CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIV LEGISLATURA

Ordine del giorno n. 99

approvato il 5 giugno 2013

ORDINE DEL GIORNO LUNESU - BEN AMARA - PITTALIS - AMADU - COSSA - ARBAU - BARDANZELLU - DEDONI - FOIS - FLORIS Rosanna - GALLUS - GRECO - LAI - LOCCI - MELONI Valerio - MULA - MURGIONI - PERU - PETRINI - PIRAS - PISANO - RANDAZZO - RODIN - SALIS - SANJUST - SANNA Matteo - SANNA Paolo Terzo - STOCCHINO - STOCHINO - TOCCO - MULAS - CUCCUREDDU - CAMPUS - OPPI - STERI - COCCO Daniele Secondo - SANNA Giacomo sulla necessità che venga reso effettivo il principio di territorializzazione della pena, sia per i detenuti sardi che per quelli stranieri, sulla adeguatezza della pianta organica e il diritto alla mobilità degli agenti penitenziari.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

a conclusione della discussione della mozione n. 228 sulla necessità che venga reso effettivo il principio di territorializzazione della pena con il trasferimento in Sardegna dei detenuti che stanno scontando la pena fuori dall'Isola e venga assicurato il diritto alla mobilità degli agenti penitenziari che da anni lavorano fuori dal territorio regionale,

PREMESSO che:
- l'articolo 27, comma terzo, della Costituzione dispone che "le pene non possono consistere in trattamenti contrari al senso di umanità e devono tendere alla rieducazione del condannato" e che ai sensi dell'articolo 24, comma secondo, "la difesa è diritto inviolabile in ogni stato e grado del procedimento" e il principio di territorializzazione della pena costituisce applicazione dei suddetti principi costituzionali, unitamente al principio della tutela della dignità umana, nonché del principio di uguaglianza;
- la legge n. 354 del 1975 prevede che nel disporre il trasferimento dei detenuti deve essere favorito il criterio di destinare gli stessi in istituiti prossimi alla residenza delle famiglie;
- il protocollo d'intesa tra il Ministero della giustizia e la Regione autonoma della Sardegna siglato il 7 febbraio 2006 si pone, tra i vari, l'obiettivo di realizzare il principio di territorializzazione della pena, previsto dalla legge n. 354 del 1975 (e successive modifiche), favorendo il rientro in istituti penali della Sardegna dei detenuti di origine isolana o aventi residenza o interessi nel territorio sardo, che aspirano a tale rientro, al fine di consentire al detenuto di poter meglio esercitare il proprio diritto alla difesa, di intrattenere i rapporti affettivi con il proprio nucleo familiare, mantenere i contatti con la realtà socio-economica del luogo di provenienza al fine di consentire un più efficace e proficuo recupero sociale dello stesso;

CONSIDERATO che:
- circa 160 detenuti sardi stanno scontando la pena in istituiti penitenziari situati fuori dalla Sardegna e ciò costituisce una grave violazione dei loro diritti e del principio di territorializzazione della pena;
- la detenzione fuori dall'Isola impedisce nei fatti ai detenuti di mantenere, migliorare e ristabilire le relazioni con le proprie famiglie e comporta disagi e gravi ripercussioni anche di carattere economico;
- il principio di territorializzazione della pena va applicato anche nei confronti dei detenuti stranieri, proprio in virtù della maggiore lontananza dal nucleo familiare rispetto ai detenuti italiani e dell'isolamento dovuto al fatto di trovarsi in un paese straniero di cui, nella maggioranza dei casi, non conoscono non soltanto il sistema giuridico e culturale, ma nemmeno la lingua e perciò in una situazione di obiettiva difficoltà di scambio e di socializzazione;
- la sentenza della Corte europea dei diritti dell'uomo di Strasburgo richiama le istituzioni italiane ad adoperarsi in maniera fattiva per porre rimedio alla condizione di insostenibilità nella quale vive gran parte dei detenuti nelle carceri italiane costretti a scontare la pena in condizioni disumane;
- le risoluzioni della Seconda Commissione n. 1 del 16 aprile 2009 (sulle problematiche del settore penitenziario in Sardegna) e n. 15 del 3 marzo 2010 (sull'attuazione del protocollo d'intesa tra Ministero della giustizia e Regione autonoma della Sardegna) impegnano la Giunta regionale a portare all'attenzione del Governo le problematiche nelle quali versano le carceri sarde e ad attivare tutte le misure necessarie all'attuazione del protocollo d'intesa;

PRESO ATTO che il Consiglio regionale, nella seduta del 23 settembre 2009, ha approvato la mozione n. 15/3 con la quale ha impegnato il Presidente e gli assessori competenti affinché venga data effettiva attuazione alla territorializzazione della pena e si facciano carico del grave stato di degrado in cui versano le carceri isolane, al fine di renderle luoghi di reale rieducazione, riflessione e reinserimento dei detenuti, degne di un paese civile, e nella seduta del 6 marzo 2012 ha approvato la mozione n. 168/16 nella quale è denunciato il rischio che le carceri sarde vengano trasformate in istituiti di massima sicurezza e nella quale viene constatata la completa inattuazione del principio di territorializzazione della pena;

RITENUTO che:
- malgrado le notizie che giungono dal Governo secondo le quali sarebbero in arrivo in Sardegna 510 nuovi agenti di polizia penitenziaria, la disponibilità di personale potrebbe risultare ancora insufficiente rispetto al fabbisogno effettivo;
- numerosi agenti penitenziari sardi lavorano da anni fuori dal territorio regionale e auspicano, dopo un ragionevole periodo, di essere trasferiti in Sardegna;
- la mobilità rappresenta un diritto degli agenti penitenziari e il loro trasferimento nell'Isola potrebbe in parte sopperire alla cronica carenza di personale che si rileva negli istituiti penitenziari sardi anche in prospettiva dell'apertura delle nuovi sedi carcerarie;

CONSIDERATO, inoltre, che:
- il protocollo d'intesa tra Ministero della giustizia e Regione autonoma della Sardegna prevede l'impegno a favorire un'offerta formativa integrata tra istruzione e formazione professionale (articolo 138 del decreto legislativo n. 112 del 1998) mirata alle esigenze del particolare tipo di utenza; tale offerta formativa deve essere realizzata attraverso percorsi formativi "ad hoc" finalizzati all'acquisizione di una professionalità che sia spendibile, per quanto concerne i detenuti stranieri, nel paese d'origine del detenuto; per l'attuazione di tale progetto, il Ministero della giustizia e la Regione si sono impegnati a collaborare al fine di costituire una rete di rapporti tra i soggetti a vario titolo coinvolti nello specifico settore, che deve avere carattere transnazionale, al fine di agevolare la conoscenza del tessuto economico dei paesi terzi e favorire la creazione di canali di accesso al lavoro;
- da quanto emerge dall'indagine sullo stato delle carceri in Sardegna, svolta dalla Seconda Commissione consiliare durante la XII legislatura, la maggior parte dei detenuti stranieri proviene dai paesi del nord Africa e, da quanto risulta dalle ultime indagini statistiche, attualmente la maggioranza dei detenuti è costituita proprio da questi immigrati, peraltro condannati per episodi di microcriminalità, legati alla necessità di sopravvivere, che non denotano un elevato grado di pericolosità sociale, e quindi di facile recuperabilità e reinserimento;
- i detenuti stranieri hanno manifestato, secondo quanto emerge dai sopralluoghi effettuati dai consiglieri che si sono recati in visita nelle carceri sarde, la volontà di poter scontare la pena preferibilmente nei loro paesi d'origine e che, per poter ottenere tale risultato, a uno dei quali mira appunto il citato protocollo d'intesa del 2006, è necessario avviare ed intrattenere proficue relazioni diplomatiche con i consolati e le ambasciate dei paesi di provenienza dei detenuti stranieri, ai fini della stipulazione di apposite convenzioni e protocolli d'intesa in tal senso;
- l'effettiva applicazione della territorializzazione della pena determinerebbe esclusivamente effetti positivi quali: decongestionamento degli istituti di pena, riduzione delle spese per il mantenimento dei detenuti per le amministrazioni carcerarie, attuazione dei principi costituzionali del rispetto della dignità umana, tutela della persona e dell'unità familiare, recupero sociale dei condannati e loro reinserimento sociale, migliore amministrazione della giustizia,

impegna il Presidente della Regione e la Giunta regionale

1) ad adottare nei confronti del Governo ogni iniziativa utile a favorire il trasferimento nell'Isola dei detenuti sardi che stanno scontando la pena fuori dalla Sardegna affinché sia reso finalmente effettivo il principio di territorializzazione della pena;
2) ad attivarsi nei confronti del Governo nazionale, in particolare nei confronti del Ministero della giustizia, del Ministero degli esteri e tutte le rispettive strutture specializzate, affinché vengano avviate ed intrattenute le necessarie relazioni diplomatiche con i governi dei paesi stranieri in vista della stipulazione delle opportune convenzioni e protocolli d'intesa;
3) ad attivarsi con i presidenti delle altre regioni affinché il Governo nazionale apra un tavolo di confronto al fine di trovare opportune soluzioni alla comune problematica del sovraffollamento delle carceri e della territorializzazione della pena;
4) ad attivarsi affinché vengano messe a disposizione le necessarie risorse finanziarie al fine di favorire la realizzazione dei predetti obiettivi;
5) a verificare presso il Governo l’effettiva entità del fabbisogno di personale e nelle more attuare in tempi rapidi la mobilità degli agenti penitenziari sardi che lavorano da anni fuori dal territorio regionale;
6) a insediare la Commissione interistituzionale permanente prevista dal protocollo d'intesa siglato dalla Regione con il Ministero della giustizia nel 2006 con il compito di dare esecuzione e controllare lo stato di attuazione del suddetto protocollo.

Cagliari, 5 giugno 2013

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Il presente ordine del giorno è stato approvato dal Consiglio regionale nella seduta pomeridiana del 5 giugno 2013.