CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 301 del 22 febbraio
2007
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La legge Statutaria: lavori sospesi per mancanza del numero legale
Cagliari, 22 febbraio 2007 - Prosegue in Consiglio regionale l'esame del testo della legge statutaria. I lavori di stamattina si sono aperti sotto la presidenza dell'on. Eliseo Secci. L'on. La Spisa (F.I.), in apertura di seduta, ha chiesto la verifica del numero legale. Constatato dalla votazione che in aula non c'era la maggioranza prevista i lavori sono stati sospesi. Riprenderanno alle 11,05. (R.R.)
La legge statutaria: lavori sospesi per mancanza del numero legale
Cagliari, 22 febbraio 2007 - Alla ripresa dei lavori il presidente Eliseo Secci ha aperto la discussione sull'articolo 13 (Funzioni del Consiglio regionale) e sugli emendamenti.
Il primo ad intervenire nel dibattito generale è stato l'on. Diana (AN) che ha detto che l'articolo 13, che ha la pretesa di riscrivere le funzioni del Consiglio regionale, di fatto non caratterizza l'Assemblea perché non stabilisce i pesi e i contrappesi di poteri necessari tra Giunta e Consiglio. E' un articolo che limita fortemente le funzioni del Consiglio regionale. Giudizio negativo sull'articolo 13 è stato espresso anche dall'on. Moro (AN) che ha detto che già dal primo comma si capisce che il Consiglio regionale ha uno scarso peso. Inoltre, il Consiglio regionale è chiamato a discutere ma non si pronuncia mai perché non è previsto mai che voti. Anche con questo articolo, per l'on. Moro si cuce addosso al presidente della Regione uno "strapotere privo di controlli". Questa legge depotenzializza le funzioni del Consiglio.
L'on. Maninchedda (Fas) partendo dal presupposto che la scelta fatta nella statutaria è una scelta presidenzialista ha posto il problema di come riequilibrare i poteri tra giunta e Consiglio. Tra i poteri riconosciuti al presidente della giunta - ha detto - c'è il potere di nomina e di revoca degli assessori. "Dobbiamo avere chiaro che gli assessori regionali stanno a capo di rami della Pubblica amministrazione e hanno funzioni più ampie rispetto agli assessori comunali che ricevono delle deleghe. Quindi non è possibile equipararli anche perché la giunta è un organo collegiale. In questo quadro - ha chiesto Maninchedda - che ruolo può svolgere il Consiglio regionale? Il meccanismo di verifica da parte delle Assemblee sulle competenze degli assessori potrebbe essere uno strumento adatto a limitare lo strapotere della giunta.
Per questo l'emendamento 322 (Maninchedda e più) aggiunge, tra le funzioni del Consiglio, quella di sottoporre a valutazione gli assessori regionali designati prima della seduta del Consiglio in cui questi devono prestare giuramento. Tale verifica, che si conclude con un voto, avviene davanti ad una commissione appositamente costituita. L'on. Maninchedda ha chiarito che con questo emendamento non c'è nessuna interferenza del Consiglio nella formazione della giunta perché il presidente della Regione anche dopo un parere negativo potrebbe nominare lo stesso l'esponente della giunta. Per l'on. Contu (F.I.) nell'architettura di questo articolo ci sono debolezze a cui si deve porre rimedio per limitare quell'eccesso di potere del Presidente della giunta rispetto al Consiglio. L'on. Contu propone di sostituire nel primo comma le parole "comunità regionale" con "popolo sardo" e di aggiungere anche la potestà regolamentare tra le funzioni dell'Assemblea. Anche per l'on. Contu questo articolo depotenzializza il Consiglio che assume una funzione di "partecipazione ma senza impegno".
L'on. Uras (Prc) ha auspicato una breve sospensione per ottimizzare e ordinare i lavori del Consiglio. Il capogruppo di PRC ha detto che il tentativo di non approvare la Statutaria, da parte delle minoranze, è un'azione che tende al mantenimento del presidenzialismo senza regole. Ma in Consiglio non può attecchire la volontà di ribaltare le decisioni popolari. (R.R.)
Legge statutaria, conclusa la discussione generale sull'articolo che definisce le funzioni del Consiglio regionale.
Cagliari, 22 febbraio 2007 - La necessità di coordinare alcuni emendamenti, dei quali si condivide lo spirito, non la stesura del testo, ha rinviato al pomeriggio i lavori del Consiglio, impegnato nella discussione della legge statutaria. Si discute su uno dei temi centrali: le funzioni del Consiglio regionale, "un'architettura istituzionale importante", l'ha definita Dadea, perché "definisce i contrappesi" per riequilibrare i poteri del presidente della Giunta, per effetto dell'elezione diretta. In realtà uno dei due contrappesi è in mano al popolo (sempre Dadea) attraverso il referendum; l'altro, quello del Consiglio, è l'esaltazione del potere legislativo, di indirizzo e controllo. Separazione netta, comunque, tra esecutivo e Consiglio per evitare una "coamministrazione" che creano confusione nei diversi livelli di responsabilità.
Ma, per l'opposizione, una volta affermato il principio del presidenzialismo con l'elezione diretta del popolo e i "pieni poteri" del capo del governo, il Consiglio è mortificato. Questa legge - dice l'on. Farigu (Misto) - sancisce la mortificazione, che già c'era nel giudizio negativo che il cittadino dà della politica, giudizio che ricade su tutti e manifesta la patologia nel distacco da una classe dirigente che dialoga sempre meno con la gente. Leggere, nel testo della legge, che il Consiglio "discute" il progetto politico, ma non lo "approva" è esempio della sottomissione del Consiglio al presidente, che elargisce un po' di democrazia, quando chiede il parere sui manager dell'amministrazione, "ma dopo la nomina".
L'autonomia dei ruoli, la netta separazione tra esecutivo e legislativo, rappresentano, invece, - ha sostenuto l'on. Porcu (Ps) - una valore aggiunto alla democrazia, una certezza per il cittadino "che sa per chi vota". L'articolo 13 è "molto equilibrato, dà dignità al Consiglio": Inaccoglibile la proposta di chi (emendamento Masia) prevede l'approvazione formale da parte del Consiglio del programma di governo; inaccoglibile perché programma di governo e presidente sono "un tutt'uno" e quel vincolo suona a tutela anche del cittadino. Del resto la legge di contabilità "è più forte" rispetto al contenuto di quell'emendamento, prevedendo che, entro 180 giorni dall'insediamento, la Giunta presenti al Consiglio, perché lo approvi, il Piano regionale di sviluppo elaborato con la coalizione. Anche l'emendamento che prevede il placet del Consiglio sugli assessori è fuori luogo; sui massimi dirigenti è un conto (riguarda le competenze tecniche), ma sugli assessori rischia di confondere la responsabilità della scelta e ad innescare una serie di giochi trasversali, così cari (ancora) alla politica.
I lavori riprendono nel pomeriggio, alle ore 16. (adel)