestazioni sanitarie-protesiche straordinarie.
Proposta di legge n. 112 - Lorenzoni, Tunis Gianfranco, Piras, Ladu - Modifiche ed integrazioni alla legge regionale 18 maggio 1994, n. 21 "Norme per la protezione degli animali e l'istituzione dell'anagrafe canina".
Proposta di legge n. 147 - Marracini - Integrazioni e modifiche alla L.R. 18 maggio 1994, n. 21, recante: "Norme per la protezione degli animali ed istituzione dell'anagrafe canina".
Proposta di legge n. 119 - Vassallo - Modifica dell'articolo 2 della legge regionale 23 agosto 1995, n. 23, concernente: "Finanziamenti ai Comuni e ad altri soggetti pubblici per l'attivazione di progetti di lavori socialmente utili relativamente a spese per noli, attrezzature, assicurazioni obbligatorie e spese generali, nonchè integrazioni alla legge regionale 9 giugno 1995, n. 15".
Proposta di legge n. 179 - La Rosa, Amadu, Aresu, Bertolotti, Demontis, Fois Pietro, Giagu, Locci, Vassallo - Norme a sostegno dei lavori socialmente utili. Misure volte a favorire il reimpiego presso società a partecipazione pubblica per la gestione di pubblici servizi. Convenzione GEPI - Regione Sardegna. Attuazione del comma 7 dell'articolo 2 della legge 402/94 (Piano di rinascita). Disciplina della legge regionale 15 parile 1994, n. 15.
Mozioni.
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato che il Governo in data 1° luglio 1996 ha rinviato a nuovo esame la L.R. 30 maggio 1996 "Norme per l'esercizio delle competenze in materia di tutela paesistica, trasferite alla Regione autonoma della Sardegna con l'art. 6 del D.P.R. 22 maggio 1975, n. 480 e delegate con l'art. 57 del D.P.R. 19 giugno 1979, n. 348". La legge rinviata è stata trasmessa alla Quarta Commissione.
Proposta di Legge n. 48/A
Conclusasi la discussione generale, nella quale il relatore si è rimesso alla relazione scritta, sono stati approvati gli articoli con emendamenti. Nella discussione sono intervenuti gli onn. Frau, Bonesu e Macciotta.
La legge è stata quindi approvata con 42 voti favorevoli, 1 contrario e 2 astenuti.
Proposta di legge n. 116/A
Nell'illustrare il provvedimento, il relatore on. Macciotta (Patto), ha precisato che le modifiche sono state necessarie per far fronte ad alcune specifiche patologie, dovute a condizioni morbose su base ereditaria o ad intolleranze alimentari croniche.
L'erogazione gratuita di prodotti dietetici è stata esclusa per le intolleranze alimentari transitorie poiché in questi casi l'erogazione dei prodotti sarebbe comunque garantita dal ricovero ospedaliero necessario per le condizioni cliniche dei pazienti.
Con la nuova legge, ha concluso l'on. Macciotta, si è posto fine ad una ingiustificata sperequazione nei confronti di altri pazienti affetti da altre patologie che già beneficiano di simili provvidenze sulla base di altri specifici provvedimenti legislativi.Si è detto d'accordo l'assessore alla Sanità Paolo Fadda, ma con la precisazione "doverosa" che la spesa sanitaria sta crescendo per effetto delle ultime disposizioni di legge. Ad esempio: la distribuzione gratuita del farmaco per la sclerosi multipla verrà a costare una decina di miliardi; per altri sostegni a pazienti affetti da altre patologie non abbiamo ancora certezza della entità della spesa.
E' giusto perciò, ha concluso l'Assessore, dare risposte ad esigenze concrete, ma deve essere chiaro che il sistema non reggerà se non si ha contemporaneamente il coraggio di salvaguardare le fasce più deboli facendo pagare a quelle agiate.Conclusa la discussione generale, gli articoli sono stati approvati con emendamenti. Il provvedimento è stato quindi approvato all'unanimità con 57 voti favorevoli.
Proposta di legge n. 112
La necessità di controllare la popolazione canina sarda, anche per il preoccupante aumento del randagismo, è all'origine di due distinte proposte di legge con le quali si chiede l'istituzione di una anagrafe canina. Le proposte di legge, unificate della Commissione Sanità, prevedono anche la creazione di strutture adeguate, per permettere il ricovero e la cura dei cani randagi ed abbandonati.
Come ha illustrato il relatore del provvedimento, l'onorevole Marracini di Forza Italia, in Sardegna si è registrato un preoccupante aumento di malattie trasmesse anche dai cani. Così come sono aumentati i danni ed i pericoli, anche per l'uomo, per l'aumento incontrollato di cani nelle campagne e nelle periferie urbane.
Il nuovo provvedimento, che modifica una legge regionale esistente, può permettere anche una incisiva azione di informazione ed educazione zoofila; può permettere una adeguata analisi del fenomeno del randagismo; può permettere una razionale dislocazione delle strutture di ricovero da realizzarsi; garantirebbe la predisposizione di opportune infezioni e favorirebbe la riduzione dei rischi per la salute dell'uomo e degli altri animali.Il provvedimento, al quale sono stati presentati alcuni emendamenti, illustrati dagli onorevoli Lorenzoni (PPI); Ballero (PSFD); Paolo Fadda (Assessore alla Sanità), è stato approvato a larghissima maggioranza, con alcune astensioni.
Mozione n. 79 - GHIRRA - SCANO - MARTEDDU - BALIA - DETTORI - BONESU sul Piano telematico regionale e sull'informatizzazione della Pubblica amministrazione.
Nell'illustrare la mozione, l'on. Ghirra (Progr. Fed.), ha sostenuto la necessità di adeguare le strutture pubbliche dell'isola alle nuove tecnologie della comunicazione, utilizzando le straordinarie potenzialità offerte dall'informatica e dalla telematica.
L'on. Ghirra ha delineato le modificazioni che stanno avvenendo nella società a causa dello sviluppo delle comunicazioni multimediali. Occorre evitare la nascita di un nuovo analfabetismo, come dimostrano numerose esperienze già avviate in altri Paesi.
L'Italia è ancora in posizioni arretrate, specie per la presenza di monopoli che però ben presto dovranno terminare con l'entrata in vigore delle norme europee che prevedono la liberalizzazione del mercato.
La Regione deve però muoversi in fretta guardando quanto hanno fatto altre Regioni ed altre città. Pur avendo sollecitato alla Telecom l'inserimento nel progetto Socrate per i cablaggi, la Sardegna ha ancora molto da fare.
Piano telematico, però, significa progettare servizi da offrire ai cittadini. In questo quadro occorrerebbe utilizzare il CSR4, già ampiamente finanziato dalla Regione.
Si dovrebbero offrire servizi ai cittadini per quanto riguarda tutte le strutture pubbliche, da quelle sanitarie a quelle dell'istruzione. Ci vogliono strategie e programmi, ha sostenuto l'on. Ghirra, per battere il disegno di mantenere le cose come stanno in funzione di una vecchia visione politica.
Il Piano Telematico può anche diventare un volano per creare nuova occupazione.
In sostanza, occorre rivendicare alla Telecom il cablaggio delle principali città sarde e nel contempo, chiedere alla Giunta di presentare quanto prima il Piano Telematico regionale oltre ad una serie di provvedimenti specifici per la formazione professionale, per la ricerca scientifica, per la riforma della pubblica amministrazione e per l'innovazione della piccola e media impresa.La rete a cablaggio che si vorrebbe realizzare in Sardegna, ha detto successivamente Nizzi (F.I.), nasce con molte riserve perchè non tutta l'isola, stando alle indicazioni dell'UE, potrà essere coperta dalla rete. Non lo sarà, ha aggiunto, la Gallura nella quale si trova la azienda più importante della Sardegna, la Meridiana, e nella quale lo sviluppo turistico è certamente il più avanzato dell'Isola. Non si può quindi escludere il Nord-Est isolano da questo importante strumento di sviluppo.
Nizzi ha concluso affermando che il piano della Telecom è già sufficiente per dotare la Sardegna di quei servizi telecomunicativi essenziali per il suo sviluppo.Anche Ribelle Montis (R.C.) ha ricordato che la Sardegna è stata esclusa dal Piano per la realizzazione della rete a fibre ottiche nonostante ne fossero già stati avviati i relativi lavori. Vi fu una perdita di posti di lavoro. Ma soprattutto è venuta a mancare la possibilità di adeguare l'Isola alle moderne esigenze di comunicazione. Montis ritiene che sarà possibile riaprire un negoziato con il Governo Prodi che si dimostra più sensibile in materia di modernizzazione del Paese e quindi anche delle regioni periferiche.
Richiamandosi alla responsabilità di tutti i sardi, in Consiglio ed in Parlamento, Montis ha affermato che con un forte impegno potrà essere possibile riappropriarsi di un progetto di cui siamo stati defraudati.La Sardegna non può rimanere indietro rispetto all'italia ed all'Europa, ha poi detto Lippi (F.I.). Le nuove tecnologie sono necessarie per sperare nello sviluppo, ed è per questo che ha annunciato che voterà a favore della mozione, anche se nel documento ravvisa alcune contraddizioni.
Secondo Lippi la sua parte politica è favorevole a sostenere i privati, soprattutto quando questi cercano la collocazione nei mercati internazionali, in qualsiasi settore essi operino. Ha accennato, quindi, ad una preoccupazione circa il CRS4 che se è vero che ha supportato nella telematica il ruolo dell'iniziativa privata è anche vero che vorrebbe ancora sostituirsi al privato, andando così contro le logiche del mercato.
Si è persa un'occasione, ha detto ancora Lippi, riferendosi all'editore Grauso, quando la maggioranza gli ha chiuso le porte, impedendo di fatto che la Sardegna diventasse in questo campo il centro del nuovo strumento telematico che si chiama Internet.
Il Consiglio deve ora recuperare prevedendo nei suoi progetti le alte tecnologie. E' questa la strada per mirare a quello sviluppo economico e civile che da sempre si sta inseguendo.Le motivazioni della mozione sono state considerate estremamente valide anche dall'on. Paolo Fois, del gruppo Progressista Federativo. L'oratore, però, si è particolarmente soffermato sulla importanza delle iniziative che si stanno prendendo anche a livello comunitario, per favorire i collegamenti telematici all'interno della stessa UE e per potenziare gli interventi che permettono un maggiore e più significativo rapporto tra la Sardegna ed il mondo intero.
Le notevoli opportunità di crescita culturale, ma anche economica, che l'innovazione tecnologica può offrire alla Sardegna sono state esaminate dall'on. Vassallo del gruppo Misto-CDU, il quale ha anche cercato di superare il contrasto, sottolineato da alcuni oratori delle forze di minoranza, tra gli operatori pubblici e quelli privati.
Non esistono e non devono esistere contrasti, ha detto l'oratore, in questo importante settore c'è spazio per tutti e la Sardegna può avere grandi benefici se privato e pubblico trovano i necessari accordi.Per il presidente della Giunta, on. Palomba, il problema è di grande importanza. Le istituzioni pubbliche devono chiarire le loro necessità prima di definire il Piano nella sua struttura. Si dovrà poi decidere chi sarà il soggetto realizzatore del Piano. Si sono avuti frequenti contatti con la Telecom che dovrebbe realizzare il cablaggio, ottenendo inoltre la revoca di 150 licenziamenti. Con la Telecom vi sono rapporti di collaborazione e si arriverà presto ad un accordo di programma.
Per quanto riguarda la struttura del Piano, ci si è rivolti al CRS4 per le competenze possedute.
La Giunta accoglie la mozione e si impegna a presentare in Consiglio il Piano telematico entro ottobre, unitamente ad altri interventi.In sede di replica, l'on. Ghirra ha auspicato un confronto con il Governo sui temi dibattuti, specificando che il settore pubblico si deve occupare di evitare le nuove diseguaglianze che potrebbero nascere da uno sviluppo indiscriminato delle telecomunicazioni.
La mozione è stata quindi messa ai voti ed approvata.
Mozione n. 81 - Bonesu, Bertolotti, Giagu, Demontis, Nizzi - Sui punti franchi.
Sin dall'unificazione dello stato nazionale l'economia della Sardegna ha dovuto "sopportare" un sistema fiscale uguale a quello realizzato nel resto del Paese. Partendo da queste considerazioni l'on. Salvatore Bonesu del Psd'A, illustrando la mozione presentata con alcuni colleghi sull'istituzione dei punti franchi nell'Isola, ha svolto un'attenta analisi sulle "diseconomie" che continuano a penalizzare la Sardegna.
Un imprenditore del nord-Italia, ha ricordato l'on. Bonesu, porta facilmente i suoi prodotti sui mercati europei e mondiali, utilizzando mezzi di trasporto meno cari di quelli ai quali ricorrono gli operatori economici isolani. Il peso fiscale, invece, è uguale in tutta Italia e gli imprenditori sardi sono costretti a vendere prodotti simili a prezzi più elevati. Vedendo, quindi, ridotte le loro possibilità di guadagno.
Il problema era ben noto agli economisti, tanto è vero che, negli anni venti era stato predisposto un decreto per la riduzione della pressione fiscale nell'Isola. Nel 1948 il Governo aveva previsto la istituzione di una zona franca, o di punti franchi, nel territorio sardo.Queste due iniziative però non hanno mai avuto seguito. Eppure la riduzione della pressione fiscale sulle produzioni che si vogliono potenziare è uno dei sistemi migliori, in uso in molte parti del mondo, per rilanciare il settore produttivo.
L'esponente del PSd'A, quindi, si è chiesto perché non si sia portata avanti, con maggiore determinazione, la richiesta della istituzione di una zona franca integrale o, almeno, di punti franchi per particolari produzioni.
Per l'on. Bonesu, questo ritardo è legato alla preoccupazione che, spesso, i Governi nazionali hanno avuto per eventuali vincoli da parte dell'Unione Europea.
La richiesta di essere trasformata in zona franca, avanzata recentemente dalla Corsica, apre un fronte comune e può dare maggiore vigore alle esigenze avanzate dalla Sardegna. Ma forse il problema potrebbe essere allargato anche alle altre regioni mediterranee, che fanno parte del programma di Interreg. In ogni caso, ha aggiunto l'oratore, bisogna tenere ben presenti gli obiettivi che si vogliono raggiungere. La zona franca, infatti, deve essere riservata a particolari prodotti, che devono andare a confrontarsi, con produzioni simili, sui mercati mondiali. Quelli agricoli, ad esempio, non potrebbero essere compresi in questa esenzione fiscale.
In ogni caso, però, Governo nazionale e Comunità Europea potrebbero autorizzare particolari riduzioni nel prelievo fiscale e doganale, forse anche riservata a particolari punti franchi. Anche in questo caso si potrebbe avere un momento propulsivo, per l'economia di particolari zone. L'oratore ha, quindi, concluso chiedendo una maggiore incisività alla azione politica della Giunta.Maggiore concretezza e una diversa impostazione nella rivendicazione politica sono state sollecitate anche dall'on. Paolo Fois (Progr. Fed.). Il presidente della Commissione politiche comunitarie ha infatti lamentato la scarsa incisività delle iniziative politiche prese in questo campo dalla Regione sarda. L'Unione Europea ha regole e norme che si devono osservare anche nei riguardi della istituzione di zone franche o di punti franchi.
Fois ha inoltre sollecitato un diverso approccio al problema, chiedendo l'istituzione immediata dei punti franchi in quanto previsti dallo Statuto e riconosciuti dalla stessa UE. La zona franca integrale, destinata alla valorizzazione delle produzioni isolane, è un secondo momento, alla cui realizzazione le Giunte devono impegnarsi collaborando a livello politico e propositivo con le altre isole del Mediterraneo che si trovano nella medesima situazione economica della Sardegna. Quindi, ha concluso Fois, maggiori e più stretti rapporti sono necessari con i rappresentanti di queste Regioni anche nell'ambito IMEDOC e con lo stesso governo nazionale.Dopo aver rilevato "con rammarico" che l'Aula presenta troppi vuoti durante la discussione di un argomento così importante, Bertolotti (F.I.) ha affermato che la Sardegna ha perso la grande opportunità di approfittare del semestre di presidenza italiano dell'UE.
L'oratore ha anche riferito che esistono nel mondo circa 400 zone e punti franchi e che, laddove essi sono stati istituiti, si è sempre registrata una crescita dell'economia dovuta alla competitività delle imprese che operano in regime di esenzione fiscale.
Per Bertolotti il dibattito avrebbe bisogno di maggiore approfondimento e quindi di un rinvio per mettere a punto un documento più articolato. Ed a questo proposito l'oratore si è chiesto, ed ha chiesto al presidente Palomba, se la Giunta abbia progetti chiari in ordine al problema delle istituzioni in Sardegna della zona franca.Invitato a parlare, Boero (AN) ha esordito affermando che questa mozione è la cartina di tornasole della incapacità della Giunta a portare avanti i problemi più gravi dell'Isola.
Nello spirito, ha detto, la mozione trova la condivisione del gruppo di AN in quanto il documento critica giustamente la Giunta che è riuscita a ritardare ulteriormente il problema della zona franca. " Ed inoltre ci trova favorevoli perché la richiesta della zona franca è stata sempre sostenuta dalla nostra parte politica".
Boero ha quindi aggiunto che è d'accordo sul fatto che venga ampliato il dibattito sull'argomento, in modo che si possa formulare un documento più preciso sugli impegni della Giunta.D'accordo per un approfondimento dell'argomento è anche Vassallo (Gruppo Misto), che ha detto di ritenere che la zona franca non risolve tutti i mali ma è senz'altro uno strumento che servirà a far uscire la Sardegna dalla stagnazione economica. Critico, invece, è stato sul fatto che Boero abbia cercato nel suo intervento di attribuire responsabilità sui ritardi della Giunta. Per Vassallo cercare le responsabilità è una inutile perdita di tempo. Quel che è necessario, per risolvere questo problema, è la volontà di tutti i gruppi di far andare avanti il progetto, senza polemiche e con la sola intenzione di superare tutti gli ostacoli che si sono frapposti e si sovrappongono al raggiungimento dell'istituzione della zona franca.
Lo sviluppo della Sardegna, come quello di qualunque altra Regione, non può basarsi su di uno slogan. Il problema della zona franca è un tema di così ampio respiro che non può essere esaurito in tempi brevi. Nella mozione, di cui oggi si discute, emergono interrogativi e problemi sui quali il Consiglio deve probabilmente ragionare più a lungo.Successivamente il Capogruppo dei Progressisti Federativi Piesandro Scano ha sottolineato la necessità di un ulteriore approfondimento sull'argomento, ma anche l'esigenza che si evitino ulteriori rinvii. Esistono ritardi storici, ha detto Scano, ma non si può discutere rapidamente un tema di tale rilevanza senza affrontare il problema di quale tipo di zona franca, se debba essere integrale o no, se debba essere riservata alla produzione oppure al consumo.
Si è chiesto quindi quali siano le esenzioni doganali e fiscali; quale il rapporto tra zona franca e federalismo. La Sardegna Regione-Stato, pur nell'interno di uno stato federale, può, si è chiesto ancora Scano, disegnare la sua trasformazione in zona franca? Anche questi temi come si vede hanno bisogno di maggiore approfondimento.Occorre una riflessione senza però rimandare troppo i tempi, secondo l'on. Amadu (Gruppo Misto), ma nel contempo si devono evidenziare le inadempienze della Giunta. Governo e Parlamento avevano dato tempi precisi per definire il problema dei punti franchi, ma la Giunta ha perso l'occasione.
La Giunta deve presentare un suo progetto prima delle ferie estive, ha aggiunto l'oratore, anche perché la nuova legge finanziaria del Governo è alle porte.
Se si rimanda all'autunno, si perderà ogni possibilità. L'assessore Sassu ha espresso posizioni negative sul problema. Si deve chiarire se questa è anche la posizione della Giunta.
L'on. Amadu ha concluso annunciando la sua indisponibilità ad aderire a qualunque atto se non sarà presentata una iniziativa seria e sostanziale.Per il presidente della Giunta on. Palomba, il tempo a disposizione dell'Esecutivo è stato breve. Occorre distinguere tra punti franchi e zona franca fiscale. I primi sono previsti dalla CE, mentre la seconda richiede un provvedimento specifico della CE. Si deve seguire un doppio binario, e quindi mandare avanti il progetto di zone franche doganali (punti franchi), collegate ai porti industriali, mentre per la zona franca integrale, come per la Corsica, è stata inviata una lettera dall'allora ministro degli Esteri pro-tempore Dini per chiedere chiarimenti sul progetto corso, da sostenere solo ed unicamente a quello sardo.
Questa richiesta è stata sollecitata anche recentemente al nuovo Governo. Risulta che il progetto della Corsica è ancora sotto valutazione da parte della CE.
Per i punti franchi i tempi saranno brevi, mentre per la zona franca si dovranno seguire canali internazionali.
Non si sa quali siano le reali possibilità che Sardegna e Corsica possano avere la zona franca a causa degli ostacoli di altri paesi mediterranei.Conclusa quindi la discussione, la mozione è stata rinviata per consentire una migliore messa a punto del documento.
Mozione n. 36 - Biancareddu e Nizzi (F.I.) sulla paventata soppresione del Tribunale di Tempio.
Ad illustrare la mozione è stato lo stesso firmatario Biancareddu che ha ricordato l'importanza del Tribunale tempiese sotto tutti gli aspetti. Alla Giunta ha chiesto che si verifichi presso la Presidenza del Consiglio dei Ministri e del Ministero di Grazie e Giustizia la reale volontà di chiudere il Tribunale di Tempio e, nel caso di risposta affermativa, si sostenga con forza le ragioni del suo mantenimento in funzione.
Anche Nizzi ha voluto sottolineare che il Ministero aveva fatto eseguire uno studio sui criteri di accorpamento delle sedi dei Tribunali, studio che prevedeva il trasferimento dei dipendenti dei Tribunali da sopprimere ai Tribunali viciniori.
In Sardegna con la chiusura di Tempio di Lanusei rimarrebbero altre quattro sedi, Cagliari, Sassari, Nuoro ed Oristano, le quali non sono in grado di sopportare anche il carico di lavoro proveniente dalle sedi soppresse. Sul piano pratico la chiusura avrebbe effetti disastrosi, ma le conseguenze sarebbero gravissime anche sotto l'aspetto sociale ed economico. Di qui l'invito alla Giunta perché riesca ad incidere positivamente sulle decisioni ministeriali e del Governo.Sul problema della soppressione dei Tribunali sardi è intervenuto Bonesu (PSd'A) che ha detto che seppure la materia non è di competenza regionale, tuttavia lo Stato, che è titolare di questa competenza non sembra volerla esercitare nel modo migliore.
La struttura del sistema giudiziario isolano è trascurata e abbandonata. Ha fatto l'esempio della Provincia di Oristano, nella quale su 26 giudici di pace ne è stato nominato uno soltanto. Anche in un modello istituzionale riformato, ha concluso l'on. Bonesu, la giustizia può restare materia riservata allo Stato, ma la Sardegna ha diritto ad avere un sistema giudiziario rapido ed efficiente. Non si può tagliare senza garantire ai sardi una giustizia comunque in tempi brevi.Frau (A.N.) ha anch'egli sostenuto la necessità di un sistema giudiziario efficiente che non va d'accordo con le esigenze di "razionalizzazione" che sembrano ispirare le decisioni di questi ultimi governi. Secondo l'oratore i Ministri non conoscono la realtà sarda e non tengono conto di quelle che sono le reali esigenze in molte zone della Sardegna. Tempio e Lanusei non possono essere soppressi perchè vasti bacini orografici come quelli della Gallura e dell'Ogliastra resterebbero completamente scoperti.
Infine Frau ricordando che il Ministro della Giustizia Biondi aveva accolto l'istanza di conservare e due Tribunali, ha chiesto perchè il nuovo Governo non rispetti quella decisione.Una domanda alla quale non ha saputo rispondere il presidente della Giunta Palomba il quale ha però illustrato l'azione portata avanti dalla Giunta perchè venisse data pratica attuazione alle decisioni del Minsitro Biondi. Palomba ha però precisato che esistono intoppi di ordine burocratico che si cerca di superare attraverso nuovi contatti con l'attuale Guardasigilli. L'esecutivo è comunque ben conscio dei disagi che dovrebbero sopportare i sardi che abitano in Ogliastra ed in Gallura e intensificherà le proprie azioni per evitare la soppressione delle due importanti sedi giudiziarie.
Messa ai voti la mozione è stata approvata.
Il Consiglio regionale sarà
riconvocato a domicilio.