CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 255 del 7 dicembre 2006

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"Autorità di garanzia per le persone private delle libertà personali", via alla discussione della legge

Cagliari, 7 dicembre 2006 - E' cominciata la discussione della proposta di legge n° 59, "Istituzione dell'autorità di garanzia a favore dei detenuti". Un provvedimento che partendo dall'analisi delle gravi condizioni di vita nelle carceri sarde, intende istituire un organismo che, senza sostituirsi al Tribunale di sorveglianza, vigili sul rispetto dei diritti umani all'interno del sistema penitenziario e delle varie dichiarazioni internazionali a favore dei diritti della persona. In particolare il provvedimento si propone di promuovere gli strumenti necessari per migliorare le condizioni di detenzione, attivare forme di controllo nei luoghi di privazione della libertà personale, favorire meccanismi di tutela dei diritti fondamentali delle persone detenute.
La relazione introduttiva dell'on. Vincenzo Floris (Ds) ha aperto la seduta (presieduta dal Vice presidente on. Eliseo Secci). Una relazione che ha illustrato la grave situazione del sistema carcerario e le condizioni di gravissima precarietà al suo interno per le condizioni di vita spesso incivili. "Per questi motivi -ha detto Floris- il presente progetto di legge è particolarmente importante, e introduce elementi di modernità in linea con il dettato della Costituzione". Sottolineando l'esigenza di una "umanizzazione della pena senza discriminazioni di nessun tipo", come impongono tutte le convenzioni internazionali ed a livello comunitario, per la salvaguardia dei diritti umani, Floris ha ribadito in particolare le raccomandazioni europee "sul tema delle discriminazioni di carattere razziale o di sesso, o di religione". A questo riguardo ha citato il dato eclatante per il quale il 50 per cento della popolazione carceraria nel Paese è costituito da immigrati provenienti dal terzo mondo. "Una società moderna ed evoluta -ha continuato Floris- non può rinunciare a operare per la difesa dei diritti umani nei luoghi di detenzione e favorire il reinserimento nella società". Ha quindi illustrato per sommi capi la proposta di legge.
"Tutela e rispetto dei diritti dei detenuti sono una priorità per una società civile", ha affermato da parte sua l'on. Maria Grazia Caligaris (Sdi-Rnp) che ha ricordato quanto difficili siano le condizioni di vita all'interno del sistema carcerario in genere, ed in particolare di quello sardo. "Le carceri sono oggi un serbatoio di persone soprattutto provenienti dalle fasce deboli della società, e lo si deve alla responsabilità degli agenti di custodia se vengono mantenute il più possibile condizioni minimamente accettabili". Sottolineando il grave malessere all'interno degli istituti di pena, al problema della droga in carcere, al fatto che "persino si sniffa il gas delle bombolette dei fornellini per riscaldare il cibo", Caligaris ha affermato che "l'istituzione della figura del Garante acquista una valenza di grande significato", anche in considerazione dei passi già fatti dalla Sardegna con la sigla del protocollo d'intesa per "la regionalizzazione della pena".
Fortemente a favore di questo provvedimento Paolo Pisu (Rc), che ha manifestato "piena soddisfazione perchè la legge arriva finalmente all'esame dell'aula. Una legge fondamentale perchè "riguarda persone e soprattutto persone in condizione di grande debolezza". Il problema delle condizioni nelle carceri è gravissimo, ha detto Pisu, e l'indulto ne ha affrontato solamente un aspetto, quello del sovrafdfollamento. Ma le questioni che solleva la situazione carceraria sono più ampi, e vanno dalle condizioni spesso disumane della vita carceraria al reinserimento nella società. Avviandosi a conclusione l'on Pisu ha ribadito la necessità che vengano applicati i protocolli firmati dalla Regione, ed in particolare quello relativo alla regionalizzazione della detenzione.
Una legge che viene da lontano, ha sottolineato Nazareno Pacifico (Ds), ricordando che il progetto di legge fu presentato la prima volta sul finire della scorsa legislatura, proprio per affrontare il malessere riscontrato nel sistema carcerario a seguito dei sopralluoghi fatti dalla Seconda commissione. Un problema sempre di grande attualità, ha ricordato Pacifico, ma che riguarda tutto il Paese. "L'Autorità di garanzia -ha detto Pacifico- non intende certo sostituirsi al giudice di sorveglianza, ma si dovrebbe porre come organismo intermedio". Le condizioni del sistema hanno fatto negli ultimi anni importanti passi avanti, non sono certo come quelle di sette anni fa, ha aggiunto. Ma molte cose sono ancora da fare, e un Garante quale quello che si propone è una figura di grande importanza. Il dibattito prosegue. (LP)

Concluso il dibattito generale. Il Consiglio convocato a domicilio.

Il dibattito generale è proseguito con l'intervento dell'on. Diana (An) che ha detto di essere assolutamente contrario a questa legge che interferisce in maniera grave su competenze che sono della magistratura. L'esponente di Alleanza Nazionale ha affermato che la maggioranza sta creando una "aberrazione", una legge piena di contraddizioni, che sarà impugnata anche dalla Corte Costituzionale. Inoltre, con questa legge si mina la sicurezza della Sardegna. Per Diana i problemi del settore carcerario non si risolvono certo con l'istituzione del Garante e, pertanto, ha invitato i proponenti a ritirare la proposta di legge. Anche l'on. Vargiu (Riformatori) ha espresso perplessità sul testo che presenta alcune incogruenze che devono essere chiarite. Il capogruppo dei Riformatori ha detto di condividere lo spirito della legge che è quello dell'umanizzazione delle carceri e di creare un'ulteriore tutela per la popolazione carceraria. Per Vargiu è necessario esaminare bene la proposta di legge anche dal punto di vista finanziario perché i 180.000 euro previsti non basterebbero neanche per pagare le tre persone che faranno parte dell'autorità garante. Per Vargiu è necessario un breve richiamo in commissione per limare e verificare le incongruenze anche perché una legge a così alta valenza umanitaria merita l'unanimità del Consiglio. Per la giunta è intervenuto l'assessore alle Riforme Dadea che ha sottolineato l'importanza dell'argomento anche vista la drammatica situazione delle carceri isolane. L'esponente della giunta ha sottolineato che è necessario che il Consiglio faccia un'analisi attenta sui problemi dei detenuti anche alla luce dell'articolo 27 della Costituzione. La Proposta di legge è stata definita dall'assessore come "un'opera meritoria", condivisibile e può costituire una pagina di civiltà e di democrazia. Prima di votare il passaggio agli articoli l'on. Marrocu (Ds) ha chiesto una breve interruzione per un'interlocuzione sulla legge con tutte le forze di maggioranza e di minoranza. Si è concordato di sospendere i lavori per un quarto d'ora, ma alla ripresa l'on. Marrocu ha detto che era necessario altro tempo per terminare l'interlocuzione. Il presidente Eliseo Secci ha interrotto i lavori e ha convocato il Consiglio a domicilio. (FINE)