CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 286 del 7 febbraio 2007
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Prosegue il dibattito generale sulla legge statutaria. Invito al dialogo, ora che "il corto circuito" dell'assemblea (occupazione dell'aula) è stato riparato (Uggias). Ma la minoranza (Capelli) replica: non si discute con vincoli di tempo e con la spada di Damocle della Finanziaria.
Cagliari, 7 febbraio 2007 - Invito al dialogo. La legge statutaria non può nascere senza l'unità, figurarsi con le contrapposizione. Sono regole che avranno vita non breve e devono essere valide per tutti, maggioranza e minoranza. Si potrebbero riassumere così i toni dei primi due interventi della discussione generale sul provvedimento di legge rinforzata che hanno aperto la seduta del mattino ) presidente l'on. Secci) con inevitabili differenze: la maggioranza (Uggias, Margherita) ha fretta di concludere; la minoranza no, anzi giudica necessario (Capelli, Udc) una riflessione a tutto campo e senza logiche di schieramenti. Per tutti, comunque, "la spada di Damocle" della Finanziaria, il cui ritardo (prevista per oggi l'approvazione da parte della Giunta) non fa bene all'economia e alle aspettative dei sardi
L'on Uggias ha apprezzato che sia stato ripara il "corto circuito" che aveva portato allo scollamento tra le coalizione e all'occupazione ("per questioni di principio", Capelli) dell'aula consiliare. L'argomento è importante, indispensabile che al dialogo partecipino tutti, "soprattutto la minoranza che rappresenta la coscienza critica". La porta è aperta e la minoranza trovi le strade trovi il modo di tutelarsi di più: l'occasione è "storica" per rivedere le regole per far crescere il peso dell'opposizione. Non insista su posizioni di rottura e non valuti come un successo il "non aver consentito", dando l'impressione di essere ostile alle riforme. Presidenzialismo si o no? Le due correnti di pensiero sembrano inconciliabili, in realtà può nascere una posizione intermedia e si può pensare a qualche correttivo, per rafforza il Consiglio e i sui organismi. E - ha aggiunto Uggias - non limitiamo il dibattito alla diaspora Presidente o Consiglio; occupiamoci anche degli assessori (come indica la legge costituzione 2/01), considerati la cerniera importante tra i due poli di interesse, ai quali va data maggiore dignità e in caso di dimissioni o licenziamento in tronco (se consiglieri devono mantenere la titolarità del posto) espulsi "come corpi estranei". E' una ipotesi; valutiamola insieme - ha concluso - e troviamo la soluzione più utile per tutti.
D'accordo su un dibattito a tutto campo, ha detto l'on. Capelli, formulando, in apertura d'intervento, un atto d'accusa nei confronti del suo partito (Udc): "Non conosco l'indirizzo che dà sull'esame della statutaria"; si discuta in aula e non in Commissione, senza vincoli di tempo. Con questo spirito - precisa - sono stati presentati gli emendamenti; anche quelli soppressivi riferiti agli articoli 2 e 3, che cono propositivi perché i due articoli citati "non c'entrano". La proposta è nota: si sospenda la statutaria, si affronti la Finanziaria, si riprendano i lavori, decidendo anche sullo Statuto per evitare pericolose fughe in avanti, ai limiti della costituzionalità e legittimità. Quel crisma di costituzionalità che sembra mancare (come nella legge salvacoste) quando il potere regolamenta, che è consiliare e deve restare in capo al Consiglio viene assegnano (non delegato) alla Giunta. Presidenzialismo o parlamentarismo? Non è un discorso da liquidare senza ampia e meditata riflessione per approvare una legge statutaria che sia in linea con la democrazia e il pluralismo. Iniziamo, intanto, a dimostrazione di questa buona volontà bipartizan, a eliminare le norme intruse. (adel)
Prosegue il dibattito generale sulla legge statutaria.
Cagliari, 7 febbraio 2007 - Dopo l'intervento dell'on. Capelli ha preso la parola l'on. Gallus (Fortza Paris) che ha dato un giudizio fortemente negativo sul testo della statutaria. Questa proposta - ha detto - non soddisfa quanti si sarebbero aspettati un testo che esaltasse lo spirito autonomistico. Per l'esponente di Fortza Paris, nel testo emerge un aumento del distacco della giunta dal Consiglio, dagli enti, dalla gente. Inoltre, si rafforza, in maniera inconcepibile, la teoria centralistica che pone la Regione al di sopra degli altri enti regionali. Insomma, è una legge che potrebbe andare bene per una qualsiasi regione italiana a regime ordinario e che "mortifica" la nostra specialità. Inoltre, il concetto di popolo sardo viene ridotto a semplice comunità, agli enti locali non viene conferito nessun potere ulteriore, il Consiglio regionale è solo uno spettatore che deve prendere atto degli atti decisi dalla giunta, si accresce il potere del presidente della Regione che è sempre più "l'uomo solo al comando", viene prevista una mozione-censura per i singoli assessori come se godessero di chissà quali poteri. Per l'on. Gallus il testo in commissione non ha modificato né lo spirito né la ratio originarie: si tende sempre a rafforzare il potere del presidente della giunta. Preoccupazione anche per il referendum le cui norme introdotte dalla legge .non facilitano ma ostacolano la partecipazione popolare. Davanti a questo testo "monco", il consigliere si augura che la maggioranza ragioni e che si trovi un dialogo con la minoranza perché le riforme siano largamente condivise. Gallus ha chiesto al centrosinistra di ritirate la legge e di aprire un dialogo anche sulla legge elettorale e sullo statuto. Le vere priorità rispetto alla statutaria.
L'on. Masia (Fas) ha ricordato che la maggioranza sta cercando di colmare dei ritardi in un settore fondamentale come le riforme. Non si può perdere l'occasione di dare alla Sardegna uno statuto, una legge statutaria, una legge elettorale. Sono temi fondamentali per il futuro della Sardegna su cui c'è la necessità di discuterne tanto e senza limitarne i tempi. Per il presidente della commissione Sanità si deve difendere la nostra specialità, infatti dopo la modifica dal titolo V, l'autonomia delle regioni a statuto ordinario si è rivelata maggiore della nostra a statuto speciale. E' preoccupante che stia venendo meno la specialità e che si vada verso una parificazione con le altre regioni. L'on. Masia ha detto di condividere la legge statutaria non solo per i contenuti, ma anche per il modo con cui si sta portando avanti. Mi pare inopportuna - ha aggiunto - qualsiasi accelerazione improvvisa. Credo che un'ampia condivisione sia necessaria. Il consigliere ha auspicato, per affrontare in maniera migliore argomenti di questo spessore, il ritrovamento di un clima di grande serenità anche per capire che cosa è meglio per la nostra isola. Sulla forma di governo, infatti, il dibattito è acceso: è meglio il sistema presidenziale o quello parlamentare? Quello che è certo è che è necessario fare delle profonde revisioni. In questa legge occorre inserire una formula che serva a riequilibrare il potere del presidente della regione. I metodi possono essere tanti: si parla di vicepresidente, di metodi per evitare che gli assessori non siano ostaggio del presidente della giunta. Sono convinto - ha continuato - che nessuno vuole rafforzare il potere oligarchico, e che tutti vogliamo evitare forme di abuso. Io credo che sarebbe più opportuno far eleggere il presidente della giunta dal Consiglio regionale. Ma dobbiamo discuterne perché a questo punto l'esame di questa legge non può essere interrotto e solo con un dialogo costruttivo si può trasformare una proposta di legge "monca", a volte in contraddizione, a volte in conflitto con se stessa in una legge di vera riforma.
L'on. Moro (AN) ha sottolineato che nonostante il legislatore tenda a garantire il bilanciamento tra il potere legislativo e quello esecutivo, in Sardegna si va in controdenza. Il processo che ha portato alla legge statutaria è stato strumentalizzato per imporre un modello presidenzialista ancora più spinto. Per l'on. Moro il testo licenziato dalla commissione è frutto di "indebite" pressioni esercitate dal presidente della Regione sulla commissione Autonomia. Questo ha portato ad alcune "imprecisioni o dimenticanze". Si evita, per esempio, con la massima cura di usare il termine di "indirizzo". Per Moro senza questa parola anche il termine "controllo" è solo un termine di facciata. In Italia il potere di indirizzo è presente in Toscana, in Umbria, in Emilia Romagna (dove il Consiglio può addirittura portare modifiche al programma di governo) che sono tutte regioni dove governa la sinistra dal dopoguerra. Il consigliere di An sostiene con forza che il riequilibrio dei poteri non è un'astrazione giuridica ma un cardine su cui basare le riforme. Invece, quello che il presidente della Regione ha imposto alla commissione è un "disequilibrio". Il risultato è che davanti al Consiglio è arrivata una pessima legge ad personam che favorisce una sorta di autocrazia che è l'esatto contrario della democrazia. Queste non sono le riforme che i sardi si attendevano - ha concluso - anzi non sono nemmeno riforme.
L'on. Corrias (D.S.) ha ricordato che la discussione di questo DL arriva in aula dopo un lungo e approfondito dibattito in commissione. Il percorso scelto - ha detto la consigliera diessina - è stato improntato al dialogo perché siamo consapevoli che le riforme "non si fanno a colpi di maggioranza". Le riforme devono essere patrimonio di tutti e slegate dal contingente: una legge come questa non può essere una legge di legislatura ma deve essere una legge proiettata verso il futuro. Sulla scelta tra presidenzialismo e parlamentarismo l'on. Corrias è stata chiara: non sembra che al momento ci sia il clima politico per una riedizione delle passate forme di governo. In questi due anni la differenza sostanziale rispetto al passato è stata che il presidente e la giunta hanno potuto esplicare le prerogative che la legge gli conferisce.
Plauso per il lavoro fatto in commissione Autonomia: da un articolo previsto per il Consiglio si è passati a cinque. Le integrazioni rafforzano e precisano le funzioni proprie del Consiglio. Anche sulle questioni di genere il lavoro è stato notevole. La legge prevede la presenza di almeno un terzo di donne in Consiglio "beata quella democrazia dove le questioni di genere non verranno più trattate come questioni sindacali". L'on. Corrias ha detto che spera di sbagliarsi sull'atteggiamento della minoranza che, secondo lei, ha deciso di non partecipare attivamente alla costruzione del percorso delle riforme. Una società sana sa affrontare le sfide del confronto e della modernità e il legislatore deve prevedere quello "sparpagliamento dei poteri" che mira a coniugare efficienza del sistema e libertà dei singoli. (R.R.) SEGUEProsegue il dibattito generale sulla legge statutaria. Confronto fra presidenzialisti e parlamentaristi
Cagliari, 7 febbraio 2007 - Prosegue la discussione generale della Legge Statutaria ed appare sempre più evidente il confronto in atto fra presidenzialisti e parlamentaristi che pone una questione di trasversalismo all'interno del Consiglio.
Per Oscar Cherchi (Uds) "Annunciata come la legge che avrebbe dovuto accrescere la partecipazione dei cittadini", rischia in realtà di rivelarsi un provvedimento "tutto sbilanciato verso il presidenzialismo derubricando di fatto il ruolo del Consiglio regionale". Sottolineando che è pur vero che l'elezione diretta del presidente accresce i suoi poteri, tuttavia questo non può essere compatibile con un equilibrio fra ruolo di governo e ruolo del parlamento; diverso invece, ha detto, quando "viene sancita la potestà di scioglimento anticipato del consiglio a seguito delle dimissioni del presidente, fatto che sbilancia fortemente i poteri sul versante del governo". Secondo Cherchi i danni sono evidenti già oggi, ma "questi verrebbero fortemente amplificati: il passaggio fondamentale dovrebbe essere a partire dallo Statuto per rinegoziare i poteri con lo Stato". Critico Cherchi anche per quanto riguarda le modifiche al meccanismo referendario: "si snatura l'unico vero strumento di democrazia diretta a disposizione".
"Sono parlamentarista. Sono proporzionalista". Così Salvatore Serra (Fas) per il quale il presidenzialismo, che qualche aspetto positivo può mostrare, non è certamente il sistema migliore di rappresentanza. Sottolineando come la Prima commissione "abbia lavorato bene", Serra ha ricordato che è necessario approvare la statutaria ma con opportune modifiche. "L'obiettivo è creare rapidamente migliori condizioni di vita per i sardi", per questo occorre approvare "in fretta ma bene" la statutaria per evitare "il dilatarsi dei tempi dell'esercizio provvisorio". Secondo Serra, portare in discussione la statutaria prima delle finanziaria è stato un errore. Ma sarebbe più grave ora se per evitare eccessivi ritardi della finanziaria si agisse nella fretta. "Ma non ci si scandalizzi -ha dichiarato- se emergessero posizioni trasversali all'interno del Consiglio: si punti a una legge di pacificazione, ma non su abbia paura di dividersi: è possibile correggere la statutaria riducendo gli squilibri fra presidente e consiglio".
Breve interruzione del dibattito sulla statutaria per alcuni interventi sull'ordine dei lavori (Cherchi Oscar e Matteo Sanna), che hanno lamentato il nuovo rinvio dell'insediamento della Commissione speciale sulla Pubblicità istituzionale, che come ha spiegato il presidente di turno On. Nicolò Rassu, è stata determinata dall'impossibilità a essere presente da parte del Presidente del Consiglio a causa di una indisposizione.
E' quindi intervenuto sul dibattito generale Attilio Dedoni (Riformatori) per il quale il tema in discussione "travalica gli steccati fra maggioranza e opposizione, perchè si parla di livelli istituzionali e di rappresentanza". Secondo Dedoni, quello vissuto in questi anni è un bipolarismo insufficiente e inadeguato, ma la proposta di legge approvata costituisce una forzatura della maggioranza. "Questa legge statutaria è dichiarata dalla maggioranza falsamente fondamentale e rafforzata". Schierandosi a favore del presidenzialismo, Dedoni ha tuttavia precisato: "un presidenzialismo non oligarchico e in solitudine con tutti i poteri accentrati sul presidente". Per Dedoni "sulle riforme non si possono fare leggi a cottimo, le riforme serie si fanno discutendo e approfondendo". Ed ha concluso affermando che dal punto di vista costituzionale l'elezione non contemporanea di governo e parlamento non ha preclusioni e non si vede perchè non si possa prevedere.
I lavori della mattinata sono stati conclusi dal neo consigliere Pileri (FI), per il quale la Regione "appare oggi come una nave che procede nella nebbia con un comandante autoritario, ma senza una meta certa". Quanto alla affermazione posta nella relazione della giunta all'attuale proposta di legge: "con questa legge vi è un di più di sovranità", Pileri si è chiesto: "quale sovranità? Quella del Consiglio o del governo?". Secondo il rappresentante di Forza Italia preoccupa "l'accentramento dei poteri sul presidenter, e la Consulta di garanzia prevista in legge interferisce con i poteri della Giunta delle elezioni". Critico quindi sul fatto che gli assessori nominati e non eletti non hanno una adeguata rappresentanza. "Vogliamo un presidente stabile -ha concluso- ma all'altezza del mandato, non vogliamo semplicemente un Presidente".
La seduta è stata quindi sospesa e riprenderà nel pomeriggio alle ore 16.
(LP)