Nota stampa
della seduta n. 318 antimeridiana del 5 agosto 1998
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Gian Mario Selis, e successivamente dell'on. Salvatore Zucca
In apertura di seduta sono state date le comunicazioni relative a:
In apertura di seduta, dopo le comunicazioni del Presidente, ha preso la parola l'on. Frau (A.N.), il quale ha rilevato che da tempo i consiglieri regionali vengono regolamente insultati. L'altro ieri, ha detto, su un quotidiano della Sardegna che riferiva le dichiarazioni del segretario Valentini di R.C., sono state riportate frasi offensive nei confronti dei "nipotini del massacratore Almirante". Valentini, ha detto Frau, deve sapere che il bando che accusava Almirante di essere trucidatore di partigiani è falso. E quindi Valentini sa di dire il falso. Secondo Frau non è sopportabile che si permetta di utilizzare l'insulto e la falsità nella tenzone politica.
Discussione del Testo Unificato della
Proposta di legge n. 94/A - Disegno di legge n. 350/A - Proposta di legge n. 379/A
sulla soppressione dell'EMSA
e sul riordino delle società controllate e collegate.L'on. Murgia (Fed. Dem.) ha sottolineato, in qualità di relatore, come il provvedimento in discussione sia il risultato di un lavoro lungo e faticoso che ha comportato l'unificazione di tre progetti di legge per dare una svolta a una lunga storia produttiva, culturale e politica che ha interessato l'intera storia della Sardegna mineraria.
Ciò non vuol dire che l'attività mineraria sia finita. La legge si propone di dare una risposta alla necessità di riorganizzare alcuni territori in funzione di un diverso modello di sviluppo, ha proseguito Murgia, anche perchè c'è il problema di risanare un ambiente deteriorato dall'attività mineraria e di salvare un grande patrimonio professionale che deve essere proiettato nel futuro.
La legge, ha detto ancora Murgia, se da un lato sancisce la chiusura di attività, dall'altro guarda in avanti attraverso l'impegno per la riconversione delle aree minerarie con attività sostitutive capaci di innescare diversi meccanismi di sviluppo.
Resta poi l'aspetto relativo alla valorizzazione del patrimonio lasciato dalle attività minerarie, unito alla localizzazione di centri di formazione destinati a valorizzare la centralità della Sardegna nel Mediterraneo.
Murgia ha poi illustrato il provvedimento per l'aspetto riguardante gli incentivi e la promozione di nuovi insediamenti, con il ruolo preminente dell'Ente locale, evidenziando l'ipotesi del Parco geominerario della Sardegna, adottato dall'Unesco e le sue ricadute sul territorio.
Dopo aver accenato alle attività sostitutive, Murgia ha concluso ricordando che il provvedimento prevede la liquidazione dell'EMSA e la privatizzazione delle rimanenti attività minerarie mentre la Regione manterrà solo compiti di promozione e di indirizzo, al di fuori di qualunque attività diretta di gestione.E' successivamente intervenuto, come relatore di minoranza, l'on. Balletto (F.I.). Ha subito detto che la proposta di legge non è soddisfacente e che la valorizzazione delle zone geominerarie non può essere portata avanti dal potere pubblico che fino ad oggi ha dato prova di non saper gestire la Regione.
Balletto ha quindi ricordato ciò che è avvenuto negli ultimi anni nel pianeta EMSA, vero dilapidatore di patrimonio pubblico e di risorse, sempre amministrato da personale inefficiente e senza scrupoli che ha permesso uno spreco eccezionale di denaro anche per investimenti sballati.
Secondo Balletto il provvedimento presentato con "proposta di testo unificato", recepisce in toto il disegno di legge della Giunta trascurando i contenuti innovatori e riformatori della proposta di legge delle opposizioni. Non si è presa in considerazione la necessità di eliminare le sacche di spreco che impegnano ingenti risorse che sarebbero state invece destinate agli investimenti produttivi. Non si intende liquidare l'Ente che, anzi, rinasce a nuova vita con un altro organismo di diritto pubblico, l'ARGEA, che ripercorrerà la stessa strada dell'EMSA. E' quindi, ha detto Balletto, una falsa riforma, perché si è rimasti, con questo provvedimento, aggrappati alle logiche accentratrici e stataliste del passato e perchè si sono voluti escludere i comuni interessati alla programmazione ed alla gestione degli interventi nei propri territori.
Infine Balletto ha insistito sul fatto che i beni che appartengono all'Ente minerario sardo non verranno ceduti ai Comuni, che ne sono i naturali proprietari.Il testo unificato di riforma dell'Ente minerario sardo e dell'attività mineraria rappresenta una tappa storica, nella lunga vicenda della razionalizzazione di un'attività che ha segnato un'epoca storica della vita della Sardegna. L'on. Cherchi (Progr. Fed.) ha voluto ricordare come la vita in miniera, specie negli anni a cavallo tra il XIX ed il XX secolo, segni il grande passaggio dal lavoro come "quasi schiavitù" ad una forma di "riscatto anche personale".
Il lavoro dei bambini, delle donne, il loro sacrificio, gli incidenti ed i drammi vissuti da quei lavoratori, da quelle popolazioni hanno lasciato tracce indelebili, delle quali la società sarda non può far a meno. Le condizioni generali certamente sono mutate, ha aggiunto Cherchi, e tutti puntano sulla razionalizzazione dell'attività estrativa, sulla valorizzazione delle produzioni minerarie ottenute, sul recupero dell'ingente patrimonio edilizio, sulla tutela e bonifica dell'ambiente di quell'ampia area sarda. Iniziative che il Consiglio deve assolutamente garantire e favorire con questa legge, un provvedimento teso alla tutela dell'ingente patrimonio geo-minerario esistente, della grande esperienza e professionalità che caratterizza il personale delle società che operano nel campo minerario, della grande preparazione culturale dei tecnici e degli studiosi sardi. Le ricerche ed i risultati ottenuti anche dalle università e, dai ricercatori isolani sono frutto di questo grande patrimonio, anche culturale, legato alla vita ed alla storia delle miniere sarde.
Il Consiglio, quindi, deve affrontare questo importante argomento tenendo conto di tutti questi particolari aspetti, delle esigenze e delle speranze dei lavoratori impegnati nell'attività estrattiva, delle loro famiglie, di quella parte della società che attorno alle miniere ha vissuto e vive.
Concludendo il suo intervento, Cherchi ha invitato l'Assemblea regionale ad approvare un provvedimentoin grado di tutelare le esigenze dei lavoratori ma anche di permettere la grande, reale, valorizzazione di un patrimonio culturale, professionale, edilizio ed ambientale che ha pochi paragoni nel mondo.Per l'on. Petrini (Rinn. It.) occorre dare atto alla Commissione per il lavoro svolto riguardante un settore che ha secoli di vita e che fa parte della storia della Sardegna.
Petrini, dopo aver illustrato con cifre e dati la produzione e la storia del settore minerario che arrivò ad occupare oltre 33.000 addetti, ha ricordato poi il lento e inesorabile declino dell'attività per arrivare ad oggi.
Occorre reimpiegare le poche migliaia di addetti rimasti con apposite iniziative, e tra queste è da sottolineare l'importanza del Parco geominerario. Si dovrà però vigilare sulla burocrazia regionale che frena ogni iniziativa: si deve ricordare che per ottenere un finanziamento le cooperative giovanili devono aspettare anche otto anni.Intervenendo successivamente, l'on. Lippi (F.I.) ha ricordato la nascita e l'attività dell'EMSA sottolineando le inefficienze dell'Ente che negli ultimi anni è stato messo sotto controllo dal gruppo di Forza Italia che è riuscito almeno ad evitare ulteriori conseguenze della malaugurata gestione della società e delle sue consociate. Quando vi chiederano i conti dell'Ente - ha detto - si scoprirà che il sistema avrà avuto perdite negli ultimi anni ammontanti a circa 500 miliardi, l'equivalente di un piano di rinascita.
Lippi ha quindi ricordato la vicenda della Commissione di inchiesta sull'EMSA, voluta dalle opposizioni ma miseramente arenata per volere della maggioranza. A questo proposito ha affermato che in più occasioni sono state fornite dalla dirigenza dell'EMSA notizie false ai consiglieri e commissari che chiedevano informazioni per accertare lo stato delle cose.
Lippi ha poi detto che se la Giunta non sosterrà azioni penali e civili nei confronti dei dirigenti dell'Ente che si siano resi responsabili di illegalità, dovrà essere essa stessa chiamata a rispondere di complicità e correità.
Lippi ha fornito quindi una serie di informazioni sugli sprechi effettuati da alcune società collegate dell'EMSA ed in particolare della Progemisa, affermando che non è comprensibile come mai nessuno sia intervenuto per bloccare l'attività e le iniziative dei "solerti managers" della società.
Senza gli interventi di sostegno della Regione sarda, che sono in contrasto con la normativa europea, queste società sarebbero state da tempo dichiarate fallite a causa dei disastrosi bilanci passivi.
Lippi ha poi passato al vaglio le vicende ed i bilanci di diverse società collegate della Progemisa, quali la Sardinian Cristal, la Sarda Basalti, la Sardinia Gold Mining, la CRC Europe, la Terre Cotte, etc, sostenendo che a fronte dei massicci investimenti non si sono ottenuti risultati positivi ma solo perdite oceaniche, puntualmente ricoperte dalle risorse regionali pubbliche quando non siano addirittura rimaste inattive.
Concludendo, dopo aver ricordato che le perdite complessive dell'EMSA e delle sue aziende ammonterebbero ad oltre ottanta miliardi, Lippi ha detto che la proposta di legge non è da condividere ma, poiché si rende conto che non è possibile cancellare una sistema con un colpo di spugna, rappresenta almeno il primo passo verso un cambiamento di una situazione che sembrava cristallizzata nel tempo.La costituzione dell'Ente minerario sardo, avvenuta alla fine degli anni 60 e salutata come un grande successo sociale, è stata rievocata dall'on. Montis (R.C.) il quale ha ricordato alcune esperienze familiari ed il dramma di tanti bambini e tante donne costretti a lavorare in condizioni disumane sin dalla più tenera età.
Montis ha ricordato anche l'esperienza degli imprenditori di diverse nazionalità, specialmente inglesi, francesi ed anche turchi, calati in Sardegna solamente per fare profitti, ignorando ogni esigenza ed ogni diritto di coloro che in quelle miniere lavoravano.
Le concessioni erano numerose, in quel triste perdiodo, e quasi tutte in mano ad imprenditori stranieri. Montis ha quindi brevemente ripercorso gli anni più bui e più duri, i sopprusi e le angherie patite dalle popolazioni delle zone tradizionalmente minerarie della Sardegna.
Poi, finalmente, la nascita dell'Ente pubblico, che avrebbe dovuto liberare i minatori sardi dai vincoli quasi schiavistici degli imprenditori stranieri. Ma l'Ente minerario avrebbe anche dovuto significare la realizzazione di un polo geo-minerario, in grado di valorizzare realmente il patrimonio minerario isolano e di produrre ricchezza.
Da trent'anni, invece, l'Ente minerario sardo ha miseramente fallito i suoi traguardi. Sprechi, inefficienze, scelte sbagliate, iniziative tecnicamente sconsigliate ed attuate con grande dispendio di risorse finanziarie non possono più essere sopportati. Gli amministratori, scelti seguendo il manuale Cencelli, hanno dilapidato grandi somme e fatto perdere credibilità all'Ente stesso.
Il Consiglio non può accettare una situazione di questo genere. I rappresentati del popolo sardo devono imporre il rispetto delle decisioni assembleari, deveno fare proposte e critiche che non possono essere fatte "esclusivamente a posteriori". Gli errori devono essere evitati, non possono e non devono essere costantemente ripetetuti. L'agenzia, la struttura di nuova istituzione, non deve essere il duplicato di un Ente che ha miseramente fallito.L'intero settore deve, quindi, essere realmente razionalizzato, deve essere adeguato alla realtà, cercando di migliorare la situazione, salvaguardando i lavoratori e le popolazioni che hanno pagato, anche recentemente, le colpe di scelte non economiche e di errori che hanno avuto pesanti costi anche sociali.
Montis ha anche sollecitato ricerche ed indagini geologiche più approfondite, per l'accertamente delle reali possibilità dei suoli sardi. Ma ha anche chiesto risposte da parte della Giunta alle numerose, ed ignorate, domande fatte dai Consiglieri. Così come ha sollecitato indagini serie, per accertare la validità delle iniziative economiche avviate da soggetti pubblici o da imprenditori privati "calati in Sardegna" forse solamente per mettere le mani sui finanziamenti regionali, "operazioni di rapina" che non sono servite a nulla, men che meno a favorire la creazione di nuovi posti di lavoro, di produrre nuova ricchezza.
Concludendo il suo intervento Montis ha affrontato il tema del parco geo-minerario, ricordando che "questo patrimonio che deriva da un sacrificio inenarrabile" fatto dal popolo sardo deve essere valorizzato, salvato, mostrato al mondo e lo si deve e si può fare con la collaborazione e la partecipazione effettiva dello Stato e della Comunità europea, che devono fornire le risorse finanziarie necessarie per ridare ai sardi, al mondo intero, le vestigia, ed i tesori di un passato che ha segnato la vita sociale, la storia, la cultura della Sardegna."Se la legge sarà approvata, si approverà un atto di eutanasia insieme ad una clonazione": così ha esordito l'on. Boero (A.N.) per il quale "l'Emsa deve morire come un anziano che dà fastidio", però prima "si prelevano i geni utili per la clonazione per far nascere una nuova creatura altrettanto vorace" per ricominciare da capo, come si fa con certi animali.
Secondo Boero si sopprime l'Emsa per creare l'Argea, con un esperimento che costerà molti soldi come costerà il "funerale dell'Emsa". A chi giovano questi esperimenti? Certamente non alla Sardegna, sè si fa rientrare dalla finestra ciò che si vuole far uscire dalla porta.
La maggioranza e la Giunta, ha proseguito Boero, vareranno lo Statuto dell'Agea, compito che è invece del Consiglio. L'unica differenza è che l'Argea non parteciperà alle società minerarie, ma ciò dimostra che non era necessario crearla, bastava modificare l'Emsa senza spendere tanti soldi.
Per Boero, le responsabilità che hanno portato al disastro dell'Emsa vanno ricercate nei partiti e nei sindacati che facevano parte della sua gestione. Probabilmente "si vuole consunare un'altra truffa ai danni dei sardi", ha aggiunto Boero il quale ha poi ipotizzato che lo scioglimento dell'Emsa sia un modo per liquidare una dirigenza scomoda.
Dopo aver ribadito che non è necessario spendere tanti miliardi per creare l'Argea, Boero ha affermato che la legge in discussione non porterà benefici ad alcuno e che non risolverà i problemi del settore minerario. Semmai l'approvazione della legge punirà i dipendenti che pagheranno per scelte politiche errate, mentre la maggioranza dimostrerà ancora una volta la propria incapacità con "la politica fallimentare delle clientele".
Si dice che l'Emsa non deve avere più una lira, ma si stanzia il triplo per l'Argea, ha detto ancora Boero, quando sarebbe stato meglio riformare l'Emsa liquidandone i vertici e costringendola ad azzerare le partecipazioni. Rinfondazione ha chiesto mille miliardi per l'occupazione, ha concluso Boero, ma la legge in esame rappresenta uno sperpero di denaro che si sarebbe potuto invece utilizzare proprio per il lavoro, anche nel settore minerario, per conservarne la sua storia e la sua cultura. E oggi Rifondazione è complice di questa maggioranza nel voler sistemare "tre o quattro alti papaveri" e non i lavoratori.L'on. Fantola (Misto) ha cominciato con alcune riflessioni "sulla riforma di uno degli enti che anche nella coscienza popolare incarna l'emblema dell'Ente carrozzone, inutile e sprecone". Tuttavia ha aggiunto, è molto importante che tale riforma sia finalmente arrivata in Aula: significa che si vuole mettere mano ad un settore che mai, nella sua esistenza, ha prodotto utili ma ha solo succhiato denaro copioso dai mammelloni della finanza regionale.
È ora opportuno che dalla discussione sulla ristrutturazione dell'Emsa parta la riforma di tutto l'assetto finanziario della Regione in modo che si percorra la strada del profitto in coerenza con le regole della privatizzazione, dell'economia di mercato ed alla luce dell'ingresso nell'Unione Europea e dei nuovi modelli di sviluppo economico.
Fantola si è detto contrario al fatto che dalle ceneri dell'Emsa nasca un ente che mirerà a mantenere in piedi le vecchie logiche di spartizione e assistenziali ricreando un mostro che sopravviverà a se stesso con la creazione del nuovo ente Argea, che continuerà a tenere in dispregio gli ammonimenti dell'Unione Europea.
Fantola ha poi parlato delle "vittime" della riforma, e cioè del personale per il quale non si sa ancora di preciso quale sarà la destinazione. La maggioranza, nella questione dell'Emsa, mostra incapacità di proporre un progetto percorribile. Ma, ha ammonito, siamo ancora in tempo per proporre programmi di riforma che siano sostenibili ed in competizione con le realtà economiche dell'Europa.Il provvedimento di riforma dell'Emsa è stato difeso e giudicato positivamente dal presidente della commissione industria, on. GianfrancoTunis (Ppi), il quale dopo aver ricordato come questa riforma sia un punto qualificante degli accordi dell'attuale maggioranza, ha sottolineato come finalmente si avvii il processo di trasformazione della Regione in ente di indirizzo abbandonando quello di gestione.
La riforma modificherà profondamente il modo di fare politico seguito fin d'ora , permetterà di portare avanti scelte di grande respiro che possono condizionare il futuro di molta parte della Sardegna, di quella parte dell'Isola che vive nelle zone minerarie, che hanno estremo bisogno di un reale rilancio.
Su questo importante progetto, la maggioranza ha proposto un costruttivo confronto con le opposizioni. Sulla riforma dell'Emsa, infatti, si è lavorato a lungo, e bene, nelle Commisisoni Autonomia ed Industria ed il risultato di questo lavoro è ora all'attenzione del Consiglio regionale.
È compito degli eletti dal popolo dare risposte serie e concrete alle esigenze ed alle richieste della popolazione isolana. Questo provvedimento risponde in pieno a questa esigenza ed è la dimostrazione che le forze politiche, almeno quelle che sostengono la Giunta in carica, hanno lavorato e lavorano per favorire la ripresa economica e la rinascita civile e sociale della Sardegna.Secondo l'on. Casu (F.I.) sembrerebbe da ciò che emerge dal dibattito, che le opposizioni abbiano preso sotto mira le maestranze dell'Emsa, mentre ciò non è vero perchè gli intendimenti del Polo sono quelli della tutela del posto di lavoro ma anche quello di favorire una risposta a coloro che non hanno il posto di lavoro. "Mi si chiederà - ha detto Casu - che cosa c'entra questo con l'Emsa"? Il fatto è che la dispersione di tante risorse pubbliche per coprire le perdite di decine di società controllate dall'Emsa impedisce di fatto che tali fondi vadano a vantaggio della creazione di nuovi posti di lavoro.
Casu, dopo aver fatto un'elencazione precisa di tutte le perdite di bilancio accumulate del gruppo Emsa ed aver alluso a precise responsabilità da parte dei dirigenti e di chi ha il dovere di controllo, ha chiesto alla Giunta chiarimenti e informazioni sulla situazione della società nel 1998. Le perdite crescono e nonostante ciò si vuole continuare a mantenere in vita un sistema che si perpetua, e ciò al fine di consolidare il potete ed i posti di potere.
I lavori del Consiglio riprenderanno
nel pomeriggio alle ore 17.