Nota stampa
della seduta n. 319 pomeridiana del 5 agosto 1998


Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, e successivamente dell'on. Sergio Milia.

Prosecuzione della discussione del Testo Unificato della
Proposta di legge n. 94/A - Disegno di legge n. 350/A - Proposta di legge n. 379/A
sulla soppressione dell'EMSA
e sul riordino delle società controllate e collegate.

Primo oratore della seduta pomeridiana, l'on. La Rosa (Rinnovamento), il quale, affrontando il problema della riforma, ha riconosciuto la difficoltà della revisione di un settore importante quale quello delle aree a vocazione mineraria. Ma ha anche riconosciuto che il Governo regionale ed il Consiglio hanno lavorato per anni a questo progetto, affrontando in Aula la problematica in occasioni diverse e confrontandosi nelle varie proposte e sollecitazioni pervenute anche dalle organizzazioni sindacali.
Il processo di riordino e di privatizzazione è così andato avanti ed il progetto di legge dell'assessore Pinna è stato discusso in Commissione, con approfondimenti della materia attraverso consultazioni e apporti esterni che hanno portato ad individuare gli strumenti, le modalità e le risorse per varare la riforma.Il testo della Commissione si è anche arricchito, inoltre, della proposta di legge firmata dall'on. Balletto a nome delle opposizioni.
È indubbio, ha detto ancora La Rosa, che il progetto di legge arrivava in Aula con qualche ritardo ma comunque in tempo utile per avviare la privatizzazione della Società EMSA, il riordino dell'intero settore e la valorizzazione delle zone dismesse dell'attività mineraria.
È quindi un'occasione, ha concluso La Rosa, per cominciare quel processo generale di riforme che dovrà investire anche tutti gli enti strumentali della Regione.

Il testo sul quale è impegnato il Consiglio, frutto di un attento lavoro delle Commissioni consiliari, prende le mosse da tre provvedimenti caratterizzati da alcune significative "convergenze". L'on. Macciotta (Misto-Patto) è partito dalla constatazione che tutti i progetti di legge presentati sull'argomento partivano dalla necessità di sciogliere l'EMSA e le sue controllate, liberare risorse economiche da destinare a nuove iniziative produttive, recuperare l'ingente patrimonio immobiliare, trovare una giusta ed onorevole sistemazione per i dipendenti del gruppo minerario. Così come sono simili le proposte operative contenute nei diversi provvedimenti.
E Macciotta si è soffermato, con particolare attenzione, sulla figura e sull'opera dei commissari liquidatori, sui tempi necessari per portare a termine questi compiti "straordinari", su altri aspetti che rendono "simili" i testi all'esame dell'Assemblea. Differente, invece, l'ipotesi di utilizzo e di cessione, anche agli enti locali, dell'ingente patrimonio immobiliare dell'EMSA e delle sue controllate.
Macciotta si è particolarmente soffermato sulle possibilità di cedere questi immobili ai comuni o di conservarli alla piena disponibilità dell'Amministrazione regionale. Altre differenze è possibile riscontrarle quando si parla di ricollocazione nel mondo del lavoro dei dipendenti del gruppo.
Esistono delle sostanziali novità, ha aggiunto Macciotta, nella organizzazione complessiva dell'Ente e delle sue società controllate, per cui almeno anomalie e disfunzioni registrate anche nel recente passato saranno evitate, se la gestione dei nuovi organismi sarà corretta e coerente con quanto questo provvedimento prevede.
Macciotta ha, quindi, esaminato nel suo complesso il provvedimento, soffermandosi sulla nuova ARGEA, la società che dovrebbe prendere il posto della vecchia EMSA, sulla concorrenza, sulla violazione di alcune norme comunitarie, sulla necessità di istituire un presidio geologico e minerario.
In conclusione, Macciotta ha valutato molto positivamente il lavoro svolto dalle due commissioni di merito (la Prima e la Sesta) che si sono occupate di questa difficile riforma. Un'iniziativa, quindi, opportuna ed in grado di permettere una certa quale riforma e modifica dell'incontrollabile mondo dell'Ente.

Successivamente l'on. Balletto (F.I.), soffermandosi sul pensiero di uno studioso in materia di riforme reali e di finte riforme, ha detto che in Sardegna si sta ritornando alle logiche del passato per cui è indispensabile che l'EMSA venga liquidato immediatamente per chiudere la voragine delle perdite finanziarie che gravano sulla Regione, e non è ammissibile perciò la riproposizione di un ente che tenderà a mantenere inalterato il sistema attuale.
Critiche pesanti sono state rivolte da Balletto nei confronti degli amministratori della società mineraria, sull'attività dei quali dovrà essere svolta un'indagine per individuarne responsabilità che potrebbero rivelarsi anche di natura penale. Ribadendo che non può nè deve essere realizzato un altro mostro (l'ARGEA) dalle ceneri dell'EMSA, l'oratore ha analizzato i compiti della nuova società affermando che essi prevaricano i confini di attività di altri settori di intervento ed allargando di fatto i poteri dell'ARGEA.
Parlando del Parco geominerario Balletto ha sostenuto che si tratta di un altro carrozzone voluto per soddisfare la fame di potere della classe politica oggi al Governo.
Il fatto è, ha affermato Balletto, che questa riforma non è altro che un disegno tendente a moltiplicare le poltrone attraverso la rifondazione, sotto diverso nome, dell'EMSA. Ed infine un accenno alla legislazione CEE per dire che la proposta di legge peggiora il disegno di legge della Giunta e appare come un provvedimento inadeguato e contrario a ogni concetto di libera iniziativa e di decentramento, come è dimostrato dalla richiesta di destinare i beni patrimoniali dell'EMSA non ai naturali destinatari (i comuni in cui si situano) ma alla Regione.
Balletto, confermando la sua contrarietà al progetto di legge, ha annunciato che il suo gruppo ha presentato numerosi emendamenti per cercare di modificare in corso di esame il provvedimento.

"Alcuni colleghi intervenuti nel dibattito hanno giudicato questo provvedimento particolarmente significativo. L'on. Bonesu (PSd'Az) è partito, esaminando il testo in discussione, dalla considerazione che "questa legge segna l'uscita della Regione dall'attività mineraria".
Storicamente, ha aggiunto Bonesu, l'attività mineraria nell'Isola risale effettivamente dall'età nuragica. Forse risale a quel tempo anche la prima esperienza di un Ente minerario sardo. Ed anche quella iniziativa finì in un clamoroso insuccesso.
Ma tutta l'attività mineraria, ha aggiunto Bonesu, in Sardegna ha sempre significato danni ed insuccessi. Perchè i filoni isolani sono molto ridotti, con materiale di scarso pregio, con prodotti che sul mercato mondiale hanno prezzi assolutamente bassi. Invece, ci si ostina a coltivare gallerie e pozzi improduttivi ed eccessivamente costosi. Il rame, il piombo, l'argento, il carbone, la bauxite estratti dal sottosuolo sardo sono e restano fuori mercato. L'attività estrattiva, inoltre, ha sempre causato gravi alterazioni ambientali, ha avvelenato falde e suoli, ha provocato pesanti danni ai lavoratori, colpiti da malattie gravi ed irreversibili, quali la silicosi ed altri guai polmonari, ha provocato guasti forse irreversibili all'ambiente isolano, distruggendo bellezze tipiche ed irrecuperabili.
Sarebbe il caso di abbandonare la "demagogia mineraria", ha aggiuntoBonesu, perchè sono stati spesi fondi ingenti, finiti nelle tasche di consulenti, di amministratori incapaci, di coloro che su questa attività hanno lucrato ed hanno favorito sprechi ed interessi particolari. Questa legge, con opportuni miglioramenti, può interrompere questo demagogico modo di operare. Ci sono alcuni aspetti positivi che vanno approfonditi, ha aggiunto Bonesu, e sono quelli del recupero dei minatori che devono essere tolti dagli ambienti malsani nei quali lavorano, per essere utilizzati in ambienti più salubri ed in attività socialmente più utili. L'Emsa, le altre fonti di notevole spreco devono essere abolite; le risorse così liberate devono essere investite in iniziative realmente economiche, non in carrozzoni inutili e gestiti con metodi e criteri assolutamente illogici e clientelari.
Servono iniziative più serie, ha detto ancora Bonesu, rassicurando le autorità comunitarie che l'Ente e le sue società non fanno "concorrenza sleale", perchè non sono in grado di "fare concorrenza a nessuno, neanche con i notevoli contributi e finanziamenti pubblici" erogati dall'amministrazione regionale.
Occorre però cambiare metodo e metro di valutazione, ha concluso Bonesu, perchè nella vicenda dell'attività mineraria isolana sono troppi gli episodi che paiono dolosamente, se non colpevolmente, rilevanti. La legge, quindi, deve essere approvata, ma con il necessario accoglimento di tutti gli emendamenti migliorativi presentati, copiosamente, dalle forze politiche presenti in Consiglio.

Il capogruppo di F.I., on. Pittalis ha esordito dicendo che la riforma che si sta discutendo è in stile e in sintonia con le riforme che manda avanti la Giunta regionale.
Ricordando gli interventi di Balletto, Casu e Lippi, che hanno dato un panorama ampio della questione EMSA, Pittalis ha affermato che gli emendamenti che sono stati presentati mirano a "riformare questa legge di riforma" per evitare che nasca un parco geologico minerario solo quale strumento per dispensare poltrone e potere.
SecondoPittalis, il problema di fondo è che nella riforma manca la volontà di cambiare un sistema nefasto che ha permesso lo spreco di centinaia di miliardi. Pittalis ha sollecitato a questo punto il presidente del Consiglio a convocare la Commissione di inchiesta sull'EMSA perchè accerti eventuali illeciti avvenuti nella gestione delle società dell'EMSA, "altrimenti ci si troverebbe costretti a rivolgersi alla magistratura".
Pittalis ha quindi criticato il modello di riforma che si è voluto attuare da parte della maggioranza ed ha stigmatizzato il fatto che non è precisato quale sarà il destino del personale ora impiegato. Si è infine augurato che attraverso gli emendamenti la legge possa essere migliorata ed ha concluso affermando che la maggioranza non deve illudersi di salvare la legislatura con questo provvedimento: l'opposizione continuerà a vigilare ed a combattere ogni tentativo di mantenere inalterato il sistema del controllo del potere.

La discussione generale è stata conclusa dall'assessore all'Industria Pinna, il quale, dopo aver dichiarato che non avrebbe risposto alle "critiche politiche", ha risposto alle alle "critiche costruttive" mosse anche dalle opposizioni. L'obiettivo principale che si pone la Giunta, ma anche la maggioranza, è quello di superare l'EMSA, di dare risposte serie e concrete alle popolazioni che vivono nelle aree dove maggiore è l'attività estrattiva e che su quella attività hanno puntato.
Pinna ha ripercorso, quindi, la storia dell'EMSA, la sua attività, i compiti che il legislatore aveva di volta in volta assegnato a quell'Ente ed alle società che erano state costituite proprio per dare risposte operative a quelle esigenze ed a quelle indicazioni politiche. Non si può dare addosso sempre agli amministratori vecchi e nuovi, che hanno gestito l'EMSA e le sue società, ma si devono guardare le cose con obiettività e grande serietà.
Tutti puntano sul mercato, ha aggiunto Pinna, ed è giusto che i privati gestiscano le attività produttive ma devono agire da imprenditori seri, non "fare impresa" solo quando sono sorretti dagli interventi finanziari pubblici.
Comunque, ha detto ancora l'assessore, sulla strada della razionalizzazione delle attività minerarie, della dismissione di parte delle attività produttive, della privatizzazione di molte società la Giunta opera da tempo ed ha intenzione di proseguire nel suo cammino. L'esecutivo, però, deve tener conto delle esigenze e delle possibilità di sviluppo delle popolazioni che vivono nelle aree ex minerarie. Sono stati avviati progetti di sistemazione complessiva di molte aree, è allo studio un Piano integrato d'area, si stanno esaminando le possibilità di risanare alcune società minerarie che sono economicamente valide e che hanno, quindi, prospettive di sviluppo.
Pinna ha poi esaminato alcuni aspetti particolari del provvedimento proposto. L'ARGEA non sarà un nuovo EMSA, non sarà un mostro dalle cento teste che graverà ancora sulle casse pubbliche. Gli immobili delle società minerarie sono ingenti, oltre settemila ettari di terreni spezzettati ed in parte degradati, duemila immobili da recuperare e tante altre pertinenze il cui trasferimento ai comuni comporterebbe oneri notevoli. Ed i comuni sarebbero in grado di fare fronte a questi costi? Si è chiesto Pinna. Comunque la Giunta è pronta a trasferirli, a titolo gratuito, in presenza di progetti validi di recupero, utilizzo e valorizzazione.
Altro argomento delicato è quello della sistemazione del personale dell'Ente e delle società collegate, che devono essere "sistemati e collocati" in altre iniziative produttive in grado di assumerli e di garantirne il futuro. La Giunta, ha affermato l'assessore, ha operato con raziocinio ed oculatezza. Il testo giunto in Consiglio, inoltre, appare decisamente migliore di quello dell'esecutivo dopo il "buon lavoro, l'ottimo lavoro svolto dalle Commissioni, grazie anche al notevole apporto delle opposizioni".
Non esistono riforme e testi perfetti, ha concluso Pinna, ma "questa un una buona base" e se gli emendamenti la miglioreranno si potrà dire di aver fatto una "buona legge". La Giunta, comunque, accetterà tutte le proposte che siano realmente "migliorative".

Conclusa la discussione generale è stato approvato a scrutinio segreto, su richiesta del gruppo di A.N., il passaggio all'esame degli articoli e degli emendamenti.

Su proposta infine dell'on. Pittalis (F.I.) è stata chiesta la convocazione della Commissione per l'esame degli emendamenti. Il Consiglio ha preso atto ed il Presidente ha concluso la seduta aggiornandola a domani mattina.


I lavori del Consiglio riprenderanno
domani alle ore 10.