Nota stampa
della seduta n. 304 pomeridiana del 1 luglio 1998
Il Consiglio regionale ha ripreso i suoi lavori sotto la presidenza dell'on. Sergio Milia
In apertura di seduta il Presidente ha annunciato d'aver ricevuto in data odierna una comunicazione da parte degli onorevoli Petrini, Loddo, Pietro Fois, Randaccio e La Rosa i quali hanno dichiarato di voler costituire un nuovo gruppo consiliare denominato "Gruppo Democratico di Rinnovamento Italia e Indipendenti" presieduto dall'on. Randaccio. I consiglieri hanno chiesto inoltre di procedere all'elezione di un proprio rappresentante nell'Ufficio di Presidenza, una volta costituito ufficialmente il nuovo Gruppo.
Sull'ordine dei lavori, è intervenuto l'on. Fantola (Misto) per chiedere la fissazione del termine di 20 giorni per la discussione in aula del Progetto di legge n. 413. La richiesta è stata accolta.
Prosecuzione della discussione
TU PL 22 e DL 101
sulla razionalizzazione del sistema organizzativo
e revisione della disciplina in materia di personale regionale.Il dibattito, ha detto l'on. Floris (F.I.), è l'occasione per diverse riflessioni su una legge per la quale ha lavorato in sede di commissione ma che oggi non riconosce essendo stata modificata strada facendo.
Dopo aver affermato che stranamente non è presente in Aula il presidente Palomba, Floris ha ricordato gli impegni del Presidente della Regione riguardo appunto alla Riforma dell'amministrazione regionale. A distanza di quattro anni tali impegni sono stati invertiti, nel senso che si fa precedere la riforma della disciplina del personale alla riforma generale della Regione. Si apprende oggi, ha detto, che al provvedimento fa capo anche un collegato del quale non si conosce il contenuto.
Tali considerazioni mi portano ad aggravare la perplessità che già avevo anche se, ha concluso Floris, mi auguro che dal dibattito e da eventuali emendamenti che verranno presentati il provvedimento possa migliorare nella sostanza.Ricordando di aver partecipato all'ultima fase dei lavori della Commissione che ha esaurito il provvedimento, l'on. Schirru (Progr. Fed.) ha affermato che sono state individuate alcune importanti novità che saranno presentate con opportuni emendamenti.
Schirru si è soffermata su alcuni aspetti del provvedimento che riconoscono capacità e professionalità dei dipendenti pubblici per poi sottolineare la necessità di un'approvazione in tempi rapidi perchè la Regione possa rispondere meglio alle esigenze della collettività.
Un ulteriore elemento positivo è rappresentato dall'obbligo per la dirigenza di lavorare a stretto contatto con gli organi di governo, con sistemi di verifica e controllo e con l'introduzione dell'ufficio di relazioni con il pubblico per soddisfare le esigenze di comunicazione e di trasparenza.
In conclusione, Schirru ha affermato che la legge costringerà a cambiare la mentalità e la cultura per accelerare i processi di decentramento e razionalizzare l'uso delle risorse.Sottolineando che il provvedimento arriva in ritardo all'attenzione dell'Aula, l'on. Busonera (Progr. Fed.) ha affermato che la riforma è importante perchè avvia alla privatizzazione del rapporto dei dipendenti pubblici. Il che consente razionalizzazione dell'attività, organizzazione e produttività più efficaci. Il nuovo inquadramento della dirigenza consente anche di prevedere gruppi di lavoro, di individuare ruoli e soprattutto il limite dell'autonomia tra politico e dipendente.
La riforma della Regione è ora all'esame della Commissione ed a questo provvedimento è affidato il compito di definire esattamente il ruolo del personale, tal che si possa ottenere in tempi brevi una riforma globale della Regione, assolutamente necessaria se si vuole stare alla pari con le altre regioni d'Europa.Il provvedimento all'esame dell'Assemblea regionale è stato analizzato anche dall'on. Marco Tunis (F.I.). Approfondendo alcuni punti particolari, Tunis si è soffermato sulla necessità che questa riforma "avvicini la Regione alla gente". Il processo di snellimento dei tormentati e difficili iter burocratici che i cittadini devono seguire per avere "qualcosa che a loro interessa" dall'amministrazione regionale è stato indicato come l'aspetto più qualificante di questo provvedimento.
Sarà finalmente netta anche la divisione tra potere amministrativo e potere politico, una commistione destinata finalmente a cessare, così come verrà meno la discrezionalità che spesso ha permesso compromessi e discriminazioni eccessivi.
Tunis si è quindi soffermato sui rapporti che dovranno intercorrere tra cittadini e dipendenti degli enti pubblici. L'organizzazione dei funzionari dovrà avvenire per legge, mentre gli aspetti prettamente amministrativi saranno normati con contratti collettivi e dai consueti rapporti sindacali.La nuova legge, ha concluso Tunis, favorirà, quindi, una grande rivoluzione che si ripercuote sulla finalità dell'intero sistema amministrativo burocratico. Certamente la nuova legge darà i suoi frutti quando saranno approvati anche i due provvedimenti ad essa collegati, che snelliranno realmente tutti gli interminabili passaggi burocratici che attualmente esistono e che tutti devono ancora osservare.
Prendendo spunto dagli interventi di Floris e Tunis, l'on. Salvatore Sanna (Progr. Fed.), ha rimarcato come il lavoro della Commissione abbia coinvolto tutti i componenti.
Questo è un pezzo importante della riforma complessiva della Regione, ha detto Sanna, ed il lavoro svolto dalla Commissione ha fruito dell'apporto di tutte le forze politiche che hanno lavorato con spirito costruttivo per raggiungere una sintesi la più unitaria possibile, nonostante le difficoltà operative in cui la Commissione si è trovata e si trova tuttora.
Sanna ha ricordato come nel testo varato dalla Commissione sia rimasto ben poco del Disegno di legge 101, proprio perchè, sulla base di numerose consultazioni, sono emersi elementi conoscitivi che non potevano essere trascurati. Ecco perchè si devono respingere le accuse che taluni hanno rivolto al provvedimento in esame.
Il testo approvato non è "blindato", ma semmai è un testo di principi che sono stati calati all'interno della realtà della nostra regione, ha aggiunto Sanna. Chi parla di riforma della Regione dovrebbe specificare cosa intende. La Commissione aveva ben chiaro il concetto di riforma, e nel testo c'è un modello di Regione diversa da quella attuale, una Regione che si occupi della programmazione, di indirizzi e di coordinamento e che cessi di occuparsi della gestione.
Sanna, a questo proposito, ha citato le norme che riguardano la dirigenza, che prefigurano una Regione che, con personale altamente qualificato, assolva alle funzioni fondamentali della Regione a Statuto speciale.
Se però a questo "pezzo di riforma" non seguiranno le altre parti, la riforma sarà monca, incapace di produrre tutti gli effetti di un reale cambiamento verso il decentramento dei poteri e delle funzioni, che richiede anche il decentramento di risorse e di personale.
La legge in esame consente l'avvio del grande processo riformatore, ha detto ancora Sanna, e se il Consiglio non approverà gli altri provvedimenti di riforma, le potenzialità resteranno inespresse.
Questa è una legge importante, ha detto ancora Sanna, pur nella consapevolezza di non avere tutti gli strumenti capaci di risolvere tutti i problemi del personale regionale, accumulatisi in 40 anni di gestione che hanno creato situazioni drammatiche. Molti di quei problemi potranno essere risolti in fase di contrattazione, come previsto dalla legge nazionale, mentre altri saranno risolti dal disegno di legge collegato presentato dalla Giunta.
Sanna ha concluso invitando il Consiglio a recepire lo spirito che ha animato il lavoro della Commissione ed a varare la legge senza stravolgimenti, ricordando infine che lo strumento della contrattazione, che sarà capovolto rispetto al passato, debba valere per i contratti pregressi, senza alcuna deroga.Lo scarso interesse dell'Assemblea per un provvedimento che riveste invece enorme importanza è stato posto in rilievo anche dal presidente del gruppo sardista on. Salvatore Bonesu, il quale ha successivamente sostenuto che dalla nascita della Regione la struttura dell'apparato regionale non ha subito mutamenti sostanziali nonostante i cambiamenti avvenissero in ambito statale. Questo ristagno ha portato l'amministrazione, che pure assolveva in modo egregio alle sue funzioni, a stati di disagio e a disfunzioni che si sono incancrenite, soprattutto a seguito di interferenze di tipo clientelare che hanno creato ingiustizie tuttora permanenti e sempre più gravi.
Oggi si vede in questo provvedimento, ha detto ancora Bonesu, la sanatoria per queste situazioni, ma è sbaglioto credere che la legge possa essere considerata come tale: i problemi e i disagi potranno essere risolti solo con i collegati ed i provvedimenti a latere, nel principio che le questioni retributive e del personale sono materia di contratto che va affrontata collettivamente.
Bonesu ha quindi ricordato il lungo ed articolato lavoro della Commissione , le difficoltà incontrate ogni qualvolta era necessario fare marcia indietro per effetto delle riforme che avvenivano in campo nazionale , riforme non sempre coerenti ed univocamente ispirate. "Noi, tuttavia, ci siamo sempre attenuti all'impostazione della 421, anche in materia di decentramento, nel presupposto che l'amministrazione regionale dovesse corrispondere alle esigenze del cittadino."
L'esponente sardista ha svolto successivamente un duro attacco al presidente della Regione Palomba il quale avrebbe detto in più occasioni che se le riforme non si attuano è responsabilità del Consiglio. La verità è un'altra, ha detto Bonesu. La legge 43 è stata ostacolata dalla Giunta, e si sappia che se non si approva quella legge ogni riforma resterà monca, ed è ciò che si vuole appunto da parte della Giunta.
Bonesu ha quindi ricordato che altri provvedimenti importanti quali il varo delle Province ed il Governo delle acque sono rimasti lettera morta. La Regione, ha detto, viene mantenuta in una situazione di staticità che porta al disastro; e tale disastro è avvertito dai cittadini e da tutti i politici che non siedono oggi sulle sedie del potere.
Ed infine Bonesu, a conclusione del suo intervento, ha ammonito il Consiglio affermando che le polemiche create artatamente ( si riferiva allo scarico di responsabilità sul Consiglio da parte del presidente Palomba) si ritorcono fatalmente su chi le ha sollevate.La posizione della Giunta è stata illustrata dall'assessore Loddo (Affari Generali). La legge giunge in aula dopo un ampio dibattito in Commissione, si tratta infatti di un provvedimento proposto molto tempo fa e particolarmente atteso non solo dalla burocrazia, ma anche da parte dell'opinione pubblica.
Loddo ha, quindi, sgombrato il campo da ogni equivoco, ricordando come la proposta di legge presentata dal consigliere Masala e da alcuni suoi colleghi di gruppo sia precedente a quella della Giunta. Quindi, nessuna medaglietta per l'esecutivo ma il doveroso riconoscimento della "precedenza" dell'iniziativa dell'opposizione.
L'assessore ha, però, sottolineato come i ritardi con i quali questo provvedimento giunge in Aula hanno permesso di limare le norme sarde e di adeguarle a quelle nazionali. Questa legge, quindi, è moderna e di gran lunga la "migliore possibile". Una legge che innova anche le linee guida seguita dal Governo nei suoi diversi interventi.
Il Governo, ad esempio, ha sempre previsto nuove norme per il decentramento ed il riordino amministrativo nell'ottica della riduzione della spesa pubblica, mentre la nuova legge sarda punta proprio ad un radicale ammodernamento della struttura burocratica regionale.
E Loddo si è soffermato, in particolare, sulla naturale evoluzione delle norme che regolano la pubblica amministrazione, passata dal concetto di contratto pubblico a quello di contratto privato. La scelta è caduta sul rapporto "privatistico" con il passaggio da una regolamentazione del settore attraverso una norma di legge a quello "contrattuale tra le parti". Queste scelte hanno imposto tempi lunghi ed un continuo riesame dell'intera materia. E' necessario, ancora oggi il riesame ed il riordino di molte parti decisamente importanti, e non normate in modo razionale.
Certamente bisogna cambiare alcune norme, ha aggiunto Loddo, ed ha detto che la mobilità verticare deve scomparire, così come non devono più essere previsti concorsi interni. L'unico sistema di reclutamento dovrebbe essere il concorso esterno, per titoli ed esami, eventualmente con "riserva di posti".
Altri aspetti sui quali si è soffermato l'assessore sono quelli dell'Aral (Agenzia regionale) della contrattazione continua, della dirigenza.
Ci sono aspetti sui quali è giusto ritornare, ha concluso Loddo. Nell'articolo 77, ad esempio, ritornano le "abitudini" della mobilità verticale ed i concorsi interni, "abitudini" che l'assessore si è augurato scompaiano immediatamente e definitivamente, così come scompaia il "cosidetto collegato" al cui interno trovano ospitalità alcuni provvedimenti che dovrebbero essere normati con accordi tra le parti e non con leggi.
L'assessore, comunque, ha ribadito la necessità di una sollecita approvazione di questa legge, seppure con gli opportuni aggiustamenti, per permettere una significativa razionalizzazione dell'intero sistema burocratico regionale.Secondo l'on. Biancareddu la Giunta "è sorda nei confronti dei diritti dei dipendenti regionali". Pertanto ha dichiarato che F.I. sarà vicina ai dipendenti regionali che protestano contro il provvedimento in esame.
Il Presidente ha quindi sospeso la discussione sul testo unificato.
Proposta di legge n. 251
Norme atte a favorire
la ricomposizione fondiaria.Si tratta di un provvedimento per il quale era stata già svolta la discussione generale.
L'on. Lorenzoni (Ppi) intervenendo sull'ordine dei lavori, ha chiesto di riportare il provvedimento in Commissione per predisporre alcuni emendamenti.
Secondo l'on. Bertolotti (F.I.), primo formatario della proposta di legge, il provvedimento è necessario per adeguarsi alle nuove normative europee e nazionali, e non può essere ulteriormente dilazionato. Se il richiamo al passaggio in Commissione serve per chiarire alcuni punti e riportare rapidamente il provvedimento in Aula, con un impegno preciso, allora si può trovare un accordo.
Per l'on. Marrocu (Progr. Fed.) c'è l'esigenza di esaminare il provvedimento con un'adeguata istruttoria. Non si può quindi assumere un impegno per riportare subito la proposta di legge in aula. Per di più la Giunta ha preannunciato un disegno di legge sul medesimo argomento..
L'on. Bonesu (PSd'Az.) ha affermato che il rinvio in Commissione può essere deliberato dal Consiglio. Ha chiesto un'esplicita decisione dei capigruppo per riportare in Aula il provvedimento il 22 luglio.
Per Bertolotti (F.I.) si è davanti ad una ulteriore "manovra dilatoria" e pertanto ha chiesto che si proceda nella discussione.
E' stato quindi approvato il passaggio all'esame degli articoli.
Aperta la discussione sugli articoli e sugli emendamenti collegati, il Consiglio ha approvato l'articolo 1 ma ha respinto tutti gli altri articoli della proposta di legge. Nel dibattito sono intervenuti, anche più volte, i consiglieri Bertolotti e Casu di F.I.
Prima della votazione finale, l'on. Masala (A.N.) ha sostenuto che essendo rimasto un solo articolo, la legge è valida per il contenuto di quella disposizione.
Di schizofrenia ha parlato successivamente l'on. Floris (F.I.), in quanto ha notato che alcuni consiglieri che avevano sostenuto il provvedimento ora hanno votato contro.
Il presidente Milia ha dato un'interpretazione diversa rispetto a quella del consigliere Masala ed ha sostenuto che la legge con l'unico articolo approvato deve essere posta in votazione.
L'on. Bonesu, annunciando che abbandonerà l'Aula, ha detto che il motivo per cui non va avanti la legge, è la mancanza del PDS fra i firmatari. La verità è che non si intende votare un provvedimento presentato dall'opposizione, il che rappresenta un atto indegno da parte del Consiglio, in conseguenza del quale sente il dovere di abbandonare l'Aula per protesta.
L'atteggiamento del Consiglio, anche in questa occasione, mostra con quale superficialità si affrontano temi di così grande importanza. Lorenzoni (Ppi), ha ribadito la necessità di un reale approfondimento di un tema di così notevole interesse per l'economia sarda.
Il presidente della Quinta Commissione, Marrocu (Progr. Fed.) ha ribadito la disponibilità dell'assessore all'Agricoltura ad un sollecito riesame di questo progetto di legge. Le opposizioni, invece, hanno scelto lo scontro e non si sono dimostrate disponibili ad alcuni confronto serio e costruttivo.
Polemico l'intervento dell'on. Bertolotti (F.I.), il quale subito dopo ha abbandonato l'Aula per protesta. Bertolotti ha ribadito le sue accuse nei confronti dei partiti della coalizione "egemonizzati" dal PDS. Questa situazione è la prova della continua strumentalizzazione di ogni argomento che viene attuata da alcuni gruppi politici, che non tengono in alcun conto le reali esigenze del mondo agricolo isolano.
L'assessore dell'Agricoltura Ferrari ha affermato di essere dispiaciuto per il fatto che parte dell'opposizione abbia abbandonato l'Aula. L'assessorato, ha detto, sta predisponendo un progetto di legge che tenderà a risolvere alcuni punti che attualmente, in base alle leggi in vigore, non possono essere realizzati. Un invito quindi al proponente della proposta di legge Bertolotti, a ritirare il provvedimento ed a rivederlo nel suo complesso.
Il Presidente ha indetto le votazioni con scrutinio segreto, come richiesto dal consigliere Usai, ma non essendo stato raggiunto il numero legale, la seduta è stata sospesa ed aggiornata a domani.
I lavori del Consiglio proseguiranno
domani alle ore 10.