CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislatura

Preoccupazione dei sindaci per i cantieri forestali: le scarse prospettive di lavoro non bilanciano la rinuncia a migliaia di ettari di terreno e rischiano di suscitare tensioni sociali. La legge che modifica quella istitutiva dell'Ente deve garantire una più diretta partecipazione dei Comuni e ripristinare i livelli di occupazione previsti al momento dell'istituzione dei cantieri. Oggi l'audizione nella Prima Commissione.


Cagliari, 29 maggio 2002 - I Comuni hanno ceduto all'Ente Foreste migliaia di ettari di terreno per la prospettiva di un'occupazione che doveva durare tempo. In realtà questo requisito è venuto meno perché nei cantieri forestali il numero degli addetti, che quasi mai ha toccato i livelli previsti in commissione, si è ulteriormente ridotto e le prospettive per il futuro, reso ancora più incerto dal laborioso tragitto della riforma (da Azienda Foreste Demaniali a Ente Foreste), sono preoccupanti, foriere, persino, ha aggiunto qualche sindaco, di pericolose tensioni sociali e (non è solo un modo di dire) di bombe innescate in un tessuto sociale in allarme.

Per mettere a fuoco i problemi, la Prima Commissione (presidente l'on. Emanuele Sanna, Ds) ha sentito appunto i sindaci dei Comuni interessati ai cantieri forestali che hanno espresso critiche al disegno di legge n. 177 presentato dalla Giunta nel febbraio del 2001 modifica della legge 24 del giungo 1999 al parere da tempo ("ma la congiuntura politica, ha affermato il presidente Sanna, non ha permesso di essere celeri") della commissione. Un passo avanti o un passo indietro il DL 177? Sotto alcuni aspetti, ha dichiarato il sindaco di Gairo, Marceddu, segna un arretramento perché ridurrebbe il ruolo dei Comuni in controtendenza con la linea federalista e con le indicazioni comunitarie. I Comuni, infatti, chiedono una maggiore e più diretta rappresentatività. Le aperture in tal senso contenute nella legge 24 "si restringono" col successivo disegno di legge.

Ma, soprattutto, c'è da discutere la gestione dei cantieri, "che rischia di innescare problemi di ordine pubblico". I livelli di occupazione, sempre più bassi, sollecitano l'introduzione di un principio fondamentale: il ripristino della forza lavoro prevista alla data di istituzione dei cantieri. Chi è andato via deve essere rimpiazzato.

Non solo, ma il cantiere a tempo determinato, ha aggiunto il sindaco Marceddu, deve garantire il transito di operai a tempo indeterminato mentre nei cantieri a tempo indeterminato si devono prevedere selezioni interne per dare prospettive di crescita professionale agli operai.

Altro problema consistente, i terreni ex SAF (la Società agricola forestale del ministero dell'Agricoltura) consegnati senza una contrattazione e spesso inutilizzati. E' il caso di Tertenia che ha  rinunciato a 600 ettari senza trarne alcun beneficio. I Comuni chiedono che o i terreni vengono utilizzati con ricaduta economica e sociale sul territorio oppure siano restituiti.

Per il sindaco di Burgos Tilocca la diminuzione degli occupati (in molti cantieri fra il 20 e il 30 per cento) richiede misure efficaci, ad esempio migliorare la qualità dei progetti di forestazione. Ma, insieme, occorre tutela la forza lavoro locale ("altrimenti a che titolo dobbiamo cedere i terreni?"). La legge 24 prevede infatti, per gli operai qualificati, la selezione pubblica senza garantire sufficientemente i lavoratori del Comune interessato. Sarebbe auspicabile perciò che prima si avviassero concorsi interni premiando quegli operai qualificati generici ma che per molti anni hanno svolto mansioni di livello superiore, oltre a una riserva di posti, in bando, per i residenti.

Altro problema, gli operai dell'antincendio. Lo ha sollevato il sindaco di Glassai, Soro, sollecitando una "sanatoria, dopo otto, dieci anni di servizio precario". Anche se il problema, ha aggiunto, non è facile, va affrontato.

Nel corso dell'audizione sono intervenuti anche alcuni commissari. L'on. Salvatore Sanna (Ds) ha sottolineato che la legge 24 "apre alcuni spiragli" alla partecipazione diretta dei Comuni nella gestione dell'Ente, ma occorre che i Comuni si organizzino in Comitato permanente per poter sottoporro le proposte al Consiglio regionale. L'Ente, fra l'altro, deve mettere a disposizione dei Comuni le risorse di altra natura (ambientali, culturali) per poter avviare attività di valorizzazione.

L'on. Pasquale Onida (Pps) ha detto che questa è l'occasione per "aggiustare" la legge 24 dopo averne valutato i contenuti e l'efficacia. Quando la legge fu approvata "eravamo consapevoli che, dopo il rodaggio, sarebbe stato necessario qualche ritocco".

Il presidente della Commissione, on. Emanuele Sanna (Ds), ha apprezzato il contributo offerto dai sindaci, "del quale terremo conto". Il percorso del disegno di legge 177 è stato più lungo del previsto e, nel frattempo, qualcosa si è modificato. "I sindacati, ha aggiunto, sono stati sentiti lo scorso autunno e probabilmente dovranno essere sentiti di nuovo". La manifestazione organizzata dalle sigle sindacali la scorsa settimana lo fa ritenere utile. La legge può essere migliorata, perché ha una validità di fondo ("la gravidanza è stata prolungata, il parto travagliato, ma per fortuna il neonato è vivo e vegeto. Ora bisogna correggere qualche malformazione congenita"). Uno dei principi da perseguire è che il patrimonio dell'Ente, migliaia di ettari, non debbano essere interdetti ai fini produttivi. Ciò chiama in causa i Comuni assegnando loro un ruolo di responsabilità.


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