CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURADISEGNO DI LEGGE N. 91/A
presentata dalla Giunta regionale,
su proposta dell'Assessore della programmazione, bilancio, credito e assetto del territorio,
PIGLIARUil 21 gennaio 2005
Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione
(Legge finanziaria 2005)
RELAZIONE DELLA GIUNTA REGIONALE
Premessa
Il disegno di legge finanziaria della Regione sarda per l'anno 2005 si muove in stretta coerenza con le indicazioni formulate dal Documento di Programmazione Economica e Finanziaria 2005-2007 approvato dal Consiglio regionale.
La priorità principale della legge è quindi quella di perseguire un sentiero di sviluppo salvaguardando il controllo della spesa e perseguendo il risanamento finanziario della Regione. Per ottenere questo obiettivo la legge introduce una serie di norme che, seppure di merito non strettamente finanziario, hanno una immediata ricaduta per l'opera di convergenza dei conti verso una futura e definitiva stabilità.
Va ricordato a questo proposito che gli impegni immediatamente considerabili come obbligatori nel bilancio di parte regionale hanno ormai superato (101%) la disponibilità delle entrate per i titoli relativi agli stessi fondi regionali.
Dal punto di vista finanziario, quindi, si impone un limite chiaro agli stanziamenti di spesa previsti per l'esercizio 2005, che non devono superare per una percentuale maggiore del 10% le entrate disponibili. In altre parole, gli importanti stanziamenti previsti per il 2005, simili a quelli previsti nel bilancio 2004, comportano un potenziale indebitamento dimezzato rispetto a quello autorizzato nel 2004.
Si intende così marcare una netta discontinuità con l'azione svolta negli ultimi anni di governo della passata legislatura.
Il disegno di legge tiene inoltre conto del fatto che le risorse complessivamente mobilitate nella manovra finanziaria sono pari a quelle del 2004. Le maggiori disponibilità del POR e di assegnazioni statali rinvenute, anche dopo anni, grazie ad un accurato lavoro di ricerca compiuto in questi mesi hanno consentito di non impostare una manovra di tagli della spesa, ma di modificare la qualità della stessa orientandola a principi di integrazione e complementarietà e maggiore efficacia. Al fine di non creare inutili doppioni ( come successo in passato) si è provveduto a selezionare i programmi di spesa dividendoli tra le varie fonti in maniera più mirata.
Il disegno di legge prevede inoltre la trasformazione dell'Osservatorio industriale in Osservatorio economico principalmente al fine di creare un sistema completo di monitoraggio della spesa e rendere così più efficaci i futuri programmi di sviluppo.
Per quanto riguarda più specificamente le entrate, nel disegno di legge non si tiene ancora conto degli effetti dell'azione che il Governo regionale sta dispiegando al fine di rivendicare dallo Stato un giusto livello di compartecipazione tributaria. Tali effetti si potranno riscontrare infatti solo a partire dal 2006. Viene comunque valutato un miglioramento del gettito principalmente ascrivibile alla trattativa sull'IVA ed al contenzioso aperto su alcune questioni relative alla compartecipazione IRPEF per la quale lo Stato ha già riconosciuto le argomentazioni della Regione.
Introduzione all'articolato
I disegni di legge finanziaria, di bilancio e leggi collegati sono tra gli strumenti fondamentali per la gestione finanziaria della Regione, ai sensi dell'articolo 1 della legge di contabilità.
Il presente disegno di legge finanziaria si presenta formato da 39 articoli, riuniti in sei capi.
Capo I
L'articolo 1 dispone prevalentemente in materia di ricorso al credito: vuoi quali fonte di copertura (euro 543.000.000) alle spese regionali destinate ad investimenti diretti della Regione, degli enti locali e degli enti del settore pubblico allargato, in linea con quanto disposto dalla vigente normativa statale in materia; vuoi quale fonte di copertura al presunto disavanzo di amministrazione al 31 dicembre 2004, stimato in euro 2.811.887.000, per effetto dell'emissione di prestiti obbligazionari nel corso dell'anno 2004 ( per euro 500.000.000) e delle economie che si presume si realizzeranno a seguito dell'applicazione del comma 2 dell'articolo 4 della legge di assestamento del bilancio per l'anno 2004 (euro 750.000.000).
Come si evince, il ricorso al mercato per compensare le entrate a pareggio delle spese è limitato non solo all'esercizio 2005 ma anche nella sua entità, che risulta inferiore di oltre il 52 per cento di quella disposta nell'esercizio precedente.
Ciò ha comportato un notevole "sforzo" volto da un lato al contenimento delle spese anche di carattere "obbligatorio" in senso lato, e dall'altro ad un'attenta ridistribuzione delle limitate risorse "manovrabili" a favore di quei settori che si ritengono prioritari e funzionali per il conseguimento dello sviluppo economico-sociale della Regione.
L'articolo 2, in considerazione del fatto che le risorse assegnate dallo Stato relativamente al 2° Piano di rinascita sono state completamente utilizzate, in quanto completati i relativi programmi d'intervento, e che quelle attualmente presenti nella relativa contabilità sono di esclusiva competenza regionale, prevede la chiusura della contabilità speciale ex programma d'intervento 1988-1990 della Legge n. 268 del 1974. Le relative disponibilità da un lato ripristinano alcuni titoli della contabilità ex Legge n. 402 del 1994 per un ammontare complessivo di oltre euro 166.000.000, dell'altro per oltre 64.000.000 rientrano al bilancio regionale.
L'articolo 3 razionalizza in materia di fondi di rotazione o assimilati, disponendo non solo del recupero delle giacenze inutilizzate, ma anche della soppressione di fondi oramai inoperativi, facendo confluire le relative disponibilità alle entrate della Regione.
L'articolo 4 dispone in materia di razionalizzazione e di contenimento della spesa; il comma 1 prevede il rafforzamento del Nucleo conti pubblici territoriali, ciò consentirà la prosecuzione dell'attività di analisi e monitoraggio dell'entrata e della spesa della componente locale del settore pubblico allargato della Regione Sardegna.
Il Nucleo conti pubblici territoriali, costituito ad agosto 2002, ha recuperato il ritardo accumulato dalla Regione Sardegna a partire dall'anno 1998, procedendo all'analisi dei dati di oltre 69 enti.
In prospettiva il bilancio consolidato regionale è uno strumento utile per:
a) prevedere l'ammontare delle spese di un periodo successivo a quello di riferimento e fornire un valido apporto dell'attività di programmazione;
b) effettuare un più e puntuale controllo anche sugli effetti della spesa pubblica nel sistema di government regionale;
c) offrire uno strumento diretto a migliorare le capacità di valutazione dell'efficacia e dell'efficienza della spesa regionale complessiva;
d) diffondere le informazioni della banca dati, anche attraverso un sito dedicato, che gli enti locali possono utilizzare a supporto della propria attività gestionale (comma 1).
Il comma 2 dell'articolo 4 apporta tre modifiche alla legge regionale 15 maggio 1995, n. 14, relativa ai controlli sugli enti strumentali.
In particolare, la lettera a) favorisce lo snellimento di alcune procedure spostando le competenze dall'organo politico alla sfera amministrativa per le variazioni compensative tra capitoli della medesima UPB, le integrazioni di cassa e i prelevamenti dai fondi di riserva.
Con la lettera b) è data facoltà agli organi di controllo di procedere per tre volte e non più una volta sola alla richiesta di elementi integrativi, ciò consente un maggiore approfondimento delle materie soggette al controllo.
La lettera c), infine, rettifica un errore commesso nella formulazione del comma 1 dell'articolo 5 della legge finanziaria 2003, in cui si facevano decorrere i termini per il controllo dei bilanci degli enti dalla data di adozione della delibera di Giunta che approva il bilancio regionale, senza prevedere alcun termine per la presentazione dei bilanci da parte degli enti, impedendo in tal modo l'attuazione di un efficace controllo.
Capo II
L'articolo 5 è relativo al settore delle opere pubbliche, più specificamente, in applicazione dell'articolo 3 della legge regionale n. 15 del 1995, i commi 1, 2 e 3 prevedono la soppressione dell'ESAF che verrà posto in liquidazione.
Gli oneri per la gestione liquidatoria e quelli relativi all'avvio dell'ESAF Spa verranno quantificati dal Commissario liquidatore entro tre mesi dalla nomina. Ciò nel più ampio quadro della riforma del sistema idrico che consentirà la razionalizzazione e la gestione unitaria delle risorse idriche tramite l'adozione di un'unica tariffa, quantificata sulla base delle direttive comunitarie. Ciò è in linea con le disposizioni della legge Galli, applicate ormai dalla maggior parte delle regioni italiane.
I contributi integrativi a favore dell'Ente autonomo del Flumendosa, previsti dal comma 7 dell'articolo 5, sono stati stabiliti al fine di consentire all'ente di provvedere alla manutenzione straordinaria delle infrastrutture che sono gestite per conto della Regione dall'EAF. Ciò anche in virtù dell'impegno assunto dall'Amministrazione regionale farsi carico degli oneri derivati dalla manutenzione del proprio patrimonio.
Gli ulteriori 4.000.000 di euro sono destinati alla copertura dei costi energetici che deriveranno dal recupero delle risorse marginali del sistema Flumendosa - Campidano.
Infine il comma 11 limita l'accesso alle agevolazioni per l'acquisto della prima abitazione ai soli soggetti che non sono proprietari di altri alloggi nell'intero territorio della Sardegna ed estende il periodo dell'impossidenza ai tre anni precedenti alla richiesta dell'agevolazione. Questa disposizione si è resa necessaria in considerazione delle limitate disponibilità di bilancio, anche in virtù del fatto che nel corso della gestione degli interventi di erogazione delle provvidenze di cui alla Legge n. 32 del 1985, si è riscontrato che una parte non trascurabile dei soggetti richiedenti risultava titolare di alloggi in altra provincia dell'isola. Ciò era chiaramente in contrasto con il principio secondo cui i richiedenti dovevano essere portatori di un fabbisogno prioritario.
L'articolo 6 dispone in materia di agricoltura.
Tra le disposizioni rileva:
a) quella relativa al finanziamento a favore dei Centri autorizzati assistenza agricola (CAA), da alcuni anni istituiti su tutto il territorio nazionale, con molteplici compiti che sono di grande ausilio all'operatore agricolo; il comma 4 della norma intende utilizzare il ruolo dei CAA per la ricezione e l'istruttoria amministrativa delle istanze, sgravando di un oneroso lavoro l'ERSAT e l'Assessorato dell'agricoltura che in tal modo fungerebbero unicamente da enti pagatori e di controllo;
b) quella relativa all'avvio di un programma finalizzato al miglioramento della qualità del latte nelle zone dove l'allevamento ovino assume caratteristiche più intensive, euro 6.000.000 (comma 3);
c) infine, si regolamenta la presentazione della dichiarazione delle superfici citate, che rappresenta un obbligo ai sensi del D.M. 26 luglio 2000, mediante l'istituzione di un sistema sanzionatorio pecuniario.
L'articolo 7 (interventi nel settore dei trasporti) autorizza:
a) nel comma 1 l'erogazione di contributi d'esercizio, per l'anno 2005, previsti dalla legge regionale 27 agosto 1982, n. 16 (Norme per la concessione di contributi di esercizio e per investimenti alle aziende di trasporto esercenti servizi pubblici di linea a carattere regionale e locale) alle aziende di trasporto esercenti il servizio pubblico di linea e di contributi alle stesse aziende a copertura degli oneri relativi al rinnovo contrattuale;
b) nel comma 2, uno stanziamento per il ripristino del canale di soccorso aereo nella laguna di Santa Gilla;
c) nel comma 3, l'estensione dei finanziamenti per il rinnovo ed il potenziamento del parco del materiale rotabile a favore degli enti locali, ancorché non concessionari di servizi pubblici di linea, purché destinati alla realizzazione di autostazioni e fermate.
Capo III
L'articolo 8, in materia di lavoro, prevede:
a) al comma 1 la possibilità che la valutazione tecnica relativa agli interventi di cui alla legge regionale 24 ottobre 1988, n. 33 (Politica attiva del lavoro) venga svolta da un gruppo di lavoro interno all'Amministrazione regionale;
b) al comma 2 la riduzione della percentuale di anticipazione, dal 95 per cento al 70 per cento, relativa ai finanziamenti previsti dall'articolo 72 della legge regionale 30 aprile 1991, n. 13 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 1991)), al fine di tutelare la Regione nei casi di difficoltà di recupero delle somme anticipate e non rendicontate;
c) al comma 3, la soppressione dell'articolo 6 della legge regionale 27 del 1997 relativo alla costituzione e al funzionamento del Centro studi e documentazione delle società di mutuo soccorso che comporterebbe la creazione di una struttura analoga, già esistente presso il coordinamento delle Società di mutuo soccorso, con un produttivo risparmio di risorse finanziarie da parte dell'Amministrazione regionale.
L'articolo 9 contiene le disposizione nel settore dell'istruzione, cultura, spettacolo, editoria e sport. Tali disposizioni costituiscono, nella maggior parte dei casi, il supporto normativo di spese che, in carenza di una disciplina organica in materia, devono essere autorizzate di anno in anno.
Tra esse rilevano quelle a favore di organismi che operano nel campo universitario (comma1, lettere a) e b)) e nel campo della cultura (comma 2, lettera da a) a g)).
L'articolo 10 dispone in materia di sanità e di assistenza sociale.
La politica sanitaria e quella sociale per il prossimo triennio saranno orientate:
a) la prima, alla riqualificazione del Servizio Sanitario regionale, sotto il profilo clinico e sotto il profilo economico, in primo luogo attraverso la realizzazione e l'approvazione del Piano sanitario regionale 2005-2007, cui seguirà il processo di attuazione e di monitoraggio degli obiettivi;
b) la seconda, alla realizzazione di un progetto di riforma volto a promuovere, coerentemente con la più recente legislazione nazionale, una "svolta culturale" nell'impostazione delle politiche sociali, che devono essere sviluppate come rete integrata di interventi e servizi, rivolti a tutti gli individui, senza alcun vincolo di appartenenza, su tutto il territorio regionale.
Nelle more di tale complessivo programma di riordino, che vedrà l'avvio con l'approvazione del Piano sanitario regionale e del Piano socio assistenziale, si è reso necessario prevedere delle disposizioni in materia di sanità e assistenza sociale che consentano un graduale inizio di tale nuova fase della programmazione regionale.
Nello specifico, al comma 1 dell'articolo 10 si è ritenuto opportuno garantire, nelle more della revisione della legge regionale 7 gennaio 1977, n. 1 (Norme sull'organizzazione amministrativa della Regione Sarda e sulle competenze della Giunta, della Presidenza e degli Assessorati regionali), un coordinamento di tutti gli interventi di politica sociale, che sono attualmente gestiti da più Assessorati, al fine di favorire il superamento della politica passiva, frammentaria e categoriale a favore di una politica di protezione attiva, programmata e coordinata.
Al comma 2 del medesimo articolo 10 si è prevista l'istituzione di una Commissione tecnica per l'assistenza farmaceutica che, contribuendo con la propria attività alla definizione di un insieme organico di interventi tesi a riqualificare e contenere la spesa farmaceutica, possa garantire anche un progressivo miglioramento dell'assistenza farmaceutica e riposizionare la Sardegna nell'ambito dei parametri di riferimento nazionali (tetto del 13%).
Al comma 3 dell'articolo 10 si è disposta una proroga, al 31 dicembre 2006, della scadenza delle autorizzazioni delle strutture socio assistenziali residenziali, semiresidenziali e aperte di cui all'articolo 41 della legge regionale 25 gennaio 1988 n. 4 (Riordino delle funzioni socio-assistenziali), già prorogati dal comma 13 dell'articolo 15 della legge regionale 29 aprile 2003, n. 3 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (legge finanziaria 2003)), in quanto, sulla base della ricognizione effettuata dagli uffici, è emerso che al 31 dicembre 2004 un numero notevolissimo di tali strutture non aveva ancora ultimato gli interventi di adeguamento agli standard di organizzazione professionale del personale ed a quelli relativi ai requisiti strutturali. L'intendimento è quello di avviare, attraverso gli uffici dell'Assessorato, un'azione di affiancamento e sostegno di tali strutture affinché pongano in essere tutti gli adempimenti previsti dalla normativa vigente entro la nuova scadenza.
Al comma 4 dell'articolo 10 si è ritenuto opportuno, nelle more di approvazione del Piano sanitario regionale, prevedere la possibilità di modificare, in ragione della diversa delimitazione territoriale derivante dall'attivazione delle nuove quattro province, gli ambiti territoriali delle Aziende Sanitarie.
Il comma 5 dell'articolo 10 detta disposizioni in materia di riequilibrio finanziario da parte delle Aziende Sanitarie prevedendo, nell'immediato, che ciascuna Azienda predisponga un piano strategico di riqualificazione dell'assistenza e di rientro del disavanzo consolidato al 31 dicembre 2004 sulla base di precise direttive fornite dalla Giunta regionale, ed in prospettiva che, dopo aver svolto una ricognizione del patrimonio disponibile attraverso l'inventario generale, si possa procedere alla dismissione di beni nell'ambito della più generale attività di riordino del patrimonio immobiliare regionale posta in essere dall'Assessorato degli enti locali.
Al comma 6 dell'articolo 10 si è ritenuto opportuno istituire il Comitato regionale per la bioetica, non solo in ragione del fatto che tale organismo può svolgere un'importante attività di divulgazione scientifica sullo stato della ricerca biomedica e dell'ingegneria genetica e di consulenza su tali temi per istituzioni pubbliche e private, ma anche e soprattutto perché in questa Regione si stanno sviluppando e consolidando importanti programmi di ricerca su tali temi dei quali è fondamentale avere un quadro complessivo aggiornato e sui quali è corretto trasferire all'opinione pubblica la giusta informazione.
Il comma 7 dell'articolo 10 prevede una modifica del comma 5 dell'articolo 4 della legge regionale 26 febbraio 1999, n. 8 (Disposizioni in materia di programmazione e finanziamenti per i servizi socio-assistenziali. Modifiche e integrazioni alla legge regionale 25 gennaio 1988, n. 4 "Riordino delle funzioni socio-assistenziali) proponendo di aggiornare, anno per anno, e non più triennalmente, l'importo dei trasferimenti riferiti alle provvidenze finanziarie a favore di determinate categorie di soggetti (talassemici, emofilici etc) al fine di venire incontro alle esigenze di quei comuni che prendano in carico nuovi utenti e di evitare il trasferimento di risorse eccessive a quei comuni che abbiano avuto una diminuzione degli utenti. La cadenza annuale garantisce, infatti, una più corretta rispondenza alle reali necessità dei comuni.
Il comma 8 dell'articolo 10 si pone l'obiettivo di regolamentare in maniera definitiva la gestione ed il funzionamento di alcune case di riposo. La Regione eroga annualmente, un contributo finanziario ai comuni di Alghero, Iglesias e Sassari per il funzionamento delle case per anziani, già di proprietà e gestite dalla Regione. Tale finanziamento deve assicurare la copertura dei costi del personale regionale ivi operante.
Ai fini di superare tale situazione di precarietà e d'incertezza nella gestione delle stesse, si ritiene indispensabile prevedere:
a) la definizione della proprietà degli immobili;
b) l'assegnazione delle risorse finanziarie necessarie al funzionamento;
c) la soluzione relativa alla collocazione del personale che opera ancora presso le stesse.
Seguono dal comma 9 al 12 dell'articolo 10 le consuete norme di autorizzazione di spesa, tra le quali l'integrazione al fondo sanitario nazionale.
Capo IV
Negli articoli da 11 a 19, oltre alle disposizioni in materia di contrattazione collettiva da inserire ai sensi dell'articolo 62 della legge regionale 13 novembre 1998, n. 31 (Disciplina del personale regionale e dell'organizzazione degli uffici della Regione), sono previste altre norme aventi finalità di contenimento della spesa di funzionamento e, più in generale, di razionalizzazione organizzativa anche in vista del processo di riforma in atto: si tratta di norme concernenti prevalentemente la gestione degli organici o la semplificazione amministrativa.
In particolare, le disposizioni sulla contrattazione fissano l'ammontare delle risorse utilizzabili, tenendo conto che la stessa andrà ad estendersi a due bienni 2002-2003 e 2004-2005. Per la copertura degli oneri sino al 2005 potranno essere utilizzati i residui esistenti sul fondo "oneri contrattuali". Infatti, si è proceduto alla riquantificazione, anno per anno, del "fondo" sulla base dei tassi di inflazione effettiva o presunta. Sempre in materia di contrattazione, un'apposita norma è volta a chiudere in via definitiva le "pendenze" contrattuali lasciate aperte dal contratto 1998-2001. Anche questa norma tiene conto del notevole tempo trascorso, nel quale per dette "pendenze" non sono state trovate adeguate soluzioni. Per questo, per quanto riguarda le progressioni professionali, viene ora fissato un termine di decorrenza, con assegnazione di nuove risorse; nel contempo vengono impediti gli effetti economici retroattivi.
Di notevole rilievo sono le disposizioni in materia di organici. Si prevede, per la dotazione organica dei dipendenti, la rideterminazione numerica sulla base del personale in servizio (fatti salvi gli inquadramenti già previsti dalla legge) con il contemporaneo blocco delle assunzioni per le categorie A B e C, mentre per la categoria D viene lasciata aperta la possibilità limitata di assumere specifiche figure professionali. Con riferimento a tale ultimo aspetto, si prevede la trasformazione a tempo indeterminato di un limitato numero di dipendenti ora a tempo determinato, assunti con procedure concorsuali pubbliche ed impiegati nelle attività di controllo contabile e di tutela ambientale, attività attualmente in fase di sviluppo.
Anche della dotazione dei dirigenti è stata programmata una riduzione, che sarà realizzata mediante un incisivo intervento di riorganizzazione degli assetti dirigenziali. In quest'ottica viene sensibilmente ridotto (da tre ad un anno) il termine di efficacia della graduatoria del concorso interno concluso nel 2001.
Al processo di riorganizzazione e al conseguente contenimento della spesa è collegata la disposizione che riduce le risorse destinate all'organizzazione interna degli uffici, somme che, se non interamente utilizzate per gli scopi previsti dalla disposizione pur allocate nel fondo costituito per le posizioni organizzative e il rendimento, costituiranno a decorrere dal 2005 economie d'esercizio.
Sempre in materia di gestione della pianta organica, per ragioni d'urgenza, stante l'imminente conclusione della procedura di trasferimento da parte dello Stato delle funzioni e delle risorse in materia di lavoro, sono state inserite le disposizioni che regolano il successivo trasferimento alle province del personale statale già operante presso le strutture periferiche del Ministero del lavoro e delle politiche sociali.
Le finalità di contenimento dell'organico e della spesa a regime vengono perseguite anche con alcune disposizioni in materia di estinzione del rapporto di lavoro: anzitutto si stabilisce in sessantacinque anni di età il limite massimo di permanenza in servizio; in secondo luogo si introduce, in via temporanea, un meccanismo per incentivare la richiesta di risoluzione volontaria del rapporto di lavoro. Gli incentivi consistono in indennità proporzionate al periodo mancante al raggiungimento dei sessantacinque anni di età, sino ad un massimo di dodici mensilità. L'erogazione è prevista per il primo trimestre del 2006, in tal modo potranno utilizzarsi i risparmi conseguenti alla riduzione corrispondente degli organici.
A logiche di contenimento dei costi, oltrechè di coerenza del sistema del fondo integrativo di quiescenza e previdenza regionale con le norme quadro della riforma previdenziale, rispondono le disposizioni interpretative della legge regionale 5 maggio 1965, n. 15 (Istituzione di un Fondo per l'integrazione del trattamento di quiescenza, di previdenza e di assistenza del personale dipendente dall'Amministrazione regionale).
Infine, vengono comprese alcune modifiche della legge regionale n. 31 del 1998, caratterizzate da finalità di semplificazione. In particolare si prevede: la pubblicazione degli atti di organizzazione a soli fini conoscitivi (senza farne derivare l'efficacia degli atti); la possibilità di rinnovare i contratti di lavoro ai componenti della direzione dell'ufficio del controllo di gestione, essenziale per garantire continuità della funzione di direzione e soprattutto l'operatività dell'ufficio, di recente impianto; un criterio puntuale per l'articolazione dei servizi, allo scopo di evitarne l'eccessivo frazionamento; la durata degli incarichi dirigenziali di staff alle dirette dipendenze degli organi politici coerente con la loro natura fiduciaria, in analogia a quanto avviene per i componenti degli uffici di gabinetto; un'integrazione delle modalità concorsuali per l'accesso alla dirigenza; la semplificazione della procedura di nomina delle commissioni dei concorsi per l'accesso al lavoro nella Regione, indispensabile per correggere le inefficienze e le criticità dei risultati riscontrate con l'applicazione della norma vigente, che prevede la composizione delle commissioni mediante un complesso meccanismo di sorteggio da elenchi di difficile formazione.
Capo V
Il capo V della presente finanziaria è relativo al riordino degli enti strumentali con particolare riferimento al settore del turismo e dell'agricoltura.
Gli articoli 20,21,22,23,24 e 25 hanno per oggetto la soppressione delle Aziende autonome di cura, soggiorno e turismo e degli Enti Provinciali per il Turismo e lo scioglimento dell'Ente Sardo Industrie Turistiche. Ciò si è reso necessario, in linea con quanto è avvenuto nelle altre regioni italiane, in osservanza del principio di sussidiarietà contenuto nel decreto legislativo 17 aprile 2001, n. 234, al fine di consentire il riordino e il contestuale trasferimento delle competenze in materia turistica tra Regioni, province e comuni.
Con l'applicazione dell'articolo 20 le funzioni esercitate dalle A.A.S.T. e degli E.P.T. sono trasferite rispettivamente ai comuni e alle province.
L'attività di promozione turistica svolta dall'ESIT viene, invece, reimputata alla Regione, anche in considerazione dell'inidoneità dell'organizzazione dell'Ente a portare a termine con efficienza ed efficacia i compiti istituzionali.
Da un punto di vista finanziario le norme in esame consentiranno un considerevole risparmio di costi sia con riferimento allo scioglimento di ben tredici consigli di amministrazione , sia in relazione agli oneri di gestione delle strutture.
La riorganizzazione degli enti operanti in agricoltura e la razionalizzazione delle attività svolte è un obiettivo a cui si mirava ormai da molti anni e dà origine a due soggetti: l'ERSAT Sardegna e l'ERA Sardegna operanti rispettivamente nel campo dell'assistenza tecnica e della ricerca.
Gli articoli 26, 27 e 28 prevedono lo scioglimento dei seguenti enti: Consorzio interprovinciale per la frutticoltura di Cagliari, Oristano e Nuoro, Consorzio provinciale per la frutticoltura di Sassari, Istituto zootecnico e caseario, Istituto di incremento ippico, Stazione sperimentale del sughero e Centro regionale agrario sperimentale.
Le funzioni dei primi due enti verranno assunte dall'ERSAT Sardegna e le funzioni degli enti rimanenti verranno invece assunte dal neo istituto ERA Sardegna.
Anche in questo caso si rileva un considerevole risparmio di risorse: i consigli di amministrazione si riducono da sei a due e si registrerà un notevole risparmio per effetto della riduzione degli oneri relativi alla gestione dei singoli enti.
Capo VI
L'articolo 33 detta norme a favore degli enti locali, in particolare, constatata la necessità di una puntuale verifica degli effetti prodotti dall'attuazione dell'articolo 19 della legge regionale 24 dicembre 1998, n. 37 (Norme concernenti interventi finalizzati all'occupazione e allo sviluppo del sistema produttivo regionale e di assestamento e rimodulazione del bilancio), lo stesso piano per il lavoro viene finanziato per un importo di euro 30.000.000 da destinare agli interventi di cui alle lettere a) e b), ed in particolare i contributi "de minimis" sono riservati alla costituzione di nuove imprese (comma 2).
Mentre vengono rifinanziati, con uno stanziamento pari a quello dell'anno 2004, i così detti "cantieri comunali" di cui al comma 3 dell'articolo 24 della legge regionale 20 aprile 2000, n. 4 (Disposizioni per la formazione del bilancio annuale e pluriennale della Regione (Legge finanziaria 2000)).
I commi 5 e 6 dell'articolo 33 dispongono sui termini di impegnabilità e di utilizzo dei finanziamenti regionali. Il primo consente la detenzione di finanziamenti destinati ad interventi cofinanziati dalla Unione Europea per un ulteriore anno (2+1) rispetto a quello stabilito dall'articolo 3 della legge regionale 9 agosto 2002, n. 12 (Modifiche alla legge regionale 9 giugno 1999, n. 24 (Istituzione dell'Ente Foreste della Sardegna, soppressione dell'Azienda Foreste Demaniali della Regione sarda e norme sulla programmazione degli interventi regionali in materia di forestazione) a condizione che sia garantita la realizzazione e le relative opere entro i termini stabiliti dall'Unione Europea.
Il secondo consente di poter utilizzare i finanziamenti regionali concessi in periodi precedenti al 2002 compreso, purché siano stati pubblicati i relativi bandi entro il 30 giugno 2004.
L'articolo 34 dispone sul riordino delle comunità montane.
Al fine di promuovere il riordino delle zone montane vengono fissati i criteri e i limiti per la costituzione delle comunità montane che tengono conto anche dell'assetto della nuove province.
Al fine di un'individuazione razionale degli ambiti territoriali delle predette comunità, questi non potranno coincidere con quelli delle province.
L'articolo 35 è relativo al riordino del patrimonio regionale; questa norma è finalizzata ad ovviare alla carenza di informazioni relative alla consistenza del patrimonio, per consentire una gestione unitaria dello stesso al fine di mettere in atto operazioni di cartolarizzazione dei beni non suscettibili di utilizzo per finalità istituzionali.
Ciò verrà attuato previa unificazione del patrimonio regionale e degli enti strumentali e a seguito di una puntuale ricognizione dei beni demaniali.
L'istituto della cartolarizzazione costituirà per la Regione Sardegna un ulteriore fonte di entrata da destinare in via prioritaria a copertura del disavanzo di amministrazione, limitando in tal modo il ricorso all'indebitamento.
L'articolo 36 dispone in materia di ambiente, e in particolare della salvaguardia del litorale e delle zone umide dell'area cagliaritana (comma 1).
L'istituzione della tassa fitosanitaria intende assolvere ad un obbligo comunitario che impone l'applicazione della tassa al fine di recuperare dall'importatore le spese per l'attività di controllo atte a garantire la protezione contro l'introduzione e la diffusione nella comunità di organismi nocivi ai vegetali e ai prodotti vegetali (comma 3).
Le modifiche alla legge regionale n. 24 del 1999 consentono di impiegare le strutture dell'Ente foreste anche per le attività di protezione civile.
Nelle disposizioni varie, all'articolo 37, è inserita, al comma 2, una norma che disciplina gli oneri relativi al funzionamento degli organi facenti parte del CREL nell'ottica della rigorosa politica di contenimento della spesa portata aventi dall'amministrazione regionale.
Nel comma 3 dell'articolo 37 è prevista la razionalizzazione delle competenze nella corresponsione delle indennità ai componenti di comitati, commissioni e altri consessi. Al fine di semplificare le procedure di pagamento, queste vengono attribuite agli organi amministrativi di rispettiva competenza.
Al comma 6 dell'articolo 37 vengono ampliate le competenze dell'Osservatorio industriale, che muta anche la denominazione e assume quella di "Osservatorio economico", ciò anche in funzione delle esigenze dell'Amministrazione regionale in materia di costruzione di banche-dati, determinazione degli indicatori socio-economici, analisi descrittive dei fenomeni socio-economici e soprattutto del monitoraggio e della valutazione delle politiche pubbliche.
Infine i commi 8 e 9 dell'articolo 37 disciplinano il risanamento dei danni subiti per attentati di cui alla legge regionale 3 luglio 1998, n. 21 (Provvidenze a favore delle vittime di attentati e dei superstiti di dipendenti regionali deceduti per causa di servizio) e tendono ad accelerare le procedure di erogazione degli indennizzi mediante anticipazioni, nelle more della definizione della procedura risarcitoria cui gestione è di competenza di compagnie assicuratrici affidatarie.
INDICE
Capo I - Disposizioni di carattere finanziario e programmatico
Art. 1 - Disposizioni di carattere finanziario
Art. 2 - Chiusura di contabilità speciali e conti correnti ex legge regionale n. 1 del 1975
Art. 3 - Recuperi e soppressione di Fondi di rotazione o assimilati
Art. 4 - Razionalizzazione e controllo della spesa
Capo II - Disposizioni in materia di opere pubbliche e attività produttive
Art. 5 - Disposizioni in materia di opere pubbliche e di edilizia
Art. 6 - Disposizioni nel settore agricolo
Art. 7 - Interventi nel settore dei trasporti
Capo III - Disposizioni in materia di lavoro, istruzione e attività culturali e socio-sanitarie
Art. 8 - Disposizioni in materia di lavoro
Art. 9 - Disposizioni nel settore dell'istruzione, cultura, sport e spettacolo
Art. 10 - Disposizione in materia di sanità ed assistenza sociale
Capo IV - Norme di razionalizzazione e contenimento della spesa in materia di personale
Art. 11 - Razionalizzazione organizzativa e contenimento
della spesa in materia di personale
Art. 12 - Disposizioni sugli organici e le assunzioni
Art. 13 - Risorse per l'organizzazione
Art. 14 - Trasferimenti alle province in materia di lavoro
Art. 15 - Estinzione del rapporto di lavoro per limiti di età e norme interpretative
Della legge regionale n. 15 del 1965 (FITQ)
Art. 16 - Esodo incentivato
Art. 17 - Indennità di gabinetto
Art. 18 - Modificazioni alla legge regionale n. 31 del 1998
Art. 19 - Altre disposizioni in materia di personale
Capo V - Disposizioni per il riordino degli enti strumentali
Art. 20 - Trasferimento ai comuni ed alle province delle funzioni delle Aziende
Aziende autonome di cura e soggiorno e degli enti provinciali del turismo
Art. 21 - Conferimento delle risorse umane e strumentali
per l'esercizio delle funzioni trasferite
Art. 22 - Contributo regionale per l'esercizio delle funzioni trasferite
Art. 23 - Soppressione dell'Ente sardo industrie turistiche (ESIT)
Art. 24 - Personale dell'ESIT
Art. 25 - Copertura finanziaria degli articoli 20-24
Art. 26 - Riordino dell'Ersat e soppressione dei consorzi frutticoltura
Art. 27 - Soppressione degli enti IZC, III, SSS e CRAS
Art. 28 - Modifiche alla tabella A della legge regionale n. 14 del 1995
Art. 29 - Modifiche all'articolo 69 della legge regionale n. 31 del 1998
Art. 30 - Scioglimento CIFDA
Art. 31 - Istituzione dell'Agenzia regionale sarda per
la erogazione in agricoltura (ARSEA Sardegna)
Art. 32 - Copertura finanziaria articoli 23, 27, 28, 29, 30 e 31
Capo VI - Disposizioni diverse
Art. 33 - Disposizioni in materia di comuni
Art. 34 - Riordino delle comunità montane
Art. 35 - Riordino del patrimonio immobiliare regionale
Art. 36 - Disposizioni in materia di ambiente, caccia e protezione civile
Art. 37 - Disposizioni varie
Art. 38 - Copertura finanziaria
Art. 39 - Entrata in vigore
RELAZIONE DELLA COMMISSIONE PROGRAMMAZIONE ECONOMICA E SOCIALE -BILANCIO - CONTABILITA' - CREDITO - FINANZE E TRIBUTI - DEMANIO E PATRIMONIO -PARTECIPAZIONI FINANZIARIE
composta dai Consiglieri
SECCI, Presidente e relatore; RASSU, Vice Presidente; SALIS, Segretario; LADU, Segretario; BARRACCIU, BIANCU, BRUNO, CAPELLI (relatore di minoranza), CUGINI, DIANA, LICHERI, LA SPISA, MARROCU, OPPI, PINNA, SCARPA (relatore di minoranza), VARGIU.
Relazione di maggioranza
On.le Secci
pervenuta l'11 marzo 2005
La Commissione bilancio nella seduta del 3 marzo ha approvato con il voto favorevole dei gruppi di maggioranza e quello contrario dei gruppi di minoranza la manovra finanziaria 2005-2007.
La manovra 2005-2007 riveste una particolare importanza in quanto è finalizzata al risanamento finanziario della Regione e al rilancio delle politiche per lo sviluppo economico-sociale della Sardegna.
Per comprendere la necessità di una rivisitazione del sistema finanziario regionale si deve tener conto del quadro estremamente difficile nel quale si inserisce la manovra, ci si trova in particolare con un disavanzo di amministrazione, al 31 dicembre 2004, ammontante a 2.811.887.000 di euro che comporta il ricorso al credito con un onere, a partire dal 2006 e sino al 2035, di 162.500.000 euro annui e che inoltre gravano sul bilancio 2005 rate di ammortamento, per mutui o prestiti contratti in passato, di 332.559.000 euro.
Si deve anche considerare che nel bilancio della Regione gli stanziamenti considerabili come obbligatori superano (101%) la disponibilità stessa dell'importo globale del bilancio e che l'indebitamento complessivo dal 2001 al 2003, pari a 2,2 miliardi di euro, è cresciuto di circa 6 volte, con una incidenza di 1300 euro per abitante, con un rapporto del 53% circa rispetto delle entrate correnti.
Per ovviare a tale pesantissima situazione la Giunta ha avviato, prima con l'assestamento 2004 e successivamente con la manovra finanziaria 2005-2007, un piano di risanamento finanziario basato sulla revisione dei singoli stanziamenti e dei residui passivi e la dismissione di proprietà e partecipazioni giudicate non strategiche.
La difficile situazione finanziaria richiede quindi drastiche misure correttive e una svolta non rimandabile; a tale scopo la Giunta con i documenti contabili 2005-2007 ha stabilito, tra l'altro, il principio che gli stanziamenti della parte spesa non superino del 10% le entrate disponibili e, ancora, per avviare il rilancio economico e lo sviluppo della Sardegna ha previsto anche il ricorso al credito, per investimenti, per 568.000.000 di euro (così come modificato dalla Commissione) che rappresentano, però, solo il 52% circa della maggiore somma di 1.143.320.000 contenuta nel documento contabile 2004.
La proposta della Giunta regionale, condivisa dalla maggioranza della Commissione, prevede, per gli scopi sopraenunciati, un contenimento della spesa attraverso una severa selezione degli stanziamenti e la finalizzazione degli stessi verso i settori giudicati strategici per lo sviluppo sociale ed economico della Sardegna.
A tale scopo il concetto stesso dello sviluppo isolano viene inquadrato, coerentemente con quanto previsto nel DPEF 2005, approvato dal Consiglio regionale il 22 dicembre 2004, nell'ambito più ampio dei protocolli internazionali come l'Agenda 21 ONU, la Carta di Aalborg, il sesto Programma di Azione ambientale dell'Unione Europea 2001-2010, la Risoluzione di Göterborg (1997) che assegna alle Regioni un ruolo di "Attori-chiave" dello sviluppo sostenibile, ed ancora del quadro di indirizzi comunitari basato sull'Agenda 2000 e sui documenti conclusivi dei Consigli europei di Lisbona (2000) e Göterborg (2001) che pongono l'obiettivo, da raggiungere entro il 2010, di un tasso medio di crescita economica di circa il 3%, un tasso di occupazione vicino al 70% con una quota di forza lavoro femminile del 60%.
Con la manovra finanziaria si è impostato un programma che prevede come premessa fondamentale il controllo delle entrate che hanno subito una continua, per certi aspetti inspiegabile, erosione.
La politica di risanamento del bilancio si è sinora concentrata soprattutto sulla razionalizzazione della spesa che pur essendo un aspetto particolarmente importante, non è però sufficiente a risolvere il problema nel suo complesso; occorre infatti attivare con urgenza un confronto con il Governo centrale, coinvolgendo anche i rappresentanti della Sardegna nel Parlamento nazionale, per definire l'accordo di programma quadro sulle entrate regionali, compreso nell'articolo 7, punto c) dell'intesa istituzionale di programma del 21 aprile 1999, finalizzato a definire le proposte normative necessarie per adeguare il complesso delle disposizioni contenute nel titolo III dello Statuto.
In particolare si dovrà operare per raggiungere l'obiettivo di ricostituire il livello delle entrate proprie della Regione sia attraverso la revisione delle quote di devoluzione del gettito tributario previsto dalle lettere a), b), c) e d) dell'art. 1 della Legge n. 122 del 1983 e sia attraverso la fissazione di una quota fissa, da attribuire alla Regione, degli introiti dell'IVA, così come previsto dalla lettera g) del medesimo articolo 1.
Oltre all'aspetto sopra trattato dovrà essere data attuazione anche a tutti gli accordi di programma compresi nella già citata intesa istituzionale di programma ed in particolare alle parti relative all'Energia (APQ 1), alla scuola e formazione professionale (APQ 2 e 3), alla viabilità statale (APQ 4) e ai trasporti (APQ 5).
Deve essere opportunamente ricordato al riguardo che gli impegni compresi nell'intesa Governo-Giunta regionale del 1999 sono sostenuti da una procedura formalizzata anche dal punto di vista giuridico come tali vincolanti: sono infatti disciplinati dalla Legge n. 662 del 1996 e dalla specifica delibera del CIPE del 21 marzo 1997.
Il riordino delle entrate dovrà essere accompagnato, al fine della razionalizzazione della finanza regionale, da un sistema di monitoraggio dell'intera spesa regionale.
Sempre per un più puntuale controllo delle risorse e della produttività dell'apparato amministrativo deve essere visto l'obiettivo prioritario di riforma della Regione; la legge finanziaria (Capo IV) a tale scopo prevede una serie di interventi finalizzati alla razionalizzazione e contenimento delle spese in materia di personale e l'avvio del riordino degli enti regionali attraverso la proposta di soppressione dell'ESIT e dell'ESAF, dei Consorzi di frutticoltura, dell' Istituto Zootecnico e Caseario, dell'Istituto Incremento Ippico, della Stazione Sperimentale del Sughero e del Centro Regionale Agrario Sperimentale, la creazione dell'ERA (Ente per la ricerca in Agricoltura) e la riforma dell'ERSAT.
Allo stesso fine della razionalizzazione della spesa regionale tende la chiusura della contabilità speciale della Legge n. 268 del 1974 (Piano di Rinascita) con un recupero di risorse pari a 166.518.548 di euro e il recupero delle giacenze inutilizzate dei fondi di rotazione.
Il carattere di documento di svolta della manovra finanziaria emerge anche da tutta una serie di interventi proposti, tra questi la razionalizzazione del sistema idrico attraverso la previsione di una gestione unitaria e di una tariffa unica determinata con i criteri stabiliti dalle direttive comunitarie. Viene anche previsto di limitare l'accesso alle agevolazioni per l'acquisto della prima abitazione ai soggetti non proprietari di altri alloggi nell'intero territorio regionale. Gli interventi nel settore sanitario e dell'assistenza sociale prevedono un graduale inizio della riqualificazione del Servizio Sanitario, basato sull'approvazione del Piano Sanitario Regionale e sul monitoraggio degli obiettivi da raggiungere, che comporterà una svolta "culturale" nell'attivazione delle politiche sociali indirizzate allo sviluppo di una rete integrata di interventi e servizi destinati indistintamente a tutti i cittadini. Sono adeguati gli ambiti territoriali delle aziende sanitarie alle mutate delimitazioni delle nuove province e vengono accantonati 90.240.000 di euro (così come rideterminato dalla Commissione) per la copertura di parte del sicuro disavanzo complessivo dell'attività sanitaria in Sardegna per l'anno 2004.
La Commissione ha condiviso la filosofia proposta dall'esecutivo regionale nei documenti contabili per il risanamento della finanza regionale e, d'intesa con la stessa Giunta, ha apportato ai documenti alcuni aggiustamenti finalizzati a perequare stanziamenti (sport e spettacolo in particolare), che avevano subito decurtazioni eccessive rispetto alla percentuale dei "tagli" apportati negli altri settori.
Relativamente allo sport, la previsione iniziale di 7.500.000 di euro è stata incrementata di 5.695.000 di euro, per un importo globale finale di 13.195.000 di euro che risultano comunque sempre inferiori ai 18.950.000 di euro del bilancio di previsione del 2004 e ai 18.188.000 dello stesso bilancio assestato del 2004.
Nel settore dello spettacolo la proposta iniziale di 16.352.000 di euro, con un aumento di 4.579.000 di euro, è stata portata a 20.931.000 che resta, anche in questo caso, inferiore ai 25.219.000 previsti dal bilancio 2004 e ai 24.691.764 del bilancio assestato 2004.
Tra le modifiche di rilievo inserite dalla Commissione, che ha portato il totale del bilancio da 9.032.245.000 a 9.058.865.000, merita una particolare evidenza l'inserimento nella legge finanziaria delle riserve per i nuovi oneri legislativi e delle relative tabelle, non previste nel testo iniziale, con una previsione di 6.530.000 per il primo anno e 10.000.000 per ciascuno degli anni 2005 e 2006 per la parte corrente e di 15.000.000 per il 2005 per gli investimenti.
La Commissione ancora, d'intesa con la Giunta regionale, ha incrementato di 25.000.000 la somme destinate al ricorso al credito per investimenti.
I lavori della Commissione si sono svolti in un clima di serrato confronto dialettico tra le parti politiche che hanno presentato 202 emendamenti alla legge finanziaria, 69 dei quali approvati, e 113 emendamenti al bilancio, 28 dei quali approvati.
La Commissione, in considerazione della particolare importanza della manovra finanziaria 2005-2007, anche e soprattutto in relazione del difficile momento economico della Sardegna che non consente ulteriori ritardi nell'entrata in vigore dei documenti contabili ne auspica una rapida approvazione da parte del Consiglio.
Relazione di minoranza
On.l CAPELLI
pervenuta il 14 marzo 2005
La manovra finanziaria 2005 arriva in Consiglio regionale con alle spalle tre mesi di esercizio provvisorio. Non è difficile prevedere che a breve la Giunta regionale presenterà il disegno di legge per l'autorizzazione al ricorso al quarto mese.
Questo ennesimo ritardo potrebbe non apparire significativo, visti i precedenti percorsi intrapresi dalle precedenti leggi finanziarie nella passata legislatura. E', invece, assai grave e singolare che questa Giunta abbia scelto di presentare con tanto ritardo questo disegno di legge, nonostante il "nuovo" sistema di governo garantisca ampie e granitiche maggioranze. Non c'è stata, indiscutibilmente, nessuna azione ostruzionistica della minoranza nel determinare tale ritardo. Al contrario le forze di minoranza hanno costantemente rimarcato l'importanza del rispetto dei termini previsti dalla legge regionale n. 11 del 1983 (Norme in materia di bilancio e di contabilità della regione).
La scelta della maggioranza di presentare la manovra finanziaria con tanto ritardo contribuisce non poco ad aggravare la già difficile situazione socio-economica della Sardegna. Nè si può sostenere che tale ritardo sia stato dettato dalla necessità di concertare con le forze sociali o con gli enti locali i passaggi "innovativi" previsti dalla manovra. Anzi proprio la denuncia delle parti sociali sulla mancata concertazione, costituisce il primo aspetto "innovativo" di questa legge.
La Giunta regionale ha certificato il nuovo corso di questa legislatura con la costante ricerca della delegittimazione del ruolo dei sindacati, delle associazioni di categoria, degli enti locali e, in ultimo, dell'intero Consiglio regionale. Il risultato è la presenza, nell'articolato della legge finanziaria, di norme palesemente illegittime e prevaricatrici sia dei diritti dei lavoratori, sia delle competenze consiliari.
In dispregio di quanto previsto dal comma 3, dell'articolo 13 della già citata legge regionale n. 11del 1983, la legge finanziaria varata dalla Giunta regionale è caratterizzata da un eccesso di norme intruse che non solo le forze di minoranza, ma le stesse competenti commissioni consiliari, i sindacati, le associazioni di categoria, gli enti locali hanno più volte, e in diverse sedi, segnalato.
L'impostazione generale della manovra tende ad intervenire in maniera decisa verso un più generale risanamento della spesa pubblica: razionalizzazione, contenimento, snellimento, pulizia, soppressione, sono i termini più usati, a volte abusati, per giustificare tale impostazione.
Le componenti di minoranza di FI, UDC, AN, Riformatori Sardi, Forza Paris hanno dato il loro contributo, lavorando a lungo con impegno, serietà e competenza durante i lavori della terza Commissione consiliare, affinché la Giunta regionale si convincesse che gli stessi risultati si possono raggiungere senza necessariamente prevaricare i diritti dei lavoratori o degli studenti, senza utilizzare norme illegittime e soprattutto senza calpestare le prerogative, la dignità e il ruolo del Consiglio regionale.
Va sottolineata la correttezza e il rispetto dei rapporti intercorsi, tra le forze politiche e la Giunta regionale, durante l'esame della legge in Commissione bilancio. Si è spesso instaurato un confronto approfondito e costruttivo, che ha portato le forze di maggioranza a valutare positivamente il contributo che le minoranze hanno dato per il miglioramento del testo presentato dalla Giunta.
Purtroppo tale confronto è stato troppo spesso inficiato dalle interferenze e pressioni esercitate dal Presidente della Giunta regionale sui componenti di maggioranza che si sono alternati, oltremisura, nel corso della discussione interna alla Commissione consiliare.
Tale situazione ha portato continue interruzioni dei lavori e dilazione dei tempi, che peseranno sui lavori dell'aula e sulla correttezza del confronto democratico che si dovrebbe tenere tra le forze politiche presenti in Consiglio.
Molti obiettivi condivisibili quali il contenimento dell'indebitamento, la razionalizzazione della spesa, la semplificazione burocratica, la riforma degli enti regionali e l'utilizzo di nuovi strumenti finanziari, diventano argomenti di scontro e di non condivisione, visto il metodo e la via tracciati dalla Giunta regionale per il raggiungimento degli stessi. Metodo che ha già creato forti elementi di preoccupazione nella società sarda, che rischia di provocare ulteriori gravi squilibri sociali ed economici nella già difficile realtà della nostra regione.
Non si può condividere che solo le parti più deboli della società siano chiamate a pagare il conto della razionalizzazione e della diminuzione della spesa. La scelta di tagliare i fondi ai settori della cultura, dello sport, della formazione, dell'agricoltura, degli enti locali non può trovare l'approvazione delle forze di minoranza, che anzi fin d'ora annunciano una ferma opposizione impegnandosi a proporre soluzioni e percorsi alternativi.
Così come non può esser condivisa l'eccessiva enfasi data alla necessità di perseguire prioritariamente il pareggio di bilancio o l'eccessiva accelerazione impressa ai tempi e alle modalità del rientro del debito.
La legge finanziaria deve prevedere un quadro pluriennale d'intervento che non può essere concentrato esclusivamente sull'annualità in corso.
In conclusione, auspichiamo un sostanziale alleggerimento della legge finanziaria da tutte quelle norme che opportunamente vanno rimandate ad apposite proposte di legge, portate al tavolo della concertazione con le parti sociali e con gli enti locali, esaminate dalle competenti commissioni consiliari ed esitate dal Consiglio regionale. Le componenti di minoranza sono pronte sin d'ora a certificare e codificare i tempi d'intervento legislativo, affinché si vada incontro ad una stagione di riforme non solo annunciate, nel pieno rispetto delle più elementari regole democratiche.
Nel contempo riteniamo indispensabile un approfondito riesame in aula della legge finanziaria e di bilancio, che porti alla rivisitazione degli stanziamenti previsti affinché si raggiunga un possibile, corretto equilibrio sociale ed economico, che ridia fiducia al popolo sardo.
Relazione di minoranza
On.le SCARPA
pervenuta il 14 marzo 2005
Nella relazione della giunta regionale al provvedimento si sostiene tra l'altro che "la priorità principale della legge è quella di perseguire un sentiero di sviluppo salvaguardando il controllo della spesa e perseguendo il risanamento finanziario della regione", che si è operata "un'attenta redistribuzione delle limitate risorse manovrabili a favore di quei settori che si ritengono prioritari e funzionali per il conseguimento dello sviluppo economico-sociale della regione" e che sono introdotte una serie di norme "di merito non strettamente finanziario" ma con una "immediata ricaduta per l'opera di convergenza dei conti verso una futura e definitiva stabilità".
Con riguardo a questo ultimo punto, pur condividendo la necessità e la urgenza di intervenire in molti dei settori dei quali si propone in finanziaria la nuova normazione, tuttavia si condividono le numerose posizioni provenienti dalla politica e dalla società per le quali sarebbe stato più opportuno un intervento normativo secondo le ordinarie procedure parlamentari.
Con riguardo invece alla esigenza del riordino dei conti pubblici, si condivide quanto detto in queste ultime settimane da tutti a partire dalle forze sociali e fino ad arrivare ai partiti, anche di opposizione.
E' infatti sicuramente necessario procedere ad una opera di miglioramento dei conti pubblici e di diminuzione del debito.
Si è però utilizzato per questo giusto scopo un approccio eccessivamente rigido, e per mantenere intatte percentuali e parametri finanziari si rischia di sacrificare settori e politiche consolidate tramite tagli eccessivi ed a volte indiscriminati sull'altare di un risanamento in tempi brevi a tutti i costi.
Sarebbe stato a parere di chi scrive più opportuno programmare una riduzione del debito in un lasso di tempo più ampio che avrebbe consentito ad intere categorie sociali di metabolizzare le linee di intervento del governo della regione e di adattare la propria azione a queste ultime senza traumi che oggi rischiano di essere pesanti ed irreversibili.
Inoltre nell'operare i tagli si sono effettivamente operate delle "scelte", nel senso che si è deciso di sacrificare alcune linee di intervento salvaguardando quando non addirittura incrementando altri settori.
L'auspicio è che durante i lavori dell' aula vi sia la possibilità che numerosi tagli proposti dalla giunta e sui quali non vi è stato l'auspicato intervento della terza commissione possano essere eliminati o almeno ridotti.
Al riguardo, in questa sede necessariamente in linea generale, si auspica un recupero di fondi a favore tra gli altri dei settori della agricoltura, degli enti locali, del piano per il lavoro, della formazione professionale, dell' editoria, dello sport, del fermo biologico per la pesca, della cultura.
Nel riservarsi un maggiore approfondimento sulle specifiche questioni durante la discussione in aula, e di formulare proposte emendative, si ritiene qui di dover ricordare i tagli operati dalla Giunta regionale, e non recuperati dalla maggioranza in commissione, con riferimento alle politiche linguistiche e della cultura sarda ed in materia di interventi a favore degli organismi culturali che si occupano di identità e di tradizioni popolari.
La legge regionale n. 26 del 1997 ha subìto nel suo complesso un taglio che si aggira intorno al 50 per cento delle somme stanziate in precedenza. Si ricorda al riguardo che il totale della spesa proposta dalla Giunta per il 2005 per le politiche linguistiche è di poco superiore alle somme spese dallo stato italiano tramite la Legge n. 482 del 19/99, e che la regione spagnola della Catalogna ha di recente speso per la sola campagna di comunicazione delle proprie politiche linguistiche l'equivalente dell'intero stanziamento sardo a favore della Legge n. 26 del 1997.
Anche l'associazionismo culturale e di spettacolo in genere ha subìto una fortissima penalizzazione con decurtazioni che superano il 50 per cento, mentre si è fornita adeguata e solida tutela a pochi e centrali organismi come il Teatro Lirico di Cagliari, che non solo ha avuto lo stesso stanziamento dello scorso anno, ma che ha anche ottenuto ulteriori ed importanti fondi strutturali per operare nel territorio.
È necessario ed urgente che la giunta fornisca con chiarezza la indicazione di quali siano i propri propositi, le proprie linee di intervento in materia di politiche linguistiche e culturali. Che la Giunta regionale dica quale è, se c'è, il ruolo delle centinaia di associazioni sparse su tutto il territorio regionale ed operanti nel campo della lingua, della cultura, dello spettacolo, delle tradizioni popolari nel contesto delle proprie politiche culturali.
RELAZIONI DELLE COMMISSIONI
(Art. 34, comma 2, del Regolamento)Prima Commissione
(Autonomia - Ordinamento regionale - Rapporti con lo Stato - Riforma dello Stato - Enti locali - Organizzazione regionale degli Enti e del personale - Polizia locale e rurale - Partecipazione popolare)La Commissione ha esaminato la manovra finanziaria nelle sedute del 25, 26 e 27 gennaio, nel corso delle quali sono stati anche sentiti gli assessori agli enti locali e al personale e riforma della Regione.
Ha formulato il presente parere nella seduta pomeridiana del 27 gennaio, col voto favorevole dei gruppi di maggioranza e l'astensione del rappresentante del gruppo di Rifondazione.
La Commissione ha preso atto che la Giunta intende attuare una serie di misure di razionalizzazione, alleggerimento e semplificazione della struttura, con l'obiettivo di migliorare il funzionamento della macchina amministrativa e di realizzare risparmi al fine di liberare risorse a vantaggio dei cittadini.
Molte di queste misure comportano modifiche anche rilevanti all'apparato legislativo ed ordinamentale, che sono state perciò inserite nel disegno di legge finanziaria. La Commissione si è soffermata soprattutto su di esse, dato che si tratta di disposizioni, in molti casi complesse ed articolate, che in larghissima misura toccano il suo ambito di competenza.
La Commissione ha ritenuto di privilegiare un'analisi di insieme, piuttosto che di dettaglio: ciò per la sede in cui si svolge il suo esame (parere alla Commissione III) e per i tempi ristretti imposti dal Regolamento.
Aspetti generali
L'obiettivo perseguito è sicuramente da condividere. La Giunta ha inteso incidere in più punti sulla situazione esistente, rimuovere una serie di nodi che frenano la macchina regionale, mettere in atto processi di svecchiamento e rinnovamento, rendere più flessibile un apparato per molti aspetti ingessato, inefficace, dispendioso.
La scelta dello strumento, la legge finanziaria, e del metodo, singole misure direttamente incidenti su settori diversi, si spiega altresì con la necessità di ottenere sin dal primo esercizio finanziario della legislatura un contenimento della spesa e l'alleggerimento dei vincoli di destinazione, così da orientare più risorse verso l'esterno, a sostegno della società, delle iniziative imprenditoriali, dei cittadini. In ultima analisi l'urgenza deriva da stringenti esigenze di bilancio e di produttività della spesa.
L'obiettivo è quindi quello di rompere il cerchio di auto - referenzialità in cui la Regione si va avvitando ormai da anni, per rivalutarne il ruolo di istituzione al servizio della società civile e della sua crescita economica e sociale.
Proprio la natura alta dell'obiettivo generale, tuttavia, fa risaltare come siano necessari interventi organici, sistematici, riforme durature, per incidere profondamente sull'ordinamento regionale.
Su questo piano si rilevano alcuni profili critici nelle misure previste dal disegno di legge finanziaria. In diversi casi esse appaiono dettate dall'urgenza, rivolte a rimuovere situazioni di emergenza con soluzioni non di durata, piuttosto che realizzare un riassetto stabile dei settori toccati.
La previsione di un numero così ampio di interventi di questa natura nel disegno di legge finanziaria, introduce la necessità di miglioramenti della qualità del testo ed una sua più ponderata elaborazione, realizzabile anche con l'apporto di soluzioni maturate - in questa prima fase della legislatura - nelle Commissioni di merito.
Settori di competenza della Commissione
In materia di personale la normativa proposta è particolarmente articolata e prevede una serie diversificata di interventi. Ci si limita pertanto ad alcune osservazioni che hanno valore di esempio. Se è apprezzabile l'effetto immediato dell'insieme - riduzione dei costi e delle spese vincolate - non di tutte si riesce a valutare l'effetto di durata. Così ad esempio la stabilizzazione degli organici a prescindere da una valutazione dei carichi di lavoro; la possibilità di reiterare l'incarico del controllo di gestione; la interpretazione autentica in materia di conteggio della pensione integrativa a carico del FITQ senza un effettivo riordino dello stesso ecc.
Per altri aspetti, che toccano le posizioni previdenziali specie quelle acquisite, rimane il dubbio di illegittimità per contrasto con la normativa statale che incentiva la permanenza in servizio piuttosto che l'esodo.
La scelta della fonte normativa a cui ricorrere per conseguire gli effetti voluti non appare sempre coerente, ed è sicuramente migliorabile in sede di approfondimento del testo. Ad esempio, nella determinazione della pianta organica si ricorre alla legge, innovando rispetto alla competenza del Presidente della Regione, da esercitare mediante decreto, ai sensi dell'art. 15 della legge regionale n. 31 del 1998; soluzione questa, da preferire visto il contenuto amministrativo - organizzativo dell'atto previsto.
Il sovrapporsi nel testo di disposizioni diverse, che prevedono rispettivamente: il blocco degli organici con legge, la riduzione con gli incentivi all'esodo, l'incremento con la stabilizzazione di alcuni rapporti o l'acquisizione di personale proveniente dall'ESIT, ed il conseguente adeguamento attraverso atti amministrativi, determina la necessità di una regolazione che diminuisca la frammentazione normativa e semplifichi l'applicazione dei principi della riforma.
Le disposizioni relative agli enti locali necessitano di una valutazione più approfondita. E' questa materia ordinamentale, che attiene al rapporto fra enti autonomi ed investe posizioni costituzionalmente garantite, dunque pretende accuratezza dell'attività legislativa regionale. Soprattutto si tratta di un ambito in cui più avvertita è l'esigenza di un'innovazione che si basi sulla partecipazione e sulla cooperazione fra enti.
Per le Comunità montane, il riordino può essere più incisivo e toccare un arco più ampio di questioni, che è inopportuno rimandare ad una disciplina di secondo grado. Oltre a definire più stringenti criteri di costituzione delle Comunità montane, occorre creare strutture agili, basate sulla volontà di cooperazione fra enti, capaci di guidare lo sviluppo dei territori montani. Inoltre il problema non può essere disgiunto da quello delle forme associative fra i comuni non montani, sia per dare opportunità di associarsi con adeguati vantaggi anche ai comuni piccoli ma non montani, sia perché necessita in questa materia una politica organica che da troppo manca. La Commissione auspica che la disponibilità manifestata dall'Assessore di sostituire la norma con altra che rinvii ad una legge organica da adottarsi in tempi brevi, trovi conferma in atti conseguenti. Del resto una proposta già elaborata e sedimentata verrà esaminata dalla Commissione sin dalle prossime sedute, e non si esclude di poterla licenziare addirittura prima dell'inizio dell'esame in aula della legge finanziaria.
La volontà di privilegiare la gestione associata di funzioni da parte dei piccoli comuni, deve vedere una migliore formulazione della modifica proposta alla legge regionale n. 25 del 1993 (articolo 33 comma 4).
L'obiettivo, sicuramente condiviso dalla Commissione, pretende una disciplina più articolata e di dettaglio, in modo da ridurre l'ambito di esercizio discrezionale della attività amministrativa della Giunta. Inoltre occorre muovere un più massiccio insieme di risorse - agendo ad esempio sui trasferimenti ordinari e sulle leggi di settore - a favore delle forme stabili ed integrate di associazioni fra comuni, tra cui potrebbero rientrare anche le comunità montane rinnovate. Il disegno di legge finanziaria conferma invece il ricorso ad un programma di opere pubbliche (primarie) e infrastrutture per gli enti locali senza alcun vincolo e senza incentivare la collaborazione fra comuni (art. 5 comma 8).
E' opportuno rafforzare il finanziamento straordinario per l'avvio delle nuove province e disporre una determinazione dei trasferimenti basata sui nuovi ambiti demografici e territoriali; a tale scopo, sembra utile una modifica dei criteri della legge regionale n. 25 del 1993 che preveda una ripartizione per otto province.
Meriterebbero di essere inserite in un quadro più organico le due misure proposte a favore dei piccoli comuni (che nascono disgiunte): quella prevista dal comma 3 dell'articolo 33, per l'utilizzo di fabbricati per attività di volontariato, e quella del comma 11 dell'articolo 5, che abbatte ulteriormente il tasso per l'acquisto della prima casa nei centri storici.
Riguardo a quest'ultima, e solo per i piccoli comuni, potrebbe risultare più conveniente - al contrario di quanto previsto - mantenere il requisito dell'impossidenza nei limiti più circoscritti attuali, perché si incentiverebbe così senza grande spesa, la vitalità dei centri soggetti a grande spopolamento, favorendo il legame col territorio di origine anche di quanti per lavoro se ne sono allontanati.
Soprattutto però merita attenta valutazione la possibilità di orientare, con vantaggi significativi a favore dei piccoli comuni, almeno parte delle risorse per i centri storici, che quest'anno come ha riferito lo stesso Assessore degli enti locali, sarebbero più consistenti.
Infine, sono contenute nella finanziaria diverse norme per il trasferimento di personale agli enti locali. Non si può non salutare con favore questa opzione, ma allo stesso tempo si deve osservare come occorra conseguire una maggiore organicità del testo, una precisazione normativa del riordino complessivo delle funzioni, e maggiore certezza riguardo alle risorse necessarie e all'ammontare dei trasferimenti relativi (comma 4 articolo 14 e soprattutto articolo 22).
Il disegno di legge procede anche al trasferimento di funzioni in materia di turismo, operando una scelta che disgiunge questo intervento da quello più generale presentato dall'Assessore al personale ed all'attenzione della Commissione.
A causa di questa disgiunzione, occorre precisare - salva la scelta alternativa di riportare la materia al disegno di Legge n. 85 - il potere di programmazione della Regione che dovrebbe fungere da indirizzo per l'esercizio da parte dei comuni (art. 20 comma 2).
Rispetto agli obiettivi che il disegno di legge dichiara di voler conseguire attraverso gli enti locali con le politiche del lavoro, la Commissione giudica insufficienti le risorse previste; rileva tuttavia che la Giunta intende avviare una manovra sostitutiva attraverso i fondi del POR. Su questa si attende una precisazione per ciò che attiene alle procedure ed all'entità finanziaria.
Particolarmente corposo l'insieme di norme in materia di enti strumentali. Si procede ad accorpamenti e liquidazioni, ma anche alla creazione di un ente del tutto nuovo. In generale la disciplina appare da riorientare nel senso di una maggiore determinazione e precisazione, e di un maggior legame con il contesto generale delle norme in materia. Soprattutto alle riforme delle strutture occorre accompagnare la rivisitazione delle funzioni e della missione dell'ente, innestando la riforma in modo più coerente con il processo di riallocazione delle funzioni verso gli enti locali. E' inoltre utile approfondire la valutazione della ricaduta degli interventi sul piano dell'efficacia e della economicità.
Infine la Commissione osserva che nel loro insieme le disposizioni della legge finanziaria vanno coordinate meglio con la normativa in vigore. La redazione tecnica potrà senza dubbio essere affinata evitando il sovrapporsi di norme ed una eccessiva utilizzazione dei rinvii e dei richiami, che da un lato ne rendono difficile l'interpretazione e perciò l'applicazione, dall'altro contribuiscono ad un appesantimento del sistema normativo regionale (ad esempio nessuna abrogazione esplicita in tutta la materia degli enti) già vecchio ed obsoleto.
Si esige inoltre che venga ripristinato e dotato di adeguati finanziamenti il Fondo Nuovi Oneri Legislativi, la cui mancata previsione inibisce il concreto esercizio dell'iniziativa legislativa del Consiglio.
Nell'insieme le misure previste muovono passi coraggiosi verso un riordino da troppo atteso; è forse ingeneroso attendersi da questi primi netti interventi l'organicità necessaria per dare stabilità e spessore alle riforme. Tuttavia necessita uno sforzo per chiarire il quadro istituzionale di riferimento. La Prima Commissione auspica pertanto che nel corso dell'esame in Commissione bilancio, sia possibile, anche con la collaborazione della Giunta che si è detta disponibile per bocca degli Assessori sentiti, apportare quegli aggiustamenti necessari a meglio delineare le diverse misure. Ciò proprio al fine di porre le basi per interventi più sistematici cui la stessa prima Commissione intende contribuire e che anzi ha in parte avviato.
Seconda Commissione
(Politiche comunitarie - Adeguamento dell'ordinamento regionale agli atti normativi comunitari - Rapporti con la UE - Cooperazione internazionale - Diritti civili -
Emigrazione ed immigrazione - Etnie - Informazione)
La Commissione, sentiti gli Assessori del bilancio, del lavoro e della pubblica istruzione, ha espresso un giudizio complessivamente favorevole sulla manovra di bilancio, apprezzandone e condividendone la filosofia, volta ad un'improrogabile inversione di tendenza dell'indebitamento regionale, cui si accompagna lo sforzo di elevare l'efficacia dell'intervento pubblico nel sostegno allo sviluppo ed all'occupazione, nonché la qualità e la coerenza della spesa regionale.
In questo quadro la Commissione ha preso atto positivamente della scelta di integrare più efficacemente nella complessiva manovra finanziaria le risorse di provenienza europea, pur non ignorando le diffuse preoccupazioni per le difficoltà obiettivamente esistenti nella loro utilizzazione, ed ha pertanto raccomandato all'Assessore regionale del bilancio e al direttore del Centro regionale di programmazione di porre particolare impegno nell'animazione e nella preparazione degli attori locali e nella semplificazione delle procedure attinenti alla spesa dei fondi POR 2000-2006.
La Commissione ha altresì condiviso l'esigenza di sostenere con fermezza una forte ed unitaria rivendicazione nei confronti del governo nazionale per il recupero delle quote di competenza dei tributi erariali.
Per quanto riguarda i diversi comparti di specifica competenza della Commissione, si è rilevato quanto segue:
- è stato apprezzato il sostanziale mantenimento delle risorse stanziate sull'UPB 01.031 per la cooperazione internazionale, che ammontano a 1.109.000 €, cui vanno ad aggiungersi i 200.000 € che l'Assessore della pubblica istruzione ha deciso di riservare, all'interno dell'UPB 11.070 concernente l'istruzione universitaria, per la concessione di borse di studio a giovani, anche provenienti da paesi in via di sviluppo, che svolgano nelle Università sarde tesi sui problemi della cooperazione internazionale, secondo quanto previsto dall'articolo 9 della legge regionale 11 aprile 1996, n. 19;
- in un quadro di ragionevole riduzione delle poste recate dall'UPB 10.039, concernente emigrazione ed immigrazione, che passa da 4.847.000 a 4.200.000 euro, è stata espressa preoccupazione per il previsto taglio di oltre il 40% dello stanziamento concernente il sostegno agli immigrati, pur prendendo atto che in questo settore si interverrà anche con fondi POR, tra cui segnatamente quelli destinati alla misura 3.4, concernente le politiche del lavoro volte all'inclusione di soggetti a rischio;
- è stato preso atto della rilevante riduzione dell'UPB 11.047, concernente il sostegno all'editoria e all'informazione, che passa da euro 1.600.000 a euro 1.285.000, parte dei quali peraltro destinati a coprire programmi di spesa del 2004; pur se motivata dalla obiettiva necessità di rivedere i criteri di erogazione previsti dalla legge regionale 3 luglio 1998, n. 22, che sono attualmente inadeguati a valorizzare e promuovere le produzioni culturali di maggiore qualità, una riduzione di oltre il 20% dello stanziamento appare obiettivamente eccessiva e desta legittime preoccupazioni in ordine al mantenimento di un quadro di pluralismo in un settore nel quale emergono numerosi segnali di grave crisi produttiva ed occupazionale; in particolare non si condivide l'ipotesi di ridurre da 50.000 a 30.000 euro la dotazione del capitolo 11232-00, afferente alla citata UPB 11.047 e concernente i contributi alla produzione di notiziari televisivi per sordi.
I consiglieri dell'opposizione hanno espresso complessivamente un giudizio negativo sulla manovra di bilancio, in quanto - senza negare la necessità di un riequilibrio finanziario volto a tenere sotto controllo la dinamica dell'indebitamento, le cui origini peraltro sono risalenti nel tempo - i tagli operati incidono in misura eccessiva sulle aree sociali più deboli ed esposte (tra cui si ricordano in particolare i giovani e gli immigrati) e riducono significativamente il sostegno fino ad ora sempre garantito al pluralismo dell'informazione ed alla circolazione delle idee.
Il parere è stato approvato a maggioranza dalla Seconda Commissione permanente nella seduta del 1° febbraio 2005.
Quarta Commissione
(Assetto generale del territorio - Pianificazione territoriale generale - Urbanistica - Viabilità e trasporti - Navigazione e porti - Edilizia - Lavori pubblici)a) Premessa
La Quarta Commissione consiliare permanente ha espresso, nella seduta del 1° febbraio 2005, parere favorevole sulle parti di competenza della manovra finanziaria per il triennio 2005 - 2007 proposta dalla Giunta Regionale. Il documento che si trasmette contiene inoltre, ai sensi dell'articolo 34, comma 2 del Regolamento consiliare, le posizioni espresse dalle opposizioni.
b) Considerazioni generali
La Quarta Commissione consiliare permanente dopo aver attentamente esaminato le parti di competenza della manovra finanziaria per il triennio 2005 - 2007 proposta dalla Giunta regionale e dopo aver sentito l'illustrazione fornita dagli Assessori regionali delle parti di manovra di propria competenza, ha espresso un giudizio positivo sulla stessa, in considerazione, soprattutto, del contesto economico-finanziario in cui essa si pone e degli obiettivi generali che tale manovra intende perseguire.
La Commissione, infatti, preso atto dei dati di partenza complessivi della manovra:
- disavanzo, passato dai 674 milioni di euro del 1997 ai 2919 milioni di euro del 2003;
- ricorso all'indebitamento, 254 milioni di euro nel 1997, 2.800 milioni di euro nel 2004;
- livello delle spese obbligatorie pari al 101%;
ha condiviso l'esigenza di carattere generale del risanamento della finanza pubblica da affrontare in modo deciso e chiaro, ponendo un primo punto fermo per una reale inversione di tendenza che consenta di perseguire l'obbiettivo prioritario del rientro dall'attuale rilevante deficit di bilancio e l'attenuazione dell'altissimo livello di rigidità nella programmazione della spesa attualmente sussistente. Tutto ciò in presenza di una generalizzata e rilevante riduzione dei trasferimenti statali in settori importanti della programmazione economico-finanziaria regionale.
La Commissione, inoltre, nel condividere la scelta di utilizzare i fondi POR del primo triennio per consentire interventi a sostegno delle imprese e dello sviluppo, invertendo - anche in questo campo - una situazione caratterizzata da una ridottissima capacità di spesa dei fondi comunitari finora mostrata dalla Regione, evidenzia la necessità di una maggiore velocizzazione delle procedure di spesa dei fondi POR inseriti in bilancio e richiede un'adeguata informazione del Consiglio regionale.
Infine, la Commissione, pur concordando sulle finalità sopra ricordate, auspica l'introduzione di un adeguato finanziamento del Fondo per i nuovi oneri legislativi al fine di consentire l'inizio dell'indispensabile riforma legislativa di importatissimi settori della normativa vigente.
In particolare:
1. Stato di previsione della spesa dell'Assessorato enti locali, finanze e urbanistica
Per gli stanziamenti contenuti nello stato di previsione della spesa di tale assessorato si evidenzia che, a fronte di una riduzione dell'ammontare complessivo, è stato mantenuto il livello di finanziamento degli interventi finalizzati al recupero e valorizzazione dei centri storici, previsto dalla legge regionale 13 ottobre 1998, n. 29, così come integrata dalla legge regionale 17 novembre 2000, n. 23. Inoltre, appare importante lo stanziamento contenuto nei capp. 04215-00 e 04216-00 contenenti cospicue somme, provenienti dalla premialità conseguita sui fondi POR, finalizzate ad incentivare e migliorare le politiche per le aree urbane dell'Isola.
A tale riguardo la Commissione sottolinea la necessità che le linee guida dell'azione amministrativa regionale - attualmente in fase di elaborazione - in tale importante settore siano confrontate, preventivamente, con il Consiglio regionale.
Inoltre la Commissione, apprezzato l'aumento degli stanziamenti a favore dei comuni nel cap. 04189-00 (Contributi ai comuni per la redazione degli strumenti urbanistici comunali e per la redazione dei piani di assetto dei litorali) e nel cap. 04199-00 ( Spese per la predisposizione dei piani territoriali) auspica un ulteriore aumento - a partire dall'annualità 2006 - in considerazione della decisiva fase di adeguamento dei PUC al nuovo Piano paesaggistico regionale in fase di predisposizione che i comuni dovranno, a breve, affrontare.
2. Stato di previsione della spesa dell'Assessorato dei lavori pubblici
In ordine a tale stato di previsione della spesa la Commissione, preso atto della riduzione dello stanziamento complessivo dei fondi regionali effettivamente manovrabili, sottolinea il persistere del rilevantissimo ammontare dei residui passivi accumulatisi; questi seppur in gran parte ascrivibili a finanziamenti statali molto cospicui ( particolarmente rilevanti quelli assegnati all'ANAS per la viabilità statale di sua competenza ammontanti a circa 500 milioni di euro), determinano un'insostenibile lentezza procedurale e amministrativa dell'apparato pubblico gravemente dannosa per la collettività isolana, impossibilitata a colmare il sempre rilevante deficit di infrastrutture viarie di fondamentale importanza la cui definizione viene ripetutamente rinviata. La Commissione, nella considerazione del carattere nazionale della lentissima spendita dei finanziamenti nel settore delle opere pubbliche, auspica l'adozione di una comune azione politica nei confronti del Governo nazionale e dei competenti organismi statali per l'attivazione di concrete misure che assicurino un'effettivo cambio di azione amministrativa. Per quanto attiene le opere regionali, si auspica la rapidissima introduzione di procedure di spesa più idonee ad assicurare maggiore efficacia all'azione amministrativa regionale, con l'adozione di disposizioni legislative di riforma dell'intero settore.
La Commissione, inoltre, preso atto della riduzione delle richieste di finanziamento pervenute recentemente per la concessione dei mutui della prima casa ai sensi della L.R. n. 32/1985, - passate da una media di 4000 circa all'anno a una richiesta ultima di 1600 circa per l'anno 2004 - ritiene preferibile una complessiva rivisitazione della disciplina regionale vigente che canalizzi i finanziamenti in modo più preciso e puntuale per le fasce più deboli della popolazione e per i territori più decentrati dai grossi agglomerati urbani. A tale proposito, la disposizione dell'articolo 5, comma 11 della proposta di legge finanziaria, mentre appare condivisibile nella finalità, non pare idonea a conseguire i risultati auspicati in quanto:
a) il principio dell'impossidenza nel territorio regionale è già vigente da oltre dieci anni;
b) non appare concretamente praticabile il rispetto retroattivo dell'impossidenza per tre anni, criterio, peraltro, discutibile;
c) andrebbe specificato che la nuova disciplina si applica esclusivamente alle domande presentate dopo l'entrata in vigore della legge di modifica.
La Commissione, inoltre, nel prendere atto degli insufficienti stanziamenti complessivamente assegnati per la viabilità di interesse regionale (UPB S08.081) e per la manutenzione straordinaria della viabilità di competenza delle Province (UPB S08.073) del tutto insufficienti per la messa in sicurezza delle opere, auspica l'adozione di un piano straordinario pluriennale d'intervento che consenta, in un ragionevole periodo di tempo, di conseguire risultati apprezzabili sotto il profilo della sicurezza della rete viaria minore.
Per quanto riguarda il delicato settore dell'edilizia residenziale, nel prendere atto della progressiva e definitiva soppressione dei trasferimenti statali ( dal 1998 sono cessati i finanziamenti ex Gescal e la riforma del titolo V della Costituzione ha attribuito la materia alla competenza regionale) la Commissione evidenzia l'assoluta priorità dell'approvazione di una radicale normativa di riforma del settore che consenta di affrontare in modo opportuno la nuova situazione delineatasi.
In tale ottica, la Commissione invita ad un'attenta valutazione sulla reale praticabilità della disposizione di cui al comma 7 dell'articolo 33 della proposta di legge finanziaria che dispone il trasferimento di numerosi immobili di proprietà dello IACP della provincia di Cagliari al comune di Carbonia per una cifra meramente simbolica.
La Commissione, infatti, pur concordando sulle finalità, ritiene la norma suscettibile di ulteriori specificazioni e puntualizzazioni che ne assicurino una reale ed efficace applicazione e un più puntuale raccordo con la disciplina regionale attualmente vigente.
Infine la Commissione, allo scopo di supportare l'azione di sostegno degli enti locali nei confronti delle classi meno abbienti, ritiene necessario un incremento dello stanziamento del cap. 081167-00 relativo alle "Integrazioni regionali ai finanziamenti ai comuni per la concessione di contributi integrativi ai conduttori di abitazione in locazione".
3. Stato di previsione della spesa dell'Assessorato dei trasporti
La Commissione, preso atto con soddisfazione dello sforzo in atto, da parte dell'Assessorato dei trasporti, finalizzato alla razionalizzazione delle attuali linee di trasporto pubblico locale, sottolinea la necessità che questo non debba, comunque, andare a discapito del mantenimento dei livelli attuali di servizio.
Inoltre la Commissione evidenzia il mantenimento dello stanziamento concernente la gestione del servizio di trasporto pubblico di linea ( UPB S13.011 - cap. 13020-00) pur in presenza di una sua reale riduzione al fine di reperire i fondi di copertura per il rinnovo del C.C.N.L. di settore ed auspica che l'azione razionalizzatrice in atto possa consentire l'individuazione di risorse aggiuntive per il trasporto pubblico. Inoltre, si sottolinea l'aumento dello stanziamento previsto dall'UPB S13.012, relativo alle spese di investimento che consentiranno un significativo ammodernamento del parco rotabile, con generali effetti positivi sia sul livello del servizio sia sui bilanci delle aziende.
Inoltre la Commissione auspica che la prossima e indispensabile attuazione della riforma del trasporto pubblico locale possa giovarsi di una profonda rivisitazione della struttura del bilancio regionale al fine di consentirne un reale decollo con il soddisfacimento delle primarie esigenze alla mobilità interna dei cittadini.
La Commissione apprezza, inoltre, il mantenimento degli stanziamenti concernenti le agevolazioni tariffarie per i soggetti svantaggiati e di quelli relativi alla continuità territoriale con le isole minori.
c) Posizioni espresse dalle opposizioni della Commissione
Le opposizioni della IV Commissione consiliare hanno espresso un giudizio nettamente negativo nei confronti sia della manovra finanziaria per il triennio 2004-2007 complessivamente intesa, sia nelle specifiche parti di competenza della Commissione.
In linea generale, esse hanno affermato che la manovra nel suo complesso si caratterizza per la mancanza di un progetto complessivo di sviluppo della Sardegna che sia finalizzato al rilancio dei vari settori produttivi (agricoltura, industria, artigianato e turismo) in una grave crisi e, attualmente, senza sbocchi positivi individuabili. Se, infatti, si può condividere l'obbiettivo del conseguimento del risanamento finanziario, esse hanno affermato come appaia in tutta la sua evidenza come esso non possa essere perseguito a totale scapito delle politiche di sostegno allo sviluppo; sarebbe, invece, preferibile un periodo di tempo più ampio - tre o cinque anni - nel corso del quale portare a compimento il necessario risanamento del bilancio regionale.
Le opposizioni, peraltro, hanno dato atto agli esponenti della maggioranza di aver accolto, nel presente parere, alcune loro sollecitazioni critiche relative all'insufficienza degli stanziamenti per la viabilità di competenza delle province, all'eccessivo ammontare dei residui passivi nello stato di previsione del lavori pubblici e al riconoscimento della positiva azione della precedente Giunta regionale per quanto attiene l'Asse 5 ( Città) del POR che ha fruttato una premalità di stanziamento rilevante, utilizzabile nella manovre in esame.
In particolare le opposizioni hanno, inoltre, criticato:
- la norma della legge finanziaria che dispone la procedura di liquidazione dell'ESAF (art. 5, comma 1 e 2); esse, infatti hanno ritenuto preferibile perseguire la via dell'autonomo disegno di legge collegato alla manovra finanziaria al fine di consentire un'approfondita valutazione delle problematiche da parte del Consiglio regionale che vede, nell'attuale formulazione, svuotata la sua competenza;
- la norma della legge finanziaria che dispone gli interventi per il settore dei trasporti (articolo 7, comma 1); esse hanno sottolineato come, per stessa ammissione dell'Assessore competente, manchino circa 6.500.000 di euro per mantenere il livello attuale di servizio e come sia illusorio pensare che tale somma possa essere recuperata dalla razionalizzazione in atto sulle linee in concessione. Anzi, hanno sottolineato, come quest'ultima rischi di penalizzare ulterioremente i territori più periferici dell'Isola;
- l'ammontare degli stanziamenti posti, a favore dei comuni, per l'adeguamento dei PUC al redigendo Piano paesaggistico regionale, ritenuti del tutto insufficienti;
- l'assoluta insufficienza degli stanziamenti posti nello stato di previsione della spesa dell'Assessorato dei lavori pubblici, sia per quanto riguarda la viabilità regionale e provinciale, sia per quanto attiene l'edilizia scolastica.
Quinta Commissione
(Agricoltura - Forestazione produttiva - Bonifica - Acquacoltura - Caccia e pesca - mPesca industriale e marittima - Alimentazione - Tutela dell'ambiente - Forestazione ambientale - Recupero ambientale - Parchi e riserve naturali - Difesa del suolo)La Quinta Commissione Permanente, nella seduta del 28 gennaio 2005, ha espresso parere favorevole sulla manovra finanziaria per quanto riguarda gli aspetti di competenza dell'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale e dell'Assessorato della difesa dell'ambiente.
La Commissione condivide l'impostazione complessiva della manovra finanziaria e di bilancio che assieme ad una rigorosa linea di risanamento e riqualificazione della spesa, persegue gli obiettivi fondamentali della riforma complessiva del sistema degli enti strumentali e dell'accelerazione della spendita delle risorse del POR, condizioni preliminari per una politica di sviluppo. Per quanto riguarda il settore dell'agricoltura la Commissione ha condiviso la necessità di una profonda modifica delle strutture e della modalità dell'intervento pubblico nel settore.
Relativamente allo stato di previsione della spesa dell'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale il giudizio positivo deriva anche dal fatto che lo stanziamento complessivo per il 2005 presenta una limitata riduzione rispetto alle risorse disponibili nel 2004.
Nonostante il giudizio positivo, la Commissione ritiene utile che alla manovra vengano apportate alcune modifiche che, senza alterare l'impostazione della stessa, aumentino l'efficacia dell'intervento pubblico agevolando nel contempo la spendita delle risorse stanziate.
A tale proposito si segnala l'esigenza che vengano stanziato delle somme, al momento non previste, da destinare ai Consorzi fidi in agricoltura - almeno un milione di euro annui. Una delle difficoltà nell'utilizzo dei fondi contenuti nel POR è costituita dalla necessità per gli operatori di autofinanziare la parte di interventi non coperta dalla contribuzione pubblica anche per la difficoltà di accedere al credito, pertanto un aumento dei servizi di garanzia offerti dai consorzi fidi agli agricoltori può agevolare la possibilità di accedere ai benefici previsti dai programmi comunitari.
In tale contesto è condivisa la richiesta presentata dalle organizzazioni cooperativistiche di destinare i fondi recuperati dai fondi di rotazione in attuazione del primo e secondo alinea del comma 3 dell'articolo 3 del disegno di legge finanziaria a favore della finanziaria costituita ai sensi del paragrafo 1.2 del programma di intervento per gli anni 1986/1988 di cui alla Legge 24 giugno 1974, n. 268, approvato dal CIPE il 21 gennaio 1998.
La Commissione, inoltre, ritiene opportuno che vengano assicurati all'Associazione Regionale Allevatori i fondi necessari per permettere la piena operatività del laboratorio di controllo del latte della stessa Associazione e del programma di assistenza tecnica, nonché delle attività svolte dalle associazioni provinciali.
Nell'ambito della politica di riforma delle strutture a supporto dell'agricoltura la Commissione ritiene che dovrebbe essere esaminata la necessità di una profonda revisione dei consorzi di bonifica e del loro ruolo, anche con l'approvazione di un piano di risanamento finanziario degli stessi. In attesa dell'approvazione di tale piano, e della contestuale riforma dei consorzi, è evidente la necessità che la Regione non operi un così deciso ridimensionamento dei trasferimenti finanziari a favore di tali enti; anche perché i bilanci delle imprese agricole, su cui in ultima analisi si scaricano i costi di gestione dei consorzi, non sono, in molti casi, in grado di sopportare i costi ormai elevatissimi della manutenzione degli impianti e per l'utilizzo dell'acqua. Nelle zone irrigue si sta verificando una situazione paradossale in merito all'utilizzo della risorsa idrica perché questa, pur essendo disponibile, rischia di non poter essere usata dagli agricoltori per i costi non sopportabili dai bilanci aziendali.
Un altro aspetto della manovra finanziaria che a giudizio della Commissione dovrebbe essere rivisto è quello della riduzione, e in alcuni casi della eliminazione, dei contributi regionali a favore delle organizzazioni professionali agricole e delle organizzazioni cooperativistiche. La Commissione, infatti giudica positivamente il ruolo di queste organizzazioni che svolgono una importante funzione a favore degli operatori agricoli, in determinati casi supplendo anche a delle carenze dell'Amministrazione, e valuta positivamente il ruolo democratico che svolgono nel sistema agricolo e nella comunità regionale. Conseguentemente la Commissione ritiene che, pur nel rispetto di una politica finanziaria di rigore, possa essere fatto uno sforzo in tal senso, prevedendo una più contenuta diminuzione negli anni della contribuzione a favore di queste organizzazioni.
La Commissione, inoltre, ritiene indispensabile lo stanziamento di somme da destinare alle operazioni di ricomposizione fondiaria, in quanto è necessario eliminare una delle cause - la frammentazione aziendale - che impedisce un ammodernamento delle aziende e la economicità della gestione delle stesse.
La Commissione inoltre auspica che in sede di esame della manovra finanziaria vengano recepite risorse da destinare alla lotta biologica e all'agricoltura biologica.
Il bilancio dell'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro pastorale è caratterizzato da una imponente quantità di residui; tale fatto denuncia una limitata capacità di spesa non solo della struttura amministrativa che fa capo all'Assessorato, ma soprattutto dell'ERSAT (cui sono state affidate la maggior parte delle misure del POR -FEOGA-) e delle strutture delegate alla realizzazione di diversi interventi (come ad esempio i Consorzi di Bonifica).
Appare pertanto indispensabile attivare un processo di velocizzazione della spesa salvaguardando nel contempo l'efficacia e l'efficienza della stessa. In questo contesto dev'essere valutata positivamente la decisione di utilizzare i CAA (centri di assistenza agricoli) per la ricezione e l'istruttoria delle pratiche relative ad alcuni interventi, pertanto dovrà essere valutata attentamente la possibilità di aumentare lo stanziamento previsto per la stipula di convenzioni con questi organismi.
Per quanto riguarda la riforma degli enti agricoli, come detto precedentemente, la Commissione condivide con forza la necessità di una rapida approvazione della stessa. Tuttavia evidenzia alcuni dubbi sia di metodo che di contenuti della stessa così come prevista nel disegno di legge finanziaria.
Sul piano del metodo si ritiene giusto ed opportuno, anche per la sua forte valenza politica, avviare il processo di riforma degli enti in agricoltura con una norma in finanziaria che ne stabilisca il percorso ed i tempi; però, vista la rilevanza e la complessità della stessa, la Commissione è dell'avviso che questa non debba essere ricompresa nella legge finanziaria, ma sia oggetto di uno specifico provvedimento legislativo che coinvolga le Commissioni di merito e in particolare la Commissione agricoltura e consenta un reale approfondimento di una materia delicata e decisiva per il rilancio dell'agricoltura sarda.
La Commissione ritiene altresì che una riforma degli enti non possa essere adottata senza un reale coinvolgimento degli operatori agricoli che sono i fruitori finali dei servizi forniti dagli enti agricoli.
In merito al contenuto della riforma, la Commissione ritiene in primo luogo che una riforma degli enti non possa prescindere da una ristrutturazione anche dell'Assessorato e delle funzioni attribuite a questo. In particolare si ritiene che l'Assessorato debba essere potenziato nei suoi servizi centrali per assumere sempre più il ruolo principale di soggetto ideatore di una efficace politica agricola regionale.
Sempre in merito al contenuto delle proposte di riforma degli enti regionali operanti nel settore agricolo dev'essere evidenziata in primo luogo una perplessità relativa all'accorpamento dei Consorzi di frutticoltura all'ERSAT; a giudizio della Commissione infatti sarebbe più opportuno prevedere l'accorpamento di tali organismi nel nuovo ente di ricerca e sperimentazione.
E' inoltre motivo di perplessità e merita indubbiamente un approfondimento il ruolo dell'ERSAT che non viene riformato dalla riforma, sarebbe opportuna una ulteriore riflessione sul ruolo dello stesso e sulla possibilità di trasferire all'Amministrazione regionale centrale alcune funzioni svolte attualmente dallo stesso, si pensi ad esempio alle funzioni di gestione del patrimonio e a quelle di gestione di funzioni più propriamente amministrative che nel corso degli anni sono state attribuite all'ERSAT, anche a causa di un indebolimento delle strutture dell'Assessorato.
Per quanto riguarda particolarmente gli aspetti della manovra finanziaria di competenza dell'Assessorato alla difesa dell'ambiente la Quinta Commissione esprime parere favorevole anche in considerazione del fatto che per tale Assessorato vi è un incremento di fondi che permetterà, tra l'altro, l'attuazione del "fermo biologico" e la gestione a regime dei nuovi cantieri di forestazione previsti dal programma adottato in attuazione dell'articolo 20 della legge regionale n. 3 del 2003.
Con riferimento al settore della forestazione la Commissione evidenzia la necessità di un ulteriore incremento delle disponibilità destinate al finanziamento dell'Ente foreste della Sardegna, infatti lo stanziamento previsto nella proposta di bilancio non contiene le risorse da destinare alla contrattazione integrativa regionale dei dipendenti dell'Ente.
La Commissione, premesso che il settore della pesca, nonostante le limitazioni imposte dalla più recente normativa comunitaria, può costituire un importante momento di sviluppo dell'economia regionale, ritiene opportuno un incremento degli stanziamenti per l'attuazione della legge regionale 19 del 1998 che disciplina gli interventi a favore del settore della pesca. La Commissione ritiene, infatti che lo stanziamento previsto, pari a 500.000 euro sia del tutto insufficiente e propone almeno il raddoppio di tale somma; sarebbe anche auspicabile che venisse adottata una programmazione pluriennale di ammodernamento della flotta da pesca.
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Il parere della Quinta Commissione è stato approvato nella seduta del 28 gennaio 2005 con il voto favorevole dei Consiglieri Sanna Alberto, Calledda, Corda, Fadda Giuseppe e l'astensione del Consigliere Atzeri.
I consiglieri Cappai e Sanna Paolo Terzo, pur non essendo presenti al momento della votazione hanno manifestato nella discussione precedente il loro orientamento sulla manovra, che viene riportato come allegato al presente parere.
Posizione del Consigliere Atzeri
Il Consigliere Atzeri si è astenuto sulla proposta di parere successivamente approvato dalla Commissione osservando che la Giunta tende ad emarginare la Commissione e lo stesso Consiglio regionale, dopo aver evidenziato una distanza della Regione dalle necessità degli operatori economici, ha osservato che manca una politica a favore dell'agricoltura sarda si è soffermato sulla necessità di un piano a favore della pesca. Si è inoltre soffermato sulla necessità di avere una cultura della concertazione.
Posizione del Consigliere Cappai
Il Consigliere Cappai nelle fasi precedenti alla votazione ha manifestato un parere nettamente contrario sia sulla manovra finanziaria nel suo complesso che con specifico riferimento alla parte relativa all'Assessorato dell'agricoltura e riforma agro-pastorale; il Consigliere Cappai, inoltre, ha osservato che i tagli nel settore agricolo non sono giustificati e ha contestato l'inserimento della riforma degli enti operanti nel settore agricolo nella finanziaria.
Posizione del Consigliere Sanna P.T.
Il Consigliere Sanna Paolo Terzo nelle fasi precedenti alla votazione ha manifestato un parere contrario sulla manovra finanziaria e in particolare per la parte che riguarda il settore agricolo ,ma ha condiviso essenzialmente il parere della Commissione per la parte relativa alla riforma degli enti operanti nel settore agricolo.
Sesta Commissione
(Industria - Miniere - Cave e torbiere - Artigianato - Cooperazione - Lavoro e occupazione - Turismo - Commercio - Fiere e mercati - Risorse energetiche - Fonti alternative di energia)La Sesta Commissione nella seduta del 1° febbraio 2005, ha espresso, a maggioranza, ai sensi dell'articolo 34 del Regolamento interno, parere favorevole sugli argomenti di propria competenza della manovra finanziaria 2005-2007.
Durante la discussione di merito la Commissione ha ritenuto opportuno avanzare alcune osservazioni di merito che comunque non sono in contraddizione con l'impostazione strategica di contrazione della spesa e di riduzione dell'indebitamento che è contenuta nella manovra finanziaria condivisa a maggioranza dalla Commissione.
Per quanto concerne il settore lavoro, la Commissione nel dare un giudizio positivo, sia per l'entità delle risorse che per la nuova impostazione del Piano stesso, con il ricorso ai Fondi POR, ha ritenuto indispensabile supportare gli enti locali con una adeguata strumentazione per cogliere le opportunità in esso contenute ed accelerare la spesa.
Sui trasferimenti di competenza alle province, in materia di lavoro (articolo 14 del disegno di legge n. 91), ai sensi del decreto legislativo 10 aprile 2001, n. 180, la Commissione ha ritenuto opportuno sospendere l'articolo stesso perché parzialmente in contrasto con gli orientamenti sinora emersi nell'ambito della discussione sulle proposte di legge riguardanti la "Riforma dei servizi sull'impiego".
In particolare le perplessità riguardano:
a) il ruolo e la competenza della Regione nel compito di indirizzo e di coordinamento;
b) il rischio che nel frattempo vengano meno istituti come quello delle liste di mobilità, con grave danno per i lavoratori interessati e impropriamente allocati presso la Provincia di Cagliari;
c) l'imminente costituzione delle otto province.
Per i settori turismo ed industria è stato rilevato che la contrazione delle risorse disponibili impone una modifica dei sistemi di distribuzione degli incentivi, non più a sportello ma a bando, affinché siano premiati i progetti innovativi e, attraverso una diversa determinazione delle percentuali di finanziamento, a fondo perduto ed in conto interessi, sia possibile soddisfare un maggior numero di richieste.
Relativamente al settore commercio la Commissione, nel riaffermare l'esigenza di una profonda riforma che riordini l'intero comparto e che innovi la strumentazione normativa attualmente vigente ha rilevato che, in questa fase, l'indisponibilità delle risorse del POR ha determinato una contrazione della dotazione finanziaria in relazione alle aspettative di finanziamenti nei rispettivi settori, e ha auspicato, pertanto, la previsione di nuovi impegni finanziari collegati al nuovo quadro normativo così come verrà definito dal disegno di riforma.
Per quanto concerne il settore artigianato ha rilevato inoltre che molte risorse in bilancio sono assorbite dagli arretrati (in particolare i finanziamenti previsti dalla legge regionale 19 ottobre 1993, n. 51).
Tutto ciò riduce evidentemente le risorse disponibili per le nuove iniziative produttive e richiede dalla Giunta un preciso impegno per valutare le nuove domande e trovare il modo di premiare le più valide.
Infine, negli stanziamenti per il sistema delle imprese cooperative si è ritenuto necessario dotare il capitolo di bilancio di competenza (cap. 09069), relativo ai consorzi fidi, di risorse adeguate per consentire anche a questo comparto di usufruire dei contributi in conto interessi con l'attivazione del meccanismo del "de minimis."
Settima Commissione
(Sanità - Igiene pubblica - Medicina sociale - Edilizia ospedaliera - Servizi sanitari e sociali - Assistenza - Igiene veterinaria - Personale delle UU.SS.LL.)La Commissione, sentito l'Assessore dell'igiene, sanità e assistenza sociale, ha espresso un giudizio favorevoel sugli aspetti della manovra finanziaria attinenti alle politiche sanitarie e sociali, valutando positivamente l'impianto generale volto al contenimento del deficit ed al recupero di risorse provenienti in massima parte da assegnazioni statali; ha apprezzato le misure finalizzate all'attuazione di interventi strategici nel settore delle politiche sociali che, all'interno di un più generale processo di riordinao, potranno contribuire alla riqualificazione dell'assistenxza; lo stato di previsione della sepsa dell'Assessorato della sanità, prevedendo stanziamenti superiori di euro 278.603.000 rispetto all'anno precedente, è coerente con gli impegni presi e con le aspettative dei sardi in un settore strategico quale è quello della sanità e dell'assistenza sociale.
La Commissione ha condiviso l'esigenza di un particolare sostegno alel politiche sociali nel convincimento che la riqualificazione delle stesse produrrà positivi effetti anche al fine di una più efficace riorganizzazione dell'assistenza sanitaria, contribuendo al depotenziamento di prestazioni improprie attualmente a carico del servizio sanitario; ha condiviso, altresì, l'attenzione prestata alla formazione, all'informatizzazione ed alla ricerca per progetti finalizzati sia nel settore sanitario che in quello sociale.
Per quanto riguarda specifici aspetti della manovra finanziaria, la Commissione ha espresso le seguenti considerazioni:
1) pur valutando opportuna la modifica degli ambiti territoriali delle ASL al fine di dare avvio ad una immediata rispondenza delel stesse alle nuove delimitazioni delel province sarde, si è avanzata nel contempo l'esigenza che tale scelta venga in ogni caso riportata nei contenuti del Piano sanitario regioanle;
2) si è valutato positivamente l'intendimento di riqualificare la spesa e l'assistenza famaceutiche promuovendone un adeguamento ai parametri nazionali, attraverso l'istituzione di una Commissione tecnivca; si è ritenuta parimenti necessaria, in un momento in cui la ricerca genetica ed il dibattito sulle bio-tecnologie rivestono così tanta importanza, l'istituzione di un comitato che fornisca una prima risposta ai problemi che la ricerca in tali settori potrà porre e consentirà di intraprendere una ricognizione puntuale di tutte le iniziative attualmente in atto nella Regione;
3) per quanto riguarda le case per gli anziani gestite dal Comuni di ALghero, Iglesias e Sassari, si condivide l'opportunità di arrivare ad una soluzione che riporti alla chiarezza la situazione di incertezza che caratterizza la gestione delle stesse sia per quanto attiene al personale che alle risorse; nel contempo si è comunque ritenuto necessario che venga garantita, attraverso il ripristino delle risorse finanziarie previste per gli anni precedenti, la continuità di un servizio di respiro regionale, rivolgendosi lo stesso, ad un territorio sempre più ampio rispetto a quello degli enti di riferimento;
4) si è apprezzata la previsione, seppure non ancora sufficiente, delel risorse finalizzate alla copertura del disavanzo sanitario, che, assieme alle ulteriori quote di riparto stabilite in sede nazionale, potrà garantire una consistente riduzione del disavanzo per il 2004;
5) si è condiviso l'intendimento di procedere alla valorizzazione del patrimonio disponibile delel aziende al fine di consentire un più razionale utilizzo dei beni immobili compresa, per alcuni di essi, l'ipotesi di dismissione, ma nel contempo è emersa forte l'esigenza di individuare, a tal fine, procedure e strumenti partecipati.
A conclusione della discussione sugli aspetti di competenza della manovra finanziaria 2005-2007, la Commissione, in considerazione dell'importanza che riveste la prevenzione, anche agli effetti della riqualificazione della spesa sanitaria, e del ruolo assunto dal volontariato sardo nell'assistenza a particolari categorie di malati, raccomanda:
a) che venga prevista una integrazione di euro 150.000 a favore di un programma di screeneng nella scuola dell'obbligo per la prevenzione della B-talassemia (Progetto 5B), attuato dall'Università di Cagliari, attraverso il Dipartimento di Scienze biomediche e biotecnologiche;
b) che venga ripristinato il contributo per le associazioni operanti in favore dei nefropatici, degli emodializzati e trapiantati (UPB S12.066, Cap. 12267-00).
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I consiglieri dell'opposizione, nell'esprimere il parere contrario sugli aspetti di competenza della manovra finanziaria 2005-2007, hanno lamentato l'assenza di politiche di risanamento e di razionalizzazione che, in mancanza di strumenti di programmazione, quali il piano sanitario ed il piano socio-assistenziale, non lasciano intravedere una valida giustificazione.
E' stata inoltre evidenziata la mancanza di un indirizzo volto alla risuluzione di alcuni problemi che caratterizzano negativamente i servizi sanitari e sociali nel territorio (liste d'attesa, pronto soccorso, burocratizzazione del personale amministrativo e inadeguata distribuzione del personale medico) e che si pongono in contraddizione con l'annunciata volontà di cambiamento.
Si è inoltre lamentata l'assenza di organicità della manovra e si sono in particolare riscontrate:
- una forte riduzione (500.000 euro) degli stanziamenti riguardanti la profilassi e la terapia delle malattie infettive e parassitarie del bestiame (UPB S12.078, Cap. 12325-00) che parrebbe evidenziare una evoluzione in senso positivo dell'incidenza delel malattie di cui sopra su cui si nutrono invece forti perplessità;
- una forte e ingiustificata riduzione (500.000 euro) degli stanziamenti destinati alla formazione del personale veterinario;
- la mancanza di stanziamenti per l'istituzione di stalel di sosta (UPB S12.078, Cap. 12336-00);
- una minore attenzione verso gli ammalati che necessitano di cure fuori dal territorio regionale (UPB S12.040, Cap. 12160-00).
Ottava Commissione
(Diritto allo studio - Scuole materne - Edilizia scolastica - Cultura - Musei - Biblioteche e archivi storici - Sport e spettacolo - Ricerca Scientifica - Formazione professionale)I Consiglieri di maggioranza della Ottava Commissione permanente, esaminati i documenti relativi alla manovra economico-finanziaria 2005-2007 e sentiti in merito gli Assessori della pubblica istruzione e del lavoro, condividono unanimemente la struttura della manovra in parola proposta dalla Giunta regionale, in quanto consente di dare attuazione al suo progetto politico, impostando il risanamento e cercando risorse per lo sviluppo.
Meno condivisibili risultano, invece le modalità di distribuzione delle risorse sulle singole voci di spesa relative ai settori della cultura, dello sport e dell'Università. I Consiglieri chiedono, in particolare, il recupero delle risorse riguardanti il "polo" Universitario di Nuoro, nella convinzione che esso debba "distinguersi", stanti la sua storia e rilevanza culturale ed accademica, dalle altre istituzioni universitarie diffuse nel territorio. Si ribadisce, pertanto, che il finanziamento destinato a tale "polo" venga ripristinato nella misura degli anni precedenti, e con specifica destinazione.
Per quel che concerne il settore dello sport, i Consiglieri ritengono che la spesa venga indirizzata prevalentemente verso le attività e le manifestazioni sportive giovanili, siano esse agonistiche, dilettantistiche e a livello scolastico, diminuendo invece gli attuali cospicui interventi per le cosiddette "sponsorizzazioni", per lo più a favore delle società più "forti"; verrebbe, in tal modo, realizzato lo "spirito" che informa la legge regionale n. 17 del 1999.
In linea generale, i Consiglieri auspicano una revisione in tempi brevi della citata legge regionale n. 17 del 1999, nel senso di un adeguamento del contenuto attuale agli apprezzabili princìpi ispiratori della medesima.
Sul settore dell'istruzione, viene rilevata in particolare l'insufficienza delle risorse previste per contrastare efficacemente il grave fenomeno della dispersione scolastica, problema sul quale peraltro la Commissione sta attualmente impegnando buona parte dei propri lavori, nella prospettiva di contribuire a risolvere, nel rispetto delle competenze istituzionali e d'intesa con le Autorità regionali e nazionali e gli organismi rappresentativi di base, il fenomeno in parola.
Circa il settore della formazione professionale, i Consiglieri prendono atto delle varie voci di bilancio e della loro illustrazione da parte dell'Assessore competente.
Nel merito dei suddetti rilievi, i Consiglieri Davoli e Cucca esprimono la loro astensione, mentre condividono, con gli altri consiglieri di maggioranza, i criteri generali su cui è basta la presente manovra di bilancio.