CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 356 del 1° agosto 2007

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In aula la legge sulla ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica che disciplina e rende razionali gli interventi. L'on. Gessa: è la terapia per uscire dall'arretratezza economica e sociale. Favorire le vocazioni dei ricercatori. Cachia: Fondo unico in pericolo con Agris e la sanità?

Cagliari, 1 agosto 2007 - In apertura di seduta il presidente Spissu ha commemorato l'on. Efisio Corrias, "politico di grande intuito, attento ed equilibrato nel giudizio di coloro che parteciparono all'intensa esperienza del primo regionalismo, ma anche uomo di fede e di pazienza; doti, queste, che gli diedero una straordinaria longevità di governo nelle massime cariche istituzionali". Per 12 anni consecutivi fu presidente del Consiglio e della Giunta, dal 1954 al 1966.
In aula approda la legge sulla ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica, provvedimento di grande spessore e prospettiva, la cui relazione è stata svolta dall'on. Gianluigi Gessa (Ps), che, da presidente della Commissione cultura, ne ha seguito l'iter parlamentare. E' la prima volta che il tentativo di mettere ordine alla ricerca arriva al traguardo; altri tentativi si sono bloccati. "Ho vissuto per 50 anni da fuorilegge", ha commentato riferendosi alla lunga attività di ricercatore. Un controllo su tale attività è necessario per evitare dispersione di risorse, che, essendo abbondanti (75 milioni di euro) fanno gola a molti.
La ricerca, ha detto Gessa, è la terapia indicata da Lisbona 2000 - preoccupata del ritardo dell'Europa verso altri Paesi industrializzati ed emergenti - per un progresso costante e sicuro; la ricerca ha ricadute economiche importanti (ha citato, a proposito, il riconoscimento di Nature ai vini rossi del Nuorese, i quali convengono una sostanza che protegge dall'infarto del miocardio. Lo studio, condotto all'insaputa degli enologi sardi, ha una ricaduta promozionale eccezionale) e questa legge, "una buona legge", fissa quattro o cinque punti qualificanti che potrebbero consentire l'auspicato salto di qualità.
Il primo è la diffusione della ricerca e la sua affidabilità, sottraendola alle tentazioni della politica che spesso (vedi il caso Di Bella nella lotta ai tumori) diventa speculazione senza supporto scientifico; il secondo riguarda la formazione dei ricercatori e la necessità di formare massa critica per cimentarsi soprattutto nella ricerca pura (l'attrazione non è il premio Nobel, "malattia non contagiosa", ma la possibilità di confrontarsi, "di lavorare all'inferno", formandosi anche fuori dalla Regione; perché "le poche scuole sarde non coprono le esigenze"); terzo attrarre i ricercatori garantendo un adeguato trattamento economico: non solo borse di studio, ma contratti pluriennali. Bisogna creare un "ambiente scientifico attraente", che favorisca "le vocazioni". Le infrastrutture esistono (Pula, Tramariglio, la Cittadella universitaria); non ci sono i ricercatori. Ben vengano da altre regioni o da altri Paesi per fare da volano alla "scuola" sarda.
La legge tutela la ricerca di base, "magnete che attrae e gratifica i giovani"; prevede l'integrazione fra ricerca e mondo produttivo, con ricadute ravvicinate nelle tecnologie e nella capacità di risultati; prevedibile il trasferimento di uomini dall'industria all'università e viceversa, superando la concezione degli universitari che spesso considerano poco dignitosa l'esperienza (temporanea) nell'impresa.
Il Fondo unico, dove confluiscono le risorse e si razionalista la spesa, rappresenta la novità; cosa molto importante - afferma il prof. Gessa - considerata la prospettiva dei finanziamenti europei onde evitare che ciascun assessore abbia a disposizione "il suo tesoretto", da spendere secondo proprie logiche (scientifiche o clientelari). Unica preoccupazione, investire nel rispetto di chi finanzia, in questo caso soprattutto la Comunità europea. Salvo il ruolo delle università, disciplinato anche da un protocollo d'intesa, che, tuttavia, riduce lo spazio discrezionale di prima. I soldi vanno ai progetti meritevoli e i paletti della legge lo garantiscono.
Attenzione, però: il Fondo unico rischia di partire col piede sbagliato, come ha detto l'on. Cachia (Margherita) intervenendo nella discussione. C'è, in parallelo, l'autonomia di Agris, l'agenzia nata dalla riforma degli enti agricoli per fare ricerca; e c'è anche l'autonomia della sanità, che vuole andare per la sua strada. Se agricoltura e sanità mantenessero la prevista autonomia, il discorso si complicherebbe. Meglio, allora, chiarire subito le posizioni e affidare a un solo assessorato o alla presidenza il compito di coordinare e razionalizzare gli interventi evitando la tentazione di mantenere corsie preferenziali che frammentano gli interventi rendendoli, il più delle volte, inefficaci.
Anche per l'on. Oscar Cherchi (Uds) la legge è buona e consentirà di uscire da un'arretratezza che ha caratterizzato il Meridione ("siamo in buona compagnia"), ma in Sardegna è più marcata dal fatto che non esistano industrie-traino, ma un tessuto di piccole e medie imprese che non considerano la ricerca come investimento, ma come spesa. Il compito della ricerca sarà quello di creare un collegamento col mondo produttivo, invertendo una tendenza che rende debolissima la ricerca con finanziamenti privati. Apprezzamento per i percorsi della spesa, trasparenti e controllabili, sia prima che durante e, ancora, a conclusione dei progetti per valutare gli effetti raggiunti. Inutili - dice Cherchi - nuove infrastrutture; meglio investire su quelle esistenti, tra le quali ha citato il Centro marino di Torregrande, la cui attività molto utile al mondo della biologia marina, dell'ambiente e della pesca; centro - ha concluso - che va sicuramente potenziato. (adel)

Prosegue il dibattito sulla proposta di legge per la Ricerca. L'on. Cerina: "Una svolta radicale nell'utilizzo delle risorse"; Franco Sanna (Ds): "Si cambia l'ordine dei fattori di crescita"; Ciriaco Davoli: "La Sardegna zattera della scienza nel Mediterraneo".

Prosegue a ritmo serrato la discussione sul progetto di legge per la Ricerca scientifica. "Una legge importante -come ha affermato l'on. Giovanna Cerina (Ps)- per la quale dobbiamo ringraziare il Prof. Gianluigi Gessa che l'ha redatta, non solo per il contenuto che la legge porta avanti, ma anche per l'influenza che questa legge potrà avere sull'intero settore della cultura e della Formazione". Tre gli aspetti fondamentali secondo la Cerina: il Fondo unico, l'anagrafe, gla parte concernente la ricerca di base. Il fondo unico apre un "percorso virtuoso che può avere influenza anche sul settore privato", ha detto la Cerina; mentre per quanto concerne la ricerca di base, la rappresentante di Progetto Sardegna ha sottolineato che occorre una svolta radicale nell'utilizzo della spesa pubblica. E' fondamentale e dobbiamo spendere molto, ha sostenuto.
Per l'on. Franco Sanna (Ds) si tratta di una operazione di grande pregio ed importanza "perchè cambia l'ordine dei fattori nel quadro del processo di crescita culturale ed economico della Sardegna". Dopo aver ricordato che su questo settore l'Isola soffre di un pesantissimo ritardo, "occorre passare dall'assistenzialismo alla competizione internazionale" anche nel campo della ricerca. Il quadro del sistema industriale è debole ed occorrono quindi scelte precise a favore dell'innovazione,me appunto della ricerca. La ricerca in Sardegna è, salvo sporadici esempi, tutta in mano pubblica e vi è un debole da parte del sistema delle imprese. E tuttavia "la ricerca non deve essere forzata da condizionamenti da condizionamenti politici ed economici, al fine di garantire l'autonomia del settore".
"Mi piacerebbe immaginare la Sardegna come una zattera della ricerca nel Mediterraneo", ha detto da parte sua l'On. Ciriaco Davoli (Prc), per il quale la Sardegna potrebbe proprio grazie a questa legge cominciare a giocare un ruolo trainante fra le regioni frontaliere. Esistono alcuni settori che alla nostra isola sono particolarmente congegnali, dal settore energetico alla chimica alla questione delle risorse idriche. Secondo Dabvoli "questa legge pone anzitutto ordine e detta gli indirizzi generali, lasciando ai piani annuali la definizione attuativa. La ricerca di base, ha quindi concluso è fondamentale, senza "la ricerca di base non è possibile altro tipo di ricerca". "Ma attenti anche -ha detto- all'inquinamento sempre possibile da parte delle lobbies del mercato". Il dibattito prosegue. (LP)

Prosegue la discussione della legge sulla promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica in Sardegna

La discussione in Aula sulla proposta di legge a favore della promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica in Sardegna è proseguita con l'intervento dell'on. Simonetta Sanna (Margherita). "Un sistema di ricerca avanzato presuppone necessariamente un insieme di garanzie, di diritti e di doveri dei ricercatori - ha spiegato la consigliera della Margherita -. A supporto della sua tesi l'on. Sanna ha anche portato l'esempio della Spagna dove, ha detto, "la ricerca scientifica ha fatto passi da gigante a partire dal 1986, grazie alla legge della Scienza, considerando che trent'anni fa la ricerca spagnola era pressocchè inesistente."
Per l'on. Renato Lai (Misto) "la ricerca è un elemento su cui le professionalità si confrontano sia come professionisti sia come utenti".
Renato Lai ha definito "pertinenti" le valutazioni dell'on. Ciriaco Davoli, che nel suo intervento aveva sottolineato l'importanza fondamentale della scuola nella formazione di una classe di ricercatori altamente qualificati.
"In una società permeata dalla cultura di massa - ha aggiunto l'on. Lai - la scuola dovrebbe avere una funzione pedagogica. Ma la scuola da sola non basta: deve intervenire la ricerca". Infine il consigliere ha evidenziato la necessità di coniugare il locale con il globale. "Il locale deve essere inserito nel globale, deve fare i conti con esso a tutti i livelli".
"Sono tanti i giovani che hanno tentato di realizzare progetti prestigiosi senza poi riuscirci - ha concluso -. I giovani sono un potenziale che questa legge, sono sicuro, contribuirà a valorizzare". (lu.sa.)

PL n. 220 Promozione della ricerca scientifica e dell'innovazione tecnologica in Sardegna. Esordio positivo in Aula per l'assessore alla Cultura Mongiu. Anche dall'opposizione consensi per il suo intervento. Approvato all'unanimità il passaggio agli articoli e l'articolo 1.

Clima disteso in Consiglio regionale per il PL n. 220. L'Assemblea, stamattina, ha approvato, all'unanimità il passaggio agli articoli del PL n. 220, l'articolo 1 (Finalità) e l'emendamento 14 (sostitutivo parziale dell'articolo).
Nel dibattito generale dopo l'on. Lai è intervenuto l'on. Diana (AN) che ha auspicato che questa legge possa produrre tutti gli effetti evidenziati negli interventi che si sono susseguiti. Questo Consiglio - ha detto l'esponente di An - si affida al lavoro prezioso fatto dalla commissione anche se la giunta, spesso, ha anticipato questa proposta di legge. La Regione, in materia informatica, sta occupando uno spazio immenso non preoccupandosi del fatto che il Consiglio sta per varare una legge in materia. Ho letto questo PL - ha affermato l'on. Diana - ma tutte le cose previste sono già state fatte dal presidente Soru. Diana ha chiesto più chiarezza sui criteri con cui devono essere scelti i patners privati.
E' poi intervenuto l'assessore Alla Cultura Mongiu che ha espresso soddisfazione per il clima di grande collaborazione tra maggioranza e opposizione. Il mio esordio è felice - ha detto l'esponente della giunta - si sta per varare una legge di grande importanza con il parere favorevole di tutti.
Per l'assessore si tratta di una legge sociale, collettiva, che crea pari opportunità e non blocca le intelligenze. Inoltre, è una legge che evita di sprecare risorse e consentirà ai giovani di lavorare in questo settore. E' necessaria, però, un'azione positiva che ne consenta la divulgazione. In caso contrario si trasformerebbe in un libro dei sogni. L'assessore ha detto anche che in Sardegna non c'è una diffusione dei musei scientifici. Noi dobbiamo puntare - ha affermato - a contenere la disseminazione inutile dei musei e a fare come ha fatto Napoli che ha creato il museo della scienza a Bagnoli. Per l'assessore Mongiu questa legge consentirà alle prossime generazioni di diventare ricercatori senza "essere figli di qualcuno". L'intervento dell'assessore è stato molto apprezzato sia dalla maggioranza che dall'opposizione.
Per dichiarazione di voto, l'on. Capelli (Udc), ha detto che per la prima volta in questa legislatura ha assistito a una replica convincente da parte di un assessore.
L'on. Oscar Cherchi (Misto) ha affermato che si tratta di una legge importante e fondamentale da approvare nel più breve tempo possibile. Per l'esponente dell'Uds la competenza di questa legge deve passare all'assessorato alla Cultura. Cherchi ha suggerito un breve passaggio in commissione per definire gli emendamenti e la norma finanziaria.
Per l'on. Ladu (Fortza Paris) questo PL consentirà alla Sardegna di fare un salto di qualità. Anche il capogruppo di Fortza Paris ha fatto gli auguri all'assessore e ha espresso convincimento per l'intervento in aula dell'esponente della giunta.
Plauso anche da parte dell'on. Rassu (F.I.) il cui voto sul passaggio agli articoli sarà favorevole.
Anche l'on. Maninchedda (FAS) voterà a favore perché è una legge sulla ricerca applicata dove si vede l'impronta di chi conosce il settore.
L'on. Artizzu (AN) ha espresso il voto favorevole, gli auguri all'assessore Mongiu, i complimenti per il suo esordio in aula e l'apprezzamento per il lavoro del relatore Gessa e dell'intera commissione.
L'on. Uras (Prc), dichiarando il voto favorevole, ha detto che questa legge è importante e che tutto il Consiglio ne condivide la necessità e l'urgenza.
L'on. Dedoni (Riformatori) vota a favore del passaggio agli articoli. L'esponente dei Riformatori ha fatto i complimenti all'assessore Mongiu, anche se non è l'assessore di riferimento. Il presidente Soru - ha detto - trascina la ricerca tra le sue competenze. Ma l'assessorato di riferimento deve essere la pubblica istruzione, non la programmazione.
L'on. Balia (misto) ha affermato che i socialisti votano a favore perché condividono sostanzialmente il contenuto della legge. Per il consigliere, però, è necessario che sulle risorse ci sia un ancoraggio certo. Dopo gli auguri al nuovo assessore ha concluso: "gli interim meno durano meglio è".
L'on. Gessa (Progetto Sardegna) ha affermato che questa legge è arrivata con un certo ritardo: non può correggere il passato ma costituirà dei paletti per il futuro.
L'on. Lanzi (Sinistra autonomista) ha detto che è una legge significativa e importante che apre una prospettiva per i giovani sardi.
L'on. Caligaris (Sdi-Rnp) ha sottolineato l'esordio significativo dell'assessore Mongiu su una legge che ha rilevanza locale, nazionale e internazionale.
L'on. Salis (Misto - Italia dei valori) ha detto che si tratta di una legge importante e fondamentale che persegue obiettivi di sviluppo non solo culturali e che aiuterà a superare il gap che divide la Sardegna dall'Europa.
L'on. Mario Floris (Misto - Uds) ha dichiarato il voto a favore del passaggio agli articoli ma ha espresso la preoccupazione che una volta approvata la legge il Consiglio non avrà più nessun potere perché tutta la materia sarà delegata alla giunta regionale. Il leader dell'Uds ha invitato i colleghi a ripensarci.
L'on. Porcu (Progetto Sardegna ) ha espresso il voto a favore, gli auguri all'assessore e ha auspicato un accordo il più ampio possibile.
L'on. Silvio Cherchi (Ds) ha auspicato che con questa legge si ponga fine alla separatezza tra il mondo della produzione e il mondo della ricerca. Stiamo andando a costruire un sistema - ha affermato - che parte con le migliori premesse. Bisogna trovare il modo perché da subito ci sia uno stretto legame con il mondo del lavoro.
Il presidente Spissu ha messo in votazione il passaggio all'esame degli articoli . L'aula l'ha approvato: presenti 82 votanti 81 sì 81 , 1 astenuto.
All'articolo 1 è stato presentato un emendamento sostitutivo parziale che, al comma 1 dell'articolo 1, sostituisce le parole "nell'Isola la ricerca e l'innovazione nel campo scientifico, umanistico, economico e giuridico" con "la ricerca scientifica e l'innovazione tecnologica". L'aula ha approvato sia l'articolo 1 che l'emendamento 14. I lavori riprenderanno questo pomeriggio alle 16, 30 (R.R.)