CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 236 del 26
settembre 2006
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Ripresi i lavori del Consiglio regionale. All'esame dell'Assemblea l'interpellanza n. 190 sulla deliberazione della Giunta regionale n. 34/25 "Indirizzi alle aziende sanitarie per il contenimento della spesa per trattamenti farmacologici a base di farmaci inibitori della pompa protonica" e la mozione n. 82 "sulla ventilata soppressione del servizio di vigilanza armata e riduzione delle postazioni di guardia medica"
Cagliari, 26 settembre 2006 - Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu che, in apertura di seduta, ha comunicato all'aula che è stato predisposto il programma bimestrale delle commissioni che lavoreranno per tutto il mese di ottobre mentre, dal 6 novembre in poi si riunirà il Consiglio regionale. All'esame dell'Assemblea l'interpellanza n. 190, primo firmatario l'on. Licandro (F.I.), sulla deliberazione della Giunta regionale n. 34/25 "Indirizzi alle aziende sanitarie per il contenimento della spesa per trattamenti farmacologici a base di farmaci inibitori della pompa protonica". Sull'ordine dei lavori
sono intervenuti gli on. Silvio Cherchi (Ds) e Caligaris (Sdi-Rnp) che hanno sollecitato un pronunciamento del Consiglio regionale sulla vertenza delle imprese di pulizie della Regione. Il presidente Spissu ha ricordato che l'argomento non era all'ordine del giorno e, a norma di regolamento, ha dato la parola all'on. Licandro per illustrare la mozione 190. Il consigliere di Forza Italia ha detto che la delibera della giunta n. 34 è la perfetta sintesi di un certo modo di fare politica che impone e minaccia. Imporre l'uso di un determinato farmaco vuol dire violare il principio di libera scelta terapeutica. L'on. Licandro ha chiesto di annullare la delibera. L'obbligo di utilizzare, infatti, il "lansoprazolo" solo perché è più economico rispetto ad altri farmaci simili ma non uguali, è una scelta assurda. "Se l'unico scopo è quello di risparmiare - ha detto l'on. Licandro - possiamo curare i malati con l'acqua fresca. Si risparmia ancora di più". L'assessore regionale alla sanità Nerina Dirindin ha ricordato che esistono tutta una serie di farmaci con prezzi notevolmente differenti che sono equivalenti. In questi casi è dovere dell'assessorato fare riferimento al farmaco che costa meno. Secondo il materiale scientifico a nostra disposizione - ha detto l'assessore - i risultati ottenuti con farmaci che costano di più è uguale a quello ottenuto con il "Lansoprazolo" quindi le aziende sanitarie dovranno usare quello. Capisco, ha proseguito l'assessore, che le case farmaceutiche stiano facendo pressioni, ma noi non possiamo piegarci alle loro richieste. Naturalmente, se qualcuno può dimostrare scientificamente che i risultati clinici ottenuti dai pazienti con gli altri farmaci sono migliori, siamo disponibili a riesaminare la questione. Nella controreplica, l'on. Licandro, ha detto di essere totalmente insoddisfatto della risposta dell'assessore e ha specificato che il "lansoprazolo" costa meno rispetto ad altri farmaci, perché è scaduto il brevetto, essendo un farmaco "vecchio" ormai superato da altri più recenti. Il consigliere di Forza Italia ha detto che la categoria medica è "spaventata" da queste delibere dell'assessore e che i medici non sono più liberi di prescrivere i farmaci più adatti ai bisogni del paziente. La mozione 82 sulla ventilata soppressione del servizio di vigilanza armata e riduzione delle postazioni di guardia medica è stata illustrata dall'on. Capelli (UDC) che ha subito sottolineato il grande ritardo con cui questa mozione è stata portata all'esame dell'aula. Infatti, essendo stata presentata con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento, doveva essere esaminata entro 10 giorni dalla data di presentazione (che era il 18 luglio). Il vicecapogruppo dell'Udc ha criticato, ancora una volta, la visione "ragionieristica" della sanità che non mette al centro il paziente ma solo l'equilibrio di bilancio. Eppure i risultati non sembrano premiare questa politica sanitaria. Il disavanzo è alto (nel bilancio 2005 è pari a 630 miliardi di vecchie lire) la spesa farmaceutica è aumentata (+7%), i servizi sono stati ulteriormente ridimensionati, si sprecano risorse attuando spoil system incomprensibili e assumendo "direttamente" personale a tempo indeterminato senza dare nessuna giustificazione e calpestando i principi di legalità. Entrando nel merito della mozione, l'on. Capelli ha ricordato che esiste, sul servizio di vigilanza armata e sulle postazioni di guardia medica, una legge regionale approvata all'unanimità dal Consiglio regionale (la n. 9 del 2004) che deve essere applicata. L'esponente dell'Udc ha concluso il suo intervento dicendo che il disegno del Piano sanitario della giunta ormai è chiaro: "ridurre la presenza dei sardi a 1 milione, così sicuramente si riducono i costi". (SEGUE) R.R.
Cagliari, 26 settembre 2006 - Razionalizzazione. Una parola che fa venire i sudori freddi, considerato che, nove volte su dieci, corrisponde a tagli della spesa. Un rischio che i medici della guardie mediche, ritenuti immuni dall'"ansia da risparmio" della giunta, avvertono. Lo ha detto l'on. Licandro (FI), ricordando come anche servizi essenziali alla sanità (soprattutto nei Comuni più piccoli) sono esposti a un "sudoku ragionieristico", che poco si concilia con la tutela della salute dei cittadini. Ricordano il delitto della dottoressa Roberta Zedda, trucidata da un folle nella guardia medica di Solarussa, Licandro, ha affermato che il costo della vigilanza non può entrare nella politica del risparmio della Regione, generosa nella spesa, invece, per i consulenti e i manager d'importazione. Nel caso in cui si vorrà negare la sicurezza ai medici e al personale di questi "avamposti della salute", si dovrà sapere - ha concluso rivolgendosi all'assessore - "che la responsabilità, anzi l'irresponsabilità è tutta vostra".
Definita dall'on. Gallus (Fortza Paris) una realtà di frontiera, la guardia medica espone gli addetti al rischio di persone, spesso sotto effetto di eccitanti, capaci di azioni anche criminose. Mandare questi medici, spesso alle prime armi, allo sbaraglio non è una cosa seria; il servizio sanitario "non può giocare sulla pelle della gente", ha aggiunto, richiamando la possibile riduzione delle prestazioni e la stessa rete delle guardie mediche. Concepire la sanità con una visione aziendalistica del risparmio è un controsenso; al contrario le guardie medie richiedono non solo vigilanza, ma investimenti sia delle strutture (molte sono fatiscenti) sia nell'addestramento del personale, com'è avvenuto per il servizio del 118. Gallus ha anche richiamato la difficoltà con cui procedono i lavori in Commissione, lavori - ha detto - spesso garantiti dall'opposizione, visto che la maggioranza non garantisce il numero legale. "Ma ormai - ha aggiunto - ci siamo stancati di fare la stampella".
Anche per l'on. Caligaris (Sdi-Rnp) la previsione di tagli a un servizio essenziale non è da prendere neppure in considerazione. Ricordando come in campagna elettorale Sardegna Insieme ribadì spesso che nessun posto di lavoro sarebbe stato messo in discussione e sottolineano che lavoro e sicurezza dei posti di lavoro sono condizioni irrinunciabili, ha detto che tale impegno va mantenuto a tutela dei sardi, cosa che gli appalti di decine di milioni di euro, sui quali la Giunta insiste, escludono le imprese sarde e di conseguenza rischiano di far pagare un prezzo insopportabile ai nostri lavoratori. Più esposte le lavoratrici, come dimostra anche il recentissimo appalto sulle pulizie, attività umili in gran parte femminili, ora a rischio.
L'assessore si dimetta, ha esordito l'on. Cappai (Udc) insistendo sul fatto che dal primo giorno di incarico la Dirindin si è distinta per i tagli (riferimento alle delibere della vecchia giunta che istituivano servizi di utilità per la salute). Ma anche l'idea di ridimensionare l'attività delle guardie mediche "è una mancanza di rispetto nei confronti del Consiglio", tenuto conto che, nella Finanziaria un emendamento stanziava 15 milioni ogni anno per la vigilanza. Quell'emendamento - ha ricordato - è stato votato all'unanimità; perciò "non è consentito a nessuno di modificare la volontà del Consiglio" e se il centrosinistra intende farlo, lo faccia nella prossima Finanziaria. La polemica con l'assessore è stata riattizzata dall'assunzione a tempo indeterminato di un dirigente al Brotzu, in contemporanea con una circolare nella quale la signora Dirindin vietava assunzioni, in attesa di direttive del governo centrale (mai arrivate).
Il "soccorso rosso" ad una sanità definita allo sfascio, annunciato dal centrosinistra, non c'è stato - ha detto, a sua volta, l'on. Moro (An) - anzi la politica della giunta Soru ha generato tensioni ("non si tratta di rinnovi contrattuali o di richieste di carattere finanziario; ma dell'incertezza di molte situazioni") e, dietro il paravento del risparmio, lascia intendere che si annunciano tempi bui anche per i piccoli ospedali, avviati a spegnersi come candele". Auspicando una convergenza sull'argomento in discussione ("ci sono i margini"), Moro ha ripetuto che "la sicurezza è il valore dei valori; perché, dove non c'è, non esiste libertà né certezza del diritto" ed ha ricordato come la possibile soppressione di alcune guardie mediche turistiche non è certo un altro incentivo per l'industria del forestiero.
L'aula semideserta (semivuoti i banchi della maggioranza) ha spinto il capogruppo di FI, on. La Spisa, a chiedere la verifica del numero legale, dall'esisto scontato. Di conseguenza la presidente Lombardo ha sospeso i lavori per mezzora.
Alla ripresa solo il tempo di un intervento, quello dell'on. Frau (Ps), il quale ha sostenuto che quello delle guardie mediche non è problema di numero ma di organizzazione del servizio, del quale nessuno disconosce l'importanza. Ciò comporterebbe sicuramente risparmio di danaro e possibilità di garantire ai professionisti migliori condizioni di lavoro.
Una seconda verifica del numero legale ha confermato la scarsa consistenza dei presenti ed ha mandato tutti a pranzo.
Si riprende nel pomeriggio, alle 16,30. (adel)