CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 291 del 13 febbraio
2007
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Prosegue il dibattito sulla legge Statutaria: soppresso l'articolo 2 con quattro emendamenti "trasversali" (uno era della Giunta)
Cagliari, 13 febbraio 2007 - E' ripreso nel primo pomeriggio il dibattito sulla legge statutaria, e l'articolo 2 (Partecipazione popolare) è stato soppresso al termine di una lunga serie di interventi (sia in sede di discussione generale sull'articolo e sui numerosi emendamenti, e sia in sede di dichiarazione di voto). La soppressione dell'articolo 2 fa automaticamente decadere gli oltre cinquanta emendamenti ad esso collegati.
Numerosi gli interventi di critica all'articolo 2 che, rivolto alla partecipazione dei cittadini, affrontava tuttavia nei tre ultimi commi il tema poco condiviso della società dell'informazione telematica.
Critico per primo Luciano Uras (Rc), per il quale intrattenersi nel testo su queste modalità telematiche appare riduttivo del problema della partecipazione; ma anche Giorgio La Spisa (Fi) secondo il quale i commi 2-3-4 sviluppano un percorso assai fuorviante rispetto alle enunciazioni di principio del primo comma: "la partecipazione è cosa assai diversa dall'accesso telematico alle informazioni". A questi interventi ha replicato l'assessore Massimo Dadea (Affari generali e Riforme), il quale ha ricordato che questo articolo era stato anche discusso in Commissione, e successivamente, accogliendo le indicazioni del dibattito secondo cui è più corretto inserire questi principi in sede di Statuto, si è ritenuto utile proporne con un emendamento la soppressione. Su questo argomento oltre tutto era stato presentato fra gli altri numerosi dell'opposizione, un emendamento del gruppo della Margherita per una riscrittura dell'intero articolo, che, dopo la manifestata volontà soppressiva dello stesso esecutivo regionale, per bocca di Francesco Sanna, è stato ritirato.
Insieme a quello della stessa Giunta, vi erano altri tre emendamenti soppressivi presentati dai gruppi dell'opposizione.
In sede di dichiarazione di voto sono intervenuti I consiglieri Pierpaolo Vargiu (Riformatori), ("favorevole alla soppressione anche se gli argomenti di Dadea sono poco convincenti"); Mariano Contu ("Sono favorevole alla soppressione perchè fuorvianti i dettagli di carattere telematico"); Mario Floris (Uds), "Su questo argomento vi è stato un feroce scontro"; Giuseppe Pileri (Fi) ("Non è stato sufficientemente approfondito il tema della partecipazione"); Maria Grazia Caligaris (Sdi-Rnp, che ha annunciato il voto favorevole alla soppressione; Raffaele Farigu (Misto) "Voto a favore degli emendamenti soppressivi per evitare gli obiettivi collaterali insiti"); Roberto Capelli (Udc) ("Ottima la critica di azione igienico legislativa").
A favore della soppressione dell'articolo 2 anche i consiglieri: Giovanni Battista Orrù (Ds), "E' questo uno dei punti su cui c'è condivisione se non unanimità": Luciano Uras (Rc) "riduttiva la trattazione del tema della partecipazione popolare con la sola telematica"; Stefano Pinna (Ps) "La partecipazione di cui si parla è in linea con art 15, ma sì alla soppressione dell'art. 2"; Sergio Pisano (Riformatori) "La partecipazione non può essere confinata entro i limiti dell'art. 2"; Giovanni Moro (An) ("Bisogna portare in aula una legge più organica, sopprimere l'art. 2"); Silvestro Ladu (Fortza Paris) "Un'idea della partecipazione del tutto sbagliata"; Mario Diana (An).
"Questo articolo non può certo assicurare la partecipazione popolare".
La votazione finale è stata per la soppressione a larghissima maggioranza.
La discussione continua sull'articolo 3. (LP)
Legge statutaria: lungo dibattito sull'articolo 3, che sarà soppresso. Si parla di comunicazione e di poteri.
Cagliari, 13 febbraio 2007 - Tre ore di discussione sull'articolo 3, che non c'è, nel senso che la Giunta ha presentato un emendamento soppressivo totale. Come per l'articolo 2. Ma non è stata una semplice esercitazione oratoria. I temi sono di spessore e meritano, comunque, una riflessione. C'è chi lamenta il fatto che la Giunta abbia annunciato in partenza la volontà di cassare l'articolo che recita "legalità, imparzialità, efficienza e trasparenza dell'azione amministrativa". Il provvedimento toglierebbe vivacità al dibattito, aperto dall'on. Maninchedda (Fas), che ha sottolineato come, tra modifica del titolo quinto della Costituzione e sistema elettorale, il potere di chi governa "tracima" e "lede i diritti individuali". Il sistema innovativo si rafforza e mantiene "i ferri vecchi dell'amministrazione". L'obiettivo di proteggere l'istituzione ha un effetto evidente: ci si dimentica del cittadino a protezione del quale le istituzioni sono concepite. La concentrazione delle risorse per la comunicazione istituzionale nelle mani del presidente della Giunta sono un'arma eccezionale, che orienta l'opinione pubblica. Chi non ha risorse è tagliato fuori, situazione - questa - che vive l'opposizione. A complicare l'assetto generale, la difficile separazione tra comunicazione e propaganda, che, ovviamente, allarga i confini del potere. Argomento del quale è opportuno parlare, ma che la "censura" dell'emendamento soppressivo liquida.
In realtà non esiste un soggetto che controlli la neutralità dell'informazione; lo ha detto l'on. Vargiu (Riformatori), ricordando come l'emendamento della Giunta non consente il dibattito su un problema acuto, la possibile commistione tra potere politico e informazione. I Riformatori intendevano inserire - nell'articolo 3 - due interventi ritenuti utili alle garanzie da offrire al cittadino: il difensore civico e un sistema di valutazione d'impatto delle leggi non solo sul tessuto economico, ma anche sull'assetto culturale.
Ma il primo passo verso un facile accesso all'informazione è dato - ha sostenuto l'on. Moro (An) - dalla semplificazione delle leggi e dai testi unici che evitano percorsi complicati. Invece, a parte la tortuosità delle leggi, ci sono reticenze di fondo sulle quali il cittadino inevitabilmente inciampa, primo: perché c'è confusione tra governare e gestire; secondo, perché la politica non si occupa di contabilità e dovrebbe far capire che il rapporto fra costi e qualità non può essere orientato al risparmio (la qualità dei servizi dimostra l'insoddisfazione degli utenti e la necessità di garanzie sui livelli minimi).
Difficile, dunque, "ragionare su un articolo destinato a essere cancellato" e molti i tempi che ad esso conducono, in particolare quello del pluralismo: dall'editoria locale ai piccoli giornali periodici, dalle radio alle tivù private, garanzia per opporsi ai poteri forti. Lo ha sostenuto l'on. Caligarsi (Sdi-Rnp), ricordando che un suo emendamento affrontava un altro grande tema: la parità di genere nell'azione amministrativa.
Dibattito vanificato dall'emendamento della Giunta che "ruba" il mestiere all'opposizione: demolisce. Per l'on. Diana (An) il dibattito è stato vanificato ed "a poco servono le considerazioni fatte dai colleghi". Ma cancellando articoli "scomodi" e facendo decadere decine di emendamenti, si compie "un atto di furfanteria politica", poiché non si consente all'opposizione di intervenire e il lavoro di questi giorni viene cancellato. Ma Diana non abbassa la guardia: ci sarà la Finanziaria a misurare il ruolo politico delle minoranze.
C'è paura di un presidenzialismo duro e del fatto che, concentrando nelle mani del presidente il potere, si metta in discussione la democrazia? Qualche consigliere e qualche forza di maggioranza chiedono una riflessione più attenta? Ma le deleghe sono esercitate correttamente dal presidente. La Maggioranza non è stata attenta allora, oggi appare inutilmente infastidita. Come rimediare? Dimostrando che l'aula è sovrana. Bocciando parti della legge o di proposte della Giunta. La politica chiede per sé anche la gestione amministrativa (legge 31) togliendola ai dirigenti. Si sta consumando un golpe che una legge (la statutaria) di basso profilo legittimerà.
Apprezzamento per la decisione della Giunta "di tornare sui suoi passi" ha espresso l'on. Farigu (Socialisti) per il quale la eliminazione degli articoli 2 e 3 "riconducono il disegno di legge al pieno rispetto dell'articolo 15 dello Statuto", che non può essere interpretato in maniera estensiva. Ma ci sarebbe da fare altra pulizia - ha aggiunto - depurando il testo da "oziose ovvietà", come l'impegno a perseguire la legalità o a riaffermare la democrazia. Si usa la parola per nascondere il pensiero (Tayllerand) e la comunicazione al cittadino non sembra intesa nel senso di accrescerne i saperi, quanto nell'interessi verso gli strumenti che danno informazione.
In coda all'articolo 2 (soppresso), l'aula aveva bocciato tutti gli emendamenti aggiuntivi (tre dell'on. Caligaris su istituti di garanzia dei cittadini, organismi di consulenza della Regione e sussidiarietà sociale; ed uno del centro destra). (adel)
Soppresso anche l'articolo 3. Mancato il numero legale si riprenderà fra 30 minuti
Cagliari, 13 febbraio 2007 - Anche l'articolo 3 è stato soppresso al termine di una votazione a scrutinio palese elettronico che ha approvato tre emendamenti (anche qui uno presentato dalla Giunta) per la eliminazione di questo articolo.
In precedenza nel corso della discussione generale sull'articolo e sugli emendamenti erano intervenuti il consigliere Mariano Contu (Fi) e l'assessore Massimo Dadea (Affari generali e riforme).
Contu si era soffermato a lungo sui principi della informazione e della conoscenza degli atti dell'amministrazione regionale da parte dei cittadini, ricordando che "è difficile attivare principi fondamentali se poi questi non vengono posti in atto"; "su certi principi non è ammissibile qualsiasi leggerezza".
L'assessore Dadea, replicando a molti interventi critici, ha ricordato che la discussione in commissione e poi in aula nel dibattito generale ha posto alcune esigenze che la Giunta ha riconosciuto e quindi accolto. In primo luogo la necessità di riportare la statutaria entro i principi dell'articolo 15 dello Statuto. "In conseguenza di questo tutti ni principi generali sono stati espulsi dalla Statutaria perchè di pertinenza dello Statuto". Ecco perchè la necessità degli emendamenti soppressivi degli articoli 2 e 3.
La discussione è quindi proseguita con le dichiarazioni di voto. Paolo Maninchedda (Fas) ha annunciato l'astensione ricordando che la disciplina degli aspetti reali di una materia devono tuttavia avere un fondamento su un principio generale enunciato nello stesso corpo legislativo.
Per Mario Floris (Uds) che si è detto contrario alla soppressione dell'articolo, non si doveva portare in aula la Statutaria e tanto meno la Giunta poteva mettervi mano a causa di un evidente conflitto di interessi.
Giovanni Pileri (Fi), ha a sua volta annunciato l'astensione, saltato l'art. 1 e soppressi il 2 ed il 3 che resta? E si è soffermato sulla materia dell'articolo 4 cioè i referendum che vengono assai indeboliti.
Per Mario Diana (An), l'articolo tre deve essere soppresso in quanto tutto ciò che non rientra fra i principi dell'art. 15 dello Statuto non può trovare spazio nella Statutaria.
Per l'astensione anche la dichiarazione di voto di Giuseppe Atzeri (Misto-Psd'Az) che ha espresso soddisfazione nel sentire "la remissione dei peccati da parte dell'assessore Dadea".
Contrario alla soppressione invece Pierpaolo Vargiu (Riformatori): "cadono in questo modo emendamenti importanti. Sarebbe importante che venissero recuperati in altra parte della legge".
Contrario alla soppressione anche Nicolò Rassu (Fi), "Necessaria maggiore serenità di giudizio", mentre Roberto Capelli (Udc) ha preannunciato il suo si: "vedo che l'assessore è ora pienamente d'accordo con noi". Infine favorevole alla soppressione anche Stefano Pinna (Ps) presidente della 1 Commissione per il quale "la commissione ha lavorato con rigore ed aveva deciso di accantonare il preambolo per essere più aderente all'art. 15. Tuttavia proprio la Costituzione consente che si affianchino a contenuti ritenuti indispensabili altri contenuti possibili".
Gli emendamenti soppressivi sono stati infine approvati e l'art. 3 è stato soppresso, facendo decadere numerosi altri emendamenti, tranne il n. 449 Diana e più), sulla libertà di stampa. La votazione conseguente su questo emendamento ha messo in evidenza la mancanza del numero legale e la seduta è stata sospesa per 30 minuti. (LP)
Il dibattito sulla legge statutaria. Manicnhedda: la tecnologia modifica il sistema democratico. Salvaguardare il pluralismo è materia da non omettere. Si parla di referendum.
Cagliari, 13 febbraio 2007 - Il Consiglio ha iniziato la discussione dell'articolo 4 della legge statutaria, le disposizioni generali in materia di referendum. L'on. Maninchedda (Fas) ha ripreso il discorso sull'esercizio e sul riequilibrio oggi nelle mani di chi governa. La tecnologia - ha detto - modifica il rapporto democratico fra istituzioni e cittadini. Impedire l'oligarchia e, ancora di più, il monopolio dell'informazione è un problema al quale bisogna guardare con particolare attenzione. Ma, prima di tutto, bisogna stabilire se è un problema da legge statutaria oppure no. A suo giudizio, sì ed è indispensabile che si mettano paletti precisi stabilendo chi controlla il controllore. Il flusso d'informazioni di carattere amministrativo (procedure, moduli, eccetera) non è in discussione. La discussione si apre su un possibile strumento di propaganda; su come usare, cioè, lo strumento dell'informazione in mano a chi governa. Senza i paletti, la pluralità è in pericolo e poco conta, ad esempio, nei referendum, abbassare la soglia delle firme necessarie (si rischia di aprire la porta al populismo). Se il referendum è strumento democratico (e va inteso come tale, cioè di facile accesso dei cittadini), quello che conta è la difesa del pluralismo, oggi fortemente a rischio.
Ha chiuso la serie degli interventi l'on. Capelli (Udc), ribadendo il concetto, più volte espresso, che la legge statutaria deve prevedere i contenuti indicati dall'articolo 15 dello Statuto, evitando intrusioni che potranno essere argomento di altre iniziative di legge ordinarie. A proposito delle disposizioni generale sui referendum la distinzione proposta dalla Commissione fra propositivo e consultivo (differenza di quorum) non sembra sensata. Meglio la proposta della Giunta che non fa distinzioni.
I lavori riprenderanno domani mattina alle 10. (adel)