CONSIGLIO REGIONALE DELLA SARDEGNA
XIII LEGISLATURA

Mozione n. 85

MOZIONE LADU - MURGIONI - GALLUS sulla mancata attuazione dell'articolo 12 dello Statuto e sui porti franchi di Cagliari, Olbia, Porto Torres, Portovesme, Arbatax e Oristano.

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IL CONSIGLIO REGIONALE

PREMESSO che:
- la gravissima situazione economica e sociale dell'Isola tende ad aggravarsi in mancanza di adeguate e concrete risposte alla crisi di interi territori a vocazione industriale, agro-pastorale e turistico-ambientale, coinvolgendo sia le piccole comunità sia le vaste aree urbane;
- a fronte dell'uscita dall'Obiettivo 1, risultano sorpassati, insufficienti ed inadeguati i tradizionali strumenti di politica economica finora posti in atto per attenuare la forbice sviluppo-sottosviluppo con le aree avvantaggiate della penisola e dell'Unione europea che risulta essere in costante aumento ai danni della Sardegna;
- le storiche e geografiche diseconomie dovute all'insularità, sommate alla carenza di infrastrutture - assenza di ferrovia elettrificata, di autostrade, di metanizzazione, carente continuità territoriale - limitano, depotenziandola, la specialità dell'autonomia della Sardegna;
- i padri dell'autonomia avevano già individuato nella zona franca generalizzata la base di un modello di sviluppo economico e liberista, in antitesi a quello statalista e dirigista allora imperante, e ottennero dalla Costituente che nel nostro Statuto ne fosse prevista l'istituzione, seppure nella forma ridimensionata dei punti franchi;
- questa lungimirante e originale indicazione della zona franca è divenuta nel tempo la principale leva economica adottata in ogni latitudine e sistema economico politico e sociale quale parte caratteristica della migliore crescita dell'economia mondiale e veicolo di democrazia, modificando nel tempo la sua natura originaria di franchigie doganali con l'inserimento di misure di fiscalità agevolata e abbattimento degli oneri di produzione e dei costi di lavoro;
- all'interno dell'Unione europea sono diversi gli stati membri (Irlanda, Germania, Francia, Spagna, Portogallo e Gran Bretagna) che sono ricorsi con successo all'istituzione di un regime di zona franca per riequilibrare la realtà socio-economica di zone con grandi ritardi nello sviluppo;

CONSIDERATO che:
- il Presidente della Repubblica, su proposta del Governo, con il decreto legislativo 10 marzo 1998, n. 75, ha emanato le norme in attuazione dell'articolo 12 dello Statuto speciale della Regione sarda istituendo nella Regione zone franche nei porti di Cagliari, Olbia, Oristano, Porto Torres, Portovesme, Arbatax ed in altri porti ed aree industriali ad essi funzionalmente collegate e collegabili;
- la delimitazione territoriale delle zone franche ed ogni altra disposizione necessaria per la loro operatività vengono effettuate, su proposta della Regione, con separati decreti del Presidente del Consiglio dei ministri;
- in sede di prima applicazione la delimitazione territoriale del Porto di Cagliari è quella prevista nell'allegato aggiuntivo all'accordo di programma dell'8 agosto 1995 sottoscritto col Ministero dei trasporti;
- con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 7 giugno 2001 sono state dettate ulteriori disposizioni per l'operatività della zona franca di Cagliari che, autorizzando qualsiasi attività di natura industriale o commerciale o di prestazione di servizi, individuava la società consortile per azioni "Zona franca di Cagliari" con marchio d'impresa "Cagliari Free Zone" per organizzarla e come soggetto gestore a tempo indeterminato;

TUTTO CIÒ PREMESSO, potendosi la zona franca prefigurare a buon diritto come una equa compensazione per le croniche deficienze dovute alle diseconomie determinate dalla insularità e a quelle di carattere strutturale in materia di energia, trasporti, telecomunicazioni, sistema delle acque e servitù militari, e nella certezza che le misure basate sulla fiscalità agevolata da rendere operative in aree svantaggiate e nelle isole, già riconosciute da economisti e politici di diversi schieramenti, in forza dello Statuto sardo possono essere da subito applicate e rese operative grazie a specifiche norme di attuazione;

POSTO IN EVIDENZA che:
- la Sardegna si trova oggi nella necessità di affermare un proprio modello economico il quale attraverso la zona franca si prefigga la presenza contemporanea e integrata di elementi utili all'obiettivo finale e fondamentale di creare uno sviluppo endogeno e autosostenuto in tutto il territorio della Regione;
- in forza della conformazione geografica del nostro territorio, un'isola ha dei confini naturali facilmente identificabili con la zona franca, è possibile evitare la frammentazione e l'appesantimento dei controlli doganali connaturati con l'eventuale scelta di istituire zone franche limitate a piccole porzioni territoriali,

impegna la Giunta regionale

ad intraprendere ogni necessaria iniziativa politica affinché:
- il regime di zona franca venga esteso all'intera Isola per tutte le iniziative economiche, incentivando l'utilizzo dei servizi, l'esportazione e il consumo di beni prodotti o trasformati in Sardegna con adeguate misure di defiscalizzazione, restituzione delle quote di fiscalità, incentivi finanziari, servizi reali, e tutto ciò sia indispensabile alla riqualificazione di attività in crisi, alla creazione di nuove intraprese economiche ed imprenditoriali e all'occupazione, in analogia con le recenti misure adottate da diversi stati membri e in armonia con la legislazione europea per la coesione economica e sociale delle aree svantaggiate e insulari;
- a richiedere, in assenza di metanizzazione e in presenza di un più elevato costo dell'energia rispetto alla penisola, l'abbattimento delle accise e della fiscalità sui combustibili consumati in Sardegna per la produzione di energia, riscaldamento, trasporto e, inoltre, la riduzione delle fiscalità sul consumo elettrico per la produzione e gli usi civili;
- ad attivare il necessario confronto con lo Stato e le parti interessate per adottare l'immediata delimitazione territoriale delle zone franche istituite nei porti di Olbia, Porto Torres, Portovesme, Arbatax e Oristano, collegando tali delimitazioni in modo tale da farle coincidere con tutto il territorio della Sardegna.

 

Cagliari, 27 luglio 2006