CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 302 del 22 febbraio
2007
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La legge Statutaria. Approvato il maxi emendamento di sintesi all'articolo 13 (funzioni del Consiglio), ma non vi è stato l'accordo con le opposizioni
Cagliari, 22 febbraio 2007 - Lunga discussione per dichiarazione di voto questo pomeriggio sull'emendamento di sintesi 808, che riscrive interamente l'articolo 13: ma nonostante il grande ritardo di inizio della seduta per consentire le interlocuzioni fra maggioranza e opposizione al fine di trovare un terreno comune che sembrava a portata di mano, l'approvazione finale dell'emendamento è avvenuta senza il contributo della minoranza. L'emendamento 808 (e di fatto quindi l'articolo 13 che tale emendamento sostituisce), disciplina "Le funzioni del Consiglio regionale". Le opposizioni hanno lamentato che all'ultimo momento il testo inizialmente concordato sia stato modificato senza ulteriori interlocuzioni (per volontà del Presidente della Regione) e pertanto hanno annunciato il voto contrario. La maggioranza, invece ha sottolineato come le ultime modifiche siano state solamente di forma e non di sostanza.
Nel corso della dichiarazioni di voto, Mario Diana (An), ha criticato che "prima il consiglio discute e porta avanti un dialogo fra le forze politiche per concordare l'emendamento di sintesi, poi arriva il presidente della Regione che pretende che si cambino le cose". Di questo passo il Consiglio perde ancora della sua autonomia.
Voto contrario annunciato anche da Mario Floris (Uds): di cattivo gusto che il presidente della Regione venga a garantirsi i suoi poteri. Il Consiglio non deve discutere ma approvare il programma. "Si sta predisponendo un apparato di regime, non mi sembra una cosa seria". L'astensione è stata invece annunciata da Maria Grazia Caligaris (Sdi Rnp) esprimendo apprezzamento per l'emendamento presentato dall'on Balia. Assolutamente contrario invece Giovanni Pileri (Fi), "perchè si riduce pesantemente il ruolo del Consiglio". Si concordano gli emendamenti, ha denunciato, e poi all'improvviso se ne porta al voto uno modificato dal presidente. Sulla stessa lunghezza d'onda Giovanni Moro (An), che ha confessato "grande perplessità per la strada percorsa da questo emendamento di sintesi". "Eravamo aperti a dare il giusto contributo che avrebbe anche potuto portare ad un voto di assenso, ma poi è arrivato il presidente che ha modificato e stravolto la soluzione finale. Sicuramente migliorativa, invece, secondo Luciano Uras (Rc), la modifica approvata al testo iniziale dell'emendamento di sintesi che si stava elaborando precedentemente. "Il testo è solamente meglio espresso rispetto al precedente". Contrario il voto annunciato da Ignazio Artizzu (An): questo nuovo emendamento e il metodo seguito sono emblematici del tipo di presidenzialismo autoritario del Presidente. Ma non meraviglia tanto l'atteggiamento del Presidente quanto di una parte dei consiglieri della maggioranza: "Il presidente della commissione ha subito una pesante mortificazione". Per Salvatore Amadu (Udc), Si vuole come sempre andare avanti a colpi di maggioranza. "Le modifiche all'emendamento di sintesi iniziale è' una marcia indietro da parte del presidente della commissione". E per Sergio Pisano (Riformatori), l'emendamento riflette bene il percorso confuso del dibattito: un esproprio delle competenze del Consiglio. Di parere esattamente opposto Stefano Pinna (Ps), che ricordando che si tratta di un emendamento che raccoglie le istanze dell'opposizione, ha precisato che si tratta di piccolissime modifiche formali, e che questo emendamento precisa sette punti fondamentali che qualificano le competenze del Consiglio.
Il dibattito è poi proseguito con l'intervento di Pietro Pittalis (Udeur): "La maggioranza non ha preso ordini da nessuno, ingiusto svilire o sminuire il lavoro della commissione". Che vi sia un miglioramento del testo iniziale è l'opinione anche di Peppino Balia (Fas), per il quale tuttavia il problema che il presidenzialismo pone vincoli è evidente: vincoli che si potevano superare col passaggio al parlamentarismo. Critico Silvestro Ladu (Fortza Paris) (Con questo emendamento si volevano bilanciare i poteri del Consiglio ma così non è stato). Voto favorevole quello annunciato da parte sua da Giovanni Battista Orrù (Ds): nella distinzione dei poteri si devono definire con nettezza le funzioni del potere legislativo: si raccolgono inoltre varie proposte dell'opposizione. Opposto il giudizio di Attilio Dedoni (Riformatori): Si tratta di una sintesi negativa, non è una costruzione seria delle prerogative consiliari. Ha invece annunciato il voto favorevole Paolo Pisu (Rc), che ha rigettato le critiche di essere "passati al partito dei presidenzialisti" ed ha ricordato il ruolo importante attribuito al consiglio da questo emendamento. Voto contrario quello annunciato da Alberto Randazzo (Udc) ("Siamo parlamentaristi"), e dal Raffaele Farigu (Misto Nuovo Psi), Non si può rimediare a questa legge con gli emendamenti, "a questo punto meglio scrivere che il Consiglio è un'istituzione superata".
E' quindi intervenuto il Presidente Renato Soru, che ha osservato che mentre si discute di un articolo che riguarda le funzioni del Consiglio non si trova di meglio che parlare di presidenzialismo, annunciando chissà quali fosche previsioni, invece che entrare nel merito dell'emendamento. Quanto all'elezione diretta del presidente già 10 regioni hanno scelto questa via.
Ha replicato Giorgio La Spisa (Fi): proprio entrando nel merito dell'emendamento le modifiche apportate al testo iniziale mettono in evidenza che si vuole porre tutto in capo all'esecutivo: questo dice molto sulla reale volontà di discutere e concordare con le opposizioni. Critico sulle posizioni espresse dall'opposizione l'assessore alle Riforme Massimo Dadea: il confronto anche aspro non può esimere dall'entrare nel merito delle cose, e su questo piano, ha detto in sostanza, non si vedono ragioni valide che possano aver condotto le opposizioni a ritirare le firme dall'emendamento di sintesi.
Posto in votazione, i sì sono stati 46 ed i no 26. L'emendamento è stato quindi approvato. Il dibattito prosegue. (LP)
Sospeso l'emendamento che prevede la rappresentanza paritaria delle donne alla guida delle Asl. Marrocu: vincolo troppo rigido.
Cagliari, 22 febbraio 2007 - Si è parlato soprattutto di rappresentanza femminile nelle istituzioni, a proposito dell'articolo 13 bis della legge statutaria, che parla di nomine. Di "rappresentanza di genere paritaria nelle Asl". Ma l'emendamento, raro esempio bipartisan (a quello del centrosinistra se ne sovrapponeva uno, del tutto simile, del centrodestra), non è stato (per ora) approvato. E' stato sospeso e dirottato su un altro articolo, il 19, che stabilisce le funzioni del presidente della Regione. Non sono ,mancate le polemiche. Da una parte le presentatrici degli emendamenti (335 e 677), che hanno sostenuto (Corrias, Ds, Lanzi, Prc, Barracciu, Ds e, poi, Lombardo, FI) che hanno chiesto il superamento "del gap di genere", tenendo conto che, "secondo le statistiche, le donne sono, per preparazione e studio, superiori agli uomini"; la loro presenza dove si esercitano potere e responsabilità, "sono un atto di giustizia", con alcuni consiglieri a totale sostegno (Uras, Prc, in particolare, per il quale nei confronti delle donne "si consuma un'ingiustizia"; ma anche Sanjust e Pileri di Forza Italia); dall'altra chi, invece, si è dichiarato contro (Pirisi, Ds) perché "c'è molta ipocrisia", il problema "è politico, non giuridico" (Atzeri, Psd'Az) per cui devono essere i partiti a farsene carico, mentre Moro (An) ritira la firma dall'emendamento per evitare "uno sgarbo", tale è l'idea di una norma che funziona da protezione; i mezzo chi (Marrocu, Ds) non è accettabile la rigidità che impone la metà delle Asl in mano alle donne ("Le nomine devono richiedere competenza; non si va in sella solo perché donna") e la proposta di Porcu (Ps) e Pinna, presidente della Prima commissione, si sospendere l'emendamento, valutare meglio il testo e affidarlo ad altro articolo (il 19) più idoneo. E mentre Masia (Fas) ricorda che c'è una legge ferma in Commissione sulla parità di genere negli enti e agenzie regionali(provvedimento che disciplina meglio la materia rispetto a un emendamento), Cugini e Silvio Cherchi (Ds) ritengono che, senza un riferimento di legge, i meccanismi si inceppano e proprio la politica si è finora dimostrata carente. Alla fine gli emendamenti rosa sono bloccati.
In precedenza polemica sull'emendamento di sintesi 808 che aveva riscritto l'articolo 13 (funzioni del Consiglio regionale) liquidando, con un colpo di spugna, tutti gli emendamenti "tarati" sulla vecchia stesura del testo. Un testo - dice Mario Floris (Uds) - contrabbandato come frutto di una difficile mediazione e che invece "è esempio di ipocrisia"; si tratterebbe infatti di un testo che circolava da qualche giorno, proposto dalla Margherita. Sul suo contenuto, Floris manifesta la propria insoddisfazione: testo carente e soprattutto mortificante per il Consiglio, le cui competenze sono abilmente ridotte dall'incalzare del presidenzialismo. Anche Diana (An) protesta: era stata data assicurazione dal vicepresidente Secci che gli altri emendamenti non sarebbero decaduti. Ma il presidente Spissu spiega: il nuovo emendamento è un sostitutivo totale, non un aggiuntivo. Ciò vuol dire che il vecchio testo non c'è più, con annessi e connessi.
Approvato il 13 bis, è la volta del 13 ter, che tratta del controllo dell'attuazione delle leggi e della valutazione degli effetti delle politiche regionali. Un articolo innovativo "che merita più attenzione", lo definisce il presidente della Commissione, perché il riequilibrio dei poteri passa attraverso una funzione di controllo, una specie di controllo a tempo (dopo se o dodici mesi dall'entrata in vigore) sulle leggi per misurare la loro efficacia. Di parere contrario Pisano (Riformatori) il quale si domanda in che modo il Consiglio eserciti il potere, con una Commissione di nuova nomina? Attraverso gli uffici; Diana (An), il quale si chiede che cosa succederà (il testo niente prevede) dopo la verifica e l'eventuale giudizio negativi; Moro (An), che sottolinea come l'articolo "si smarca dal testo insufficiente della Giunta". Valutazione positiva è stata espressa, invece da Orrù (Ds): norme di dettaglio specificheranno meglio lo strumento di indagine. Previste correzioni alle leggi inefficaci. Sempre che siano applicate nei modi dovuti. (adel)