CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Mozione n. 98

MOZIONE SANJUST - LA SPISA - ARTIZZU - CAPELLI - CAPPAI - LADU - VARGIU - LOMBARDO - CONTU - GALLUS - LICANDRO - PETRINI - RASSU - SANCIU - DEDONI - MURGIONI - AMADU - MORO - SANNA Matteo - DIANA - PISANO - FARIGU - LIORI - MILIA - BIANCAREDDU - RANDAZZO Vittorio - RANDAZZO Alberto - CASSANO - CUCCU Franco Ignazio sul mancato rispetto degli accordi fra Regione e sindacati in tema di dipendenti degli enti di formazione professionale e inizio della procedura di licenziamento, con richiesta di convocazione straordinaria del Consiglio ai sensi dei commi 2 e 3 dell'articolo 54 del Regolamento.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- il 30 settembre 2006 sono scaduti i termini previsti dall'accordo sottoscritto il 29 giugno 2006 fra la Giunta regionale e le organizzazioni sindacali relativamente all'esodo volontario o alla ricollocazione presso altri enti dei dipendenti della formazione professionale, accordo in cui la stessa Giunta regionale "si impegnava ad attivare entro il 30 settembre un tavolo politico con le OO.SS. e gli enti locali al fine di verificare i tempi e le modalità del trasferimento delle funzioni in materia di formazione e della ricollocazione dei personale iscritto all'albo in base alla legge 42/89";
- conseguenza di questo mancato rispetto degli accordi è stato che gli enti di formazione professionale stanno avviando le procedure di licenziamento del personale;
- lo stesso personale da diversi mesi non percepisce lo stipendio;

CONSIDERATO che, fino a quella data, del tavolo promesso non c'è stata traccia e non si è saputo nulla nemmeno degli altri quattro punti dell'accordo che riguardano l'esodo volontario, la mobilità, la trasformazione degli oneri contributivi in indennità a favore dei lavoratori licenziati e, infine, la richiesta al Ministero del lavoro per verificare la possibilità dell'utilizzo di ammortizzatori sociali;

EVIDENZIATO che questa passività appare come un'incapacità di risolvere un problema provocato dallo stesso esecutivo e, come nel recente passato su questo argomento, ogni data individuata per il raggiungimento di un obiettivo fissato, promesso e sottoscritto, viene sistematicamente rinviata a causa dell'inerzia e dell'incapacità ad attivare i canali necessari per la salvaguardia del posto di lavoro;

PRESO ATTO che:
- ad esempio, la presidenza dell'ENAIP (l'ente di formazione delle ACLI) il 27 settembre scorso ha convocato, nella sede di Decimomannu, tutto il personale al quale è stato comunicato come la mancata apertura del tavolo politico promesso dagli Assessori regionali degli affari generali, personale e riforma della Regione e del lavoro, formazione professionale, cooperazione e sicurezza sociale, ha segnato la resa dell'ente nei confronti della Regione, per cui si sarebbe dato avvio immediato alla procedura di licenziamento di 167 su 170 dipendenti, facendo decorrere da quel giorno i 120 giorni entro i quali l'ENAIP invierà ai destinatari le lettere di preavviso;
- su richiesta della Regione, inoltre, l'ENAIP si è impegnato a non mandare tali lettere prima del 31 ottobre così da prendere altro tempo per trovare una soluzione possibile al problema;
- alla richiesta della Regione, non ha fatto seguito l'erogazione dei fondi necessari per gli stipendi per cui, questi stessi lavoratori che già sono senza stipendio da almeno 2 mesi, resteranno privi di busta paga ancora per diverso tempo;

RILEVATO che:
- appare incomprensibile come l'esecutivo mostri disinteresse per portare a soluzione imminente la grave situazione degli oltre 700 dipendenti della formazione professionale sarda, oggi più che mai a grave rischio di licenziamento, ai quali è stato promesso un esodo forzato o una ricollocazione presso altri enti pubblici, ancora fumosa e incapace di offrire garanzie per il futuro;
- nessuno riesce a capire come la Giunta e il suo Presidente intendano salvaguardare l'istituto della formazione professionale almeno in quelle forme più storiche e più specialistiche e che vantano esperienza, capacità, professionalità e serietà negli attestati rilasciati;
- lo stesso esecutivo regionale, dopo aver cancellato ogni forma esistente di formazione professionale, si sta mostrando incapace di onorare i contenuti degli accordi che esso, con i suoi massimi esponenti, ha sottoscritto e continua a sottoscrivere in forma pubblica;
- da subito le dichiarazioni del Presidente manifestavano la volontà che nessun posto di lavoro doveva andare perduto,

riconosce

- la necessità che l'istituto della formazione professionale venga rinnovato nelle forme più carenti e meno efficaci a vantaggio dei nostri giovani, interessati all'acquisizione di una professione che li introduca nel mondo lavorativo;
- il ruolo importante svolto negli anni dalla maggior parte degli enti che hanno acquisito e messo in campo professionalità, competenza e serietà;
- il valore sociale e culturale della formazione professionale come patrimonio di esperienza che non può andare perduto, ma che, invece, dovrebbe essere salvaguardato e potenziato così come, ad esempio, la Regione Lombardia sta scegliendo di fare proprio in questi giorni;
- la necessità che questo istituto non diventi la soluzione alternativa allo studio, che resta l'unica possibilità per acquisire cultura, nozioni e professione, ma che la stessa formazione professionale, non venga definitivamente cancellata e, invece, ottenga dalla Regione sarda motivi di miglioramento così da servire al meglio il vasto pubblico di giovani,

afferma

la volontà di riscrivere le norme che dovranno regolamentare la formazione professionale, istituto che, oggi più che mai, deve proporsi in forme più consone e più efficaci per fronteggiare la disoccupazione giovanile e offrire più opportunità per favorire l'ingresso nel mondo del lavoro,

a tal fine impegna la Giunta regionale

- a dare immediatamente corso agli accordi sottoscritti il 29 giugno scorso;
- a mettere a disposizione i fondi necessari affinché gli enti di formazione possano erogare ai dipendenti gli stipendi pregressi non ricevuti per la mancata assegnazione dei corsi che erano preventivati e che oggi sono motivo per l'avvio delle procedure di licenziamento;
- ad attivarsi, da subito, affinché nessun posto di lavoro, riferibile non solo agli oltre 700 dipendenti riconosciuti dalla legge regionale n. 42 del 1989, ma anche ai tanti che, comunque dall'impegno serio e generoso profuso all'interno degli enti di formazione, ricavavano un reddito necessario e indispensabile per una serena vita futura.

Cagliari, 10 ottobre 2006