CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XII legislaturaIllustrata dalla Quinta commissione la proposta di legge che modifica "il periodo di caccia di alcune specie migratorie"nell'Isola
Cagliari, 1 febbraio 2002 - "La commissione Agricoltura ed Ambiente, presentando ed approvando in tempi particolarmente brevi la proposta di legge che modifica l'articolo 49 della legge regionale 23/1998, "concernente il periodo di caccia di alcune specie migratorie", ha semplicemente voluto riaffermare il diritto della Regione Sardegna di decidere sulla caccia in piena autonomia, rispettando tuttavia le direttive comunitarie in materia". Il presidente della Quinta, Tonino Frau, illustrando la proposta di legge n.294, approvata dalla Commissione dopo un iter particolarmente veloce, ha voluto riaffermare "le buone ragioni dei cacciatori sardi di sollecitare una maggiore attenzione per il problema della caccia".
Da anni, le associazioni venatorie e molti esponenti di spicco del mondo venatorio sardo hanno sollecitato, infatti, una modifica della legge nazionale in materia di caccia e tutela del patrimonio faunistico, la 157/1992, per riportare l'attività venatoria entro le "tradizionali date" da molti anni applicate in Sardegna.
Le condizioni ambientali mutano da regione a regione, da anno ad anno, sono condizionate dall'andamento climatico stagionale, hanno ricordato gli onorevoli Frau, Granella, Manca e Marrocu, e non può essere deciso un "calendario rigido". Si possono e si devono fissare, biondi, delle date entro le quali è possibile svolgere, nell'Isola, l'attività venatoria.
Le norme nazionali, infatti, non permettono di modulare la stagione di caccia secondo parametri tecnici attendibili. La proposta di legge, che sarà ora immediatamente trasmessa all'Aula per la sua definitiva approvazione (relatore sarà Siro Marrocu), della commissione Ambiente prevede invece che, in Sardegna, la stagione di caccia vada dalla terza domenica di settembre sino al 28 febbraio dell'anno successivo, con la sola eccezione della stagione di caccia al cinghiale (dal 1 novembre al 31 gennaio successivo) ed alla tortora selvatica (dal 1 di settembre, per un massimo di due giornate).
"Sono date entro le quali si potrà andare a caccia, hanno ribadito i consiglieri regionali Frau, Manca, Granella e Marrocu, ma saranno gli organismi tecnici, l'Istituto regionale per la fauna selvatica ed il Comitato faunistico regionale, a fissare nel dettaglio, ogni anno, il calendario venatorio, che potrà essere anche più restrittivo, con un minore numero di giornate destinate alla attività venatoria".
"In ogni caso il calendario dovrà nascere da valutazioni tecniche, ha sottolineato Tonino Frau. Noi abbiamo fatto uno sforzo per mettere a punto norme e regole, serie e complete, in un settore delicato quale è quello dell'attività venatoria. Saranno ora gli organismi tecnici a decidere, in base a valutazioni rigorosamente scientifiche, come e quando in Sardegna si potrà andare a caccia".
"Le date contenute nella proposta di legge, ha aggiunto Salvatore Granella, sono estremamente significative, perché tutelano, ampiamente, il periodo delle migrazioni e della riproduzione. I cacciatori sardi hanno, sempre, dimostrato di avere una alta coscienza ecologica. Anche in questa proposta si possono notare le autolimitazioni, le rinunce che, volontariamente, i cacciatori sardi hanno deciso di rispettare".
"Una proposta di legge che tiene conto di come stanno variando le condizioni ambientali isolane, ha aggiunto Pasqualino Manca. I tecnici potranno fornire le loro indicazioni, stabilire le date del calendario, fissare modi e quantità del prelievo venatorio, a seconda delle reali condizioni. Una grande prova di maturità del mondo venatorio isolano".
Un dettagliato esame della situazione isolana è stato fatto, quindi, anche da Siro Marrocu, relatore di questo provvedimento per l'Aula, ma anche relatore della legge regionale approvata nella scorsa legislatura proprio in materia di attività venatoria.
La legge regionale "è una buona legge, che questa proposta decisamente migliora, ha aggiunto Siro Marrocu. Ma ci sono alcuni aspetti della 23/92 che non sono stati ancora attuati. L'Istituto regionale per la fauna selvatica, ad esempio, avrebbe dovuto svolgere un ruolo particolarmente significativo, nella valutazione scientifica del patrimonio venatorio isolano, invece questa struttura non esiste".
La sollecita approvazione della proposta di legge, hanno concordato alla fine tutti i componenti la Commissione, permetterà un riesame complessivo dell'intera materia. "Una occasione opportuna per razionalizzare e rendere più moderno l'intero sistema venatorio isolano".
>