CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

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Nota stampa
della seduta n. 245 del 24 ottobre 2006

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Modifica dell'articolo 8 dello Statuto (entrate) e articolo 102 della Finanziaria dello Stato: aperta la discussione in Consiglio = Commemorato l'on. Pietro Pinna

Cagliari, 24 ottobre 2006 - Si è aperta con la commemorazione dell'on. Pietro Pinna, alta figura di legislatore regionale e di parlamentare, la seduta odierna del Consiglio regionale che reca all'ordine del giorno la discussione sulla Risoluzione (n°6/19 esitata dalla 3^ Commissione) concernente le modifiche all'articolo 8 dello Statuto speciale.
Si tratta come preannunciato dal vasto dibattito delle ultime settimane della questione annosa delle entrate regionali. La Risoluzione dà il via libera alle modificazioni introdotte da un articolo della legge Finanziaria dello Stato (art. 102) che, nell'incrementare il regime delle entrate regionali attraverso modifiche alle percentuali di competenza di IVA e Irpef, ed alla variazione del raggio di applicazione, determinerebbe notevoli vantaggi per l'isola sia immediatamente (con compensazioni per i mancati nuovi introiti negli ultimi tre anni) e sia a regime a partire dal 2010.
"Un risultato eclatante nel quadro della contrattazione con lo Stato delle nuove entrate", lo ha definito con convinzione l'on. Giuseppe Cucca (Margherita) presidente della Terza commissione che ha illustrato all'aula il documento. Cucca ha ricordato che la Commissione, pur nei doverosi distinguo e nell'ambito degli accenti critici da parte dell'opposizione, ha tuttavia nella sua maggioranza ritenuto esaustivi i chiarimenti portati dai rappresentanti della Giunta. Ed ha dato atto a tutti i componenti, sia di maggioranza che di opposizione, di aver dato significativi contributi di riflessione e di approfondimento. "L'auspicio -ha proseguito il presidente della Commissione- è che al termine del dibattito in aula il Consiglio ritrovi la sua unità di intenti su questa importante materia e si possa giungere ad una votazione unanime". Il relatore non ha nascosto che "c'è tuttavia ancora molto lavoro da fare": "il risultato -ha detto- è ora solamente annunciato e deve essere concretamente acquisito". Un risultato importante al punto che altre regioni hanno preannunciato di voler rivendicare identico trattamento. Per vigilare sarà necessario uno stretto raccordo con i parlamentari sardi, ha detto ancora Cucca. "Esistono dati certi, al di là delle polemiche di parte, che fannjo prevedere nuove entrate di grande rilevanza". La Commissione ritiene inoltre necessario anticipare l'entrata a regime dei nuovi meccanismi nel 2008 o al più nel 2009.
"L'auspicio, tuttavia - ha concluso Giuseppe Cucca - è che la risoluzione possa trovare vasta condivisione, che si possa guardare in prospettiva, al di là del proprio naso, perchè non è una battaglia del Presidente o dell'assessore, ma una battaglia di tutti per la Sardegna. Il risultato si raggiunge stando uniti". (L.P.)

Il dibattito sulla risoluzione della Terza commissione che ratifica l'accordo di Soru sulla vertenza delle entrate (articolo 102 della Finanziaria). Floris: "Una sconfitta morale". Maninchedda: "Ristabiliamo in rapporto bilaterale con lo Stato per la sanità".

L'opposizione attacca: il presidente Soru ha tradito il mandato del Consiglio di rivendicare i crediti con lo Stato ed ha sottoscritto un impegno che porta a casa qualche milione di euro, ma non risolve la vertenza fiscale in prospettiva. La risoluzione della Terza commissione reinveste il Consiglio di responsabilità negategli al momento giusto. Il via libera all'accordo con lo Stato, contenuto nell'articolo 102 della Finanziaria, doveva essere dato prima e non dopo il benestare del "governatore" al Consiglio dei ministri. Quella la sostanza del dibattito, che ha visto intervenire soprattutto consiglieri dell'opposizione.
L'on. Licandro (FI) ha affermato che l'accordo col governo "ci porterà indietro di 20 anni", avrà effetti limitati e insoddisfacenti in una realtà economica in dissesto ("la gente scende in piazza a manifestare contro, la disoccupazione cresce, scuola, formazione professionale, agricoltura sono in forte difficoltà") ; mancano dati di riferimento precisi, nel balletto delle cifre c'è troppa aleatorietà, mentre è assente una politica di rivendicazione nei confronti dell'Ue, per la mancanza, da parte della giunta, di un modello di sviluppo.
Di "sconfitta morale" e "mortificazione per il Consiglio" ha parlato l'on. Mario Floris (Udr), prendendo le distanze da una decisione (quella presa dal governatore con lo Stato) "che non ci appartiene". Al Consiglio, "posto di fronte al fatto compiuto", ora Soru chiede di fare "da coperchio a una pentola bucata", che vede disperdere altre intese, più qualificanti e garantiste". La prassi ordinaria "e responsabile" sarebbe dovuta essere quella di investire il Consiglio della risposta all'offerta del governo; Soru non lo ha fatto; il dibattito diventa perciò "di totale inutilità, politica e pratica", perché l'intesa manifestata al governo "costituisce atto di rilevanza giuridica". Giudicato, l'ok di Soru, "un atto di sottomissione", Floris ha criticato la decisione sul disimpegno statale nella spesa sanitaria (("un clamoroso dietrofront" che disattende indirizzi espressi dal Consiglio e produce "uno strappo istituzionale e politico") il generale arretramento delle richieste, l'incertezza assoluta sulla previsione delle entrate ("il calcolo dell'Iva non è credibile, non essendo stata fatta una valutazione appropriata sulle aliquote, che sono variabili"). Tutto ciò, ha concluso, è in grado di generare solo "un grande contenzioso" e di frenare qualsiasi prospettiva di sviluppo.
La mobilitazione generale dei partiti, delle forze economiche e sociali è venuta meno: il presidente, anziché assolvere il mandato che era quello di chiedere allo Stato gli arretrati della fiscalità, ha accettato, supinamente, ciò che il governo ha proposto, con nuovi e delicati oneri per la Regione, ora alla prese, da sola, con la sanità, i trasporti interni e la continuità territoriale. Il fronte unitario, di conseguenza, si è rotto. Lo ha detto l'on. Diana (An), ricordando che lo stesso Soru si era detto disponibile a dire di no, se l'Aula avesse ritenuto il risultato insoddisfacente; ma ora viene difficile fare marcia indietro e rifiutare risorse in arrivo. "Certo è che ci saremmo aspettati molto di più".
Per l'on. Uras (Prc) i litigi del Consiglio indeboliscono il fronte anche di fronte al Parlamento, che, in uno dei frequenti blitz quando si stanziano risorse, potrebbero ridurre i benefici. L'accordo resta, comunque un punto di partenza e alcune condizioni vanno sicuramente riviste. Sul rischio sanità, paventato da molti, Uras ha detto di non essere pessimista (il diritto alla salute sarà garantito), ma di pensare che la qualità della risposta dipenderà "soprattutto da noi". Anche sui trasporti c'è da approfondire il discorso. La materia è in fase di studio e di ulteriori valutazioni: obiettivi, bisogni, strumenti vanno definiti. Piuttosto emerge subito un altro problema, quello della utilizzazione delle maggiori risorse. In un quadro economico e sociale difficile, le risposte della Giunta devono essere immediate, soprattutto verso il mondo del lavoro.
Per l'on. Atzeri (Psd'Az) c'è "un profilo di illegittimità" in un provvedimento che prevedeva, per norma, il parere preventivo del Consiglio. Soru lo ha gestito, come al solito, in solitudine compiendo uno strappo ed ora la maggioranza gli fornisce il rapporto con la risoluzione della Terza commissione. Una sanatoria postuma che non dirada i dubbi sui contenuti dell'accordo, involutivi rispetto alle precedenti rivendicazioni. In sostanza ci accontentiamo di meno e ci carichiamo l'onere della sanità che il Friuli sta ricontattando con lo Stato, ritenendo esageratamente oneroso, per le sole forze regionali, quell'impegno.
Dopo una breve sospensione della seduta perché alcuni consiglieri del centrodestra hanno esposto sacchetti di spazzatura con esplicito richiamo alla vicenda dei rifiuti campani ("Il Consiglio non è una pattumiera", ha detto, seccato, il presidente Spissu mentre i commessi provvedevano a reperire i corpo del reato), ha parlato l'on. Moro (An): ha ricordato che è quasi unanime, anche ad alti livelli di responsabilità finanziaria, il coro di proteste al provvedimento del governo, entrato in una concitata fase di "taglia e cuci" che continua a generare confusione e non dà alcun punto di riferimento. Lo stesso articolo 102 non è inviolabile, contiene ambiguità sostanziali e formali. Ha prevalso la logica del "meglio di niente", ma il Consiglio, unitario su questo punto, aveva chiesto a Soru di pretendere dal governo il pagamento degli arretrati, non di accettare condizioni insoddisfacenti che costituiscono una sorta di condono tombale, per cui niente più lo Stato deve. Anche se le previsioni di crescita (molto ottimista pensare ad un Pil che sale del 2 per cento all'anno) dovessero essere inferiori all'attesa e costringere la Regione a rivedere i conti.
Il dibattito sulla risoluzione della Commissione? Un paravento (discussione "irrilevante", considerato che il Consiglio è stato messo out dall'accordo del presidente Soru col governo) a problemi ben più gravi: i ritardi nella programmazione finanziaria di una Regione che (dati al 5 luglio; oltre non è stato finora possibile averli) su quasi 10 miliardi di dotazione, ne ha speso men di un terzo, denunciando una totale incapacità di governo e pochissime idee sullo sviluppo dell'isola. La vertenza fiscale con lo Stato è stato un momento "nobile" di coesione; ma gli obiettivi erano sicuramente di più alto profilo. Allora "abbiamo firmato in bianco una cambiale, oggi quella cambiale è andata in protesto". Emerge ancora una volta la carenza di metodo, che contribuisce a creare tensione: l'esempio dell'import di rifiuti campani è, sotto questo aspetto, significativo.
Positivi i primi tre punti dell'articolo 102, che rispecchiano "storiche rivendicazioni unitarie" e che (stima Confindustria) consentono, una volta a regime (2010), un incremento di 2,7 miliardi. Preoccupa invece, a proposito della sanità e dei trasporti, quel "senza alcun apporto a carico dello Stato", autentica "furbata di un funzionario", frase che va rimossa. Dà l'esempio il Friuli, che, dopo aver firmato un protocollo d'intesa, lo sta rimettendo in discussione per ristabilire un rapporto bilaterale. Quel "senza alcun apporto" è "disciplina troppo estesa", nella quale vengono computati anche i nuovi investimenti. Al contrario lo Stato deve intervenire con risorse suppletive (Dl 56 del 2000) per sanare il gap tra Regioni e colmare i ritardi territoriali rispetto agli standard nazionali. Altro motivo di preoccupazione, la certificata autosufficienza della Sardegna rischia di collocarla fuori dai privilegi dell'Unione europea (c'è in ballo la ridefinizione della carta degli aiuti e l'ingresso nell'Obiettivo 2). Per questo l'insularità deve essere oggetto di intervento dello Stato, nelle varie sfaccettature, compresa la continuità territoriale. In sostanza va rinegoziata parte di quel che è scritto nell'articolo 102. (adel)

Il dibattito sulle entrate e la riforma dell'art 8 dello Statuto prosegue alla ricerca di una convergenza fra le forze politiche

Continua il lungo dibattito sulla risoluzione 6/19 relativa alla modifica 8 dello Statuto che riscrive il regime delle entrate. Un dibattito che, conclusa la discussione generale, proseguirà anche questo pomeriggio contrariamente alle previsioni iniziali. Sicuramente, come hanno sottolineato tutti gli intervenuti, un dibattito su un argomento di estrema rilevanza. Ne è convinto ad esempio, l'on Raffaele Farigu (Misto) per il quale "La materia riguarda aspetti vitali per la nostra autonomia regionale", anche se "ci troviamo a vivere una situazione particolare: la Regione infatti non è un'azienda ed al Consiglio bisogna restituire la sua dignità istituzionale e politica". Osservando come ci si trovi di fronte "ad un vulnus del ruolo consiliare", ha definito "diktat" l'articolo 102 del Governo con l'assenso del Presidente della Regione. "Se ci fossero le certezze che queste modifiche all'art. 8 fossero "matematicamente" produttive per la Sardegna non avrei dubbi a votare a favore, ma questa certezza non c'è".
Di tenore diverso le osservazioni dell'on. Salvatore Serra (Fas), secondo il quale: "quella che si sta andando a completare sarà una grande conquista, e bisogna riconoscere la tenace azione del Presidente". Secondo Serra è tuttavia utile qualche riflessione per quanto concerne le contropartite che la Sardegna si deve accollare per le maggiori entrate. "E' utile valutare se sia ancora possibile correggere qualcosa per fare in modo che lo Stato possa in qualche misura sostenere la Sardegna". C'è un problema di federalismo fiscale assai presente nella finanziaria dello Stato.
Fortemente contrario alla Risoluzione e al nuovo regime di entrate e di contropartite l'on. Silvestro Ladu (Fortza Paris). "La risoluzione è un passo indietro, ed il Consiglio è semplicemente chiamato a ratificare un atto di governo". Secondo Ladu si stanno riformando gli istituti regionali in modo del tutto inadeguato. "Quello che è totalmente assente è un quadro di riferimento che ci metta in condizione di valutare il peso della sanità e dei trasporti a carico della Sardegna". Non è vero, ha detto Ladu che si tratti di un grande risultato "ma è un grande imbroglio".
Giudizio estremamente negativo anche da parte dell'on. Pier Paolo Vargiu (Riformatori). Abbiamo fatto unitariamente la battaglia a Roma -ha ricordato- e oggi a fronte di ciò troviamo un presidente che lavora in solitaria, va a Roma ottiene un accordo (forse buono o forse no) e quando torna invece di riferire in Consiglio fa una conferenza stampa rompendo in questo modo l'unità dei mesi precedenti. "E' utile tutto ciò?", ha domandato. "Forse si è fatto un errore fondamentale, anche perchè non si capisce se con le contropartite offerte ne valga davvero la pena". "Non c'è stato un vero momento di riflessione", ha detto Vargiu, il settore dei trasporti e della sanità sono in difficoltà e su quelli si doveva misurare il fondamento del rapporto di solidarietà Stato-Regione.
Critiche verso le opposizioni da parte dell'on Peppino Balia (Fas), "dopo aver avviato una battaglia comune -ha ricordato- oggi il centro destra cerca di raffreddare gli entusiasti: riaffiora la contrapposizione stile guelfi-ghibellini". "E' invece necessario riprendere l'unità perduta, tenendo presente che la revisione del Titolo V ha intaccato la specialità che occorre riconquistare". Positivo il giudizio di Balia sul livello delle entrate, "dubbi e problemi di certo ci sono". Ma forse qualcosa si può correggere rivendicando maggiori garanzie: "ad esempio inserendo nella risoluzione per contrattare poi con Roma, l'impegno del governo a rivedere il finanziamento delle funzioni trasferite e l'ipotesi in prospettiva di una riscossione diretta delle entrate da parte della Regione".
Estremamente critico l'On. Ignazio Artizzu (AN), "Dopo il viaggio a Roma oggi molti delusi, altri preoccupati; altri non andarono ed oggi possono parlare con carte alla mano". "Possiamo dire quindi che i dubbi di allora erano fondati -ha affermato Artizzu- Sugli aspetti tributari balza evidente una formula creativa di riformismo e fughe in avanti". Non è un guadagno per la Sardegna, ha aggiunto: "il risultato njon è quello annunciato".
"La Battaglia fatta ha invece consentito una positiva intesa", ha affermato da parte sua l'on. Paolo Licheri (PRC), che giudica "strumentale la posizione della minoranza e le sue lamentele per un Consiglio scaricato". Questa situazione in fondo nasce, ha ricordato Licheri, dai meccanismi elettorali voluti dal centro destra che hanno dato un ruolo importante al presidente della Regione."E' tuttavia necessaria un riflessione sulla questione della Sanità e dei trasporti", ha detto, ma "occorre costruire un clima positivo per vigilare sul prossimo percorse parlamentare".
Ultimo intervento della mattinata quello di Andrea Biancareddu (Udc): "ciò che è successo in questi giorni ricorda una partita di poker fra il presidente Soru, il Governo ed il morto, dove il morto è il Consiglio regionale". Su questi temi, ha proseguito Biancareddu sarebbe stato meglio cercare la convergenza unanime delle forze politiche. "Non si può avere a causa del sistema elettorale che ha estremizzato il ruolo dell'alternanza di Governo". La logica di questo sistema non favorisce l'unità, ha concluso Biancareddu. "Su un argomento come questo meglio sarebbe invece cercare il conforto anche dell'opposizione: occorre maggiore disponibilità del Presidente e della maggioranza". (LP)