CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 306 del 28 febbraio
2007
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La legge Statutaria: il consiglio approva l'articolo 21. Approvato l'emendamento di sintesi 812 sulla presenza delle donne in giunta.
Cagliari, 28 febbraio 2007 - I lavori pomeridiani del Consiglio regionale, presieduti dall'on. Giacomo Spissu, sono proseguiti con l'esame dell'art . 21 e degli emendamenti.
L'aula ha approvato l'emendamento 115 (Capelli e più) che toglie dalla lettera C dell'articolo 21 la frase "nonché gli altri regolamenti di sua competenza" e il testo dell'articolo 21. Gli altri emendamenti sono stati tutti bocciati ad eccezione dell' emendamento aggiuntivo orale presentato dall'on. Pinna al testo (aggiungere alla lettera G del secondo comma dell'art 21 dopo le parole "le funzioni" la frase "di alta amministrazione") che è stato approvato.
L'Aula ha poi ripreso l'esame dell'art. 20 sospeso stamattina per dare la possibilità di raggiungere un emendamento di sintesi sugli emendamenti 191 333 e 698 (Pari opportunità tra uomini e donne in giunta). L'emendamento di sintesi presentato (n. 812) prevede che "in attuazione del principio delle pari opportunità tra donne e uomini, la composizione della Giunta regionale è determinata promuovendo la presenza paritaria di entrambi i generi, ciascuno dei quali deve comunque essere rappresentato nella misura del 40 per cento dei componenti".
L'on. Caligaris (Sdi-Rnp) ha annunciato il voto favorevole e ha chiesto, sull'emendamento 812, il voto elettronico palese. E' stata una giornata travagliata - ha detto - che ha visto le consigliere impegnate per ottenere la parità. Questo emendamento è la dimostrazione che la questione della parità travalica gli schieramenti politici. Questo emendamento di sintesi è firmato da tutte le consigliere regionali. Voterò a favore dell'emendamento 812.
L'on. Orrù (Ds) ha detto che questo emendamento fa compiere alla nostra Regione un passo in avanti. In tutte le altre regioni non c'è una norma che fissa, determina e garantisce la presenza delle donne in giunta. Il Consiglio può esserne fiero.
L'on. Capelli (Udc) ha espresso il voto contrario. Ribadisco - ha affermato - che bisogna promuovere la parità nell'accesso alla politica non garantire posti in giunta. Sì alla parità di accesso e alle pari opportunità no alle riserve indiane. Alla parità bisogna arrivare con dignità
L'assessore alle riforme Dadea ha detto che la giunta accoglie positivamente l'emendamento 812 e valuta positivamente il contenuto. La mediazione che è avvenuta è alta ed è da condividere E' la prima volta - ha aggiunto - che, nell'ambito di una legge "rinforzata", si approva una norma che fissa tetti così considerevoli. La giunta Soru ha dato dimostrazione che, comunque, anche senza una norma se c'è una volontà la presenza delle donne nelle Istituzioni è garantita. L'esponente della giunta ha detto che sarebbe opportuno aggiungere la parla "almeno" dopo le parole "essere rappresentato".
Per l'on. Lanzi (Prc) la politica ha due compiti importanti: fare la battaglia politica per i principi, poi fare la battaglia per raggiungere l'obiettivo. Questo emendamento raggiunge entrambi questi obiettivi. Oggi abbiamo raggiunto un importante risultato storico, per questo voteremo a favore di questo emendamento.
L'on. Pinna (Progetto Sardegna) ha espresso parere favorevole sull'emendamento e la soddisfazione per il risultato che si è raggiunto. Con questo emendamento rendiamo ancora più preziosa questa legge statutaria. Aver garantito non solo il principio ma anche la sua applicazione è momento di grande soddisfazione.
L'on. Corrias (Ds) ha detto di votare a favore di questo emendamento. Questo emendamento di sintesi scrive oggi una pagina storica perché parliamo dell'attuazione di un principio in una legge di rango statutario. Si può parlare di una nuova "primavera culturale"
L'on. Marracini (Udeur) ha confermato la ferma e decisa adesione dell'Udeur a questa ventata di riformismo e ha chiesto di essere inserito tra i firmatari dell'emendamento.
L'on. Barracciu (Ds) esprime viva soddisfazione per questo risultato raggiunto. Risultato importante che può essere definito "storico" e che apre la strada all'affermazione del principio di democrazia paritaria. Siamo consapevoli che il cammino è ancora lungo ma è un passo importante. Con l'approvazione di questo emendamento si caratterizza questa legislatura come riformista.
L'on. Ladu (Fortza Paris) non è pienamente soddisfatto di questo emendamento di sintesi perché si parte da una formulazione dell'articolo sbagliata. Se si parla di parità la percentuale deve essere del 50%. Noi voteremo a favore dell'emendamento di sintesi anche se non ci soddisfa pienamente.
L'on. Francesco Sanna (La Margherita) vota a favore dell'emendamento. Per facilitarne l'applicazione: noi aderiamo all'idea che i generi siano due, ciascuno dei quali deve essere rappresentato almeno per il 40%.
L'on. Davoli (Prc) ha manifestato grande soddisfazione per il risultato raggiunto dovuto alla grande determinazione dimostrata dalle consigliere regionali. Il risultato è straordinario. Voteremo a favore.
L'on. Moro (AN) voterò contro questo emendamento. Qui si sancisce la garanzia dell'esserci, non di partecipare. Nel mio partito vale la meritocrazia. Con questo emendamento si mostra tutta la debolezza delle "piccole donne" , avete firmato un certificato di inferiorità. E' un errore grossolano. Io voto contro in un modo convinto.
L'on. Cerina (Progetto Sardegna) le "piccole donne" hanno dimostrato di essere grandi donne. Oggi si è ottenuto un grandissimo risultato. Ringrazio la commissione e annuncio il voto favorevole di tutto il gruppo di Progetto Sardegna. Noi abbiamo fatto in modo che un principio politico diventasse norma e noi di questo siamo fieri.
L'on. Simonetta Sanna (Margherita) annuncio il voto favorevole all'emendamento. E' un primo passo verso l'obiettivo che è quello di sviluppare un diverso modo di fare politica. La mia speranza è che la politica di domani possa essere una politica diversa da quella di oggi più a misura di donna.
L'on. Amadu (Udc) vota contro questo emendamento perchè vede in questo emendamento un arretramento rispetto alle posizioni espresse stamattina (si parlava del 50% ora si parla del 40% ).
L'on. Cocco (La Margherita) ha detto che questo emendamento è un rimedio contro la discriminazione e, pertanto, voterà a favore.
L'emendamento 812 è stato messo al voto con scrutinio elettronico palese.
L'emendamento 812 è stato approvato (Presenti 65, votanti 59, sì 53, 5 no, 6 astenuti) Il Consiglio approva.
I lavori proseguono.
(R.R.)
Approvato a scrutinio segreto l'articolo 20 (col nodo parità). Sì anche all'articolo 22 (Mozione di sfiducia). Lunga discussione e poi non approvazione dell'emendamento Maninchedda (ineleggibilità del presidente che si dimette volontariamente)
Cagliari, 28 febbraio 2007 - Dopo l'approvazione a scrutinio segreto (38 voti a favore e 24 contrari) dell'articolo 20, emendato dalla modifica delle "quote rosa" (vedi primo lancio n.d.r.), la discussione sulla legge finanziaria si è incentrata con un lungo dibattito sull'articolo 22, che disciplina la mozione di sfiducia al presidente e i casi di dimissioni volontarie dello stesso Presidente della Regione. Un argomento che ha appassionato l'aula anche a seguito dell'emendamento presentato da Maninchedda e più (N° 319) tendente a impedire la rieleggibilità del Presidente qualora questi si dimettesse volontariamente anche in presenza di una rinnovata fiducia da parte del Consiglio. Un emendamento che ha presentato anche delicati aspetti regolamentari.
Posto in discussione l'articolo 22 e i relativi emendamenti, l'on Paolo Maninchedda (Fas) ha preso la parola per illustrare il proprio emendamento (319) sulla non rieleggibilità del Presidente della Regione dimissionario. Non vi è giusto equilibrio, secondo Maninchedda, fra i due organi se anche in presenza del meccanismo di "raffreddamento" della crisi che prevede che il presidente dimissionario per sua volontà abbia 30 giorni di tempo per eventualmente ritirare le dimissioni, questi mantenga ferma la propria volontà con il conseguente scioglimento del Consiglio, anche nel caso che proprio il Consiglio ribadisca la propria fiducia. Decisamente contrario all'emendamento Pierpaolo Vargiu (Riformatori), per il quale il presidenzialismo è come un dipinto che non può essere smantellato tassello per tassello come intenderebbe fare "una minoranza in seno alla maggioranza". Inaccettabile per Vargiu la non rieleggibilità. Questo non sarebbe vero presidenzialismo. Critico pur con altre motivazioni Giovanni Moro (An), che ha espresso forti riserve su altre parti dell'articolo 22, ed in particolare sul fatto che "la mozione di sfiducia al presidente non determini le automatiche dimissione di quello". Denuncia che "non vi è simmetria istituzionale" ed attacca: "Questa è una specie di monarchia incostituzionale". Favorevole all'emendamento Maninchedda, invece , Maria Grazia Caligaris (Sdi Rnp): "Un presidente con tanti poteri non può nè governare per dieci anni, nè essere rieletto se si è dimesso volontariamente". Di diverso parere Giovanni Battista Orrù (Ds), che ha sottolineato come in vigenza di elezione diretta del presidente il meccanismo dello scioglimento del consiglio e dimissioni del presidente esiste sempre . Ha richiamato l'esperienza dei comuni e delle province ed ha ricordato che qualora il chiarimento politico non avvenga in Consiglio è legittimo cercarlo davanti agli elettori. Intervento critico anche da parte dell'on. Mario Diana (An), che pur ammettendo in linea generale che si possa comprendere la ratio dell'emendamento sulla non rieleggibilità immediata del presidente dimissionario, tuttavia teme il rischio di una ricaduta nel parlamentarismo. Dubbi sul meccanismo dei 30 giorni di possibile ripensamento. Più possibilista ma con necessità di ulteriori approfondimenti l'on. Francesco Sanna (Margherita), che ribadendo la "forma mista di governo" che la legge sta disegnando, tuttavia considera "suggestiva" la proposta di Maninchedda anche se intravvede alcuni elementi di difficoltà di disciplina.
La battaglia parlamentarista portata avanti dal suo gruppo è stata sottolineata dall'on Peppino Balia (Fas), illustrando gli emendamenti presentati rispettivamente sulla soppressione dei commi 3 e 4 sullo scioglimento anticipato del Consiglio e sulle dimissioni volontarie del presidente. Ma con l'emendamento 319 non si fa altro che bilanciare il rapporto fra Presidente e Consiglio. Sulla "clausola di consonanza" si è soffermato quindi l'assessore Massimo Dadea che ha a lungo ricordato come in molti sistemi vi è la contestualità di dimissioni o sfiducia del presidente e scioglimento del Consiglio, previsto oltre tutto nell'articolo 15 dello Statuto. Quanto all'emendamento Maninchedda, non vi è atteggiamento negativo, ma andrebbe più accuratamente specificato.
Posti in votazione i numerosi emendamenti, sono intervenuti per dichiarazione di voto molti consiglieri: Paolo Maninchedda (Fas), Maria Grazia Caligaris (Sdi), Luciano Uras (Rc). Gli emendamenti soppressivi non sono stati approvati ed è stata quindi proposta una breve sospensione per verificare quali margini potessero esservi per un accordo sull'emendamento 319 dell'on Maninchedda sulla non rieleggibilità del presidente. E' stato alla fine proposta, da parte del presidente della Prima commissione Stefano Pinna, una integrazione orale che proponeva la non rieleggibilità se le dimissioni volontarie fossero avvenute entro i primi 36 mesi di legislatura. Ma sull'accoglibilità dell'emendamento orale sono intervenuti contro numerosi consiglieri dei gruppi di opposizione (Pierpaolo Vargiu, Sergio Pisano, Ignazio Artizzu, Claudia Lombardo), anche contestando la non aderenza al regolamento di tale correzione orale. Il presidente Giacomo Spissu, che aveva rilevato nel frattempo il vice presidente Nicolò Rassu alla presidenza, ha quindi sospeso nuovamente la seduta per un approfondimento della questione procedurale. Alla ripresa dei lavori ha ritenuto non accoglibile la modifica orale annunciata. E' stato posto in votazione l'emendamento 319 tale e quale e non è stato approvato : hanno votato a favore 22, contro 27, e sei sono stati gli astenuti.
La seduta è stata quindi chiusa e i lavori rinviati a domani alle ore 10. (LP)