Discorso di insediamento (seconda parte)

...Questa Assemblea regionale è stata espressa da una vicenda elettorale complessa e appassionata. Il grado di partecipazione e di attenzione, da parte della società civile, a questi mesi di impegno delle forze politiche tradizionali e delle nuove che sono venute organizzandosi ed esprimendosi, è stato importante, fra i più alti conosciuti dalla nostra storia autonomistica. Il risultato di questo processo è nuovo in modo consistente, esprime una determinata e consapevole volontà del corpo elettorale, emerge l’aspettativa di un cambiamento profondo della realtà economica, sociale, culturale della nostra Isola, e dei modi di essere della politica.

L’insieme degli interessi, dei bisogni, delle intelligenze ha già costruito, così, quella che, usando il pensiero di un grande giurista del passato, può definirsi una diversa e più avanzata costituzione materiale della Regione. Spetta a noi adesso, nei prossimi cinque anni, adeguare gli istituti autonomistici a questa già presente ed espressa realtà di forze e coscienze. E’ un compito difficile ed importante, a cui tutti i caratteri, le culture, le personalità presenti nell’Assemblea sapranno certamente dare il proprio contributo. Più della metà dei Consiglieri – 85 per effetto della nuova legge elettorale - sono alla loro prima esperienza; 14, ancora poche, come detto, sono le donne; diversi i giovani, molti gli esponenti di professioni, nuove capacità e dinamismi.

Questa diversa e nuova composizione dell’Assemblea offre fondate certezze che si saprà adempiere ai compiti che la situazione impone, portando a sintesi le esigenze che la nostra società ha maturato ed espresso nella recente costruzione della rappresentanza. Il ruolo della rappresentanza, il senso nuovo della rappresentanza: è proprio questo il nodo fondamentale che dovrà essere sciolto, come premessa delle complessive riforme che saremo chiamati ad attuare.

Nella lunga transizione che il complessivo sistema costituzionale va percorrendo nel nostro Paese, è questo il passaggio più complesso, quello che stenta a trovare un’adeguata maturazione. Mentre gli esecutivi locali e regionali, e in parte quello nazionale, sembrano aver definito un loro ruolo ben caratterizzato e stabile, ancora problematica è, invece, la collocazione, la struttura definitoria delle Assemblee amministrative e legislative, nei rapporti con gli esecutivi, ma soprattutto con il corpo sociale. Tanto che, nel dibattito politologico e giuridico, il nuovo ruolo delle Assemblee è indicato come la vera “sfida istituzionale” dell’inizio del 21° secolo. Infatti, mentre la nostra democrazia regionale dispone oggi di un governo autorevole e forte, deve ancora essere delineato il ruolo propulsivo e dinamico che deve svolgere l’Assemblea, questa Assemblea. E l’intero sistema deve essere disegnato e garantito in nuove regole e forme.

Si è molto discusso in queste settimane e nei giorni che hanno preceduto l’elezione del Presidente del Consiglio sul conflitto possibile fra Assemblea ed Esecutivo e sulla necessità di controbilanciare in qualche modo attraverso la figura del Presidente del Consiglio, un potere forte, eletto in modo diretto, del Presidente della Regione. Trovo fondata la preoccupazione di molti colleghi, se riferita al rafforzamento dell’esecutivo e alla relativa indefinitezza venutasi a determinare con l’applicazione alla nostra Regione di una legge elettorale che non contempla la specialità della Sardegna né le sue leggi fondative.

Le nuove norme sovrapponendosi all’ordinamento vigente hanno prodotto delle sfasature, delle lacune, che creano un’obiettiva difficoltà interpretativa. Così per esempio la mancata sistematicità delle norme che sono state applicate alla elezione del nuovo Consiglio hanno prodotto nella fase del giuramento avvenuto in aula nei giorni scorsi una qualche incertezza sulla formula da adottare.

Il giuramento reso dagli Assessori al Presidente nella formula prevista dalla legge è stato recepito in sede consiliare. Nello svolgimento di questa procedura qualcuno ha quasi voluto vedere un conflitto tra i due organi che peraltro derivano la loro legittimazione da un analogo mandato elettivo. Così non è. Così non può essere Meno fondata invece mi sembra la visione di un rapporto conflittuale fra il Presidente della Regione, la Giunta da lui nominata e l’Assemblea legislativa sarda. Penso che dobbiamo insieme adoperarci per rendere compatibili, finché non ci doteremo dei necessari strumenti regolamentari, le funzioni dell’esecutivo e del Consiglio attraverso il confronto, la ricerca del consenso, la condivisione. A questa regola intendo attenermi, giudicando non percorribile ed estremamente dannosa una “prova muscolare” e di contrapposizione.

Segue...