CONSIGLIO REGIONALE DELLA
SARDEGNA
XIII LEGISLATURA
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Nota stampa
della seduta n. 243 del 17 ottobre 2006
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Con la commemorazione degli ex consiglieri Ignazio Manunza e Pietrino Melis aperti i lavori del Consiglio regionale. All'ordine del giorno la mozione n. 90 (Pisu e più), l'interpellanza n. 182 (Balia e più) sul trenino verde e la mozione n. 85 (Ladu e più) sui porti franchi.
Cagliari, 17 ottobre 2006 - Sono ripresi, con l'esame della mozione n. 90 e dell'interpellanza n. 182 sul trenino verde, i lavori del Consiglio regionale. In apertura di seduta il presidente del Consiglio Giacomo Spissu, dopo le consuete comunicazioni all'aula, ha commemorato gli onorevoli Ignazio Manunza e Pietrino Melis, recentemente scomparsi. L'onorevole Ignazio Manunza, consigliere regionale per tre legislature e senatore per due, e in precedenza sindaco di Oristano, è scomparso il 23 agosto. E' stato un politico vecchio stampo, capace di intessere molti rapporti umani, di esprimere una forte solidarietà sociale, di essere osservatore attento della realtà sarda.
Una brutta malattia, che lo ha colpito nel lontano 1982, i cui segni, tuttavia ha saputo nascondere insieme alla sofferenza fisica in una giovialità generosa, ne hanno segnato un graduale declino fisico, che tuttavia mai ha rallentato la sua intensa attività politica.
Nato a Oristano nel 1940, l'on. Manunza è stato eletto nella IX legislatura nella lista della democrazia cristiana. Rieletto nella Dc nel 1989, è stato, tra l'altro, questore e segretario del Consiglio, presidente della Commissione agricoltura e foreste. Eletto ancora nell'undicesima legislatura, nel Partito popolare italiano, ha svolto incarichi di Commissione prima di essere chiamato sa far parte della Giunta Palomba come assessore degli Affari generali, personale e riforma della Regione. E' stato assessore dei Trasporti anche nella giunta successiva, dal 1999 al 2001, vivendo con particolare impegno una delle fasi decisive della continuità territoriale. Uomo taciturno, ma propenso al sorrìso, ha vissuto la vicenda umana e politica con grande disponibilità. Ha lavorato con grande impegno, riscuotendola stima non solo degli amici, ma anche degli avversari. L'epilogo della sua esistenza terrena è stato rapido e improvviso; lungo, invece, e per molti aspetti esemplare, il suo percorso politico e la costante attenzione ai problemi del territorio e della Sardegna. Nel ricordarlo così, col sorriso bonario e la forte stretta di mano - ha detto il Presidente del Consiglio - esprimiamo alla famiglia i sensi, affettuosi e addolorati, del nostro cordoglio. Nel ricordare l'on. Pietrino Melis, il presidente Giacomo Spissu ne ha sottolineato l' intensità morale e politica, la grande moderazione, la sua apertura al dialogo. L'on. Melis è stato consigliere regionale nella quinta e nella sesta legislatura; eletto nelle liste del Partito comunista italiano nel 1965, rimase in carica sino alla scadenza del secondo mandato, nel giugno del 1974. Erano anni di grandi speranze per la Sardegna centrale. Piano di Rinascita e riforma agro-pastorale segnavano un forte impegno politico al quale l'on. Melis partecipò attivamente. Nel primo dopoguerra aveva lasciato il posto fisso per costituire con personaggi importanti del mondo del lavoro, Nuccio Pirastu, Achille Prevosto, ed altri ancora, il gruppo dirigente del Pei. Aveva vissuto in modo coerente il periodo del centralismo democratico, mostrando grande rispetto verso le istituzioni. Si definiva "il più giovane della vecchia generazione" chiamata a gestire, come classe dirigente, il difficile periodo della ripresa dopo l'esperienza bellica. Fu anche consigliere comunale di Nuoro. Da consigliere regionale favorì ampie intese convinto che, rispetto alle posizioni dei partiti e al confronto democratico tra maggioranza e opposizione, la soluzione dei grandi problemi dell'economia sarda fosse possibile favorendo convergenze piuttosto che divisioni. Collaborò, tra l'altro, a tessere il progetto autonomista con l'on. Paolo Dettori. Erano gli anni delle battaglie per la riforma agro-pastorale e si gettavano le basi per la nuova programmazione degli anni 70; una stagione intensa e proficua che si apprestava - questi, almeno, erano gli intendimenti - a completare gli impegni del Piano di rinascita. La grande attenzione che l'on. Melis prestava al mondo agricolo, i problemi del bracciantato, la nuova frontiera della pastorizia e la cooperazione furono i grandi temi che egli portò avanti nell'azione politica e come responsabile, provinciale e regionale, della Lega delle Cooperative. Fu componente della Commissione agricoltura e della Commissione industria. Ciò non fu un caso. La commissione Medici sulle cause del banditismo aveva indicato la presenza dell'industria come la terapia per abbassare il tono delle tensioni sociali che caratterizzavano la vita di alcuni paesi. L'on. Melis accettava con "curiosità" questo progetto, ma con quel scetticismo che si accompagna ai progetti alternativi al mondo agricolo. Segretario del Consiglio, nella Sesta legislatura fu componente della Giunta per il Regolamento. Della Commissione bilancio e della commissione speciale per la Programmazione. Prima di osservare un minuto di silenzio il presidente Spissu ha ricordato anche la scomparsa dell'on. Armando Zucca. "Ne diamo notizia - ha affermato il presidente del Consiglio - astenendoci tuttavia dalla rituale commemorazione in Aula per rispettare la volontà dello scomparso". Il Consiglio ha osservato un minuto di raccoglimento.
Con l'intervento dell'on. Pisu (PRC) ha preso il via l'esame della mozione n. 90 (Pisu e più) e dell'interpellanza n. 182 (Balia e più) sul trenino verde.
Il presidente della commissione "Politiche comunitarie" ha ricordato che la mozione è stata sottoscritta da 74 consiglieri sia di maggioranza che di opposizione e che, nei giorni scorsi, la direzione delle ferrovie ha deciso di lasciare in esercizio il Trenino Verde. Dunque, il pericolo di trasferimento per i 37 lavoratori è scongiurato, ma non bisogna sottovalutare il delicato momento che sta attraverso l'intero settore. Per questo il Consiglio regionale deve capire cosa si vuole fare per valorizzare i circa 400 km di ferrovia a scartamento veloce. Si tratta - ha detto Pisu - di recuperare enormi ritardi e di predisporre un progetto di valorizzazione del trenino verde. Nel 2005, infatti, la richiesta per la tratta Isili - Sorgono è stata di 110 treni a fronte di 47 treni messi a disposizione. Un'offerta, dunque, insufficiente alla domanda sempre crescente di un turismo di qualità che però deve adeguarsi a un parco rotabile vecchio e da rifare. L'on. Pisu ha sottolineato che la Sardegna sta facendo il contrario della Corsica. L'isola francese ha investito 250 milioni di euro per l'ammodernamento della tratta turistica ed è riuscita ad avere dallo Stato francese ben 86 milioni di euro per iniziare i lavori che si concluderanno nella primavera del 2007. Analoghi interventi sono stati fatti a Merano (dove dal 2005 il trenino verde ha portato un milione di passeggeri), in Grecia e in Svizzera. In Sardegna, invece, si accumulano ritardi nonostante la convinzione che il trenino verde sia una delle più importanti attrazioni turistiche della Sardegna. L'on. Pisu ha detto che la Regione ha risposto positivamente alle pressioni che sono arrivate dopo la notizia del possibile smantellamento del trenino verde inserendolo nella sua programmazione ma ora c'è bisogno di una scelta chiara e precisa. Il trenino verde deve restare, è un bene che deve essere tutelato anche attraverso una richiesta all'Unesco per far riconoscere il trenino verde patrimonio dell'umanità. L'interpellanza 182 (Balia e più) sul trenino verde è stata data per illustrata. Il primo ad intervenire è stato l'on. Liori (AN) che ha auspicato che il trenino verde non scompaia e che, anzi, sia potenziato. Per l'esponente di Alleanza Nazionale, infatti, i vari assessorati regionali competenti devono concertare un programma con gli enti locali per favorire la spendita di risorse e creare, nelle zone attraversate dal trenino, una serie di strutture che possano garantire ospitalità ai turisti. L'on. Biancareddu (Udc) ha sottolineato l'importanza del trenino verde e ha auspicato un ampliamento della tratta. L'on. Serra (C.I.) ha chiesto di sapere cosa succederà tra 3 anni quando gli oneri delle ferrovie della Sardegna non saranno più a carico dello Stato. Per l'on. Serra occorre sapere dai parlamentari sardi quale è l'impegno concreto dello Stato per salvare le ferrovie della Sardegna.
Approvata la Mozione contro la soppressione del Trenino Verde = il dibattito prosegue con la mozione sui Porti franchi
Con una votazione unanime (77 sì su 77 presenti) il Consiglio regionale ha approvato la Mozione contro la soppressione del Trenino verde (primo firmatario l'on Pisu con altri 74 firmatari). Tutti d'accordo i numerosi intervenuti di tutte le forze politiche sia contro la soppressione di alcune tratte del collegamento delle Ferrovie della Sardegna, che ormai sono più note come "Trenino Verde", e sia sulla esigenza di una valorizzazione a scopo turistico dei collegamenti fra Cagliari e l'Ogliastra. Anzi, è stato detto, è necessario tutelare, valorizzare e potenziare tutti i collegamenti delle ferrovie a scartamento ridotto non statali esistenti nell'isola. Accenti diversi, tuttavia degli interventi dei consiglieri, per le marcate critiche da parte dell'opposizione all'azione della Giunta regionale e dell'assessorato ai trasporti giudicata del tutto inadeguata anche sul versante della politica dei trasporti interni.
"Scellerata la scelta di accollarsi la gestione dei trasporti interni", ad esempio, è stata giudicata, dall'on. Mariano Contu (FI), l'annunciata disponibilità da parte del Presidente della Regione per quanto concerne l'articolo 102 della Legge finanziaria dello Stato. "Non è possibile -secondo Contu- che un'esperienza come quella del Trenino verde possa essere dispersa". E per l'on. Oscar Cherchi (Misto Uds) "Soltanto il rischio di vedere sfumare un binomio come quello rappresentato da ferrovie e turismo è da temere". La mozione, ha proseguito "sta a dimostrare che siamo tutti in prima linea per salvare il trenino verde: ma la regione dov'è?". "E' necessario -questa la proposta forte di Cherchi- un progetto regionale di valorizzazione dell'intero sistema". A Cherchi ha fatto in qualche modo eco l'On Gavino Manca (Margherita), ma in tono di replica al precedente intervento: "E dov'era la giunta regionale tre anni fa, e dov'era la giunta regionale in tutti i cinque anni precedenti sul problema del Trenino verde?". Ma poichè l'argomento è condiviso da tutti (74 consiglieri di maggioranza e opposizione hanno firmato la mozione) "lasciamo stare da parte le polemiche. Tutti d'accordo che la tutela del Trenino verde è importante, ma non basta, bisogna valorizzare il sistema intero", che non è solo il Trenino, ma anche la ricettività dei luoghi che il collegamento attraversa ed i servizi al turismo. Secondo Gavino Manca "Il problema va portato in commissione per un esame complessivo di tutte le sfaccettature".
Critici nei confronti della Giunta i consiglieri Mario Diana (An), Attilio Dedoni (Riformatori), Sergio Pisano (Riformatori). "Della mozione condivido tutto", ha detto Diana, ad esempio, ma ha proseguito chiedendo: "Però dove stiamo andando in tema di trasporti? Quale politica dei trasporti la Giunta intende attuare)". "L'ordine del giorno non basta, ha detto Diana, bisogna costringere il Presidente Soru a portare in aula un programma sui trasporti locali".
Per Dedoni "Tutte le tratte del Trenino verde, cioè tutti i collegamenti ferroviari non statali dell'isola sono da valorizzare e potenziare". Si tratta di problemi seri, ha detto Dedoni, anche se ad alcuni potrebbero apparire particolari. Sulla stessa lunghezza d'onda Pisano: "Il trenino verde è davvero un patrimonio da tutelare. E' un collegamento ferroviario talmente singolare e affascinante che rappresenta un'occasione dalle grandi potenzialità per il turismo".
La replica dell'assessore al Turismo Luisanna De Pau (l'assessore ai trasporti Sandro Broccia era impegnato a Bruxelles per motivi istituzionali) ha concluso il dibattito"Siamo riusciti a sospendere il provvedimento di trasferimento dei 34 dipendenti in pericolo, ma si è fatto anche un passo avanti al tavolo Stato Regione". Oggi vi è la possibilità di fare un progetto complessivo per il recupero e il potenziamento del trenino verde (la regione anche in passato ha impegnato risorse), ma "pere questo -ha detto De Pau- è necessario avere la responsabilità dei rtasporti locali, avere la competenza di questo comparto. Per il resto siamo perfettamente in linea con la mozione dell'on Pisu".
Con questo intervento è stata aperta la votazione sulla mozione che è stata come detto approvata.
I lavori del Consiglio proseguono ora con la Mozione sui porti franchi. (LP)
Illustrata la mozione di Fortza Paris sulla Zona franca per il rilancio dell'economia della Sardegna.
Cagliari, 17 ottobre 2006 - Tema di stretta attualità, quello dell'istituzione in Sardegna di una zona franca che favorisca l'economia e il mercato, ampliando i confini dei porti franchi di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme ed Arbatax. Una prospettiva che anche il Governo - ha detto il capogruppo di Forza Paris, Silvestro Ladu - sta prendendo in considerazione e che numerosi stati europei, dall'Irlanda alla Germania, dalla Francia alla Spagna, dal Portogallo alla Gran Bretagna hanno attuato, con diverse modulazioni, in rapporto con le proprie esigenze, e come strumento per favorire il riequilibrio tra regioni in ritardo di sviluppo e aree economicamente forti.
La mozione, presentata da Fortza Paris, ripropone un vecchio progetto, quello dei padri dell'autonomia, proposto nel dopoguerra dai consultori del Psd'Az e sostenuto dalla democrazia cristiana. Risposta adeguata "alle endemiche difficoltà di sviluppo", la zona franca prevede abbattimento della fiscalità e degli oneri produttivi e del lavoro, secondo standard di sviluppo facilmente identificabili. L'urgenza, nel riproporre l'argomento, nasce anche dall'uscita della Sardegna dall'Obiettivo 1 e dalla inadeguatezza degli interventi a sostenere politiche di sviluppo.
Sulla strada di questo riconoscimento - ha ricordato Ladu - si sono incontrati ostacoli, a volta rappresentati da partiti che, per loro cultura, "sono più favorevoli a strumenti di contrattazione economica gestiti dalla politica".
Fra i benefici della zona franca (in passaggio dai "punti" alla "zona" è un'esigenza matura), oltre a quelli economici, lo sviluppo di una cultura imprenditoriale orientata al mercato, l'aumento delle esportazioni, la valorizzazione delle produzioni, l'inserimento dei produttori sardi, attraverso le reti telematiche, nel mercato globale, l'abbattimento delle accise e della fiscalità sui combustibili consumati in Sardegna per la produzione di energia, riscaldamento, trasporto e la riduzione della fiscalità sul consumo elettrico per la produzione e gli usi civili.
L'ufficio ispettivo del ministero delle Finanze - ha ricordato Ladu - ha individuato, in uno studio, la Sardegna come sito ideale per realizzare questo strumento, che darebbe alla Sardegna una valenza commerciale strategica, anche nei confronti dei paesi comunitari.
Sul contingentamento dei tempi, deciso dalla Conferenza dei capigruppo, per concludere i lavori in mattinata, l'on. La Spisa (FI), sottolineando l'importanza del tema e la necessità di una discussione ampia, si è detto in disaccordo e dopo il breve intervento dell'on. Murgioni (FP), che ha sottolineato come tutte le isole del mondo si siano dotate di strumenti compensativi per l'isolamento geografico con ricadute economiche, lo stesso on. La Spisa ha chiesto la verifica nel numero legale, che ha dato esito negativo e determinato la sospensione dei lavori per mezz'ora. (adel)
Rinviata, sul richiesta dell'opposizione, la discussione della mozione di Fortza Paris per l'istituzione della zona franca per consentire un dibattito più ampio e approfondità. Protesta di Capelli: l'Asl 8 non consente l'accesso agli atti amministrativi.
Cagliari, 17 ottobre 2006 - E' prevalsa la tesi dell'opposizione. La discussione sulla mozione di Fortza Paris sulla mancata attuazione dell'articolo 12 dello Statuto per l'istituzione della zona franca è stata rinviata. Troppo poco il tempo disponibile per rispettare l'impegno, preso dai capigruppo, di chiudere i lavori dell'Aula in mattinata. Peraltro, la mancanza del numero legale prometteva nuovi rinvii. Alla ripresa dei lavori, dopo mezz'ora di pausa proprio a causa del numero insufficiente di consiglieri presenti, sulla rinnovata richiesta dell'on. La Spisa, il presidente Secci ha deciso di chiudere la seduta ed ha convocato la Conferenza dei capigruppo per decidere il calendario dei lavori.
In precedenza l'on. Capelli (Udc) ha chiesto il parere del presidente del Consiglio sul diniego, da parte dell'Asl 8, nel fornire alcune delibere e il monitoraggio mensile sull'andamento dell'azienda, che l'on. Capelli aveva richiesto per iscritto. L'accesso agli atti amministrativi delle Asl - ha dichiarato - è garanzia di trasparenza e non può essere negato ad un consigliere regionale.
Il presidente Spissu, che in quel momento dirigeva i lavori, ha assicurato che esaminerà il problema e tutelerà, "sino in fondo", i diritti dei consiglieri. (adel)