CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
Nota stampa
della seduta n. 18
antimeridiana del 7
ottobre 2004
Il Consiglio regionale si è riunito sotto la presidenza dell'on. Giacomo Spissu e dell'on. Paolo Fadda.
In apertura di seduta il Presidente ha comunicato la presentazione di :
Dopo le comunicazioni di rito il presidente ha aperto la discussione.
Prosecuzione discussione della mozione n. 3 sulla
specialità autonomistica della Sardegna.Concluso nella seduta precedente il dibattito generale, il presidente ha ricordato che era stato presentato un ordine del giorno.
L'assessore Dadea, intervenendo in nome della Giunta, ha sottolineato il proprio rammarico che sullo strumento giuridico per la elaborazione del nuovo Statuto ci sia stata una divisione.
Ha espresso il parere favorevole della Giunta all'ordine del giorno.
Per dichiarazione di voto, l'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha espresso il proprio parere contrario all'Odg. Ha ricordato che l''unità è possibile se si fanno passi indietro da tutte le parti che si confrontano, cosa che non è stata".
E' innaturale che il Consiglio abbia dimenticato l'impegno alla discussione sulla Costituente. Tanto da non citarlo neppure nel presente Odg.
"Chiediamo che il tema dello Statuto rimanga all'attenzione di tutti sardi, non di un gruppo di studio".
Per l'on. Siro Marrocu (DS) all'Odg si è cercato di arrivare con una sintesi unanime. Nel ribadire questa volontà ha precisato che il mandato che si da alla commissione è un mandato aperto a tutti i contributi. Non si raggiunge l'unità, oggi, non per responsabilità del centrosinistra, ma per divisioni all'interno del centrodestra.
Ma è necessaria l'unità massima possibile e occorre lo sforzo di tutti per pervenirvi. Ha annunciato voto favorevole.
E' intervenuto anche l'on. Giuseppe Atzeri (Misto - Psd'Az), che ha annunciato il voto contrario. C' è una forte pregiudiziale sulla proposta di Assemblea Costituente che parte dal Psd'Az, ha sottolineato con forte rammarico. Si preclude ai sardi di dare un contributo relegando la discussione a una commissione di giuristi di palazzo. Per il Psd'Az l'unico strumento valido è quello che coinvolga tutto il popolo sardo.
L'on. Paolo Maninchedda (Progetto Sardegna) ha preannunciato il si del proprio gruppo, perché lo strumento della Consulta è ampio e coinvolge tutta la società. Ha respinto i toni di dileggio che, l'oratore, ha colto in alcuni interventi precedenti. La Consulta non sarà un "pensatoio di palazzo", ha detto, ma sarà uno strumento aperto a tutta la società.
Non si intende fare una Costituzione "secondo la volontà del centrosinistra", ma una Costituzione che regoli le cose, in modo che le diverse espressioni della società possano interagire; non per tutelare il gioco di una posizione, ma regolare il gioco di tutte le posizioni.Anche l'on. Maria Grazia Caligaris (Misto - SDI - SU) ha annunciato il proprio voto favorevole. Ha auspicato che si tratti di uno strumento rappresentativo di tutta la società, con particolare riferimento alla presenza femminile.
L'ordine del giorno in votazione "lascia ampi margini di discussione sul futuro di strumenti e contenuti per la riscrittura dello Statuto"; per questo motivo è utile che il Consiglio trovi un percorso unitario. Lo ha affermato l'on. Antonello Licheri (PRC) ricordando come, con questi intenti, "ci siamo lasciati la scorsa settimana". C'è solo un limite invalicabile: l'Assemblea costituente, "alla quale siamo contrari", e, comunque, non rappresenta una proposta unitaria del centrodestra.
Per Silvestro Ladu (Fortza Paris) per avviare il confronto, "bisogna rispettare le idee degli altri". La mozione, che blocca il dibattito sull'assemblea consultiva, "è un passo indietro". Lo Statuto che il centrosinistra propone rassomiglia "a un affare di famiglia", che si realizza "all'interno del palazzo" secondo percorsi "che noi non condividiamo".
Di un nuovo Statuto, ha aggiunto, c'è sicuramente bisogno; quello vigente è vecchio; per giunta in questi ultimi anni "l'autonomismo ha ceduto spazi importanti al federalismo". Tutti d'accordo, perciò, sulla necessità di adeguarsi ai tempi, "ma la risposta deve essere di tutti i sardi". Obiettivo, ha concluso, che si realizza con l'Assemblea Costituente.Voto favorevole alla mozione Balia è stato annunciato, invece, dall'on. Antonio Biancu, a nome della Margherita. Bisogna recuperare il tempo perduto e mettersi subito al lavoro: "non possiamo stare al palo, mentre nel Paese si sviluppa un grande dibattito sulle riforme costituzionali". Insistere sulla Costituente è fuori luogo; il percorso si è interrotto e il centrodestra nulla ha fatto, quando governava la Regione e aveva sintonia politica col Governo, per rimuovere gli ostacoli e accelerare i tempi.
Quanto al coinvolgimento della società sarda, "sta a noi favorirlo. Questa è la grande sfida che ci sta davanti".Voto separato sulla mozione è stato chiesto dall'on. Oscar Cherchi (Misto - UDS), il quale ha ricordato le due proposte di legge presentate dal suo partito sul nuovo Statuto e sulla Costituente del popolo sardo. D'accordo sulla sessione straordinarie e permanente del Consiglio da dedicare alle riforme, l'UDS è contrario, invece, alla Costituente, in attesa che la Prima commissione istruisca la propria proposta di legge.
Ma chi attribuisce al centrosinistra la volontà di non far partecipare i sardi alla riscrittura dello Statuto? Se lo è chiesto l'on. Renato Cugini (DS), replicando alle affermazioni dell'on. Ladu. Al contrario, la maggioranza ritiene che questa alta incombenza spetti a tutti i sardi. Delusione anche per l'intervento dell'on. Vargiu, che difende una Costituente ormai fuori termini. Il vero problema, tuttavia, ha aggiunto Cugini, "è il rifiuto ad entrare nel merito", a parlare di contenuti.
"Se Berlusconi mantenesse parte degli impegni presi con la vecchia maggioranza, ne riparleremo, ma non possiamo stare fermi, in attesa che questo evento, del resto improbabile, si verifichi". L'on. Cugini ha anche auspicato future intese col Psd'Az: "abbiamo molti punti in comune; mentre le divergenze sono marginali".L'on. Luciano Uras (PRC) ha ricordato come la fase "politica" delle riforme ("pasticciata e dannosa, un'autentica perdita di tempo") non abbia consentito di affrontare temi vitali per la Sardegna mentre le condizioni di vita sono peggiorate. Limitarsi alle chiacchiere, dunque, non solo non serve a costruire un futuro, ma è pericoloso e dannoso per il presente. Tutto ciò dimostra l'utilità di stare insieme: "purtroppo il Consiglio ha perso questa grande occasione".
Favorevole all'ordine del giorno l'on. Adriano Salis (Insieme per la Sardegna), il quale ha ribadito che il coinvolgimento "di tutto il popolo sardo" è la migliore garanzia per riscrivere uno Statuto efficace e in linea con i tempi. Paradossali le critiche che arrivano sovvertendo questo indirizzo, ben chiaro e condiviso da tutto il centrosinistra. Del resto bisogna tenere conto di "quattro o cinque posizioni diverse", che frammentano la proposta politica del Governo. Tuttavia, poiché l'ordine del giorno non definisce i percorsi, forse si fa ancora in tempo a trovare un'intesa.
"Ci siamo lasciati la scorsa settimana con la disponibilità del centrosinistra a modificare il documento alla luce di alcune nostre proposte; ma la disponibilità non ha avuto seguito". Lo ha detto l'on. Mario Diana (AN), ricordando che il confronto dei gruppi e delle coalizioni è comunque un fatto positivo su un argomento così importante. Diana ha ribadito che, per AN, il nuovo Statuto "deve essere scritto all'interno del Consiglio" e "collaudato" da un successivo confronto "con tutti i soggetti che ne hanno titolo: associazioni, forze economiche e sociali".
Ma in Consiglio "non ci sono tutte quelle differenze che nel dibattito è lecito cogliere", ha affermato l'on. Carmelo Cachia (Insieme per la Sardegna); ma il vero problema è riuscire a comprendere "le ragioni degli altri". Ci sono ancora margini per individuare un percorso comune, perché questa "è la più importante occasione della legislatura ed è vietato perderla". Se il voto non sarà unitario sull'ordine del giorno, non è azzardato sperare di trovare, in seguito, un punto d'incontro".
E poi intervenuto l'on. Antonello Liori (AN), il quale, ricordando che è l'Aula a dovere decidere su un argomento tanto importante, ha ricordato che il Consiglio è totalmente legittimato. Negli ultimi 10 anni, tuttavia, si è assistito a una grande ingovernabilità. Ma riscrivere le regole spetta all'Aula, non ai consulenti, gli indirizzi generali deve darli il Consiglio.
I padri dell'Autonomia, ha ribadito, non possono essere altri.Per L'on. Sergio Pisano (I Riformatori), il voto sull'Assemblea Costituente deve essere onorato. E' accaduto un fatto grave, il Parlamento non ha dato seguito alla decisione del Consiglio. L'Assemblea Costituente non è "un pensatoio di giuristi", ha proseguito. Dobbiamo prendere forza della delusione subita e recuperare il terreno perduto.
L'on. Peppino Balia (Misto- SDI - SU) ha ricordato la dichiarazione di disponibilità all'integrazione dell'Odg con nuove proposte da parte dell'opposizione, al fine di trovare l'unità. Ciò non è avvenuto, ha detto l'oratore rivolto ai Riformatori. Se così non si fa, la richiesta di rinvio è stata solo un fatto strumentale. Esprimendo apprezzamento per le iniziative propositive dell'on. Floris (UDS) e per le riflessioni offerte dai consiglieri di AN, Balia si è, invece, rammaricato per la totale chiusura dei Riformatori.
In conclusione ha richiamato le aperture fatte da Soru, nella precedente seduta, per coinvolgere tutti nella stagione delle riforme ed ha auspicato che il Consiglio eviti le divisioni su questi temi."Un ordine del giorno non si nega a nessuno" Roberto Capelli (UDC), ricordando come era stato accolto il suo primo ordine del giorno presentato in Aula, ha dichiarato che in questa occasione il documento all'esame del Consiglio ha una diversa, più impegnativa valenza. Ma questo ordine del giorno non può essere condiviso "perché non è aperto al contributo di tutte le forze politiche".
Certamente, il gruppo dell'UDC parteciperà alla elaborazione dello Statuto di Autonomia, ha aggiunto Capelli; su "questo" ordine del giorno non sembra che la maggioranza sia disposta a fare concessioni di alcun genere.
Nel fare le riforme, nel riscrivere lo Statuto il "percorso è anche sostanza", ha concluso Capelli; non si può chiedere solidarietà quando non si è disposti a condividere idee e percorsi, "ma si propongono soltanto documenti chiusi". Per queste ragioni, ha annunciato Capelli, il gruppo dell'UDC voterà contro questo odg.Voto negativo all'ordine del giorno ha annunciato anche Giorgio La Spisa (FI), il quale ha voluto ricordare come le modifiche costituzionali, le grandi riforme, dovrebbero essere fatte, sempre, con la massima partecipazione possibile. Le proposte fatte in questi ultimi tempi, dai Sardisti e dai Riformatori, riportano all'attenzione, anche del Consiglio, la strada dell'Assemblea Costituente per coinvolgere, nel grande processo di riforma, tutte le forze più vive ed attente della società. L'assemblea elettiva, la Costituente, ha quindi valore, anche se non sembra godere della giusta, necessaria, considerazione.
Per queste ragioni, quindi, il gruppo di Forza Italia voterà contro questo ordine del giorno.La scorsa legislatura, il gruppo di Alleanza Nazionale era a favore dell'Assemblea Costituente, , ha detto Matteo Sanna (AN), nella sua dichiarazione di voto, perché la considerava una strada percorribile, l'unica in grado di coinvolgere tutte le forze vive della società sarda. Ora, però, la situazione complessiva è mutata e non è possibile abbandonare la strada della Costituente e imboccare la stradina della Consulta.
Il gruppo di AN è, quindi, deciso, a proseguire la sua battaglia, ha detto ancora Sanna, per contribuire a modificare lo Statuto di Autonomia. Ma intende farlo nella sede opportuna, che è proprio quella del Consiglio regionale.
"Siamo in grado di riscrivere lo Statuto, ha concluso, Matteo Sanna, perché rappresentiamo una parte sensibile della società sarda e sappiamo bene cosa vogliono i nostri corregionali. In questa sede, quindi, porteremo le nostre proposte e contribuiremo alla elaborazione del nuovo Statuto speciale di Autonomia". Per questa ragione il rappresentante di Alleanza Nazionale ha confermato il voto contrario del suo gruppo.Contrario, decisamente contrario all'ordine del giorno della maggioranza, si è detto anche l'esponente dei Riformatori Attilio Dedoni, il quale ha voluto ricordare come nella scorsa legislatura il Consiglio abbia voluto approvare un provvedimento costituzionale per l'istituzione dell'Assemblea Costituente.
Quel provvedimento era stato adottato dopo un grande ed appassionato confronto, che aveva investito l'intera società sarda. Perché abbandonare quella strada, si è chiesto Dedoni, perché subire passivamente la volontà del Parlamento, che continua ad ignorare una proposta dell'Assemblea regionale?
Dobbiamo riprendere la nostra proposta, ha concluso Dedoni, dobbiamo percorrere la strada maestra della Costituente, coinvolgendo nella nostra battaglia tutto il Consiglio, tutta la società sarda. "Scorciatoie e sotterfugi non possono essere assolutamente percorribili".
Per queste ragioni Attilio Dedoni ha confermato il voto contrario suo e del suo gruppo.Il voto a favore è stato annunciato dal presidente del esecutivo. Un voto favorevole e convinto, ha detto il presidente Renato Soru perché questo ordine del giorno è frutto di un lavoro corale fatto da tutta la maggioranza.
Il presidente Soru, dopo avere ribadito l'esigenza di un nuovo Statuto, "urgente e necessario, anche per i nuovi spazio di autonomie che si vogliono ottenere" ha detto di "non capire l'opposizione" di tutte le forze di minoranza, che avrebbero dovuto, invece, esprimersi a favore, condividere questa proposta che è decisamente buona, "un'ottima iniziativa" che raccoglie i contributi di tutti.
Questo ordine del giorno, ha detto anche Soru, che propone una Consulta che non sarà fatta con il bilancino, tiene anche conto del profondo dibattito che si è svolto nella passata legislatura. Il presidente Soru ha concluso auspicando un fattivo e completo contributo da parte di tutti i gruppi, perché forniscano proposte di nuovo Statuto sulle quali, poi, questo Consiglio avrà il compito di decidere da quali partire per elaborare il nuovo patto Statutario tra i sardi e lo Stato.
Per queste ragioni il presidente Soru ha confermato il proprio "convinto" voto a favore dell'ordine del giorno.Concluse le dichiarazioni di voto il presidente del Consiglio regionale ha posto in votazione, per parti, come richiesto dal consigliere Cherchi, col sistema del voto elettronico palese, l'ordine del giorno della maggioranza.
La votazione ha avuto questo esito:
Prima parte, sino al punto "di riflessione e di proposta":
votanti 76; favorevoli 48; Contrari 28; astenuti 0.
Seconda parte "da mandato" sino al termine del capoverso:
votanti 77; favorevoli 47; contrari 28; astenuti 2.
Terza parte da "dichiara" alla conclusione:
votanti 77; favorevoli 55; contrari 21; astenuti: 0.
L'ordine del giorno è stato approvato.
Discussione della Mozione n. 4, sui provvedimenti
di revoca adottati dalla Giunta il 25/08/2004."Con grande disappunto, almeno per quanto mi riguarda, siamo costretti a parlare di alcune delibere della Giunta che revocano interventi per la pubblicità istituzionale, e di sospensione della delibera per le strutture complesse" ha esordito il relatore, l'on. Roberto Capelli (UDC) illustrando la mozione che ha che ha contestato con numerosi documenti circostanziali i provvedimenti della Giunta.
Capelli si è a lungo soffermato su quella che a suo giudizio è stata una decisione assolutamente inopportuna, Dopo avere parlato di decisioni affrettate, e dopo avere ribadito la grave contraddizione fra obbiettivi conclamati e scelte concrete effettuate, l'oratore ha riconfermato il proprio giudizio di totale illegittimità degli atti intrapresi.
Avviandosi a conclusione, l'on Capelli ha osservato che è impossibile identificare aprioristicamente la spesa indicata nei documenti della precedente Giunta.
In precedenza Capelli aveva precisato che il provvedimento di revoca relativo alla pubblicità istituzionale non è supportato da alcuna opportunità amministrativa; inoltre, la revoca della delibera 23/8 accentua la grave discriminazione in cui versa la sanità, ove le tariffe delle prestazioni ospedaliere erano ferme al 1994.
Secondo l'oratore il rischio di incremento della spesa ospedaliera è stato del tutto strumentale e ugualmente strumentale è stata l'altra giustificazione dei maggiori oneri.Illustrando le altre mozioni l'on. Giorgio Oppi (Udc) si è soffermato, in particolare, sulla delibera che ha annullato l'adeguamento delle tariffe delle prestazioni in regime ospedaliero (Drg) definendola illegittima, non solo perché non ha indicato i reali motivi della decisione, ma, soprattutto, perché "ha modificato una situazione consolidata" sulla quale alcune aziende ospedaliere avevano impostato il proprio budget e numerose strutture private "avevano preso i loro impegni".
I Drg - come è noto - sono bloccati da dieci anni, con una base di partenza che era stata "scontata".
Sulla necessità dell'adeguamento la precedente giunta aveva adottato un provvedimento poi sospeso, fra gli altri motivi, "per difficoltà degli uffici". Ma - ha aggiunto l'on. Oppi - sulla spinta dei sindacati, il provvedimento era stato poi adottato. Di punto in bianco il neo-assessore ha revocato la delibera invitando le Asl a "non dare attuazione alla stessa ed a revocare gli atti relativi già presi". Successivamente, "rendendosi conto dell'errore", ha disposto l'applicazione della delibera, ma sino alla data di un ulteriore decreto, che modificava "motu proprio", una delibera della giunta, commettendo, cioè, secondo l'on. Oppi, un'altra illegittimità.
"Non so se la giunta intende istituire un fondo per danni, ha commentato Oppi, ma se continua di questo passo, con provvedimenti che modificano situazioni consolidate o, come nel caso delle residenze sanitarie per anziani (Rsa), creano un vuoto legislativo, qualcuno le chiederà conto".A sostengo dell'assessore è intervenuto l'on. Alessandro Frau (Progetto Sardegna) per sottolineare come le delibere contestate sono un esempio di come la sanità perda di vista gli interessi generali. Ha definito "sospetti", alcuni provvedimenti (come la istituzione delle strutture complesse) domandandosi se servissero davvero a migliorare la qualità del servizio o piuttosto fossero gli ultimi colpi di coda di una giunta in liquidazione. A sostengo della propria tesi, l'on. Frau ha ricordato che ben 24 strutture complesse sono state istituite fra aprile e giugno e soltanto tre nei precedenti cinque anni. Probabilmente, ha aggiunto, ci sono strade diverse per migliorare i servizi, ridisegnando l'organizzazione ospedaliera e riqualificando i dipartimenti. Molte strutture hanno "rilevanza mediatica", ma non costituiscono priorità per la salute, come il servizio del cuore artificiale, destinato a seguire uno o due pazienti all'anno.
Quanto alle tariffe dei Drg, non è stata quantificata la maggiore spesa, cosa essenziale nella sanità sarda che fa acqua. E se l'on. Oppi lamenta che le assegnazioni pro capire alla Sardegna sono inferiori a quelle delle altre regioni, con chi prendersela se non con chi, evidentemente, non è stato capace di una seria negoziazione col governo? Alcuni Drg sono ancora "altamente remunerativi", mentre alti no. Bisognerà intervenire, ripensando comunque le modalità di erogazione.
Infine, una delle delibere annullate riguardava la pubblicità istituzionale. Ma la Regione non aveva alcuna strategia di comunicazione su due aspetti fondamentali: l'accesso ai servizi sanitari e la promozione della salute. Né esiste un sistema per verificare l'efficacia dei messaggi. La migliore operazione di marketing, ha concluso, è fornire prestazioni che soddisfino i bisogni del cittadino.L'on. Pierpaolo Vargiu (I Riformatori) ha auspicato la ricerca di strade opportune per trovare soluzione alle questioni sul tavolo. L'oratore ha espresso la riflessione sul fatto che un dibattito sulla Sanità ha necessità di essere svolto con più ampio respiro.
Dopo avere criticato l'atteggiamento della nuova Giunta che come primo atto ha revocato "un mazzo di delibere", quasi a dire che tutto ciò che era stato fatto era da gettare via, in quanto non condivisibile non solo nella sostanza, ma anche nel metodo, Vargiu ha proseguito sostenendo come era necessaria un'assunzione di responsabilità precisa. Respingendo le critiche del precedente oratore, ha, quindi, affermato il principio dell'esigenza di una ricerca di maggiore qualità dei servizi da offrire piuttosto che piuttosto che prendere le decisioni guardando a nomi compresi dentro i vari organigrammi. Se c'è disponibilità all'ascolto si possono fare passi avanti al di fuori della cultura del sospetto.
I Lavori riprenderanno
questo pomeriggio alle 16.30.