CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 247 del 27 ottobre 2006
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Formazione professionale, no alle mozioni Sanjust e Dedoni
Approvata la legge per il riavvio della miniera di Silius
Cagliari, 27 ottobre 2006 - Le mozioni sulla formazione professionale (n° 98 Sanjust e n° 100 Dedoni) al centro della prima parte dei lavori del Consiglio, presieduta dal vice presidente on. Eliseo Secci (il precedente ordine del giorno ha avuto una modifica con l'inserimento al secondo punto di un disegno di legge urgente per "Il riavvio della miniera di Silius" ). Formazione professionale che tante polemiche, come ha sottolineato nella presentazione della propria mozione il primo relatore on. Carlo Sanjust (FI) ha scatenato negli ultimi mesi. E proprio contestando quella che a proprio giudizio sono le scelte deleterie della Giunta e del presidente Soru ha detto che "fin dall'inizio si è visto chiaramente il disegno di distruggere il settore della Formazione professionale". Un intervento fortemente critico quello del rappresentante di Forza Italia, che ha confidato "di aver atteso fino agli ultimi giorni scorsi nella speranza che gli accordi istituzionali potessero rivelare fatti nuovi", ma così non è stato. Nell'accordo istituzionale, ha accusato Sanjust, "vi sono solamente provvedimenti tampone, c'è solo la cassa integrazione". Non basta: "la Cassa integrazione è limitata solamente ai lavoratori ultracinquantenni ed è circoscritta solamente ai grossi enti della formazione, cioè quelli con più di 15 dipendenti". E, per Sanjust, come se non bastasse "la cassa integrazione viene concessa comunque per due soli mesi". Per il presentatore della mozione è evidente "il clima ostile basato su calcoli ragionieristici. Occorre distinguere fra i veri responsabili delle cattive gestioni della formazione ed i lavoratori". Ed infine, rivolgendosi direttamente all'assessore al Lavoro, Maddalena Salerno: "Assessore si dimett6a -ha esortato Sanjust- non c'è alcuna volontà di mettere veramente ordine nel settore".
Il dibattito è quindi proseguito con l'intervento del presentatore della seconda Mozione Attilio Dedoni. (LP)
Il dibattito sulle mozioni del centrodestra sulla situazione di crisi della formazione professionale. Una nuova legge per ridefinirne compiti e modalità. Unanime la volontà espressa dall'aula: nessun lavoratore deve perdere il posto.
Cagliari, 27 ottobre 2006 - Più luci che ombre in passato, ma, in generale, la formazione professionale è stata utile ai sardi, creando prospettive di lavoro. Esperienze e competenze non possono essere disperse, che se ha bisogno di una nuova disciplina, che si integri meglio con la formazione scolastica, alla quale non può essere alternativa. Questo il senso del dibattito sulle due mozioni (Sanjust e Dedoni) presentate dal centro destra.
Il momento di crisi del settore (ma anche dell'economia sarda; "affermare, come fa Soru, che il disagio economico è frutto della fantasia del giornalisti, appare fuoriviante rispetto a una realtà spesso dai risvolti drammatici") e la possibile relazione con strumenti che garantiscano ai giovani un mestiere sono stati illustrati dal firmatario della seconda mozione, l'on. Dedoni (Riformatori). Il futuro della formazione è ancora denso di nubi; l'accordo dei giorni scorsi coi sindacati non sgombra l'orizzonte e manca - ha detto - una precisa volontà di chiare la posizione della giunta, che si trincera dietro allusioni su presunte illegalità e illegittimità commesse in passato. Se la giunta è a conoscenza di qualcosa "ha il dovere di denunciarlo alla magistratura" anziché frenare le iniziative. Maglie troppo larghe in passato? Non sembra, a ragionare coi numeri. Con il governo di centrosinistra si è passati dai 60 enti accreditati (di cui 33 per l'obbligo formativo) ai 210 attuali. Evidentemente non è un problema di regole, ma una scelta politica. Meglio puntare sui laureati? "Siamo tutti d'accordo - ha concluso Dedoni - ma se abbiamo condiviso il Master and back dobbiamo fare in modo di non fermarci al master, consentendo ai nostri giovani di trovare lavoro nell'isola. Prospettiva tuttora molto incerta.
Il realtà il presidente Soru ha sempre visto la formazione professionale "come un carrozzone dispendioso" da eliminare. I tagli forsennati rappresentano la conseguenza di questa interpretazione. Lo ha sostenuto l'on. Gallus (Fortza Paris) ripercorrendo alcune tappe (dal blocco dei corsi sull'obbligo formativo, fine 2004, ai "criteri iniqui" fissati dalla giunta sull'accreditamento degli enti che premiavano i vecchi ed escludevano i nuovi, ricchi di potenzialità) che hanno segnato il declino del settore, nonostante la formazione rappresentasse una risposta alla dispersione scolastica. L'incentivo all'esodo volontario per i lavoratori dell'albo regionale o il collocamento presso altri enti (termine scaduto il 30 settembre e non onorato dalla giunta; "ma dove sono le risorse finanziarie?") non risolvono il problema; non lo risolve neppure il ricorso alla Cig, vera e propria anticamera dei licenziamenti. Di qui un dramma sociale che rischia di turbare l'ordine pubblico.
A difendere l'operato della giunta ci ha pensato l'on. Serra (Pdci), sostenendone l'azione improntata - ha detto - a tutelare i lavoratori ("nessun posto sarà perduto"), ad attuare una riforma legislativa sempre più necessaria, a creare le condizioni perché la formazione non sia alternativa all'istruzione scolastica. Il curriculum scolastico dovrebbe arrivare sino ai 18 anni e su una base culturale più solida si dovranno impiantare le competenze settoriali. Anziché presentare mozioni - ha detto - il Consiglio riprenda in mano ed esamini il disegno di legge della giunta, fermo da mesi. Sarebbe di maggiore utilità.
Di "eutanasia senza consenso" di un settore che merita rispetto ha parlato l'on. Moro (An), il quale ha negato che la sinistra abbia il monopolio della difesa del lavoro e dei lavoratori, e in questo caso lo dimostra, "facendo precipitare, con cinica disinvoltura, in basso alla scala delle priorità questo problema". Una buona legge di riforma va approvata, ma, nel frattempo, non bisogna fare in modo che i lavoratori "muoiano dissanguati", per il pretesto di poter parlare, poi, "di morti naturali". Sulla proposta dell'esodo volontario, la giunta non ha onorato gli impegni. La proposta (nessun accompagnamento alla pensione, ma un 'bonus' di cinque mensilità ad anno per un massimo di cinque anni) non sembra praticabile, tanto è vero che le 254 domande ricevute dalla Regione non sono state ancora evase positivamente.
A parte la polemica con il centrodestra, "che usa i lavoratori come massa di manovra per finalità politiche", anche l'on. Uras (Prc) ha definito inviolabile il mantenimento del posto di lavoro e delle garanzie accessorie; ma bisogna pensare ad una formazione che non rinunci all'istruzione ("concezione del centrodestra") ma utilizzi l'istruzione al massimo livello possibile prima di scegliere una specialità orientata all'occupazione e garantita da un aggiornamento continuo,
Indispensabile, tuttavia, che la giunta faccia chiarezza, sgombrando il campo da episodi che giudica negativi (ed ha il dovere di denunciarli) e non preferisca (come sta facendo) spazzare via tutto "perché sulle materie non si costruisce niente". Lo ha detto l'on. Rassu (FI), chiedendo una formazione diversa, di più alto profilo culturale, nel quale abbiano un ruolo gli enti formativi, ma anche l'università (ha citato l'esempio dell'esperienza irlandese), perché i giovani che acquisiscono una professionalità possano spenderla sul mercato internazionale, sostenendo la concorrenza del mercato. (adel)
Prosegue il dibattito sulle mozioni 98 e 100 presentate dall'opposizione sulla formazione professionale
Cagliari, 27 ottobre 2006 - Prosegue il dibattito sulle mozioni 98 (Sanjust e più) e 100 (Dedoni e più) sulla formazione professionale.
L'on. Maninchedda (Fas) ha sottolineato la differenza che esiste tra "l'uso politico dei problemi" e "le proposte per la soluzione dei problemi". Il consigliere ha affermato di essere distante dalle due mozioni presentate perché, anziché cercare di trovare soluzioni, usano la formazione professionale per fare una battaglia politica. L'on. Maninchedda è a favore della concorrenza tra gli enti e al fatto che non si debbano sacrificare i lavoratori che lavorano nel settore. La soluzione più adeguata è quella di garantire il trasferimento dei lavoratori nei centri regionali di formazione (l'altra soluzione prospettata: coprire interamente la loro retribuzione incentivando il loro esodo negli enti locali, non è condivisibile in quanto per far avere gli stipendi ai lavoratori sarebbe necessario finanziare gli enti). Anche la cassa integrazione non è la soluzione ottimale, in quanto non risolve il problema dei lavoratori che restano dipendenti dell'ente. L'on. Maninchedda ha sottolineato anche che, in materia, ci sono gravi responsabilità da parte dell'assessorato al lavoro. Per l'on. Francesco Sanna (La Margherita) nella seduta di oggi è impossibile risolvere il problema di quale sarà in Sardegna la formazione professionale. La riforma che dobbiamo pensare - ha detto - deve integrare la scuola con la formazione. Rivolgendosi alla giunta regionale ha chiesto risposte sull'articolo 19 del maxicollegato. "La giunta deve prestare una severa attenzione alla fase attuativa delle leggi. L'articolo 19 del maxicollegato era sbagliato e per questo non è stato applicato o ci sono stati difetti di applicazione? Quindi, è sbagliata l'impostazione o l'attuazione? Se ci sono errori da correggere, siamo disponibili a farlo, ma se la legge è corretta deve essere immediatamente applicata". L'on. Farigu (Misto) ha detto che, nell'affrontare un problema così delicato, si devono evitare le strumentalizzazioni polemiche. Per il consigliere regionale la riforma del settore deve essere fatta ma deve essere preceduta da uno studio che servirà ad avere tutti gli elementi per predisporre i piani formativi. L'on. Lai (Ds) ha sottolineato l'assenza in aula di molti consiglieri, anche di coloro che avevano firmato le mozioni. L'articolo 19, per l'on. Lai, è pienamente valido e applicabile. Finora non è stato applicato perché si è perso troppo tempo. Ricordando il percorso della formazione professionale in Sardegna dagli anni 90 (quando c'erano 12 soggetti formativi finanziati dalla Regione) ai decenni successivi (quando i soggetti formativi si sono moltiplicati grazie ai fondi europei), l'esponente dei Democratici di sinistra ha detto che oggi stiamo pagando quindici anni di disordini. La strategia deve essere quella - ha affermato - di pensare a una formazione professionale adatta a chi deve usufruirne. L'on. Lai ha definito "positiva" la cassa integrazione concessa, per la prima volta in Italia, ai lavoratori della formazione professionale. Certo, ha ammesso, non è una soluzione a lungo termine ma serve a darci il tempo (qualche mese) per attuare la riforma del settore. L'on. Vargiu (Riformatori) ha sottolineato che in aula mancano molti consiglieri del centrosinistra e che appena 18 su 50 hanno potuto ascoltare l'intervento dell'on. Lai. Il capogruppo dei Riformatori ha ricordato che già molti mesi fa il centrosinistra aveva garantito che il problema era risolto. Che cosa è successo da allora? Per l'on. Vargiu è urgente che si trovino soluzioni adeguate perché l'accordo firmato ieri non è risolutivo. Per il consigliere regionale il dibattito di oggi può essere la base per tentare una seria riforma del settore. L'on. Artizzu (AN) si è detto sorpreso e sbalordito per alcune affermazioni fatte da alcuni colleghi del centrosinistra. Ma come si può affermare - ha chiesto all'aula - che i lavoratori della formazione siano stati "usati" dal centrodestra come strumento di lotta politica? Noi non abbiamo mai giocato nella "scacchiera della formazione professionale" come hanno fatto alcuni partiti del centrosinistra, noi vogliamo difendere i lavoratori della formazione professionale. L'accordo firmato ieri è una "non soluzione". Si è passati dalla "macelleria sociale" alla "macelleria istituzionale" (con lo scorporo delle competenze dagli assessorati per incorporarle nella mani del presidente Soru). Artizzu ha detto di essere preoccupato perché la giunta e la maggioranza non hanno un progetto per il settore. "Si taglia sulla pelle delle persone e non si attua nessuna strategia. Voi state massacrando non solo la formazione professionale ma anche le prospettive dei giovani sardi andando in direzione esattamente contraria alla direttiva della Ue che prevede che la scuola debba andare di pari passo rispetto alla formazione professionale". R.R.
Respinte le mozioni sulla Formazione professionale, si prosegue con il disegno di legge sulla miniera di Silius
Cagliari, 27 ottobre 2006 - Sono state respinte a larga maggioranza e dopo un lungo e appassionato dibattito le mozioni 98 (La Spisa e più) e 100 (Dedoni e più) sulla formazione professionale. Prima delle votazioni vi erano stati numerosi interventi. Per l'on. Siro Marrocu (Ds) il dibattito arrivato a poche ore dalla firma di un'intesa istituzionale potrebbe essere per qualche verso considerato superato, almeno per quanto riguarda l'emergenza, non certo per considerare risolto il problema. "E' necessaria una riforma del settore" che si è contraddistinto per spese eccessive. "La riforma è interesse dei giovani, e degli stessi operatori degli enti". Per questo ha detto con convinzione Marrocu "è necessario accelerare la discussione del progetto di legge in carico alla commissione consiliare". Ma ha aggiunto Marrocu: "Nessun lavoratore dovrà andare dall'ente di formazione al collocamento". Ha poi riservato un rimprovero alla stessa maggioranza ed alla Giunta: "Era necessario evitare che la situazione si esasperasse, erano necessari opportuni correttivi".
Estremamente critico Giorgio La Spisa (Fi): "Noi non vogliamo strumentalizzare, noi denunciamo una situazione grave che lucidamente e cinicamente si sta lasciando deteriorare per portare il settore allo sfacelo". Dichiarando che l'opposizione sarà sempre presente per denunciare il problema, ha affermato "che la riforma è assai lontana e lontana la soluzione della crisi". Respingendo la soluzione della cassa integrazione prevista dall'accordo istituzionale La Spisa ha ricordato che "la cassa integrazione è un provvedimento per le aziende in crisi, la formazione professionale non può essere assimilata all'industria in crisi". Nel ricordare criticamente che la proposta di riforma della formazione professionale è stata iscritta nei lavori della commissione al quarto posto all'ordine del giorno, ha "denunciato l'incapacità della Giunta e della maggioranza di dare risposte valide e concrete".
Ha difeso con forza l'operato del proprio assessorato e della maggioranza l'assessore al Lavoro Maddalena Salerno. "Non è esatto dire che non c'è una strategia politica in tema di formazione", c'è addirittura un disegno di legge di riforma che cerca di dare risposte alle esigenze poste dalla "società della conoscenza". Illustrando alcuni dei principi fondanti della riforma proposta "la ripartizione dei due sistemi di base, la scuola e la formazione, la signora Salerno ha ribadito che essi hanno pari dignità. "Certamente nella riforma viene posta in primo piano la scuola pubblica", ha detto ancora l'assessore, che ha soggiunto essere fondamentale riqualificare il sistema delle formazione professionale che negli ultimi anni ha perso la sua funzione strategica, degenerando, dequalificandosi e polverizzandosi". Ciò non significa "che tutti gli enti abbiano lavorato male, che tutti siano stati incapaci. Vi sono stati enti che hanno contribuito a combattere la dispersione scolastica". Ma non vi è dubbio, ha aggiunto, che "l'analisi del fabbisogno della formazione sia stata spesso errata". Non è vero che 2500 persone rischino il posto, ha aggiunto, citando alcuni dati, ed ha ricordato le risorse impiegate nel settore dalla Giunta negli ultimi tre anni. "La giunta ha molto a cuore i lavoratori, ed è confermato l'impegno a garantire completamente il reddito dei lavoratori della "42", così come si è proposta di elevare i contributi a province e comuni per incentivare l'assunzione anche a termine dei lavoratori".
Decisamente insoddisfatti si sono dichiarati i presentatori le mozioni La Spisa e Dedoni che hanno ribadito le critiche severe espresse.
Infine per dichiarazione di voto sono intervenuti i consiglieri: Maria Grazia Caligaris (Sdi-Rnp), Paolo Licheri (Rc), Domenico Gallus (Fortza Paris), Giorgio La Spisa (Fi) e Carlo Sanjust (Fi).
Le mozioni sono state quindi votate e respinte. La seduta è quindi proseguita con l'esame del progetto di legge per il riavvio della miniera di Silius. (LP)
Il Consiglio approva all'unanimità il Disegno di legge sul "Riavvio produttivo della miniera Genna Tres Montis nei comuni di Silius e San Basilio".
Cagliari, 27 ottobre 2006 - Dopo la bocciatura delle due mozioni presentate dall'opposizione sulla formazione professionale, il Consiglio ha approvato all'unanimità il Disegno di legge sul "Riavvio produttivo della miniera Genna Tres Montis nei comuni di Silius e San Basilio". La relazione è stata fatta dall'on. Mattana (Ds) che ha detto che questo disegno di legge può dare risposte ad un territorio che versa in uno stato di grande crisi. Questo disegno di legge vuole favorire la ripresa dell'attività della miniera di Silius, ora messa in liquidazione, e creare così una speranza per i tanti lavoratori della zona dove la disoccupazione raggiunge la soglia del 40%. Questo DL prevede di emanare un bando pubblico per l'assegnazione della concessione mineraria ad un nuovo concessionario e la costituzione di un soggetto giuridico (Spa) anche controllato interamente dalla Regione che partecipi al bando e, in caso di aggiudicazione, realizzi un piano industriale riconducibile ai criteri di qualsiasi operatore in economia di mercato. Il Disegno di legge è stato approvato rapidamente e all'unanimità. (R.R.)